PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE su i diritti umani in Siria, in particolare il caso di Haythan Al-Maleh
8.9.2010
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi
ALDE (B7‑0511/2010)
Verts/ALE (B7‑0512/2010)
GUE/NGL (B7‑0513/2010)
S&D (B7‑0514/2010)
PPE (B7‑0515/2010)
ECR (B7‑0516/2010)
Bernd Posselt, Filip Kaczmarek, Roberta Angelilli, Elena Băsescu, Martin Kastler, Tunne Kelam, Eija-Riitta Korhola, Mario Mauro, Erminia Mazzoni, Cristian Dan Preda, Potito Salatto, Tadeusz Zwiefka a nome del gruppo PPE
Véronique De Keyser, Saïd El Khadraoui, Richard Howitt a nome del gruppo S&D
Frédérique Ries, Ramon Tremosa i Balcells, Marielle De Sarnez, Renate Weber, Leonidas Donskis a nome del gruppo ALDE
Hélène Flautre, Frieda Brepoels, Heidi Hautala, Jean-Paul Besset, Barbara Lochbihler a nome del gruppo Verts/ALE
Michał Tomasz Kamiński, Charles Tannock, Tomasz Piotr Poręba, Ryszard Antoni Legutko, Adam Bielan, Ryszard Czarnecki, Jacek Włosowicz a nome del gruppo ECR
Marisa Matias a nome del gruppo GUE/NGL
Risoluzione del Parlamento europeo sui diritti umani in Siria, in particolare il caso di Haythan Al-Maleh
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria, in particolare quelle dell'8 settembre 2005 sulla situazione dei detenuti politici in Siria[1], del 15 giugno 2006 sui diritti umani in Siria[2], del 24 maggio 2007 sui diritti umani in Siria[3] e del 17 settembre 2009 sulla Siria: il caso di Muhannad Al-Hassani[4],
– vista la relazione recante la raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio sulla conclusione di un accordo di associazione euro-mediterraneo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica araba siriana, dall’altra, approvata dal Parlamento europeo il 10 ottobre 2006,
– vista la sua relazione sulle politiche dell'UE in favore dei difensori dei diritti umani approvata il 17 giugno 2010,
– vista la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,
– visto il patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 (ICCPR), del quale la Siria è firmataria,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 1975, che è stata ratificata dalla Siria il 18 settembre 2004,
– vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani del 1998,
– visti gli orientamenti dell'Unione europea sui difensori dei diritti dell'uomo,
– vista la dichiarazione comune del vertice di Parigi per il Mediterraneo del 13 luglio 2008,
– vista la dichiarazione dell'Alto rappresentante Catherine Ashton sui casi dei diritti umani in Siria del 27 luglio 2010,
– visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando l'importanza dei legami politici, economici e culturali esistenti tra l'Unione europea e la Siria,
B. considerando che Haythan Al-Maleh, un avvocato siriano per i diritti umani di 80 anni, è stato arrestato dagli ufficiali del servizio generale di intelligence il 14 ottobre 2009, tenuto in segregazione fino al 20 ottobre 2009 quando è stato interrogato dal procuratore militare, e condannato il 4 luglio 2010 dalla seconda Corte militare di Damasco a tre anni di reclusione con l'accusa di "aver trasmesso notizie false ed esagerate che indeboliscono i sentimenti nazionali" in forza degli articoli 285 e 286 del Codice penale siriano, sebbene i tribunali militari non siano competenti a processare i civili,
C. considerando che, secondo i rapporti delle missioni di monitoraggio dei processi organizzate da organizzazioni internazionali della società civile, nel processo di Al-Maleh non sono state rispettate le norme internazionali di equità, compreso il diritto alla presunzione di innocenza e alla difesa,
D. considerando che ad Al-Maleh, affetto da artrite, diabete e problemi alla tiroide, è negato un accesso regolare ai farmaci; che le sue condizioni di salute sono gravemente peggiorate nel corso dell'estate 2010,
E. considerando che altri noti difensori dei diritti umani siriani, tra cui Muhannad Al-Hassani e Ali Al-Abdullah, sono tuttora detenuti nel paese,
F. considerando che il procedimento giudiziario e la condanna di Al-Maleh per accuse connesse con le dichiarazioni pubbliche da lui rilasciate sul sistema politico e giuridico in Siria e di Muhannad Al-Hassani per accuse relative alle sue attività professionali di avvocato, tra cui osservare le audizioni pubbliche dinnanzi alla Corte di sicurezza dello Stato e riferirne in merito, costituiscono una forma di punizione per aver esercitato il loro diritto legittimo alla libertà di espressione sancito dal patto internazionale sui diritti civili e politici di cui la Siria è firmataria,
G. considerando che le pratiche di vessazione, restrizione della libertà di circolazione e arresto arbitrario sono utilizzate regolarmente dalle autorità siriane nei confronti dei difensori dei diritti umani nel paese; che tali pratiche contraddicono il ruolo importante svolto dalla Siria nella regione,
H. considerando che la continuata applicazione della legge di emergenza sta in realtà limitando i cittadini nell'esercizio del loro diritto alla libertà di espressione, associazione e assemblea,
I. considerando che l'accordo di associazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica araba siriana, dall'altra, deve ancora essere firmato; considerando che la firma di detto accordo viene posticipata dall'ottobre 2009 su richiesta della Siria; considerando che il rispetto dei diritti umani costituisce parte essenziale dell'accordo,
J. considerando che il partenariato tra i paesi partecipanti all'Unione per il Mediterraneo si basa sull'impegno a rispettare pienamente i diritti democratici, i diritti umani e le libertà fondamentali, quali sanciti dal diritto internazionale in materia di diritti umani,
1. esprime profonda preoccupazione circa la situazione di Haythan Al-Maleh e invita le autorità siriane a rilasciarlo immediatamente ed incondizionatamente e a garantire in tutte le circostanze il suo benessere fisico e psicologico;
2. invita il governo siriano a riesaminare tutti i casi dei prigionieri di coscienza in conformità della Costituzione nazionale e degli impegni internazionali del paese e a rilasciare immediatamente tutti i prigionieri di coscienza, compresi Muhannad Al-Hassani, Ali Al-Abdullah, Anour Al-Bunni e Kamal Labwani;
3. invita le autorità siriane a porre fine ad ogni persecuzione o vessazione nei confronti dei difensori dei diritti umani e dei loro familiari e a garantire che essi siano liberi di svolgere liberamente le loro attività senza incontrare ostacoli o subire intimidazioni;
4. invita le autorità siriane a rispettare le norme del diritto internazionale in materia di diritti umani e gli impegni internazionali che il paese ha liberamente sottoscritto e che garantiscono la libertà di opinione e di espressione e il diritto a un giusto processo, e ad assicurare che i detenuti ricevano un trattamento adeguato, non subiscano torture o maltrattamenti e sia loro concesso un accesso rapido, regolare e illimitato alle loro famiglie, avvocati e medici;
5. invita le autorità siriane a garantire un funzionamento trasparente del sistema giudiziario in particolare per quanto riguarda la Corte suprema di sicurezza dello Stato;
6. ribadisce il suo appello alla cessazione dello stato di emergenza in Siria, posto in essere più di quaranta anni fa;
7. ritiene che la prospettiva di firmare l'accordo di associazione costituisca un'opportunità importante offerta per far fronte alle attuali violazioni dei diritti umani e per rafforzare il processo di riforma in Siria; invita il Consiglio e la Commissione ad utilizzare pienamente questa leva di cruciale importanza adottando un piano d'azione bilaterale per i diritti umani e la democrazia che indichi chiaramente i miglioramenti relativi ai diritti umani che si attendono dalle autorità siriane;
8. sottolinea che, conformemente all'articolo 218 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il Parlamento dovrebbe essere pienamente informato in tutte le fasi dei negoziati degli accordi internazionali; esorta pertanto la Commissione a comunicare al Parlamento lo stato delle discussioni con le autorità siriane relative sulla firma del trattato di associazione;
9. accoglie con favore il proseguimento del dialogo tra l'Unione europea e la Siria e auspica che gli sforzi attualmente profusi portino a miglioramenti non solo per quanto riguarda la situazione economica e sociale in Siria, come già sta avvenendo, ma anche per quanto riguarda la situazione politica e dei diritti umani;
10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante dell'Unione per la politica estera e di sicurezza nonché al governo e al parlamento della Repubblica araba siriana.
- [1] Testi approvati in tale data, P6_TA(2005)0340.
- [2] Testi approvati in tale data, P6_TA(2006)0279.
- [3] Testi approvati in tale data, P6_TA(2007)0217.
- [4] Testi approvati in tale data, P7_TA(2009)0024.