Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0138/2014Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0138/2014

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla situazione in Ucraina

5.2.2014 - (2014/2547(RSP))

presentata a norma dell'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
Verts/ALE (B7‑0138/2014)
ALDE (B7‑0139/2014)
S&D (B7‑0140/2014)
PPE (B7‑0158/2014)
ECR (B7‑0163/2014)
EFD (B7‑0164/2014)

José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Elmar Brok, Mairead McGuinness, Jacek Saryusz-Wolski, Laima Liucija Andrikienė, Roberta Angelilli, Elena Băsescu, Ivo Belet, Jerzy Buzek, Arnaud Danjean, Mário David, Mariya Gabriel, Michael Gahler, Marietta Giannakou, Andrzej Grzyb, Gunnar Hökmark, Elisabeth Jeggle, Tunne Kelam, Andrey Kovatchev, Eduard Kukan, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Monica Luisa Macovei, Francisco José Millán Mon, Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, Nadezhda Neynsky, Ria Oomen-Ruijten, Alojz Peterle, Andrej Plenković, Bernd Posselt, Cristian Dan Preda, György Schöpflin, Salvador Sedó i Alabart, Bogusław Sonik, Davor Ivo Stier, Inese Vaidere a nome del gruppo PPE
Libor Rouček, Ana Gomes, Tonino Picula, Maria Eleni Koppa, Liisa Jaakonsaari, Boris Zala, David Martin a nome del gruppo S&D
Guy Verhofstadt, Johannes Cornelis van Baalen, Graham Watson, Louis Michel, Leonidas Donskis, Marietje Schaake, Marielle de Sarnez, Ramon Tremosa i Balcells, Sarah Ludford, Gerben-Jan Gerbrandy, Hannu Takkula, Alexander Graf Lambsdorff a nome del gruppo ALDE
Rebecca Harms, Werner Schulz, Mark Demesmaeker, Indrek Tarand, Raül Romeva i Rueda, Tarja Cronberg a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock, Ryszard Antoni Legutko, Tomasz Piotr Poręba, Ryszard Czarnecki, Paweł Robert Kowal, Marek Henryk Migalski, Adam Bielan a nome del gruppo ECR
Jaroslav Paška a nome del gruppo EFD


Procedura : 2014/2547(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B7-0138/2014
Testi presentati :
RC-B7-0138/2014
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Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Ucraina

(2014/2547(RSP))

Il Parlamento europeo,

–       vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2013 sull'esito del vertice di Vilnius e il futuro del partenariato orientale, in particolare per quanto riguarda l'Ucraina[1],

–       vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2013 sulla politica europea di vicinato: verso un rafforzamento del partenariato – posizione del Parlamento europeo sulle relazioni del 2012[2],

–       vista la sua risoluzione del 12 settembre 2013 sulle pressioni esercitate dalla Russia sui paesi del partenariato orientale (nel contesto del prossimo vertice del partenariato orientale a Vilnius)[3],

–       vista la dichiarazione congiunta del 29 novembre 2013 del vertice del partenariato orientale tenutosi a Vilnius,

–       viste le conclusioni sull'Ucraina del Consiglio del 20 gennaio 2014,

–       viste le dimissioni rassegnate dal primo ministro Azarov e dal suo governo il 28 gennaio 2014,

–       vista la dichiarazione congiunta sull'Ucraina rilasciata il 29 gennaio 2014 dai primi ministri dei paesi del Gruppo di Visegrád,

–       visti l'accordo di partenariato e di cooperazione (APC) concluso tra l'Unione europea e l'Ucraina, in vigore dal 1° marzo 1998, e il nuovo accordo di associazione siglato il 30 marzo 2012,

–       visto il vertice UE-Russia del 28 gennaio 2014,

–       visto l'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.     considerando che le dimostrazioni iniziate più di due mesi fa in seguito alla decisione del presidente Janukovyč di non firmare l'accordo di associazione con l'UE proseguono tuttora nella capitale, e che il malcontento si sta diffondendo in altre città, anche nelle regioni orientali dell'Ucraina; che la rivolta popolare in Ucraina si è estesa alla maggioranza delle regioni, le cui amministrazioni sono ora sotto il controllo del popolo;

B.     considerando che nelle ultime settimane la situazione si è ulteriormente deteriorata a un ritmo crescente e che i cittadini sono scesi in piazza per difendere la democrazia e le libertà civili in seguito alle brutali repressioni da parte delle forze di polizia antisommossa "Berkut" nei confronti di manifestanti, difensori dei diritti umani e giornalisti;

C.     considerando che, nonostante le pressioni internazionali, le autorità ucraine continuano a perseguire una politica di intimidazione, repressione, tortura e violenza contro i manifestanti, che ha portato al ferimento di oltre 2 000 persone, a numerosi rapimenti e all'uccisione di almeno sei persone;

D.     considerando che l'adozione, avvenuta il 16 gennaio 2014 da parte della maggioranza di governo, di una serie di leggi anti-proteste che limitano pesantemente le libertà di espressione e di riunione ha provocato sdegno a livello internazionale nonché violenti scontri a Kiev, con conseguenti perdite di vite umane;

E.     considerando che qualsiasi repressione violenta o dichiarazione di stato di emergenza sarà considerata un atto criminale e una violazione dei diritti fondamentali con profonde conseguenze internazionali;

F.     considerando che nella sua visita a Kiev dal 28 al 30 gennaio 2014 la delegazione ad hoc del Parlamento europeo ha incontrato le autorità e i dimostranti EuroMaidan, l'opposizione politica ed esponenti della chiesa e ha ottenuto un'analisi accurata e approfondita della situazione in Ucraina,

1.      si compiace dello spirito democratico e della resilienza del popolo ucraino dopo due mesi di coraggiose proteste scontratesi con la brutale risposta delle autorità ed esprime piena solidarietà e sostegno agli sforzi del popolo per un'Ucraina libera, democratica e indipendente e per una prospettiva europea;

2.      esprime profonda preoccupazione per la grave crisi politica in Ucraina e per i violenti scontri verificatisi a Kiev e in altre città ucraine; chiede con forza una soluzione politica alla crisi e insiste su un dibattito realmente democratico sulle modalità e gli strumenti necessari per superare gli scontri e le divisioni nel paese;

3.      condanna fermamente l'intensificazione delle violenze contro cittadini pacifici, giornalisti, studenti, attivisti della società civile, politici dell'opposizione e membri del clero, ed esprime sincero cordoglio alle famiglie delle vittime della violenza in Ucraina; invita le autorità ucraine a rispettare pienamente i diritti civili e le libertà fondamentali della popolazione e ad adottare provvedimenti immediati per porre fine alla situazione di impunità, indagando e punendo i responsabili delle violenze nei confronti dei manifestanti pacifici;

4.      invita altresì i manifestanti del Maidan a evitare l'uso della forza e a salvaguardare in modo pacifico la legittimità della loro causa e chiede a tutti i leader dell'opposizione di continuare ad astenersi dalla violenza non provocata e di far sì che le proteste siano pacifiche;

5.      è preoccupato per l'eccessivo ricorso alla violenza da parte delle forze di sicurezza e dei "tituschki" oltre che per gli atti violenti perpetrati da ultranazionalisti;

6.      chiede in particolare che il presidente Janukovyč ponga fine non solo al vergognoso spiegamento della polizia antisommossa Berkut e di altre forze di sicurezza, che provocano, sequestrano, molestano, torturano, picchiano e umiliano i sostenitori del movimento EuroMaidan, ma anche agli arresti arbitrari e ai periodi di detenzione preventiva eccessivamente lunghi; esprime particolare preoccupazione per le torture denunciate e sottolinea gli impegni internazionali dell'Ucraina in proposito; segnala il caso più recente, ovvero quello di Dmytro Bulatov (leader di "AutoMaidan"), che è stato sequestrato e torturato;

7.      invita il presidente Janukovyč a dare ordine di cessare siffatte pratiche e chiede il rilascio immediato e incondizionato nonché la riabilitazione politica di tutti i manifestanti e prigionieri politici detenuti illegalmente, tra i quali Julija Tymošenko; chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta indipendente sotto l'egida di un organismo riconosciuto a livello internazionale, quale ad esempio il Consiglio d'Europa, al fine di indagare su tutte le violazioni dei diritti umani che hanno avuto luogo dall'inizio delle manifestazioni;

8.      ricorda la disponibilità dell'UE a firmare un accordo di associazione /accordo di libero scambio globale e approfondito con l'Ucraina non appena superata la crisi politica e una volta soddisfatte le condizioni applicabili, quali definite dal Consiglio "Affari esteri" del 10 dicembre 2012 e sostenute dalla risoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2012;

9.      accoglie favorevolmente la decisione della Verchovna Rada di abrogare le leggi anti-protesta, e la relativa firma da parte del presidente Janukovič, come passo positivo verso una risoluzione politica della crisi; si rammarica tuttavia per il fatto che la legge sull'amnistia, che rende le vittime ostaggi, sia stata approvata il 29 gennaio senza il consenso dell'opposizione; ritiene che la liberazione incondizionata dei manifestanti non solo agevolerebbe sensibilmente il dialogo, ma contribuirebbe altresì alla pace sociale;

10.    esorta il presidente e il governo a impegnarsi seriamente in un dialogo inclusivo con l'opposizione, la società civile e i dimostranti del Maidan al fine di allentare la tensione e la polarizzazione che caratterizzano la situazione e di trovare soluzioni per superare l'attuale crisi politica e sociale in Ucraina con mezzi pacifici;

11.    ricorda al presidente Janukovyč la responsabilità che gli incombe, di fronte al popolo ucraino e alla comunità internazionale, di astenersi dal ricorrere a metodi repressivi, di superare l'attuale crisi politica e di rispettare il diritto di protesta pacifica;

12.    chiede che l'UE continui ad adoperarsi per fare opera di mediazione e favorire un processo che porti ad allentare la tensione, ad avviare un dialogo politico più costruttivo nel paese e a trovare una soluzione alla crisi e consenta di ovviare al problema della totale mancanza di fiducia; sottolinea che tale dialogo dovrebbe essere trasparente e coinvolgere pienamente EuroMaidan e la società civile;

13.    ritiene, a seguito delle numerose richieste avanzate da comuni cittadini, attivisti e politici ucraini, che la presenza attiva di membri del Parlamento europeo a Kiev possa evitare un ulteriore inasprimento della crisi e invita, a tale riguardo, a istituire una missione permanente del Parlamento europeo in Ucraina al fine di allentare le tensioni e facilitare il dialogo tra le parti; incarica la Conferenza dei presidenti di istituire tale missione il più presto possibile;

14.    chiede alle istituzioni e agli Stati membri dell'UE di adottare misure immediate, tra cui una maggiore pressione diplomatica e la preparazione di provvedimenti mirati ad personam (restrizioni di viaggio e congelamento di beni e proprietà), nei confronti di tutti i funzionari e legislatori ucraini e dei loro sponsor commerciali (oligarchi) responsabili della repressione e della morte di manifestanti, e di intensificare gli sforzi volti a far cessare il riciclaggio di denaro e l'evasione fiscale da parte delle società e degli uomini d'affari ucraini nelle banche europee;

15.    invita l'UE, gli USA, il FMI, la Banca Mondiale, la BERS e la BEI a proseguire l'elaborazione di un pacchetto di sostegno finanziario concreto a lungo termine che aiuti l'Ucraina a far fronte al peggioramento della situazione finanziaria e sociale e fornisca assistenza economica affinché il governo avvii le tanto necessarie riforme profonde e globali dell'economia ucraina;

16.    accoglie favorevolmente e appoggia il lavoro svolto attualmente dall'Unione europea e dagli Stati Uniti per la creazione di un sostanzioso pacchetto di aiuti a favore dell'Ucraina, da offrire a un governo di transizione credibile al fine di alleviare l'attuale difficile situazione in materia di pagamenti;

17.    è del parere che una delle misure importanti per risolvere la crisi in Ucraina consista nel ritorno alla Costituzione del 2004, illegalmente abrogata nel 2010 dalla Corte costituzionale aggirando il Parlamento ucraino, unitamente all'istituzione di un governo provvisorio e all'indizione di elezioni anticipate;

18.    invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a impegnarsi per un'ampia apertura verso la società ucraina, in particolare mediante un rapido accordo per l'istituzione di un regime di rilascio gratuito dei visti e, successivamente, di un regime di esenzione dall'obbligo del visto; è del parere che la tassa applicata ai visti vada ridotta drasticamente e senza indugio per i giovani ucraini, e che occorra potenziare la cooperazione nel campo della ricerca, intensificare gli scambi giovanili e aumentare il numero delle borse di studio disponibili;

19.    ritiene che si debbano esplicare ulteriori sforzi per includere l'Ucraina nel mercato energetico dell'UE mediante la Comunità dell'energia;

20.    invita la Russia ad adottare un atteggiamento costruttivo nonché a porre fine alle misure di ritorsione e alle pressioni indebite volte a minare il diritto sovrano dei suoi vicini di determinare liberamente il proprio futuro; esorta l'Unione europea e i suoi Stati membri a rivolgersi alla Russia in modo univoco per sostenere le aspirazioni europee dei paesi del partenariato orientale che scelgono liberamente di intensificare le loro relazioni con l'UE; sottolinea che il ricorso alla coercizione politica, economica e di altro tipo viola l'atto finale di Helsinki e il Memorandum di Budapest del 1994 concernente la sicurezza dell'Ucraina; fa notare che tanto l'UE quanto la Russia hanno la responsabilità di apportare un contributo attivo alla pace e alla prosperità nei paesi del vicinato comune che vada a vantaggio sia dell'UE sia della Russia; ribadisce la propria convinzione che l'unica via da percorrere in vista del conseguimento del citato obiettivo sia la cooperazione;

21.    appoggia l'ulteriore coinvolgimento della società civile nei processi nazionali di riforma; incoraggia una maggiore cooperazione interparlamentare con l'Assemblea parlamentare Euronest; si compiace della partecipazione della Conferenza degli enti locali e regionali del partenariato orientale;

22.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, agli Stati membri, al Presidente dell'Ucraina, al governo ucraino, alla Verchovna Rada, all'Assemblea parlamentare Euronest e alle assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.