Proposta di risoluzione comune - RC-B8-0469/2015Proposta di risoluzione comune
RC-B8-0469/2015

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla difficile situazione dei profughi rohingya, con particolare riferimento alle fosse comuni rinvenute in Thailandia

20.5.2015 - (2015/2711(RSP))

presentata a norma dell'articolo 135, paragrafo 5, e dell'articolo 123, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
EFDD (B8‑0469/2015)
Verts/ALE (B8‑0470/2015)
ALDE (B8‑0472/2015)
ECR (B8‑0477/2015)
GUE/NGL (B8‑0480/2015)
PPE (B8‑0482/2015)
S&D (B8‑0484/2015)

Cristian Dan Preda, Jeroen Lenaers, Elmar Brok, David McAllister, Claude Rolin, Bogdan Brunon Wenta, Jiří Pospíšil, Marijana Petir, Davor Ivo Stier, Therese Comodini Cachia, Andrej Plenković, Csaba Sógor, Giovanni La Via, Tomáš Zdechovský, Jarosław Wałęsa, Eduard Kukan, József Nagy, Ivan Štefanec, Tunne Kelam, Monica Macovei, Pavel Svoboda, Dubravka Šuica, Michaela Šojdrová, Jaromír Štětina, Brian Hayes, Roberta Metsola, Ramona Nicole Mănescu, Tadeusz Zwiefka, Ildikó Gáll-Pelcz, Joachim Zeller, László Tőkés, Seán Kelly, Stanislav Polčák, Ivana Maletić, Michael Gahler, Andrzej Grzyb, Barbara Kudrycka, Ivo Belet, Elisabetta Gardini a nome del gruppo PPE
Josef Weidenholzer, Victor Boștinaru, Richard Howitt, Marc Tarabella, Elena Valenciano, Ana Gomes, Pier Antonio Panzeri, Liisa Jaakonsaari, Kati Piri, David Martin, Agnes Jongerius, Jude Kirton-Darling, Miriam Dalli, Krystyna Łybacka, Viorica Dăncilă, Victor Negrescu, Tibor Szanyi, Theresa Griffin, Michela Giuffrida, Siôn Simon, Doru‑Claudian Frunzulică, Hugues Bayet, Miroslav Poche, Zigmantas Balčytis, Vilija Blinkevičiūtė, Nicola Danti, Sergio Gutiérrez Prieto, Brando Benifei, Nicola Caputo, Neena Gill, Marlene Mizzi, Biljana Borzan, Momchil Nekov, Enrico Gasbarra, Alessia Maria Mosca, Nikos Androulakis, Demetris Papadakis, Arne Lietz, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, José Blanco López, Isabella De Monte, Tonino Picula, Goffredo Maria Bettini, Eric Andrieu, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Eider Gardiazabal Rubial, Jonás Fernández, Damiano Zoffoli, Kashetu Kyenge, Javi López, Afzal Khan, Simona Bonafè, Flavio Zanonato, Jeppe Kofod, Julie Ward, Carlos Zorrinho, Ioan Mircea Pașcu, Andi Cristea a nome del gruppo S&D
Charles Tannock, Mark Demesmaeker, Ryszard Czarnecki, Sajjad Karim, Amjad Bashir, Hans-Olaf Henkel, Jana Žitňanská a nome del gruppo ECR
Dita Charanzová, Philippe De Backer, Louis Michel, Ramon Tremosa i Balcells, Hilde Vautmans, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Martina Dlabajová, Marietje Schaake, Ilhan Kyuchyuk, Juan Carlos Girauta Vidal, Beatriz Becerra Basterrechea, Fernando Maura Barandiarán, Javier Nart, Pavel Telička, Gérard Deprez, Ivan Jakovčić, Filiz Hyusmenova, Ivo Vajgl, Petr Ježek, Fredrick Federley, José Inácio Faria, Antanas Guoga, Alexander Graf Lambsdorff, Jozo Radoš, Frédérique Ries, Izaskun Bilbao Barandica, Yana Toom, Nathalie Griesbeck, Hannu Takkula, Urmas Paet, Johannes Cornelis van Baalen, Marielle de Sarnez a nome del gruppo ALDE
Marie-Christine Vergiat a nome del gruppo GUE/NGL
Barbara Lochbihler, Jean Lambert a nome del gruppo Verts/ALE
Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo, Marco Zanni a nome del gruppo EFDD


Procedura : 2015/2711(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B8-0469/2015
Testi presentati :
RC-B8-0469/2015
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulla difficile situazione dei profughi rohingya, con particolare riferimento alle fosse comuni rinvenute in Thailandia

(2015/2711(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sul Myanmar/Birmania e i rohingya, in particolare quelle del 20 aprile 2012[1], del 13 settembre 2012[2], del 22 novembre 2012[3] e del 13 giugno 2013[4], e la sua risoluzione del 23 maggio 2013 sul ripristino dell'accesso alle preferenze tariffarie generalizzate per il Myanmar/Birmania[5],

–   vista la sua risoluzione del 5 febbraio 2009 sulla situazione dei rifugiati birmani in Thailandia[6],

–   vista la dichiarazione dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) del 6 maggio 2015 concernente le fosse comuni di rohingya rinvenute in Thailandia,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 10 dicembre 1948,

–   visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) del 1966,

–   vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 sullo status dei rifugiati e il relativo Protocollo del 1967,

–   vista la dichiarazione sui diritti umani dell'Associazione delle nazioni del sudest asiatico (ASEAN), in particolare i paragrafi 13, 15, 16 e 18,

–   visto l'appello con cui il 15 maggio 2015 l'UNHCR ha invitato i governi regionali a condurre operazioni di ricerca e soccorso, avvertendoli del rischio di una potenziale catastrofe umanitaria,

–   visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il 1° e il 4 maggio 2015 la polizia militare ha scoperto i corpi di almeno 30 musulmani di etnia rohingya in un presunto accampamento gestito da trafficanti di esseri umani nel distretto di Sadao, nella provincia di Songkhla, in prossimità del confine con la Thailandia e la Malesia; che alcuni giorni dopo è stato scoperto un altro accampamento con almeno altre cinque fosse;

B.  considerando che i rohingya continuano a essere vittime di persecuzione e discriminazione e a essere deliberatamente privati dello status di cittadini del Myanmar/Birmania, e restano quindi apolidi; che il 1° aprile 2015 il governo del Myanmar/Birmania ha annullato i loro documenti di identità temporanei, togliendo loro il diritto di voto; che i casi di crimini e atrocità commessi contro di loro continuano a restare prevalentemente impuniti;

C.  considerando che un elevato numero di rohingya ha abbandonato il Myanmar/Birmania dopo che un'ondata di violenza nel 2012 ha raso al suolo interi quartieri, provocando la morte di centinaia di persone; che molti di quelli che sono fuggiti sono caduti nelle mani delle organizzazioni dedite al traffico di persone che operano nel golfo del Bengala;

D.  considerando che, secondo la relazione periodica dell'UNHCR dell'8 maggio 2015, tra gennaio e marzo 2015 circa 25 000 rohingya e bangladesi sarebbero saliti a bordo dei barconi di scafisti; che si tratta quasi del doppio dei migranti in fuga per gli stessi motivi nello medesimo periodo del 2014;

E.  considerando che migliaia di rohingya sono fuggiti via mare per sottrarsi alle persecuzioni e che centinaia hanno perso la vita a causa dei naufragi delle imbarcazioni o dei respingimenti in mare;

F.  considerando che, dall'inizio della repressione, i trafficanti di esseri umani ricorrono alle rotte via mare; che sono in aumento gli episodi di migranti abbandonati in mare dai loro scafisti;

G.  considerando che migliaia di rohingya e di altri migranti continuano a essere oggetto di tratta di esseri umani attraverso la Thailandia e da altri paesi della regione ad opera dei trafficanti, compresi in alcuni casi rappresentanti corrotti delle autorità thailandesi, e a essere tenuti in ostaggio in condizioni disumane in accampamenti nella giungla nel sud della Thailandia, dove subiscono torture, sono lasciati morire di fame o picchiati a morte dai loro aguzzini, i quali estorcono un riscatto alle loro famiglie e ai loro parenti, oppure sono venduti come schiavi;

H.  considerando che l'UNHCR ha chiesto una risposta comune in seguito alla scoperta delle fosse comuni di rohingya in Thailandia e ha esortato i paesi della regione a rafforzare la cooperazione relativamente alle misure di contrasto del contrabbando e del traffico di esseri umani, garantendo nel contempo la protezione delle vittime;

I.   considerando che la situazione dei rohingya non è stata discussa durante il 26° vertice dell'ASEAN, tenutosi dal 26 al 28 aprile in Malesia;

J.   considerando che dal 2010 al 2015 la direzione generale per gli Aiuti umanitari e la protezione civile (ECHO) della Commissione ha fornito aiuti umanitari per circa 57,3 milioni di EUR alle persone vulnerabili dello Stato di Rakhine; che nel 2015 l'ECHO finanzia progetti in tutto lo Stato del Rakhine intesi a far fronte ad alcuni bisogni urgenti della minoranza rohingya nei distretti settentrionali, tra cui generi alimentari, servizi sanitari di base e alcuni articoli di prima necessità, e a sostenere la popolazione sfollata dal 2012;

K. considerando che dal 2013 l'ECHO destina 325 000 EUR all'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) affinché fornisca cibo, articoli di prima necessità, servizi sanitari e protezione a circa 3 000 uomini, donne e bambini rohingya detenuti in Thailandia;

1.  si dichiara estremamente preoccupato per la difficile situazione dei profughi rohingya ed esprime il suo sconcerto per quanto emerso a seguito delle recenti esumazioni di decine di corpi rinvenuti in fosse comuni nei pressi dei campi gestiti dai trafficanti di esseri umani nel sud della Thailandia; manifesta il suo cordoglio alle famiglie delle vittime;

2.  invita le autorità thailandesi a condurre indagini penali immediate, esaustive e credibili in relazione alle fosse comuni di musulmani di etnia rohingya e a garantire, se necessario con il supporto delle Nazioni Unite, che i responsabili siano assicurati alla giustizia;

3.  plaude al fatto che il governo thailandese abbia riconosciuto il problema del traffico di esseri umani in Thailandia e nella regione nonché le complicità in proposito di talune autorità corrotte; invita il governo thailandese e i suoi funzionari a porre fine a qualsiasi forma di complicità con le organizzazioni criminali dedite al traffico di persone di etnia rohingya e di altri migranti in Thailandia;

4.  invita tutti i paesi della regione a rafforzare la cooperazione relativamente alle misure di contrasto al contrabbando e al traffico di esseri umani, garantendo nel contempo la protezione delle vittime; pone l'accento sull'importante ruolo che l'ASEAN può svolgere in proposito; incoraggia i governi degli Stati della regione a partecipare alla prossima riunione regionale sulla situazione dei migranti, che la Thailandia ospiterà il 29 maggio 2015 a Bangkok; guarda con favore all'elaborazione della convenzione ASEAN contro la tratta di esseri umani, in particolare donne e bambini (ACTIP), che i leader dei paesi ASEAN dovrebbero adottare nel corso del 2015;

5.  invita tutti i paesi della regione a firmare e ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sullo status dei rifugiati e a fornire ai richiedenti asilo rohingya quanto meno una protezione temporanea, sostenendo nel contempo il governo del Myanmar/Birmania nella ricerca di soluzioni eque e a lungo termine alle cause di fondo del problema;

6.  invita altresì il governo di Myanmar/Birmania a modificare la propria politica e ad adottare tutte le misure del caso per porre fine alla persecuzione e alla discriminazione della minoranza rohingya; rinnova le sue precedenti richieste di modifica o abrogazione della legge del 1982 sulla cittadinanza per riconoscere ai rohingya parità di accesso alla cittadinanza birmana;

7.  accoglie con favore la dichiarazione, lungamente attesa, del portavoce del partito di opposizione di Aung San Suu Kyi, la Lega nazionale per la democrazia (NLD), il quale ha affermato il 18 maggio 2015 che il governo del Myanmar/Birmania dovrebbe concedere la cittadinanza alla minoranza rohingya;

8.  plaude al fatto che il 20 maggio 2015 Malesia e Indonesia si siano dichiarate disposte ad accogliere temporaneamente i migranti recuperati in mare;

9.  si compiace dell'assistenza fornita dall'Unione europea e da organizzazioni internazionali come l'UNHCR ai rohingya in Myanmar/Birmania e in Thailandia, nonché dell'assistenza umanitaria fornita dall'UE agli sfollati interni nello Stato di Arakan/Rakhine, ai rohingya sprovvisti di documenti e alle popolazioni ospiti vulnerabili del Bangladesh, così come ai migranti rohingya e bangladesi che si trovano attualmente in centri di detenzione per i migranti (nel caso degli uomini) e in centri di assistenza (nel caso di donne e bambini) in Thailandia;

10. invita il Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ad affrontare la questione al massimo livello politico possibile nei suoi contatti con Thailandia e Myanmar/Birmania e con gli altri Stati membri dell'ASEAN;

11. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento del Myanmar/Birmania, al governo e al parlamento della Thailandia, al Segretario generale dell'Associazione delle nazioni del sudest asiatico (ASEAN), alla commissione intergovernativa dell'ASEAN sui diritti umani, al Rappresentante speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Myanmar, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani nonché ai governi e ai parlamenti degli altri Stati della regione.