PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
27.11.2006
- –John Bowis, a nome del gruppo PPE-DE
- –Miguel Angel Martínez Martínez, Glenys Kinnock, Karin Scheele, Anne Van Lancker e Ana Maria Gomes, a nome del gruppo PSE
- –Georgs Andrejevs, Marios Matsakis, Frédérique Ries, Thierry Cornillet, Fiona Hall e Johan Van Hecke, a nome del gruppo ALDE
- –Carl Schlyter e Marie-Hélène Aubert, a nome del gruppo Verts/ALE
- –Vittorio Agnoletto, Luisa Morgantini, Feleknas Uca, Dimitrios Papadimoulis, Adamos Adamou ed Helmuth Markov, a nome del gruppo GUE/NGL
- –PPE-DE (B6‑0619/2006)
- –GUE/NGL (B6‑0620/2006)
- –PSE (B6‑0622/2006)
- –ALDE (B6‑0623/2006)
- –Verts/ALE (B6‑0624/2006)
Risoluzione del Parlamento europeo sull'AIDS
Il Parlamento europeo,
– viste le sue risoluzioni del 6 luglio 2006, sull'HIV/AIDS - tempo di agire, e del 2 dicembre 2004, sulla Giornata mondiale di lotta contro l'AIDS,
– vista la Giornata mondiale di lotta contro l'AIDS che si svolgerà il 1° dicembre 2006 e che sarà dedicata al tema "Responsabilità: fermare l'AIDS, mantenere la promessa",
– vista i dati aggiornati al 2006 sull'epidemia di AIDS (AIDS Epidemic Update) pubblicati il 21 novembre 2006 dal Programma delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS) e dall'OMS,
– vista la riunione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite tenutasi dal 31 maggio al 1° giugno 2006 per esaminare i progressi realizzati rispetto alla Dichiarazione d'impegno sull'HIV/AIDS,
– vista la XVI Conferenza internazionale sull'AIDS, svoltasi a Toronto nell'agosto 2006,
– visto il Programma d'azione europeo per lottare contro l'HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi attraverso azioni esterne (2007-2011)[1], adottato dalla Commissione europea nell'aprile 2005, che abbraccia tutti i paesi in via di sviluppo,
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, 2006-2009[2], presentata il 15 dicembre 2005,
– visti il Vertice del G8 a Gleneagles e l'impegno assunto nel 2005 dalle Nazioni Unite di conseguire entro il 2010 un accesso universale alla prevenzione, alle cure e all'assistenza,
– visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che a partire dal primo caso identificato di AIDS, 25 anni addietro, oltre 25 milioni di persone sono morte a causa di questa malattia,
B. considerando che, secondo la relazione dell'UNAIDS pubblicata il 21 novembre 2006, i nuovi casi di infezione registrati nel 2006 sono stati 4,3 milioni, di cui 2,8 milioni (ossia il 65%) nella sola Africa subsahariana,
C. considerando che oltre il 95% dei 39,5 milioni di persone che, nel mondo, sono affette da HIV/AIDS vive in paesi in via di sviluppo,
D. considerando i dati che indicano un aumento di più del 50% dei tassi d'infezione nell'Europa orientale e nell'Asia centrale, dal 2004 ad oggi, e considerando che esistono solo pochi esempi di paesi che abbiano effettivamente ridotto il numero di nuove infezioni,
E. considerando che, dei 6,8 milioni di persone che convivono con l'HIV in paesi a basso e medio reddito e che hanno bisogno di farmaci antiretrovirali, solo il 24% ha accesso ai trattamenti necessari,
F. considerando che si calcola che nel mondo gli orfani a causa dell'HIV/AIDS siano 15 milioni, 12,3 milioni dei quali solo nell'Africa subsahariana,
G. considerando che soltanto il 5% dei bambini positivi all'HIV riceve cure mediche e che meno del 10% dei 15 milioni di bambini già resi orfani dall'AIDS percepisce un aiuto finanziario,
H. considerando che sono i fratelli e le sorelle maggiori, nonché i nonni, a farsi carico di un numero spesso cospicuo di bambini rimasti orfani a causa dell'HIV/AIDS e che la scomparsa della generazione di giovani adulti che hanno contratto l'HIV/AIDS fa sì che in alcuni paesi non vi sia un numero sufficiente di insegnanti, infermieri, medici e di altri operatori appartenenti a categorie professionali indispensabili,
I. considerando che l'HIV/AIDS colpisce in modo sproporzionato la generazione dei giovani economicamente attivi,
J. considerando che le donne rappresentano attualmente il 50% delle persone contagiate dall'HIV a livello mondiale e circa il 60% delle persone portatrici di HIV in Africa,
K. considerando che la salute sessuale e riproduttiva è intrinsecamente legata alla prevenzione dell'HIV e di altre malattie dovute alla povertà,
L. considerando che le persone che hanno contratto l'HIV hanno necessità particolari per quanto riguarda la propria salute riproduttiva, in termini di pianificazione familiare, di parto sicuro e allattamento al seno, necessità che sono spesso trascurate malgrado la "femminilizzazione" dell'epidemia,
M. considerando che la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo del 1994 e le revisioni della stessa effettuate nel 1999 nel 2004 hanno ribadito l'importanza di rendere autonome le donne e di offrire loro maggiori possibilità di scelta attraverso un maggior accesso all'istruzione, all'informazione e all'assistenza in materia di salute sessuale e riproduttiva,
N. considerando che, cinque anni dopo la dichiarazione di Doha, i paesi ricchi non rispettano l'obbligo di garantire la disponibilità, nei paesi in via di sviluppo, di farmaci salvavita a prezzi accessibili,
O. considerando che, 5 anni dopo la dichiarazione di Doha, secondo la quale ogni Stato membro dell'OMC ha il diritto di concedere licenze obbligatorie ed è libero di determinare le condizioni per il rilascio di tali licenze, l'OMS avverte che il 74% dei farmaci contro l'AIDS è ancora soggetto a un regime di monopolio e che il 77% degli africani non ha ancora accesso alle cure contro l'AIDS,
P. considerando che la forte concorrenza dei farmaci generici ha contribuito a ridurre del 99% il prezzo dei farmaci di prima linea contro l'AIDS, che è sceso dai 10.000 dollari annui per paziente del 2000 a circa 130 dollari, ma che i prezzi dei farmaci di seconda linea, di cui i pazienti hanno bisogno nella misura in cui sviluppano naturalmente una resistenza, restano elevati, sostanzialmente a causa del crescente numero di ostacoli posti dai brevetti nei paesi produttori di farmaci generici essenziali,
Q. considerando che i negoziati sugli accordi commerciali bilaterali non dovrebbero imporre limitazioni quanto alle modalità secondo cui i paesi possono ricorrere a misure di salvaguardia della salute pubblica,
L'HIV/AIDS nel mondo
1. esprime la sua più profonda preoccupazione dinanzi alla diffusione dell'HIV/AIDS e di altre epidemie tra le popolazioni più povere del pianeta, così come dinanzi alla scarsa priorità attribuita alla prevenzione dell'HIV/AIDS, all'inaccessibilità dei farmaci essenziali, all'inadeguatezza dei finanziamenti e alla mancanza di sforzi di ricerca sulle grandi epidemie,
2. rileva l'importanza della responsabilizzazione dei governi, dei prestatori di servizi sanitari, dell'industria farmaceutica, delle ONG e della società civile nonché di tutti gli altri soggetti partecipanti alla prevenzione, alle cure e all'assistenza;
3. invita tutti i donatori internazionali ad adoperarsi affinché si possa garantire che i programmi di prevenzione dell'HIV raggiungano le persone più esposte al rischio di infezione, tenuto conto della conclusione dell'UNAIDS secondo cui i gruppi vulnerabili non sono presi in considerazione;
4. sottolinea la necessità che l'UE finanzi programmi specifici per garantire che i bambini vittime dell'epidemia di AIDS, perché hanno perduto uno o entrambi i genitori o perché hanno contratto essi stessi la malattia, continuino a ricevere un'istruzione e beneficino di un sostegno;
5. chiede che tutti i programmi di aiuto garantiscano la disponibilità di finanziamenti per un trattamento prolungato e ininterrotto, una volta che un paziente abbia iniziato una terapia, onde evitare la maggiore resistenza ai farmaci che si sviluppa in caso di interruzioni del trattamento;
6. sottolinea la necessità che l'UE finanzi programmi volti a tutelare le donne da qualsiasi forma di violenza suscettibile di diffondere l'AIDS e a garantire che le vittime possano avere accesso ai servizi sanitari e abbiano l'opportunità di reinserirsi nella società, combattendo la stigmatizzazione che spesso le colpisce;
7. esorta il Fondo monetario internazionale ad abolire le clausole monetarie e i massimali finanziari che costringono i paesi a limitare la spesa per l'istruzione e la sanità pubblica;
Salute sessuale e riproduttiva
8. sottolinea che le strategie necessarie per combattere l'epidemia di HIV/AIDS in modo efficace devono contemplare un approccio globale alla prevenzione, all'istruzione, all'assistenza e al trattamento e comprendere altresì le tecnologie attualmente in uso, un migliore accesso al trattamento e l'urgente sviluppo di vaccini;
9. invita la Commissione europea e i governi dei paesi partner dell'UE a garantire che la salute e l'istruzione, in particolare per quanto concerne l'HIV/AIDS e la salute sessuale e riproduttiva, figurino tra le priorità dei documenti di strategia nazionale;
10. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere programmi di lotta all'omofobia e ad abbattere le barriere che impediscono di affrontare la malattia in modo efficace, soprattutto in Cambogia, Cina, India, Nepal, Pakistan, Thailandia e Vietnam, nonché in America latina, dove si registrano segnali sempre più netti del propagarsi dell'HIV tra gli uomini che hanno rapporti omosessuali;
11. si compiace dell'inserimento della ricerca sull'HIV/AIDS nel Settimo Programma quadro di ricerca e sollecita attività di ricerca sui vaccini e i microbicidi, sugli strumenti diagnostici e di monitoraggio adatti alle esigenze dei paesi in via di sviluppo, sui modelli di trasmissione epidemica nonché sulle tendenze sociali e comportamentali; sottolinea che è necessario coinvolgere le donne in tutti gli opportuni progetti di ricerca clinica, inclusa la sperimentazione di vaccini;
12. esorta a investire nello sviluppo di metodi di prevenzione controllata dalle donne come i microbicidi, i preservativi femminili e la profilassi post-esposizione per le vittime di stupri;
Accesso ai farmaci
13. incoraggia i governi ad avvalersi di tutte le possibilità offerte dall'accordo TRIPS, come le licenze obbligatorie, ed esorta l'OMS, l'OMC e i loro membri a rivedere l'intero accordo TRIPS al fine di migliorare l'accesso ai farmaci;
14. invita la Commissione e gli Stati membri a riconoscere, cinque anni dopo l'adozione della dichiarazione di Doha, che la sua applicazione è stata un fallimento, in quanto l'OMC non ha ricevuto alcuna notifica né da un paese esportatore o importatore di farmaci obbligatori, né ha ricevuto una siffatta notifica ai sensi della decisione del 30 agosto 2003;
15. invita la Commissione e gli Stati membri a compiere i passi necessari presso l'OMC, in collaborazione con i paesi in via di sviluppo, per modificare l'accordo TRIPS e il suo articolo basato sulla decisione del 30 agosto 2003, in particolare per abolire le lunghe e complesse procedure per la concessione di licenze obbligatorie;
16. incoraggia ed invita nel frattempo tutti i paesi confrontati a grandi epidemie a far immediatamente ricorso all'articolo 30 dell'accordo TRIPS per accedere ai farmaci necessari senza dover pagare diritti ai titolari dei brevetti;
17. invita la Commissione a portare a 1 miliardo di euro il proprio contributo al Fondo mondiale per la lotta contro l'HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi, come chiaramente richiesto dal PE nella sua risoluzione del dicembre 2004; chiede inoltre a tutti gli Stati membri e ai membri del G8 di aumentare il proprio contributo, portandolo a 7 miliardi di euro per il 2007 e a 8 miliardi di euro per il 2008, così da dotare l'UNAIDS delle risorse necessarie per contenere l'epidemia;
18. appoggia l'impegno assunto dai capi di Stato e di governo al Vertice mondiale 2005 delle Nazioni Unite di conseguire un accesso universale ai servizi di prevenzione, cura e assistenza per l'HIV/AIDS entro il 2010; è convinto tuttavia che occorra definire un piano preciso per finanziare tale accesso universale nonché stabilire obiettivi internazionali e intermedi relativi ai progressi da compiere;
19. sottolinea che, per combattere l'epidemia, sono essenziali solidi servizi sanitari pubblici, anche per quanto riguarda la ricerca, ed è contrario all'applicazione di condizioni che portino alla loro liberalizzazione;
20. chiede che si sostengano lo sviluppo e la crescita di industrie nazionali e regionali per la produzione di farmaci generici nelle regioni colpite, onde consentire l'accesso a medicinali abbordabili;
21. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai governi degli Stati membri dell'UE e dei paesi ACP, al Fondo monetario internazionale, al governo degli Stati Uniti, al Segretario generale delle Nazioni Unite e ai responsabili dell'UNAIDS, del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) e del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA).
- [1] COM(2005) 179 def.
- [2] COM(2005) 654 def.