Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0399/2013Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0399/2013

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla Repubblica centrafricana

11.9.2013 - (2013/2823(RSP))

presentata a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, e dell'articolo 110, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
ECR (B7‑0399/2013)
PPE (B7‑0402/2013)
S&D (B7‑0406/2013)
ALDE (B7‑0407/2013)
GUE/NGL (B7‑0408/2013)
Verts/ALE (B7‑0409/2013/2013)

Cristian Dan Preda, Bernd Posselt, Filip Kaczmarek, Tunne Kelam, Roberta Angelilli, Eija-Riitta Korhola, Monica Luisa Macovei, Philippe Boulland, Jean Roatta, Mariya Gabriel, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Giovanni La Via, Eduard Kukan, Sari Essayah, Petri Sarvamaa, Laima Liucija Andrikienė, Zuzana Roithová, Jarosław Leszek Wałęsa, Krzysztof Lisek, Michèle Striffler, Anne Delvaux, Bogusław Sonik a nome del gruppo PPE
Véronique De Keyser, Ricardo Cortés Lastra, Ana Gomes, Liisa Jaakonsaari, Norbert Neuser, Patrice Tirolien, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Joanna Senyszyn, Mitro Repo, Antigoni Papadopoulou, Françoise Castex a nome del gruppo S&D
Marielle de Sarnez, Marietje Schaake, Alexander Graf Lambsdorff, Johannes Cornelis van Baalen, Ramon Tremosa i Balcells, Robert Rochefort, Izaskun Bilbao Barandica, Hannu Takkula a nome del gruppo ALDE
Judith Sargentini, Barbara Lochbihler, Nicole Kiil-Nielsen, Raül Romeva i Rueda a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock a nome del gruppo ECR
Marie-Christine Vergiat, Patrick Le Hyaric a nome del gruppo GUE/NGL

Procedura : 2013/2823(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B7-0399/2013
Testi presentati :
RC-B7-0399/2013
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulla Repubblica centrafricana

(2013/2823(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   visto l'accordo di Libreville (Gabon) dell'11 gennaio 2013 sulla risoluzione della crisi politico-militare in corso nella Repubblica centrafricana (RCA), firmato sotto l'egida dei capi di Stato e di governo della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (CEEAC), che stabilisce le condizioni necessarie per porre fine alla crisi in atto nella Repubblica centrafricana,

–   viste la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite del 14 agosto 2013 sulla situazione nella Repubblica centrafricana, come pure le relazioni del direttore dell'Ufficio integrato delle Nazioni Unite per il consolidamento della pace nella Repubblica centrafricana, del Sottosegretario generale per gli affari umanitari e del Sottosegretario generale per i diritti umani,

–   viste la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2088(2013) del 24 gennaio 2013 e le dichiarazioni del Consiglio di sicurezza sulla Repubblica centrafricana, nonché la richiesta al Consiglio di sicurezza di sostenere la nuova operazione guidata dall'Africa,

–   vista la decisione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana, del 19 luglio 2013, che autorizza lo spiegamento dell'operazione di sostegno della pace sotto guida africana a partire dal 1° agosto 2013,

–   visti i vertici straordinari di capi di Stato e di governo nell'ambito della CEEAC, tenutisi a N'Djamena (Ciad) il 21 dicembre 2012, il 3 aprile 2013 e il 18 aprile 2013, nonché le relative decisioni di istituire un Consiglio nazionale di transizione (CNT) dotato di poteri legislativi e costitutivi e di adottare una tabella di marcia per il processo di transizione nella Repubblica centrafricana,

–   vista la riunione del Gruppo di contatto internazionale tenutasi a Brazzaville (Repubblica del Congo) il 3 maggio 2013, in occasione della quale è stata convalidata la tabella di marcia della transizione ed è stato istituito il Fondo speciale per assistere la Repubblica centrafricana,

–   viste le dichiarazioni sulla Repubblica centrafricana rilasciate dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza in data 21 dicembre 2012, 1° e 11 gennaio 2013, 25 marzo 2013, 21 aprile 2013 e 27 agosto 2013,

–   vista la dichiarazione rilasciata dal commissario UE per gli aiuti umanitari e la protezione civile in data 21 dicembre 2012 sui nuovi scontri scoppiati nella Repubblica centrafricana,

–   vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE del 19 giugno 2013 sulla Repubblica centrafricana,

–   visti i comunicati stampa sulla Repubblica centrafricana pubblicati dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 27 dicembre 2012, il 4 gennaio 2013 e l'11 gennaio 2013,

–   viste le dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki‑Moon, in particolare quella del 26 dicembre 2012, in cui vengono condannati gli attacchi ribelli e si esortano tutte le parti a rispettare le decisioni adottate il 21 dicembre 2012 a N'Djamena dalla CEEAC, e quella del 5 agosto 2013, in cui si chiede la fine dell'impunità per le gravi violazioni dei diritti umani commesse nella Repubblica centrafricana, ivi inclusa la possibilità di imporre sanzioni,

–   vista la dichiarazione del 16 aprile 2013 con cui l'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navanethem Pillay, ha esortato a porre fine alle violenze e a ripristinare lo Stato di diritto nel paese,

–   viste le dichiarazioni sulla situazione nella Repubblica centrafricana rilasciate dal presidente della Commissione dell'Unione africana, Nkosazana Dlamini-Zuma, il 12, 19 e 31 dicembre 2012,

–   visto l'accordo di Cotonou riveduto,

–   vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2013 sulla situazione nella Repubblica centrafricana,

–   visti l'articolo 122, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A. considerando che, dopo la vittoria militare conseguita dalla coalizione Seleka il 24 marzo 2013 e la sua ascesa al potere, alcuni esponenti della stessa hanno commesso numerosi soprusi, stupri, crimini, violenze fisiche, furti, saccheggi e altre violazioni dei diritti umani, tanto nella capitale quanto nelle province, sfuggendo a qualsiasi controllo;

B.  considerando che il 20 agosto 2013 un'operazione di disarmo condotta da Seleka a Boy‑Rabé, una zona controllata dai sostenitori dell'ex presidente François Bozizé, è sfociata nell'uccisione di 11 persone, e che nel contesto di tale operazione sono altresì state ferite decine di persone e sono stati compiuti saccheggi;

C. considerando che il 28 agosto 2013 oltre 5 000 abitanti di Bangui si sono rifugiati nel principale aeroporto della Repubblica centrafricana per sfuggire al saccheggio messo in atto da ex combattenti ribelli e hanno occupato la pista di atterraggio per circa 18 ore;

D. considerando che esiste il rischio di una ripresa delle ostilità da parte delle ex Forze armate centrafricane sostenitrici del presidente deposto François Bozizé, e che la strumentalizzazione delle tensioni interreligiose comporta a sua volta dei rischi;

E.  considerando che il 4 settembre 2013 il procuratore del tribunale di Bangui ha chiesto una condanna a dieci anni di reclusione per 24 ex ribelli di Seleka nell'ambito del primo processo sugli abusi commessi nella Repubblica centrafricana;

F.  considerando che il rispetto dei diritti umani è un valore fondamentale dell'Unione europea e costituisce un elemento essenziale dell'accordo di Cotonou;

G. considerando che l'assenza di azioni giudiziarie contro i responsabili delle violazioni dei diritti umani e dei crimini di guerra favorisce il clima di impunità e incoraggia a commettere nuovi reati;

H. considerando che il 7 agosto 2013 il procuratore della Corte penale internazionale (CPI) ha emesso un secondo avvertimento dichiarando che i crimini commessi nella Repubblica centrafricana potrebbero essere di competenza della CPI e che il suo ufficio avrebbe avviato i necessari procedimenti giudiziari, se del caso;

I.   considerando che queste violenze comportano nuovi spostamenti della popolazione e che, secondo le stime dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, un terzo della popolazione ha lasciato la propria casa e soffre di malnutrizione, 1,6 milioni di persone hanno disperatamente bisogno di aiuto, 200 000 delle quali necessitano di cure sanitarie, mentre 484 000 persone si trovano in una situazione di grave penuria alimentare, 206 000 persone sono state sfollate e 60 000 hanno trovato rifugio nei paesi vicini; che 650 000 bambini non sono più scolarizzati a causa dell'occupazione delle scuole da parte di gruppi armati e 3 500 bambini sono stati reclutati dalle forze e dai gruppi armati;

J.   considerando che il 21 agosto 2013 le autorità del Camerun hanno temporaneamente chiuso il confine con la Repubblica centrafricana a seguito di un presunto attacco sferrato dai ribelli di Seleka contro la città di frontiera di Toktoyo, nel quale sarebbe stata uccisa una guardia di frontiera camerunense; che, nonostante la riapertura del confine, i conducenti di autocarri continuano a essere restii ad attraversare la Repubblica centrafricana a causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza;

K. considerando che la Repubblica centrafricana si trova confrontata a difficoltà sociali ed economiche, in quanto i settori pubblico e privato sono stati depredati e distrutti con grave danno per il tessuto amministrativo ed economico del paese e conseguenti disordini sociali; che gli ospedali sono ugualmente stati saccheggiati su vasta scala, dando luogo a una situazione sanitaria disastrosa nel paese;

L.  considerando che l'accordo di Libreville rimane la base dell'accordo di transizione; che, sebbene al termine del periodo di transizione di 18 mesi debbano essere organizzate elezioni libere, democratiche, trasparenti e regolari, il capo di Stato, il primo ministro, i membri del governo di transizione e i membri dell'Ufficio del Consiglio nazionale di transizione non vi potranno prendere parte;

M. considerando che al vertice CEEAC del 3 aprile 2013 è stato istituito il Consiglio nazionale di transizione e che al vertice del 18 aprile 2013 è stata adottata una tabella di marcia concernente la composizione e il funzionamento di tale Consiglio;

N. considerando che nel maggio 2013 è stato istituito un gruppo di contatto internazionale sulla Repubblica centrafricana incaricato di coordinare l'azione a livello regionale, continentale e internazionale per giungere a una soluzione duratura dei problemi ricorrenti del paese;

O. considerando che l'Unione europea è impegnata in un dialogo politico regolare con la Repubblica centrafricana a titolo dell'accordo di Cotonou ed è il principale donatore del paese; che in data 8 luglio ha deciso di aumentare di 8 milioni di EUR l'importo degli aiuti umanitari, elevandolo a 20 milioni di EUR; che tale aiuto dell'UE non sarà sufficiente e che altri partner internazionali dovranno altresì impegnarsi a contribuire;

P.  considerando che, dalla sua indipendenza nel 1960, la Repubblica centrafricana ha vissuto decenni di instabilità e disordini politici; che, nonostante sia un paese ricco di risorse naturali (legname, oro, diamanti, uranio ecc.), si colloca soltanto al 179esimo posto su 187 Stati nell'indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite e continua a essere uno dei paesi più poveri al mondo, con il 70% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà;

1.  condanna la presa di potere incostituzionale da parte dei gruppi armati della coalizione Seleka, avvenuta il 24 marzo 2013;

2.  esprime profonda preoccupazione circa la situazione della Repubblica centrafricana, caratterizzata dal collasso totale dell'ordine pubblico e dall'assenza dello Stato di diritto; condanna i recenti episodi di violenza, che hanno ulteriormente deteriorato persino i servizi più basilari nel paese e aggravato la già drammatica situazione umanitaria dell'intera popolazione;

3.  invita le autorità della Repubblica centrafricana ad adottare misure concrete per proteggere la popolazione civile, a porre fine al reclutamento e allo sfruttamento di bambini soldato da parte dei gruppi armati e a ristabilire l'ordine pubblico, la sicurezza e i servi di base come l'acqua e l'elettricità;

4.  condanna fermamente le gravi violazioni del diritto umanitario e le diffuse violazioni dei diritti umani, in particolare da parte di membri di Seleka, comprese le esecuzioni extragiudiziali, le esecuzioni sommarie, le sparizioni forzate, le detenzioni e gli arresti arbitrari, le torture, le violenze sessuali e di genere e il reclutamento di bambini soldato;

5.  invita le autorità della Repubblica centrafricana e tutte le parti interessate ad affrontare le cause strutturali delle ricorrenti crisi del paese e a cooperare per l'attuazione dell'Accordo di Libreville, che stabilisce le condizioni per la transizione nel paese e per il ripristino dell'ordine costituzionale, con l'obiettivo di conseguire una pace duratura e soluzioni democratiche;

6.  lancia un appello ai partner internazionali affinché sostengano pienamente gli sforzi congiunti nei settori della sicurezza, dell'aiuto umanitario e della costruzione dello Stato di diritto; invita il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a esaminare con urgenza la richiesta di assistenza avanzata dall'Unione africana per il finanziamento dei 3 600 membri del personale civile e militare della missione di mantenimento della pace nella Repubblica centrafricana;

7.  appoggia la transizione attualmente in corso tra la missione di consolidamento della pace nella Repubblica centrafricana (Micopax) e la missione internazionale di sostegno alla Repubblica centrafricana (Misca), sotto guida africana, il cui mandato dovrebbe essere esercitato sotto l'egida delle Nazioni Unite;

8.  accoglie con favore la decisione dei capi di Stato della CEEAC di aumentare in maniera significativa gli effettivi della Forza multinazionale dell'Africa centrale (FOMAC) e di adottare un mandato della missione adeguato per contribuire alla sicurezza della Repubblica centrafricana; esprime al contempo preoccupazione per il fatto che, nonostante il dispiegamento di 1 300 soldati della CEEAC nella Repubblica centrafricana, non sia stato possibile impedire che il paese precipitasse nel disordine e nell'anarchia; segnala che un deterioramento della situazione nella Repubblica centrafricana potrebbe provocare l'instabilità della regione;

9.  chiede che gli autori di violazioni dei diritti umani, crimini di guerra, crimini contro l'umanità, violenze sessuali nei confronti delle donne e arruolamento di soldati bambino siano denunciati, identificati, perseguiti e puniti a norma del diritto penale nazionale e internazionale; segnala a tal proposito che la situazione della Repubblica centrafricana è già stata sottoposta alla Corte penale internazionale e che, in base allo statuto della Corte, i genocidi, i crimini contro l'umanità o i crimini di guerra non sono soggetti ad alcun termine di prescrizione;

10. si compiace della decisione della Repubblica centrafricana di avviare un programma per la raccolta di armi non autorizzate in risposta alla violenza e alla microcriminalità, in un paese caratterizzato dall'instabilità cronica; esorta il governo a rendere obbligatoria tale misura;

11. prende atto dell'istituzione di una commissione mista d'inchiesta sulle atrocità commesse dalla presa di potere di Seleka, e invita tutti i membri di tale commissione a lavorare di concerto per promuovere la riconciliazione nazionale;

12. ritiene inoltre necessario affrontare le conseguenze dei conflitti, in particolare tramite la riforma delle forze armate e delle forze di sicurezza, la smilitarizzazione, la smobilitazione e il reinserimento degli ex combattenti, il rimpatrio dei rifugiati, il reinsediamento degli sfollati interni nelle proprie case e l'attuazione di programmi sostenibili di sviluppo;

13. ribadisce che una soluzione politica globale, che includa la distribuzione equa delle entrate tramite il bilancio statale, è essenziale per la risoluzione della crisi e per aprire la strada allo sviluppo sostenibile nella regione; invita il Segretario generale delle Nazioni Unite a nominare un gruppo di esperti incaricato di esaminare lo sfruttamento delle risorse minerarie e agricole della Repubblica centrafricana, con l'obiettivo di istituire un quadro giuridico che consenta alla popolazione di trarre vantaggio dalle risorse del paese;

14. accoglie con favore il maggiore sostegno fornito dall'Unione europea per far fronte alla crisi umanitaria della Repubblica centrafricana e invita l'Unione e i suoi Stati membri, quali principali donatori del paese, a migliorare il coordinamento con gli altri donatori e le istituzioni internazionali al fine di soddisfare adeguatamente le esigenze umanitarie urgenti e alleviare la sofferenza della popolazione della Repubblica centrafricana; chiede l'organizzazione di un incontro internazionale sulla Repubblica centrafricana a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a New York a settembre 2013;

15. chiede l'intensificazione delle operazioni internazionali, con il consenso della Repubblica centrafricana, ai fini dell'arresto dei membri dell'Esercito di resistenza del Signore (LRA), in modo da porre fine alle devastazioni causate da questo gruppo criminale;

16. chiede alle autorità della Repubblica centrafricana di ottemperare agli obblighi sanciti nello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, sottoscritto dal loro paese;

17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, alle istituzioni dell'Unione africana, alla CEEAC, all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE e agli Stati membri dell'Unione europea.