Proposta di risoluzione comune - RC-B9-0484/2021Proposta di risoluzione comune
RC-B9-0484/2021

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla situazione umanitaria nel Tigrai

6.10.2021 - (2021/2902(RSP))

presentata a norma dell'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B9-0484/2021 (The Left)
B9-0487/2021 (S&D)
B9-0489/2021 (Verts/ALE)
B9-0492/2021 (Renew)
B9-0493/2021 (PPE)
B9-0495/2021 (ECR)

Michael Gahler, Tom Vandenkendelaere, David McAllister, David Lega, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, György Hölvényi, Janina Ochojska
a nome del gruppo PPE
Pedro Marques, Maria Arena
a nome del gruppo S&D
Jan-Christoph Oetjen, Abir Al-Sahlani, Petras Auštrevičius, Malik Azmani, Izaskun Bilbao Barandica, Olivier Chastel, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Irena Joveva, Nathalie Loiseau, Karen Melchior, Javier Nart, Frédérique Ries, María Soraya Rodríguez Ramos, Michal Šimečka, Nicolae Ştefănuță
a nome del gruppo Renew
Michèle Rivasi
a nome del gruppo Verts/ALE
Anna Fotyga, Beata Kempa, Ryszard Czarnecki, Ryszard Antoni Legutko, Ladislav Ilčić, Bogdan Rzońca, Elżbieta Rafalska, Adam Bielan, Raffaele Fitto, Emmanouil Fragkos, Witold Jan Waszczykowski, Eugen Jurzyca, Assita Kanko, Jadwiga Wiśniewska, Valdemar Tomaševski
a nome del gruppo ECR
Idoia Villanueva Ruiz
a nome del gruppo The Left
Fabio Massimo Castaldo


Procedura : 2021/2902(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B9-0484/2021
Testi presentati :
RC-B9-0484/2021
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione umanitaria nel Tigrai

(2021/2902(RSP))

Il Parlamento europeo,

 vista la sua risoluzione del 26 novembre 2020 sulla situazione in Etiopia[1],

 vista la dichiarazione rilasciata il 25 giugno 2021 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), Josep Borrell, e dal commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, sull'uccisione di tre operatori umanitari nel Tigrai,

 vista la dichiarazione congiunta rilasciata il 24 giugno 2021 dal VP/AR e dal commissario Lenarčič sull'attacco aereo nella regione del Tigrai,

 vista la dichiarazione rilasciata il 4 ottobre 2021 dal VP/AR a nome dell'Unione europea sulla decisione di espellere sette funzionari delle Nazioni Unite,

 vista la dichiarazione congiunta rilasciata il 10 giugno 2021 dall'UE e dagli Stati Uniti a seguito della tavola rotonda sull'emergenza umanitaria nel Tigrai,

 viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" dell'UE del 12 luglio 2021 sull'Etiopia,

 vista la risoluzione 47/13 del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, del 13 luglio 2021, dal titolo "Situazione dei diritti umani nella regione del Tigrai in Etiopia",

 vista la risoluzione 2417 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 24 maggio 2018, che condanna la riduzione alla fame dei civili come tattica bellica, nonché l'accesso umanitario negato in modo illegale alla popolazione civile,

 viste le osservazioni formulate il 26 agosto 2021 dal Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'Etiopia,

 vista la dichiarazione rilasciata il 13 settembre 2021 dall'Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet,

 vista la dichiarazione rilasciata il 17 settembre 2021 dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden sul decreto presidenziale concernente la crisi in Etiopia,

 vista la dichiarazione rilasciata il 30 settembre 2021 dal Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a seguito dell'espulsione di sette funzionari delle Nazioni Unite dall'Etiopia,

 vista la Costituzione della Repubblica federale democratica di Etiopia, adottata l'8 dicembre 1994, in particolare le disposizioni del capo III riguardanti i diritti e le libertà fondamentali, i diritti umani e i diritti democratici,

 vista la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

 vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli,

 visto il Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici,

 visti la Convenzione di Ginevra del 1949 relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra e i suoi protocolli aggiuntivi del 1977 e del 2005,

 visti la Convenzione delle Nazioni Unite sullo status dei rifugiati, del 1951, e il relativo protocollo del 1967,

 vista la risoluzione 2286 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 3 maggio 2016, sulla protezione dei feriti e dei malati, del personale medico e del personale umanitario nei conflitti armati,

 vista la risoluzione 47/13 del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, del 13 luglio 2021, sulla situazione dei diritti umani nella regione etiope del Tigrai,

 vista la risoluzione del 12 maggio 2021 della Commissione africana dei diritti dell'uomo e dei popoli sulla missione di informazione effettuata nella regione del Tigrai della Repubblica federale democratica di Etiopia,

 vista la seconda revisione dell'Accordo di Cotonou,

 vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) e dell'Unione europea, dell'11 marzo 2021, sulla democrazia e il rispetto delle costituzioni negli Stati membri dell'UE e nei paesi ACP,

 vista la relazione di Amnesty International del 10 agosto 2021, dal titolo "I Don't Know If They Realized I Was A Person: Rape and Other Sexual Violence in the Conflict in Tigray, Ethiopia" (Non so se si sono resi conto che sono una persona: stupri e altre violenze sessuali nel conflitto nel Tigrai, Etiopia),

 visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che il cessate il fuoco unilaterale dichiarato dal governo etiope il 28 giugno 2021 non ha posto fine ai combattimenti e che le parti del conflitto hanno lanciato nuove offensive; che il conflitto si sta ora allargando alle regioni limitrofe dell'Afar e dell'Amhara e che le ripercussioni rischiano di estendersi all'intero Corno d'Africa; che questo conflitto, che dura da 11 mesi, ha innescato una crisi provocata dall'uomo e che queste sofferenze umane su vasta scala sono del tutto evitabili;

B. considerando che, ancor prima dell'inizio dei combattimenti, in Etiopia vi erano 15,2 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria, di cui 2 milioni nella regione del Tigrai; che quasi un milione di persone vive in condizioni paragonabili alla carestia e che, come conseguenza diretta della violenza, 5,2 dei 6 milioni di abitanti del Tigrai si trovano ad affrontare una situazione di acuta insicurezza alimentare; che il 91 % della popolazione ha estremo bisogno di aiuti umanitari e che 100 000 bambini rischiano una grave malnutrizione acuta e potenzialmente letale nel corso dei prossimi 12 mesi; che nel giugno 2021 le Nazioni Unite avevano già avvertito che 5,5 milioni di persone nelle regioni limitrofe del Tigrai, dell'Amhara e dell'Afar avevano bisogno di aiuti alimentari e che 350 000 erano esposte alla carestia; che la regione del Tigrai ospita 100 000 sfollati interni e 96 000 rifugiati eritrei; che sono presenti diversi campi profughi di grandi dimensioni e che, secondo le ONG, i minori costituiscono il 44 % delle persone che vi risiedono; che nel luglio 2021 il conflitto ha causato lo sfollamento di circa 1,9 milioni di persone nel Tigrai;

C. considerando che vi sono numerose e gravi segnalazioni di presunte e marcate violazioni dei diritti umani, del diritto umanitario e del diritto dei rifugiati a opera di tutte le parti coinvolte nel conflitto; che tali segnalazioni riguardano attacchi contro i civili, esecuzioni extragiudiziali, torture, sparizioni forzate, detenzioni di massa, saccheggi sistematici e la distruzione sistematica e deliberata di servizi di base, sistemi idrici, coltivazioni e mezzi di sussistenza;

D. considerando che, nonostante il governo etiope abbia espresso il proprio impegno in termini di rendicontabilità per i casi di violenza sessuale[2], le forze armate regionali etiopi, eritree e Amhara continuano a praticare ampiamente stupri e altre violenze sessuali contro donne e ragazze, le quali sono inoltre oggetto di minacce di morte e di insulti di natura etnica e vengono ridotte in condizioni di schiavitù sessuale; che le forze governative e i funzionari hanno vessato e minacciato le organizzazioni umanitarie e i fornitori nazionali di assistenza sanitaria che sostengono le vittime di violenza sessuale;

E. considerando che dall'inizio del conflitto nel Tigrai sono stati riportati diversi episodi di uccisioni extragiudiziali, tra cui i presunti massacri avvenuti a Mai-Kadra nella notte del 9 novembre 2020, ad Axum il 28 novembre 2020 e a Mahbere Dego nel gennaio 2021; che, nell'agosto 2021, le autorità sudanesi hanno riferito che i corpi di circa 50 persone sono stati rinvenuti nel fiume Tekeze, confinante con il Tigrai occidentale e il Sudan; che sono emerse prove secondo cui, dall'inizio della guerra civile nel novembre 2020, sarebbero avvenuti oltre 250 massacri nel Tigrai; che, secondo quanto riferito, nell'agosto 2021 il Fronte popolare di liberazione del Tigrai avrebbe commesso uccisioni extragiudiziali anche nelle regioni confinanti con il Tigrai, come a Chenna e a Kobo;

F. considerando che, secondo fonti attendibili, sia il Fronte popolare di liberazione del Tigrai che la Forza di difesa nazionale etiope hanno commesso violazioni dei diritti umani nel Tigrai; che le forze eritree si sono infiltrate nel Tigrai e in altre parti dell'Etiopia, oltre a commettere gravi violazioni dei diritti umani; che la maggior parte delle segnalazioni riguardano violazioni commesse dalla Forza di difesa nazionale etiope e dalle forze eritree;

G. considerando che il 13 settembre 2021 l'Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha parlato di violazioni commesse "da tutte le parti"; che l'UE ha sempre sostenuto il lavoro dell'Alta commissaria Bachelet;

H. considerando che la relazione finale sull'indagine congiunta del responsabile delle Nazioni Unite per i diritti umani e della Commissione etiope per i diritti umani sulle presunte violazioni dei diritti umani, del diritto umanitario e del diritto dei rifugiati commesse da tutte le parti del conflitto nel Tigrai sarà pubblicata il 1° novembre 2021;

I. considerando che, oltre ai saccheggi e alla distruzione dei raccolti, nel Tigrai, a sud-ovest di Mekele, sono stati osservati sciami di locuste del deserto; che il conflitto e la situazione umanitaria attuali hanno reso impossibili in molte zone gli sforzi di prevenzione della COVID-19 e di vaccinazione contro il virus;

J. considerando che nel corso dell'ultimo mese solo il 10 % delle forniture umanitarie destinate alla martoriata regione del Tigrai è stato autorizzato ad entrare nel territorio; che per garantire al Tigrai sufficienti forniture umanitarie sono necessari cento camion al giorno; che dal 12 luglio 2021 sono entrati nel Tigrai solo 525 camion, a causa della chiusura delle frontiere e del controllo dell'accesso da parte delle forze armate, della distruzione di infrastrutture quali i ponti, dell'insicurezza per i conducenti, della grave mancanza di carburante e contanti per tornare ai punti di approvvigionamento nonché dei prolungati ritardi nella verifica e nell'autorizzazione delle forniture umanitarie;

K. considerando che prendere di mira gli operatori umanitari è considerato un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità; che tre membri del personale di Medici senza frontiere sono stati uccisi il 25 giugno 2021 mentre consegnavano aiuti a chi ne aveva più bisogno; che, dal novembre 2020, sono stati uccisi nella regione 23 operatori umanitari; che il 22 giugno 2021 le forze governative etiopi hanno impedito alle ambulanze di intervenire dopo un attacco aereo in un mercato a Togoga; che l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (UNOCHA) ha riferito che il 17 giugno 2021 le forze governative dell'Eritrea hanno bloccato e attaccato un gruppo di operatori preposti alle vaccinazioni ad Asgede Woreda; che il saccheggio delle strutture sanitarie sarebbe ricorrente nella regione del Tigrai; che le forze governative e i funzionari hanno vessato e minacciato le organizzazioni umanitarie e i fornitori nazionali di assistenza sanitaria che sostengono le vittime di violenza sessuale;

L. considerando che più di due milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case; che, secondo le segnalazioni, quasi 76 500 persone sarebbero sfollate nell'Afar e circa 200 000 nell'Amhara dopo che le forze tigrine hanno raggiunto tali regioni; che si parla di 55 000 rifugiati e richiedenti asilo etiopi che cercherebbero rifugio in Sudan;

M. considerando che alcuni campi profughi nel Tigrai sono stati distrutti; che i rifugiati eritrei che vivono nel Tigrai sono vittime di rapimenti e rimpatri forzati; che nei campi profughi del Tigrai non vi è assistenza sanitaria e che si sta esaurendo l'acqua potabile pulita;

N. considerando che vi sono notizie di reclutamento di bambini nel conflitto da parte delle parti belligeranti, comprese le forze tigrine; che l'impiego di bambini soldato costituisce un crimine di guerra;

O. considerando che le autorità etiopi hanno compiuto arresti arbitrari e si sono rese responsabili di sparizioni forzate di cittadini di etnia tigrina nella capitale dell'Etiopia, oltre ad aver commesso altri abusi contro di loro, come la chiusura di attività commerciali di proprietà tigrina; che, in tutta l'Etiopia, si registrano episodi evidenti di incitamento all'odio e discriminazione nonché crescenti livelli di retorica incendiaria a danno dei tigrini, anche da parte di alti funzionari del governo;

P. considerando che il 30 settembre 2021 il ministero degli Affari esteri etiope ha dichiarato persone non grate in Etiopia sette membri del personale delle Nazioni Unite (appartenenti all'UNICEF, all'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) e all'UNOCHA);

Q. considerando che nel Tigrai e nelle regioni confinanti si verificano restrizioni e interruzioni intermittenti di Internet e delle telecomunicazioni; che si sono registrati attacchi nei confronti di giornalisti e revoche delle licenze di diversi organi di comunicazione, il che ostacola la capacità di monitorare la situazione sul campo; che i servizi di base, compresi l'elettricità e i servizi bancari, continuano a essere limitati;

R. considerando che l'attuale stato di instabilità in Etiopia è il risultato di una lunga storia di divisioni e tensioni etniche;

S. considerando che l'unità dell'Etiopia in quanto paese multietnico è di grande importanza per la stabilità della regione e del continente africano nel suo complesso;

T. considerando che l'Etiopia, con la sua popolazione di oltre 110 milioni di abitanti e la sua posizione strategica all'interno del Corno d'Africa, è un paese chiave del continente africano nonché un potenziale partner di importanza strategica per l'UE e i suoi Stati membri;

U. considerando che, in quanto principale donatore di aiuti umanitari a livello mondiale, l'UE continua a mostrarsi solidale con le persone bisognose attraverso i propri finanziamenti umanitari; che, sin dall'inizio del conflitto in Etiopia, l'UE ha sempre sostenuto un accesso umanitario pieno e senza ostacoli, in linea con il diritto internazionale umanitario;

V. considerando che la comunicazione adottata di recente sull'azione umanitaria dell'UE prevede il rafforzamento dei processi che pongono la promozione e l'applicazione del diritto internazionale umanitario costantemente al centro dell'azione esterna dell'Unione;

W. considerando che lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale (NDICI-Europa globale) considera lo sviluppo umano, la governance e il consolidamento della pace in Etiopia come settori d'azione prioritari e che il 65 % del programma indicativo pluriennale è dedicato a tali settori;

X. considerando che la Commissione ha previsto azioni umanitarie per un valore di 5 milioni di EUR nell'Amhara e nell'Afar al fine di affrontare i recenti sviluppi della crisi, nell'ambito dei finanziamenti umanitari complessivi già mobilitati e accordati nel 2021, per un importo di 53,7 milioni di EUR, a sostegno delle persone bisognose in Etiopia; che sono stati mobilitati 118 milioni di EUR per fornire assistenza ai rifugiati tigrini ed etiopi in Sudan; che, per via del conflitto in corso, l'UE ha rinviato l'erogazione del sostegno al bilancio a favore dell'Etiopia;

Y. considerando che nel settembre 2021 l'UE ha tentato di organizzare un ponte aereo umanitario attraverso la direzione generale per la Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee (DG ECHO) della Commissione, al fine di fornire beni umanitari di prima necessità alla regione del Tigrai, ma ha dovuto far fronte a grandi ostacoli frapposti dal governo etiope; che, di conseguenza, l'UE ha effettuato un solo volo del ponte aereo umanitario, consegnando soltanto una piccola parte del suo carico;

Z. considerando che il 21 giugno l'UE ha nominato Annette Weber nuova rappresentante speciale dell'UE per il Corno d'Africa; che, su mandato del VP/AR, il ministro finlandese degli Affari esteri, Pekka Haavisto, si è recato due volte in visita nella regione all'inizio dell'anno per discutere della crisi in corso in Etiopia e delle sue ripercussioni a livello regionale;

AA. considerando che il 26 agosto 2021 l'Unione africana ha nominato l'ex Presidente nigeriano Olusegun Obasanjo mediatore nel conflitto;

AB. considerando che nel dicembre 2018 il nuovo governo dell'Etiopia ha istituito la commissione per la riconciliazione etiope e il ministero della Pace; che finora nessuna delle due istituzioni è riuscita a onorare il proprio mandato iniziale di promuovere la pace e di prevenire e risolvere i conflitti armati in Etiopia nel difficile contesto successivo alla loro creazione;

AC. considerando che, durante il conflitto in corso, il Partito etiope della prosperità, guidato da Abiy Ahmen, si è autodichiarato vincitore delle elezioni generali, nonostante queste siano state boicottate dai partiti dell'opposizione, che ne hanno denunciato l'esito; che nel Tigrai non vi è stato alcun processo elettorale; che l'UE non ha inviato una missione di osservazione elettorale;

AD. considerando che l'Etiopia è firmataria dell'accordo di Cotonou, il quale, all'articolo 96, sancisce che il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali costituisce un elemento essenziale della cooperazione ACP-UE;

1. chiede la cessazione immediata delle ostilità a opera di tutte le parti coinvolte, presupposto necessario per l'indispensabile miglioramento della situazione umanitaria nel Tigrai e in altre regioni, in particolare nell'Afar e nell'Amhara; chiede un immediato ritorno all'ordine costituzionale e l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco;

2. invita tutti gli attori nazionali, regionali e locali interessati a consentire l'accesso umanitario immediato e senza ostacoli e il soccorso alle popolazioni colpite nel Tigrai, ponendo fine al blocco di fatto dell'assistenza umanitaria e delle forniture critiche, compresi cibo, medicinali e carburante, e a facilitare l'assistenza alle popolazioni bisognose nell'Amhara e nell'Afar;

3. condanna fermamente gli attacchi deliberati contro i civili da parte di tutti i belligeranti e il presunto reclutamento di bambini a opera delle parti del conflitto, comprese le forze tigrine, nonché i continui casi di stupro e violenza sessuale; ricorda che gli attacchi deliberati contro i civili e il reclutamento e l'impiego di bambini soldato costituiscono crimini di guerra;

4. condanna le uccisioni di civili, rifugiati e operatori umanitari e sanitari; invita le forze di tutte le parti a rispettare il diritto internazionale in materia di diritti umani e il diritto internazionale umanitario e dei rifugiati e a garantire la protezione delle persone nelle zone interessate; chiede che si renda conto dei crimini commessi durante il conflitto in corso e che i responsabili siano accertati e assicurati alla giustizia; chiede che le persone sospettate di stupro o schiavitù sessuale siano indagate per crimini di guerra e crimini contro l'umanità quali lo stupro, la schiavitù sessuale, la tortura e la persecuzione;

5. esorta il Fronte di liberazione del popolo del Tigrai a fermare la sua offensiva e a ritirare immediatamente le sue forze dalle regioni dell'Amhara e dell'Afar; invita il governo regionale dell'Amhara a ritirare le sue forze dal Tigrai occidentale e il governo eritreo a ritirare immediatamente e permanentemente le sue forze dall'Etiopia; invita i paesi vicini ad astenersi da ogni intervento politico e militare suscettibile di alimentare ulteriormente il conflitto;

6. chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta indipendente e imparziale che indaghi sugli attacchi rivolti a specifici gruppi etnici e religiosi con l'intento di istigare alla violenza intercomunitaria e mettere in pericolo la pace e la sicurezza del popolo etiope; invita il governo etiope a garantire che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni;

7. rammenta che il governo etiope è responsabile della sicurezza dei rifugiati e degli sfollati interni presenti sul suo territorio; invita le autorità etiopi a fornire assistenza immediata e adeguata alle migliaia di rifugiati eritrei e richiedenti asilo sfollati dai campi del Tigrai e a stabilire cosa sia successo alle migliaia di rifugiati eritrei dispersi e dove si trovino; deplora il linguaggio provocatorio e improntato all'odio impiegato dai funzionari di alto livello ed esorta tutti gli attori coinvolti a scegliere con cura le proprie parole al fine di scongiurare un ulteriore inasprimento delle tensioni ed evitare ulteriori sofferenze umane; chiede che le frontiere internazionali e regionali rimangano aperte alla circolazione libera e sicura dei civili; rammenta che l'Etiopia è un importante paese di origine, di transito e di destinazione dei migranti; insiste affinché il governo federale dell'Etiopia e le autorità regionali proteggano la popolazione e ne garantiscano i diritti fondamentali;

8. invita le autorità etiopi a rendere immediatamente conto delle sparizioni forzate di tutti i civili, a rilasciare quanti sono detenuti senza prove credibili di reato e a porre fine a qualsiasi trattamento discriminatorio; deplora il ricorso a discorsi di incitamento all'odio da parte di figure pubbliche, i quali possono fomentare la violenza, l'intimidazione e la discriminazione nei confronti dei tigrini o di altre comunità, creando in tal modo un clima di diffidenza e provocando conflitti etnici, ed esorta le autorità nazionali, locali e regionali a ricorrere a un dialogo più inclusivo e ad astenersi dall'incitamento alla violenza;

9. condanna fermamente tutti gli attacchi nei confronti degli operatori umanitari e delle infrastrutture critiche, come ospedali e strutture mediche, nonché il ricorso diffuso al saccheggio e la distruzione degli aiuti umanitari; condanna con vigore il blocco delle ambulanze che cercano di fornire assistenza medica ai feriti in seguito ai bombardamenti;

10. deplora il fatto che sette operatori umanitari e dei diritti umani dell'UNICEF, dell'OHCHR, dell'UNOCHA e dell'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari in Etiopia siano stati dichiarati persone non gradite dal ministero degli Affari esteri etiope; esprime preoccupazione per la sicurezza e il benessere degli operatori umanitari e dei diritti umani indipendenti nella regione e per la neutralità della distribuzione degli aiuti umanitari nel Tigrai; accoglie con favore l'energica dichiarazione dell'UE e dei suoi 27 Stati membri del 30 settembre 2021, che condanna fermamente l'espulsione di tali operatori e invita il governo a revocare la sua decisione;

11. invita il governo etiope a firmare e ratificare lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale; invita le parti belligeranti a garantire un accesso senza restrizioni agli osservatori e agli investigatori indipendenti in materia di diritti umani, compresi gli investigatori delle Nazioni Unite e dell'Unione africana;

12. pone in risalto l'importante lavoro svolto dai giornalisti nella regione e invita tutti gli attori coinvolti a garantire il libero accesso della stampa e a consentire ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro in condizioni di sicurezza;

13. chiede il pieno ripristino dei servizi pubblici di base, come l'elettricità e i servizi bancari, e la revoca delle restrizioni alle comunicazioni e all'accesso a Internet nel Tigrai; evidenzia l'importanza di garantire l'istruzione e strutture scolastiche ai bambini del Tigrai e non solo;

14. ricorda l'importanza dell'Etiopia per la stabilità del Corno d'Africa e del continente africano nel suo complesso; ricorda che gli interlocutori internazionali e dell'UE si sono offerti di fungere da mediatori tra le parti del conflitto in Etiopia, ma che l'Etiopia non ha accettato tali offerte; invita tutte le parti belligeranti a sedersi al tavolo negoziale senza precondizioni; chiede un dialogo politico nazionale inclusivo a guida etiope per trovare una soluzione alla crisi, con l'inclusione di rappresentanti di tutte le aree interessate (Tigrai, Amhara, Benishangul-Gumuz, Afar, Oromia, Sidama, Somali, Regione delle nazioni, nazionalità e popoli del Sud (SNNPR) e Gambela);

15. ricorda che la situazione può essere risolta solo con mezzi pacifici e attraverso un dialogo inclusivo tra tutte le parti belligeranti, un effettivo cessate il fuoco e la protezione dei diritti umani;

16. ribadisce la disponibilità dell'UE a sostenere, avviare e organizzare un dialogo, in stretto coordinamento con altri attori, al fine di mantenere aperto lo spazio per il dialogo e gettare le fondamenta per i colloqui tra le due principali parti belligeranti;

17. esprime il proprio sostegno agli sforzi di mediazione regionale, come quelli del mediatore dell'Unione africana, l'ex Presidente Obasanjo; accoglie inoltre con favore la recente nomina di una nuova rappresentante speciale dell'UE per il Corno d'Africa;

18. deplora che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non si sia finora occupato della situazione nel Tigrai; esorta l'UE e i suoi Stati membri a fare pressione sul Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché tenga riunioni pubbliche regolari sul Tigrai e intraprenda azioni decisive per garantire un accesso umanitario senza ostacoli, salvaguardare la protezione dei civili, porre fine alle gravi violazioni del diritto internazionale e garantire che i responsabili delle atrocità siano chiamati a risponderne; invita il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a valutare il dispiegamento di forze di pace delle Nazioni Unite nella regione;

19. esorta gli Stati membri dell'UE a incoraggiare il VP/AR a tenere un briefing intersessione sul Tigrai al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite prima della fine dell'anno, onde presentare i risultati della relazione sull'indagine congiunta condotta dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani e della Commissione etiope per i diritti umani; sottolinea che l'indagine congiunta dovrebbe contribuire a gettare le basi per un solido meccanismo investigativo internazionale che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite dovrebbe istituire con urgenza;

20. esorta il Consiglio "Affari esteri" dell'UE ad agire in modo rapido, unito e risoluto per adottare le misure necessarie per affrontare efficacemente la gravità e l'urgenza della situazione sul campo nel Tigrai;

21. accoglie con favore e sostiene la decisione della Commissione, del dicembre 2020, di rinviare l'erogazione del sostegno al bilancio al governo etiope; si compiace degli sforzi diplomatici e delle ripetute dichiarazioni del VP/AR e della Commissione, attraverso le quali chiedono che i responsabili rispondano dei loro atti, invocano un accesso umanitario senza ostacoli e condannano gli abusi commessi da tutte le parti; ribadisce fermamente il sostegno dell'UE all'importante lavoro svolto da Michelle Bachelet in qualità di Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani;

22. invita l'UE e i suoi Stati membri a prendere in considerazione l'adozione di misure volte a proteggere i diritti umani e a garantire che i responsabili delle violazioni dei diritti umani siano chiamati a rispondere delle loro azioni, ad esempio attraverso il meccanismo globale dell'UE per le sanzioni in materia di diritti umani;

23. sottolinea che l'UE è al fianco del popolo etiope; esprime la propria volontà di pervenire a una risoluzione pacifica del conflitto; suggerisce, tuttavia, di ricorrere a sanzioni della Commissione nei confronti dei membri del governo dell'Etiopia, del governo dell'Eritrea e del Fronte popolare di liberazione del Tigrai nonché di altri individui che si siano resi responsabili del protrarsi del conflitto e dell'inasprimento della situazione umanitaria di milioni di etiopi qualora tale situazione non migliori in modo significativo entro la fine di ottobre 2021, in particolare dopo la formazione di un nuovo governo etiope;

24. invita gli Stati membri a bloccare le esportazioni di armi e tecnologie di sorveglianza verso l'Etiopia, attualmente impiegate per facilitare gli attacchi contro i civili e perpetrare violazioni dei diritti umani, finché la crisi attuale non sarà completamente risolta;

25. accoglie con favore il decreto presidenziale statunitense del 17 settembre 2021 relativo alla crisi etiope, i cui destinatari sono i responsabili e i complici del protrarsi del conflitto in Etiopia che ostacolano l'accesso umanitario, impediscono il cessate il fuoco e violano i diritti umani; si rammarica, tuttavia, che gli Stati Uniti abbiano rinnovato il loro sostegno al bilancio e che per tale motivo le azioni degli Stati Uniti siano state meno efficaci e risolute rispetto a quelle dell'UE;

26. accoglie con grande favore il sostegno fornito dalla Commissione nella regione per salvare vite umane e auspica che sia ulteriormente esteso; chiede la mobilitazione di finanziamenti aggiuntivi pari ad almeno 30 milioni di EUR a titolo della riserva di solidarietà e per gli aiuti d'urgenza dell'UE, al fine di rispondere alle esigenze più immediate delle persone colpite dal conflitto nel Tigrai e nelle altre zone direttamente interessate dalla diffusione del conflitto nell'Etiopia settentrionale, con particolare attenzione alle regioni confinanti dell'Afar e dell'Amhara;

27. esorta l'UE e i leader dei suoi Stati membri a dare priorità alla situazione umanitaria e dei diritti umani nel Tigrai e nell'Etiopia settentrionale durante il prossimo vertice e la prossima riunione dei leader dell'Unione africana e dell'Unione europea, così come a individuare azioni concrete e a promuovere un maggior coordinamento della strategia e della comunicazione;

28. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Servizio europeo per l'azione esterna, al governo federale e alla Camera della Repubblica federale democratica di Etiopia, alle autorità tigrine, al governo della Repubblica del Sudan, al governo dello Stato di Eritrea, all'Autorità intergovernativa per lo sviluppo, all'Unione africana e ai suoi Stati membri, nonché al Parlamento panafricano e all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE.

 

 

Ultimo aggiornamento: 6 ottobre 2021
Note legali - Informativa sulla privacy