Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0263/2011Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0263/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sul divieto di svolgimento delle elezioni del governo tibetano in esilio in Nepal

6.4.2011

a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
ECR (B7‑0263/2011)
Verts/ALE (B7‑0264/2011)
ALDE (B7‑0266/2011)
S&D (B7‑0268/2011)
PPE (B7‑0270/2011)

José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Thomas Mann, Mario Mauro, Cristian Dan Preda, Jarosław Leszek Wałęsa, Csaba Sógor, Bernd Posselt, Tunne Kelam, Filip Kaczmarek, Monica Luisa Macovei, Eija-Riitta Korhola, Elena Băsescu, Sari Essayah, Bogusław Sonik, Tadeusz Zwiefka, László Tőkés a nome del gruppo PPE
Véronique De Keyser, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg a nome del gruppo S&D
Kristiina Ojuland, Norica Nicolai, Marielle De Sarnez, Ramon Tremosa i Balcells, Leonidas Donskis, Marietje Schaake, Sonia Alfano a nome del gruppo ALDE
Eva Lichtenberger, Heidi Hautala, Nicole Kiil-Nielsen, Raül Romeva i Rueda a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock, Geoffrey Van Orden, Roberts Zīle, Tomasz Piotr Poręba, Ryszard Antoni Legutko, Marek Henryk Migalski, Michał Tomasz Kamiński, Adam Bielan a nome del gruppo ECR
Fiorello Provera


Procedura : 2011/2657(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B7-0263/2011
Testi presentati :
RC-B7-0263/2011
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sul divieto di svolgimento delle elezioni del governo tibetano in esilio in Nepal

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue risoluzioni del 17 giugno 2010[1] sul Nepal e del 26 ottobre 2006 sul Tibet[2] ,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–   visto il patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966,

–   vista la dichiarazione del 29 maggio 2010 del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban-Ki Moon sulla situazione politica in Nepal,

–   visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,

A. considerando che oltre 82 000 tibetani esiliati nel mondo sono stati chiamati al voto il 20 marzo 2011 per eleggere il nuovo Kalon Tripa, ovvero il primo ministro del governo tibetano in esilio,

B.  considerando che diverse migliaia di tibetani che vivono in Nepal non hanno ottenuto il permesso di votare dalle autorità nepalesi di Katmandu, a causa delle crescenti pressioni del governo cinese,

C. considerando che già il 3 ottobre 2010 durante una precedente consultazione elettorale in Nepal la polizia di Katmandu ha confiscato le urne e ha chiuso i seggi elettorali della comunità tibetana,

D. considerando che il 10 marzo 2011 il Dalai Lama ha annunciato di voler rinunciare formalmente al suo ruolo di leader politico del governo tibetano in esilio che ha sede a Dharamsala (India), al fine di rafforzare la struttura democratica del movimento tibetano alla vigilia di elezioni che sceglieranno una nuova generazione di leader politici tibetani,

E.  considerando che il governo del Nepal ha dichiarato che le manifestazioni dei tibetani violano la sua politica di "una sola Cina", che ha ribadito il suo impegno a non autorizzare "attività contro il governo di Pechino" sul suo territorio e che ha imposto quindi un divieto generale al movimento dei gruppi di tibetani nel tentativo di placare le autorità cinesi,

F.  considerando che le autorità nepalesi, in particolare la polizia, sono state denunciate ripetutamente per aver violato diritti umani fondamentali quali la libertà d'espressione, riunione e associazione dei tibetani esiliati in Nepal; che tali diritti sono garantiti a tutti coloro che si trovano in Nepal dalle convenzioni internazionali in materia di diritti umani adottate anche dal Nepal, tra cui il patto internazionale sui diritti civili e politici,

G. considerando che la situazione generale di molti rifugiati in Nepal, in particolare dei tibetani, desta preoccupazione,

H. considerando che l'UE ha ribadito il suo impegno a sostegno della governance democratica e partecipativa nelle relazioni esterne dell'Unione mediante l'adozione delle conclusioni del Consiglio sul sostegno alla democrazia nelle relazioni esterne dell'UE del 17 novembre 2009,

1.  sottolinea che il diritto di partecipare a elezioni democratiche è un diritto fondamentale di tutti i cittadini che deve essere promosso, tutelato e garantito in ogni Stato democratico;

2.  invita il governo del Nepal a promuovere il diritto democratico del popolo tibetano, che dal 1960 vive un processo elettorale interno unico, di organizzare consultazioni elettorali democratiche e di parteciparvi;

3.  sottolinea l'importanza di elezioni democratiche pacifiche per il rafforzamento e la tutela dell'identità tibetana sia all'interno sia all'esterno del territorio del Tibet;

4.  esorta le autorità nepalesi a rispettare il diritto alla libertà di espressione, riunione e associazione dei cittadini tibetani in Nepal, alla stregua di quanto è garantito a tutti coloro che si trovano nel paese dalle convenzioni internazionali in materia di diritti umani adottate anche dal Nepal;

5.  invita le autorità a evitare gli arresti preventivi e l'imposizione di restrizioni alle manifestazioni e alla libertà di espressione, che negano il legittimo diritto di espressione e riunione pacifica, durante tutte le attività della comunità tibetana nel paese ed esorta il governo del Nepal a includere tali diritti e a garantire la libertà religiosa nella nuova costituzione nepalese che entrerà in vigore il 28 maggio 2011;

6.  invita le autorità nepalesi a osservare gli obblighi internazionali assunti in materia di diritti umani e la legislazione nazionale nel trattare con la comunità tibetana ed esorta il governo a non cedere alle forti pressioni esercitate dal governo cinese per mettere a tacere la comunità tibetana del Nepal, imponendo limitazioni non solo ingiustificate ma anche illegali ai sensi del diritto nazionale e internazionale;

7.  ritiene che il proseguimento della piena attuazione del "gentlemen's agreement" sui rifugiati tibetani da parte delle autorità nepalesi sia fondamentale per mantenere i contatti tra l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e le comunità tibetane;

8.  invita il Servizio europeo per l'azione esterna, mediante la sua delegazione a Katmandu, a seguire con attenzione la situazione politica in Nepal, in particolare il trattamento dei rifugiati tibetani e il rispetto dei diritti ad essi riconosciuti a livello costituzionale e internazionale ed esorta l'alto rappresentante dell'UE a manifestare alle autorità nepalesi e cinesi le preoccupazioni in merito alle azioni avviate dal governo nepalese per bloccare le elezioni tibetane;

9.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché al governo nepalese e al Segretario generale delle Nazioni Unite.