Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0120/2011Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0120/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla situazione in Egitto

15.2.2011

presentata a norma dell'articolo 110, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi
PPE (B7‑0120/2011)
ECR (B7‑0122/2011)
Verts/ALE (B7‑0123/2011)
S&D (B7‑0124/2011)
ALDE (B7‑0126/2011)

Ioannis Kasoulides, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Elmar Brok, Cristian Dan Preda, Monica Luisa Macovei, Tokia Saïfi, Mario Mauro, Simon Busuttil, Vito Bonsignore, Gunnar Hökmark, Michael Gahler, Alf Svensson, Elena Băsescu, Inese Vaidere, Filip Kaczmarek, Joanna Katarzyna Skrzydlewska, Hans-Gert Pöttering, Gabriele Albertini a nome del gruppo PPE
Adrian Severin, Hannes Swoboda, Kristian Vigenin, Kader Arif, Pino Arlacchi, Rosario Crocetta, Saïd El Khadraoui, Ana Gomes, Richard Howitt, Maria Eleni Koppa, Wolfgang Kreissl-Dörfler, María Muñiz De Urquiza, Raimon Obiols, Pier Antonio Panzeri, Vincent Peillon, Carmen Romero López, Boris Zala, Harlem Désir a nome del gruppo S&D
Marielle De Sarnez, Marietje Schaake, Luigi de Magistris, Kristiina Ojuland, Louis Michel, Graham Watson, Ramon Tremosa i Balcells, Edward McMillan-Scott, Niccolò Rinaldi, Jelko Kacin, Alexandra Thein, Norica Nicolai, Annemie Neyts-Uyttebroeck a nome del gruppo ALDE
Hélène Flautre, Franziska Katharina Brantner, Ulrike Lunacek, Frieda Brepoels, Raül Romeva i Rueda, Judith Sargentini, Indrek Tarand, Margrete Auken, Malika Benarab-Attou, Bart Staes, Barbara Lochbihler, Emilie Turunen, Catherine Grèze, Jan Philipp Albrecht, François Alfonsi, Karima Delli, Pascal Canfin, Michail Tremopoulos, Keith Taylor, Isabelle Durant, Heidi Hautala, Eva Joly, Rebecca Harms, Daniel Cohn-Bendit a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock, Ryszard Antoni Legutko, Peter van Dalen, Adam Bielan, Michał Tomasz Kamiński, Tomasz Piotr Poręba a nome del gruppo ECR

Procedura : 2011/2555(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B7-0120/2011
Testi presentati :
RC-B7-0120/2011
Discussioni :
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sull'Egitto

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sull’Egitto,

–   visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, ratificato dall'Egitto nel 1982,

–   vista la dichiarazione del Consiglio europeo del 4 febbraio 2011 sull’Egitto e la regione,

–   viste le conclusioni del Consiglio del 31 gennaio 2011 sull’Egitto,

–   vista la dichiarazione congiunta dell'11 febbraio 2011 di Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio europeo, di José Manuel Barroso, Presidente della Commissione, e di Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, sui recenti sviluppi in Egitto,

–   vista la dichiarazione dell'11 febbraio 2011 del Presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek sulle dimissioni del presidente Hosni Mubarak,

–   vista la dichiarazione del 29 gennaio 2011 del Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy sulla situazione in Egitto,

–   viste le dichiarazioni del 27 gennaio, del 28 gennaio, del 3 febbraio e del 4 febbraio 2011 di Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'Unione, sull’Egitto nonché la sua dichiarazione del 6 dicembre 2010 sulle elezioni dell'Assemblea del popolo dell'Egitto,

–   vista la quinta dichiarazione del 13 febbraio 2011 del Consiglio supremo delle forze armate egiziane,

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Bilancio della politica europea di vicinato nel 2009: relazione sui progressi compiuti dall'Egitto" (COM(2010)0207 - SEC(2010)0517),

–   vista la decisione congiunta adottata dall'Egitto e dall'UE nell'aprile 2009 di adoperarsi per migliorare le loro relazioni, come proposto dall'Egitto nel 2008,

–   visti l'accordo di associazione UE-Egitto del 2004 e il piano di azione concordato nel 2007,

–   visto lo sviluppo della politica europea di vicinato (PEV) a partire dal 2004 e, in particolare, le relazioni della Commissione sui progressi compiuti nella sua attuazione,

–   visti gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani del 2004, aggiornati nel 2008,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A. considerando che le recenti manifestazioni in vari paesi arabi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente hanno chiesto la realizzazione di riforme politiche, economiche e sociali e sono state l'espressione di una forte domanda popolare di libertà, autentica democrazia e condizioni di vita migliori per i cittadini,

B.  considerando che il presidente egiziano Hosni Mubarak si è dimesso l'11 febbraio 2011; che i suoi poteri sono passati al Consiglio supremo delle forze armate; che quest'ultimo ha chiesto al governo recentemente nominato dal presidente Mubarak di continuare a funzionare fino a quando non sarà formato un nuovo governo, si è impegnato a trasferire i poteri a un governo civile eletto e ha adottato decisioni importanti, come annunciato nella sua quinta dichiarazione del 13 febbraio 2011,

C. considerando che la domanda popolare di libertà, autentica democrazia e giustizia sociale in Egitto potrà essere soddisfatta soltanto con un dialogo immediato, serio e aperto cui partecipino tutte le forze politiche e sociali che rispettano la democrazia, i diritti umani e le libertà fondamentali e sostegono lo Stato di diritto, e che da tale dialogo dovrebbero scaturire riforme concrete e importanti,

D. considerando che le proteste pacifiche contro il regime egiziano sono state violentemente represse dalla polizia, che ha utilizzato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua, proiettili di gomma e munizioni vere, e che i manifestanti sono stati attaccati da individui armati e dalle milizie filogovernative, con la conseguente morte di centinaia di persone; che altre centinaia di persone sono state arrestate e detenute, compresi difensori dei diritti umani, giornalisti e avvocati,

E.  considerando che il governo egiziano ha adottato per la prima volta la misura di oscurare Internet per mettere a tacere i manifestanti e limitare la libertà di espressione del popolo; che la polizia militare ha chiuso centri mediatici e giuridici come Al Jazeera e l’Hisham Mubarak Law Centre,

F.  considerando che la promozione del rispetto della democrazia, dei diritti umani e delle libertà civili costituisce un principio e un obiettivo fondamentale dell'Unione europea e rappresenta il terreno comune per lo sviluppo dell'area euromediterranea, considerando che il partenariato euromediterraneo si è principalmente incentrato sulle riforme economiche e non è riuscito a introdurre le necessarie riforme politiche e istituzionali; che l’Unione per il Mediterraneo, che avrebbe dovuto rafforzare la politica dell’UE nella regione, si è rivelata inefficace nel reagire alla sfiducia crescente e nel rispondere alle esigenze di base della popolazione interessata,

G. considerando che, negli anni passati, la ricerca della stabilità ha spesso prevalso sui valori della democrazia, della giustizia sociale e dei diritti umani nelle relazioni dell'UE e degli Stati membri con i paesi limitrofi meridionali, e che le clausole sui diritti umani negli accordi di associazione dovrebbero essere sistematicamente affiancate da un meccanismo per la loro attuazione; che, in tale contesto, occorre tenere conto della necessaria revisione della politica europeo di vicinato che è in corso,

H. considerando che il Parlamento europeo ha ripetutamente chiesto la revoca dello stato di emergenza (in vigore dal 1981), il rafforzamento della democrazia e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Egitto,

I.   considerando che l'Egitto è un partner cruciale per l'Unione europea in Medio Oriente e che l'UE dovrebbe contribuire alla nascita di un Egitto democratico, prospero e stabile incoraggiando e sostenendo il rinnovamento del paese,

J.   considerando che l'Egitto svolge un ruolo attivo e fondamentale di sostegno al processo di pace del Medio Oriente e alla riconciliazione intrapalestinese; che il Consiglio supremo delle forze armate ha confermato l'impegno dell'Egitto a dare esecuzione a tutti i trattati e le convenzioni internazionali di cui è firmatario,

1.  esprime la propria solidarietà al popolo egiziano, plaude al suo coraggio e alla sua determinazione, con particolare riferimento alla generazione dei giovani, e sostiene con forza le sue legittimi aspirazioni democratiche;

2.  condanna fortemente la violenza e l'uso sproporzionato della forza contro i manifestanti ed esprime profondo rammarico per le ingenti perdite in termini di vite umane e l'elevato numero di feriti che ne sono derivati; porge le sue condoglianze alle famiglie delle vittime; chiede che sia effettuata un'indagine indipendente sugli eventi che hanno causato morti, feriti e detenzioni e che i responsabili siano consegnati alla giustizia;

3.  chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti i manifestanti pacifici, i prigionieri di coscienza, i difensori dei diritti umani egiziani e internazionali, i giornalisti e gli avvocati; sollecita a tale proposito le autorità egiziane a rendere immediatamente pubblica l'ubicazione dei detenuti e a garantire che essi siano protetti da ogni forma di tortura o altri maltrattamenti;

4.  ritiene che le dimissioni del presidente Hosni Mubarak abbiano dato inizio a un nuova fase nella transizione politica dell'Egitto; chiede che sia avviato immediatamente un dialogo politico nazionale, reale e aperto, cui partecipino tutti gli attori principali della politica e della società civile allo scopo di aprire la strada alla revoca dello stato di emergenza, alla revisione della Costituzione e della legge elettorale, ad elezioni libere e giuste, a un governo civile eletto democraticamente e a un'autentica democrazia in Egitto;

5.  esorta le forze armate egiziane a svolgere un ruolo costruttivo nella prevenzione di ulteriori violenze e nella facilitazione del processo politico; prende atto delle decisioni del Consiglio supremo delle forze armate in merito alla sospensione della Costituzione, allo scioglimento del parlamento, all'istituzione di un comitato che includa membri indipendenti con il mandato di modificare gli articoli della Costituzione, all'organizzazione di un referendum popolare su dette modifiche e di elezioni parlamentari e presidenziali; rinnova la sua richiesta di un processo democratico in cui siano coinvolti tutti gli attori politici e della società civile per raggiungere un consenso nazionale;

6.  sottolinea l'importanza di ripristinare senza indugio tutte le reti di comunicazione, tra cui Internet, e di rispettare pienamente la libertà di informazione, espressione e associazione in Egitto;

7.  esprime con determinazione il suo sostegno a favore di riforme che portino alla democrazia, allo Stato di diritto e alla giustizia sociale; reitera la sua richiesta di revocare lo stato di emergenza in Egitto; ribadisce nuovamente l'importanza del buon governo, della lotta contro la corruzione e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Egitto, con particolare riguardo alla libertà di coscienza, religione e pensiero, alla libertà di espressione, alla libertà di stampa e dei media, alla libertà di associazione, ai diritti delle donne e alla parità di genere, alla tutela delle minoranze e alla lotta contro la discriminazione fondata sugli orientamenti sessuali;

8.  sottolinea l'importanza di accelerare considerevolmente le riforme economiche e sociali in Egitto dal momento che la libertà, lo sviluppo economico e un più elevato tenore di vita sono essenziali ai fini della stabilità politica e sociale del paese;

9.  invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere attivamente una transizione rapida verso un Egitto in cui regnino pace, pluralismo e giustizia; sostiene, in un contesto più ampio, l'opinione del Consiglio europeo secondo la quale l'UE dovrebbe fornire il suo pieno sostegno ai processi di transizione nella regione con l'obiettivo di istituire una governance democratica, il pluralismo e migliori opportunità di prosperità economica e di inclusione sociale nonché di rafforzare la stabilità regionale;

10. invita l'UE, gli Stati membri, i partiti politici e le fondazioni ad assistere le forze politiche democratiche e le organizzazioni della società civile in Egitto affinché si organizzino in modo tale da poter essere in grado di partecipare pienamente alla transizione verso la democrazia; chiede alle autorità egiziane di garantire che le comunità cristiane copte non diventino vittima degli avvenimenti attuali e che tutte le comunità religiose possano vivere in pace e professare liberamente la propria fede in tutto il paese;

11. invita l'Alto rappresentante a promuovere la creazione di una task force, coinvolgendo il Parlamento, che possa far fronte alla necessità di sostenere il processo di transizione democratica, come espresso da quanti impegnati a perseguire il cambiamento democratico, in particolare per quanto riguarda elezioni libere e democratiche e la ricostituzione delle istituzioni, tra cui lo sviluppo di una magistratura indipendente; invita l'Alto rappresentante a sostenere la trasformazione democratica anche mediante l'invio di una missione di osservazione elettorale alle prossime elezioni;

12. plaude alla decisione di esecuzione 2011/79/PESC del Consiglio e al regolamento (UE) n. 101/2011 del Consiglio, del 4 febbraio 2011, che dispongono il congelamento dei fondi e delle risorse economiche appartenenti a, posseduti, detenuti o controllati da persone ritenute responsabili dell’appropriazione indebita di fondi dello Stato tunisino, nonché di persone a esse associate[1] e invita il Consiglio ad adottare misure analoghe per quanto riguarda tutte le persone responsabili in Egitto;

13. sottolinea che gli avvenimenti in Egitto e in altri paesi della regione evidenziano ancora una volta l'urgente necessità di sviluppare politiche e strumenti più ambiziosi ed efficaci nonché di rafforzare il loro contesto finanziario per incoraggiare e sostenere le riforme politiche, economiche e sociali nei paesi limitrofi a sud dell'UE; sottolinea che la revisione strategica in corso della politica europea di vicinato deve riflettere gli attuali sviluppi nella regione e trovare nuovi metodi migliori per soddisfare le esigenze e le aspirazioni delle popolazioni; chiede che sia migliorato il coordinamento con le altre politiche dell'UE nei confronti di detti paesi;

14. ribadisce la richiesta che l'UE riesamini la sua politica di sostegno alla democrazia e ai diritti umani in modo tale da creare uno strumento di attuazione della clausola sui diritti umani in tutti gli accordi con i paesi terzi; insiste sul fatto che la revisione della politica europea di vicinato deve privilegiare criteri relativi all'indipendenza della magistratura, al rispetto delle libertà fondamentali, al pluralismo, alla libertà di stampa e alla lotta contro la corruzione; sottolinea, a questo proposito, che gli attuali piani d'azione devono essere radicalmente rivisti, introducendovi chiare priorità associate a incentivi per le riforme politiche; invita il Consiglio a definire una serie di criteri politici che i paesi interessati dalla politica europea di vicinato devono soddisfare per poter beneficiare della concessione dello "status avanzato";

15. ritiene fondamentale il ruolo che gli strumenti finanziari dell'UE destinati alle azioni esterne per la regione, in particolare lo strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), l'iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) e lo strumento di stabilità, possono svolgere in questo ambito e chiede il loro potenziamento, al fine di consentirne un'utilizzazione efficace e coerente in queste circostanze eccezionali; chiede all'Alto rappresentante di ricorrere pienamente a tutti i pertinenti strumenti di finanziamento esterno dell'UE, compresa l'EIDHR; sottolinea che deve essere garantito il controllo da parte del Parlamento europeo di detti strumenti finanziari; sottolinea inoltre l'importanza di affrontare urgentemente la questione dell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e, in generale, della sicurezza alimentare e dello sviluppo rurale;

16. esorta l'Unione per il Mediterraneo a riflettere sugli eventi recenti e ad agire con urgenza al fine di presentare proposte sulla forma migliore per promuovere la democrazia e i diritti umani nei paesi che vi aderiscono e nella regione nonché sulle riforme possibili per rendere il proprio ruolo più incisivo ed efficace; invita la Fondazione euromediterranea Anna Lindh a svolgere urgentemente un ruolo attivo per mobilitare la società civile della regione euromediterranea a favore della promozione della cittadinanza e della partecipazione;

17. riconosce il ruolo cruciale che l'Egitto svolge nel mondo arabo e nel processo di pace in Medio Oriente nonché l'importanza dell'accordo di pace con Israele; invita l'Egitto a mantenere il suo impegno a svolgere un ruolo attivo e costruttivo per instaurare una pace duratura in Medio Oriente, con particolare attenzione al conflitto israelo-palestinese e alla riconciliazione palestinese, e chiede il mantenimento del trattato di pace tra Israele ed Egitto; plaude alla dichiarazione del Consiglio supremo delle forze armate in cui afferma che l'Egitto si impegna a dare esecuzione a tutti i trattati e le convenzioni internazionali di cui è firmatario;

18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché alle autorità egiziane.