Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0388/2014Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0388/2014

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla situazione nella Corea del Nord (Repubblica popolare democratica di Corea)

16.4.2014 - (2014/2696(RSP))

presentata a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, e dell'articolo 110, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
ECR (B7‑0388/2014)
PPE (B7‑0409/2014)
S&D (B7‑0411/2014)
ALDE (B7‑0412/2014)
Verts/ALE (B7‑0414/2014)

José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Cristian Dan Preda, Herbert Reul, Bernd Posselt, Filip Kaczmarek, Tunne Kelam, Elena Băsescu, Monica Luisa Macovei, Eduard Kukan, Philippe Boulland, Jean Roatta, Roberta Angelilli, Petri Sarvamaa, Eija-Riitta Korhola, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Sari Essayah, Laima Liucija Andrikienė, Dubravka Šuica, Peter Šťastný, Csaba Sógor, Salvador Sedó i Alabart, Jarosław Leszek Wałęsa, Seán Kelly, László Tőkés, Bogusław Sonik a nome del gruppo PPE
Véronique De Keyser, Libor Rouček, Ana Gomes, Joanna Senyszyn, Richard Howitt, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Mitro Repo, Tonino Picula, George Sabin Cutaş, David Martin, Liisa Jaakonsaari, Antigoni Papadopoulou a nome del gruppo S&D
Jelko Kacin, Marietje Schaake, Alexander Graf Lambsdorff, Sarah Ludford, Louis Michel, Leonidas Donskis, Phil Bennion, Graham Watson, Izaskun Bilbao Barandica, Kristiina Ojuland, Hannu Takkula, Ramon Tremosa i Balcells, Johannes Cornelis van Baalen, Robert Rochefort, Marielle de Sarnez a nome del gruppo ALDE
Gerald Häfner, Barbara Lochbihler, Nicole Kiil-Nielsen, Tarja Cronberg, Raül Romeva i Rueda a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock a nome del gruppo ECR

Procedura : 2014/2696(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B7-0388/2014
Testi presentati :
RC-B7-0388/2014
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulla nella Corea del Nord (Repubblica popolare democratica di Corea)

(2014/2696(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il Patto internazionale sui diritti civili e politici, il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, la Convenzione sui diritti del fanciullo, nonché la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, strumenti tutti ai quali la Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) ha aderito,

–   vista la Convenzione del 1984 contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti,

–   viste le sue risoluzioni del 14 marzo 2013, sulle minacce nucleari e i diritti umani nella Repubblica popolare democratica di Corea[1], del 24 maggio 2012 sulla situazione dei rifugiati nordcoreani[2], e dell'8 luglio 2010 sulla Corea del Nord[3],

–   viste le dichiarazioni del portavoce di Catherine Ashton, vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per la politica estera e di sicurezza, del 19 agosto 2013 sui recenti accordi intercoreani, del 5 giugno 2013 sull'espulsione di nove nordcoreani dal Laos, nonché la dichiarazione di Catherine Ashton del 13 marzo 2013 sulle minacce nucleari e i diritti dell'uomo nella Corea del Nord,

–   vista la dichiarazione rilasciata il 13 marzo 2013 dalla RPDC in cui afferma di aver cessato l'armistizio del 1953 e di "non essere vincolata dalla dichiarazione Nord-Sud in materia di non aggressione",

–   viste le risoluzioni del Consiglio dell'ONU per i diritti dell'uomo in data 26 marzo 2014 e 21 marzo 2013 nonché la risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU in data 18 dicembre 2013 sulla situazione dei diritti dell'uomo nella Repubblica popolare democratica di Corea,

–   vista la commissione d'inchiesta sui diritti dell'uomo nella Repubblica popolare democratica di Corea, istituita il 21 marzo 2013 dal Consiglio dell'ONU per i diritti dell'uomo,

–   visti l'articolo 122, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A. considerando che la commissione d'inchiesta dell'ONU ha indagato le "sistematiche, diffuse e gravi violazioni dei diritti dell'uomo" in Corea del Nord e ha pubblicato una relazione il 7 febbraio 2014;

B.  considerando che i metodi di lavoro professionali, esaustivi e inclusivi applicati dalla commissione d'inchiesta possono servire da esempio per l'attività di future missioni conoscitive richieste dal Consiglio dell'ONU per i diritti dell'uomo nei casi in cui i governi rifiutino qualsiasi cooperazione, come è avvenuto per la RPDC;

C. considerando che la RPDC, all'atto della costituzione della commissione d'inchiesta, ha dichiarato che l'avrebbe "completamente respinta e ignorata", le ha rifiutato il permesso di visitare il paese e non ha cooperato in alcun modo; che il regime della RPDC non ha cooperato in generale con l'ONU e ha respinto tutte le risoluzioni del Consiglio dell'ONU per i diritti dell'uomo e dell'Assemblea generale dell'ONU in materia di diritti dell'uomo in Corea del Nord; che esso non ha cooperato con il relatore speciale dell'ONU sulla situazione dei diritti umani nel paese e ha respinto ogni assistenza da parte dell'alto commissario dell'ONU per i diritti dell'uomo;

D. considerando che il dialogo UE – RPDC in materia di diritti dell'uomo è stato sospeso dalla RPDC nel 2003;

E.  considerando che la commissione d'inchiesta ha concluso che "sono state e continuano a essere commesse dalla RPDC sistematiche, diffuse e gravi violazioni dei diritti dell'uomo e, in vari casi, le violazioni accertate costituiscono crimini contro l'umanità basati sulle politiche di Stato che non hanno alcun parallelo nel mondo contemporaneo";

F.  considerando che tali crimini contro l'umanità comportano sterminio, uccisioni, schiavitù, torture, incarcerazioni, stupri, aborti forzati e altre violenze sessuali, persecuzioni per motivi politici, religiosi, razziali e di genere, trasferimento coatto di popolazioni, scomparsa forzata di persone e atti inumani che provocano scientemente prolungate carestie; che tali crimini contro l'umanità nella RPDC sono possibili in quanto permangono politiche, istituzioni e modelli di impunità;

G. considerando che la relazione della commissione d'inchiesta ha concluso che le "indicibili atrocità" commesse contro centinaia di migliaia di prigionieri in passato e attualmente nei campi di prigionia "assomigliano agli orrori dei campi che gli Stati totalitari hanno creato nel corso del ventesimo secolo";

H. considerando che la relazione dimostra che nella RPDC lo Stato rivendica il controllo assoluto su ogni aspetto della vita dei suoi cittadini, l'assoluto monopolio in materia di informazione, circolazione all'interno e all'esterno del paese e vita sociale (sistema di classificazione Songbun);

I.   considerando che il governo ha addirittura esteso i suoi atti repressivi al di là dei confini dello Stato, con il sistematico rapimento e rifiuto di rimpatrio di oltre 200.000 cittadini di altri paesi, molti dei quali sono stati poi oggetto di scomparsa forzata;

J.   considerando che sono diffuse discriminazioni e violenze contro le donne, fra cui pestaggi pubblici e aggressioni sessuali nei confronti delle donne da parte di pubblici ufficiali; che donne e ragazze sono vulnerabili al traffico e all'attività sessuale forzata;

1.  prende atto con estrema preoccupazione delle risultanze della commissione d'inchiesta dell'ONU e ne sostiene le raccomandazioni;

2.  ribadisce la sua ferma condanna nei confronti della decennale repressione di Stato esercitata in modo sistematico dagli attuali e passati leader supremi dell'RPDC e dall'amministrazione e invita la RPDC a cessare immediatamente le gravi, diffuse e sistematiche violazioni dei diritti dell'uomo perpetrate nei confronti del suo stesso popolo;

3.  sottolinea che le violazioni descritte, molte delle quali costituiscono crimini contro l'umanità, sono avvenute per troppo tempo sotto gli occhi attenti della comunità internazionale e si appella agli Stati membri dell'UE e a tutti i membri dell'Assemblea generale dell'ONU affinché collochino le sofferenze della popolazione della Corea del Nord all'apice dell'agenda politica e garantiscano un seguito alle raccomandazioni della commissione d'inchiesta;

4.  è convinto che sia giunto il momento per la comunità internazionale di adottare azioni concrete per porre fine all'impunità dei responsabili; esige che coloro i quali sono maggiormente responsabili dei reati contro l'umanità commessi nella RPDC siano chiamati a rispondere, trascinati dinanzi al tribunale penale internazionale e oggetto di sanzioni mirate;

5.  chiede al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) di garantire che l'attuazione delle raccomandazioni della commissione d'inchiesta costituisca un punto permanente nell'agenda dei dialoghi in materia di diritti dell'uomo e di altre riunioni con paesi terzi, in particolare i dialoghi con la Russia e la Cina; chiede inoltre al SEAE e al rappresentante speciale UE per i diritti dell'uomo di garantire che tutti gli ambasciatori SEAE siano informati in merito alla relazione della commissione d'inchiesta e comprendano che hanno il compito di garantire il sostegno a livello globale all'azione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, come raccomandato dalla commissione d'inchiesta;

6.  invita il governo della RPDC a soddisfare i suoi obblighi previsti dagli strumenti in materia di diritti dell'uomo cui ha aderito e a cooperare pienamente con le organizzazioni umanitarie, gli osservatori indipendenti in materia di diritti dell'uomo e il relatore speciale ONU sulla situazione dei diritti dell'uomo nella RPDC, assicurando tra l'altro l'accesso al paese;

7.  invita il SEAE e gli Stati membri UE a sostenere l'alto commissario dell'ONU per i diritti dell'uomo a istituire speciali strutture volte a garantire la responsabilità per i crimini commessi, attraverso la costante raccolta di prove e documentazione;

8.  invita la RPDC a cessare immediatamente e in via permanente le esecuzioni pubbliche e segrete e ad abolire la pena capitale; invita inoltre la RPDC a cessare le uccisioni extragiudiziali, le scomparse forzate e le punizioni collettive, a chiudere tutti i campi di detenzione, a liberare i prigionieri politici e a consentire ai suoi cittadini di circolare liberamente, sia all'interno che all'esterno del paese; invita la RPDC a consentire la libertà di espressione e la libertà di stampa per i media nazionali ed internazionali nonché un accesso senza censura a internet dei suoi cittadini;

9.  esorta il governo della RPDC a trasmettere tutte le informazioni sui cittadini di paesi terzi che si presume siano stati prelevati da agenti statali della Corea del Nord durante gli scorsi decenni e a restituire ai loro paesi d'origine queste persone sequestrate ancora in stato di detenzione;

10. esprime la sua particolare preoccupazione per la persistente gravità della situazione alimentare nel paese nonché per il suo impatto sui diritti economici, sociali e culturali della popolazione; invita la Commissione a mantenere gli attuali programmi di aiuto umanitario e i canali di comunicazione con la RPDC e a garantirne una consegna sicura a fasce mirate della popolazione; invita le autorità della RPDC a garantire l'accesso di tutti i cittadini al cibo e all'assistenza umanitaria in base alle esigenze, in conformità coi principi umanitari; invita inoltre la RPDC a investire le proprie risorse nel miglioramento delle spaventose condizioni di vita del suo popolo, anziché continuare a rafforzare il suo arsenale militare e il programma nucleare;

11. invita tutti i membri dell'ONU, in particolare la Repubblica popolare cinese, a venire in aiuto ai cittadini della Corea del Nord che riescono a scappare dal paese concedendo loro il diritto di soggiorno, protezione giuridica e servizi di base equivalenti a quelli concessi ai propri cittadini e ad astenersi categoricamente dal cooperare in qualsiasi forma con l'amministrazione RPDC per quanto riguarda l'estradizione o il rimpatrio dei cittadini nordcoreani;

12. accoglie con favore qualsiasi progetto umanitario fra le due Coree, come le riunioni delle famiglie separate della Corea del Sud e della Corea del Nord, che possono concretamente agevolare le sofferenze della popolazione, e invita entrambi i governi a incrementare questo tipo di iniziative;

13. invita l'ONU – come proposto dalla commissione d'inchiesta – a convocare una conferenza politica ad alto livello tra le parti alla guerra di Corea, allo scopo di giungere ad una soluzione pacifica definitiva della guerra e a una procedura per intensificare la cooperazione, sulla scorta ad esempio del processo di Helsinki;

14. incarica il suo presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al governo della RPDC, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per la politica estera e di sicurezza, al rappresentante speciale UE per i diritti dell'uomo, ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale dell'ONU, al Consiglio dell'ONU per i diritti dell'uomo, ai membri della commissione d'inchiesta dell'ONU sui diritti dell'uomo nella RPDC, compreso il relatore speciale, al governo e al parlamento della Repubblica di Corea, al governo e al parlamento della Federazione russa, al governo e al parlamento del Giappone nonché al governo della Repubblica popolare cinese.