Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0274/2013Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0274/2013

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sui negoziati in vista di un accordo di cooperazione UE-Afghanistan sul partenariato e lo sviluppo

11.6.2013 - (2013/2665(RSP))

presentata a norma dell'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
ALDE (B7‑0274/2013)
ECR (B7‑0281/2013)
S&D (B7‑0282/2013)
PPE (B7‑0283/2013)

José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Elisabeth Jeggle, Mairead McGuinness, Elmar Brok, Cristian Dan Preda, Michael Gahler, Arnaud Danjean, Laima Liucija Andrikienė, Elena Băsescu, Carlo Fidanza a nome del gruppo PPE
Pino Arlacchi, Thijs Berman, Ana Gomes a nome del gruppo S&D
Anneli Jäätteenmäki, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Alexander Graf Lambsdorff, Louis Michel, Niccolò Rinaldi, Marietje Schaake, Marielle de Sarnez, Sarah Ludford, Robert Rochefort, Hannu Takkula a nome del gruppo ALDE
Charles Tannock a nome del gruppo ECR


Procedura : 2013/2665(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B7-0274/2013
Testi presentati :
RC-B7-0274/2013
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Risoluzione del Parlamento europeo sui negoziati in vista di un accordo di cooperazione UE-Afghanistan sul partenariato e lo sviluppo

(2013/2665(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti relazioni e risoluzioni sull'Afghanistan, in particolare la sua risoluzione del 16 dicembre 2010 su una nuova strategia per l'Afghanistan[1], quella del 15 dicembre 2011 sul controllo di bilancio dell'assistenza finanziaria dell'UE per l'Afghanistan[2] e quella del 15 dicembre 2011 sulla situazione delle donne in Afghanistan e in Pakistan[3],

–   viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'Afghanistan, fra le quali la risoluzione 2096 del marzo 2013,

–   viste le conclusioni delle Conferenze internazionali sull'Afghanistan del 2011 e del 2012, fra cui quelle tenutesi a Bonn nel dicembre 2011, a Chicago nel maggio 2012, a Kabul nel giugno 2012 e a Tokyo nel luglio 2012,

–   vista la dichiarazione della Delegazione dell'UE in Afghanistan, rilasciata d'intesa con i capi missione dell'Unione in Afghanistan il 19 novembre 2012, sull'esecuzione delle persone condannate a morte,

–   vista la decisione dei ministri degli Affari esteri dell'UE, del 27 maggio 2013, di prorogare la missione di polizia dell'Unione europea in Afghanistan (EUPOL) fino al 31 dicembre 2014,

–   visto l'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che l'UE appoggia la ricostruzione e lo sviluppo dell'Afghanistan dal 2002 e continua a impegnarsi per una transizione pacifica nel paese, per il suo sviluppo inclusivo e sostenibile nonché per la stabilità e la sicurezza dell'intera regione;

B.  considerando che la prestazione di assistenza da parte dell'UE dal 2011 al 2013 è stata destinata a settori chiave della governance (compresa la polizia), all'agricoltura, allo sviluppo rurale e alla protezione sanitaria e sociale;

C. considerando che l'UE e l'Afghanistan stanno per concludere i negoziati su un accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo che conferirà alla cooperazione tra le due parti una nuova dimensione globale, all'interno di un nuovo quadro giuridico;

D. considerando che il Parlamento ha sollecitato un programma d'azione quinquennale per l'eliminazione della coltivazione dell'oppio mediante il ricorso a uno sviluppo alternativo in Afghanistan;

E.  considerando che l'UE sta sostenendo l'addestramento delle forze di polizia e la creazione di capacità in Afghanistan e che, dal 2007, la missione EUPOL appoggia una forza di polizia civile sostenibile ed efficace che contribuirà all'istituzione di un sistema di giustizia penale sotto guida afghana;

F.  considerando che, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), il numero di afghani tossicodipendenti è ancora in aumento, il che comporta un importante impatto sociale sulla popolazione;

G. considerando che i risultati significativi sono molto limitati malgrado il ruolo attivo svolto dall'UE nel sostenere le misure di lotta agli stupefacenti;

H. considerando che l'assenza di coordinamento tra i donatori per l'Afghanistan e il governo afghano sta compromettendo l'efficacia dei contributi dell'UE a favore del paese;

I.   considerando che, dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Parlamento europeo svolge un ruolo chiave nel dare l'approvazione necessaria ai nuovi accordi di cooperazione;

1.  ribadisce il proprio costante sostegno alla costruzione di uno Stato afghano dotato di istituzioni democratiche più forti, capaci di garantire la sovranità nazionale, l'unità dello Stato, l'integrità territoriale e la prosperità della popolazione afghana; ribadisce inoltre che il futuro pacifico dell'Afghanistan dipende dalla costruzione di uno Stato stabile, sicuro ed economicamente sostenibile, libero dal terrorismo e dagli stupefacenti e basato sullo Stato di diritto, su istituzioni democratiche rafforzate, sul rispetto per la separazione dei poteri, su un parlamento forte e sulla garanzia dei diritti fondamentali; apprezza, in tale contesto, gli importanti contributi della cooperazione allo sviluppo dell'UE e della missione EUPOL in Afghanistan, la cui proroga è accolta favorevolmente;

2.  si compiace degli sforzi e dei progressi compiuti nell'ultimo decennio; ribadisce, tuttavia, la propria preoccupazione quanto alla situazione della sicurezza e al perdurare della violenza nel paese, con conseguenti minacce per la popolazione locale, compresi le donne, i bambini, le forze di sicurezza nazionali e il personale militare e civile internazionale;

3.  sollecita il governo afghano a prepararsi ad assumere la piena responsabilità della propria sicurezza dopo il ritiro delle forze internazionali; invita l'UE e i suoi Stati membri a intensificare gli sforzi a sostegno della costruzione di capacità militari e civili del governo afghano e delle sue forze di sicurezza nazionali, allo scopo di creare una situazione di stabilità e di sicurezza che costituisca la base essenziale dello sviluppo socioeconomico ed evitare che venga a crearsi un vuoto una volta che il paese assumerà la piena responsabilità della propria sicurezza dopo il 2014; sottolinea che il ritiro delle forze internazionali nel 2014 rischia di creare un vuoto economico;

4.  sostiene i negoziati in vista di un accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo e sottolinea che tale accordo dovrebbe portare a un approccio più strategico e sostenere le autorità afghane durante e dopo il ritiro delle forze internazionali;

5.  sottolinea l'importanza che questo nuovo accordo preveda un approccio globale e sostenibile alla gestione delle sfide in materia di sicurezza, economia, governance e sviluppo in Afghanistan, le quali sono collegate fra loro;

6.  invita le autorità afghane a commutare tutte le sentenze capitali e a reintrodurre una moratoria delle esecuzioni, nell'ottica di abolire definitivamente la pena di morte;

7.  ritiene deplorevole la mancanza di slancio politico per la conclusione dei negoziati su un accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo; invita, pertanto, il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e il governo afghano a concluderli rapidamente;

8.  invita l'UE, nel quadro del nuovo accordo, a proseguire gli sforzi intesi a sostenere i valori democratici, lo Stato di diritto, un sistema di governance affidabile (compresa la lotta alla corruzione), un sistema giudiziario indipendente, i diritti dell'uomo e la creazione di un'autentica società civile;

9.  deplora il fatto che, malgrado l'obbligo del SEAE di informare il Parlamento circa tutte le fasi dei negoziati, quest'ultimo non sia stato adeguatamente informato; rammenta le nuove prerogative in materia di politica estera ad esso attribuite dal trattato di Lisbona, e chiede una piena cooperazione da parte del SEAE e del Consiglio per una questione così importante;

10. pone l'accento sulla necessità di uno sviluppo socioeconomico e di una diversificazione economica ulteriori; sottolinea, a tale riguardo, il potenziale di promozione della crescita rappresentato dallo sfruttamento delle risorse energetiche e dalla valorizzazione dell'industria estrattiva; evidenzia però la necessità che l'industria estrattiva operi in modo trasparente nonché la necessità di applicare le norme stabilite dall'Iniziativa internazionale per la trasparenza delle industrie estrattive;

11. osserva che, nonostante negli ultimi dieci anni siano stati compiuti alcuni progressi nel campo della parità di genere e dei diritti fondamentali, in Afghanistan le donne rappresentano tuttora il segmento più vulnerabile della società e continuano a subire minacce, intimidazioni e violenze e ad essere sottoposte a leggi discriminatorie; pone l'accento sulla necessità, da un punto di vista sia giuridico che pratico, di integrare completamente le donne nella società, di assicurare la loro piena partecipazione e di pervenire alla loro reale emancipazione; condanna con fermezza il fatto che molte donne siano vittime di minacce e violenze incessanti e che negli ultimi anni personalità femminili di spicco della vita pubblica afghana siano state assassinate o siano state vittime di tentativi di omicidio, mentre i responsabili non sono stati assicurati alla giustizia;

12. pone l'accento sulla necessità di fornire un sostegno continuo allo sviluppo delle infrastrutture afghane in molti settori, tra cui scuole, ospedali, reti di trasporto e reti energetiche, agricoltura ed emancipazione delle donne, in linea con gli aiuti allo sviluppo dell'UE previsti anche prima dell'intervento del 2001;

13. deplora che l'iniziativa anti-narcotici dell'UE non abbia finora raggiunto risultati soddisfacenti; sottolinea che la produzione e il traffico di droga sostengono i gruppi "ribelli" e alimentano la corruzione a vari livelli; sottolinea che l'azione anti-narcotici dovrebbe essere principalmente incentrata sul sostegno alle alternative di reddito per gli agricoltori; evidenzia, a tale proposito, la necessità di una strategia più ampia in materia di sviluppo rurale sostenibile e gestione delle risorse idriche;

14. ricorda che oltre il 90% dell'eroina presente in Europa proviene dall'Afghanistan e che il suo costo per la sanità pubblica nei paesi europei ammonta a miliardi di dollari; rileva tuttavia che la produzione di oppio rappresenta un grave problema sociale, economico e di sicurezza; si rammarica del fatto che nel 2011 la produzione di oppio sia aumentata del 61% rispetto al 2010 e che abbia rappresentato il 9% del PIL dell'Afghanistan;

15. osserva che tra il 2009 e il 2011 gli Stati Uniti e la comunità internazionale hanno investito 1,1 miliardi di dollari USA in misure di lotta agli stupefacenti senza ottenere risultati significativi sulla produzione o il traffico di droga; rammenta che il Parlamento ha ripetutamente chiesto l'istituzione di un programma quinquennale per l'eliminazione dell'oppio che preveda scadenze e parametri di riferimento specifici, da attuarsi attraverso un apposito ufficio dotato di bilancio e personale propri sulla base della cooperazione tra l'UE, gli Stati Uniti e la Federazione russa, la quale costituisce la principale vittima dell'eroina proveniente dall'Afghanistan nonché il primo mercato mondiale dell'oppio;

16. ricorda che tra il 2002 e la fine del 2011 l'UE ha stanziato in totale circa 2,5 miliardi di EUR a favore dell'assistenza all'Afghanistan, di cui 493 milioni di EUR per l'assistenza umanitaria; deplora i ridotti risultati ottenuti nonostante le enormi iniezioni di aiuti stranieri; invita la Corte dei conti a elaborare una relazione speciale sull'efficacia dell'assistenza prestata dall'UE all'Afghanistan negli ultimi dieci anni, analoga a quella sulla missione EULEX in Kosovo;

17. esprime la massima preoccupazione per l'inefficienza del sostegno finanziario internazionale e delle strutture di governo afghane, come pure per la mancanza di trasparenza e per i limitati meccanismi di responsabilità dei donatori;

18. condanna la perdita, lungo la catena di distribuzione, di una percentuale significativa di fondi europei e di altri fondi internazionali destinati agli aiuti, e richiama l'attenzione sulle quattro cause principali di tale fenomeno: sprechi, costi di intermediazione e sicurezza troppo elevati, sovrafatturazione e corruzione;

19. ribadisce l'importanza fondamentale di coordinare l'assistenza dell'UE sulla base di un approccio congiunto che coinvolga gli Stati membri e gli attori internazionali nel quadro di una strategia comune; si compiace del consenso strategico tra il governo afghano e la comunità internazionale su un partenariato rinnovato e duraturo per il prossimo decennio, come indicato nelle conclusioni della Conferenza di Tokyo sull'Afghanistan e nel Quadro di Tokyo sulla reciproca responsabilità;

20. pone l'accento sull'importanza di un approccio globale e inclusivo, guidato e deciso dagli afghani, alla riconciliazione in Afghanistan, per tutti coloro che rinunciano alla violenza e rispettano la Costituzione – comprese le disposizioni sui diritti umani, in particolare quelle relative ai diritti delle donne – e che sono disposti a costruire insieme un Afghanistan pacifico; sottolinea altresì che il processo di pace dovrebbe coinvolgere l'opposizione politica, la società civile in generale e le donne in particolare, ed essere quanto più inclusivo possibile; chiede che il ruolo dell'Alto Consiglio per la pace in questo settore sia rafforzato e maggiormente incentrato sul processo di pace effettivo;

21. ricorda gli impegni assunti dal governo dell'Afghanistan in occasione delle conferenze internazionali sull'Afghanistan tenutesi a Kabul e a Tokyo di rafforzare e migliorare il processo elettorale nel paese, tra cui la riforma elettorale a lungo termine, al fine di garantire che le future elezioni siano conformi agli standard internazionali; accoglie con favore l'annuncio delle date in cui si terranno le elezioni presidenziali e dei consigli provinciali del 2014, come pure i preparativi dell'Afghanistan in vista di tali elezioni; sottolinea la necessità di mobilitare la partecipazione, che può dipendere dalla situazione della sicurezza, in particolare nelle province meridionali e orientali; ricorda alle autorità afghane la necessità di una supervisione, da parte di osservatori nazionali e internazionali, delle liste elettorali nazionali nonché dell'organizzazione e del monitoraggio del processo di voto alle prossime elezioni; invita l'UE a fornire sostegno, su richiesta delle autorità afghane, per l'organizzazione delle prossime elezioni;

22. pone l'accento sulla necessità di una cooperazione regionale finalizzata alla promozione della stabilità e della sicurezza in tutta la regione; sottolinea altresì la necessità di una maggiore cooperazione con la Russia, il Pakistan, i paesi dell'Asia centrale, l'India e l'Iran nell'ambito di un quadro regionale, al fine di affrontare le sfide rappresentate dai problemi di sicurezza, dal traffico transfrontaliero di persone e merci e dalla lotta contro la produzione illegale e il traffico di stupefacenti;

23. invita il SEAE a migliorare la propria cooperazione con il Parlamento per quanto concerne l'assistenza dell'UE all'Afghanistan, compreso l'avanzamento dei negoziati; si aspetta di ricevere informazioni complete sulle condizioni di negoziazione e relazioni periodiche una volta che l'accordo sarà stato adottato;

24. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al Servizio europeo per l'azione esterna, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento dell'Afghanistan, al Consiglio d'Europa e all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.