Tutela giuridica delle famiglie arcobaleno che esercitano il loro diritto alla libera circolazione, in particolare il caso della piccola Sara
17.10.2022
Interrogazione con richiesta di risposta orale O-000045/2022
alla Commissione
Articolo 136 del regolamento
Marc Angel (S&D), Terry Reintke (Verts/ALE), Pierre Karleskind (Renew), Malin Björk (The Left), Maria Walsh (PPE), Fabio Massimo Castaldo (NI), Matjaž Nemec (S&D), Olivier Chastel (Renew), Diana Riba i Giner (Verts/ALE), Gabriele Bischoff (S&D), Tilly Metz (Verts/ALE), Irène Tolleret (Renew), Dietmar Köster (S&D), Frances Fitzgerald (PPE), Karen Melchior (Renew), Sophia in 't Veld (Renew), Marianne Vind (S&D), Karima Delli (Verts/ALE), Hilde Vautmans (Renew), Magdalena Adamowicz (PPE), Sylwia Spurek (Verts/ALE), Francisco Guerreiro (Verts/ALE), Karin Karlsbro (Renew), Vera Tax (S&D), Sandro Gozi (Renew), Malte Gallée (Verts/ALE), René Repasi (S&D), Robert Biedroń (S&D), Radka Maxová (S&D), Giuliano Pisapia (S&D), Aurore Lalucq (S&D), Marisa Matias (The Left), José Gusmão (The Left), Anna Deparnay-Grunenberg (Verts/ALE), Rosa D'Amato (Verts/ALE), Andreas Schieder (S&D), Catharina Rinzema (Renew), Chris MacManus (The Left), Alice Kuhnke (Verts/ALE), Saskia Bricmont (Verts/ALE), Silvia Modig (The Left), Sirpa Pietikäinen (PPE), Michal Šimečka (Renew), Grace O'Sullivan (Verts/ALE)
Se uno Stato membro riconosce un rapporto di filiazione, tutti gli Stati membri dovrebbero fare altrettanto (causa Baby Sara[1]). Sara è bulgara, e quindi cittadina dell'UE. Tuttavia, le autorità bulgare hanno ritenuto che non potesse avere due madri e le hanno negato la cittadinanza. La Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) ha obbligato la Bulgaria a rilasciarle una carta d'identità o un passaporto, senza esigere la previa emissione di un atto di nascita, e a riconoscere il documento promanante dallo Stato membro ospitante[2]. Il 15 aprile 2022 il tribunale amministrativo di Sofia ha obbligato il comune di Sofia a rilasciare un atto di nascita recante i nomi di entrambe le madri, decisione successivamente impugnata dal comune. Analogamente, la CGUE ha ribadito il suo ragionamento nella causa C-2/21[3], in cui una figlia di due madri aveva ottenuto un atto di nascita in Spagna. Le autorità polacche si sono rifiutate di rilasciare un documento d'identità sostenendo che la trascrizione sarebbe contraria al diritto polacco, sebbene le autorità spagnole abbiano legittimamente stabilito un legame di filiazione. Inoltre, il Parlamento ha invitato la Commissione ad avviare procedure di infrazione nei confronti della Romania per la mancata esecuzione della sentenza della Corte nella causa C-673/16.[4]
- 1.La Commissione non ha garantito la libera circolazione delle famiglie arcobaleno[5]. È disposta ad avvalersi di strumenti giuridici per garantire l'attuazione della normativa in materia di libera circolazione? Può formulare osservazioni in merito all'attuazione della sentenza C-673/16 e all'uso di strumenti giuridici per garantire la conformità nelle cause C-673/16, C-490/20 e C-2/21?
- 2.Nella causa C-2/21, la CGUE ha affermato che gli Stati membri non possono invocare il proprio diritto nazionale per rifiutare l'emissione di documenti di identità. Tuttavia, nella causa C-490/20, è giuridicamente impossibile registrare Sara in quanto la normativa nazionale osta alla registrazione del minore senza un numero di identificazione personale (PIN), che può essere ottenuto solo attraverso un certificato di nascita o acquisendo la cittadinanza con un mezzo diverso dalla nascita. "Il rifiuto di rilasciare l'atto di nascita a due donne in qualità di madri legali non rientra più nel diritto internazionale privato [ma] nel diritto amministrativo[6]". Ciò viola l'articolo 4, paragrafo 3, della direttiva 2004/38/CE e l'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali, oltre a essere in diretta violazione della sentenza della CGUE. Quali azioni intende intraprendere la Commissione per garantire che una misura nazionale non precluda l'esecuzione delle sentenze?
- 3.La trascrizione obbligatoria dei documenti si è rivelata pregiudizievole nei casi di libertà di circolazione delle famiglie arcobaleno (certificato di nascita nella causa C-490/20, certificato di matrimonio nella causa C-673/16). In un documento commissionato dalla Commissione si legge quanto segue: "Sebbene la trascrizione in quanto tale non costituisca una violazione del diritto dell'Unione, imporre la trascrizione dello stato civile dei propri cittadini in ogni circostanza [...] può comportare una violazione del diritto dell'UE[7]". In che modo intende la Commissione evitare che ciò accada?
Presentazione: 17.10.2022
Scadenza: 18.1.2023
- [1] Causa C‑490/20, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/TXT/?uri=CELEX:62020CJ0490.
- [2] Ibidem, punto 69.
- [3] Punto 52, causa C‑2/21, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A62021CO0002&qid=1666107236137.
- [4] Risoluzione del 14 settembre 2021 sui diritti delle persone LGBTIQ nell'UE (GU C 117 dell'11.3.2022, pag. 2), https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A52021IP0366.
- [5] Causa C‑673/16, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A62016CJ0673.
- [6] De Groot, David, "EU law and the mutual recognition of parenthood between Member States: the case of V.M.A. v Stolichna Obshtina ", Global Citizenship Observatory, relazione speciale n. 2021/01, pag. 9, https://cadmus.eui.eu/handle/1814/69731
- [7] https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/eu-citzen_-_type_a_report_-_study_on_coman_developments.pdf.