PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
30.1.2006
- –Elmar Brok, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Edward McMillan-Scott, Jana Hybášková, Charles Tannock e Antonio Tajani, a nome del gruppo PPE-DE
- –Pasqualina Napoletano, a nome del gruppo PSE
- –Annemie Neyts-Uyttebroeck e Ignasi Guardans Cambó, a nome del gruppo ALDE
- –Daniel Marc Cohn-Bendit, David Hammerstein Mintz, Angelika Beer e Johannes Voggenhuber, a nome del gruppo Verts/ALE
- –Cristiana Muscardini, Roberta Angelilli, Konrad Szymański e Michał Tomasz Kamiński, a nome del gruppo UEN
- –ALDE (B6‑0086/2006)
- –Verts/ALE (B6‑0087/2006)
- –PSE (B6‑0088/2006)
- –UEN (B6‑0090/2006)
- –PPE-DE (B6‑0091/2006)
Risoluzione del Parlamento europeo sull'esito delle elezioni palestinesi (e la situazione a Gerusalemme est)
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Medio Oriente e, in particolare, quella del 27 gennaio 2005,
– visti i risultati delle elezioni legislative svoltesi in Palestina il 25 gennaio 2006,
– viste la dichiarazione della missione di osservatori dell'Unione europea e la dichiarazione della delegazione degli osservatori del PE,
– vista la dichiarazione del Quartetto rilasciata il 30 gennaio 2006,
– viste le conclusioni del Consiglio sul processo di pace in Medio Oriente del 30 gennaio 2006,
– visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che le elezioni legislative si sono svolte in Palestina in modo molto soddisfacente, con larga partecipazione, nel rispetto delle norme definite dalla legge elettorale palestinese e sotto l'egida della commissione elettorale centrale,
B. considerando che tutta la comunità internazionale, il Quartetto e l'Unione europea avevano auspicato lo svolgimento di queste elezioni,
C. considerando che secondo la missione di osservatori dell'UE alle elezioni, questo turno elettorale è stata un'ulteriore e importante tappa nella creazione di istituzioni democratiche sotto la gestione efficace, professionale e indipendente della commissione elettorale centrale della Palestina (CEC),
D. considerando che lo svolgimento delle elezioni ha costituito un modello per la regione e ha dimostrato chiaramente che il popolo palestinese aspira alla democrazia,
E. considerando che il sostegno da parte dell'UE e di altri donatori internazionali è essenziale per soddisfare i bisogni fondamentali del popolo palestinese,
F. considerando che occorre spronare senza riserve tutti i partecipanti alla fase post-elettorale ad evitare qualsiasi azione che possa contribuire ad aumentare l'estensione,
G. considerando che il Consiglio ha deciso di non pubblicare la relazione su Gerusalemme est elaborata dai capi missione dell'UE a Gerusalemme e a Ramallah,
1. si compiace dello svolgimento agevole e pacifico del processo elettorale e in particolare dell'elevata partecipazione di elettori; ritiene che questa ampia partecipazione alle elezioni dimostri la volontà del popolo palestinese di plasmare il proprio futuro attraverso gli strumenti democratici;
2. ritiene che la campagna elettorale e lo svolgimento della giornata elettorale abbiano rispettato le norme internazionali e si compiace del monitoraggio delle missioni di osservatori dell'Unione europea;
3. rispetta il risultato delle elezioni e prende atto dell'impegno del presidente dell'autorità palestinese, Mahmoud Abbas, a formare un nuovo governo rispettando le norme internazionali e respingendo la violenza; invita il nuovo Consiglio legislativo e il governo palestinesi a riconoscere chiaramente lo Stato di Israele, a rinunciare ad ogni forma di terrorismo e di azione militare, ad impegnarsi ad applicare il principio della negoziazione pacifica in vista di una soluzione che contempli due Stati e a cooperare con il Quartetto;
4. invita il nuovo parlamento palestinese e il futuro governo, nonché il parlamento e il governo di Israele a prendere le proprie responsabilità in questa situazione;
5. auspica che il Quartetto (Nazioni Unite, Stati Uniti, Unione europea e Russia) prenda un'iniziativa forte e urgente per favorire il dialogo e i negoziati tra palestinesi e israeliani; ritiene che la cosiddetta "Roadmap per la pace" resti una base costruttiva, sottolinea tuttavia la necessità di ottenere risultati positivi e concreti;
6. fa osservare che il risultato delle elezioni che ha profondamente modificato e radicalizzato il contesto politico in Palestina è innanzitutto l'espressione del desiderio del popolo palestinese a un profondo cambiamento che riflette nel contempo la difficoltà delle loro condizioni di vita sotto l'occupazione e forte critica e rancore nei confronti del vecchio governo;
7. ritiene che allo scopo di evitare un'ulteriore radicalizzazione, la comunità internazionale dovrebbe concentrarsi sulle numerose questioni ancora da risolvere nel conflitto israelo-palestinese;
8. ribadisce che il suo impegno a rimanere il maggiore donatore di aiuti all'Autorità nazionale palestinese e a continuare a contribuire allo sviluppo economico e al processo democratico della Palestina dipenderà dalla disponibilità del nuovo governo a denunciare la violenza e a riconoscere Israele; riafferma altresì la propria determinazione a lavorare per la pace e cooperare con qualunque governo sia disposto a operare con mezzi pacifici;
9. afferma il suo sostegno alle attuali missioni PESD dell'UE a Gaza incaricate di attuare l'Accordo su movimenti e accessi firmato dal governo di Israele e dall'autorità palestinese, con il mandato di rendere sicuri e gestire correttamente la frontiera con l'Egitto e decide di seguire attentamente questa missione di frontiera;
10. prende atto delle conclusioni della relazione elaborata su Gerusalemme est dai capi missione dell'UE a Gerusalemme e Ramallah che descrivono chiaramente la situazione a Gerusalemme est, in particolare a seguito della costruzione del muro e formula raccomandazioni concrete e positive volte a risolvere i problemi che si pongono attualmente; si rammarica che il Parlamento europeo non sia stato informato del contenuto di questa relazione;
11. riafferma che il contenzioso su Gerusalemme est permea tutto il conflitto e resta un punto di negoziazione specialmente per le due parti in causa; auspica la sospensione del trattamento discriminatorio dei residenti palestinesi e la riapertura delle istituzioni palestinesi a Gerusalemme est;
12. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al Presidente dell'Autorità nazionale palestinese e al Consiglio legislativo palestinese recentemente eletto, al Primo ministro di Israele e alla Knesset, al governo degli Stati Uniti, al governo della Federazione russa, nonché al Segretario generale delle Nazioni Unite.