Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0100/2014Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0100/2014

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sul Bahrein e in particolare sui casi di Nabeel Rajab, Abdulhadi al-Khawaja e Ibrahim Sharif

5.2.2014 - (2014/2553(RSP))

presentata a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, e dell'articolo 110, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
PPE (B7‑0100/2014)
S&D (B7‑0130/2014)
ALDE (B7‑0133/2014)
Verts/ALE (B7‑0134/2014)

Tunne Kelam, Cristian Dan Preda, Bernd Posselt, Monica Luisa Macovei, Roberta Angelilli, Petri Sarvamaa, Eija-Riitta Korhola, Giovanni La Via, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Sari Essayah, Krzysztof Lisek, Elena Băsescu, Laima Liucija Andrikienė, Davor Ivo Stier, Salvador Sedó i Alabart a nome del gruppo PPE
Véronique De Keyser, Ana Gomes, Richard Howitt, Pino Arlacchi, María Muñiz De Urquiza, Joanna Senyszyn, Liisa Jaakonsaari, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Mitro Repo a nome del gruppo S&D
Marietje Schaake, Edward McMillan-Scott, Alexander Graf Lambsdorff, Johannes Cornelis van Baalen, Louis Michel, Marielle de Sarnez, Ramon Tremosa i Balcells, Sarah Ludford, Izaskun Bilbao Barandica, Angelika Werthmann, Hannu Takkula, Robert Rochefort a nome del gruppo ALDE
Tarja Cronberg, Nicole Kiil-Nielsen, Margrete Auken, Raül Romeva i Rueda, Jean Lambert, Rui Tavares a nome del gruppo Verts/ALE


Procedura : 2014/2553(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B7-0100/2014
Testi presentati :
RC-B7-0100/2014
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sul Bahrein e in particolare sui casi di Nabeel Rajab, Abdulhadi al-Khawaja e Ibrahim Sharif

(2014/2553(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sul Bahrein, in particolare quelle del 17 gennaio 2013[1] e del 12 settembre 2013[2],

–   vista la sua risoluzione del 24 marzo 2011 sulle relazioni dell'Unione europea con il Consiglio di cooperazione del Golfo[3],

–   viste le dichiarazioni sul Bahrein rilasciate dal Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), in particolare quelle del 7 gennaio 2013, 11 febbraio, 1° luglio e 25 novembre 2013 e del 16 gennaio 2014,

–   vista la dichiarazione locale dell'UE del 19 settembre 2013 sugli ultimi sviluppi in Bahrein,

–   visti la visita in Bahrein di una delegazione della sottocommissione per i diritti dell'uomo, svoltasi dal 19 al 20 dicembre 2012, e il comunicato stampa diffuso da detta delegazione, nonché la visita della delegazione per le relazioni con la penisola araba, svoltasi dal 27 al 30 aprile 2013, e il relativo comunicato stampa,

–   viste le dichiarazioni rilasciate dal Segretario generale delle Nazioni Unite, in particolare quella dell'8 gennaio 2013, e la dichiarazione del portavoce dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani del 6 agosto 2013,

–   vista la dichiarazione dell'Alto Commissario dell'ONU per i diritti umani e la dichiarazione congiunta sull'Alto Commissariato e la situazione dei diritti umani in Bahrein del 9 settembre 2013,

–   visti il Consiglio congiunto e la riunione ministeriale CCG-UE svoltisi a Manama, Bahrein, il 30 giugno 2013,

–   vista la decisione del Consiglio ministeriale della Lega araba, riunitosi il 1° settembre 2013 al Cairo, di istituire una Corte dei diritti dell'uomo panaraba con sede a Manama,

–   vista la relazione della commissione indipendente d'inchiesta del Bahrein (BICI) pubblicata nel novembre 2011 e la sua relazione di aggiornamento del 21 novembre 2012,

–   visto il Parere A/HRC/WGAD/2013/12 del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite, del 25 luglio 2013, sulla detenzione arbitraria,

–   visti il quadro strategico e il piano di azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia del 25 giugno 2012,

–   vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2012 su una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE[4],

–   vista la sua risoluzione del 13 giugno 2013 sulla libertà della stampa e dei media nel mondo[5],

–   visti gli orientamenti dell’Unione europea sui difensori dei diritti umani pubblicati nel 2004 e aggiornati nel 2008,

–   visti il Patto internazionale del 1966 relativo ai diritti civili e politici, la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti e la Carta araba dei diritti umani di cui il Bahrein è parte,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–   vista la Convenzione di Ginevra del 1949,

–   visti l'articolo 122, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A. considerando che le violazioni dei diritti umani nel Bahrein restano motivo di grande preoccupazione; che diverse recenti azioni delle autorità bahreinite continuano a violare e limitare i diritti e le libertà di una parte della popolazione, in particolare il diritto dei singoli a manifestare pacificamente, ad esprimersi liberamente e a beneficiare della libertà digitale; considerando che questi attivisti per i diritti umani sono presi di mira in modo continuo e sistematico subendo vessazioni e provvedimenti di detenzione;

B.  considerando che Nabeel Rajab, presidente del Centro bahreinita per i diritti umani (BCHR) e Vice-segretario generali della Federazione internazionale dei diritti umani (FIDH), è stato condannato nell'agosto 2012 a tre anni di reclusione con l'accusa di aver organizzato e partecipato a "raduni illegali" e di aver "turbato l'ordine pubblico" fra il febbraio e il marzo 2011; considerando che in appello la sua pena è stata ridotta a due anni; considerando che prima di questo provvedimento detentivo Rajab era stato ripetutamente arrestato per aver espresso in modo pacifico critiche contro il governo durante le manifestazioni pro-democrazia esplose nel Bahrein nel 2011;

C.  considerando che venerdì 29 novembre Nabeel Rajab aveva già scontato tre quarti dei suoi due anni di pena ed era legalmente divenuto "scarcerabile"; che il 21 gennaio 2014 gli avvocati di Nabeel Rajab hanno presentato al tribunale una terza istanza di scarcerazione anticipata, ma che la stessa è stata respinta;

D. considerando che il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha qualificato arbitrario il provvedimento di carcerazione a carico di Nabeel Rajab;

E.  considerando che il 22 giugno 2011, Abdulhadi-al-Khawaja, fondatore del BCHR e coordinatore regionale di Front Line Defenders, di nazionalità danese, e Ibrahim Sharif, Segretario generale della National Democratic Action Society, sono stati condannati all'ergastolo da un tribunale militare speciale; considerando che il procedimento giudiziario si è concluso dopo tre anni di appelli ma che le sentenze sono state confermate;

F.  considerando che il 27 gennaio 2014, Zainab al-Khawaja, figlia di Abdulhadi-al-Khawaja, è stata condannata dalla pretura di Manama a una ulteriore pena di quattro mesi di reclusione con l'accusa di "distruzione di beni di proprietà dello Stato";

G.  considerando che, stando alla relazione della commissione BICI, le autorità bahreinite si sono impegnate a intraprendere riforme; che il governo non ha pienamente applicato le principali raccomandazioni della Commissione, segnatamente il rilascio dei leader della protesta condannati per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione e di riunione pacifica;

H. considerando che il 2 settembre 2013 il Bahrein ha annunciato che ospiterà la sede permanente della Corte araba dei diritti dell'uomo, dopo che un vertice della Lega araba svoltosi al Cairo ne ha approvato l'istituzione;

I.   considerando che il 15 gennaio 2014 - e per la prima volta dai fatti del febbraio 2011 - SA il Principe ereditario Salman bin Hamad bin Isa Al Khalifa, su richiesta di SAR Hamad Bin Isa Al Khalifa, ha tenuto colloqui approfonditi con i partecipanti al Dialogo di consenso nazionale, fra cui in particolare Sheikh Ali Salman, Segretario generale di Alwefaq;

1.  condanna tutte le violazioni dei diritti umani nel Bahrein e sollecita il governo di questo paese a tradurre in atto tutte le raccomandazioni della relazione BICI e della Universal Periodic Review, onde porre fine a tutti gli abusi e rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali, fra cui la libertà di espressione, anche online, e la libertà di riunione, in linea con gli obblighi del Bahrein in materia di diritti dell'uomo;

2.  chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri di coscienza, gli attivisti politici, i giornalisti, i difensori dei diritti umani e i pacifici manifestanti, fra cui Nabeel Rajab, Abdulhadi Al-Khawaja, Ibrahim Sharif, Naji Fateel, e Zainab Al-Khawaja;

3.  esprime grave preoccupazione per il modo in cui le autorità bahreinite hanno trattato Nabeel Rajab e gli altri attivisti nonché per il loro rifiuto di accordargli la scarcerazione anticipata cui potrebbe aver diritto a norma di legge;

4.  chiede la ratifica della Convenzione internazionale sulla protezione di tutte le persone contro le "scomparse forzate";

5.  sottolinea l'obbligo di garantire che i difensori dei diritti umani siano tutelati e possano svolgere il proprio lavoro senza intralci, intimidazioni o vessazioni;

6.  si oppone alla creazione e al ricorso a tribunali speciali come pure al ricorso alla giustizia militare per giudicare reati relativi alla sicurezza nazionale;

7.  sollecita le autorità bahreinite a rispettare i diritti dei minori, in conformità delle disposizioni della Convenzione sui diritti del fanciullo, di cui il Bahrein è parte;

8.  saluta la decisione del principe Salman bin Hamad bin Isa Al Khalifa’s di tenere colloqui il 15 gennaio 2014 con i leader dei cinque principali gruppi di opposizione per esplorare vie che possano far superare le difficoltà incontrate dal dialogo nazionale, sospeso alcuni giorni prima dal governo; saluta la reazione positiva dell'opposizione e guarda con fiducia alla ripresa del Dialogo di consenso nazionale; nota che non vi sono altre soluzioni se non una via bahreinita fondata sul compromesso e la reciproca fiducia; auspica che tale iniziativa possa stimolare un dialogo nazionale serio e inclusivo, che spiani la strada a riforme profonde e sostenibili verso la riconciliazione della società bahreinita;

9.  vede segnali di speranza nell'avvio operativo dell'Ufficio dell'Ombudsman presso il Ministero dell'interno e di una speciale unità investigativa presso la Procura e invita queste istituzioni ad agire in modo indipendente e con efficacia; saluta con favore il ruolo sempre più attivo assunto dall'Istituto nazionale per i diritti dell'uomo dopo la sua riforma e la creazione della commissione "prigionieri e detenuti", che eserciterà un'azione di monitoraggio sui luoghi di detenzione per prevenire maltrattamenti e torture; invita le autorità del Bahrein a migliorare le condizioni e il trattamento dei prigionieri e ad autorizzare le organizzazioni locali e internazionali specializzate ad accedere ai centri di detenzione;

10. nota i costanti sforzi del governo del Bahrein verso la riforma del codice penale e dei codici di procedura e lo esorta a portare avanti tale processo; invita il governo bahreinita a fare tutti i passi necessari per garantire il "giusto processo" e l'indipendenza e imparzialità della magistratura nel Bahrein nonché per assicurare che essa operi in piena conformità con le norme internazionali in materia di diritti umani;

11. esorta l'ONU a organizzare in tempi rapidi una visita dei tre Relatori speciali sui diritti di riunione e di associazione pacifica, sulla tortura e sull'indipendenza della magistratura e dell'avvocatura;

12. invita il VP/AR e gli Stati membri a collaborare allo sviluppo di una chiara strategia che precisi in che modo l'UE debba esercitare pressioni, sia pubblicamente che privatamente, per il rilascio degli attivisti e dei prigionieri di coscienza; invita il VP/AR a collaborare con gli Stati membri per garantire l'adozione delle conclusioni del Consiglio Affari esteri sulla situazione dei diritti umani in Bahrain, che dovrebbero comprendere un chiaro appello a rilasciare immediatamente e senza condizioni gli attivisti detenuti;

13. plaude alla decisione della Lega araba di istituire una Corte dei diritti dell'uomo araba con sede a Manama ed esprime l'auspicio che possa fungere da catalizzatore per i diritti umani in tutta la regione; sollecita il governo del Bahrein, come pure i suoi partner in seno alla Lega araba, a garantire l'integrità, l'imparzialità, l'efficienza e la credibilità di tale Corte;

14. chiede che il Consiglio adotti misure appropriate nel caso in cui il processo di riforma venga interrotto e si registri un deterioramento della situazione in materia di diritti umani;

15. fa appello per l'istituzione di una moratoria ufficiale sulle esecuzioni nella prospettiva dell'abolizione della pena di morte;

16. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento del Regno del Bahrein.