Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0425/2012Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0425/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla Siria

12.9.2012 - (2012/2788(RSP))

presentata a norma dell'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
S&D (B7‑0425/2012)
PPE (B7‑0435/2012)
ECR (B7‑0438/2012)
ALDE (B7‑0439/2012)

José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Ioannis Kasoulides, Elmar Brok, Cristian Dan Preda, Arnaud Danjean, Mario Mauro, Mário David, Andrzej Grzyb, Ria Oomen-Ruijten, Hans-Gert Pöttering, Laima Liucija Andrikienė, Bernd Posselt, Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, Tokia Saïfi, Michael Gahler, Monica Luisa Macovei, Peter Šťastný, Roberta Angelilli, Nadezhda Neynsky, Alojz Peterle, Elena Băsescu a nome del gruppo PPE
Véronique De Keyser, Ana Gomes, Saïd El Khadraoui, Pino Arlacchi, Richard Howitt, Emilio Menéndez del Valle, María Muñiz De Urquiza, Raimon Obiols, Pier Antonio Panzeri, Mitro Repo, Boris Zala a nome del gruppo S&D
Guy Verhofstadt, Marietje Schaake, Edward McMillan-Scott, Robert Rochefort, Graham Watson, Marielle de Sarnez, Sonia Alfano, Sarah Ludford, Louis Michel, Norica Nicolai, Kristiina Ojuland, Antonyia Parvanova, Johannes Cornelis van Baalen, Jelko Kacin, Alexandra Thein, Nathalie Griesbeck a nome del gruppo ALDE
Charles Tannock a nome del gruppo ECR


Procedura : 2012/2788(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B7-0425/2012
Testi presentati :
RC-B7-0425/2012
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Risoluzione del Parlamento europeo sulla Siria

(2012/2788(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria,

–   viste le conclusioni sulla Siria del Consiglio "Affari esteri" del 23 luglio, del 25 giugno, del 14 maggio, del 23 aprile e del 23 marzo 2012, nonché le conclusioni sulla Siria del Consiglio europeo del 29 giugno 2012,

–   viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 15 marzo, del 14 e 27 aprile, del 27 maggio, del 3 e 18 giugno, del 6, 8 e 20 luglio, del 3, 4, 8 e 18 agosto e del 5 settembre 2012 sulla Siria,

–   viste le dichiarazioni del Commissario europeo per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi del 17 e del 31 luglio e del 29 agosto 2012 sulla Siria,

–   vista la visita di tre giorni in Siria, dal 4 al 6 settembre 2012, del presidente del Comitato internazionale della Croce rossa,

–   vista la decisione del 17 agosto 2012 del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e del Segretario generale della Lega degli Stati arabi Nabil El Araby di nominare Lakhdar Brahimi nuovo rappresentante speciale congiunto per la Siria,

–   visti il regolamento (UE) n. 509/2012 del Consiglio, del 15 giugno 2012, che modifica il regolamento (UE) n. 36/2012 concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Siria e le successive decisioni del Consiglio che applicano dette misure,

–   vista la risoluzione 66/253 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 3 agosto 2012 sulla situazione nella Repubblica araba siriana,

–   viste le risoluzioni del Consiglio dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite 19/1 del 1° marzo 2012, S-19/1 del 1° giugno 2012 e 20/L.22 del 6 luglio 2012 sulla situazione dei diritti umani in Siria,

–   vista la relazione del 15 agosto 2012 della commissione d'inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sulla Siria,

–   vista la decisione adottata dall'Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC) il 13 agosto 2012 in merito alla sospensione della Siria dall'organizzazione stessa,

–   visti il patto nazionale e la visione politica comune per la transizione in Siria, diffusi dopo la conferenza dell'opposizione siriana organizzata sotto l'egida della Lega degli Stati arabi a Il Cairo, il 2 e il 3 luglio 2012,

–   visto l'esito della riunione del gruppo d'azione, svoltasi a Ginevra il 30 giugno 2012,

–   visti il piano Annan e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2042, 2043, 2059,

–   viste le conclusioni e le raccomandazioni contenute nel documento sul tema "Progetto per il domani: sostenere una transizione democratica in Siria", pubblicate nell'agosto 2012,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–   visti il Patto internazionale sui diritti civili e politici, il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, la Convenzione sui diritti del fanciullo e il protocollo opzionale concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, nonché la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, di cui la Siria è firmataria,

–   visto l’articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che secondo le Nazioni Unite sono quasi 20 000 le persone uccise, di cui la maggior parte civili, dall'inizio in Siria nel marzo 2011 della violenta repressione ai danni di manifestanti pacifici; che le gravi violenze, come l'uso di artiglieria pesante e il bombardamento ai danni di zone popolate, le spaventose uccisioni da parte dell'esercito siriano, delle forze di sicurezza, della milizia Shabiha, e da parte di varie forze di opposizione si sono continuamente inasprite; che uomini, donne e bambini sono stati vittime di vari massacri e uccisioni di massa mirate (a bruciapelo); che negli ultimi mesi è drasticamente cresciuto il ricorso alle torture, agli arresti di massa e alla distruzione su vasta scala di zone popolate; che città e villaggi di tutta la Siria sono tenuti sotto assedio e bombardati, anche da elicotteri e aerei da combattimento, dalle forze governative; che attraverso la crescente militarizzazione del conflitto la situazione sta degenerando in una guerra civile;

B.  considerando che ogni ulteriore militarizzazione della situazione in Siria avrebbe un grave impatto sulla sua popolazione civile, che è già esposta a una situazione umanitaria in rapido deterioramento, e continuerebbe a influenzare la regione nel suo complesso, in particolare la Giordania e il Libano, in termini di sicurezza e di stabilità, con conseguenze e implicazioni imprevedibili;

C. considerando che secondo le stime delle Nazioni Unite in agosto sono state uccise circa 5 000 persone a causa del conflitto in corso, il che significa che dal suo inizio sono morte oltre 20 000 persone; che, a causa dell'intensificazione della violenza e delle precarie condizioni di sicurezza e umanitarie in cui versa il paese, i paesi limitrofi, in particolare la Turchia, la Giordania e il Libano, stanno assistendo, soprattutto nelle ultime settimane, a un crescente afflusso di cittadini siriani che cercano rifugio sul loro territorio; che 235 000 rifugiati provenienti dalla Siria sono stati registrati, o sono in attesa di esserlo, da parte dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati; che oltre il 75% dei rifugiati in questione sono donne e bambini; che decine di migliaia di rifugiati non si registrano; che più di 100 000 rifugiati sarebbero fuggiti dalla Siria attraverso il confine con la Giordania, il Libano, l'Iraq e la Turchia, con una media di 500-2 000 persone al giorno nel mese di agosto; che, secondo l'ONU, gli sfollati interni in Siria sono più di 1,2 milioni e le persone che necessitano con urgenza di assistenza umanitaria sono circa 3 milioni; che il regime siriano ha deliberatamente interrotto l'accesso ai viveri, all'acqua, all'elettricità e al materiale sanitario per intere comunità, ad esempio quelle di Homs e, più di recente, di Aleppo; che la Turchia ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell'ONU di valutare la possibilità di istituire una zona di sicurezza per i civili sotto la sorveglianza dei paesi limitrofi;

D. considerando che il 2 agosto 2012 Kofi Annan ha annunciato le proprie dimissioni dalla carica di inviato speciale congiunto delle Nazioni Unite e della Lega araba in ragione dell'intransigenza del regime siriano, della crescente violenza armata e dell'incapacità di un Consiglio di sicurezza diviso di portare avanti i propri sforzi per l'attuazione del piano di pace in sei punti in maniera unitaria e decisa; che recentemente l'ex ministro degli Esteri algerino Lakhdar Brahimi è stato nominato quale nuovo rappresentante speciale congiunto per la Siria delle Nazioni Unite e della Lega degli Stati arabi;

E.  considerando che il regime siriano ha perso ogni credibilità e legittimità in quanto rappresentante del popolo siriano;

F.  considerando che il veto di Russia e Cina ha impedito al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di adottare una risoluzione finalizzata ad approvare i risultati degli sforzi del gruppo d'azione per la Siria, bloccando altresì l'introduzione delle misure proposte per imporre il rispetto del piano in sei punti di Kofi Annan a norma dell'articolo 41 della Carta delle Nazioni Unite; che la comunità internazionale si è finora dimostrata incapace di dare una risposta adeguata e unitaria alla crisi in Siria;

G. considerando che il presidente Bashar al-Assad e il suo regime autoritario non possono far parte del futuro della Siria; che il presidente deve dimettersi al fine di evitare un'ulteriore esacerbazione della crisi e consentire una transizione pacifica e democratica nel paese; che numerosi ex leader politici e militari del regime e ambasciatori si sono rifugiati nei paesi limitrofi e non solo;

H. considerando che occorre un'alternativa credibile al regime attuale; che tale alternativa dovrebbe essere inclusiva e rappresentare la diversità della società siriana nonché rispettare pienamente i valori universali della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, con particolare riferimento ai diritti delle minoranze etniche, culturali e religiose e a quelli delle donne; che l'istituzione di un governo provvisorio, inclusivo e rappresentativo, da parte delle forze di opposizione può contribuire all'alternativa in questione;

I.   considerando che l'UE ha imposto alla Siria sanzioni mirate a più riprese e che ha rafforzato ulteriormente l'embargo sulle armi nei confronti del paese; che, nonostante siano in vigore un embargo dell'UE su armi, munizioni e altre attrezzature militari e un divieto di esportazione delle tecnologie di controllo, i diversi incidenti denunciati riguardanti spedizioni di armi nelle acque dell'UE, così come i dettagli trapelati riguardo a operazioni commerciali tra società dell'UE e cittadini, enti e gruppi siriani soggetti all'applicazione delle sanzioni dell'UE, hanno evidenziato l'incompetenza dell'UE nel dare attuazione, a livello interno, alle decisioni e alle norme adottate;

J.   considerando che diversi attori e Stati esterni, direttamente o per il tramite di canali regionali e paesi limitrofi, continuano a sostenere attivamente le varie parti del conflitto da un punto di vista finanziario, operativo, logistico e tattico nonché a fornire loro aiuti anche sottoforma di forniture di armi, munizioni e altri tipi di attrezzature militari, di appoggio logistico, di strumenti di comunicazione e di assistenza di altra nature utile a fini militari, mettendo così in luce il carattere panregionale del conflitto; che un'ulteriore militarizzazione del conflitto non può che arrecare ulteriori sofferenze alla popolazione siriana e alla regione nel suo complesso;

K. considerando che il 7 settembre 2012 la Commissione ha annunciato la mobilitazione di altri 50 milioni di EUR per l'assistenza umanitaria alle persone bisognose che si trovano all'interno della Siria o che attraversano le frontiere; che, secondo la direzione generale per gli Aiuti umanitari e la protezione civile (ECHO), l'UE ha già messo a disposizione 142 milioni di EUR e che nel complesso l'assistenza dell'UE, comprensiva degli aiuti degli Stati membri, ammonta a circa 224 milioni;

L.  considerando che i rappresentanti dell'opposizione siriana si sono riuniti in varie occasioni nel corso degli ultimi mesi allo scopo di superare le divergenze interne e creare un fronte unito giungendo alla presentazione di un "patto nazionale" e di una "visione politica comune per la transizione in Siria" nonché delle conclusioni e raccomandazioni contenute nel "Progetto per il domani: sostenere una transizione democratica in Siria"; che, nonostante gli sforzi profusi, l'opposizione continua a essere divisa e a registrare tensioni al suo interno;

M. considerando che il gruppo d'azione per la Siria, riunitosi a Ginevra il 1° luglio 2012, ha concordato i principi e gli orientamenti per una transizione guidata dalla Siria comprendente l'istituzione di un organismo governativo di transizione che abbia pieni poteri esecutivi;

1.  ribadisce con la massima fermezza la sua condanna del crescente ricorso alla violenza indiscriminata contro la popolazione civile siriana da parte del regime del Presidente Assad, con particolare riferimento all'uccisione mirata di bambini e donne e alle esecuzioni di massa nei villaggi; esprime profonda preoccupazione per la gravità delle violazioni dei diritti umani e i possibili crimini contro l'umanità autorizzati e/o perpetrati dalle autorità siriane, dall'esercito siriano, dalle forze di sicurezza e dalle milizie affiliate; condanna le sommarie esecuzioni extragiudiziali e ogni altra forma di violazione dei diritti umani commessa da gruppi e forze di opposizione al regime di Assad;

2.  plaude agli sforzi profusi dai paesi limitrofi per accogliere i rifugiati siriani e fornire loro soccorso umanitario; in tale contesto chiede un aumento del sostegno e dell'assistenza da parte della comunità internazionale; sottolinea l'importanza fondamentale di trovare una risposta sostenibile alla crisi umanitaria sia all'interno della Siria che tra i rifugiati siriani nei paesi limitrofi; sollecita i paesi limitrofi a continuare a garantire protezione ai rifugiati siriani e agli sfollati astenendosi, in linea con gli obblighi internazionali assunti, dall'espellerli e dal rimpatriarli in Siria; invita l'UE ad adottare apposite misure responsabili per far fronte a un eventuale afflusso di profughi nei suoi Stati membri; sottolinea la necessità di cooperare con la Croce Rossa; accoglie con favore la disponibilità dell'Unione europea a fornire ulteriore sostegno, anche finanziario, per aiutare i paesi limitrofi, compresi la Turchia, il Libano e la Giordania, ad accogliere i sempre più numerosi profughi siriani; esorta l'UE e i suoi Stati membri a intensificare il loro impegno volto a trovare soluzioni alternative per fornire assistenza umanitaria al popolo siriano nonostante tutti gli ostacoli e le difficoltà;

3.  invita il regime siriano a consentire l'ordinato svolgimento delle operazioni di assistenza umanitaria, a garantire pieno accesso nel paese alle organizzazioni umanitarie e ai media internazionali nonché ad agevolare l'attuazione di pause umanitarie per consentire la fornitura degli aiuti umanitari in condizioni di sicurezza; sottolinea nuovamente che il diritto umanitario internazionale deve essere pienamente rispettato da tutti i soggetti coinvolti nella crisi; sottolinea la necessità di assicurare l'assistenza medica sempre e comunque alle persone ferite e bisognose; invita inoltre tutte le parti coinvolte a proteggere i civili, a garantire un accesso pieno e incondizionato ai viveri, all'acqua e all'elettricità nonché ad astenersi da qualsiasi forma di intimidazione e violenza nei confronti di pazienti, dottori, personale sanitario e operatori umanitari;

4.  esprime il suo cordoglio alle famiglie delle vittime; rinnova la propria solidarietà al popolo siriano che lotta per la libertà, la dignità e la democrazia, elogiandone il coraggio e la determinazione, soprattutto per quanto concerne le donne;

5.  invita tutti i soggetti armati a porre immediatamente fine alle violenze in Siria; invita il governo siriano a ritirare senza indugio il proprio esercito dai villaggi e dalle città sotto assedio e a liberare immediatamente tutti i manifestanti, i prigionieri politici, i difensori dei diritti umani, i blogger e i giornalisti detenuti;

6.  deplora l'incapacità di agire del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il mancato raggiungimento di un accordo da parte dello stesso in merito a una risoluzione volta a intensificare e rendere più efficaci le pressioni atte a porre fine alla violenza in Siria, ribadisce il suo appello ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare Russia e Cina, affinché si assumano le proprie responsabilità e contribuiscano ad arrestare le violenze e la repressione nei confronti del popolo siriano, anche sostenendo l'obbligo di rispettare le risoluzioni 2042 e 2043 del Consiglio di sicurezza dell'ONU; continua a sostenere gli sforzi compiuti dall'UE e dai suoi Stati membri in tale ottica; invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante a compiere il massimo sforzo per garantire l'adozione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite esercitando un'efficace pressione diplomatica su Russia e Cina;

7.  sottolinea che l'Unione europea deve tenersi pronta ad adottare ulteriori misure e a continuare a vagliare, in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, tutte le opzioni possibili nell'ambito del principio della "Responsabilità di proteggere", in stretta collaborazione con gli Stati Uniti, la Turchia e la Lega degli Stati arabi, allo scopo di aiutare il popolo siriano e porre fine al massacro;

8.  sostiene gli appelli di diversi gruppi dell'opposizione e del governo turco affinché siano istituiti rifugi sicuri lungo il confine turco-siriano, ed eventualmente all'interno della Siria, nonché la creazione di corridoi umanitari da parte della comunità internazionale; invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante a intensificare le discussioni con la Turchia, la Lega araba e l'opposizione siriana in merito alla creazione di questi rifugi sicuri, in modo da accogliere i rifugiati siriani e consentire a quanti sono perseguitati dal regime di trovare rifugio e protezione;

9.  rinnova il suo invito al Presidente Assad e al suo regime a lasciare immediatamente il potere per consentire quanto prima una transizione pacifica, inclusiva e democratica, guidata dalla Siria;

10. invita tutte le parti a concordare quanto prima dei cessate il fuoco (locali) al fine di consentire una sospensione significativa delle ostilità più ampia e negoziata;

11. esprime la propria preoccupazione per l'ulteriore militarizzazione del conflitto e per la violenza settaria; prende atto del ruolo dei diversi attori regionali, anche nella fornitura di armi, e si inquieta per le ripercussioni del conflitto siriano sui paesi limitrofi; invita il Consiglio a prendere in considerazione l'adozione di ulteriori misure restrittive nei confronti degli attori e dei gruppi esterni coinvolti sul campo in operazioni di sostegno attivo al regime di Bashar al-Assad;

12. condanna l'intenzione dichiarata del regime siriano di utilizzare armi chimiche contro le "minacce terroristiche esterne"; ricorda al Presidente Assad gli obblighi del suo governo nel quadro del protocollo di Ginevra sul divieto di ricorso alle armi chimiche e invita le autorità siriane ad attenersi rigorosamente ai propri obblighi internazionali;

13. sostiene i continui sforzi dell'Unione europea volti ad accrescere la pressione sul regime del Presidente Assad mediante misure restrittive; invita l'UE a considerare un'estensione del campo di applicazione delle misure restrittive della stessa imposte alle entità e ai gruppi esterni che apportano o favoriscono in maniera inequivocabile un sostegno finanziario e operativo essenziale alle autorità siriane;

14. accoglie con favore la decisione del vertice dell'Organizzazione della Conferenza islamica, del 14 e 15 agosto 2012, di sospendere la partecipazione della Repubblica araba siriana all'Organizzazione per la cooperazione islamica nonché a tutti gli organismi associati e alle istituzioni specializzate e affiliate;

15. plaude agli sforzi compiuti dai rappresentanti dell'opposizione siriana per creare un fronte unito tra le forze di opposizione nonché alla recente pubblicazione del "patto nazionale", della "visione politica comune per la transizione in Siria" e delle conclusioni e raccomandazioni contenute nel "Progetto per il domani: sostenere una transizione democratica in Siria"; incoraggia l'opposizione siriana a continuare su questa strada allo scopo di creare un'alterativa credibile al regime ed esorta il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante e gli Stati membri dell'UE a compiere ogni sforzo per unificare l'opposizione siriana; plaude al forte sostegno dimostrato dalla Turchia, dal Libano e dalla Giordania alla popolazione siriana; esorta il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante ad adoperarsi nella maggior misura possibile per avviare il dibattito con le autorità della Turchia, del Libano e della Giordania, con la Lega Araba e con l'opposizione siriana per preparare la transizione pacifica della Siria del dopo Assad;

16. ribadisce il proprio deciso sostegno all'appello lanciato dal Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani a favore di un deferimento della situazione in Siria alla Corte penale internazionale da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in vista di un'inchiesta formale; si impegna fermamente a garantire che tutti i responsabili di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale siano identificati e rispondano dei loro atti; sostiene con decisione il lavoro della commissione d'inchiesta internazionale indipendente sulla Siria, incaricata di indagare su tutte le violazioni delle norme internazionali sui diritti umani e del diritto umanitario internazionale commesse nel paese, onde assicurare alla giustizia i responsabili, e invita gli Stati membri dell'Unione europea ad adoperarsi nel corso della 21ª sessione dell'UNHRC affinché tale commissione possa continuare a svolgere il proprio lavoro, assicurandole eventualmente ulteriori risorse;

17. chiede una transizione pacifica ed effettiva verso la democrazia guidata dalla Siria, in grado di rispondere alle legittime richieste del popolo siriano nonché basata su un dialogo inclusivo che coinvolga tutte le forze democratiche e le componenti della società siriana, al fine di avviare un processo di profonde riforme democratiche, che tenga conto anche della necessità di assicurare la riconciliazione nazionale e si impegni a garantire il rispetto dei diritti e delle libertà delle minoranze, incluse quelle etniche, religiose, culturali e di altro tipo;

18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento della Federazione russa, al governo e al parlamento della Repubblica popolare cinese, al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia, al governo e all'Assemblea consultiva dello Stato del Qatar, al governo e alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d'America, al governo del Regno dell'Arabia Saudita, al governo e al parlamento del Regno hascemita di Giordania, al governo e al parlamento della Repubblica libanese, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della Lega degli Stati arabi nonché al governo e al parlamento della Repubblica araba siriana.