PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
11.7.2007
- –Charles Tannock, a nome del gruppo PPE-DE
- –Pasqualina Napoletano, Jill Evans e Neena Gill, a nome del gruppo PSE
- –Annemie Neyts-Uyttebroeck, Sajjad Karim, Marco Cappato e Marios Matsakis, a nome del gruppo ALDE
- –Michał Tomasz Kamiński, Adam Bielan e Marek Aleksander Czarnecki, a nome del gruppo UEN
- –Cem Özdemir, Jean Lambert e Gisela Kallenbach, a nome del gruppo Verts/ALE
- –André Brie e Jaromír Kohlíček, a nome del gruppo GUE/NGL
- –ALDE (B6‑0279/2007)
- –PPE-DE (B6‑0282/2007)
- –PSE (B6‑0283/2007)
- –GUE/NGL (B6‑0284/2007)
- –UEN (B6‑0286/2007)
- –Verts/ALE (B6‑0289/2007)
Risoluzione del Parlamento europeo sul Pakistan
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,
– visto l'accordo di cooperazione tra la Comunità europea e la Repubblica islamica del Pakistan sul partenariato e sullo sviluppo, del 24 novembre 2001 (detto anche accordo di cooperazione di terza generazione), in particolare l'articolo 1 che sancisce che "il rispetto dei diritti dell'uomo e dei principi democratici […] costituisce un elemento fondamentale del presente accordo"[1],
– viste la dichiarazione congiunta UE/Pakistan, dell'8 febbraio 2007, e la prima riunione della Commissione congiunta Pakistan-CE, ai sensi dell'accordo di cooperazione CE-Pakistan del 24 maggio 2007, in cui le due parti si impegnano a sviluppare un dialogo politico formalizzato di ampio respiro e confermano la loro stretta cooperazione relativamente a un'ampia gamma di questioni regionali e internazionali,
– visto che nel corso della seconda parte dell'anno è previsto lo svolgimento di elezioni parlamentari, provinciali e presidenziali,
– vista la visita in Pakistan della delegazione SAARC del Parlamento europeo, nel dicembre 2006, e la riunione tenuta con il Presidente Musharraf a Lahore,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione dei diritti dell'uomo e della democrazia in Pakistan, in particolare le risoluzioni in data 10 febbraio 2004[2] e 22 aprile 2004[3],
A. considerando che l’assalto della Moschea rossa è risultato in un alto numero di morti,
B. considerando che gli scontri nella Moschea Rossa e nelle sue vicinanze costituiscono una palese dimostrazione del pericolo rappresentato dal movimento islamico radicale, nei confronti del quale probabilmente il Presidente Musharraf non ha reagito con sufficiente tempestività o decisione,
C. considerando che una serie di modifiche apportate alla Costituzione sotto l'amministrazione Musharraf hanno sostanzialmente alterato l'ordinamento politico del Pakistan trasformando il sistema di governo da regime parlamentare a regime presidenziale, nel quale il Presidente predomina sul Parlamento e ha facoltà di scioglierlo,
D. considerando che le forze militari e i servizi segreti continuano ad esercitare un’influenza indebita sulla politica, il governo e l'economia del Pakistan, una situazione che contraddice lo spirito del piano d'azione per il ripristino della democrazia, che prevedeva che i poteri sarebbero tornati a passare da un governo militare all'amministrazione civile,
E. considerando che i recenti avvenimenti, tra cui la sospensione il 9 marzo del Presidente della Corte suprema del Pakistan, Iftikhar Mohammad Chaudhry, in base ad accuse ancora non dimostrate di comportamento improprio, e le continue proteste popolari scatenate da questa azione hanno rafforzato l'urgenza di affrontare la questione della democrazia e dello Stato di diritto nel Pakistan,
F. considerando che gli USA stanno esercitando maggiore pressione sul Pakistan data la mancata applicazione da parte di quest’ultimo di misure efficaci di lotta al terrorismo;
G. considerando che l'Unione europea assegna al Pakistan finanziamenti significativi per l’alleviamento della povertà e per i settori della sanità e dell’istruzione pubblica,
1. esprime la propria solidarietà nei confronti del popolo pakistano, vittima della violenza perpetrata dagli estremisti armati; esprime profonda preoccupazione per la sicurezza delle 1.800 o più persone che si ritiene siano attualmente all'interno della Moschea Rossa, alcune delle quali probabilmente tenute in ostaggio; esorta il governo del Pakistan a fare tutto il possibile per porre fine all'assedio senza ulteriore spargimento di sangue e per assicurare i responsabili alla giustizia;
2. esorta il governo del Pakistan a tornare a un governo democratico organizzando elezioni libere, eque e democratiche entro la fine dell'anno e mette in guardia contro l'imposizione dello stato di emergenza o di altre misure volte a sopprimere la libertà di espressione, di associazione, di riunione o di movimento;
3. incoraggia il Presidente Musharraf a rispettare la Costituzione in vigore consentendo alle nuove assemblee di svolgere le elezioni presidenziali e lasciando il suo posto di capo dell'esercito, impegno che aveva in precedenza assunto dinanzi all’UE;
4. esorta le forze armate del Pakistan ad assicurare elezioni libere e eque, tra l'altro permettendo ai leader politici esiliati di ritornare in Pakistan e di concorrere alle elezioni; chiede che siano prese misure per limitare l'influenza delle forze militari e di altri gruppi armati sui processi politici e democratici;
5. accoglie con favore il fatto che l’UE monitorerà le elezioni generali in Pakistan e parteciperà alla missione di osservazione; esprime tuttavia preoccupazione per una serie di aspetti legati allo svolgimento di tali elezioni, in particolare per:
- -la neutralità del governo di garanzia che sarà formato tre mesi prima delle elezioni, su nomina del Presidente Musharraf;
- -il fatto che, quale requisito per candidarsi, sia richiesto il diploma di laurea, il che esclude il 70% delle donne pakistane dal presentarsi alle elezioni; sollecita pertanto l'abolizione di tale restrizione;
- -la mancanza di legittimazione del futuro Presidente pakistano qualora sia eletto dall'Assemblea uscente;
6. esorta il Consiglio e la Commissione a inviare al Presidente Musharraf un chiaro messaggio indicante che una transizione verso un governo civile mediante il rafforzamento delle istituzioni democratiche e dei processi democratici è la sola via d'uscita accettabile dalla crisi in corso;
7. esorta il Consiglio e la Commissione ad assumere una posizione ferma a difesa dei principi enunciati nell'accordo di cooperazione, in particolare la clausola per la democrazia e i diritti umani; accoglie con favore la riunione ministeriale dell'8 febbraio e la riunione della commissione congiunta Pakistan-CE del 24 maggio, in quanto si tratta di iniziative positive che rafforzano le relazioni tra l’UE e il Pakistan; sottolinea che le relazioni fra l'UE e il Pakistan poggiano sui principi enunciati nell'accordo di cooperazione, ovvero l'impegno nei confronti della democrazia, della pace e della stabilità, lo sviluppo, il rafforzamento dei legami commerciali, anche nell’Asia meridionale mediante la cooperazione regionale, e il rispetto dei diritti umani; chiede che venga instaurato un dialogo politico intenso su tali questioni;
8. deplora la sospensione del Presidente della Corte suprema in base ad un'accusa di presunto comportamento improprio, azione considerata da molti un tentativo del governo di mantenere il controllo sul potere giudiziario durante l'anno elettorale; invita al rispetto dell'indipendenza del potere giudiziario e dello Stato di diritto, esorta il governo del Pakistan a prendere le misure appropriate per correggere l'attuale tendenza negativa in relazione a tale questione e ad astenersi da ogni interferenza politica nella causa in svolgimento presso la Corte suprema; rileva la forte solidarietà con il Presidente della Corte suprema espressa dall’intera professione legale del Pakistan;
9. deplora profondamente la morte di 41 civili durante dimostrazioni politiche a Karachi il 12 maggio; condanna il ricorso alla violenza per il conseguimento di fini politici, sia da parte di forze filogovernative che di membri di partiti politici d'opposizione;
10. è parimenti preoccupato da notizie secondo le quali tre lavoratori cinesi sarebbero stati fucilati da presunti militanti islamici a Peshawar, in un'azione possibilmente collegata all'assedio della Moschea Rossa;
11. condanna ogni tentativo del governo di controllare la libertà dei media apportando modifiche alle licenze di trasmissione, limitando la trasmissione dal vivo di eventi esterni ed emanando direttive governative alle associazioni di media e alle emittenti; condanna ogni tipo di minaccia, coercizione e intimidazione di giornalisti ed emittenti;
12. è preoccupato per i numerosi casi ben documentati di "sparizioni" che hanno coinvolto persone sospettate di terrorismo, giornalisti, studenti, membri dei movimenti nazionalisti Baloch e altri attivisti politici e sottolinea con forza che i rapimenti, le uccisioni extragiudiziali e la detenzione in assenza di processo violano i principi fondamentali del diritto internazionale, compreso il diritto alla vita e il diritto ad un processo equo;
13. accoglie con favore il consenso europeo sullo sviluppo e il chiaro impegno assunto dall’UE di concentrarsi sui paesi colpiti da conflitti o da fragilità dello Stato, nonché l’altrettanto chiaro impegno di conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio, inclusa la politica nel campo dell'istruzione; invita il governo del Pakistan ad aumentare significativamente il sostegno finanziario volto a istituire e sviluppare in tutto il paese, anche nelle regioni tribali, un sistema di istruzione statale dotato di un programma di studi ampio; chiede al governo di tenere fede agli impegni assunti relativi alla messa in atto di controlli efficaci sulle madrasse attualmente guidate da estremisti;
14. rileva con preoccupazione le continue informazioni sulla repressione delle minoranze religiose e sul ricorso alle leggi sulla blasfemia contro le minoranze religiose;
15. è preoccupato dal fatto che, anche se il Presidente Musharraf si è impegnato a lottare contro il terrorismo e l'estremismo a livello internazionale, le alleanze politiche interne che esistono tra il governo, le forze militari e i fondamentalisti religiosi possano ostacolare la capacità del governo di affrontare la questione dell'estremismo e del fondamentalismo; esorta il governo pakistano a prendere misure immediate ed efficaci al fine di impedire che qualsiasi forza politica o militare usi il suo territorio come presidio o come base per operazioni in Afghanistan;
16. è preoccupato per la crescente instabilità e la proliferazione della violenza legata a sommosse nelle regioni tribali, soprattutto nel Waziristan, e rileva in particolare i numerosi attentati suicidi, incluso un attentato nei confronti del Ministro degli interni a Peshawar il 28 aprile; chiede al governo pakistano di effettuare un'inversione di tendenza promuovendo lo Stato di diritto e l'estensione dei diritti civili e politici nella regione;
17. chiede un dialogo più intenso con i leader provinciali e locali sulla possibilità di una maggiore autonomia provinciale o a favore di una maggiore rappresentanza degli interessi delle province a livello nazionale; condanna le politiche repressive del governo nel Balochistan, dove continuano le richieste di maggiore autonomia provinciale e di più ampio controllo regionale sulle importanti risorse naturali della zona;
18. invita il governo ad attuare le raccomandazioni della Corte suprema del Pakistan e a estendere i diritti fondamentali e le libertà politiche alle regioni settentrionali;
19. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e al governo e al parlamento del Pakistan.