Proposta di risoluzione comune - RC-B6-0080/2007Proposta di risoluzione comune
RC-B6-0080/2007

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE

13.3.2007

presentata a norma dell'articolo 103, paragrafo 4, del regolamento da
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi: sulle relazioni euromediterranee

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RC-B6-0080/2007
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Risoluzione del Parlamento europeo sulle relazioni euromediterranee

Il Parlamento europeo,

–  vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla preparazione della conferenza dei ministri degli Esteri euromediterranei di Tampere (COM(2006)620),

–  viste le conclusioni dell'ottava conferenza dei ministri degli Esteri tenutasi a Tampere il 27-28 novembre 2006,

–  vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sullo sviluppo della politica europea di vicinato (COM(2006)726),

–  viste le conclusioni del Vertice euromediterraneo tenutosi in occasione del decimo anniversario del partenariato euromediterraneo il 27-28 novembre 2005;

–  visti i risultati della conferenza ministeriale euromediterranea per il commercio tenutasi a Marrakech il 24 marzo 2006,

–  vista la dichiarazione finale del Forum civile tenutosi a Marrakech dal 4 al 7 novembre 2006,

–  viste le conferenze dedicate alla questione dell'immigrazione, ossia la conferenza euroafricana di Rabat, del 10-11 luglio 2006, e la conferenza di Tripoli, del 22-23 novembre 2006,

–  visto il programma della Presidenza tedesca,

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo dell'8-9 marzo,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando l'importanza strategica che la regione mediterranea e il Medio Oriente rivestono per l'UE e la necessità di una politica mediterranea solidale per affrontare le molteplici sfide comuni e per realizzare gli obiettivi miranti a creare una zona di pace, stabilità e prosperità condivisa,

B.  considerando che nel novembre 2005 i capi di Stato e di governo hanno approvato un programma di lavoro quinquennale inteso a rilanciare il processo di Barcellona;

C.  considerando che non può esservi sviluppo sostenibile senza pace, stabilità e solidarietà e senza l'esercizio del buon governo; che lo sviluppo sostenibile deve collocarsi al centro del partenariato euromediterraneo,

D.  considerando l'aggravarsi negli ultimi anni del conflitto israelo-palestinese, che ha comportato un grave deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, con conseguenze molto negative per la sicurezza di tutta la regione,

E.  considerando la decisione presa a Tampere dai ministri degli Esteri euromediterranei di organizzare nel 2007 una conferenza sul rispetto dei diritti umani nel quadro della lotta contro il terrorismo in conformità del diritto internazionale, in quanto misura di applicazione del codice di condotta Euromed, adottato in occasione del vertice di Barcellona del novembre 2005,

F.  considerando che l'Unione europea non dispone ancora di una politica comune in materia di immigrazione e che ogni Stato membro applica norme nazionali diverse,

G.  considerando che l'immigrazione clandestina può condurre allo sfruttamento, al lavoro forzato e alla tratta degli esseri umani,

H.  sottolineando che l'integrazione della donna nella vita economica e sociale è un elemento fondamentale per l'evoluzione delle società,

I.  constatando gli effetti negativi che il problema del debito e del deficit commerciale nei confronti dell'Unione europea esercita sullo sviluppo della maggior parte dei paesi del Sud del Mediterraneo,

J.  tenendo conto della comunicazione della Commissione sullo sviluppo della politica europea di vicinato (PEV), che contiene in particolare una serie di proposte intese a migliorare sensibilmente l'incidenza della politica di partenariato, a creare nuove possibilità di approfondimento delle relazioni comuni, a rafforzare il dialogo politico ed ad accrescere l'integrazione dei paesi partner nelle politiche dell'Unione,

K.  considerando che la dotazione di bilancio destinata dall'UE ai paesi del Mediterraneo sud-orientale (PSEM) per il periodo 2007-2013 deve restare commisurata al peso commerciale, economico e strategico della regione nelle relazioni con l'Unione europea,

L.  sottolineando gli enormi vantaggi che rappresenta per tutti i partner la creazione di un mercato dell'energia euromediterraneo pienamente interconnesso ed integrato grazie all'estensione e all'integrazione dei mercati energetici nella regione euromediterranea e subsahariana e al completamento dei necessari progetti di infrastrutture energetiche,

M.  considerando che potrebbe rivelarsi utile stabilire un legame tra gli obiettivi della politica euromediterranea, in particolare per quanto riguarda la dimensione economica e finanziaria, e quelli delle relazioni dell'UE con i paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo,

N.  considerando che la trasformazione del Foro parlamentare euromediterraneo in un'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), dotata di tre commissioni, rafforza la dimensione parlamentare del processo euromediterraneo, ormai investito di una maggiore responsabilità democratica; considerando che questo nuovo organo dovrebbe intensificare il dialogo generale tra le due regioni,

1.  considera opportuno rafforzare la dimensione politica del vicinato verso Sud, tenuto conto dell'accresciuta complessità delle relazioni con la regione del Mediterraneo, nel cui contesto il processo di Barcellona ha rappresentato una tappa significativa; constata che si è ancora lungi dall'aver raggiunto gli obiettivi con i quali questa politica era stata lanciata allo scopo di instaurare relazioni stabili, fondate su valori comuni e condivisi con i nuovi vicini dell'Europa allargata;

2.  ritiene che lo sviluppo della PEV non possa limitarsi all'aggiornamento degli accordi di associazione e di cooperazione con i singoli paesi interessati, ponendo l'accento soltanto sulla dimensione bilaterale, e invita tutti i partner a rilanciare e aggiornare gli obiettivi strategici e politici del processo di Barcellona, comprese la creazione di reti di cooperazione e la promozione dell'integrazione regionale Nord-Sud e Sud-Sud;

3.  si compiace della proposta della Commissione di conferire alla PEV una dimensione tematica, di proseguire l'approfondimento degli accordi commerciali e di rafforzare il sostegno alle riforme intese a migliorare l'ambiente normativo e il clima degli investimenti;

4.  chiede alla Commissione e ai paesi partner di concretizzare maggiormente il rapporto tra PEV e partenariato euromediterraneo aggiungendo nuovi accordi e programmi multilaterali in materia di energia e trasporti e rafforzando quelli esistenti; sottolinea in particolare la vulnerabilità della regione euromediterranea da un punto di vista ambientale e, più precisamente, in termini di cambiamento climatico; chiede in tale contesto alla Commissione di proporre un piano d'azione in materia di energie rinnovabili per tale regione;

5.  ribadisce la necessità di rilanciare il processo di pace in Medio Oriente tenendo conto della gravità della situazione sul piano politico ed umanitario e richiama l'attenzione sui limiti del MIT (meccanismo internazionale temporaneo); considera che il rilancio dei negoziati basati sulla tabella di marcia non sarà sufficiente se non si tiene conto di altre proposte, quali il piano arabo del 2002 e la partecipazione ai negoziati di tutti gli attori della regione; appoggia l'idea di una conferenza internazionale che consenta un regolamento regionale e definitivo del conflitto;

6.  segue con interesse l'annuncio cui dovrebbe seguire la formazione di un nuovo governo di coalizione palestinese e si compiace dell'iniziativa saudita che ha portato all'accordo firmato alla Mecca l'8 febbraio;

7.  ribadisce che il conflitto in Medio Oriente si potrà risolvere soltanto attraverso la negoziazione di un accordo di pace stabile e definitivo, quale previsto dalla tabella di marcia, vale a dire un accordo senza condizioni preliminari e basato sull'esistenza di due Stati democratici, sovrani e vitali, che vivono in pace fianco a fianco, all'interno di frontiere internazionali sicure e riconosciute;

8.  ribadisce le sue preoccupazioni in ordine alla gravità della distruzione sistematica delle risorse naturali e del potenziale umano provocata dai vari conflitti in corso; chiede, per farvi fronte, una maggiore attivazione di misure politiche ed economiche nel quadro del partenariato e del programma d'azione quinquennale;

9.  insiste sull'importanza del dialogo tra le culture e le religioni, riaffermando la necessità di rispettare i valori comuni e lo sviluppo dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti umani; ricorda a tutti i governi euromediterranei gli impegni assunti con la Dichiarazione di Barcellona del 1995 in materia di rispetto della diversità, delle culture e dei credi diversi, di promozione della tolleranza e di rispetto delle libertà fondamentali, inclusa la libertà di espressione;

10.  ritiene che gli atti terroristici non siano mai giustificabili, quali che siano le circostanze, neppure per il perseguimento di obiettivi politici o religiosi, e che la lotta contro il terrorismo non possa giustificare la stigmatizzazione di nessuna cultura, civiltà o religione in particolare; chiede a tutti i paesi di conformarsi all'obbligo giuridico di rispettare i diritti umani e il diritto umanitario internazionale nella lotta contro il terrorismo;

11.  chiede alla Commissione di adoperarsi appieno per la costituzione di comitati "democrazia- diritti umani" con tutti i paesi firmatari di piani d'azione PEV e chiede ai paesi partner di rispettare i loro impegni in materia, segnatamente per quanto riguarda casi specifici; ribadisce l'invito a tutte le parti contraenti degli accordi di associazione euromediterranei a tradurre la clausola relativa ai diritti umani in un programma d'azione volto a potenziare e promuovere il rispetto dei diritti umani, e a predisporre un meccanismo per la valutazione sistematica del rispetto dell'articolo 2 dell'accordo di associazione, per renderlo più efficace e più vincolante;

12.  insiste sulla necessità di affrontare la questione dei diritti delle donne nell'ambito del dialogo euromediterraneo e sottolinea l'importanza delle riforme legislative per promuovere la parità tra uomini e donne; sottolinea che è importante che le donne partecipino alla vita politica, economica e sociale e siano presenti nei media; chiede un miglioramento dell'accesso delle donne all'istruzione e alle cure sanitarie, in particolare nei paesi partner del Sud; pone altresì l'accento sulla necessità di sostenere le organizzazioni governative e non governative per promuovere i diritti delle donne, e di dare attuazione al piano d'azione per le donne adottato a Tampere;

13.  ribadisce l'importanza di una politica sociale che crei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, in particolare attraverso l'instaurazione di un clima favorevole alla crescita degli investimenti diretti esteri e l'incoraggiamento dei giovani a creare nuove imprese a livello locale grazie alla messa a disposizione di strumenti appropriati, come i microcrediti;

14.  ritiene che una politica di formazione e istruzione resti essenziale per lo sviluppo dei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo, la lotta contro la povertà e una piena integrazione dei giovani; sollecita lo sviluppo degli scambi culturali, universitari e scientifici nella zona euromediterranea;

15.  chiede alle istituzioni dell'Unione europea e a quelle dei paesi mediterranei partner di provvedere a che i loro principi strategici, politici ed economici tengano conto degli obiettivi della strategia di Lisbona e di Göteborg sullo sviluppo sostenibile e di quelli della strategia mediterranea per lo sviluppo sostenibile, tenendo altresì conto della necessaria riduzione delle disuguaglianze e delle disparità tra le due sponde del Mediterraneo;

16.  chiede al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi dei paesi partner di accordare grande importanza ai problemi dell'ambiente e in particolare di far fronte alle conseguenze della concentrazione urbana e delle attività industriali e commerciali lungo le coste delle due sponde del Mediterraneo;

17.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di promuovere il rispetto dei diritti sociali e sindacali nell'esecuzione del suo aiuto finanziario e tecnico ai paesi partner; chiede alla Commissione di dare attuazione ad un programma regionale per la creazione di uno spazio sociale euromediterraneo basato sul dialogo sociale tra tutti i partner e avente come obiettivo prioritario l'occupazione; caldeggia l'elaborazione di codici di condotta per il lavoro dignitoso e una responsabilità sociale delle imprese euromediterranee;

18.  chiede che la strategia europea nella regione sviluppi investimenti di grande entità sul piano delle politiche e delle risorse finanziarie nella dimensione regionale e intraregionale del partenariato, che costituisce il valore aggiunto di tale strategia; invita la Commissione, conformemente a quanto deciso in sede di adozione del bilancio UE per il 2007, a provvedere a che, al momento dell'elaborazione dei pertinenti documenti strategici e dei programmi connessi, le risorse globali destinate alle azioni regionali e multilaterali siano mantenute al livello raggiunto nel periodo 2000-2006, tenuto conto del fatto che, secondo la Commissione, tale livello corrisponde al 20% delle risorse complessive;

19.  ribadisce la necessità di una politica comune europea in materia di immigrazione e asilo nonché di un potenziamento della gestione dei flussi migratori in modo globale ed equilibrato, a beneficio ai popoli della regione mediterranea; sottolinea l'importanza, in uno spirito di partenariato e sulla base del programma di lavoro quinquennale di Barcellona, di aprire effettivamente dei canali di immigrazione legale pur combattendo l'immigrazione clandestina, e di proteggere i diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo; rivolge un appello a lottare contro lo sfruttamento e la tratta degli esseri umani; invita gli Stati del processo di Barcellona, e più particolarmente gli Stati membri dell'UE, a ratificare quanto prima la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei lavoratori migranti;

20.  sollecita un aumento della dotazione finanziaria destinata a FRONTEX e ai progetti legati alla politica in materia di immigrazione nel Mediterraneo nonché un rafforzamento delle sue capacità di fare rispettare i diritti umani;

21.  rammenta che, secondo la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, gli Stati europei non possono in alcun caso espellere una persona, rimandandola in un paese in cui rischia di essere sottoposta ad atti di tortura o a trattamenti crudeli, degradanti o disumani, compresa la pena di morte;

22.  invita gli Stati membri dell'UE e i loro partner mediterranei a svolgere gli studi necessari per la trasformazione del Fondo euromediterraneo di investimenti e partenariato (FEMIP) in una Banca euromediterranea di sviluppo, tenuto conto dell'importanza di tale banca per incoraggiare il settore privato e sviluppare gli investimenti nella regione;

23.  invita la Commissione e il Consiglio a lanciare una proposta volta a verificare le possibilità di cooperazione, in particolare nel settore finanziario ed economico, tra tutti i paesi partner e i paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo;

24.  invita il Consiglio, la Commissione e i paesi partner a continuare ad adoperarsi per un'integrazione graduale dei mercati dell'energia euromediterranei, per la realizzazione di programmi energetici di interesse comune e per lo sviluppo di fonti energetiche sostenibili, in accordo con i piani e i programmi nazionali e con le comunità locali;

25.  sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico nella regione mediterranea attraverso misure concernenti la diversificazione delle risorse energetiche interne, in particolare a livello locale e regionale, la promozione dell'efficienza energetica, in particolare al livello decentrato dei metodi di conservazione, lo sviluppo di nuove tecnologie che non comportano rischi per le popolazioni e l'ambiente, attività di ricerca e sviluppo nonché attraverso il rafforzamento delle possibilità finanziarie per i progetti di energia sostenibile;

26.  ribadisce la necessità di imprimere un nuovo slancio al processo di partenariato, in particolare rilanciando l'Assemblea parlamentare euromediterranea quale contesto democratico dell'azione parlamentare; ritiene che l'Assemblea debba essere dotata dei mezzi e delle strutture amministrative necessari per garantirne la visibilità e assicurarne il buon funzionamento; accoglie con soddisfazione la riunione della prima Assemblea dei giovani del Mediterraneo;

27.  chiede al Consiglio di riservare all'APEM un ruolo attivo tra gli invitati alle riunioni e alle conferenze ministeriali EUROMED;

28.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'Ufficio di presidenza dell'APEM nonché ai parlamenti e ai governi di tutti gli Stati membri e dei paesi del partenariato Euromed.