Proposta di risoluzione comune - RC-B5-0187/1999Proposta di risoluzione comune
RC-B5-0187/1999

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE

26 ottobre 1999

presentata a norma dell'articolo 37, paragrafo 2, del regolamento
dagli onn.
Pirker e Cederschiöld, a nome del gruppo PPE/DE
Barón Crespo, Swoboda, Berès e Schulz, a nome del gruppo PSE
Ludford, Wiebenga, Watson e De Clercq, a nome del gruppo ELDR
Ceyhun, a nome del gruppo Verdi/ALE
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai seguenti gruppi:
su Tampere

Procedura : 1999/2599(RSP)
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RC-B5-0187/1999
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RC-B5-0187/1999
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Il Parlamento europeo,

-  visti le disposizioni del trattato di Amsterdam e il dettagliato piano d’azione di Vienna concernente la creazione di uno Spazio di libertà, sicurezza e giustizia (SLSG),

-  viste inoltre le disposizioni del trattato di Amsterdam sulle responsabilità delle istituzioni UE in materia di salvaguardia dei diritti fondamentali e lotta contro ogni forma di discriminazione, razzismo e xenofobia,

-  viste le sue precedenti risoluzioni sul tema[1], in particolare la risoluzione preparatoria al Vertice di Tampere, approvata il 16 settembre 1999[2], la posizione della Commissione esposta nella lettera del Presidente Prodi del 23 settembre 1999 al Primo ministro finlandese e il discorso pronunciato dinanzi al Consiglio europeo dalla Presidente del Parlamento europeo,

-  viste le conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo tenutasi il 15 e 16 ottobre 1999 a Tampere sulla creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia nell'Unione europea,

Caratteristiche costituzionali e democratiche

1.  prende atto dell'importanza del fatto che i Capi di Stato e di governo abbiano tenuto il loro primo vertice speciale dedicato alle importanti questioni che sono il fulcro di un'Unione fondata sui "principi della libertà, della democrazia e del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali nonché dello stato di diritto";

2.  deplora che, nonostante l'accento posto dal Consiglio europeo sulle istituzioni democratiche come fondamento dell'integrazione europea, le conclusioni della Presidenza non facciano alcun riferimento al contenuto del discorso della Presidente del Parlamento, né alle specifiche raccomandazioni rivolte dal Parlamento al Consiglio europeo; sottolinea, in particolare, la necessità di un aumento del controllo democratico;

3.  si impegna ad organizzare, prima della fine dell'anno, tramite la sua commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni, un'altra conferenza interparlamentare sullo uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia (analoga a quella organizzata nel marzo 1999) con la partecipazione di rappresentanti della società civile e dei parlamenti nazionali;

Verso uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia

4.  plaude alla decisione del Consiglio europeo di mantenere al primo posto dell'agenda politica l'obiettivo di sviluppare l'Unione come spazio di libertà, sicurezza e giustizia mediante la creazione di un quadro di valutazione volto a garantire che non vada perduto lo slancio del progetto, ma ricorda al Consiglio europeo che la sua determinazione deve prevedere un approccio esaustivo che presti piena attenzione alle questioni relative ai diritti dei cittadini, compresi i loro diritti nei confronti dei governi; ritiene che rispetto in merito a tale criterio emergano discontinuità e lacune nei risultati del vertice, quali, ad esempio, la mancata apertura di una possibilità per i cittadini di rivolgersi alla Corte europea di giustizia per far rispettare i propri diritti;

Diritti fondamentali e non discriminazione

5.  si compiace della composizione e del metodo di lavoro decisi per l’organo istituito al fine di elaborare un progetto di Carta UE dei diritti fondamentali e dichiara che parteciperà con entusiasmo a questa operazione;

6.  nutre grandi speranze nella forte componente parlamentare di tale organo che evidenzia meglio lo sviluppo democratico dell’UE rispetto a quanto potrebbe fare una Conferenza intergovernativa classica;

7.  ritiene auspicabile che il risultato dei lavori di tale organo – eventualmente sulla base della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e le libertà fondamentali – vincoli gli organi comunitari nel quadro del diritto UE ed abbia quindi efficacia diretta per i cittadini dell’Unione;

8.  auspica che tutti i membri di tale organo siano designati nel dicembre 1999 e si impegna, per quanto lo riguarda, a procedere in tal senso; ritiene che la presidenza dovrebbe spettare alla componente parlamentare;

9.  deplora che il Consiglio europeo non abbia colto l'occazione per adottare misure concrete volte a potenziare il diritto di trasferirsi e risiedere liberamente in tutta l'Unione e il diritto dei cittadini alla libertà di informazione e all’accesso ai documenti, abolendo in seno al Consiglio la segretezza vigente in sede legislativa, pur avendo riaffermato il principio della trasparenza;

10.  plaude all'invito del Consiglio europeo ad intensificare la lotta contro il razzismo e la xenofobia ma ricorda ai Capi di Stato e di governo che si aspetta da loro un'azione coerente con tale invito mediante maggiori sforzi per evitare che si crei nell'opinione pubblica un'associazione tra criminalità, immigrati illegali e richiedenti asilo;

11.  sottoscrive l'invito rivolto dal Consiglio europeo alla Commissione affinché presenti quanto prima proposte miranti all'applicazione dell'articolo 13 del trattato CE, ma auspica che tali proposte comprendano tutti i fattori di discriminazione citati in tali articoli;

Asilo e migrazione

12.  valuta positivamente e condivide la riaffermazione del rispetto assoluto del diritto a chiedere asilo basato sulla piena e globale applicazione della Convenzione di Ginevra, garantendo così che nessuno venga rimpatriato se esistono rischi di persecuzioni, vale a dire mantenendo il principio di non respingimento;

13.  deplora che il Consiglio europeo non abbia potuto concordare un sistema unico di asilo ma solo norme procedurali comuni, condizioni minime di accoglienza dei richiedenti asilo e il ravvicinamento delle norme sul riconoscimento e il contenuto dello status di profugo; chiede che si proceda rapidamente verso un accordo su un sistema unico di asilo che preveda uno status uniforme per i profughi sulla base di una proposta della Commissione; ritiene che tale sistema debba prevedere controlli sugli eventuali abusi al fine di salvaguardare il principio stesso dell'asilo;

14.  deplora il mancato raggiungimento di un accordo in seno al Consiglio europeo sulla questione della protezione temporanea e complementare degli sfollati sulla base della condivisione degli oneri e della solidarietà finanziaria tra gli Stati membri e dichiara di preferire un finanziamento comunitario per la protezione temporanea nelle situazioni di afflusso massiccio di rifugiati;

15.  chiede la rapida realizzazione delle promesse relative a un equo trattamento dei cittadini dei paesi terzi che risiedono legalmente negli Stati membri e la definizione del loro status giuridico con diritti uniformi quanto più possibile analoghi a quelli di cui godono i cittadini comunitari; chiede altresì decisioni rapide da parte del Consiglio sulla base delle proposte della Commissione sulla creazione di un visto comune UE e di permessi di soggiorno di lunga durata;

16.  esorta il Consiglio a non aggirare la procedura legislativa introdotta dal trattato di Amsterdam, ma a garantire procedure parlamentari democratiche di esame e approvazione; insiste sul fatto che i piani di azione per paese debbano andare oltre la dissuasione nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo provenienti da tali paesi e affrontare appieno i motivi alla base del fenomeno dei profughi, studiando come le politiche dell'Unione possano contribuire a ridurre le pressioni; chiede un calendario e l'individuazione di risorse di bilancio per tali politiche;

17.  invita il Consiglio a valutare se gli obiettivi del titolo IV del trattato sui visti, l’asilo e l’immigrazione possono essere conseguiti e se sia possibile raggiungere un accordo tra Stati membri entro la fine del periodo di 5 anni previsto dal trattato, in modo che tutte le decisioni in virtù di tale titolo possano essere disciplinate dalla procedura di cui all’articolo 251 e le disposizioni concernenti i poteri della Corte di giustizia possano essere adeguate prima dell’ampliamento dell’Unione;

18.  si compiace della determinazione a combattere l'immigrazione illegale ma ribadisce che occorre fare attenzione nell'uso del linguaggio per non confondere gli immigranti illegali, i richiedenti asilo e i profughi; chiede che vengano previste sanzioni intese a colpire i responsabili del traffico di esseri umani e dello sfruttamento economico degli immigranti, anziché le vittime di tale sfruttamento;

19.  rileva che il Consiglio europeo non ha invitato la Commissione a presentare una proposta sui diritti e i doveri dei cittadini di paesi terzi e invita quindi la Commissione ad avanzare tale proposta congiuntamente a proposte a norma dell’articolo 13 del TCE in materia di non discriminazione che, inoltre, non dovrebbero essere limitate al razzismo e alla xenofobia, come sottinteso dal Consiglio europeo;

Accesso alla giustizia in Europa

20.  condivide pienamente l'obiettivo secondo cui, in un autentico spazio europeo di giustizia, i cittadini e le imprese non devono essere ostacolati o scoraggiati nell'esercizio dei loro diritti dall'incompatibilità o dalla complessità dei sistemi giuridici e amministrativi degli Stati membri;

21.  ritiene che una serie di elementi, quali una rapida semplificazione ed accelerazione delle cause transfrontaliere che comportano risarcimenti non ingenti e riguardanti consumatori, questioni commerciali e pensioni alimentari; una maggiore protezione delle vittime e il loro accesso alla giustizia e al risarcimento dei danni e delle spese, nonché migliori condizioni per le persone accusate di violazioni della legge in uno Stato membro diverso da quello di appartenenza possano contribuire a trasformare lo “spazio europeo di giustizia" in una realtà per i cittadini; in tale contesto, invita il Consiglio a riprendere rapidamente, ai sensi del titolo IV del trattato, il contenuto della seconda Convenzione di Bruxelles;

22.  rileva l'impegno assunto dal Consiglio europeo e della Commissione ad adottare, entro il dicembre 2000, un programma di misure intese a dare attuazione al principio del reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie e al necessario ravvicinamento delle legislazioni tanto in materia civile quanto in materia penale; invita a fare in modo che ciò comprenda misure volte a garantire standard coerenti ed adeguati di prassi giuridica e giudiziaria su tutto il territorio dell'Unione, compresa la prestazione di assistenza giuridica e la creazione di un sistema di libertà su cauzione a livello europeo che consenta agli imputati in attesa di giudizio di rientrare nel proprio luogo di residenza; sottolinea che il principio del reciproco riconoscimento deve essere integrato dalla fissazione di standard minimi, al fine di rafforzare la fiducia negli altri ordinamenti giudiziari;

Azione contro la criminalità

23.  ritiene che le proposte volte ad accrescere le competenze di Europol, istituire una task force operativa dei capi di polizia europei, un istituto di formazione europeo delle forze di polizia ed Eurojust debbano essere realizzate nel contesto di un maggiore controllo democratico e giurisdizionale della protezione dei dati; reitera pertanto la sua richiesta che la cooperazione giudiziaria e di polizia nel settore penale (ancora “terzo pilastro”) sia integrata nel pilastro comunitario in modo da poter conseguire una maggiore coerenza legislativa e più forti controlli democratici;

24.  sostiene la richiesta di un ravvicinamento del diritto e delle procedure penali con riferimento al riciclaggio di denaro (individuazione, congelamento e confisca); chiede che sia prevista un'azione concreta per affrontare gli ostacoli determinati dal segreto bancario e dai paradisi fiscali;      

25.  accoglie positivamente la prospettiva di una cooperazione regionale contro la criminalità organizzata che comprenda gli Stati membri e i paesi terzi confinanti con l'Unione e sottoscrive la richiesta di elaborare, prima del Consiglio europeo del giugno 2000, priorità e obiettivi politici chiari per l'azione esterna dell'Unione nel settore della giustizia e degli affari interni;

26.  conviene che le relazioni esterne devono essere utilizzate in modo integrato e coerente per costruire lo spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia, ma sollecita il Consiglio a informarlo e a consultarlo in futuro in modo più ampio su tutti i suoi negoziati e sulle attività relative a paesi terzi; deplora che il Consiglio europeo non abbia colto l’occasione per affermare la responsabilità dell’Unione nei confronti dei movimenti di popolazione al di fuori delle sue frontiere;

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27.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e i parlamenti degli Stati membri.