PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sul Tibet - Piani per rendere il cinese la lingua principale dell'istruzione
24.11.2010
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi
EFD (B7‑0637/2010)
S&D (B7‑0638/2010)
ALDE (B7‑0640/2010)
ECR (B7‑0642/2010)
Verts/ALE (B7‑0643/2010)
PPE (B7‑0644/2010)
Elmar Brok, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Thomas Mann, Mario Mauro, Cristian Dan Preda, Bernd Posselt, Laima Liucija Andrikienė, Csaba Sógor, Filip Kaczmarek, Lena Kolarska-Bobińska, Róża Gräfin von Thun und Hohenstein, Eija-Riitta Korhola, Monica Luisa Macovei, Elena Băsescu, Tunne Kelam, Bogusław Sonik, Sari Essayah, Martin Kastler a nome del gruppo PPE
Véronique De Keyser, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg a nome del gruppo S&D
Marietje Schaake, Niccolò Rinaldi, Graham Watson, Ramon Tremosa i Balcells, Frédérique Ries, Leonidas Donskis, Renate Weber, Edward McMillan-Scott, Sarah Ludford, Antonyia Parvanova, Kristiina Ojuland, Marielle De Sarnez, Sonia Alfano a nome del gruppo ALDE
Heidi Hautala, Eva Lichtenberger, Raül Romeva i Rueda, François Alfonsi, Frieda Brepoels, Catherine Grèze a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock, Michał Tomasz Kamiński, Konrad Szymański, Tomasz Piotr Poręba, Marek Henryk Migalski, Ryszard Czarnecki, Adam Bielan, Roberts Zīle a nome del gruppo ECR
Fiorello Provera a nome del gruppo EFD
Risoluzione del Parlamento europeo sul Tibet - Piani per rendere il cinese la lingua principale dell'istruzione
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Cina e sul Tibet, in particolare quella del 10 aprile 2008 sul Tibet,
– visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che il rispetto dei diritti umani e della libertà culturale, religiosa e d'identità costituisce il principio fondatore dell'Unione europea e rappresentano una priorità per la sua politica estera,
B. considerando che la Repubblica popolare cinese ha espresso l'auspicio di istituire relazioni etniche armoniose tra le 56 minoranze etniche,
C. considerando che il 19 ottobre 2010 circa 1 000 studenti di etnia tibetana hanno marciato per Tongren, città conosciuta anche come Rebkong, opponendosi pacificamente al piano di rendere il cinese mandarino la lingua principale dell'istruzione nelle scuole della regione; che il 23 ottobre 2010 la protesta si è estesa alla provincia di Qingai e a Pechino, dove 400 studenti tibetani iscritti alla Minzu University hanno organizzato una manifestazione,
D. considerando che la lingua tibetana, essendo una delle quattro lingue più antiche e originali dell'Asia, costituisce un catalizzatore fondamentale dell'identità, della cultura e della religione del Tibet ma che rappresenta altresì, assieme alla cultura tibetana nel suo complesso, una parte insostituibile del patrimonio mondiale; che la lingua tibetana, testimonianza di una civiltà ricca di storia, costituisce un elemento fondamentale e unico dell'identità, della cultura e della religione tibetane,
E. considerando che le lingue esprimono gli atteggiamenti sociali e culturali di una comunità, che la lingua condivisa da una comunità è un elemento caratterizzante della cultura e che le lingue veicolano comportamenti sociali e culturali e modi di pensare molto specifici,
F. considerando che è stato stabilito che l'istruzione bilingue con la lingua madre è la strada più efficace da percorrere per istaurare un autentico bilinguismo in Tibet e che detta "politica per un'istruzione bilingue di modello 1" ha costantemente portato ai tassi più elevati di ammissione universitaria per gli studenti delle scuole superiori tibetane nella regione tibetana,
G. considerando che nella scuola elementare, media e superiore in tutte le zone amministrate dal governo regionale autonomo del Tibet, la lingua tibetana sta venendo gradualmente sostituita dal cinese e che generalmente non sono disponibili documenti ufficiali in tibetano,
H. considerando che le modifiche alla politica in materia d'istruzione limiterebbero l'uso del tibetano nelle scuole poiché tutti i libri di testo e le materie, ad esclusione delle lezioni di tibetano e di inglese, sarebbero in cinese mandarino,
I. considerando che il 13 settembre 2007 la Repubblica popolare cinese, assieme ad altri 142 paesi, ha votato per adottare la dichiarazione delle Nazioni unite sui diritti dei popoli indigeni che, all'articolo 14, sancisce che "i popoli indigeni hanno diritto a istituire e controllare i loro propri sistemi e istituzioni educativi impartendo l'istruzione nelle loro lingue, in un maniera consona con i propri metodi culturali d'insegnamento e apprendimento",
J. considerando che, a causa del predominio della lingua cinese, crescono le preoccupazioni in merito alle prospettive occupazionali dei laureati nelle zone tibetane poiché, secondo la petizione firmata da insegnanti e studenti, la maggior parte degli studenti tibetani non sono mai stati in un ambiente in cui si parla in modo predominante cinese e pertanto non sono in grado di comunicare in detta lingua,
1. condanna il giro di vite sempre più stretto sull'esercizio della libertà culturale, linguistica, religiosa e delle altre libertà fondamentali nei confronti dei tibetani e sottolinea la necessità di preservare e tutelare le diverse identità culturali, religione e nazionali di sei milioni di tibetani e di affrontare le preoccupazioni destate dalla repressione e dalla marginalizzazione della lingua tibetana, che costituisce la base dell'identità tibetana;
2. prende atto delle preoccupazioni causate dai tentativi di svalutare la lingua tibetana e sottolinea che il tibetano deve essere la lingua nazionale se si vuole creare un'istruzione bilingue di successo;
3. esorta le autorità cinesi ad applicare l'articolo 4 della Costituzione della Repubblica popolare cinese e l'articolo 10 della legge sull'autonomia regionale che garantisce "la libertà di tutte le nazionalità di impiegare e sviluppare la propria lingua e scrittura";
4. esorta le autorità cinese a sostenere un'autentica politica di bilinguismo che consenta l'insegnamento in tibetano di tutte le materie, comprese matematica e scienze, che rafforzi l'insegnamento del cinese e che autorizzi le autorità e le comunità locali a prendere decisioni in merito alla lingua dell'istruzione;
5. ritiene che tutte le minoranze etniche abbiano il diritto di mantenere la propria lingua e scrittura; è del parere che un sistema d'istruzione bilingue giusto contribuirà a una migliore cooperazione e comprensione quando farà sì che la popolazione tibetana impari il cinese incoraggiando, allo stesso tempo, le persone di etnia Han che vivono nelle zone tibetane ad imparare il tibetano;
6. sottolinea che l'introduzione del cinese quale lingua principale dell'istruzione pregiudicherebbe considerevolmente la qualità dell'istruzione per la maggior parte degli studenti tibetani delle scuole medie e che, pertanto, tutte le materie scolastiche dovrebbero essere insegnate nella lingua madre, il tibetano, come più opportuno;
7. esorta le autorità cinesi ad adoperarsi per ridurre gli svantaggi linguistici e culturali affrontati dai tibetani nell'occupazione urbana, applicando tuttavia metodi che non danneggiano la lingua e la cultura tibetane;
8. invita la Commissione, il Vicepresidente/Alto rappresentante e gli Stati membri a esortare il governo cinese a garantire, in primo luogo, che il diritto degli studenti di esprimersi pacificamente sia rispettato e che le autorità pertinenti affrontino le loro preoccupazioni in modo sostanziale e adeguato, e, in secondo luogo, che i regolamenti del 2002 sullo studio, l'impiego e lo sviluppo della lingua tibetana siano adeguatamente attuati, in conformità della legge sull'autonomia regionale etnica;
9. invita la Commissione a riferire sull'uso del fondo richiesto per il sostegno della società civile tibetana in Cina e in esilio a titolo del bilancio 2009 (1 milione di euro) e insiste sulla necessità di preservare la cultura tibetana, in particolare in esilio;
10. esorta nuovamente la Cina a ratificare il Patto internazionale sui diritti civili e politici e deplora il trattamento spesso discriminatorio delle minoranze etniche e religiose in Cina;
11. esorta le autorità cinesi a garantire l'accesso dei media stranieri in Tibet, comprese le zone tibetane al di fuori della regione autonoma del Tibet, e ad abolire il sistema di permessi speciali obbligatori;
12. invita i rappresentanti diplomatici dell'UE a Pechino a recarsi nella regione e a riferire al Consiglio e al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante in merito alla situazione attuale dell'istruzione e della questione linguistica;
13. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento della Repubblica popolare cinese nonché a Sua Santità il Dalai Lama.