Proposta di risoluzione comune - RC-B8-0349/2017/REV1Proposta di risoluzione comune
RC-B8-0349/2017/REV1

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sull'applicazione degli orientamenti del Consiglio per le persone LGBTI, in particolare in relazione alla persecuzione di (presunti) uomini omosessuali in Cecenia, Russia

16.5.2017 - (2017/2688(RSP))

presentata a norma dell'articolo 128, paragrafo 5, e dell'articolo 123, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
S&D (B8-0349/2017)
ECR (B8-0350/2017)
Verts/ALE (B8-0351/2017)
GUE/NGL (B8-0353/2017)
ALDE (B8-0355/2017)
PPE (B8-0356/2017)

Cristian Dan Preda, Sandra Kalniete, Jaromír Štětina, Michael Gahler, Anna Maria Corazza Bildt a nome del gruppo PPE
Soraya Post, Tanja Fajon, Elena Valenciano, Knut Fleckenstein, Pier Antonio Panzeri a nome del gruppo S&D
Charles Tannock, Ian Duncan, Kay Swinburne, Anneleen Van Bossuyt, Mark Demesmaeker, Helga Stevens, Sander Loones, Raffaele Fitto a nome del gruppo ECR
Marietje Schaake, Petras Auštrevičius, Beatriz Becerra Basterrechea, Izaskun Bilbao Barandica, Dita Charanzová, Marielle de Sarnez, Gérard Deprez, Martina Dlabajová, María Teresa Giménez Barbat, Nathalie Griesbeck, Marian Harkin, Ivan Jakovčić, Petr Ježek, Louis Michel, Javier Nart, Urmas Paet, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Jozo Radoš, Ilhan Kyuchyuk, Frédérique Ries, Jasenko Selimovic, Pavel Telička, Ramon Tremosa i Balcells, Johannes Cornelis van Baalen, Ivo Vajgl, Hilde Vautmans, Cecilia Wikström a nome del gruppo ALDE
Malin Björk, Helmut Scholz, Merja Kyllönen, Marisa Matias, Barbara Spinelli, Cornelia Ernst, Eleonora Forenza, Josu Juaristi Abaunz, Dimitrios Papadimoulis, Dennis de Jong a nome del gruppo GUE/NGL
Ulrike Lunacek, Rebecca Harms, Heidi Hautala, Ernest Urtasun, Terry Reintke, Barbara Lochbihler, Judith Sargentini, Molly Scott Cato a nome del gruppo Verts/ALE
Fabio Massimo Castaldo, Ignazio Corrao, Marco Zullo, Rosa D’Amato, Dario Tamburrano, Marco Valli, Tiziana Beghin, Isabella Adinolfi, Laura Ferrara, Laura Agea, Eleonora Evi, David Borrelli, Daniela Aiuto, Piernicola Pedicini

Procedura : 2017/2688(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B8-0349/2017
Testi presentati :
RC-B8-0349/2017
Discussioni :
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sull'applicazione degli orientamenti del Consiglio per le persone LGBTI, in particolare in relazione alla persecuzione di (presunti) uomini omosessuali in Cecenia, Russia

(2017/2688(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia,

–  vista la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

–  visti la Convenzione europea sui diritti dell'uomo e i relativi protocolli,

–  vista la Costituzione della Federazione russa, in particolare il capitolo 2 sui diritti e le libertà dell'uomo e del cittadino,

–  visti gli orientamenti del Consiglio dell'UE, del 24 giugno 2013, per la promozione e la tutela dell'esercizio di tutti i diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI),

–  viste le conclusioni del Consiglio dell'UE del 16 giugno 2016 sull'uguaglianza delle persone LGBTI,

–  visti gli orientamenti dell'Unione europea sulla tortura e altri maltrattamenti e quelli sui difensori dei diritti umani,

–  vista la sua risoluzione del 4 febbraio 2014 sulla tabella di marcia dell'UE contro l'omofobia e la discriminazione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere[1],

–  vista la dichiarazione resa il 13 aprile 2017 dagli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani sulle violenze nei confronti di uomini omosessuali in Cecenia e sulla loro detenzione,

–  visto il piano d'azione dell'Unione europea per i diritti umani e la democrazia (2015-2019),

–  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2016 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2015 e sulla politica dell'Unione europea in materia[2],

–  vista la dichiarazione resa il 6 aprile 2017 dal portavoce del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, sulle violazioni dei diritti umani nei confronti di uomini omosessuali in Cecenia,

–  vista la dichiarazione dell'UE sulle violazioni dei diritti umani nei confronti di uomini omosessuali in Cecenia, rilasciata a livello locale il 19 aprile 2017,

–  vista la dichiarazione dell'UE sulle continue segnalazioni di arresti e uccisioni di uomini omosessuali da parte del governo ceceno, rilasciata il 27 aprile 2017 in sede di Consiglio permanente dell'OSCE,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 7 aprile 2017 dal portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 13 aprile 2017 dal direttore dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'OSCE (ODIHR),

–  vista la conferenza stampa congiunta del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), Federica Mogherini, e del ministro degli Affari esteri russo, Sergey Lavrov, tenutasi a Mosca il 24 aprile 2017,

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il 1º aprile 2017 è stato pubblicato un articolo sul giornale russo indipendente Novaja Gazeta, dove si denuncia che oltre un centinaio di uomini, gay o considerati e percepiti come tali, sono stati rapiti e detenuti nella Repubblica autonoma della Cecenia nella Federazione russa, nell'ambito di una campagna coordinata presumibilmente organizzata dalle autorità e dalle forze di sicurezza della repubblica su ordine diretto del presidente della Cecenia, Ramzan Kadyrov;

B.  considerando che Novaja Gazeta ha riferito che le vittime rapite hanno subito maltrattamenti e torture e sono state costrette a rivelare l'identità di altre persone LGBTI; che è stato inoltre riferito che almeno tre uomini sono stati uccisi, due a seguito del trattamento durante la detenzione e uno per mano della sua famiglia in un cosiddetto "delitto d'onore";

C.  considerando che le segnalazioni iniziali sono state confermate separatamente da Human Rights Watch e da International Crisis Group, i quali citano entrambi fonti sul campo che confermano che i presunti uomini omosessuali sarebbero stati presi di mira dalla polizia e dalle forze di sicurezza per essere incarcerati;

D.  considerando che le autorità in Cecenia avrebbero respinto le accuse e mostrato una scarsa disponibilità a condurre indagini e perseguire i responsabili;

E.  considerando che gran parte delle vittime si astiene dal chiedere giustizia, poiché teme ritorsioni da parte delle autorità locali; che le persone gay e lesbiche e quelle percepite come tali sono particolarmente vulnerabili a causa della forte omofobia all'interno della società e rischiano di essere vittime di delitti d'onore per mano dei loro parenti;

F.  considerando che, dopo anni di minacce e di repressione e un drammatico deterioramento della situazione relativa ai diritti umani nel Caucaso settentrionale, quasi nessun giornalista indipendente o attivista per i diritti umani è in grado di lavorare nella regione; che i giornalisti del periodico Novaja Gazeta, che ha reso nota la repressione, avrebbero ricevuto minacce di morte per il loro lavoro; che le autorità cecene hanno negato ogni accusa e preteso dai giornalisti i nomi delle vittime intervistate;

G.  considerando che a San Pietroburgo e a Mosca la polizia ha arrestato attivisti LGBTI che cercavano di fare opera di sensibilizzazione e chiedevano un'indagine sulla persecuzione dei gay in Cecenia;

H.  considerando che la Federazione russa è firmataria di numerosi trattati internazionali in materia di diritti umani e, in qualità di membro del Consiglio d'Europa, ha sottoscritto la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e ha quindi il dovere di garantire la sicurezza di tutte le persone potenzialmente a rischio, compresi quanti lo sono a causa del proprio orientamento sessuale; che la Russia ha l'obbligo di indagare sui reati commessi dalle autorità cecene e dispone dei mezzi per farlo; che l'omosessualità è stata depenalizzata nella Federazione russa nel 1993;

I.  considerando che il presidente Putin ha incaricato il mediatore russo per i diritti umani, Tatyana Moskalkova, di formare un gruppo di lavoro per indagare sulle accuse;

J.  considerando che le persone LGBTI sono protette dalla legislazione internazionale vigente in materia di diritti umani e dalla legislazione nazionale russa; che, tuttavia, sono spesso necessarie azioni specifiche per assicurare il pieno godimento dei diritti umani da parte delle persone LGBTI, poiché l'orientamento sessuale e l'identità di genere possono comportare ulteriori rischi di discriminazione, bullismo e persecuzione nelle scuole, sul lavoro e nella società in senso lato, ma anche all'interno delle famiglie; che spetta alla polizia, alla magistratura e alle autorità combattere tali forme di discriminazione e contrastare i comportamenti sociali negativi;

K.  considerando che gli orientamenti del Consiglio dell'UE per le persone LGBTI prevedono che le delegazioni dell'UE e le ambasciate degli Stati membri seguano un approccio proattivo per quanto riguarda la promozione dei diritti LGBTI; che tali orientamenti prevedono che la lotta contro la violenza fobica nei confronti delle persone LGBTI e il sostegno ai difensori dei diritti umani delle persone LGBTI siano settori prioritari;

L.  considerando che il 7 marzo 2017 la Russia ha adottato una legislazione che depenalizza la violenza domestica, riducendo gli atti di violenza all'interno del contesto familiare da illecito penale a infrazione amministrativa, con sanzioni più moderate per i trasgressori; che il Parlamento europeo ha affrontato la questione nella tornata di marzo (13-16 marzo 2017) a Strasburgo;

1.  esprime profonda preoccupazione per le segnalazioni di detenzioni arbitrarie e torture di uomini percepiti come omosessuali nella Repubblica cecena, nella Federazione russa; invita le autorità a porre fine a questa campagna persecutoria, a rilasciare senza indugio quanti siano ancora illegalmente detenuti, a garantire protezione giuridica e fisica alle vittime, nonché ai difensori dei diritti umani e ai giornalisti che hanno lavorato a questo caso, e a consentire alle organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani di condurre un'indagine credibile sui presunti reati;

2.  condanna tutte le dichiarazioni rilasciate dalle autorità cecene, che tollerano o incoraggiano la violenza contro le persone LGBTI, compresa la dichiarazione del portavoce del governo ceceno che nega l'esistenza di omosessuali in Cecenia e scredita le segnalazioni come "menzogne e disinformazione assoluta"; deplora la mancanza di disponibilità delle autorità locali a condurre indagini e perseguire le gravi violazioni dirette in modo specifico contro le persone sulla base del loro orientamento sessuale e ricorda alle autorità che diritti quali la libertà di riunione, associazione ed espressione sono diritti universali applicabili a tutti; chiede l'immediato rilascio delle persone ancora detenute illegalmente; esorta le autorità russe a fornire protezione giuridica e fisica alle vittime, nonché ai difensori dei diritti umani e ai giornalisti che hanno lavorato a questo caso;

3.  prende atto del fatto che il Presidente Putin ha incaricato il ministero russo dell'Interno e il procuratore federale di indagare su quanto accaduto in Cecenia e invita la Commissione, gli Stati membri e il Consiglio d'Europa a fornire sostegno materiale e consulenza alle autorità russe nell'ambito di tali indagini;

4.  invita le autorità cecene e quelle della Federazione russa a osservare la legislazione nazionale e gli impegni internazionali, a rispettare lo Stato di diritto e le norme universali in materia di diritti umani e a promuovere l'uguaglianza e la non discriminazione, anche per le persone LGBTI, accompagnando tali sforzi con misure quali campagne di sensibilizzazione volte a promuovere una cultura della tolleranza, del rispetto e dell'inclusione basata sull'uguaglianza e sulla non discriminazione; chiede l'adozione immediata di misure di protezione per i soggetti vulnerabili che potrebbero diventare vittime e per la completa riabilitazione di tutte le vittime di torture;

5.  deplora le diffuse violazioni dei diritti umani e il clima di impunità nella regione che permettono il verificarsi di tali atti e chiede che siano predisposti strumenti giuridici e di altro tipo per prevenire tali violenze e controllare e perseguire efficacemente i responsabili, in collaborazione con la società civile; sottolinea che la Russia e il suo governo sono responsabili in ultima istanza di indagare su tali atti, di consegnare gli autori delle violenze alla giustizia e di proteggere tutti i cittadini russi da abusi illegittimi;

6.  chiede con urgenza l'avvio di indagini immediate, indipendenti, oggettive e approfondite sui suddetti casi di incarcerazione, tortura e omicidio, al fine di consegnare alla giustizia i mandanti e gli autori materiali e porre fine all'impunità; accoglie positivamente, a tale proposito, la creazione di un gruppo di lavoro sotto l'egida del difensore civico russo per i diritti umani, che sta indagando sulla questione; invita le autorità russe a incaricare l'Ufficio del procuratore generale di garantire un autentico anonimato e altre tutele per le vittime e i testimoni dell'epurazione cecena ai danni degli omossessuali e delle relative famiglie, di modo che possano prendere parte all'indagine; invita la delegazione dell'UE nonché le ambasciate e i consolati degli Stati membri in Russia a seguire attivamente l'indagine e a intensificare gli sforzi volti ad avviare un dialogo con le vittime, le persone LGBTI, i giornalisti e i difensori dei diritti umani che al momento si trovano in una situazione di pericolo;

7.  invita la Commissione a instaurare un dialogo con le organizzazioni internazionali per i diritti umani e con la società civile russa, al fine di aiutare quanti sono fuggiti dalla Cecenia e portare allo scoperto questa campagna di violenze; esorta inoltre gli Stati membri ad agevolare le procedure di richiesta di asilo per tali vittime, giornalisti e difensori dei diritti umani, conformemente al diritto europeo e nazionale;

8.  accoglie con favore e riconosce gli sforzi compiuti da numerosi capi delle delegazioni UE e dal rispettivo personale nonché dagli ambasciatori degli Stati membri e dal relativo personale, al fine di sostenere i difensori dei diritti umani delle persone LGBTI e promuovere la non discriminazione e la parità di diritti; invita i capi delle delegazioni UE e gli altri membri del personale del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a consultarsi con il Parlamento e i deputati competenti ogniqualvolta abbiano domande o desiderino trasmettere informazioni al Parlamento, anche in occasione della Conferenza annuale degli ambasciatori di settembre; sottolinea l'importanza della conoscenza e dell'attuazione degli orientamenti per le persone LGBTI da parte delle delegazioni dell'UE e delle rappresentanze degli Stati membri; chiede a questo proposito al SEAE e alla Commissione di premere per un'attuazione più strategica e sistematica degli orientamenti, tra l'altro mediante la sensibilizzazione e la formazione del personale dell'UE nei paesi terzi, al fine di sollevare efficacemente la questione dei diritti delle persone LGBTI nel contesto dei dialoghi politici e in materia di diritti umani con i paesi terzi e nei consessi multilaterali, nonché di sostenere gli sforzi profusi dalla società civile;

9.  sottolinea con fermezza l'importanza di una valutazione continua dell'attuazione degli orientamenti sulla base di parametri chiari; esorta la Commissione a condurre e pubblicare una valutazione approfondita dell'attuazione degli orientamenti da parte delle delegazioni dell'UE e delle rappresentanze diplomatiche degli Stati membri in tutti i paesi terzi, nell'ottica di rilevare eventuali differenze e lacune nell'attuazione e porvi rimedio;

10.  deplora profondamente che, in sede di Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, la Federazione russa abbia votato contro la risoluzione del giugno 2016 sulla protezione contro la violenza e la discriminazione fondate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere;

11.  ricorda alle autorità russe e cecene che i sistemi di valori regionali, culturali e religiosi non dovrebbero essere utilizzati come pretesto per tollerare o compiere discriminazioni, violenze, torture e/o detenzioni di individui o gruppi, comprese quelle fondate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere;

12.  osserva con preoccupazione e considera come un passo indietro l'adozione da parte della Russia della nuova legislazione in materia di violenza domestica, anche nei confronti dei minori; sottolinea che una legislazione che tollera la violenza all'interno della famiglia rischia di avere conseguenze gravi sia per le vittime che per la società nel suo insieme; invita la Commissione e il SEAE a continuare a promuovere l'eliminazione di tutte le forme di violenza basata sul genere, compresa la violenza domestica, a proteggere le persone vulnerabili e a offrire sostegno alle vittime, sia all'interno che all'esterno dell'Europa;

13.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio e alla Commissione, al Segretario generale del Consiglio d'Europa, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, al governo e al parlamento della Federazione russa nonché alle autorità cecene.