Proposta di risoluzione comune - RC-B8-1000/2015Proposta di risoluzione comune
RC-B8-1000/2015

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla Repubblica centrafricana

7.10.2015 - (2015/2874(RSP))

presentata a norma dell'articolo 135, paragrafo 5, e dell'articolo 123, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
ECR (B8‑1000/2015)
ALDE (B8‑1009/2015)
EFDD (B8‑1010/2015)
S&D (B8‑1011/2015)
PPE (B8‑1014/2015)
Verts/ALE (B8‑1016/2015)

Cristian Dan Preda, Tunne Kelam, Elmar Brok, David McAllister, Patricija Šulin, Eduard Kukan, Bogdan Brunon Wenta, Francesc Gambús, Maurice Ponga, Lorenzo Cesa, Jiří Pospíšil, Davor Ivo Stier, Stanislav Polčák, Barbara Kudrycka, Tomáš Zdechovský, Therese Comodini Cachia, Giovanni La Via, Monica Macovei, Andrej Plenković, Marijana Petir, József Nagy, Claude Rolin, Ivan Štefanec, Pavel Svoboda, Jeroen Lenaers, Agnieszka Kozłowska-Rajewicz, Anna Záborská, Jaromír Štětina, Adam Szejnfeld, Ramona Nicole Mănescu, Lara Comi, Mariya Gabriel, László Tőkés, Inese Vaidere, Elisabetta Gardini, Thomas Mann, Barbara Matera, Dubravka Šuica, Ivana Maletić a nome del gruppo PPE
Norbert Neuser, Victor Boştinaru, Josef Weidenholzer, Richard Howitt, Pier Antonio Panzeri, Elena Valenciano, Ana Gomes, Eric Andrieu, Nikos Androulakis, Maria Arena, Zigmantas Balčytis, Hugues Bayet, Goffredo Maria Bettini, José Blanco López, Vilija Blinkevičiūtė, Biljana Borzan, Paul Brannen, Nicola Caputo, Andi Cristea, Viorica Dăncilă, Isabella De Monte, Jonás Fernández, Monika Flašíková Beňová, Doru-Claudian Frunzulică, Eider Gardiazabal Rubial, Enrico Gasbarra, Elena Gentile, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Neena Gill, Maria Grapini, Theresa Griffin, Enrique Guerrero Salom, Cătălin Sorin Ivan, Liisa Jaakonsaari, Afzal Khan, Jude Kirton-Darling, Jeppe Kofod, Miapetra Kumpula-Natri, Javi López, Juan Fernando López Aguilar, Krystyna Łybacka, Andrejs Mamikins, David Martin, Edouard Martin, Alessia Maria Mosca, Victor Negrescu, Momchil Nekov, Péter Niedermüller, Demetris Papadakis, Vincent Peillon, Tonino Picula, Miroslav Poche, Liliana Rodrigues, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, Siôn Simon, Renato Soru, Tibor Szanyi, Claudia Tapardel, Marc Tarabella, Julie Ward, Flavio Zanonato, Damiano Zoffoli, a nome del gruppo S&D
Mark Demesmaeker, Beatrix von Storch, Raffaele Fitto a nome del gruppo ECR
Marielle de Sarnez, Petras Auštrevičius, Beatriz Becerra Basterrechea, Izaskun Bilbao Barandica, Dita Charanzová, Juan Carlos Girauta Vidal, Ilhan Kyuchyuk, Urmas Paet, Frédérique Ries, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Marietje Schaake, Pavel Telička, Ramon Tremosa i Balcells, Ivo Vajgl, Filiz Hyusmenova, Nathalie Griesbeck, Nedzhmi Ali, Philippe De Backer, Gérard Deprez, Fredrick Federley, Ivan Jakovčić, Petr Ježek, Alexander Graf Lambsdorff, Louis Michel, Javier Nart, Jozo Radoš, Johannes Cornelis van Baalen, Hilde Vautmans, Cecilia Wikström, Marian Harkin, Valentinas Mazuronis a nome del gruppo ALDE
Judith Sargentini, Maria Heubuch, Heidi Hautala, Jordi Sebastià, Bart Staes, Michèle Rivasi, Barbara Lochbihler, Ernest Urtasun, Bodil Valero, Tamás Meszerics, Davor Škrlec, Igor Šoltes a nome del gruppo Verts/ALE
Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo, Piernicola Pedicini, Isabella Adinolfi, Laura Agea, Laura Ferrara, Rolandas Paksas a nome del gruppo EFDD

Procedura : 2015/2874(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B8-1000/2015
Testi presentati :
RC-B8-1000/2015
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulla Repubblica centrafricana

(2015/2874(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Repubblica centrafricana,

–  vista la sua risoluzione dell'11 febbraio 2015 sui lavori dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE[1],

–  viste le risoluzioni dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sulla situazione nella Repubblica centrafricana (RCA) del 19 giugno 2013, del 19 marzo 2014 e del 17 giugno 2015,

–  viste le dichiarazioni del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla situazione nella Repubblica centrafricana, in particolare quella del 13 ottobre 2014,

–  vista la dichiarazione del portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) sulle violenze nella Repubblica centrafricana del 28 settembre 2015,

–  viste le conclusioni del Consiglio relative alla RCA del 9 febbraio 2015 e del 20 luglio 2015,

–  viste le osservazioni di Marie-Therese Keita Bocoum, esperta indipendente dell'ONU, sulla situazione dei diritti umani nella RCA, del 1° ottobre 2015,

–  visto l'invito del Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon e del Consiglio di sicurezza del 28 settembre 2015 a porre immediatamente fine all'improvvisa ondata di violenze nella RCA,

–  vista la risoluzione 2217 (2015) dell'ONU relativa alla proroga fino al 30 aprile 2016 del mandato della MINUSCA con gli attuali livelli di truppe autorizzati, adottata dal Consiglio di sicurezza nella sua 7434a riunione il 28 aprile 2015,

–  vista la risoluzione 2196 (2015) dell'ONU relativa alla proroga fino al 29 gennaio 2016 del regime di sanzioni nei confronti della Repubblica centrafricana (RCA) e fino al 29 febbraio 2016 del mandato del gruppo di esperti che assiste il Comitato delle sanzioni nei confronti della RCA istituito in virtù della risoluzione 2127 dell'ONU,

–  vista la relazione di valutazione dell'ONU del 15 maggio 2015 sugli interventi di applicazione della legge e di supporto alle vittime di sfruttamento e abusi sessuali da parte del personale dell'ONU e personale correlato nelle operazioni di mantenimento della pace,

–  vista la relazione del Segretario generale dell'ONU sulle raccomandazioni del gruppo indipendente di alto livello sulle operazioni di pace dell'11 settembre 2015,

–  vista la relazione finale della commissione d'inchiesta internazionale sulla Repubblica centrafricana del 19 dicembre 2014,

–  vista la conferenza internazionale di alto livello sulla Repubblica centrafricana, intitolata "Dagli aiuti umanitari alla resilienza", tenutasi a Bruxelles il 26 maggio 2015,

–  visto l'accordo sul disarmo, la smobilitazione, il rimpatrio e la reintegrazione firmato il 10 maggio 2015 da un ampio numero di gruppi armati durante il Forum di Bangui,

–  visto l'accordo di Cotonou riveduto,

–  visto l'accordo di Libreville (Gabon) dell'11 gennaio 2013 sulla risoluzione della crisi politico-militare nella RCA, firmato sotto l'egida dei capi di Stato e di governo della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (CEEAC), che stabilisce le condizioni per porre fine alla crisi nella RCA,

–  visti i vertici straordinari dei capi di Stato e di governo della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale, tenutisi a N’Djamena (Ciad) il 21 dicembre 2012, il 3 aprile 2013 e il 18 aprile 2013, nonché le relative decisioni di istituire un Consiglio nazionale di transizione (CNT) dotato di poteri legislativi e costituenti e di adottare una tabella di marcia per il processo di transizione nella RCA,

–  vista la riunione del Gruppo di contatto internazionale tenutasi a Brazzaville (Repubblica del Congo) il 3 maggio 2013, in occasione della quale è stata convalidata la tabella di marcia per la transizione ed è stato istituito il Fondo speciale per l'assistenza della RCA,

–  visto l'accordo sulla cessazione delle ostilità firmato nel luglio 2014,

–  viste le conclusioni della settima riunione del Gruppo di contatto internazionale sulla Repubblica centrafricana, tenutasi a Brazzaville il 16 March 2015,

–  visti i comunicati rilasciati dal Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione Africana il 17 settembre 2014 e il 26 marzo 2015,

–  vista la Costituzione della RCA adottata dal Consiglio di transizione alla fine di agosto 2015,

–  visto lo statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI) del 1998, ratificato dalla RCA nel 2001,

–  visto il protocollo opzionale alla convenzione sui diritti del fanciullo concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, firmato dalla RCA,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che negli scontri scoppiati alla fine di settembre 2015 hanno perso la vita 42 persone e 37 000 persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni;

B.  considerando che oltre 500 prigionieri sono evasi alla fine di settembre 2015 dalla prigione di Ngaragba a Bangui e da Bouar, tra cui ben noti responsabili di violazioni e abusi dei diritti umani; che ciò rappresenta una grave minaccia per i civili e la protezione delle vittime e dei testimoni; che l'evasione dal carcere costituisce un passo indietro per l'ordine pubblico, nonché per la lotta contro l'impunità nella RCA;

C.  considerando che, secondo l'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari, le condizioni per le agenzie umanitarie a Bangui si sono deteriorate; che vari uffici e residenze di organizzazioni umanitarie sono stati saccheggiati, impedendo la libera circolazione del loro personale, in particolare degli operatori sanitari negli ospedali;

D.  considerando che l'erogazione di aiuti umanitari è resa difficile dagli scontri e dai numerosi blocchi stradali, che impediscono alle autorità di accedere a migliaia di sfollati interni e di valutare le esigenze; che le preoccupazioni relative all'accesso sicuro alle zone vicino a Bangui sono state ribadite dall'organizzazione Medici senza Frontiere (MSF), secondo cui in numerosi casi i feriti sono giunti a piedi e le ambulanze del gruppo non sono state in grado di circolare nella capitale in quanto diventata troppo pericolosa;

E.  considerando che l'ONU ha deciso di prorogare il mandato della MINUSCA fino al 30 aprile 2016 fissando il contingente autorizzato a 10 750 soldati, di cui 480 osservatori militari e ufficiali di Stato, e 2 080 unità di polizia, di cui 400 agenti di polizia e 40 agenti carcerari;

F.  considerando che, secondo la missione di mantenimento della pace dell'ONU nel paese (MINUSCA), nonostante il recente miglioramento delle condizioni di sicurezza, persistono tensioni a Bangui, teatro di attacchi contro civili, violenze tra comunità e attacchi contro il personale umanitario;

G.  considerando che il procuratore capo della Corte penale internazionale, Fatou Bensouda, ha chiesto ai soggetti coinvolti negli scontri di porre immediatamente fine alle violenze e di astenersi dal compierne, aggiungendo che tutti gli eventuali crimini di guerra saranno puniti; che il 24 settembre 2014 è stata avviata la seconda indagine sul conflitto nella RCA;

H.  considerando che i recenti scontri hanno minacciato di compromettere un processo di pace ancora in fase iniziale e potrebbero riportare il paese ai giorni bui della fine del 2013 e del 2014, quando migliaia di persone sono state uccise e decine di migliaia hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni; che la criminalità continua a rappresentare una delle minacce principali; che la situazione delle donne nella RCA è drammatica e che lo stupro è spesso utilizzato come arma di guerra da tutte le parti in causa;

I.  considerando che il colpo di Stato del 2013 e la successiva destituzione del capo dello Stato transitorio, Michel Djotodia, e del Primo ministro di transizione, Nicolas Tiangaye, sono stati accompagnati da gravi e massicce violazioni dei diritti umani, con un evidente rischio di genocidio, tra cui esecuzioni extragiudiziali, torture, saccheggi, stupri e abusi sessuali su vasta scala, rapimenti di donne e bambini e arruolamenti forzati di bambini soldato;

J.  considerando che il 4 ottobre 2015 i cittadini della RCA avrebbero dovuto decidere tramite referendum in merito all'adozione di una nuova Costituzione ed eleggere al contempo i loro rappresentanti nel corso di elezioni presidenziali e legislative inizialmente previste per il 18 ottobre 2015 (primo turno) e per il 22 novembre 2015 (secondo turno); che le autorità di transizione lavorano da alcune settimane a un rinvio delle elezioni, ma che la commissione elettorale nazionale non ha ancora annunciato una nuova data, le liste elettorali non sono pronte e le schede elettorali non sono ancora state distribuite;

K.  considerando che il paese deve far fronte alla peggiore crisi umanitaria dalla sua indipendenza nel 1960, che colpisce l'intera popolazione, ovvero 4,6 milioni di persone, di cui la metà sono bambini; che 2,7 milioni di persone necessitano di assistenza, in particolare aiuti alimentari, protezione e accesso all'assistenza sanitaria, all'acqua potabile, a servizi igienico-sanitari e a un alloggio; che, secondo le stime, oltre 100 000 bambini hanno subito abusi sessuali e sono stati arruolati da gruppi armati nel paese e che, a causa della crisi, un milione di bambini non frequenta la scuola;

L.  considerando che il 5 maggio 2015 gruppi armati nella RCA hanno raggiunto un accordo volto a liberare da 6 000 a 10 000 bambini soldato;

M.  considerando che le operazioni di mantenimento della pace sono state offuscate dalle accuse di presunti abusi sessuali di bambini e ragazze da parte dei soldati dell'ONU e delle forze di pace francesi;

N.  considerando che sia i gruppi armati Seleka sia quelli anti-Balaka traggono profitto dal commercio di legname e di diamanti controllando i siti, "tassando" i minatori e i commercianti ed estorcendo loro denaro proveniente da attività di "protezione"; che i commercianti della RCA hanno acquistato diamanti del valore di diversi milioni di dollari senza prima accertarsi in modo adeguato se stessero finanziando gruppi armati;

O.  considerando che il rispetto dei diritti umani è un valore fondamentale dell'Unione europea e costituisce un elemento essenziale dell'accordo di Cotonou, in particolare dell'articolo 8;

P.  considerando che la giustizia e l'avvio di procedimenti penali in caso di gravi violazioni dei diritti umani sono fra gli aspetti più importanti per porre fine agli abusi e ricostruire la RCA;

Q.  considerando che la violenza continua a restare impunita, nonostante il Consiglio di transizione abbia adottato, con la promulgazione del presidente ad interim, una legge che istituisce una Corte penale speciale, composta da giudici e procuratori nazionali e internazionali, che indagherà e perseguirà le gravi violazioni dei diritti umani commesse nella RCA dal 2003;

R.  considerando che nel settembre 2014 l'UE ha avviato i primi tre progetti di sviluppo finanziati dal fondo fiduciario multidonatori dell'UE per la RCA nel settore della salute, della creazione di posti di lavoro, della riabilitazione delle infrastrutture danneggiate a Bangui e dell'emancipazione delle donne e della loro inclusione economica;

S.  considerando che nel marzo 2015 il Consiglio europeo ha istituito la missione militare consultiva dell'UE nella RCA (EUMAM RCA) volta a sostenere le autorità centrafricane nella preparazione di una riforma del settore della sicurezza per quanto riguarda le forze armate;

T.  considerando che dal maggio 2015 l'UE ha incrementato la sua assistenza alla RCA stanziando un totale di 72 milioni di EUR, comprese le risorse per gli aiuti umanitari (con 10 milioni di EUR di nuovi finanziamenti), il sostegno al bilancio (con ulteriori 40 milioni di EUR) e un nuovo contributo al fondo fiduciario dell'UE per la RCA (22 milioni di EUR aggiuntivi);

U.  considerando che il 15 luglio 2014 l'UE ha varato il suo primo fondo fiduciario multidonatori per lo sviluppo, a sostegno della RCA, che mira a consentire la transizione dalla risposta di emergenza verso aiuti allo sviluppo a lungo termine;

1.  esprime profonda preoccupazione per la situazione nella Repubblica centrafricana, che potrebbe portare il paese sull'orlo di una guerra civile se le recenti violenze non verranno contenute; deplora la perdita di vite umane ed esprime la propria solidarietà alle famiglie delle vittime e all'intera popolazione della Repubblica centrafricana;

2.  condanna fermamente gli attacchi contro le organizzazioni umanitarie e le loro residenze durante i più recenti episodi di violenza; chiede la libera circolazione degli operatori umanitari per poter raggiungere i civili che hanno bisogno di assistenza, in particolare gli sfollati; ricorda che circa mezzo milioni di sfollati ha urgentemente bisogno di cibo, assistenza sanitaria, acqua, servizi igienico-sanitari, rifugio e articoli di prima necessità;

3.  esorta le autorità della RCA a incentrarsi sulla lotta all'impunità e sul ripristino dello Stato di diritto, anche assicurando alla giustizia i responsabili delle violenze; accoglie con favore la creazione della Corte penale speciale per indagare e perseguire le gravi violazioni dei diritti umani commesse nel paese dal 2003 e sottolinea l'impellente necessità di rendere la Corte operativa; evidenzia che il sostegno finanziario e tecnico internazionale è fondamentale per il funzionamento della Corte; chiede che sia organizzata quanto prima una riunione internazionale dei donatori; incoraggia le autorità della RCA ad adottare una procedura di selezione efficace e trasparente per il personale della Corte;

4.  elogia la CEEAC per il ruolo cruciale svolto nell'organizzazione del processo di transizione e per la ferma posizione adottata nel corso delle consultazioni di Addis Abeba del 31 gennaio 2015 in merito a eventuali iniziative parallele che potrebbero compromettere l'attuale impegno della comunità internazionale di ripristinare la pace, la sicurezza e la stabilità nella RCA;

5.  plaude agli sforzi intrapresi finora dal governo di transizione ma invita le autorità di transizione centrafricane e la comunità internazionale ad affrontare le cause profonde della crisi, quali la diffusa povertà, le disparità economiche e le disuguaglianze, la crescente disoccupazione e la mancata ridistribuzione delle ricchezze derivanti dalle risorse naturali del paese attraverso il bilancio dello Stato; chiede l'adozione di un approccio globale incentrato sulla sicurezza, gli aiuti umanitari, la stabilizzazione e la ripresa economica;

6.  invita la comunità internazionale a sostenere il processo politico nella RCA in questo momento critico e a intensificare gli sforzi comuni intesi ad agevolare il dialogo politico, instaurare la fiducia e garantire la convivenza pacifica tra le diverse comunità religiose nel paese; esorta il governo della RCA a privilegiare la ricostituzione del sistema di istruzione, onde favorire la convivenza pacifica a lungo termine;

7.  deplora il continuo rafforzamento delle milizie nonostante l'embargo sulle armi dichiarato dalle Nazioni Unite; invita tutte le parti a rispettare l'accordo sul disarmo firmato il 10 maggio 2015; sottolinea la necessità che il disarmo dei gruppi armati costituisca un'assoluta priorità, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali e politiche, che si terranno nella RCA entro la fine dell'anno;

8.  esorta l'Unione africana e l'Unione europea a utilizzare tutti le misure e gli strumenti appropriati per aiutare il governo di transizione a superare l'implosione di uno Stato già fragile, l'escalation delle tensioni interetniche e la continua forza delle milizie concorrenti, nonché a compiere la transizione verso uno Stato funzionante, inclusivo e democratico, in particolare attraverso lo Strumento per la stabilità e la pace, il Fondo per la pace in Africa e la Forza di pronto intervento africana;

9.  plaude all'istituzione del Forum di Bangui per la riconciliazione e la pace e sollecita la partecipazione incondizionata di tutti i leader politici, militari e religiosi, come pure delle comunità locali e della società civile; insiste sulla necessità di elezioni democratiche;

10.  invita la Commissione, gli Stati membri e altri attori internazionali a impegnarsi al massimo per sostenere l'organizzazione delle elezioni previste nella tabella di marcia per la transizione, in particolare contribuendo al programma di assistenza elettorale gestito dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, affinché le elezioni possono tenersi entro la fine dell'anno corrente, completando in tal modo un tassello chiave della predetta tabella di marcia;

11.  ribadisce il proprio sostegno a favore dell'indipendenza, dell'unità e dell'integrità territoriale della RCA; ricorda l'importanza del diritto all'autodeterminazione dei popoli senza interferenze esterne;

12.  ribadisce il proprio sostegno alle Nazioni Unite, alla forza di pace MINUSCA e al contingente militare francese Sangaris in vista delle elezioni previste entro la fine dell'anno; condanna fermamente qualsiasi tentativo di scoraggiare gli attuali sforzi finalizzati al ripristino della stabilità;

13.  ricorda che il periodo di transizione giunge a scadenza il 30 dicembre 2015; esorta le autorità nazionali, con il sostegno della MINUSCA e del contingente Sangaris, a riportare la calma nel paese e, più in particolare, a Bangui, al fine di rispettare nel miglior modo possibile il calendario elettorale;

14.  si compiace della missione militare consultiva dell'UE (EUMAM RCA) e dell'avvio di progetti intesi a ricostituire le capacità di polizia e di gendarmeria ai fini delle attività di polizia di prossimità e interventi antisommossa, ripristinare il centro comune di comando operativo, rafforzare la magistratura e riabilitare le strutture penitenziarie;

15.  condanna con veemenza tutti gli atti di violenza nei confronti dei minori e delle donne ed esorta tutte le milizie e i gruppi armati non governativi a deporre le armi, a cessare qualsiasi forma di violenza e a rilasciare immediatamente i minori dai loro ranghi; invita tutte le parti interessate a impegnarsi per la protezione dei diritti dei minori e ad evitare qualsiasi ulteriore violenza e abuso nei loro confronti; insiste affinché alle ragazze e alle donne vittime di violenze sessuali nel contesto di conflitti armati siano offerti tutti i servizi in materia di salute sessuale e riproduttiva;

16.  esorta i commercianti di diamanti della RCA a dar prova della necessaria diligenza e le società diamantifere internazionali ad affrontare gli insuccessi del processo di Kimberly nella catena di approvvigionamento di diamanti provenienti dalla RCA; invita le autorità centrafricane e le società estere a contribuire al rafforzamento della governance nel settore estrattivo, attenendosi all'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive;

17.  invita le società diamantifere internazionali a verificare scrupolosamente l'origine dei diamanti onde evitare di alimentare i conflitti acquistando diamanti estratti e rivenduti illegalmente nella RCA; esorta le società europee che commerciano con le società forestali centrafricane a osservare il regolamento sul legname dell'UE e invita l'Unione ad applicarlo rigorosamente nei confronti degli importatori di legname proveniente dalla RCA;

18.  invita le autorità centrafricane a elaborare una strategia nazionale per affrontare le reti di sfruttamento e traffico illecito delle risorse naturali;

19.  esorta i paesi i cui soldati hanno commesso violenze sessuali durante le missioni di mantenimento della pace nella RCA a invitare tali soldati a rendere conto delle proprie azioni e a processarli, giacché l'impunità non può essere tollerata; sottolinea l'urgente necessità di riformare le strutture di mantenimento della pace, creando un meccanismo di vigilanza e rendicontabilità funzionante e trasparente; esprime la convinzione che sia possibile ridurre e prevenire questi gravi reati anche mediante la formazione e l'istruzione;

20.  esorta la RCA, i paesi limitrofi e altri Stati membri della Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi (ICGLR) a collaborare a livello regionale per indagare e combattere le reti criminali e gruppi armati regionali coinvolti nello sfruttamento illegale e nel contrabbando delle risorse naturali, tra cui oro, diamanti e il bracconaggio e il traffico di specie selvatiche;

21.  invita l'Unione europea a compiere tutto ciò che è in suo potere per fornire un'assistenza più efficace e meglio coordinata al fine di aiutare i cittadini della RCA; accoglie positivamente, nel contempo, il potenziamento dell'impegno umanitario dell'Unione e degli Stati membri nei confronti della RCA tenuto conto dell'evolversi delle necessità; sottolinea che l'assistenza di primo soccorso dovrebbe essere garantita alle persone bisognose nella RCA, come pure ai profughi nei paesi limitrofi;

22.  deplora la distruzione degli archivi e dei registri pubblici da parte delle milizie ed esorta l'Unione europea a sostenere il ripristino dell'anagrafe da parte della RCA, nonché a evitare qualsiasi irregolarità elettorale;

23.  invita gli Stati membri e altri donatori a intensificare i loro contributi al fondo dell'UE a favore della RCA, il fondo fiduciario Bêkou, il cui obiettivo consiste nel promuovere la stabilizzazione e la ricostruzione della Repubblica centrafricana, tenendo conto della necessità di un migliore nesso tra programmi di ricostruzione/sviluppo e risposta umanitaria;

24.  invita l'Unione europea, l'Unione africana e la comunità internazionale a sostenere i profughi della RCA nei paesi limitrofi;

25.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alle autorità del governo di transizione della RCA, al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, alle istituzioni dell'Unione africana, alla CEEAC, all'Assemblea parlamentare ACP-UE e agli Stati membri dell'Unione europea.