Diritto d'inchiesta del Parlamento europeo
29.11.2017
Interrogazione con richiesta di risposta orale O-000089/2017
al Consiglio
Articolo 128 del regolamento
Danuta Maria Hübner, a nome della commissione per gli affari costituzionali
Alla luce del lavoro svolto dalle ultime commissioni d'inchiesta (EMIS e PANA), risulta evidente che l'attuale quadro giuridico che disciplina il funzionamento delle commissioni di inchiesta in seno al Parlamento europeo (decisione 95/167/CE) è obsoleto, come indicato nel progetto di raccomandazione e nel progetto di relazione del 22 novembre 2017, destinati alla Commissione e al Consiglio in seguito all'inchiesta sul riciclaggio di denaro e l'elusione e l'evasione fiscali, e nella raccomandazione e relazione del Parlamento del 4 aprile 2017 al Consiglio e alla Commissione in seguito all'inchiesta sulla misurazione delle emissioni nel settore automobilistico.
Ne deriva chiaramente la necessità di una forte volontà politica per potenziare il diritto di inchiesta del Parlamento, trattandosi di un pilastro del parlamentarismo nonché di uno dei poteri parlamentari fondamentali, come sancito all'articolo 226 TFUE. Fin dall'inizio della legislatura, il relatore del Parlamento si è dimostrato disposto a cercare soluzioni costruttive con il Consiglio per profondere tutti gli sforzi possibili affinché le tre istituzioni potessero compiere dei passi in avanti su questa importante normativa. Il relatore del Parlamento, a nome della commissione AFCO, ha tentato in varie occasioni, con sei diverse Presidenze del Consiglio, di avviare le discussioni e i negoziati, in uno spirito di compromesso, dialogo e ampio consenso, sulle preoccupazioni politiche sollevate dalla Commissione e dal Consiglio al fine di ottenere la loro approvazione come previsto all'articolo 226 TFUE. Sfortunatamente il processo rimane in una fase di stallo, nonostante la commissione AFCO abbia approvato due documenti di lavoro e un documento informale in cui le summenzionate preoccupazioni sono trattate fornendo argomentazioni politiche e possibili soluzioni suscettibili di fungere da base per nuovi negoziati tra le tre istituzioni.
In seguito a tale stallo interistituzionale durato alcuni anni, il 10 ottobre 2016 le tre istituzioni hanno finalmente deciso che i rispettivi servizi giuridici avrebbero tenuto una riunione per individuare i possibili chiarimenti tecnici comuni sulle questioni giuridiche e istituzionali pendenti sollevate dal Consiglio e dalla Commissione. Tale documento congiunto dovrebbe facilitare la redazione di una nuova formulazione possibile e il lancio dei negoziati ufficiali a livello politico. Nonostante ciò e la determinazione del Parlamento, il documento finale esistente resta purtroppo bloccato, il che desta dubbi in merito all'effettiva volontà e all'impegno della Commissione e del Consiglio di dialogare con il Parlamento nel rispetto del principio della leale cooperazione.
Può il Consiglio illustrare i motivi di tale stallo e confermare la sua disponibilità a impegnarsi rapidamente in un dialogo politico con il Parlamento e la Commissione volto a raggiungere un'intesa che potrebbe permettere di concludere la procedura e fornire un adeguato quadro giuridico per l'attuazione del diritto d'inchiesta del Parlamento?