Proposta di risoluzione comune - RC-B8-0228/2015Proposta di risoluzione comune
RC-B8-0228/2015

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulle priorità dell'UE per il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani nel 2015

10.3.2015 - (2015/2572(RSP))

presentata a norma dell'articolo 123, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
ALDE (B8‑0228/2015)
PPE (B8‑0230/2015)
EFDD (B8‑0231/2015)
Verts/ALE (B8‑0232/2015)
ECR (B8‑0233/2015)
S&D (B8‑0234/2015)

Andrzej Grzyb, Cristian Dan Preda, Elmar Brok, Dubravka Šuica, József Nagy, Ivana Maletić, Andrej Plenković, Arnaud Danjean, Claude Rolin, Lara Comi, Ramona Nicole Mănescu a nome del gruppo PPE
Elena Valenciano, Soraya Post, Pier Antonio Panzeri, Josef Weidenholzer, Tanja Fajon, Victor Negrescu, Liisa Jaakonsaari, Viorica Dăncilă, Alessia Maria Mosca, Kati Piri, Simona Bonafè, Vilija Blinkevičiūtė, Miroslav Poche, Andi Cristea, Enrico Gasbarra, Javi López, José Blanco López, Richard Howitt, Nicola Caputo a nome del gruppo S&D
Mark Demesmaeker a nome del gruppo ECR
Beatriz Becerra Basterrechea, Gérard Deprez, Marielle de Sarnez, Nathalie Griesbeck, Antanas Guoga, Louis Michel, Angelika Mlinar, Ivan Jakovčić, Urmas Paet, Marietje Schaake, Pavel Telička, Ivo Vajgl a nome del gruppo ALDE
Barbara Lochbihler, Alyn Smith, Davor Škrlec a nome del gruppo Verts/ALE
Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo a nome del gruppo EFDD


Procedura : 2015/2572(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B8-0228/2015
Testi presentati :
RC-B8-0228/2015
Discussioni :
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulle priorità dell'UE per il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani nel 2015

(2015/2572(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nonché le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e i relativi protocolli opzionali, tra cui la Convenzione sui diritti del fanciullo e la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW),

–   vista la risoluzione 60/251 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che istituisce il Consiglio per i diritti umani (CDU),

–   viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Carta sociale europea e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–   visti il quadro strategico e il piano di azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia adottati il 25 giugno 2012,

–   viste le precedenti risoluzioni sul Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla violazione dei diritti umani, incluse le sue risoluzioni d'urgenza a tale riguardo,

–   viste la relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2013 e la politica dell'Unione europea in materia,

–   viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri", del 9 febbraio 2015, sulle priorità dell'UE nelle sedi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani,

–   visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 5, e gli articoli 18, 21, 27 e 47 del trattato sull'Unione europea,

–   vista l'imminente 28a sessione del Consiglio per i diritti umani, che si terrà dal 2 al 27 marzo 2015,

–   visto l'articolo 123, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che il rispetto, la promozione e la salvaguardia dell'universalità dei diritti umani sono parte integrante dell'acquis etico e giuridico dell'Unione europea e costituiscono uno degli elementi fondanti dell'unità e dell'integrità europee;

B.   considerando che i diritti umani sono intrinseci a tutti gli esseri umani a prescindere dalla nazionalità, dalla razza, dal sesso, dall'origine etnica, dalla religione o da qualsiasi altra condizione e che il rispetto di tali diritti è sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, dal Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali come pure dalle successive convenzioni, dichiarazioni e risoluzioni adottate a livello internazionale in materia di diritti umani;

C.     considerando che tutti i diritti umani (che siano civili, politici, economici, sociali o culturali) sono indivisibili, interconnessi e interdipendenti e che la privazione di uno qualsiasi di essi si ripercuote negativamente e in modo diretto sugli altri;

D.     considerando che il mancato rispetto dei diritti umani e l'assenza di una legittima partecipazione democratica sono causa di instabilità, fallimento degli Stati, crisi umanitarie e conflitti armati;

E.     considerando che l'azione dell'Unione nelle sue relazioni con i paesi terzi si fonda sull'articolo 21 del trattato di Lisbona, che ribadisce l'universalità e l'indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e sancisce il rispetto della dignità umana, dei principi di uguaglianza e solidarietà nonché dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale;

F.     considerando che tutti gli Stati hanno l'obbligo di rispettare i diritti di base delle rispettive popolazioni nonché il dovere di intraprendere azioni concrete per agevolare il rispetto di tali diritti a livello nazionale e di collaborare a livello internazionale per eliminare gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dei diritti umani in tutti i settori;

G.     considerando che le sessioni ordinarie del Consiglio per i diritti umani, la nomina di relatori speciali, il meccanismo della revisione periodica universale e le procedure speciali riguardanti situazioni nazionali specifiche o questioni tematiche contribuiscono alla promozione e al rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;

H.     considerando che, purtroppo, alcuni degli attuali membri del Consiglio per i diritti umani sono considerati tra i maggiori responsabili di violazioni dei diritti umani e hanno fatto registrare risultati insoddisfacenti in termini di cooperazione nell'ambito delle procedure speciali delle Nazioni Unite e di osservanza dei propri obblighi di informazione nei confronti degli organismi delle Nazioni Unite incaricati di garantire il rispetto dei trattati in materia di diritti umani;

Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani

1.      valuta positivamente le priorità individuate dall'UE in vista dell'imminente 28a sessione ordinaria del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (CDU), figuranti nelle conclusioni del Consiglio del 9 febbraio 2015;

2.      accoglie con favore la nomina dell'ambasciatore Joachim Rücker quale presidente del CDU per il 2015;

3.      si congratula con Zeid Ra'ad Al Hussein per la sua nomina ad Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNHCHR) e rinnova l'impegno a sostenere con la massima fermezza i suoi sforzi e il suo mandato;

4.      si compiace della partecipazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) Federica Mogherini alla sessione ad alto livello del CDU, in quanto ciò trasmette il giusto segnale circa il forte impegno dell'UE a favore del sistema multilaterale per i diritti umani;

5.      valuta positivamente la relazione annuale dell'Alto commissario per i diritti umani all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, riguardante il periodo compreso tra dicembre 2013 e novembre 2014, ed esprime pieno sostegno a favore dell'indipendenza e dell'integrità del suo Ufficio; sottolinea l'importanza di difendere tale indipendenza in modo da garantire che l'Alto commissario possa continuare a esercitare le proprie funzioni in modo efficace e imparziale; ribadisce che l'Alto commissario deve poter contare su finanziamenti adeguati;

6.      ricorda l'impegno del Parlamento europeo e della sua sottocommissione per i diritti dell'uomo a sostenere un solido sistema multilaterale per i diritti umani sotto l'egida delle Nazioni Unite, compresi la terza commissione dell'Assemblea generale, il Consiglio per i diritti umani e l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani, unitamente ai lavori delle correlate agenzie specializzate delle Nazioni Unite, tra cui l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), e delle procedure speciali delle Nazioni Unite;

7.      incoraggia il SEAE, in particolare tramite le delegazioni dell'UE a New York e Ginevra, a rafforzare la coerenza dell'UE mediante consultazioni tempestive e concrete nell'ottica di presentare la posizione dell'Unione con una sola voce; ribadisce l'importanza di integrare i lavori svolti a New York e Ginevra nel contesto dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, della terza commissione e del Consiglio per i diritti umani nelle pertinenti attività interne ed esterne dell'UE, al fine di assicurare la coerenza;

8.      ritiene che le continue vessazioni e la detenzione di difensori dei diritti umani e di figure dell'opposizione da parte di alcuni paesi membri del CDU minino la credibilità di quest'ultimo; ribadisce la propria posizione secondo cui i membri del CDU dovrebbero essere eletti tra gli Stati che rispettano i diritti umani, lo Stato di diritto e la democrazia e che hanno accettato di rivolgere inviti permanenti a tutte le procedure speciali; esorta gli Stati membri a promuovere e adottare criteri di risultato nel settore dei diritti umani, da applicare a qualsiasi Stato affinché possa essere eletto membro del CDU; sollecita gli Stati membri a incoraggiare l'adozione di procedure trasparenti, aperte e competitive per l'elezione dei membri del CDU;

9.      ribadisce il proprio sostegno a favore del meccanismo di revisione periodica universale (UPR) e il proprio apprezzamento per il valido contributo apportato da detta revisione e invita i membri a elaborare attivamente le proprie revisioni periodiche universali, anche coinvolgendo la società civile, a impegnarsi nel dialogo interattivo durante la sessione della revisione periodica universale e nei dibattiti sull'adozione dei relativi esiti, a dare attuazione alle raccomandazioni che ne scaturiscono e ad adottare misure concrete intese a migliorare e a favorire il rispetto degli obblighi in materia di diritti umani;

10.    rimane contrario al "voto in blocco" (bloc voting) in seno al CDU; esorta i paesi membri del CDU a mantenere la trasparenza nell'espressione del loro voto;

11.    invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a continuare a dar seguito alle raccomandazioni della revisione periodica universale nell'ambito di tutti i dialoghi programmatici dell'Unione con i paesi interessati, onde trovare modalità di sostegno ai governi nell'attuazione delle raccomandazioni;

12.    ribadisce il proprio sostegno a favore delle procedure speciali e dello status indipendente dei detentori del mandato, che consentono loro di svolgere le loro funzioni nella piena imparzialità, invita tutti gli Stati a cooperare con le suddette procedure ed esorta gli Stati membri a denunciare i casi di mancata cooperazione da parte degli Stati con titolari di mandato per le procedure speciali;

13.    ritiene importante inviare delegazioni parlamentari alle sessioni del CDU e ad altre sessioni pertinenti dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite;

14.    deplora il fatto che le possibilità di interazione tra la società civile e il CDU siano sempre più esigue e che le opportunità offerte alle ONG di intervenire a tali sessioni continuino a diminuire; esorta l'UE e il CDU a garantire che la società civile possa contribuire quanto più possibile alla 28a sessione del CDU, nonché al processo di revisione periodica universale e ad altri meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, senza temere rappresaglie dopo il ritorno nel paese d'origine;

Diritti civili e politici

15.    ribadisce che la libertà di espressione, che è alla base di ogni società libera e democratica, è un diritto fondamentale di ogni individuo; condanna fermamente l'assassinio in Francia, nel gennaio 2015, di 12 persone, tra cui i vignettisti del periodico Charlie Hebdo e di quattro persone in un supermercato ebraico, assieme all'uccisione di un regista e di un guardiano di una sinagoga a Copenaghen ad opera di terroristi che volevano colpire la libertà di espressione e di religione;

16.    condanna l'uso della religione da parte dei gruppi estremisti e jihadisti in tutti i paesi, in particolare in Siria, Iraq, Libia, Myanmar/Birmania, Nigeria e Africa centrale, i quali sono responsabili di attacchi armati e dinamitardi, attentati suicidi, rapimenti e altri atti di violenza che terrorizzano la popolazione; è del parere che la lotta al terrorismo implichi la necessità di affrontare le sue cause profonde, tra le quali figurano l'esclusione sociale, l'emarginazione politica e la disuguaglianza; chiede che siano profusi maggiori sforzi per tutelare i diritti di coloro che appartengono alle minoranze religiose; esorta a rispettare i diritti umani e lo Stato di diritto in tutte le iniziative di lotta al terrorismo;

17.    esprime preoccupazione per tutte le limitazioni alla libertà di riunione e di associazione, tra cui l'interdizione delle organizzazioni della società civile, l'uso aggressivo delle leggi penali sulla diffamazione e altre leggi restrittive, i requisiti esagerati in termini di registrazione e rendicontazione nonché le norme eccessivamente restrittive in materia di finanziamenti esteri, e ribadisce che la libertà di associazione e di riunione pacifica sono elementi fondamentali dei diritti umani;

18.    invita tutti i governi a promuovere e a sostenere le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani e a consentire loro di operare liberi da timori, repressioni o intimidazioni, a cooperare con il CDU nell'ambito del meccanismo di revisione periodica universale e a garantire che i paesi responsabili delle rappresaglie contro gli attivisti dei diritti umani rispondano delle loro azioni, in particolare nel caso di rappresaglie fatali come quella che in Cina ha portato alla morte, nel marzo 2014, dell'attivista dei diritti umani Cao Shunli per aver tentato di imbarcarsi su un volo che le avrebbe permesso di partecipare al vertice del CDU a Ginevra nel settembre 2013;

19.    ribadisce la propria condanna nei confronti dell'uso della pena di morte e appoggia con forza l'introduzione di una moratoria al riguardo, quale passo verso l'abolizione;

20.    ricorda ancora una volta l'importanza della lotta contro la tortura e altre forme di maltrattamento, come pure del fatto che l'Unione si è impegnata a rendere prioritaria questa tematica, anche con riferimento ai minori, e ad agevolare il lavoro del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura; esorta il SEAE, la Commissione e gli Stati membri dell'UE a dimostrare il loro impegno comune a eliminare la tortura e a sostenere le vittime, in particolare continuando o iniziando, a seconda dei casi, a fornire il loro contributo al Fondo volontario delle Nazioni Unite per le vittime della tortura e al Fondo speciale istituito dal protocollo facoltativo della Convenzione contro la tortura;

21.    esprime preoccupazione per la persistente e diffusa discriminazione nei confronti dei migranti, compresi i richiedenti asilo e i rifugiati, e per le altrettanto persistenti e diffuse violazioni dei loro diritti; invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a favorire il lavoro del relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti dei migranti, unitamente all'attuazione delle sue raccomandazioni; chiede ai governi di rispettare i diritti umani e la dignità intrinseca dei migranti, di porre fine all'arresto e alla detenzione arbitrari e, onde evitare la detenzione eccessiva di migranti irregolari, di riesaminare i periodi di detenzione e ricorrere a misure alternative ad essa; invita i governi a rispettare in qualsiasi circostanza il principio di non respingimento e a conformarsi pienamente ai loro obblighi giuridici a livello internazionale in relazione all'espulsione dei migranti; chiede agli Stati, qualora non vi abbiano già provveduto, di mettere a punto sistemi e procedure atti a garantire il pieno rispetto degli obblighi derivanti dal diritto internazionale in materia di diritti umani da parte di tutti i loro programmi e delle loro istituzioni nel campo dell'immigrazione;

22.    sostiene l'ultima relazione e le relative conclusioni del relatore speciale del CDU sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza; invita l'UE e i suoi Stati membri ad attuare le raccomandazioni del relatore speciale nella loro politica interna per combattere la diffusione dell'odio razziale, etnico e xenofobo e la sua istigazione su Internet e sulle reti dei media sociali tramite l'adozione di adeguati provvedimenti legislativi, nel pieno rispetto degli altri diritti fondamentali quali la libertà di espressione e di opinione;

23.    riconosce che la rapida evoluzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione ha trasformato il contesto in cui si esercita la libertà di espressione in tutto il mondo, generando sia notevoli vantaggi sia serie preoccupazioni; si compiace, in tale contesto, dell'adozione da parte del Consiglio, nel maggio 2014, degli orientamenti dell'UE sulla libertà di espressione online e offline, e condanna tutte le restrizioni alla comunicazione digitale, ivi comprese quelle che hanno come obiettivo membri della società civile; ribadisce la necessità di prestare particolare attenzione ai diritti di giornalisti e blogger;

24.    incoraggia il CDU a proseguire il dibattito sul diritto alla riservatezza e, a tal fine, a nominare un relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla riservatezza, in particolare nel contesto della comunicazione digitale;

Diritti sociali ed economici

25.    nota che l'agenda delle Nazioni Unite sullo sviluppo del millennio si pone l'obiettivo di eliminare la povertà entro il 2030 mediante un approccio olistico alle questioni economiche, sociali e ambientali; accoglie con favore la relazione di sintesi del Segretario generale delle Nazioni Unite in vista del vertice speciale dell'ONU sull'agenda per gli obiettivi di sviluppo sostenibile post-2015; sostiene gli appelli del Segretario generale per un approccio incentrato sulle esigenze e sui diritti dei cittadini al fine di eliminare la povertà;

26.    ritiene importante affrontare le crescenti ed estreme disuguaglianze allo scopo di combattere la povertà in generale e di promuovere i diritti sociali ed economici, in particolare agevolando l'accesso al cibo, all'acqua, all'istruzione, all'assistenza sanitaria e ad alloggi adeguati; sottolinea, in tale contesto, il problema sempre più grave dell'accaparramento dei terreni, che deve essere affrontato;

27.    è del parere che la corruzione, l'evasione fiscale, la cattiva gestione dei beni pubblici e la mancata assunzione di responsabilità contribuiscano alla violazione dei diritti dei cittadini, in quanto sottraggono fondi agli investimenti in servizi pubblici quanto mai necessari quali l'istruzione, i servizi sanitari di base e altre infrastrutture sociali, perpetuando così la povertà della popolazione; ricorda che, conformemente al Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali, i governi hanno l'obbligo di rispettare i diritti dei loro cittadini mettendo a disposizione risorse adeguate; sottolinea, a tale proposito, che occorre prestare particolare attenzione alla protezione dei difensori dei diritti umani attivi nella promozione dei diritti economici, sociali e culturali;

28.    ribadisce il suo sostegno a favore dell'istituzione di un relatore speciale delle Nazioni Unite sui reati finanziari, la corruzione e i diritti umani;

Imprese e diritti umani

29.    sostiene fermamente la diffusione e l'attuazione efficaci e globali dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani all'interno e all'esterno dell'UE ed evidenzia la necessità di adottare tutte le misure necessarie per affrontare le lacune esistenti nell'effettiva attuazione dei principi guida dell'ONU, anche per quanto riguarda l'accesso alla giustizia; accoglie con favore l'iniziativa concernente un regolamento che istituisce un sistema di dovuta diligenza nella catena di approvvigionamento per l'estrazione responsabile dei minerali provenienti dalle zone interessate dai conflitti; invita tutte le parti interessate ad assumere un ruolo attivo in occasione dell'11a sessione del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sul tema dei diritti umani e delle società transnazionali e altre imprese commerciali, nonché a sostenere gli sforzi tesi ad allineare le rispettive politiche alle linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali e ai principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani; ribadisce la sua richiesta alla Commissione affinché questa presenti, entro la fine del 2015, una relazione sull'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani da parte degli Stati membri dell'UE;

30.    incoraggia le delegazioni UE in tutto il mondo ad attivarsi presso le imprese dell'UE al fine di promuovere il rispetto dei diritti umani e di garantire che il tema "imprese e diritti umani" sia iscritto tra i punti chiave negli inviti a presentare proposte a livello locale nel quadro dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani;

31.    ritiene che le imprese e i diritti umani possano rafforzarsi a vicenda creando nuovo potenziale imprenditoriale nelle regioni maggiormente bisognose di investimenti sostenibili e responsabili e contribuendo al rispetto generale dei diritti umani nei paesi in via di sviluppo;

32.    invita l'UE e i suoi Stati membri a impegnarsi nel dibattito emergente su uno strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di imprese e diritti umani nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite;

Diritti delle donne

33.    sottolinea che l'integrazione della dimensione di genere – che comporta la riorganizzazione, il miglioramento, lo sviluppo e la valutazione delle politiche per garantire che i responsabili della loro elaborazione integrino in ciascuna di esse, a tutti i livelli e in tutte le fasi, un approccio basato sulle pari opportunità – è uno strumento importante per il conseguimento dell'uguaglianza di genere;

34.    invita l'UE a partecipare attivamente alla 59a sessione della Commissione sulla condizione delle donne e a continuare a contrastare ogni tentativo di minare la piattaforma d'azione di Pechino delle Nazioni Unite, che sarà riesaminata in occasione del ventesimo anniversario della quarta Conferenza mondiale sulle donne, per quanto riguarda, tra l'altro, l'accesso all'istruzione e alla sanità quali diritti umani fondamentali e i diritti sessuali e riproduttivi;

35.    biasima il fatto che, nonostante i progressi compiuti finora nel conseguimento della parità di genere e dell'emancipazione femminile, in molti paesi continuino a vigere leggi discriminatorie, in particolare in materia di famiglia e di accesso alla proprietà; rileva che le donne continuano a essere ampiamente sottorappresentate nelle posizioni decisionali e che la violenza nei loro confronti rimane diffusa, mentre l'accesso alla giustizia resta limitato nonostante il numero di donne che muoiono ogni giorno a seguito di violenze domestiche; esprime profonda preoccupazione per il fatto che in alcuni paesi si siano registrate battute d'arresto, in particolare in materia di diritti sessuali e riproduttivi;

36.    condanna fermamente il ricorso a violenze sessuali contro le donne, tra cui crimini quali lo stupro di massa, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata, le forme di persecuzione basate sul genere, inclusa la mutilazione genitale femminile, la tratta, i matrimoni precoci e forzati, i delitti d'onore e tutte le altre forme di violenza sessuale di gravità paragonabile, anche quando sono usate come tattica di guerra; invita nuovamente l'UE e tutti i suoi Stati membri a firmare e ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul);

37.    ricorda l'impegno dell'UE a integrare i diritti umani e le questioni di genere nelle missioni della politica di sicurezza e di difesa comune, in conformità con le storiche risoluzioni 1325 e 1820 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza; ribadisce, a tale proposito, il suo appello all'UE e ai suoi Stati membri affinché sostengano, nel processo di costruzione di una riconciliazione sostenibile, la partecipazione sistematica delle donne in quanto componente essenziale dei processi di pace, e riconoscano la necessità di integrare le prospettive di genere nella prevenzione dei conflitti, nelle operazioni di mantenimento della pace, nell'assistenza umanitaria nonché nei processi di ricostruzione post-bellica e di transizione democratica;

38.    sottolinea che le mutilazioni genitali femminili sono una forma di tortura; sottolinea la costante necessità che l'UE cooperi con i paesi terzi al fine di eliminare la pratica delle mutilazioni genitali femminili; ricorda agli Stati membri la cui legislazione nazionale considera reato la mutilazione genitale femminile che essi devono applicare tale legislazione quando sia stabilito che i loro cittadini abbiano subito tali mutilazioni;

39.    accoglie con favore l'inclusione da parte della Corte penale internazionale dei crimini sessuali e dei crimini di genere, compresi lo stupro, l'aggressione e l'umiliazione sessuali, e il fatto che abbia raccomandato di considerarli crimini di guerra;

Diritti dei minori

40.    esprime preoccupazione per il fatto che, nonostante i progressi compiuti dall'adozione della Convenzione sui diritti dell'infanzia nel 1989, almeno 58 milioni di bambini, in particolare bambine, bambini di famiglie povere, bambini con disabilità e bambini in regioni interessate da conflitti, non frequentano la scuola, e molti soffrono di malattie facilmente prevenibili, mentre altri sono dediti al lavoro minorile;

41.    invita tutti gli Stati ad impegnarsi per eliminare le forme peggiori di lavoro minorile quali definite all'articolo 3 della convenzione n. 182 dell'OIL, tra cui la schiavitù, la tratta e la prostituzione di minori e ogni lavoro pericoloso che comprometta la salute fisica e mentale del bambino;

42.    ricorda che uno degli obblighi primari dello Stato consiste nel garantire l'istruzione a tutti i bambini, aumentando le opportunità, creando istituzioni adeguate e affrontando le cause strutturali dei principali ostacoli all'istruzione primaria universale, compresi i tassi di abbandono scolastico, che costituiscono tuttora un importante ostacolo all'istruzione primaria universale;

43.      chiede un adeguato finanziamento dell'UE a favore di programmi di smobilitazione e reinserimento destinati ai bambini coinvolti in conflitti armati e a ex bambini soldato; ricorda il suo fermo sostegno a favore della campagna "Bambini, non soldati" espresso durante l'audizione sullo stesso tema organizzata in seno alla sottocommissione per i diritti dell'uomo il 3 dicembre 2014; si compiace delle relazioni annuali presentate dal rappresentante speciale delle Nazioni Unite per i bambini coinvolti nei conflitti armati e dal rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sui bambini, nonché di quella del relatore speciale sulla vendita di bambini, la prostituzione di bambini e la pornografia rappresentante bambini;

Diritti delle persone LGBTI

44.    esprime inquietudine per il recente aumento del numero di leggi e pratiche discriminatorie e di atti di violenza nei confronti delle persone sulla base del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere; invita a un attento monitoraggio della situazione delle persone LGBTI, anche in Nigeria e in Gambia, dove le leggi anti-LGBTI recentemente introdotte costituiscono una minaccia per la vita delle minoranze sessuali; esprime forte preoccupazione per le cosiddette leggi "anti-propaganda" che limitano la libertà di espressione e di riunione, vigenti anche in paesi del continente europeo; si compiace della risoluzione del CDU sulla lotta contro la violenza e la discriminazione fondate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere, adottata il 26 settembre 2014; ribadisce il suo sostegno all'incessante lavoro dell'Alto commissario per i diritti umani volto a promuovere e tutelare l'esercizio di tutti i diritti umani da parte delle persone LGBTI, in particolare mediante dichiarazioni, relazioni e la campagna "Liberi e uguali"; incoraggia l'Alto commissario per i diritti umani a continuare la sua lotta contro le leggi e le pratiche discriminatorie;

Cambiamento climatico e diritti umani

45.    sottolinea che l'impatto del cambiamento climatico sui gruppi e gli individui in condizioni di vulnerabilità è elevato, in particolare nei paesi a basso reddito e negli Stati costieri e insulari a bassa altitudine che non dispongono delle risorse economiche necessarie per adattarsi a gravi cambiamenti ambientali;

46.    rileva con preoccupazione che i popoli indigeni sono particolarmente colpiti dalle perturbazioni legate ai cambiamenti climatici; osserva al riguardo che la maggior parte dei popoli indigeni vive al di sotto della soglia di povertà e ha un accesso limitato o inesistente alla rappresentanza, al processo decisionale politico o al sistema giudiziario;

47.    si compiace che il CDU abbia riconosciuto che i cambiamenti ambientali hanno un impatto negativo sui mezzi di sussistenza delle popolazioni e costituiscono un ostacolo alla realizzazione dei diritti umani fondamentali riconosciuti a livello internazionale; esorta pertanto gli Stati parte ad adottare misure di mitigazione e di adattamento urgenti e ambiziose alla prossima conferenza sui cambiamenti climatici che si terrà nel 2015 a Parigi;

48.    chiede alla Commissione e al SEAE di partecipare attivamente al dibattito sul termine "rifugiato climatico", che comprenda la sua eventuale definizione nel diritto internazionale o in qualsiasi accordo internazionale giuridicamente vincolante;

Lotta contro l'impunità e Corte penale internazionale (CPI)

49.    ribadisce il suo pieno sostegno alle attività della CPI finalizzate a porre fine all'impunità degli autori dei crimini più gravi, motivo di allarme per la comunità internazionale, e a offrire giustizia alle vittime dei crimini di guerra, dei crimini contro l'umanità e del genocidio; rimane vigile nei confronti di ogni tentativo di minare la legittimità o l'indipendenza della Corte; esorta l'UE e i suoi Stati membri a cooperare con la Corte e a garantirle un forte sostegno diplomatico, politico e finanziario, anche in seno alle Nazioni Unite; invita l'UE, i suoi Stati membri nonché i rappresentanti speciali dell'UE a promuovere attivamente la CPI, l'esecuzione delle sue decisioni e la lotta contro l'impunità per i reati previsti dallo Statuto di Roma; accoglie positivamente la recente ratifica, nel gennaio 2015, dello Statuto di Roma da parte dell'Autorità palestinese;

Popoli indigeni

50.    invita il SEAE, la Commissione e gli Stati membri a sostenere la revisione del mandato del meccanismo di esperti sui diritti dei popoli indigeni, in linea con il documento finale della conferenza mondiale sui popoli indigeni (risoluzione 69/2 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite), al fine di monitorare, valutare e migliorare l'attuazione della dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni; esorta gli Stati membri dell'UE a chiedere che tutti i titolari di mandato per le procedure speciali accordino particolare attenzione alle questioni che riguardano le donne e le ragazze indigene e riferiscano sistematicamente al CDU a tale riguardo; esorta il SEAE e gli Stati membri a sostenere attivamente lo sviluppo del piano d'azione sui popoli indigeni a livello dell'intero sistema, come richiesto dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella sua risoluzione del settembre 2014, in particolare per quanto riguarda l'organizzazione di consultazioni periodiche dei popoli indigeni nell'ambito di tale processo;

Eventi culturali e sportivi internazionali e diritti umani

51.    denuncia la pratica sempre più diffusa da parte di Stati autoritari di ospitare grandi eventi sportivi o culturali per promuovere la propria legittimità internazionale, limitando ulteriormente nel contempo il dissenso interno; invita l'UE e gli Stati membri a sollevare attivamente la questione, anche nel contesto del CDU, e a impegnarsi con le federazioni sportive nazionali, le imprese e le organizzazioni della società civile sulle modalità della loro partecipazione a tali eventi, compresi i primi Giochi europei di Baku nel 2015 e la Coppa del mondo FIFA in Russia nel 2018 e in Qatar nel 2022;

Droni e armi autonome

52.    ribadisce la sua richiesta al Consiglio di elaborare una posizione comune dell'UE sull'uso di droni armati, in cui sia assegnata la massima importanza al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario e siano trattate questioni quali il quadro giuridico, la proporzionalità, l'assunzione di responsabilità, la protezione dei civili e la trasparenza; esorta nuovamente l'UE a vietare lo sviluppo, la produzione e l'impiego di armi completamente autonome che consentono di sferrare attacchi senza intervento umano; insiste sulla necessità che i diritti umani siano presi in considerazione in tutti i dialoghi con i paesi terzi sulla lotta contro il terrorismo;

Integrazione dei diritti umani da parte dell'UE

53.    invita l'UE a promuovere l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani, compresi i diritti civili e politici, economici, sociali e culturali, in conformità dell'articolo 21 del trattato di Lisbona e delle disposizioni generali sull'azione esterna dell'Unione;

54.    invita l'UE, gli Stati membri, la Commissione e il SEAE a integrare i diritti umani in tutti i settori della politica esterna con i paesi terzi; sottolinea inoltre che la politica dell'UE in materia di diritti umani deve garantire che le politiche interne ed esterne siano coerenti, in linea con gli obblighi previsti dal trattato UE, ed evitare l'applicazione di due pesi e due misure quando si tratta di rispetto dei diritti umani;

55.    invita l'UE ad adottare un approccio basato sui diritti e a integrare il rispetto dei diritti umani nel commercio, negli investimenti, nei servizi pubblici e nella cooperazione allo sviluppo nonché nella politica di sicurezza e di difesa comune;

Priorità dell'UE sulle questioni specifiche per paese

Ucraina

56.    esprime profonda preoccupazione per la violenza e il conflitto armato nell'Ucraina orientale; si augura che l'accordo di cessate il fuoco, basato sull'accordo di Minsk, venga rispettato; condanna le violazioni su larga scala dei diritti umani commesse nel conflitto e le conseguenze derivanti dai recenti scontri; sostiene pienamente la missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite e la missione speciale di monitoraggio dell'OSCE in Ucraina e chiede il rafforzamento di quest'ultima; sottolinea la forte preoccupazione per il destino degli sfollati interni a seguito del conflitto armato nelle regioni sudorientali; condanna l'annessione illegale della Crimea frutto della politica espansionistica e aggressiva della Russia, che costituisce una minaccia per l'unità e l'indipendenza dell'Ucraina; continua a guardare con preoccupazione alle discriminazioni e alle diffuse violazioni dei diritti umani perpetrate contro la popolazione locale in questa regione, in particolare contro i tatari di Crimea; esorta gli Stati membri dell'UE a sostenere tutti i possibili sforzi a livello di Nazioni Unite per combattere l'impunità e svolgere indagini imparziali sugli eventi violenti e sulle violazioni dei diritti umani connessi con la repressione nei confronti delle manifestazioni di piazza Maidan, l'annessione illegale della Crimea e il conflitto armato nell'Ucraina orientale; chiede il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei suoi principi per garantire la protezione dei civili coinvolti nel conflitto;

Repubblica popolare democratica di Corea

57.    accoglie con favore la proroga prevista del mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica popolare democratica di Corea; accoglie altresì con favore la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che incoraggia il Consiglio di sicurezza ad adottare provvedimenti adeguati per garantire l'assunzione di responsabilità, anche prendendo in considerazione la possibilità di deferire la situazione nella Repubblica popolare democratica di Corea alla Corte penale internazionale; invita il Consiglio per i diritti umani a rilanciare il suo appello per l'assunzione di responsabilità, anche per quanto riguarda i responsabili di crimini contro l'umanità conformemente alle politiche stabilite ai massimi livelli dello Stato; accoglie con favore la creazione di una struttura sul campo nella Repubblica di Corea intesa a rafforzare il monitoraggio della situazione e la documentazione delle prove al fine di garantire l'assunzione di responsabilità, esorta tutti gli Stati a cooperare con tale struttura e invita il Consiglio per i diritti umani a prestare la massima attenzione alla situazione nella Repubblica popolare democratica di Corea, organizzando una tavola rotonda formale che dia voce alle vittime di violazioni dei diritti umani nel contesto di una prossima sessione del Consiglio stesso;

Iran

58.    accoglie con favore la risoluzione del CDU del marzo 2014 sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran e la proroga del mandato del relatore speciale ed esorta l'Iran a consentire al rappresentante speciale delle Nazioni Unite di entrare nel paese come simbolo fondamentale della disponibilità dell'Iran di adottare provvedimenti verso l'apertura di un dialogo sui diritti umani; ribadisce la sua condanna della pena di morte in Iran, anche per i minori, che spesso viene eseguita al termine di un procedimento giudiziario che non rispetta le norme minime accettate a livello internazionale su un processo equo e giusto; continua a guardare con preoccupazione all'elevato tasso di esecuzioni compiute in assenza di un processo equo e giusto; sostiene la dichiarazione congiunta dell'agosto 2014 dei detentori del mandato delle procedure speciali delle Nazioni Unite, che deplora l'ondata di arresti e di condanne di soggetti della società civile in Iran; invita l'UE e il CDU a continuare a monitorare da vicino il sistematico abuso dei diritti umani e a garantire che i diritti umani restino una priorità fondamentale in tutte le relazioni con il governo iraniano; sollecita le autorità iraniane a rispettare il diritto internazionale in materia di diritti umani, in virtù del quale l'esecuzione di autori minorenni di reati costituisce una violazione delle norme minime internazionali, e ad astenersi dall'esecuzione di qualsiasi minore;

Myanmar/Birmania

59.    appoggia l'ultima relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar/Birmania, che riconosce i progressi finora conseguiti e identifica, nel contempo, i settori che destano ancora grande preoccupazione; invita il governo del Myanmar/Birmania a integrare i diritti umani, anche quelli delle minoranze, nel quadro istituzionale e giuridico del paese e in tutti i settori programmatici, e a rispettare pienamente la libertà di espressione e di riunione; esprime preoccupazione per la normativa proposta in materia di "protezione della razza e della religione", comprendente quattro progetti di legge relativi a matrimoni interconfessionali, conversione religiosa, monogamia e controllo della popolazione; invita il CDU a rinnovare il mandato del relatore speciale a norma del punto 4, a ribadire la sua grave preoccupazione per la situazione della minoranza rohingya nello Stato di Rakhine, esacerbata dal fatto che questa comunità non possiede alcuno status giuridico e continua quindi a essere oggetto di discriminazioni sistemiche, ragione per cui chiede indagini approfondite, trasparenti e indipendenti in relazione a tutte le segnalazioni di violazioni dei diritti umani contro la minoranza rohingya, nonché ad accelerare il processo di apertura di un Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani nel paese con pieno mandato di controllo e comunicazione; deplora gli attacchi contro i civili negli Stati del Kachin e dello Shan, le violenze sessuali commesse dalle forze di sicurezza durante il conflitto armato, l'esistenza di prigionieri politici, le vessazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani, degli attivisti e dei professionisti dei media, le esecuzioni extragiudiziali, la confisca dei terreni e gli attacchi alle minoranze etniche e religiose; è del parere che i negoziati per un accordo di investimento tra l'UE e il Myanmar/Birmania debbano essere valutati con attenzione, dal momento che gli investimenti esteri nel paese rischiano di aggravare le violazioni dei diritti umani;

Bielorussia

60.    esprime profonda preoccupazione per le continue violazioni dei diritti umani in Bielorussia; condanna le tre esecuzioni attuate nel 2014, le vessazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani, la persecuzione di giornalisti indipendenti, la censura di tutte le comunicazioni basate su Internet e la legislazione restrittiva sulle organizzazioni non governative; chiede il rinnovo del mandato del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia in occasione della 29ª sessione del Consiglio, e invita il governo a garantire pieno accesso ai titolari di mandato per le procedure speciali delle Nazioni Unite, incluso il relatore speciale; chiede il rilascio e la riabilitazione incondizionati di tutti i restanti prigionieri politici;

Bahrein

61.    esprime costante preoccupazione per il giro di vite nei confronti di leader dell'opposizione, attori della società civile e attivisti in Bahrein, nonché per la situazione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti dell'opposizione politica nel paese; chiede a tutti i soggetti interessati nel Bahrein di avviare colloqui costruttivi ed inclusivi al fine di conseguire una reale riconciliazione e il rispetto dei diritti umani di tutte le comunità del Bahrein; chiede la liberazione immediata e incondizionata di tutti i prigionieri di coscienza, i giornalisti, i difensori dei diritti umani e i manifestanti pacifici, ed esprime il suo sostegno per la dichiarazione congiunta del 4 febbraio 2015 dei detentori del mandato delle procedure speciali delle Nazioni Unite in relazione all'arresto di un dirigente politico dell'opposizione e allo scioglimento delle successive manifestazioni; invita gli Stati membri dell'UE e altri membri del CDU a continuare a seguire da vicino la situazione dei diritti umani nel Bahrein, prestando particolare attenzione all'attuazione degli impegni assunti dal paese durante il processo di revisione periodica universale e delle raccomandazioni della commissione d'inchiesta indipendente per il Bahrein, che sono state accolte con favore dal Re del Bahrein; si rammarica per l'assenza di progressi del governo del Bahrein nella sua cooperazione con l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani (OHCHR) e con le procedure speciali del CDU, e invita gli Stati membri dell'UE ad adoperarsi per adottare, durante la sessione di marzo del CDU, una risoluzione che solleciti la piena attuazione degli impegni assunti dal Bahrein nel corso del processo di revisione periodica universale e delle raccomandazioni, comprese quelle relative ai difensori dei diritti umani, formulate dalla commissione d'inchiesta indipendente del Bahrein, e che richieda all'OHCHR di riferire in merito alla situazione dei diritti umani sul campo e ai progressi compiuti nella cooperazione del Bahrein con i meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani;

Egitto

62.    accoglie con favore la procedura della revisione periodica universale per l'Egitto del novembre 2014 e attende con impazienza la sua adozione nella prossima sessione del CDU; esorta l'Egitto a rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti gli attivisti e i difensori dei diritti umani, nonché tutte le persone che sono detenute per aver pacificamente esercitato il loro diritto alla libertà di espressione, di riunione e di associazione; chiede altresì al governo egiziano di attuare una legislazione in linea con le norme internazionali e di tutelare il diritto di associazione sancito dalla Costituzione egiziana, incluso il diritto di ricevere e concedere finanziamenti, nonché di abrogare la legge sulle manifestazioni del novembre 2013 e di introdurre una nuova legislazione che garantisca la libertà di riunione; sollecita il governo egiziano ad aprire un'indagine giudiziaria per stabilire l'identità di coloro che hanno commissionato ed eseguito uccisioni sommarie durante la repressione delle principali manifestazioni pacifiche che si sono svolte dal 3 luglio 2013, inclusi gli sgomberi del 14 agosto 2013 di Piazza Al-Nahda e Raba'a al-Adawiyya, in cui sono rimasti uccisi almeno 1 000 manifestanti; esorta l'Egitto a svolgere indagini indipendenti, imparziali ed efficaci su tutte le violazioni dei diritti umani commesse dal 2011, compresi i reati di violenza sessuale, e a garantire che i responsabili rispondano delle loro azioni e che le vittime abbiano a disposizione mezzi di ricorso adeguati in conformità delle norme internazionali; invita le autorità egiziane ad annullare immediatamente tutte le condanne alla pena capitale e a sollecitare la celebrazione di nuovi processi che salvaguardino il diritto a un processo equo e giusto, a imporre una moratoria immediata sulle condanne a morte e sulle esecuzioni capitali, a rilasciare immediatamente tutti i giornalisti e gli operatori dei media detenuti e a garantire il diritto alla libertà di informazione e di espressione, in conformità delle norme internazionali; esorta le autorità egiziane ad autorizzare la visita del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, che è stata concordata in linea di principio, ma è rimasta in sospeso sin dall'inizio del 2014, e a invitare i pertinenti meccanismi e le pertinenti procedure sui diritti umani delle Nazioni Unite, in particolare il relatore speciale sulla libertà di riunione, il relatore speciale sulla tortura, il relatore speciale per i diritti umani nell'ambito della lotta contro il terrorismo e il relatore speciale sull'indipendenza dei giudici e degli avvocati; chiede alle autorità egiziane di garantire la conformità del diritto nazionale con le norme internazionali sui diritti umani, di ritirare immediatamente la legge n. 136/2014, di porre fine ai processi militari per i civili, di annullare tutte le sentenze emesse nei confronti di civili da parte dei tribunali militari e di sollecitare immediatamente la celebrazione di nuovi processi dinanzi a tribunali civili; invita l'UE e i suoi Stati membri ad appoggiare una dichiarazione incisiva su tali questioni;

Mali

63.    si compiace del lavoro svolto dall'esperto indipendente delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Mali e chiede al CDU di prolungarne il mandato; accoglie con favore i progressi conseguiti dal governo del Mali per ristabilire l'autorità giudiziaria in alcune parti del paese e ai progressi delle indagini relative alla tortura e all'uccisione di 21 soldati di élite nel 2012, insieme al ripristino della commissione per la giustizia, la verità e la riconciliazione; ribadisce la propria preoccupazione per il nuovo deterioramento della situazione della sicurezza e per il costante sfruttamento e reclutamento di bambini soldato e chiede al governo del Mali di sottoporre a indagine e chiamare a rendere conto del loro operato i membri delle fazioni in lotta responsabili delle violazioni di guerra perpetrate durante il conflitto armato del 2012-2013; accoglie con favore l'accordo di pace per tutti i cittadini del Mali, dal momento che saranno i primi a beneficiarne dopo mesi di instabilità e insicurezza, ma lamenta la richiesta di ulteriore tempo da parte dei ribelli del nord; invita tutte le parti a prendere esempio dal governo maliano e a firmare l'accordo, la cui attuazione sarà oggetto di monitoraggio da parte dell'UE, come pure a garantire che il futuro accordo di pace preveda l'assunzione di responsabilità, il rafforzamento della commissione per la divulgazione della verità e il controllo del personale delle forze di sicurezza;

Sud Sudan

64.    invita l'Unione africana a rendere pubblica la relazione della commissione d'inchiesta sulle violazioni dei diritti umani e gli abusi commessi da tutte le parti in Sud Sudan, quale passo in avanti verso la promozione della giustizia in relazione alle violazioni dei diritti umani attuate dall'inizio del conflitto; condanna il fatto che nel febbraio 2015 diversi bambini siano stati rapiti a Wau Shilluk per essere trasformati in bambini soldato; sollecita il Consiglio per i diritti umani ad adottare una risoluzione che sottolinei che indagini e azioni penali eque e credibili relative ai reati nel quadro del diritto internazionale sono essenziali per consentire al Sud Sudan di spezzare il circolo di brutalità alimentato dall'impunità e che chieda, a tal fine, che si presti la dovuta attenzione all'istituzione di un meccanismo giudiziario ibrido ed esorti inoltre il Sud Sudan ad aderire allo Statuto di Roma, nonché a istituire un mandato di relatore speciale per il Sud Sudan, al fine di contribuire alla promozione di azioni penali eque e credibili e di misure di assunzione di responsabilità più ampie, con il sostegno della comunità internazionale;

Sri Lanka

65.    prende atto delle promesse fatte dal neoeletto governo dello Sri Lanka e gli chiede di adottare misure concrete per la definizione delle responsabilità entro la 30ª sessione del CDU del settembre 2015, al fine di realizzare gli impegni presi per migliorare la situazione dei diritti umani nel paese e impedire eventuali derive, anche avviando indagini e azioni penali serie, insieme ad altre misure intese ad affrontare il più ampio problema dell'impunità e degli abusi dei diritti umani, e di cooperare pienamente con l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani e le sue indagini internazionali relative allo Sri Lanka;

Siria

66.    esprime profonda preoccupazione per il drammatico e violento conflitto e per la crisi umanitaria che è scaturita dal ricorso alla violenza, ad opera principalmente del regime di Assad, ma anche dello Stato islamico/Da'ish e delle altre milizie, contro i civili, in particolare i gruppi vulnerabili come le donne e i bambini; esprime preoccupazione per il fatto che il Da'ish sta esportando la propria ideologia all'estero; è estremamente preoccupato per le sistematiche violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in Siria, che possono costituire crimini di guerra e crimini contro l'umanità; esorta tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario applicabile al fine di proteggere i civili, rispettare i loro diritti umani e provvedere alle loro esigenze di base; sollecita tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a condannare chiaramente la violenza e in particolare a esprimersi in difesa dei diritti delle minoranze, soprattutto per quanto concerne la persecuzione sistematica dei cristiani; chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone arbitrariamente detenute o sequestrate per avere esercitato i loro diritti umani o a causa di altre attività politiche pacifiche; chiede un forte sostegno da parte dell'UE e dei suoi Stati membri ai fini dell'assunzione di responsabilità e del rinnovo della Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite;

Iraq

67.    esprime profonda preoccupazione per il violento e drammatico conflitto e per la crisi umanitaria in Iraq; osserva che la situazione relativa ai diritti umani si sta deteriorando a causa dei sequestri e delle esecuzioni di massa, come pure della persecuzione delle minoranze etniche e religiose del paese, compresi i cristiani, da parte dell'IS/Da'ish e di altre milizie;

Palestina/Israele

 

68.    esprime profonda preoccupazione per la crisi umanitaria a Gaza; invita l'UE e i suoi Stati membri a esprimere pubblicamente sostegno a favore della commissione d'inchiesta dell'ONU (COI) e a denunciare la mancanza di cooperazione e di accesso concessi dalle autorità israeliane alla COI, attraverso una dichiarazione pubblica in seno al CDU; sottolinea che la giustizia e il rispetto dello Stato di diritto sono le basi indispensabili per la pace e che l'impunità generale di lunga data e sistematica per le violazioni del diritto internazionale deve cessare; accoglie con favore l'avvio, da parte del procuratore della Corte penale internazionale (CPI), di un esame preliminare della situazione in Palestina; invita l'UE a cooperare pienamente con l'Ufficio del procuratore della CPI; invita l'UE a riprendere l'impegno sul punto 7 del CDU e a condannare con fermezza le ripetute violazioni del diritto internazionale e la mancata attuazione del parere consultivo della Corte di giustizia internazionale, come pure a sostenere il rinnovo del mandato della COI;

°

°       °

69.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente della 69ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, al presidente del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani e all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.