Proposta di risoluzione comune - RC-B8-1003/2015Proposta di risoluzione comune
RC-B8-1003/2015

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sullo sfollamento di massa di minori in Nigeria a seguito degli attacchi di Boko Haram

7.10.2015 - (2015/2876(RSP))

presentata a norma dell'articolo 135, paragrafo 5, e dell'articolo 123, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
ECR (B8‑1003/2015)
ALDE (B8‑1020/2015)
EFDD (B8‑1023/2015)
S&D (B8‑1024/2015)
Verts/ALE (B8‑1027/2015)
PPE (B8‑1029/2015)
GUE/NGL (B8‑1031/2015)

Cristian Dan Preda, Santiago Fisas Ayxelà, Elmar Brok, Jeroen Lenaers, Tunne Kelam, David McAllister, Patricija Šulin, Jarosław Wałęsa, Eduard Kukan, Bogdan Brunon Wenta, Csaba Sógor, Francesc Gambús, Maurice Ponga, Lorenzo Cesa, Jiří Pospíšil, Davor Ivo Stier, Stanislav Polčák, Barbara Kudrycka, Tomáš Zdechovský, Therese Comodini Cachia, Giovanni La Via, Monica Macovei, Andrej Plenković, Marijana Petir, Claude Rolin, Ivan Štefanec, Pavel Svoboda, Agnieszka Kozłowska-Rajewicz, Anna Záborská, Michaela Šojdrová, Jaromír Štětina, Adam Szejnfeld, Ramona Nicole Mănescu, Lara Comi, Mariya Gabriel, László Tőkés, Krzysztof Hetman, Kinga Gál, Inese Vaidere, Anna Maria Corazza Bildt, Elisabetta Gardini, Thomas Mann, Barbara Matera, Dubravka Šuica, Ivana Maletić a nome del gruppo PPE
Josef Weidenholzer, Eric Andrieu, Nikos Androulakis, Maria Arena, Zigmantas Balčytis, Hugues Bayet, Brando Benifei, Goffredo Maria Bettini, José Blanco López, Vilija Blinkevičiūtė, Simona Bonafè, Biljana Borzan, Victor Boştinaru, Paul Brannen, Nicola Caputo, Andi Cristea, Viorica Dăncilă, Nicola Danti, Paolo De Castro, Isabella De Monte, Jonás Fernández, Monika Flašíková Beňová, Doru-Claudian Frunzulică, Eider Gardiazabal Rubial, Enrico Gasbarra, Elena Gentile, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Neena Gill, Ana Gomes, Maria Grapini, Theresa Griffin, Enrique Guerrero Salom, Richard Howitt, Cătălin Sorin Ivan, Liisa Jaakonsaari, Afzal Khan, Jude Kirton-Darling, Jeppe Kofod, Miapetra Kumpula-Natri, Javi López, Juan Fernando López Aguilar, Krystyna Łybacka, Andrejs Mamikins, David Martin, Luigi Morgano, Alessia Maria Mosca, Victor Negrescu, Momchil Nekov, Norbert Neuser, Péter Niedermüller, Pier Antonio Panzeri, Demetris Papadakis, Vincent Peillon, Tonino Picula, Miroslav Poche, Liliana Rodrigues, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, Siôn Simon, Renato Soru, Tibor Szanyi, Claudia Tapardel, Marc Tarabella, Patrizia Toia, Elena Valenciano, Julie Ward a nome del gruppo S&D
Charles Tannock, Mark Demesmaeker a nome del gruppo ECR
Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Beatriz Becerra Basterrechea, Petras Auštrevičius, Izaskun Bilbao Barandica, Dita Charanzová, Martina Dlabajová, Juan Carlos Girauta Vidal, Ilhan Kyuchyuk, Urmas Paet, Frédérique Ries, Marietje Schaake, Pavel Telička, Ramon Tremosa i Balcells, Ivo Vajgl, Filiz Hyusmenova, Nathalie Griesbeck, Nedzhmi Ali, Philippe De Backer, Marielle de Sarnez, Gérard Deprez, Fredrick Federley, Ivan Jakovčić, Kaja Kallas, Alexander Graf Lambsdorff, Louis Michel, Javier Nart, Jozo Radoš, Johannes Cornelis van Baalen, Hilde Vautmans, Cecilia Wikström, Marian Harkin, Valentinas Mazuronis, Petr Ježek a nome del gruppo ALDE
Lola Sánchez Caldentey, Patrick Le Hyaric, Younous Omarjee a nome del gruppo GUE/NGL
Maria Heubuch, Heidi Hautala, Judith Sargentini, Igor Šoltes, Bronis Ropė, Bodil Valero a nome del gruppo Verts/ALE
Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo, Laura Agea, Piernicola Pedicini, Laura Ferrara, Rolandas Paksas a nome del gruppo EFDD

Procedura : 2015/2876(RSP)
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RC-B8-1003/2015
Testi presentati :
RC-B8-1003/2015
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Risoluzione del Parlamento europeo sullo sfollamento di massa di minori in Nigeria a seguito degli attacchi di Boko Haram

(2015/2876(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Nigeria, in particolare quella del 16 luglio 2014[1] e del 30 aprile 2015[2],

–  viste le precedenti dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, in particolare quella dell'8 gennaio, del 19 gennaio, del 31 marzo, del 14 e 15 aprile e del 3 luglio 2015,

–  vista la dichiarazione del presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 28 luglio 2015,

–  visto l'intervento del presidente Muhammadu Buhari all'Assemblea Generale dell'ONU del 28 settembre 2015 e al vertice antiterrorismo delle Nazioni Unite,

–  visto l'accordo di Cotonou,

–  vista la risoluzione n. 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza, adottata il 31 ottobre 2000,

–  viste la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e la Carta sui diritti e il benessere del minore dell'Organizzazione dell'Unità Africana (1990),

–  vista la legge sui diritti dei minori promulgata dal governo federale della Nigeria nel 2003,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  visti la convenzione dell'Unione africana per la prevenzione e la lotta al terrorismo, ratificata dalla Nigeria il 16 maggio 2013, e il protocollo aggiuntivo, ratificato dalla Nigeria il 22 dicembre 2008,

–  visto il Fondo fiduciario europeo di emergenza per la stabilità e per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e dello sfollamento della popolazione in Africa,

–  viste la relazione dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulle violazioni e gli abusi commessi da Boko Haram e l'impatto sui diritti umani nei paesi colpiti, del 29 settembre 2015, e le dichiarazioni dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla possibilità di accusare di crimini di guerra i membri di Boko Haram,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che la Nigeria, il paese più popoloso e con la più grande economia dell'Africa, diversificato sotto il profilo etnico e segnato da spaccature regionali e religiose nonché da un divario fra nord e sud caratterizzato da gravi disparità economiche e sociali, è dal 2009 il campo di battaglia del gruppo terrorista islamico Boko Haram, che ha giurato fedeltà a Da'ish; che il gruppo terroristico pone una crescente minaccia alla stabilità della Nigeria e della regione dell'Africa occidentale; che le forze di sicurezza nigeriane hanno spesso fatto un uso eccessivo della forza e hanno commesso abusi nel corso delle operazioni militari di contrasto all'insurrezione;

B.  considerando che almeno 1 600 civili sono stati uccisi da Boko Haram negli ultimi quattro mesi, facendo salire il bilancio delle vittime ad almeno 3 500 civili nel solo 2015;

C.  considerando che, dall'inizio dell'insurrezione di Boko Haram, le sue azioni mirate contro alunni e alunne nella regione hanno privato i bambini dell'accesso all'istruzione, con 10,5 milioni di bambini in età scolare primaria in Nigeria che non frequentano la scuola; che, secondo i dati UNESCO, si tratta della cifra più alta al mondo; che, come al-Shabaab in Somalia, Aqmi, Mujao e Ansar Dine nel nord del Mali e i Talebani in Afghanistan e Pakistan, Boko Haram prende di mira i bambini e le donne che ricevono un'istruzione;

D.  considerando che, nonostante i progressi da parte delle forze armate regionali e nigeriane, i crescenti attacchi e attentati suicida che si estendono oltre i confini fino ai paesi limitrofi minacciano la stabilità e il sostentamento di milioni di persone nell'intera regione; che i bambini sono esposti a gravi pericoli a causa del deteriorarsi della situazione umanitaria, con un aggravamento dell'insicurezza alimentare che va ad aggiungersi allo scarso accesso all'istruzione, all'acqua potabile e ai servizi sanitari;

E.  considerando che, secondo le stime delle Nazioni Unite, la violenza negli Stati di Borno, Yobe e Adamawa ha causato di recente un drastico aumento del numero di sfollati interni, che ha raggiunto i 2,1 milioni di persone, di cui, secondo l'OIM, il 58% è composto da bambini; che oltre 3 milioni di persone hanno subito gli effetti dell'insurrezione nella loro totalità, mentre 5,5 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria nel bacino del lago Ciad;

F.  considerando che la Nigeria è riuscita a organizzare elezioni governatoriali e presidenziali essenzialmente pacifiche nonostante le minacce di Boko Haram di perturbarne lo svolgimento; che l'11 giugno 2015 la Nigeria e i suoi paesi limitrofi hanno istituito ad Abuja una Task Force comune multinazionale (MNJTF) per dar seguito alle decisioni adottate nel gennaio 2015 a Niamey sulla lotta contro Boko Haram;

G.  considerando che, dal 2009, Boko Haram ha sequestrato oltre 2 000 donne e ragazze in Nigeria, tra cui le 276 studentesse di Chibok, nel nord-est del paese, rapite il 14 aprile 2014 – un atto che ha sconvolto il mondo intero e che ha dato vita a una campagna internazionale ("Bring back our Girls") per salvarle; che quasi un anno e mezzo dopo più di 200 delle ragazze rapite in quel caso risultano ancora disperse;

H.  considerando che, da allora, molti più bambini sono scomparsi o sono stati rapiti o reclutati come combattenti e lavoratori domestici e che le ragazze sono state vittime di stupri e matrimoni forzati oppure sono state obbligate a convertirsi all'Islam; che, dall'aprile 2015, altre 300 ragazze circa, salvate per mano delle forze di sicurezza nigeriane dalle roccaforti dei terroristi, e altre 60 circa, sfuggite ai loro rapitori da altri luoghi, hanno descritto a Human Rights Watch (HRW) la loro vita da prigioniere come una vita segnata da episodi quotidiani di violenza e terrore nonché da abusi fisici e psicologici; che, secondo il relatore speciale delle Nazioni Unite per i bambini coinvolti nei conflitti armati, nell'ultimo anno il conflitto armato nel nord-est della Nigeria è stato uno dei più letali al mondo per i minori, caratterizzato da uccisioni, da un aumento dei casi di reclutamento e impiego di bambini, da innumerevoli rapimenti e da violenze sessuali ai danni di ragazze; che, stando all'UNICEF, oltre 23 000 bambini sono stati separati dai rispettivi genitori e costretti dalle violenze a lasciare le loro case e a recarsi, per salvare la propria vita, nell'interno della Nigeria oppure ad attraversare la frontiera con il Camerun, il Ciad e il Niger;

I.  considerando che la maggior parte dei bambini che vivono nei campi per sfollati e rifugiati ha perso uno o entrambi i genitori (i quali sono morti o sono dispersi), nonché fratelli e sorelle ed altri parenti; che, sebbene diverse organizzazioni umanitarie internazionali e nazionali operino nei campi, l'accesso ai diritti di base per molti di questi bambini – tra cui alimentazione, alloggi (sovraffollati e insalubri), sanità e istruzione – continua ad essere di una qualità tremendamente bassa;

J.  considerando che nella sottoregione (Nigeria, Camerun, Ciad e Niger) vi sono almeno 208 000 bambini che non hanno accesso all'istruzione e 83 000 che sono privi di accesso all'acqua sicura, mentre 23 000 minori nel nord-est della Nigeria sono stati separati dalle loro famiglie;

K.  considerando che il numero di attacchi perpetrati da Boko Haram in Nigeria, nonché nei limitrofi Camerun, Ciad e Niger è aumentato; che Boko Haram continua a rapire donne e bambini per far trasportare loro dispositivi esplosivi, utilizzandoli, a loro insaputa, come attentatori suicidi; che alcuni di quelli che hanno cercato rifugio sulla sponda ciadiana del lago Ciad sono stati nuovamente bersaglio dei medesimi terroristi sul territorio ciadiano;

L.  considerando che nel giugno 2015 l'UE ha fornito 21 milioni di EUR in aiuti umanitari per assistere le persone sfollate in Nigeria e nei paesi vicini colpiti dalla violenza di organizzazioni terroristiche;

M.  considerando che l'UNICEF, di concerto con governi e partner in Nigeria, Camerun, Ciad e Niger, sta potenziando le operazioni volte ad assistere migliaia di bambini e le loro famiglie nella regione fornendo accesso ad acqua potabile, istruzione, assistenza e sostegno psicologici, nonché a vaccinazioni e cure per malnutrizione acuta grave; che l'UNICEF ha ricevuto solo il 32% dei 50,3 milioni di EUR necessari quest'anno per fornire una risposta umanitaria in tutta la regione del lago Ciad;

N.  considerando che, secondo HRW, un certo numero di donne e ragazze che sono fuggite o sono state salvate o liberate fanno ritorno a casa in stato di gravidanza e hanno un disperato bisogno di assistenza sanitaria riproduttiva e materna, mentre altre non hanno accesso a controlli sanitari di base a seguito di uno stupro, all'assistenza post traumatica, al sostegno sociale nonché all'assistenza psicologica post stupro; che la Commissione ha affermato che, laddove la gravidanza provochi sofferenze insostenibili, le donne devono avere accesso all'intera gamma di servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva in base alle loro condizioni di salute, sostenendo pertanto che il diritto umanitario internazionale deve prevalere in ogni caso;

1.  condanna fermamente i crimini di Boko Haram, tra cui figurano attacchi terroristici e attentati suicidi in Ciad, Camerun e Niger; esprime la propria vicinanza alle vittime e il proprio cordoglio a tutte le famiglie che hanno perso i loro cari; denuncia le incessanti violenze negli Stati nigeriani di Borno, Yobe e Adamawa, così come in altre città del paese;

2.  deplora gli atti che hanno portato allo sfollamento di massa di bambini innocenti e sollecita un'immediata azione coordinata a livello internazionale al fine di coadiuvare i lavori delle agenzie dell'ONU e delle ONG finalizzati a evitare che i bambini e i giovani sfollati cadano vittime di schiavitù sessuale, altre forme di violenza sessuale e rapimenti e siano costretti, per mano della setta terroristica Boko Haram, a partecipare a conflitti armati contro obiettivi civili, statali e militari in Nigeria; sottolinea la necessità essenziale di tutelare adeguatamente i diritti dei minori in Nigeria, un paese in cui oltre il 40% della popolazione complessiva ha un'età compresa tra 0 e 14 anni;

3.  ritiene che, nel caso di minori associati in passato a Boko Haram o ad altri gruppi armati, sia opportuno considerare l'adozione di provvedimenti non giudiziari quale alternativa all'azione penale e alla detenzione;

4.  accoglie con favore il recente annuncio della Commissione di destinare fondi aggiuntivi al potenziamento degli aiuti umanitari urgenti nella regione; esprime tuttavia serie preoccupazioni riguardo al divario in termini di finanziamento tra impegni ed effettivi pagamenti per le operazioni dell'UNICEF nella regione da parte della comunità internazionale nel suo complesso; invita i donatori a rispettare senza indugio i loro impegni, in modo da far fronte alla necessità cronica di accesso ai servizi essenziali, quali l'acqua potabile, i servizi sanitari di base e l'istruzione;

5.  invita il presidente della Nigeria e il suo neodesignato governo federale ad adottare solide misure intese a proteggere la popolazione civile, a porre un accento particolare sulla tutela delle donne e delle ragazze, a rendere prioritari i diritti delle donne e dei bambini nella lotta all'estremismo, a fornire aiuto alle vittime e ad assicurare i responsabili alla giustizia, nonché a garantire la partecipazione delle donne ai processi decisionali a tutti i livelli;

6.  chiede al governo nigeriano di avviare, come promesso dal presidente Buhari, un'indagine urgente, indipendente e approfondita sui reati a norma del diritto internazionale e su altre gravi violazioni dei diritti umani ad opera di tutte le parti coinvolte nel conflitto;

7.  accoglie favorevolmente il cambio di leadership militare e chiede che tutte le violazioni dei diritti umani e i crimini commessi sia dai terroristi che dalle forze di sicurezza nigeriane siano oggetto di indagine, affinché sia affrontato il problema della mancanza di assunzione di responsabilità osservata durante la precedente presidenza; plaude all'impegno assunto dal presidente Buhari di verificare gli indizi secondo cui le forze militari nigeriane si sarebbero macchiate di gravi violazioni dei diritti umani, di crimini di guerra e di atti che si configurerebbero come crimini contro l'umanità;

8.  esorta il presidente della Repubblica federale ad affrontare le sfide derivanti dal tenere fede a tutte le promesse formulate in campagna elettorale e alle ultime dichiarazioni, le più importanti delle quali riguardano la volontà di sconfiggere la minaccia del terrorismo, rendere il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario un pilastro fondamentale delle operazioni militari, riportare a casa sane e salve le ragazze di Chibok e tutte le altre donne e i bambini che sono stati rapiti, affrontare il sempre crescente problema della denutrizione e combattere la corruzione e l'impunità per scoraggiare abusi futuri, adoperandosi per rendere giustizia a tutte le vittime;

9.  esorta le autorità nigeriane e la comunità internazionale a collaborare strettamente e a intensificare gli sforzi tesi a invertire la continua tendenza all'ulteriore sfollamento della popolazione; accoglie con favore la determinazione manifestata dai 13 paesi partecipanti al vertice regionale di Niamey del 20 e 21 gennaio 2015, in particolare l'impegno del Ciad, congiuntamente a Camerun e Niger, a lottare contro le minacce terroristiche di Boko Haram; chiede alla task force comune multinazionale di rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale e in materia di diritti umani nelle operazioni condotte contro Boko Haram; ribadisce che il solo approccio militare non sarà sufficiente a contrastare la ribellione di Boko Haram;

10.  ricorda che Boko Haram trova origine nelle rimostranze per il malgoverno, la corruzione diffusa e le forti disuguaglianze presenti nella società nigeriana; esorta le autorità nigeriane a eliminare la corruzione e a porre fine alla cattiva gestione e alle inefficienze all'interno delle istituzioni pubbliche e dell'esercito, nonché a promuovere la giustizia fiscale; chiede che siano adottate misure intese a privare Boko Haram delle sue fonti illegali di reddito, mediante la cooperazione con i paesi vicini, in particolare per quanto riguarda il contrabbando e i traffici;

11.  esorta la comunità internazionale ad aiutare la Nigeria e i paesi vicini che ospitano i rifugiati (Camerun, Ciad e Niger) a fornire tutta l'assistenza medica e psicologica necessaria a quanti ne abbiano bisogno; chiede alle autorità della sottoregione di garantire che le donne e le ragazze vittime di stupro abbiano un accesso agevole all'intera gamma di servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva, a norma dell'articolo 3 comune delle convenzioni di Ginevra; sottolinea la necessità di adottare una norma universale per il trattamento delle vittime di stupri di guerra e di garantire la supremazia del diritto umanitario internazionale nelle situazioni di conflitto armato; esprime la sua piena solidarietà alle donne e ai bambini che sono sopravvissuti al terrorismo cieco di Boko Haram; chiede che siano istituiti programmi di istruzione specializzati rivolti alle donne e ai bambini vittime di guerra e alla società in generale, che si prefiggano di aiutarli a superare il terrore vissuto, fornire loro informazioni adeguate ed esaustive, combattere la stigmatizzazione e l'esclusione sociale, nonché aiutarli a diventare validi membri della società;

12.  esorta la Commissione a rendere prioritaria l'assistenza ai bambini e ai giovani sfollati in Nigeria, Camerun, Ciad e Niger, con particolare attenzione alla protezione da ogni forma di ferocia e di violenza di genere e all'accesso all'istruzione, all'assistenza sanitaria e all'acqua potabile sicura, nel quadro del Fondo fiduciario di emergenza per la stabilità e di lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e dello sfollamento della popolazione in Africa;

13.  invita il governo nigeriano ad adottare misure finalizzate ad agevolare il rientro delle persone sfollate, soprattutto dei bambini, a garantire la loro sicurezza e ad assistere le ONG nei loro sforzi intesi a migliorare le condizioni nei campi delle persone sfollate a causa del conflitto, attraverso, tra l'altro, il miglioramento delle condizioni igenico-sanitarie per impedire la possibile diffusione di malattie;

14.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento della Repubblica federale di Nigeria nonché ai rappresentanti della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) e dell'Unione africana.