Proposta di risoluzione comune - RC-B8-0288/2018Proposta di risoluzione comune
RC-B8-0288/2018

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla Russia, in particolare il caso del prigioniero politico ucraino Oleg Sentsov

13.6.2018 - (2018/2754(RSP))

presentata a norma dell'articolo 135, paragrafo 5, e dell'articolo 123, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B8-0288/2018 (ECR)
B8-0289/2018 (Verts/ALE)
B8-0290/2018 (S&D)
B8-0291/2018 (PPE)
B8-0296/2018 (ALDE)

Cristian Dan Preda, Jaromír Štětina, Elmar Brok, Dariusz Rosati, Pavel Svoboda, Tomáš Zdechovský, Patricija Šulin, Ivan Štefanec, Marijana Petir, Eduard Kukan, Tunne Kelam, Csaba Sógor, Ramona Nicole Mănescu, Romana Tomc, David McAllister, Luděk Niedermayer, Agnieszka Kozłowska-Rajewicz, Milan Zver, Adam Szejnfeld, József Nagy, Bogdan Andrzej Zdrojewski, Brian Hayes, Anna Záborská, Inese Vaidere, Roberta Metsola, Deirdre Clune, Lars Adaktusson, Laima Liucija Andrikienė, Ivana Maletić, Sandra Kalniete, Stanislav Polčák, Jiří Pospíšil, Krzysztof Hetman, Róża Gräfin von Thun und Hohenstein, Dubravka Šuica a nome del gruppo PPE
Elena Valenciano, Victor Boştinaru, Soraya Post, Tibor Szanyi a nome del gruppo S&D
Charles Tannock, Karol Karski, Jan Zahradil, Roberts Zīle, Branislav Škripek, Ruža Tomašić, Monica Macovei, Jana Žitňanská, Zdzisław Krasnodębski a nome del gruppo ECR
Johannes Cornelis van Baalen, Petras Auštrevičius, Marietje Schaake, Beatriz Becerra Basterrechea, Gérard Deprez, Martina Dlabajová, Marian Harkin, Nadja Hirsch, Ivan Jakovčić, Petr Ježek, Valentinas Mazuronis, Louis Michel, Urmas Paet, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Jozo Radoš, Frédérique Ries, Robert Rochefort, Jasenko Selimovic, Ramon Tremosa i Balcells, Cecilia Wikström a nome del gruppo ALDE
Rebecca Harms, Heidi Hautala a nome del gruppo Verts/ALE

Procedura : 2018/2754(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B8-0288/2018
Testi presentati :
RC-B8-0288/2018
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulla Russia, in particolare il caso del prigioniero politico ucraino Oleg Sentsov

(2018/2754(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia, in particolare la risoluzione del 16 marzo 2017 sui detenuti politici ucraini in Russia e la situazione in Crimea[1],

–  vista la dichiarazione rilasciata il 25 maggio 2018 dal portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) sui casi di vari detenuti in Crimea e a Sebastopoli, illegalmente annesse, o provenienti da tali luoghi,

–  visto lo scambio di opinioni sulla Russia in sede di Consiglio "Affari esteri" del 16 aprile 2018,

–  vista l'ordinanza del 19 aprile 2017 della Corte internazionale di giustizia sulla richiesta di indicazione di misure provvisorie, presentata dall'Ucraina nella causa relativa all'applicazione della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo e della Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (Ucraina contro Federazione russa),

–  visti l'articolo 5 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e l'articolo 7 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, i quali stabiliscono che nessuna persona deve essere soggetta a torture o a pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, e di cui la Federazione russa è firmataria,

–  vista la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, adottata dall'Assemblea generale dell'ONU il 9 dicembre 1998,

–  vista la Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il registra ucraino Oleg Sentsov, che si è opposto all'annessione illegale della penisola di Crimea da parte russa, è stato arrestato nel maggio 2014 per presunte attività svolte in Crimea ed è stato trattato come cittadino russo, sebbene in possesso della cittadinanza ucraina;

B.  considerando che nel caso di Oleg Sentsov si è parlato di torture e gravi maltrattamenti per ottenere illegalmente deposizioni cui successivamente è stato attribuito valore legale;

C.  considerando che il 25 agosto 2015 Oleg Sentsov è stato condannato da un tribunale la cui competenza non è riconosciuta dall'UE, in violazione del diritto internazionale e delle norme elementari di giustizia;

D.  considerando che Oleg Sentsov, il quale sta scontando la pena nel carcere più a nord della Russia, a Labytnangi (Jamalo-Nenec), ha annunciato il 14 maggio 2018 uno sciopero della fame a oltranza;

E.  considerando che il numero di prigionieri politici in Russia è aumentato considerevolmente negli ultimi anni; che il centro per i diritti umani Memorial, insignito del premio Sacharov nel 2009, ha pubblicato il 29 maggio 2018 un elenco con i nominativi di 158 prigionieri politici;

F.  considerando che Ojub Titiev, direttore dell'ufficio ceceno presso il centro per i diritti umani Memorial, è stato arrestato il 9 gennaio 2018 dalla polizia locale e accusato di possesso di stupefacenti; che tali accuse sono state negate dal sig. Titiev e definite false da una serie di ONG e altri difensori dei diritti umani;

G.  considerando che l'arresto di Ojub Titiev è espressione di una preoccupante tendenza a ricorrere ad arresti, attacchi, intimidazioni e delegittimazioni contro giornalisti indipendenti e difensori dei diritti umani;

H.  considerando che i difensori dei diritti umani e gli attori della società civile, in particolare i tatari di Crimea, sono stati vittime di minacce, intimidazioni e arresti;

I.  considerando che sono stati denunciati vari casi di tortura e di trattamenti crudeli e degradanti; che finora tali accuse non sono state oggetto di indagini adeguate; che la tortura è stata utilizzata per ottenere confessioni e false prove di colpevolezza;

J.  considerando che molti prigionieri e detenuti sono stati sottoposti a condizioni crudeli e disumane nelle carceri, con possibili rischi per la loro salute fisica e psicologica; che vi sono prigionieri che necessitano di assistenza e cure mediche urgenti;

K.  considerando che le restrittive norme russe in materia di diritti politici e civili sono state estese alla Crimea temporaneamente occupata, il che ha causato drastiche limitazioni della libertà di riunione, di espressione, di associazione, di accesso all'informazione e di religione, come pure segnalazioni credibili riguardo a intimidazioni, sparizioni forzate e torture;

L.  considerando che gli arresti arbitrari, le sparizioni forzate, la censura e il divieto di manifestazioni pacifiche sono diventati una realtà quotidiana in Crimea; che vari tatari di Crimea sono stati arrestati, sono sotto inchiesta o sono perseguiti a termini di legge; che sono stati presi di mira anche gli avvocati della Crimea che forniscono assistenza legale a tali persone arrestate, i difensori dei diritti umani che denunciano i casi di sparizioni forzate di matrice politica in Crimea, come pure i giornalisti che pubblicano informazioni sulla situazione dei tatari di Crimea;

M.  considerando che le autorità di occupazione in Crimea hanno represso sistematicamente e deliberatamente la libertà di espressione in Crimea, espellendo i media indipendenti e creando ostacoli al lavoro dei giornalisti professionisti; che il 22 marzo 2018 il giornalista partecipativo e attivista tataro di Crimea Nariman Memedeminov, che si è occupato delle irregolarità commesse dalle autorità di occupazione, è stato trattenuto dalle forze di sicurezza russe e arrestato sulla base di accuse infondate; che il 21 maggio 2018 le forze di sicurezza russe hanno tenuto in stato di fermo un altro giornalista partecipativo, Server Mustafayev, dopo aver perquisito la sua casa nella Crimea occupata dalla Russia, segnatamente per motivi religiosi;

N.  considerando che la Russia perde un numero rilevante di cause dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo e non attua le sentenze emesse;

O.  considerando che la Federazione russa, in quanto membro a pieno titolo del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e delle Nazioni Unite, si è impegnata a osservare i principi della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani; che le numerose e gravi violazioni dello Stato di diritto e l'adozione di leggi restrittive negli ultimi anni hanno suscitato seri timori circa il rispetto da parte della Russia degli obblighi internazionali e nazionali ad essa incombenti; che in più occasioni l'Unione europea ha offerto assistenza e consulenza supplementari per aiutare la Russia a modernizzare e rispettare il proprio assetto costituzionale e giuridico, in linea con le norme del Consiglio d'Europa;

P.  considerando che, in base alla legge russa sugli "agenti stranieri", le ONG che ricevono finanziamenti stranieri e sono impegnate in "attività politiche" devono presentare domanda per essere incluse in un elenco governativo speciale degli agenti stranieri sottoposti a controlli rigorosi e supplementari da parte del governo, e devono dichiarare in ogni pubblicazione, comunicato stampa e relazione che tali documenti sono stati elaborati da un agente straniero;

Q.  considerando che, in risposta all'annessione illegale della Crimea e alla guerra ibrida condotta contro l'Ucraina, l'Unione europea ha adottato gradualmente una serie di misure restrittive contro la Russia;

1.  chiede che le autorità russe rilascino immediatamente e senza condizioni Oleg Sentsov e tutti gli altri cittadini ucraini detenuti illegalmente in Russia e nella penisola di Crimea; ricorda che attualmente vi sono in totale oltre 70[2] prigionieri politici ucraini in Russia e nella Crimea occupata;

2.  chiede il rilascio immediato e senza condizioni di Ojub Titiev, direttore del centro per i diritti umani Memorial nella Repubblica cecena, e di tutti gli altri prigionieri politici nella Federazione russa;

3.  chiede che le autorità russe pongano fine alle intimidazioni e alle vessazioni nei confronti del centro per i diritti umani Memorial, del suo personale e di altri difensori dei diritti umani e consentano loro di svolgere le loro attività a sostegno dei diritti umani;

4.  evidenzia che il trattamento di tutti i prigionieri deve essere conforme alle norme internazionali e che tutti i detenuti dovrebbero avere accesso all'assistenza legale, poter incontrare le loro famiglie e i rappresentanti diplomatici nonché ricevere cure mediche; sottolinea che le autorità e il personale giudiziario russi hanno la piena responsabilità della sicurezza e del benessere di tali detenuti, soprattutto in Crimea, in conformità alla quarta convenzione di Ginevra;

5.  ricorda alla Russia l'importanza di rispettare appieno i propri obblighi giuridici internazionali, in quanto membro del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, nonché i principi dei diritti umani fondamentali e dello Stato di diritto sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici;

6.  sottolinea che la libertà di riunione nella Federazione russa è sancita dall'articolo 31 della Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, di cui la Russia è firmataria, e che le autorità russe sono pertanto obbligate a rispettare tale libertà;

7.  esorta le autorità russe a tutti i livelli a riconoscere il ruolo essenziale dei difensori dei diritti umani quali pilastri della democrazia e garanti dello Stato di diritto e a condannare pubblicamente tutti gli attacchi nei loro confronti, in particolare nella Repubblica cecena;

8.  esprime la propria solidarietà al regista, attivista politico e prigioniero politico ucraino Oleg Sentsov che ha avviato uno sciopero della fame il 14 maggio 2018 per chiedere il rilascio dei compatrioti detenuti illegalmente, ed è preoccupato per le ripercussioni dello sciopero della fame sulle condizioni di salute di Oleg Sentsov; ricorda che Oleg Sentsov, che è stato arrestato in Crimea poco dopo l'assunzione del controllo della penisola sul Mar Nero da parte della Russia nel 2014 ed è stato in seguito condannato sulla base di una testimonianza rilasciata sotto tortura, sta ora scontando una pena di 20 anni per molteplici accuse di terrorismo in un carcere ad alta sicurezza nella regione Jamalo-Nenec, nell'estremo nord russo;

9.  deplora che un altro imputato nella causa, Oleksandr Kol'čenko, sia stato condannato a dieci anni di reclusione;

10.  osserva che un altro cittadino ucraino detenuto illegalmente, Volodymyr Baluch, è in sciopero della fame dal 19 marzo;

11.  invita le autorità russe competenti e i servizi medici a prestare un'adeguata assistenza medica a questi detenuti e a rispettare la deontologia medica, anche non imponendo l'alimentazione forzata o qualunque trattamento indesiderato che potrebbero configurarsi come tortura o altra forma di maltrattamento;

12.  esprime profonda preoccupazione per il fatto che molti dei prigionieri politici ucraini, tra cui Mykola Karpiyuk, Volodymyr Prysych, Oleksij Chirniy e Yevhen Panov, sono stati sottoposti a gravi torture;

13.  si dice profondamente allarmato per la preoccupante tendenza a ricorrere ad arresti, attacchi, intimidazioni e delegittimazioni contro giornalisti indipendenti e difensori dei diritti umani attivi in Russia, in particolare in Cecenia; sottolinea l'importanza della società civile e di organizzazioni quali Memorial, e pone l'accento sul fatto che gli attivisti della società civile in ogni luogo devono essere liberi di esercitare i loro più elementari diritti di libertà di pensiero ed espressione; invita le autorità cecene e russe a rispettare la legislazione nazionale e gli impegni internazionali e a difendere lo Stato di diritto;

14.  esprime grave preoccupazione dinanzi al clima di impunità che consente il verificarsi di tali atti e chiede che siano elaborati dispositivi legali e di altro tipo per prevenire, monitorare e perseguire efficacemente i responsabili di tali violenze, in cooperazione con la società civile; sottolinea che la Russia e il suo governo sono responsabili in ultima istanza di indagare su tali atti, di consegnare gli autori degli abusi alla giustizia e di proteggere tutti i cittadini russi da abusi illegittimi;

15.  richiama l'attenzione sul fatto che le autorità russe nella Crimea occupata hanno imprigionato diversi tatari di Crimea nel maggio 2018, tra cui Server Mustafayev, Edem Smailov e i familiari del prigioniero politico Nuri Primov;

16.  condanna le violazioni del diritto internazionale da parte della Russia nella Crimea occupata, comprese l'applicazione della legislazione russa, la forte militarizzazione della penisola di Crimea, che mette a rischio la sicurezza regionale, e le violazioni massicce e sistematiche dei diritti umani ai danni, in particolare, delle persone di etnia ucraina e dei tatari di Crimea;

17.  accoglie con favore il rilascio dei leader dei tatari di Crimea Akhtem Chiygoz e Ilmi Umerov, che erano stati condannati a pene detentive dai tribunali russi nel territorio ucraino temporaneamente occupato della Crimea nel settembre 2017 e ai quali le autorità russe hanno consentito di lasciare la penisola il 25 ottobre 2017; esprime la sua gratitudine a tutti coloro che hanno lavorato per il loro rilascio, comprese le organizzazioni russe per i diritti umani quali Memorial;

18.  ricorda alle autorità russe che, in qualità di potenza occupante de facto che esercita un controllo effettivo sulla Crimea, sono pienamente responsabili della protezione dei cittadini della Crimea da misure giudiziarie o amministrative arbitrarie e, allo stesso titolo, sono vincolate dal diritto internazionale umanitario a garantire la tutela dei diritti umani nella penisola;

19.  richiama l'attenzione sul fatto che i tribunali russi, sia di tipo militare che civile, non hanno competenza per giudicare atti commessi al di fuori del territorio internazionalmente riconosciuto della Russia e sottolinea che in tali casi i procedimenti giudiziari non possono essere considerati legittimi;

20.  ribadisce la sua profonda preoccupazione per la legge sugli "agenti stranieri" e le modalità con cui viene applicata; reputa che la definizione di "attività politica" svolta da una ONG che accetta finanziamenti esteri sia così ampia da permettere al governo di controllare in pratica qualsiasi attività organizzata relativa alla vita pubblica;

21.  esorta la Russia ad assicurare l'accesso incondizionato e senza ostacoli agli osservatori dei diritti umani e alle missioni di vigilanza internazionali; invita le organizzazioni internazionali quali le Nazioni Unite, il Consiglio d'Europa e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa a monitorare più attentamente la situazione dei diritti umani in Crimea e ad adottare le opportune misure;

22.  invita il rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani a prestare costante attenzione alla situazione dei diritti umani nella penisola di Crimea e nelle zone dell'Ucraina orientale non sottoposte al controllo governativo;

23.  invita il Consiglio e gli Stati membri a restare risoluti e uniti nel loro impegno ad applicare le sanzioni concordate nei confronti della Russia e a prorogarle, nonché a prendere in considerazione misure mirate contro i singoli individui responsabili della detenzione e del processo dei prigionieri politici;

24.  evidenzia che è importante che la delegazione dell'Unione europea in Russia e le ambasciate degli Stati membri dell'UE seguano da vicino i processi dei difensori dei diritti umani;

25.  invita i Presidenti del Consiglio e della Commissione, nonché il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), a continuare a seguire da vicino i casi di mancato rispetto degli obblighi giuridici internazionali e a sollevare tali questioni in diversi formati e incontri con la Russia;

26.  ribadisce il suo invito al VP/AR e al SEAE a garantire che tutti i casi di persone perseguite per motivi politici siano sollevati nel quadro delle consultazioni UE-Russia in materia di diritti umani, non appena queste ultime riprenderanno, e che i rappresentanti della Russia in tali consultazioni debbano rispondere formalmente caso per caso, come pure a riferire al Parlamento sui loro scambi con le autorità russe;

27.  esorta il VP/AR e il SEAE a garantire che l'Unione si adoperi in tutti i modi, nei limiti imposti dal diritto interno russo, per continuare a offrire la propria collaborazione e assistenza alle organizzazioni della società civile della Russia, incluse quelle impegnate nella promozione dei valori della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto;

28.  invita l'UE a rilasciare una dichiarazione per condannare le violazioni dei diritti umani in Russia e il tentativo di nasconderle con il pretesto della Coppa del mondo FIFA;

29.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e al Presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa.

 

Ultimo aggiornamento: 14 giugno 2018
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