Proposta di risoluzione comune - RC-B9-0341/2021Proposta di risoluzione comune
RC-B9-0341/2021

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sui diritti umani e la situazione politica a Cuba

9.6.2021 - (2021/2745(RSP))

presentata a norma dell'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B9-0341/2021 (PPE)
B9-0343/2021 (Renew)
B9-0346/2021 (ECR)

Leopoldo López Gil, Michael Gahler, Isabel Wiseler-Lima, Gabriel Mato, Antonio López-Istúriz White
a nome del gruppo PPE
Javier Nart, Malik Azmani, Olivier Chastel, Dita Charanzová, Vlad Gheorghe, Klemen Grošelj, Karin Karlsbro, Moritz Körner, Karen Melchior, Urmas Paet, Frédérique Ries, Nicolae Ştefănuță, Hilde Vautmans
a nome del gruppo Renew
Anna Fotyga, Hermann Tertsch, Ryszard Czarnecki, Witold Jan Waszczykowski, Bogdan Rzońca, Assita Kanko, Charlie Weimers, Valdemar Tomaševski, Adam Bielan, Jadwiga Wiśniewska, Ryszard Antoni Legutko, Carlo Fidanza, Elżbieta Kruk, Raffaele Fitto, Elżbieta Rafalska, Ruža Tomašić
a nome del gruppo ECR

Procedura : 2021/2745(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B9-0341/2021
Testi presentati :
RC-B9-0341/2021
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sui diritti umani e la situazione politica a Cuba

(2021/2745(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti risoluzioni su Cuba, in particolare quelle del 15 novembre 2018[1] sulla situazione dei diritti umani a Cuba, del 3 dicembre 2019[2] sul caso di José Daniel Ferrer, e del 5 luglio 2017 sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra[3],

 visto l'accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e Cuba, firmato nel dicembre 2016 e applicato in via provvisoria dal 1º novembre 2017[4],

 vista l'audizione su Cuba organizzata dalla delegazione per le relazioni con i paesi dell'America centrale, tenutasi l'11 dicembre 2020,

 vista la videoconferenza informale dei membri del Consiglio congiunto UE-Cuba, tenutasi il 20 gennaio 2021[5],

 visto il terzo dialogo formale sui diritti umani nel quadro dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione (PDCA), tenutosi il 26 febbraio 2021[6],

 visto l'esame periodico universale del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite concernente Cuba del maggio 2018,

 visti il patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e altri trattati e strumenti internazionali in materia di diritti umani,

 viste la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) e le raccomandazioni generali del Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne,

 viste le relazioni di organizzazioni per i diritti umani quali Human Rights Watch, Human Rights Foundation e Prisoners Defenders, il capitolo IV.B su Cuba della relazione annuale 2020  della IACHR, la comunicazione del 6 novembre 2019 all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani da parte del relatore speciale sulle forme contemporanee di schiavitù, comprese le sue cause e le sue conseguenze, e del relatore speciale sulla tratta di persone, in particolare donne e bambini, sulle brigate mediche cubane, nonché le conclusioni del più recente esame periodico universale su Cuba, del 2018, sulle brigate mediche cubane,

 viste le relazioni dell'Osservatorio cubano per i diritti umani dei 12 mesi fino a maggio 2021 sulle azioni repressive e le detenzioni arbitrarie,

 viste le audizioni pubbliche del 179º periodo di sessioni della IACHR,

 viste del risoluzioni 7/2021, 14/2021 e 24/2021 della IACHR,

 vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, adottata dall'Assemblea generale dell'ONU il 10 dicembre 1984, di cui Cuba è Stato parte,

 vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, di cui Cuba è firmataria,

 visti gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani,

 visti la Costituzione cubana e il relativo codice penale,

 visti la risoluzione 168 del ministero del Commercio estero e degli investimenti della Repubblica di Cuba del 29 marzo 2010, la legge 1312 del 12 settembre 1976 (la cosiddetta "Legge sulla migrazione") e i suoi decreti regolamentari n. 26 del 18 dicembre 2015 e n. 306 del 12 ottobre 2012, la Convenzione americana sui diritti dell'uomo e la relazione annuale 2020 della Commissione interamericana dei diritti dell'uomo dell’aprile 2021,

 viste le convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ratificate da Cuba,

 vista la definizione di "organizzazione della società civile" nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea,

 visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che, con il PDCA firmato nel 2016, entrambe le parti ribadiscono il loro rispetto dei diritti umani universali sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani e in altri strumenti internazionali pertinenti in materia di diritti umani; considerando che, il 5 luglio 2017, il Parlamento europeo ha concesso la sua approvazione al PDCA UE-Cuba;

B. considerando che il Parlamento ha approvato una risoluzione nel 2017 in cui ribadisce le sue posizioni sulla democrazia, i diritti umani universali e le libertà fondamentali quali la libertà di espressione, di riunione e di associazione politica, nonché la libertà di informazione in tutte le sue forme;

C. considerando che i diritti umani, la libertà, la dignità e il benessere delle persone sono meglio rappresentati e difesi in una democrazia, il che significa, tra l'altro, l'alternanza del potere, elezioni libere ed eque e il rispetto del pluralismo politico; che l'articolo 5 della Costituzione cubana approvata recentemente dispone che il partito comunista di Cuba è la suprema autorità statale, e ciò è rafforzato dagli articoli 4 e 229 secondo cui il socialismo è un sistema irreversibile; che la nuova Costituzione del 2019 è servita non solo a proteggere il sistema e a congelare qualsiasi processo di riforma delle libertà e dei diritti, ma anche ad ampliarne la limitazione; che il regime limita gravemente le persone con convinzioni politiche diverse dalla partecipazione alla vita politica pubblica e dall'esercizio di cariche politiche; che permane l'assenza di condizioni a garanzia dell'indipendenza della magistratura, in particolare per quanto riguarda i casi che coinvolgono attivisti e dissidenti;

D. considerando che il decreto 349 limita la libertà di espressione degli artisti imponendo un'autorizzazione preventiva per esibizioni e mostre pubbliche e private; che il decreto 370 sui contenuti online stabilisce un quadro ambiguo che permette di perseguire attivisti e giornalisti indipendenti, in particolare nel contesto della pandemia di COVID-19; considerando che il codice penale cubano contiene disposizioni come lo "stato di pericolo" e le "misure di sicurezza pre-penali", in virtù delle quali sono detenute più di 8 000 persone in carcere senza reati imputabili e altre 2 500 sono state condannate al lavoro forzato;

E. considerando che, dall'entrata in vigore del PDCA, quasi quattro anni fa, a Cuba non si sono registrati progressi concreti rispetto ai principi generali e agli obiettivi perseguiti dall'accordo verso il miglioramento della situazione dei diritti umani, delle libertà fondamentali e delle condizioni economiche e sociali dei cittadini cubani; che, al contrario, il regime cubano ha intensificato la sua repressione e le violazioni dei diritti umani e la situazione ha continuato a deteriorarsi in tutta la società cubana, provocando, da parte di importanti settori, nuove ondate di resistenze e manifestazioni pacifiche, che sono state represse e brutalmente schiacciate dalle strutture repressive del regime cubano;

F. considerando che il parere 50/2020 del gruppo di lavoro del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, pubblicato il 14 ottobre 2020, avverte che la violazione sistematica dei diritti umani da parte delle autorità cubane è prassi comune; che, negli ultimi dodici mesi fino al 1º giugno 2021, sono stati registrati 199 casi di prigionieri politici a Cuba, con 65 nuovi casi di detenzione politica; che dall'inizio del 2021 il mese di aprile è stato il più repressivo, come testimoniato dall'Osservatorio cubano dei diritti umani che ha documentato oltre 1 018 azioni repressive contro attivisti per i diritti umani e giornalisti indipendenti, di cui 206 casi di detenzioni arbitrarie e 13 casi di gravi violenze; che, secondo l'organizzazione dei difensori dei prigionieri, attualmente vi sono150 prigionieri politici detenuti a Cuba;

G. considerando che, alla luce dell'analisi effettuata dalla Commissione interamericana per i diritti umani il giorno 11 febbraio 2021, sono state adottate misure precauzionali a favore di 20 membri identificati del Movimento San Isidro (MSI) ed è sufficientemente dimostrato che i diritti alla vita e all'integrità personale delle persone identificate sono gravemente a rischio; che le autorità cubane hanno fatto illegalmente irruzione nella casa di Luis Manuel Otero Alcántara, artista indipendente e coordinatore del Movimento San Isidro, e lo hanno arbitrariamente detenuto per diverse ore in assenza di accuse; che Denis Solís González, membro dell’MSI, è detenuto arbitrariamente con l'accusa di oltraggio e Luis Robles Elizástegui è in carcere semplicemente per aver portato un cartello in cui chiedeva pacificamente la liberazione di Denis Solís González; che Maykel Castillo Pérez, membro dell’MSI e co-creatore della canzone "Patria y Vida", è detenuto arbitrariamente ed è stato dichiarato scomparso per 14 giorni dal comitato delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate;

H. considerando che, contrariamente alle richieste del Parlamento, l'UE non ha potuto visitare prigionieri politici in carcere né monitorare i processi a carico di oppositori, dissidenti, attivisti dei diritti umani o membri indipendenti della società civile; che le organizzazioni internazionali per i diritti umani quali Human Rights Watch, Amnesty International, Prisoners Defenders, tra gli altri numerosi osservatori indipendenti della situazione dei diritti umani, tra cui i relatori speciali delle Nazioni Unite, non possono entrare a Cuba nonostante anni di insistenza sulla necessità di visitare l'isola;

I. considerando che la risoluzione 168 del 2010 del ministero del Commercio internazionale e degli investimenti esteri di Cuba impone a tutti i dipendenti civili che lavorano all'estero per lo Stato o per imprese statali, incluso al personale medico, obblighi e doveri ingiustificati che violano la dignità umana e i più basilari diritti umani fondamentali; che il codice penale cubano punisce con una pena detentiva di otto anni tutti i dipendenti civili che non completano le missioni mediche o che decidono di non fare ritorno a Cuba; che tali missioni mediche sono state classificate come una forma moderna di schiavitù secondo Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR) e la dichiarazione dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (CUB 6/2019) sulle missioni mediche cubane ha evidenziato le condizioni di lavoro precarie e disumane del personale medico, accuse che sono state supportate da Human Rights Watch e da 622 testimonianze;

J. considerando che Cuba ha ratificato le otto convenzioni fondamentali dell'OIL; che Cuba viola le Convenzioni 29 e 105 dell'OIL sul lavoro forzato;

K. considerando che il Parlamento ha conferito il premio Sacharov per la libertà di pensiero ad attivisti cubani in tre occasioni: nel 2002 a Oswaldo Payá, nel 2005 alle Donne in bianco (Berta Soler) e nel 2010 a Guillermo Fariñas; che le autorità cubane hanno sistematicamente impedito ai vincitori del Premio Sacharov e ai loro familiari di lasciare il paese e di partecipare a eventi internazionali, compresi quelli organizzati dal Parlamento europeo, nonostante i numerosi inviti, l'ultimo dei quali il giorno 11 dicembre 2020; che tra le loro tattiche troviamo molestie, intimidazioni e l'arresto arbitrario di Berta Soler e Reinaldo Escobar, nonché limitazioni alle connessioni Internet degli altri partecipanti; che il presidente della delegazione per le relazioni con i paesi dell'America centrale, il presidente della commissione per gli affari esteri e un vicepresidente del Parlamento hanno firmato una dichiarazione congiunta di denuncia alle vessazioni nei confronti degli attivisti; che la delegazione dell'UE all'Avana ha espresso preoccupazioni in merito alla loro difesa e al loro sostegno; che il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e la delegazione dell'UE a Cuba non hanno rilasciato una dichiarazione in loro difesa, né hanno mostrato alcun tipo di sostegno pubblico o privato;

L. considerando che l'attuale ambasciatore dell'UE presso l'Avana ha firmato una lettera indirizzata al Presidente degli Stati Uniti chiedendo, tra l'altro, la revoca dell'embargo statunitense sull'isola e la non ingerenza negli affari cubani; che tale circostanza rappresenta un chiaro superamento delle funzioni diplomatiche dell'ambasciatore e dimostra il ruolo altamente politicizzato svolto dall'ambasciata dell'UE all'Avana; che l'attuale ambasciatore presso l'Avana ha pubblicamente rilasciato dichiarazioni in cui afferma che "Cuba non è una dittatura";

M. considerando che il governo cubano ha rifiutato la partecipazione di organizzazioni indipendenti della società civile ai "Seminari della società civile UE-Cuba", tenutisi in vista del terzo dialogo formale sui diritti umani; che il 26 febbraio 2021 l'UE e Cuba hanno tenuto il loro terzo dialogo formale sui diritti umani ai sensi dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione; che le due parti hanno discusso la questione della libertà di riunione pacifica e di associazione; che l'UE ha ricordato la necessità di rispettare gli obblighi derivanti dal diritto internazionale in materia di diritti umani; che il dialogo è inteso a produrre risultati tangibili e non può essere considerato un obiettivo in sé; che qualsiasi dialogo politico deve includere una partecipazione diretta e intensa con la società civile indipendente e tutti i soggetti politici dell'opposizione, senza alcuna limitazione, come precisato dall'articolo 36 dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione;

N. considerando che il Parlamento ha invitato, in diverse occasioni, i rappresentanti diplomatici del governo cubano alle audizioni e alle attività riguardanti Cuba; che tali inviti non solo sono stati rifiutati, bensì hanno anche ottenuto risposta con lettere cariche di insulti e accuse infondate nei confronti del Parlamento e dei suoi deputati; che il Parlamento è molto probabilmente l'unica istituzione dell'UE a cui non è stata autorizzata la visita al paese a seguito dell'entrata in vigore provvisoria dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione, un comportamento manifestamente contrario all'elemento fondamentale su cui dovrebbe basarsi un accordo di dialogo politico;

O. considerando che l'accordo di dialogo politico e di cooperazione comprendeva una cosiddetta "clausola relativa ai diritti umani", un elemento standard essenziale degli accordi internazionali dell'UE che consente di sospendere l'accordo in caso di violazioni delle disposizioni in materia di diritti umani;

1. condanna fermamente la presenza di prigionieri politici, le sistematiche e persistenti persecuzioni politiche, gli atti di vessazione e le detenzioni arbitrarie nei confronti dei dissidenti a Cuba; condanna inoltre gli attuali attacchi contro artisti del movimento San Isidro, dissidenti pacifici, giornalisti indipendenti, difensori dei diritti umani e membri dell'opposizione politica; chiede la cessazione immediata di tali azioni ed esorta le autorità cubane a rilasciare immediatamente tutti i prigionieri politici e coloro che sono arbitrariamente detenuti solo per aver esercitato la loro libertà di espressione e di riunione; condanna fermamente la detenzione arbitraria di Aymara Nieto Muñoz, Mitzael Díaz Paseiro, Iván Amaro Hidalgo, Edilberto Ronal Arzuaga Alcalá, Yandier García Labrada, Denis Solís González, Luis Robles Elizástegui e dei 77 prigionieri di coscienza; esprime solidarietà ai membri del Movimento San Isidro e a tutti gli attivisti e difensori dei diritti umani nei loro sforzi per promuovere la libertà di espressione a Cuba;

2. chiede migliori garanzie per il diritto a un processo equo e per l'indipendenza della magistratura, nonché di garantire che le persone private della loro libertà abbiano accesso a un avvocato indipendente; deplora i 1 941 atti di repressione intervenuti nell'aprile (1 018) e nel maggio 2021 (923); esige che i detenuti possano sottoporsi a una valutazione medica indipendente, abbiano accesso alle comunicazioni telefoniche e possano beneficiare di visite regolari di familiari, amici, giornalisti e diplomatici;

3. si rammarica profondamente per la mancanza di impegno e volontà da parte del regime cubano di adoperarsi per compiere progressi, anche minimi, verso il cambiamento o di aprire canali che potrebbero consentire di riformare il regime, migliorando la partecipazione sociale e politica, nonché le condizioni di vita dei cittadini; deplora il fatto che, nonostante l'accordo di dialogo politico e di cooperazione sia entrato in vigore quasi quattro anni fa, la situazione relativa ai diritti umani e alla democrazia non sia migliorata e non abbia portato a risultati positivi sostanziali e tangibili per il popolo cubano; chiede il rispetto degli obblighi vincolanti stabiliti nell'accordo in questione e l'adozione di chiari parametri di riferimento a tale riguardo.

4. riconosce il diritto del popolo cubano di chiedere la democratizzazione del proprio paese attraverso un dialogo con la società civile e l'opposizione politica al fine di stabilire una tabella di marcia verso elezioni democratiche multipartitiche;

5. chiede al governo cubano di attuare le riforme giuridiche necessarie per garantire la libertà di stampa, associazione e manifestazione, nonché di avviare riforme politiche che consentano lo svolgimento di elezioni libere, eque e democratiche che tengano conto della volontà sovrana e liberamente espressa dal popolo cubano; esorta il governo cubano ad allineare la sua politica in materia di diritti umani alle norme internazionali definite nelle Carte, nelle dichiarazioni e negli strumenti internazionali di cui Cuba è firmataria e a consentire alla società civile e all'opposizione politica di partecipare attivamente, senza limitazioni, alla vita politica e sociale; invita il governo cubano a riconoscere il giornalismo indipendente come pratica legittima e a rispettare i diritti dei giornalisti indipendenti a Cuba;

6. chiede l'immediata abrogazione dei decreti 349 e 370 e di altre leggi cubane che violano la libertà di espressione;

7. invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a riconoscere l'esistenza di un'opposizione politica al governo cubano e, di conseguenza, a coinvolgerla nei dialoghi politici istituzionalizzati, formali, aperti e pubblici tra l'UE e Cuba, a sostegno dei pilastri dell'accordo di dialogo politico e cooperazione;

8. esprime rammarico per il fatto che il SEAE e la delegazione dell'UE all'Avana abbiano escluso dai dialoghi politici l'opposizione democratica cubana e le organizzazioni indipendenti della società civile, sia europee che cubane, in quanto non approvate dalle autorità cubane; evidenzia che tale decisione è contraria all'accordo di dialogo politico e di cooperazione e sottolinea che entrambe le parti hanno l'obbligo di conformarsi pienamente all'accordo; invita il VP/HR e il SEAE a rifiutarsi di partecipare ai futuri dialoghi politici e sui diritti umani con Cuba, a meno che la società civile sia adeguatamente rappresentata;

9. ricorda al SEAE che la partecipazione della società civile ai dialoghi politici e ai progetti di cooperazione ai sensi dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione è una parte essenziale dell'accordo stesso, e che è opportuno ovviare immediatamente all'esclusione della società civile dai fondi per la cooperazione e/o dalla partecipazione all'accordo, laddove si consente al contrario la partecipazione e l'accesso ai fondi di cooperazione esclusivamente alle imprese partecipate o controllate dallo Stato, com'è avvenuto sin dalla firma dell'accordo;

10. condanna le violazioni sistematiche dei diritti umani e del diritto del lavoro commesse dallo Stato cubano nei confronti del suo personale sanitario in servizio all'estero nell'ambito di missioni mediche in violazione delle convenzioni fondamentali dell'OIL ratificate da Cuba; esorta Cuba ad attuare e rispettare in maniera efficace la Convenzione americana sui diritti dell'uomo, così come le Convenzioni 29 e 105 dell'OIL; invita il governo cubano a garantire il diritto dei cubani ad uscire dal proprio paese e a rientrarvi, anche per i dottori che partecipano a missioni mediche all’estero, in linea con le norme internazionali in materia di diritti umani; invita il governo cubano a ratificare il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali e a garantire il diritto alla libertà di associazione, compresa la registrazione delle organizzazioni, e alla contrattazione collettiva, in linea con le norme dell'OIL;

11. invita il SEAE a insistere affinché le autorità cubane rispettino gli obblighi vincolanti stabiliti nell'accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'UE e Cuba, in particolare per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come precisato rispettivamente dall'articolo 1, paragrafo 5, dall'articolo 2, lettera c), dagli articoli 5 e 22, nonché dall'articolo 43, paragrafo 2 dell'accordo; insiste, pertanto, affinché l'Unione europea segua e monitori attentamente il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a Cuba in sede di attuazione dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione, e se ne dia regolarmente conto al Parlamento;

12. ritiene che la detenzione di Denis Solís González, Luis Robles Elizástegui, Maykel Castillo Pérez ("Osorbo"), che è un membro dell’MSI e co-creatore della canzone "Patria y Vida” ed è detenuto arbitrariamente ed è stato dichiarato scomparso per 14 giorni dal comitato delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate, e di oltre 120 prigionieri politici e prigionieri di coscienza, così come tutte le azioni arbitrarie e repressive segnalate nell'aprile e nel giugno 2021, costituiscano una violazione dell'accordo e un caso di particolare urgenza ai sensi dell'articolo 85, paragrafo 3, lettera b), dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione; chiede pertanto all'UE di convocare una riunione d'urgenza a tale riguardo;

13. si rammarica profondamente per il rifiuto delle autorità cubane di permettere alle delegazioni del Parlamento europeo di recarsi in visita a Cuba; invita le autorità a permettere l'ingresso nel paese non appena le condizioni sanitarie lo consentano; invita tutti i rappresentanti degli Stati membri a sollevare le questioni relative alle violazioni dei diritti umani a Cuba in occasione delle visite alle autorità cubane, e a incontrare i vincitori del premio Sacharov al fine di garantire un'attuazione interna ed esterna coerente della politica dell'Unione europea in materia di diritti umani;

14. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al governo e all'Assemblea nazionale del potere popolare di Cuba, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Ultimo aggiornamento: 9 giugno 2021
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