PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
27.11.2007
- –Harlem Désir e Pasqualina Napoletano, a nome del gruppo PSE
- –Frithjof Schmidt, Marie-Hélène Aubert e Carl Schlyter, a nome del gruppo Verts/ALE
- –Helmuth Markov, Vittorio Agnoletto, Luisa Morgantini, Jens Holm e Gabriele Zimmer, a nome del gruppo GUE/NGL
- –PSE (B6‑0486/2007)
- –GUE/NGL (B6‑0489/2007)
- –Verts/ALE (B6‑0491/2007)
Risoluzione del Parlamento europeo sugliAccordi di partenariato economico
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,
I. Introduzione
A. considerando che l'Accordo di Cotonou stabilisce il consenso delle parti per concludere nuovi accordi commerciali compatibili con l'OMC, rimuovendo progressivamente gli ostacoli al commercio fra loro e incrementando la cooperazione in tutte le aree rilevanti per il commercio, basandosi sull'acquis e migliorando l'accesso ai mercati,
B. considerando che la creazione di mercati regionali rappresenta uno strumento chiave per un'applicazione riuscita degli APE e che l'integrazione regionale è un'importante base per lo sviluppo sociale ed economico dei paesi ACP,
C. rammentando che l'obiettivo della cooperazione economica e commerciale ACP-UE è di promuovere lo sviluppo e di sostenere l'integrazione graduale dei paesi ACP nell'economia mondiale,
D. ricordando che, stando alla Dichiarazione di Città del Capo, l'obiettivo principale dei negoziati APE è di rafforzare le economie dei paesi ACP,
E. sottolineando che la Dichiarazione di Città del Capo ha chiesto che i negoziati siano strutturati in modo aperto e trasparente e tengano conto delle diversità per quanto riguarda le risorse e il livello di sviluppo fra le due parti che partecipano ai negoziati,
F. riconoscendo che finora, per varie ragioni, nessun gruppo negoziale dei paesi ACP è stato in grado di portare a termine i negoziati per un APE globale,
II. Il processo di negoziazione
1. constata che, stando a quanto dichiarato dai paesi ACP, la Commissione ha esercitato su di essi pressioni affinché firmino un APE e che ciò è contrario allo spirito del partenariato ACP-UE;
2. esorta la Commissione a riconoscere che i paesi ACP necessitano di più tempo per valutare in modo esaustivo le conseguenze degli accordi proposti, dato che i negoziati veri e propri si sono svolti soltanto nel corso degli ultimi due anni;
3. constata con preoccupazione che la Commissione ha dichiarato che se gli accordi non saranno raggiunti, dal 1° gennaio 2008 saranno applicati dazi su molte esportazioni provenienti da paesi ACP non LDC (paesi meno sviluppati) e che ciò metterebbe a repentaglio il benessere e il sostentamento di milioni di lavoratori dei paesi ACP;
4. prende atto del fatto che la Commissione ha recentemente dichiarato che è necessario adottare un approccio a due fasi, per evitare turbative commerciali nel caso di taluni paesi ACP, e continuare oltre il 31 dicembre 2007 i negoziati relativi ad APE globali e favorevoli allo sviluppo;
5. sottolinea l'importanza dei mercati regionali ed evidenzia la necessità di evitare qualsiasi approccio a due fasi o altra iniziativa che possa minare il processo di integrazione regionale ACP in corso;
6. sottolinea che la Commissione europea deve onorare gli impegni assunti nel quadro dell'Accordo di Cotonou, per assicurare che i paesi ACP, compresi i paesi non LDC, che non sono in grado di siglare un APE dispongano di un nuovo quadro per le relazioni commerciali, equivalente alla loro situazione attuale e conforme all'articolo 37, paragrafo 6, dell'Accordo di Cotonou;
III. Principi
Approccio globale
7. ritiene che tutti gli accordi raggiunti, siano essi accordi interinali o APE a tutti gli effetti, debbano assicurare che nessun paese venga a trovarsi in condizioni peggiori dopo la scadenza del termine di negoziazione;
8. chiede che, nel caso degli accordi interinali, la soglia di accesso per i paesi meno sviluppati (LDC) sia abbassata per adeguarsi ai rispettivi livelli di sviluppo;
9. sottolinea che il processo di integrazione regionale delle regioni APE deve essere un principio di base di tali accordi e che essi devono essere in armonia con le iniziative di integrazione regionale nei paesi ACP e contribuire al loro rafforzamento;
Rafforzare l'accesso al mercato
10. riconosce che, nel caso dei paesi meno sviluppati che non sono ancora parti di accordi interinali, l'iniziativa "Tutto fuorché le armi" non è da sola sufficiente e dovrebbe essere integrata da norme d'origine migliorate e semplificate;
11. sottolinea che la semplificazione delle norme d'origine è un prerequisito e che occorre garantire il necessario livello di flessibilità per l'applicazione dei nuovi accordi;
12. sottolinea che la Commissione dovrebbe accordare trattamenti asimmetrici adeguati nel quadro degli accordi, in particolare per quanto riguarda la definizione di praticamente tutti i settori del commercio, la copertura di prodotti sensibili, la durata dei periodi transitori e il ritmo della liberalizzazione, sulla base di quadri di valutazione dello sviluppo, salvaguardia e composizione delle dispute;
13. constata che la conclusione di una nuova generazione di accordi di libero scambio, da parte della Commissione, potrebbe tradursi in un'ulteriore erosione dei rapporti commerciali preferenziali di cui i paesi ACP attualmente beneficiano; ritiene pertanto che l'UE dovrebbe tenerne conto e fornire un'adeguata assistenza per l'adeguamento, il rafforzamento della competitività e la diversificazione nei paesi ACP;
14. chiede che ai paesi ACP sia fornita l'assistenza finanziaria e tecnica che consenta loro di soddisfare le norme e i regolamenti comunitari in materia di importazioni e di beneficiare pienamente di un accesso migliorato al mercato;
Esaminare i vincoli dell'offerta
15. esprime preoccupazione riguardo al fatto che talune regioni ACP non sono disposte a prendere in esame numerose proposte formulate dalla Commissione nell'area dei servizi, della concorrenza, della proprietà intellettuale e degli appalti pubblici, ed esorta la Commissione a dar prova di flessibilità in tale ambito;
16. deplora i ritardi nella ratifica dell'Accordo di Cotonou riveduto, ritardi che potrebbero impedire l'applicazione del decimo FES, il che a sua volta potrebbe tradursi in una riduzione dell'assistenza annua alla cooperazione ACP-UE, e incoraggia tutte le parti a portare quanto prima a termine il processo di ratifica;
17. sottolinea che un accordo del tipo "solo merci" deve comprendere disposizioni specifiche in materia di aiuti APE a favore del commercio, oltre ai finanziamenti a titolo del FES, per potenziare le capacità sul versante dell'offerta e per far fronte alle ripercussioni sociali della liberalizzazione del commercio nei paesi ACP;
18. sottolinea inoltre il fatto che l'erogazione di risorse a titolo del FES non deve essere legata, né subordinata, alla firma degli APE;
Diversificazione degli introiti governativi
19. invita ad attribuire un'attenzione maggiore alle sfide cui devono far fronte i paesi ACP per quanto riguarda la diversificazione degli introiti, in particolare, a seguito del fatto che i dazi sugli scambi commerciali con l'UE dovrebbero essere aboliti;
20. si compiace della proposta di creare fondi regionali APE, comprendenti un meccanismo di adeguamento fiscale finanziato dalla Commissione e dagli Stati membri dell'UE, per fornire assistenza finanziaria alle iniziative per la diversificazione degli introiti nei paesi ACP e per sostenere iniziative di commercio equo;
Ripercussioni sul commercio estero della riforma della politica agricola comune
21. invita l'UE ad assicurare che qualsiasi riforma della politica agricola comune (PAC) sia pienamente coerente con gli obiettivi della propria politica di aiuti allo sviluppo e di cooperazione con i paesi ACP;
22. ritiene sia opportuno tener conto degli insegnamenti tratti dalle precedenti riforme agricole (compresi gli adeguamenti del settore delle banane e del rum, nonché la riforma della PAC) in sede di elaborazione e di applicazione delle misure di accompagnamento nel settore dello zucchero;
La dimensione di genere
23. deplora il fatto che, finora, non siano state messe a punto misure per salvaguardare e promuovere i diritti delle donne e delle adolescenti, conformemente all'articolo 31 dell'Accordo di Cotonou, e che il processo di negoziazione degli APE non abbia tenuto conto della dimensione di genere; invita pertanto la Commissione ad effettuare un'analisi sistematica, nel corso dei negoziati e dopo la loro conclusione, dell'impatto sociale degli APE sui gruppi più vulnerabili;
Conclusioni
24. è d'accordo sulla convocazione del Parlamento europeo e dell'Assemblea parlamentare paritetica per controllare e analizzare pubblicamente l'impatto sul commercio e lo sviluppo dell'applicazione degli APE, per migliorare la coerenza politica degli aiuti allo sviluppo e per mettere a punto meccanismi che assicurino la responsabilità e la regolare notifica sul contributo degli APE a uno sviluppo equo e sostenibile;
25. sottolinea che il Parlamento europeo e l'Assemblea parlamentare paritetica continueranno a lavorare per assicurare che qualsiasi nuovo quadro per le relazioni commerciali non si tradurrà in condizioni peggiori per nessun paese e che, inoltre, le nuove disposizioni in materia di commercio contribuiranno alla prosperità e allo sviluppo sostenibile in tutti i paesi ACP;
26. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri UE e ai parlamenti e ai governi dei paesi ACP.