PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sugli insegnamenti da trarre dall'incidente nucleare in Giappone per la sicurezza nucleare in Europa
6.4.2011
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi
PPE (B7‑0236/2011)
S&D (B7‑0237/2011)
ALDE (B7‑0241/2011)
Verts/ALE (B7‑0242/2011)
GUE/NGL (B7‑0243/2011)
Corien Wortmann-Kool, Pilar del Castillo Vera, Peter Liese a nome del gruppo PPE
Marita Ulvskog a nome del gruppo S&D
Lena Ek, Fiona Hall, Leonidas Donskis, Jorgo Chatzimarkakis a nome del gruppo ALDE
Rebecca Harms, Daniel Cohn-Bendit a nome del gruppo Verts/ALE
Marisa Matias, Kartika Tamara Liotard, Bairbre de Brún, Marie-Christine Vergiat a nome del gruppo GUE/NGL
Risoluzione del Parlamento europeo sugli insegnamenti da trarre dall'incidente nucleare in Giappone per la sicurezza nucleare in Europa
Il Parlamento europeo,
– visti il trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare il suo articolo 194,
– vista la sua risoluzione del 10 maggio 2007 sulla valutazione dell'Euratom – 50 anni di politica europea in materia di energia nucleare[1],
– viste la sue risoluzioni del 24 marzo 2011 sulla situazione in Giappone, compreso l'allarme delle centrali nucleari[2], e del 7 ottobre 1999 sull'incidente nucleare in Giappone (Tokaimura)[3],
– viste le sue precedenti risoluzioni in occasione del 10° e del 15° anniversario del disastro nucleare di Chernobyl,
– visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che il grave incidente nucleare nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi, avvenuto l'11 marzo 2011 in seguito a un terremoto devastante e a un successivo tsunami che hanno provocato la morte o la scomparsa di migliaia di persone, oltre ad aver causato danni materiali comporta conseguenze a lungo termine per la salute e in termini di contaminazione ambientale e alimentare, la cui reale portata non è ancora quantificabile,
B. considerando che il verificarsi di questo incidente nucleare, così come di precedenti analoghi incidenti in Giappone e nel mondo, ha posto più che mai in rilievo la necessità di rivedere l'approccio alla sicurezza nucleare nell'Unione europea e nel mondo,
C. considerando che a causa di svariati fattori, in particolare la mancanza di approvvigionamento energetico della centrale di Fukushima Daiichi, si è determinato un mancato funzionamento degli impianti di raffreddamento che ha condotto al surriscaldamento di alcune componenti del combustibile nucleare e alla parziale fusione del nucleo del reattore,
D. considerando che il 26 aprile 2011 cade il 25° anniversario del disastro nucleare di Chernobyl, le cui conseguenze si avvertono ancora oggi,
E. considerando che il trattato Euratom è in vigore da più di 50 anni senza che sia stata effettuata alcuna revisione sostanziale,
F. considerando che, alla fine del 2008, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) aveva avvertito che le norme di sicurezza per le centrali nucleari in Giappone erano diventate obsolete e che un terremoto di magnitudo superiore al grado 7,0 della scala Richter avrebbe potuto costituire un grave problema,
G. considerando che le conseguenze di un incidente nucleare vanno al di là dei confini nazionali e che occorre pertanto ricercare una stretta collaborazione, il coordinamento e lo scambio di informazioni all'interno dell'Unione europea e con i paesi terzi limitrofi onde rafforzare le sicurezza nucleare e garantire trasparenza e coordinamento nell'eventualità di un incidente nucleare,
H. considerando che la direttiva sulla sicurezza nucleare fornisce soltanto un quadro limitato per l'azione dell'UE in questo settore e che, alla luce degli avvenimenti in questione, le norme di sicurezza nucleare europee e internazionali dovrebbero essere quanto più rigorose possibili,
I. considerando che lo sviluppo dei nuovi progetti nucleari in Bielorussia e in Russia (regione di Kaliningrad) solleva grandi preoccupazioni in merito alle norme di sicurezza nucleare e al rispetto degli obblighi pertinenti ai sensi delle convenzioni internazionali (come le convenzioni di Espoo e di Århus); che tali preoccupazioni interessano non soltanto gli Stati membri direttamente confinanti con la Bielorussia e la regione di Kaliningrad, ma tutta l'Europa, il che rende indispensabile che l'UE, compresi gli attori competenti della Commissione europea, agisca congiuntamente in un'ottica di solidarietà,
J. considerando che la risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2010 sulla strategia dell'Unione europea per la regione del Mar Baltico e il ruolo delle macroregioni nella futura politica di coesione afferma che "in considerazione della prevista espansione dell'energia nucleare nella regione del Mar Baltico, gli Stati membri dell'Unione europea devono attenersi ai più rigorosi standard ambientali e di sicurezza, e la Commissione europea deve vigilare e controllare che lo stesso approccio e le stesse convenzioni internazionali siano rispettate nei paesi limitrofi, soprattutto in quelli in cui è prevista la costruzione di centrali nucleari in prossimità delle frontiere esterne dell'Unione europea"[4],
K. considerando che vi è la chiara esigenza di un dialogo pubblico aperto sull'energia nucleare in ogni Stato membro, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica alle conseguenze dell'energia nucleare prima dell'assunzione di qualsiasi decisione politica,
L. considerando che attualmente l'organizzazione del lavoro nell'industria nucleare europea ricorre frequentemente al subappalto e che è d'obbligo fornire una formazione adeguata, soprattutto per quanto riguarda i livelli di esposizione pericolosi per i lavoratori e i controlli definitivi sull'affidabilità nelle fasi più critiche dei processi,
M. considerando che il trattato Euratom è stato firmato nel 1957 e che le aspettative in merito all'energia nucleare, alle quali il trattato Euratom ha dato voce cinquant'anni fa, vanno rivalutate,
1. esprime solidarietà nei confronti delle vittime della calamità naturale e dell'incidente nucleare che ne è seguito e ammirazione per tutti coloro che stanno rischiando la vita per evitare una catastrofe nucleare, nonché per la solidarietà, il coraggio e la determinazione dimostrati dal popolo e dalle autorità giapponesi in risposta al disastro; invita l'Unione e i suoi Stati membri a continuare a dare al Giappone e alle regioni colpite dal disastro tutto l'aiuto e il sostegno umanitari, tecnici e finanziari necessari;
2. invita le autorità giapponesi, l'AIEA e la società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, la Tokyo Electric Power Company (Tepco) ad adottare un comportamento trasparente e a fornire informazioni accurate in tempo reale sugli sviluppi a Fukushima, con particolare riferimento ai livelli di radioattività all'interno e all'esterno della zona di esclusione;
3. esprime preoccupazione per le segnalazioni secondo cui la società di gestione, poco prima che accadesse l'incidente nucleare di Fukushima, avrebbe informato le autorità di regolamentazione di varie inadempienze inerenti le ispezioni; ; chiede alla Commissione, alla luce di tali potenziali inadempienze normative, di analizzare l'efficacia, le competenze e l'indipendenza del controllo regolamentare in Europa e di suggerire all'occorrenza miglioramenti;
4. chiede alla Commissione di chiarire la dichiarazione resa dal Presidente Barroso dinanzi al Parlamento europeo il 5 aprile 2011, secondo cui la Commissione intende abbassare i livelli massimi consentiti di contaminazione radioattiva degli alimenti per animali e dei prodotti alimentari; chiede alla Commissione e agli Stati membri di procedere immediatamente ad adottare, a norma delle pertinenti normative UE, i livelli massimi universalmente ammissibili di contaminazione radioattiva degli alimenti nell'Unione europea nell'eventualità di un incidente nucleare, i quali non dovrebbero superare i livelli stabiliti per la parte più vulnerabile della popolazione; chiede altresì alla Commissione di ritirare le disposizioni contenute nel regolamento di esecuzione (UE) n. 297/2011 della Commissione, del 25 marzo 2011[5], il quale consente le importazioni di alimenti per animali e prodotti alimentari originari di talune prefetture giapponesi contaminate fino ai livelli massimi fissati del regolamento (Euratom) n. 3954/87;
5. ritiene che l'Unione europea debba riconsiderare globalmente il proprio approccio alla sicurezza nucleare, tenendo presente che l'energia nucleare continuerà a far parte del mix energetico di diversi Stati membri per molti anni a venire e che sono previsti o già in costruzione nuovi reattori; invita gli Stati membri a imporre, nel frattempo, una moratoria sullo sviluppo e l'attivazione di nuovi reattori nucleari, almeno per il periodo in cui si svolgono e si valutano le prove di stress;
6. ritiene che, al fine di garantire la credibilità delle prove di stress, esse devono essere obbligatorie e basate su criteri comuni e trasparenti, nonché essere messe a punto dalla Commissione di concerto con il Gruppo dei regolatori europei in materia di sicurezza nucleare (ENSREG) e con esperti indipendenti; reputa che tali prove debbano essere condotte sotto il controllo dell'UE e la sorveglianza di esperti indipendenti e che le valutazioni finali debbano essere pronte per la pubblicazione entro la fine del 2011;
7. chiede a tal proposito alla Commissione di presentare, non più tardi del 15 aprile, un calendario dettagliato e preciso, corredato dei nomi degli organi e degli esperti indipendenti che parteciperanno allo sviluppo di criteri dettagliati da applicare alle prove di stress;
8. ritiene che le prove di stress debbano includere, in particolare,
· tutti gli impianti nucleari esistenti o programmati, compresi i rifiuti radioattivi e i bacini di combustibile esaurito;
· una revisione della "cultura della sicurezza nucleare" generale (segnatamente gli appalti pubblici, l'espansione del perimetro di sicurezza, le relazioni annuali sulla sicurezza e l'informazione al pubblico);
· i rischi derivanti da azioni umane (ad esempio, attacchi terroristici e informatici e disastri aerei, gli effetti di eventi naturali straordinari (terremoti, inondazioni, siccità o altri rischi specifici per talune regioni), compresa la prevenzione delle ripercussioni del cambiamento climatico (climate change proofing), al fine di tenere conto dell'aumento della frequenza e della gravità degli eventi meteorologici estremi;
· gli effetti generalizzati di una grave catastrofe eventualmente non collegata, quali la perdita di alimentazione elettrica e idrica, la perdita delle telecomunicazioni, la perdita di accesso fisico al sito, la carenza di manodopera e l'affidabilità dei dispositivi di riserva;
· la sicurezza delle rotte di approvvigionamento del combustibile,
· la combinazione di tali eventi poco frequenti e la capacità di reagire al loro insorgere e al loro impatto combinato (scenario di catastrofe su più fronti);
· altre questioni che potrebbero essere sollevate dagli esperti;
9. invita la Commissione e gli Stati membri a dare la priorità alle prove di stress negli impianti nucleari che presentano "intrinsecamente" maggiori rischi in considerazione, ad esempio, della loro ubicazione geografica (segnatamente in zone sismiche) e ritiene che tali impianti vadano rapidamente controllati in vista di un miglioramento della progettazione strutturale, se del caso, o della disattivazione secondo un calendario preciso;
10. insiste sul fatto che un esito negativo delle prove di stress effettuate su una specifica centrale dovrebbe determinare una risposta graduata, che possa giungere a richiederne l'immediata chiusura;
11. esorta la Commissione e gli Stati membri a intraprendere ogni sforzo possibile per garantire che le prove di stress, come pure le norme che ne deriveranno in materia di sicurezza nucleare, protezione e gestione dei rifiuti, non siano applicati soltanto all'interno dell'Unione europea, ma anche alle centrali nucleari in fase di costruzione o progettazione nei paesi terzi limitrofi; ritiene che siffatte prove dovrebbero applicarsi all'intera filiera produttiva, compresi i trasporti e lo smaltimento e stoccaggio dei rifiuti;
12. segnala che, nella proposta del 2008 relativa all'istituzione di un quadro comunitario per la sicurezza nucleare[6], la Commissione ha perso un'evidente opportunità di proporre l'introduzione di norme comuni volte a garantire un elevato livello di sicurezza nucleare; ricorda che, nell'aprile 2009, il Parlamento europeo ha votato a favore di un rafforzamento della direttiva in materia di sicurezza nucleare, segnatamente rendendo l'adempienza ai principi di sicurezza dell'AIEA un requisito giuridico anziché facoltativo; deplora il fatto che gli Stati membri non abbiano tenuto conto delle preoccupazioni espresse dal Parlamento europeo; afferma l'importanza di un'effettiva cooperazione in riferimento alla direttiva sulla gestione dei rifiuti nucleari e del combustibile esaurito e invita il Consiglio ad accogliere le principali richieste espresse dal Parlamento;
13. attende con interesse che la Commissione presenti, entro la fine del 2011, il riesame generale della legislazione dell'UE in materia di sicurezza nucleare nonché le proposte legislative ad esso collegate, che dovrebbero trasporre a livello europeo i principi fondamentali di sicurezza dell'AIEA con prescrizioni più dettagliate o rigorose in modo da conseguire i livelli di sicurezza più elevati possibile, nonché un meccanismo di revisione periodica obbligatoria per l'applicazione delle norme di sicurezza negli Stati membri, attraverso la revisione tra pari e un comitato indipendente di esperti nucleari sotto la guida della Commissione;
14. ritiene che la sicurezza nucleare costituisca un settore di interesse per l'intera Unione europea e che il principio di sussidiarietà vi si applichi soltanto parzialmente; sollecita, pertanto, una revisione del trattato Euratom al fine di rafforzare le competenze dell'UE in questo settore, come pure di coinvolgere il Parlamento europeo attraverso la procedura legislativa ordinaria al fine di conseguire una maggiore trasparenza e di tenere conto degli obiettivi comuni in materia di politica energetica fissati dal trattato di Lisbona;
15. invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri ad adottare tutte le misure idonee ad assicurare che non siano costruite, nell'UE e nei paesi vicini, centrali nucleari in zone altamente sismiche o a rischio di inondazione; ritiene che la costruzione di centrali nucleari in prossimità delle frontiere esterne dell'Unione europea debba essere compatibile con le norme internazionali in materia di sicurezza nucleare e ambientali;
16. invita gli Stati membri a mantenere e a potenziare le risorse umane, le competenze e le condizioni lavorative necessarie durante il ciclo di vita delle centrali nonché per la fase di disattivazione e di gestione dei rifiuti nucleari;
17. sottolinea la necessità che l'UE sviluppi una strategia che vada oltre i propri confini prevedendo un'azione coerente al più elevato livello politico, finalizzata a garantire la sicurezza nucleare e a esercitare pressioni a favore di un divieto globale delle centrali nucleari in regioni esposte a rischi elevati, che conduca all'elaborazione di in una convenzione vincolante delle Nazioni Unite;
18. esorta gli Stati membri e la Commissione ad assumersi la responsabilità comune di rafforzare le norme internazionali in materie di sicurezza nucleare e la loro corretta attuazione, in stretta collaborazione con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, il segretariato della convenzione di Espoo e altre organizzazioni internazionali competenti; invita la Commissione a presentare, entro il giugno 2011, un piano d'azione inclusivo corredato delle relative modalità concrete di attuazione; esorta la Commissione, in collaborazione con l'AIEA, a esercitare pressioni costruttive sulla Bielorussia e sulla Russia per sollecitare la loro ottemperanza alle norme internazionali di sicurezza e la loro cooperazione con esperti internazionali in tutte le fasi della preparazione, della costruzione e del funzionamento delle centrali nucleari; ritiene che, a tal proposito, l'UE debba avvalersi pienamente delle competenze offerte dalle organizzazioni e dagli organi internazionali;
19. invita la Commissione a condurre uno studio sull'economia generale della costruzione, dell'esercizio e dello smantellamento delle centrali nucleari in Europa, compresi gli aspetti connessi all'intervento dello Stato in caso di incidenti/emergenze, gli aspetti assicurativi e relativi agli aiuti statali e alla concorrenza nel contesto del mercato unico europeo dell'energia;
20. ricorda, in tale contesto, l'accresciuta importanza che rivestono l'efficienza e il risparmio energetici e la necessità di creare un quadro legislativo adeguato e di fornire il supporto necessario per gli investimenti in energia rinnovabile e sostenibile, nello stoccaggio di energia e in una rete elettrica a livello europeo; ritiene che, al fine di ridurre al minimo i rischi di interruzione dell'approvvigionamento, sia fondamentale disporre di una rete elettrica intelligente, che possa far fronte alla somministrazione proveniente da impianti di produzione di energia decentrati;
21. sottolinea, in particolare, come i recenti avvenimenti internazionali abbiano reso evidente che raggiungere l'obiettivo del 20% di efficienza energetica entro il 2020 è più importante e urgente che mai, anche in vista della riduzione delle emissioni di CO2; ricorda che gli obiettivi a lungo termine relativi all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili sono di cruciale importanza anche per gli attori economici e chiede che la Road Map 2050 includa obiettivi ambiziosi di questo tipo, sia per il 2030 e il 2050;
22. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché a Euratom e ENSREG.
- [1] GU C 76 E del 27.3.2008, pag. 114.
- [2] Testi approvati, P7_TA(2011)0118.
- [3] Testi approvati.
- [4] P7_TA(2010)0254.
- [5] GU C 80 del 26.3.2011, pag. 5.
- [6] COM(2008)0790.