PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
17.11.2004
- –Michael Gahler e Bernd Posselt, a nome del gruppo PPE-DE
- –Pasqualina Napoletano, a nome del gruppo PSE
- –Cecilia Malmström, a nome del gruppo ALDE
- –Marie-Hélène Aubert, Frithjof Schmidt, Bernat Joan i Marí, Pierre Jonckheer, Carl Schlyter, Hélène Flautre, a nome del gruppo Verts/ALE
- –Vittorio Emanuele Agnoletto, Jonas Sjöstedt, Esko Seppänen, Umberto Guidoni, a nome del gruppo GUE/NGL
- –Inese Vaidere, a nome del gruppo UEN
- –Verts/ALE (B6‑0167/2004)
- –PSE (B6‑0170/2004)
- –GUE/NGL (B6‑0174/2004)
- –ALDE (B6‑0177/2004)
- –PPE-DE (B6‑0181/2004)
- –UEN (B6‑0182/2004)
Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione dei diritti umani in Eritrea
Il Parlamento europeo,
– vista la decisione pronunciata nel marzo 2004 contro l'Eritrea dalla Commissione africana per i diritti umani,
– visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. profondamente preoccupato per il continuo deterioramento della situazione dei diritti umani in Eritrea e costernato dalla palese mancanza di cooperazione da parte delle autorità eritree, nonostante i reiterati appelli da parte di organizzazioni internazionali e NGO in difesa dei diritti umani,
B. considerando che il 4 novembre scorso le forze di sicurezza eritrea hanno arrestato indiscriminatamente migliaia di giovani e altre persone sospettate di aver evitato la chiamata alle armi e temendo che tali prigionieri possano rischiare di subire torture e maltrattamenti,
C. considerando che il 4 novembre un presunto tentativo di evasione nel carcere militare di Adi Abeto ha provocato almeno 12 morti,
D. considerando che molti giovani hanno lasciato il paese per evitare il servizio militare e molte persone rimpatriate in Eritrea in modo coatto da Malta e dalla Libia sono stati arrestati, torturati e tradotti in un carcere segreto nel quale la maggior parte di essi è tuttora tenuta in isolamento,
E. deplorando vivamente il perdurare dal settembre 2001 della detenzione senza capi d'imputazione del cosiddetto Asmara-11, un gruppo di ex deputati del partito al governo che sollecitavano la democratizzazione,
F. considerando la messa al bando di fatto della stampa indipendente e l'arresto di numerosi giornalisti, fattori questi che hanno portato l'associazione "Reporters senza frontiere" a classificare l'Eritrea al terzo posto dei paesi più repressivi del mondo nei confronti dei giornalisti,
G. considerando che dal settembre 2001, 13 giornalisti indipendenti sono stati arrestati ad Asmara, uno dei quali, David Issak, cittadino svedese, non è stato processato per alcun reato e sul destino del quale le autorità eritree si rifiutano di esprimere commenti,
H. considerando che la costituzione, che è stata adottata nel 1997 e garantisce le libertà civili, compresa la libertà di religione, non è mai stata applicata,
I. considerando che il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresa la libertà di espressione, costituiscono un elemento essenziale dell'accordo di partenariato di Cotonou,
1. condanna risolutamente tutte le violazioni dei diritti umani in Eritrea e chiede alle autorità del paese di garantire i diritti umani, rispettare le convenzioni internazionali e cooperare pienamente con le organizzazioni internazionali e le NGO in difesa dei diritti umani;
2. invita il governo eritreo a rispettare le convenzioni internazionali in materia di diritti umani;
3. chiede che sia effettuata una completa indagine indipendente sull'incidente avvenuto il 4 novembre scorso presso il carcere militare di Adi Abeto nel quale almeno dodici prigionieri sarebbero stati uccisi e chiede che i responsabili siano portati dinanzi alla giustizia;
4. chiede alle autorità eritree di rilasciare immediatamente gli 11 ex deputati al parlamento, conformemente alla decisione della Commissione africana per i diritti umani del marzo 2004;
5. chiede alle autorità eritree di revocare la messa al bando della stampa indipendente del paese e di rilasciare immediatamente i 13 giornalisti indipendenti e tutte le altre persone arrestate solo per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione;
6. chiede alle autorità eritree di rispettare i diritti umani di tutti i detenuti, compresi i giovani arrestati il 4 novembre, e di consentire loro di vedere immediatamente le loro famiglie e i loro difensori;
7. riafferma l'importanza che accorda alle libertà fondamentali, compresa la libertà d'espressione, di associazione e in particolare politica e sindacale nonché la libertà di riunione;
8. reitera la sua richiesta affinché sia avviato un processo politico inter-eritreo che riunisca i vari leader dei partiti politici e i rappresentanti della società civile allo scopo di trovare una soluzione all'attuale crisi e a far imboccare al paese la strada della democrazia, del pluralismo politico e dello sviluppo sostenibile; conferma a questo proposito il suo impegno a sostenere lo sviluppo dell'Eritrea, nonché la pace, la stabilità e la cooperazione nella regione;
9. chiede al Consiglio e alla Commissione dell'Unione europea di aprire una procedura di consultazione a norma dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou onde porre fine alle violazioni dei diritti umani e aprire la strada al pluralismo politico;
10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio ACP-UE e all'Assemblea parlamentare paritetica, alla Commissione europea, ai Segretariati generali delle Nazioni Unite e dell'Unione africana e al governo e al parlamento dell'Eritrea.