Interrogazione parlamentare - P-007789/2011Interrogazione parlamentare
P-007789/2011

Interrogazione facente seguito all'interrogazione scritta sui finanziamenti UE ad Ahava Dead Sea Laboratories (P-006190/2011)

Interrogazione con richiesta di risposta scritta P-007789/2011
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Keith Taylor (Verts/ALE)

L'interrogante desidera ringraziare la Commissione per le informazioni fornite relative ai finanziamenti dell'UE a favore di Ahava Dead Sea Laboratories (Ahava DSL) mediante la partecipazione al Quinto e Settimo programma quadro. Dai dati forniti dalla Commissione si evince che il contributo totale erogato a favore di Ahava DSL dall'UE è pari a 1,13 milioni di euro.

Ora, nonostante l'UE abbia agito nel rispetto delle propria normativa formale quando ha consentito ad Ahava DSL di partecipare a tali programmi quadro, in quanto Ahava DSL è un soggetto di personalità giuridica in Israele, l'indirizzo riportato da detta organizzazione è Arava 1, Airport City, Lod Airport, mentre di fatto lo stabilimento, i laboratori di ricerca e il centro visitatori della stessa sono ubicati all'interno dei territori palestinesi occupati (TPO), a Mitzpe Shalem, a circa 1 km dalla sponda occidentale del mar Morto e a 10 km a nord della linea verde.

La scelta di consentire l'utilizzo di un indirizzo in Israele al fine di legittimare un'operazione di fatto effettuata esclusivamente all'interno dei TPO è fonte di gravi perplessità.

In simili casi, l'UE, come è giusto che sia, ha vietato l'utilizzo di un indirizzo ufficiale in Israele finalizzato all'ottenimento dell'importazione preferenziale dei beni degli insediamenti israeliani prodotti dagli stessi all'interno dei TPO. La medesima considerazione etica dovrebbe applicarsi alle attività di ricerca svolte nei TPO, affinché il denaro dei contribuenti europei non venga utilizzato per finanziare gli insediamenti israeliani illegittimi.

Secondo la Commissione la condizione di partecipazione che prevede di essere stabiliti in un determinato territorio non obbliga un beneficiario a svolgere la ricerca oggetto del finanziamento nel luogo del suo stabilimento. Il caso di Ahava DSL dimostra che in assenza di un siffatto requisito gli insediamenti illegali possono facilmente beneficiare dei finanziamenti europei. Tale pratica deve essere immediatamente interrotta.

Quali azioni propone la Commissione al fine di porre fine a tali pratiche abusive?

Intende la Commissione quanto meno prevedere che i laboratori che partecipano ai programmi UE dichiarino il luogo ove si svolgerà l'attività di ricerca affinché, qualora il sito sia illegittimo, i finanziamenti europei possano essere negati?

GU C 146 E del 24/05/2012