Proposta di risoluzione comune - RC-B8-0900/2016Proposta di risoluzione comune
RC-B8-0900/2016

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sul Bahrein

6.7.2016 - (2016/2808(RSP))

presentata a norma dell'articolo 135, paragrafo 5, e dell'articolo 123, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi
ECR (B8-0900/2016)
Verts/ALE (B8-0902/2016)
EFDD (B8-0903/2016)
PPE (B8-0905/2016)
S&D (B8-0906/2016)
ALDE (B8-0907/2016)

Cristian Dan Preda, Tomáš Zdechovský, Davor Ivo Stier, Andrey Kovatchev, Lefteris Christoforou, Patricija Šulin, Claude Rolin, Marijana Petir, Bogdan Brunon Wenta, Milan Zver, Ivana Maletić, Ildikó Gáll-Pelcz, Roberta Metsola, David McAllister, Sven Schulze, Therese Comodini Cachia, Csaba Sógor, Tunne Kelam, József Nagy, Dubravka Šuica, Jiří Pospíšil, Francesc Gambús, Adam Szejnfeld, Giovanni La Via, Eva Paunova, Ivan Štefanec, Eduard Kukan, Laima Liucija Andrikienė, Brian Hayes, Deirdre Clune a nome del gruppo PPE
Pier Antonio Panzeri, Victor Boştinaru, Knut Fleckenstein, Richard Howitt, Josef Weidenholzer, Clara Eugenia Aguilera García, Eric Andrieu, Nikos Androulakis, Francisco Assis, Hugues Bayet, Brando Benifei, José Blanco López, Vilija Blinkevičiūtė, Simona Bonafè, Nicola Caputo, Andi Cristea, Miriam Dalli, Viorica Dăncilă, Doru-Claudian Frunzulică, Enrico Gasbarra, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Sylvie Guillaume, Cătălin Sorin Ivan, Liisa Jaakonsaari, Eva Kaili, Jude Kirton-Darling, Miapetra Kumpula-Natri, Cécile Kashetu Kyenge, Krystyna Łybacka, David Martin, Sorin Moisă, Alessia Maria Mosca, Victor Negrescu, Emilian Pavel, Daciana Octavia Sârbu, Tibor Szanyi, Claudia Țapardel, Marc Tarabella, Elena Valenciano, Flavio Zanonato, Damiano Zoffoli a nome del gruppo S&D
Charles Tannock, Mark Demesmaeker, Raffaele Fitto, Ruža Tomašić, Branislav Škripek, Notis Marias, Ryszard Antoni Legutko, Tomasz Piotr Poręba, Karol Karski, Ryszard Czarnecki, Angel Dzhambazki, Arne Gericke a nome del gruppo ECR
Marietje Schaake, Beatriz Becerra Basterrechea, Izaskun Bilbao Barandica, Ilhan Kyuchyuk, Filiz Hyusmenova, Javier Nart, Valentinas Mazuronis, Nedzhmi Ali, Petras Auštrevičius, Marielle de Sarnez, Gérard Deprez, Martina Dlabajová, José Inácio Faria, María Teresa Giménez Barbat, Nathalie Griesbeck, Antanas Guoga, Marian Harkin, Ivan Jakovčić, Petr Ježek, Louis Michel, Urmas Paet, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Carolina Punset, Robert Rochefort, Jasenko Selimovic, Hannu Takkula, Pavel Telička, Ramon Tremosa i Balcells, Johannes Cornelis van Baalen, Hilde Vautmans, Paavo Väyrynen, Dita Charanzová a nome del gruppo ALDE
Alyn Smith, Barbara Lochbihler, Michel Reimon, Ernest Urtasun, Heidi Hautala, Bodil Valero, Bronis Ropė, Davor Škrlec, Igor Šoltes, Maria Heubuch a nome del gruppo Verts/ALE
Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo, Isabella Adinolfi a nome del gruppo EFDD


Procedura : 2016/2808(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B8-0900/2016
Testi presentati :
RC-B8-0900/2016
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sul Bahrein

(2016/2808(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Bahrein, segnatamente quella del 9 luglio 2015 sul Bahrein e in particolare sul caso di Nabeel Rajab[1] e quella del 4 febbraio 2016 sul Bahrein: il caso di Mohammed Ramadan[2],

–  vista la dichiarazione rilasciata il 5 luglio 2016 dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sui recenti sviluppi in Bahrein,

–  visti gli orientamenti dell'UE sulla pena di morte, la tortura, la libertà di espressione e i difensori dei diritti umani delle Nazioni Unite,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 31 maggio 2016 dal portavoce dell'alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, sulla condanna di Ali Salman, segretario generale del partito al-Wefaq, in Bahrein,

–  viste la dichiarazione del 1° giugno 2016 del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione, David Kaye, a proposito della condanna del leader dell'opposizione, lo sceicco Ali Salman, nonché la dichiarazione del 16 giugno 2016 del portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite e la dichiarazione del 21 giugno 2016 del portavoce dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, entrambe sul Bahrein,

–  visti il quadro strategico e il piano di azione dell'UE per i diritti umani, che mirano a porre la tutela e la sorveglianza dei diritti umani al centro di tutte le politiche dell'UE,

–  visti la Costituzione del Bahrein adottata a febbraio 2002, in particolare il capitolo 3, l'articolo 264 del codice penale del Bahrein e legge sulla cittadinanza del Bahrein del 1963,

–  vista la relazione del novembre 2011 elaborata dalla Commissione d'inchiesta indipendente del Bahrein,

–  visti il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966, la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, la Convenzione sui diritti del fanciullo e la Carta araba dei diritti dell'uomo, tutti sottoscritti dal Bahrein,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, in particolare l'articolo 15,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il Bahrein è un partner fondamentale dell'Unione europea nel Golfo persico, anche nell'ambito delle relazioni politiche ed economiche, dell'energia e della sicurezza; che è nell'interesse reciproco approfondire ulteriormente il partenariato, al fine di rispondere meglio alle sfide future;

B.  considerando che nell'ultimo mese il governo del Bahrein ha intensificato la campagna di repressione e di persecuzione nei confronti dei difensori dei diritti umani e dei membri dell'opposizione politica; che la libertà di espressione e la libertà di riunione sono pilastri imprescindibili di una società democratica e pluralistica; che la Costituzione del Bahrein adottata nel 2002 sancisce le libertà fondamentali, tra cui la libertà di espressione e di riunione;

C.  considerando che il 13 giugno 2016 la polizia ha arrestato nuovamente il noto difensore dei diritti umani Nabeel Rajab con l'accusa di diffusione di false voci in tempo di guerra e di oltraggio alle autorità pubbliche, con riferimento ai post pubblicati su Twitter nel 2015, per una pena complessiva di 13 anni di reclusione; che Nabeel Rajab ha già scontato una condanna a due anni di reclusione tra il 2012 e il 2014 per aver esercitato il diritto alla libertà di espressione e di riunione e che il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha stabilito nel 2013 che è stato detenuto in modo arbitrario;

D.  considerando che, dopo 15 giorni di isolamento, le condizioni inadeguate in cui Nabeel Rajab è stato detenuto hanno causato un peggioramento del suo stato di salute e il suo ricovero in ospedale il 27 giugno 2016; che è stato trasferito nuovamente in carcere il 29 giugno 2016, nonostante i persistenti problemi di salute;

E.  considerando che il governo del Bahrein ha costretto all'esilio Zainab Al-Khawaja in seguito a minacce di un nuovo arresto e di una detenzione a tempo indeterminato e ha imposto il divieto di viaggio a un gruppo di attivisti per i diritti umani diretti al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani in programma a Ginevra;

F.  considerando che le autorità bahreinite continuano a ricorrere alla revoca della cittadinanza come strumento di repressione politica, raggiungendo il culmine con la recente denaturalizzazione dell'ayatollah sceicco Isa Qassim; che le autorità del Bahrein hanno privato della cittadinanza oltre 300 persone, tra cui difensori dei diritti umani, politici, giornalisti e importanti autorità religiose, trasformandone la maggior parte in apolidi, in violazione dell'articolo 15 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo;

G.  considerando che il 14 giugno 2016 le autorità del Bahrein hanno sospeso il più grande gruppo politico del regno, la Società islamica nazionale Al-Wefaq, congelandone i beni e prendendo possesso della sua sede, e che hanno presentato un'istanza giudiziaria per ottenere lo scioglimento accelerato della società politica nel mese di luglio;

H.  considerando che lo sceicco Ali Salman, capo del gruppo di opposizione Al-Wefaq, è detenuto da luglio 2015 senza un processo equo e che nel processo di appello, a maggio 2016, la sua pena è stata persino prolungata da quattro a nove anni; che l'assenza di tutela dei diritti degli imputati costituisce una violazione diretta della Costituzione nazionale del Bahrein e del diritto internazionale; che a settembre 2015 il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha concluso che la sua detenzione è stata arbitraria;

1.  esprime una profonda preoccupazione per la campagna di repressione attualmente in corso nei confronti dei difensori dei diritti umani, dei membri dell'opposizione politica e della società civile nonché per le restrizioni dei diritti democratici fondamentali, in particolare le libertà di espressione, di associazione e di riunione, il pluralismo politico e lo Stato di diritto in Bahrein; chiede che si ponga fine a tutti gli atti di violenza, vessazione e intimidazione, anche a livello giudiziario, e alla censura contro i difensori dei diritti umani, gli oppositori politici, i manifestanti pacifici e gli attori della società civile da parte delle autorità dello Stato e delle forze e dei servizi di sicurezza;

2.  rispetta la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale del Bahrein e incoraggia la prosecuzione del dialogo tra il governo del Bahrein, l'Unione europea e gli Stati membri dell'UE;

3.  sollecita il rilascio immediato e incondizionato di Nabeel Rajab e degli altri difensori dei diritti umani incarcerati sulla base di accuse inerenti ai loro diritti alla libertà di espressione, riunione e associazione, e chiede che tutte le accuse a loro carico siano ritirate; invita le autorità a garantire l'integrità fisica e psicologica di Nabeel Rajab e ad assicurare che gli sia fornita la necessaria assistenza medica;

4.  deplora il divieto di viaggio imposto alla delegazione di attivisti per i diritti umani diretta alla 32a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani in programma a Ginevra e invita il governo a revocare tale divieto; sottolinea che è inaccettabile impedire la partecipazione di rappresentanti della società civile e dei media ai lavori di organismi internazionali e insiste affinché le autorità del Bahrein rispettino i diritti umani e politici fondamentali dei rappresentanti della società civile bahreinita;

5.  ricorda al governo del Bahrein che è sua responsabilità garantire la sicurezza di tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro opinioni politiche, dalla loro appartenenza politica e dalla loro confessione; reputa che la stabilità e la sicurezza a lungo termine in Bahrein possano essere garantite solo mediante la creazione di una società realmente pluralistica e rispettosa della diversità e in quest'ottica chiede la liberazione dello sceicco Ali Salman e degli altri attivisti detenuti arbitrariamente nelle prigioni del paese;

6.  ritiene che debba essere garantita la libertà di esprimere rivendicazioni legittime e pacifiche; prende atto con preoccupazione della repressione operata dal governo del Bahrein nei confronti della legittima opposizione politica, tra l'altro con l'inasprimento della sentenza a carico dello sceicco Ali Salman, la sospensione della Società islamica nazionale Al-Wefaq e il congelamento dei suoi beni; invita ad assicurare maggiori libertà fondamentali a tutti i cittadini del Bahrein; insiste sulla necessità di porre immediatamente fine alla repressione delle opinioni politiche diverse nel paese e alla persecuzione dei principali rappresentanti di tali opinioni, a prescindere dalla loro affiliazione politica o religiosa;

7.  esprime particolare preoccupazione per l'utilizzo improprio delle leggi antiterrorismo in Bahrein, segnatamente per la revoca della cittadinanza quale strumento sanzionatorio e di pressione politica; invita con forza le autorità del Bahrein ad annullare la decisione di revocare la cittadinanza all'ayatollah sceicco Isa Qassim, a modificare la legge sulla cittadinanza del paese e a restituire la cittadinanza bahreinita alle persone cui è stata indebitamente revocata, così da garantire il rispetto del diritto e delle norme internazionali in materia;

8.  sollecita le autorità del Bahrein ad assicurare la piena attuazione della Costituzione del 2002 e a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali da essa sanciti come pure le norme internazionali in materia di diritti umani e gli strumenti internazionali ratificati dal paese; chiede in particolare l'efficace attuazione delle raccomandazioni della Commissione d'inchiesta indipendente del Bahrein, della revisione periodica universale e dell'istituzione nazionale per i diritti umani onde consentire un miglioramento della situazione dei diritti umani;

9.  ricorda alle autorità del Bahrein che l'articolo 15 della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti vieta di utilizzare come elemento di prova in un procedimento qualsiasi dichiarazione resa sotto tortura; invita le autorità del Bahrein a ratificare il protocollo facoltativo della Convenzione contro la tortura;

10.  si compiace della partecipazione del Bahrein alla coalizione internazionale contro Daesh;

11.  esprime preoccupazione per la reintroduzione della pena di morte in Bahrein e chiede che sia ripristinata la moratoria al riguardo;

12.  valuta positivamente le misure per la protezione dei lavoratori introdotte dalla legge bahreinita sul lavoro del 2012 e ritiene che esse possano fungere da esempio per altri paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo;

13.  plaude al fatto che il Bahrein rispetti generalmente il diritto di cittadini e residenti stranieri di praticare la propria religione; invita le autorità del Bahrein ad attenersi alla Costituzione del paese, che vieta qualsiasi discriminazione di matrice religiosa in relazione ai diritti e ai doveri dei cittadini, nonché a porre fine alle discriminazioni contro la popolazione sciita;

14.  prende atto degli sforzi attualmente profusi dal governo del Bahrein per riformare il codice penale e le procedure giuridiche e incoraggia la prosecuzione di questo processo; esorta il governo bahreinita a garantire il rispetto delle norme internazionali relative al diritto a un processo equo; pone l'accento sull'importanza del sostegno accordato al Bahrein, in particolare in relazione al suo sistema giudiziario, per assicurare il rispetto delle norme internazionali in materia di diritti umani; chiede il rafforzamento del dialogo sui diritti umani tra l'Unione europea e il Bahrein;

15.  invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il Servizio europeo per l'azione esterna e gli Stati membri a continuare a esprimere preoccupazione per gli attacchi contro le libertà di espressione, associazione e riunione pacifica sferrati in Bahrein e in altri paesi del CCG sia a livello bilaterale sia attraverso piattaforme multilaterali quali la futura riunione ministeriale UE-CCG del 18 e 19 luglio 2016;

16.  incoraggia con forza l'istituzione di un gruppo di lavoro UE-Bahrein sui diritti umani, ma osserva che il dialogo tra l'Unione e il Bahrein in tale ambito non può sostituirsi a un dialogo approfondito tra il governo, l'opposizione e la società civile all'interno del paese;

17.  sollecita il governo del Bahrein a collaborare con i relatori speciali delle Nazioni Unite (in particolare quelli responsabili in materia di tortura, libertà di riunione, indipendenza dei giudici e degli avvocati e difensori dei diritti umani) nonché a rivolgere loro un invito permanente;

18.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento del Regno del Bahrein nonché ai membri del Consiglio di cooperazione del Golfo.