Proposta di risoluzione comune - RC-B9-0198/2022Proposta di risoluzione comune
RC-B9-0198/2022

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla situazione in Afghanistan, in particolare la situazione dei diritti delle donne

6.4.2022 - (2022/2571(RSP))

presentata a norma dell'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B9‑0198/2022 (The Left)
B9‑0199/2022 (PPE)
B9‑0202/2022 (Verts/ALE)
B9‑0204/2022 (Renew)
B9‑0205/2022 (S&D)
B9‑0206/2022 (ECR)

Michael Gahler, Željana Zovko, Rasa Juknevičienė, Frances Fitzgerald, David McAllister, Maria da Graça Carvalho, Agnès Evren, David Lega, Ewa Kopacz, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Aušra Maldeikienė, Radosław Sikorski, Tom Vandenkendelaere, Isabel Wiseler‑Lima
a nome del gruppo PPE
Pedro Marques, Maria Arena, Tonino Picula, Udo Bullmann, Elena Yoncheva, Maria Noichl, Radka Maxová, Mónica Silvana González
a nome del gruppo S&D
Petras Auštrevičius, Abir Al‑Sahlani, Olivier Chastel, Ilhan Kyuchyuk, Nathalie Loiseau, Javier Nart, Urmas Paet, Frédérique Ries, María Soraya Rodríguez Ramos, Nicolae Ştefănuță, Dragoş Tudorache, Hilde Vautmans
a nome del gruppo Renew
Tineke Strik, Hannah Neumann
a nome del gruppo Verts/ALE
Raffaele Fitto, Anna Fotyga, Adam Bielan, Alexandr Vondra, Angel Dzhambazki, Assita Kanko, Bogdan Rzońca, Dominik Tarczyński, Elżbieta Rafalska, Ryszard Czarnecki, Witold Jan Waszczykowski, Carlo Fidanza, Elżbieta Kruk
a nome del gruppo ECR
Malin Björk, Idoia Villanueva Ruiz, Cornelia Ernst, Pernando Barrena Arza, Nikolaj Villumsen, Silvia Modig
a nome del gruppo The Left
Fabio Massimo Castaldo


Procedura : 2022/2571(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B9-0198/2022
Testi presentati :
RC-B9-0198/2022
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Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Afghanistan, in particolare la situazione dei diritti delle donne

(2022/2571(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti risoluzioni sull'Afghanistan,

 visto l'annuncio della creazione del governo provvisorio in Afghanistan da parte dei talebani il 7 settembre 2021,

 vista la risoluzione n. 2626 (2022) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 17 marzo 2022, sul rinnovo del mandato della missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan,

 visto il comunicato stampa del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'Afghanistan del 27 marzo 2022,

 visto l'elenco dei finalisti per il premio Sacharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero 2021,

 viste le "Giornate delle donne afghane" organizzate dal Parlamento europeo l'1 e il 2 febbraio 2022,

 viste la dichiarazione del presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con l'Afghanistan, del 23 marzo 2022, sull'annuncio dei talebani di prorogare il divieto per le studentesse di proseguire gli studi oltre il sesto grado, e la connessa dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) Josep Borrell, del 23 marzo 2022,

 vista la dichiarazione del VP/AR a nome dell'Unione europea, del 28 marzo 2022, in cui si chiede l'immediata riapertura delle scuole secondarie per le ragazze,

 vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

 vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 relativa allo status dei rifugiati,

 vista la Convenzione del 1979 sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna,

 visti il patto mondiale delle Nazioni Unite per una migrazione sicura, ordinata e regolare e il patto mondiale delle Nazioni Unite sui rifugiati, che hanno fatto seguito alla dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti adottata all'unanimità dall'Assemblea generale dell'ONU il 19 settembre 2016,

 visti gli orientamenti tematici dell'UE sui difensori dei diritti umani, sulla promozione e la tutela dei diritti dei minori, nonché sulle violenze contro le donne e le ragazze e la lotta contro tutte le forme di discriminazione nei loro confronti,

 visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che il ministero dell'Istruzione dei talebani ha annunciato, in una dichiarazione del 21 marzo 2022, che si impegna a favore del diritto all'istruzione di tutti i suoi cittadini e si sta adoperando per eliminare ogni forma di discriminazione;

B. considerando che il 15 gennaio 2022 le autorità de facto dell'Afghanistan si sono impegnate a consentire alle ragazze di riprendere gli studi a tutti i livelli dopo l'inizio del nuovo anno scolastico nella seconda metà di marzo 2022;

C. considerando che in tutto l'Afghanistan le ragazze avrebbero dovuto tornare a scuola il 23 marzo 2022; che i talebani hanno prorogato in modo permanente il divieto per le studentesse di accedere al settimo grado e ai gradi superiori delle scuole fino a quando sarà stata presa una decisione sulle uniformi più appropriate per le ragazze; che tale divieto nega l'istruzione secondaria a oltre un milione di ragazze e costituisce una violazione del diritto fondamentale all'istruzione per tutti i bambini, sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo;

D. considerando che l'Afghanistan figura all'ultimo posto nell'indice globale sulle donne, la pace e la sicurezza, il che lo rende il paese più pericoloso per le donne; che, secondo le procedure speciali delle Nazioni Unite, i leader talebani stanno tentando di eliminare le donne e le ragazze dalla vita pubblica attraverso discriminazioni e violenze sistematiche basate sul genere;

E. considerando che, dalla presa del controllo del paese il 15 agosto 2021, i talebani hanno chiuso il ministero degli Affari femminili e hanno ricreato il ministero per la Promozione della virtù e la prevenzione del vizio; che i talebani hanno di fatto abolito le tutte le leggi precedentemente in vigore, incluse quelle a tutela delle donne, e hanno imposto severe restrizioni all'esercizio del diritto di riunione pacifica, della libertà di espressione e del diritto delle donne di lavorare e di avere accesso all'istruzione e all'assistenza sanitaria; che la commissione indipendente afghana per i diritti umani (AIHRC) è stata chiusa in seguito alla presa del potere da parte dei talebani;

F. considerando che un nuovo provvedimento vieta alle donne afghane di viaggiare per più di 45 miglia (72 km) dal loro luogo di residenza se non sono accompagnate da un parente stretto di sesso maschile; che ciò fa seguito a un provvedimento pubblicato nel novembre 2021 che vietava alle emittenti televisive di trasmettere programmi a cui partecipano attrici;

G. considerando che le manifestazioni pacifiche per i diritti delle donne in Afghanistan sono represse con la forza; che difensori dei diritti umani sono stati rapiti e che non sono state diffuse informazioni sul luogo in cui si trovano nonostante i ripetuti appelli per il loro rilascio; che coloro i quali sono stati rilasciati dalla detenzione continuano a temere per la loro vita;

H. considerando che vengono segnalate quotidianamente violazioni dei diritti umani, tra cui arresti, detenzioni, sequestri, torture, minacce, estorsioni, uccisioni extragiudiziali e attacchi contro i difensori dei diritti umani e i loro familiari; che persiste una totale mancanza di responsabilità per tali violazioni; che le donne impegnate nella difesa dei diritti umani sono state particolarmente colpite; che i gruppi minoritari, come la comunità hazara, sono stati specificamente presi di mira;

I. considerando che la povertà ha indotto le famiglie afghane a organizzare matrimoni e a raccogliere doti per le loro figlie e che, dall'introduzione del divieto di frequentare la scuola per le ragazze, si è registrato un aumento del 500 % dei matrimoni infantili in Afghanistan; che, prima della presa del potere da parte dei talebani, il 35 % delle ragazze si erano sposate prima di aver compiuto i 18 anni e il 9 % prima di aver compiuto i 15 anni;

J. considerando che l'Afghanistan registra uno dei tassi di mortalità infantile più elevati al mondo, con migliaia di donne che muoiono ogni anno per cause facilmente prevenibili legate alla gravidanza; che la situazione socioeconomica, già precaria prima della presa del potere da parte dei talebani, è drasticamente peggiorata sotto l'amministrazione de facto e in seguito all'impatto della pandemia di COVID-19, delle gravi siccità e di un inverno rigido;

K. considerando che la crisi umanitaria in Afghanistan è una delle crisi che si stanno aggravando più rapidamente al mondo e sta colpendo in modo sproporzionato le donne e le ragazze; che quasi il 100 % delle famiglie afghane con donne capofamiglia sono esposte all'insicurezza alimentare; che le nuove politiche introdotte dal governo talebano hanno compromesso notevolmente la capacità delle donne di guadagnarsi da vivere, aggravando ulteriormente le loro condizioni di povertà, e che molte donne capofamiglia sono state particolarmente colpite;

L. considerando che, secondo la relazione dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni del marzo 2022, nel 2021 oltre 1 258 milioni di afghani sono fuggiti dal loro paese, vale a dire il doppio rispetto agli ultimi anni; che, allo stesso tempo, il numero di sfollati interni che fanno ritorno alle loro abitazioni è triplicato, raggiungendo la cifra record di 3,06 milioni di persone nel 2021; che in tutta la regione quasi 5 milioni di afghani rimangono sfollati al di fuori del paese, il 90 % dei quali sono accolti in Pakistan e in Iran;

M. considerando che, secondo l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), il 35 % delle donne e delle ragazze hanno dichiarato di sentirsi in pericolo a causa della violenza di genere mentre cercano rifugio nei vicini Iran e Pakistan; che soltanto il 70 % delle ragazze sono iscritta a scuola, rispetto al 92 % dei ragazzi;

N. considerando che l'UE ha intensificato il suo sostegno alla popolazione avviando progetti per un valore di oltre 268,3 milioni di EUR incentrati sul mantenimento dell'istruzione e dei mezzi di sussistenza e sulla protezione della salute pubblica; che tali progetti fanno parte del pacchetto complessivo di sostegno dell'UE pari a 1 miliardo di EUR annunciato dalla Commissione nell'ottobre 2021, che comprende aiuti ai rifugiati, ai migranti e agli sfollati interni e sostegno ai difensori dei diritti umani e alle organizzazioni della società civile;

O. considerando che, secondo Reporter senza frontiere, in Afghanistan hanno chiuso i battenti 231 organi di informazione, pari al 40 % del totale degli organi di informazione nel paese; che l'80 % dei 6 400 giornalisti che hanno perso il lavoro sono donne; che sono state imposte restrizioni che vietano media locali e internazionali, come la BBC, e che i giornalisti sono stati arrestati, detenuti e picchiati;

P. considerando che le sanzioni nei confronti di soggetti e individui collegati ai talebani non dovrebbero impedire le transazioni finanziarie relative all'assistenza umanitaria e alla prestazione di servizi di base da parte di organizzazioni non governative (ONG);

Q. considerando che fino al 15 agosto 2021, sotto l'ex Repubblica di Afghanistan, le donne vantavano posizioni di alto livello quali parlamentari, ministre, giudici, governatrici, avvocate e ambasciatrici; che le forze talebane hanno rimosso con la forza ex funzionarie governative legittime e non hanno incluso le donne nel loro nuovo governo de facto non riconosciuto; che tali autorità de facto mancano di una rappresentanza inclusiva dell'eterogenea società afghana;

R. considerando che le agenzie di intelligence hanno avvertito che l'Afghanistan non deve diventare un rifugio sicuro per le organizzazioni terroristiche;

1. esprime profonda preoccupazione per la crisi umanitaria e dei diritti umani manifestatasi in Afghanistan a seguito della presa del potere da parte dei talebani; riafferma la sua ferma solidarietà e il suo impegno nei confronti del popolo afghano; sottolinea che si dovrebbero rispettare i diritti e le libertà fondamentali di cui il popolo afghano ha goduto negli ultimi 20 anni;

2. deplora il fatto che la situazione delle donne e delle ragazze in Afghanistan si sia costantemente deteriorata dopo la presa del potere da parte dei talebani; condanna la persistente volontà dei talebani di cancellare le donne e le ragazze dalla vita pubblica e di negarne i diritti più basilari, compreso il diritto all'istruzione, al lavoro, alla circolazione e all'assistenza sanitaria;

3. condanna con la massima fermezza la decisione dei talebani di rinviare in modo permanente il ritorno a scuola delle ragazze oltre il sesto grado, nonostante il loro precedente impegno a consentire a ogni cittadino di accedere all'istruzione; esorta i talebani a revocare le loro decisioni e restrizioni che riguardano specificamente le donne e le ragazze e a riaprire il ministero degli Affari femminili;

4. sottolinea che l'accesso all'istruzione per le donne e le ragazze deve costituire, da parte dell'UE e dei suoi Stati membri, una condizione essenziale per qualsiasi ulteriore impegno nei confronti delle autorità afghane de facto;

5. invita i talebani a rispettare il loro impegno a garantire il diritto all'istruzione a tutti i cittadini afghani, comprese le donne e le ragazze;

6. deplora la repressione da parte dei talebani delle proteste pacifiche per i diritti delle donne in Afghanistan; chiede il rilascio immediato dell'agente di polizia Alia Azizi, arrestata a Herat nell'ottobre 2021, nonché il rilascio di qualsiasi altra attivista per i diritti delle donne che si trovi in stato di detenzione, e la cessazione delle intimidazioni e delle vessazioni nei confronti di tali attiviste; chiede di porre fine alle vessazioni, alle minacce e agli attacchi nei confronti di insegnanti e studenti;

7. invita le autorità de facto a garantire a tutte le donne e le ragazze pieni diritti e l'accesso all'assistenza sanitaria riproduttiva in tutte le regioni dell'Afghanistan;

8. esprime forte preoccupazione per il fatto che, da quando i talebani hanno assunto il controllo del paese, le donne e le ragazze sono esposte a un maggiore rischio di sfruttamento, compreso il rischio di essere vittime di tratta finalizzata al matrimonio forzato, allo sfruttamento sessuale e al lavoro forzato; condanna la violenza e la discriminazione di genere;

9. invita le autorità afghane de facto a formare un governo inclusivo che coinvolga le donne nel processo decisionale a tutti i livelli; insiste sulla necessità di sviluppare una nuova strategia dell'UE per l'Afghanistan adattata alla situazione delle donne e delle ragazze al fine di promuovere concretamente i diritti delle donne e la loro partecipazione alla vita pubblica;

10. ricorda che l'UE ha una posizione solida in merito a qualsiasi impegno politico con i talebani, che si basa su parametri tematici fondati sui principi del rispetto dei diritti umani per tutti e dello Stato di diritto; è del parere che, dal 15 agosto 2021, non vi è stato altro che un deterioramento di tali parametri, il che non può giustificare alcun riconoscimento de facto di un governo talebano;

11. accoglie con favore la risoluzione n. 2626 (2022) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, adottata il 17 marzo 2022, che ha rinnovato il mandato della missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere il mandato della rappresentante speciale per l'Afghanistan del Segretario generale delle Nazioni Unite, anche impegnandosi con tutti gli attori e i portatori di interessi afghani pertinenti per garantire senza ulteriori indugi la riapertura delle scuole per tutte le studentesse;

12. prende atto dei colloqui di Oslo del gennaio 2022 tra funzionari europei e statunitensi e una delegazione talebana, nonché della recente cancellazione, da parte degli Stati Uniti, dei colloqui di Doha in risposta alla decisione dei talebani di non riaprire le scuole per le ragazze; sottolinea che altri eventuali colloqui nazionali con i talebani devono includere rappresentanti delle donne afghane;

13. invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere e proteggere quanti fuggono dall'Afghanistan; riafferma la necessità di garantire lo status delle avvocate afghane, delle leader della società civile, delle artiste, delle atlete e di altre persone vulnerabili, in particolare quelle la cui vita è a rischio, come le persone LGBTQI+; ribadisce la sua richiesta di un programma speciale per i visti, di programmi di reinsediamento rafforzati e di una protezione effettiva garantita per i rifugiati afghani;

14. sottolinea l'importanza di affrontare il problema della violenza di genere cui sono confrontate le donne e le ragazze afghane nei paesi ospitanti, in particolare in Iran e Pakistan, nonché di garantire che frequentino la scuola, partecipino al mercato del lavoro e abbiano accesso ai servizi sanitari, compresi i servizi di salute mentale; ricorda che i rifugiati e le persone in transito sono particolarmente a rischio di subire violenze di genere; chiede pertanto maggiori finanziamenti per le organizzazioni umanitarie e le agenzie che svolgono attività di protezione;

15. invita i paesi a cessare immediatamente di rimpatriare le persone in Afghanistan o in paesi terzi nei quali possono rischiare di essere rimpatriate in Afghanistan; chiede un attento monitoraggio dei cittadini afghani che sono già stati rimpatriati, in particolare dei minori;

16. condanna il crescente numero di segnalazioni relative a uccisioni, vessazioni e intimidazioni nei confronti di minoranze etniche e religiose;

17. esprime profonda preoccupazione per il fatto che i talebani offrono ancora una volta rifugio ai gruppi terroristici; insiste sul fatto che i talebani e le autorità de facto dell'Afghanistan devono rispettare i loro impegni in materia di lotta al terrorismo;

18. rammenta di aver incaricato il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) di trasmettere alla leadership pakistana il messaggio di essere responsabile della sicurezza e della stabilità in Afghanistan e di dover sfruttare la sua influenza sui talebani per conseguire tali obiettivi, compresa la garanzia dei diritti umani fondamentali per le donne e le ragazze afghane;

19. ribadisce la necessità che l'UE rafforzi la cooperazione con i paesi dell'Asia centrale e incoraggi il loro ruolo pratico e costruttivo nell'insediamento dei rifugiati afghani; sottolinea che tale cooperazione non dovrebbe compromettere la difesa dei valori fondamentali e dello Stato di diritto da parte dell'UE;

20. sottolinea che la liberazione delle donne e delle ragazze resterà impraticabile finché continuerà la catastrofe umanitaria in atto; esorta l'UE e i suoi Stati membri ad affrontare i fattori trainanti della crisi umanitaria in corso, compiendo ogni sforzo per intensificare l'assistenza umanitaria, seguire un attento a una prospettiva di genere, ripristinare la liquidità e mantenere i servizi sociali di base; chiede lo scongelamento dei beni afghani e un maggiore sostegno finanziario a programmi quali l'assistenza della direzione generale per i Partenariati internazionali della Commissione (DG INTPA), incentrata sui bisogni di base e i mezzi di sussistenza, e il fondo fiduciario per la ricostruzione dell'Afghanistan della Banca mondiale; evidenzia che i finanziamenti umanitari dovrebbero essere resi disponibili attraverso un sistema bancario funzionante e dovrebbero essere forniti in modo flessibile a ONG credibili e organizzazioni comunitarie attive in Afghanistan, incluse le organizzazioni femminili locali;

21. prende atto del ripristino di una presenza minima sul campo dell'UE a Kabul volta a coordinare gli aiuti umanitari e monitorare la situazione umanitaria; sottolinea con fermezza che ciò non comporta il riconoscimento del regime talebano da parte dell'UE;

22. si rammarica del fatto che il 31 marzo 2022 i donatori internazionali, tra cui l'UE e i suoi Stati membri, abbiano promesso solo 2,44 miliardi di USD in risposta all'appello delle Nazioni Unite per un importo di 4,4 miliardi di USD nell'ambito del piano di risposta umanitaria del 2022 al fine di fornire aiuti umanitari in Afghanistan; esorta la Commissione a stanziare finanziamenti adeguati e specifici a favore di programmi e progetti nell'ambito dei diritti delle donne e ad attuarli nel quadro di un impegno globale e a lungo termine a sostegno dei diritti umani e dei diritti delle donne in Afghanistan;

23. insiste sulla necessità di un accesso umanitario senza restrizioni per garantire che i fondi impegnati raggiungano effettivamente le persone colpite; incoraggia l'UE e i suoi Stati membri a rivedere e ad adeguare di conseguenza le misure attuali; ricorda che gli aiuti umanitari devono essere neutrali, imparziali, umani e indipendenti e non dovrebbero mai essere soggetti ad alcuna condizionalità; invita il Consiglio, la Commissione e il SEAE a trasmettere costantemente il messaggio che la fornitura di assistenza umanitaria non è subordinata ai cinque parametri di riferimento del Consiglio per l'impegno con i talebani;

24. invita l'UE e i suoi Stati membri, alla luce della conferenza ad alto livello dei donatori delle Nazioni Unite per il sostegno alla risposta umanitaria in Afghanistan, tenutasi il 31 marzo 2022, ad adottare ulteriori misure volte a rendere gli aiuti umanitari più trasparenti ed efficaci; ritiene dunque che sia fondamentale garantire l'accesso ai finanziamenti umanitari attraverso un sistema bancario funzionale, al fine di fornire finanziamenti alle ONG affidabili che operano nel paese;

25. plaude al coraggio delle ragazze e delle donne che prendono parte alle proteste; invita il SEAE e la Commissione a dialogare con le autorità de facto dell'Afghanistan al fine di ottenere informazioni sugli attivisti per i diritti delle donne che si ritiene siano stati detenuti e fatti scomparire e a chiedere il loro rilascio immediato e incondizionato; esige che i talebani pongano immediatamente fine a tali pratiche arbitrarie ed extragiudiziali e garantiscano la libertà di riunione pacifica e di espressione;

26. invita l'UE e i suoi Stati membri a fornire maggiore sostegno agli attivisti per i diritti delle donne in Afghanistan e ad attuare pienamente gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani, anche garantendo l'assunzione di responsabilità per le violazioni mediante azioni di sensibilizzazione private e pubbliche su singoli casi;

27. chiede che il nuovo relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan sia dotato di fondi sufficienti, competenze e sostegno diplomatico per adempiere al proprio mandato; invita il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a istituire una commissione d'inchiesta internazionale e indipendente, con un mandato pluriennale e risorse adeguate per documentare, riferire e raccogliere prove delle violazioni, comprese le violazioni dei diritti delle donne;

28. accoglie con favore l'avvio del Forum delle donne leader afghane; invita la Commissione e il SEAE ad agevolare l'organizzazione della prima conferenza internazionale delle donne afghane al fine di far sentire la loro voce in Afghanistan e a livello internazionale, ricostruire le reti delle donne e sostenere il lavoro del Forum delle donne leader afghane in maniera più inclusiva; sostiene l'istituzione dell'università telematica afghana in esilio, con il sostegno finanziario dell'UE;

29. invita i parlamentari afghani, gli ex funzionari del governo e gli attivisti della società civile, in particolare i finalisti del Premio Sacharov per la libertà di pensiero 2021, a impegnarsi attivamente con la delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con l'Afghanistan, le commissioni competenti e altri organismi al fine di garantire che la politica dell'UE a sostegno dell'Afghanistan risponda alle esigenze del popolo afghano;

30. sostiene gli appelli della società civile afghana, in particolare quelli dei partecipanti alle Giornate delle donne afghane organizzate dal Parlamento europeo, a chiamare le autorità afghane de facto a rispondere dei precedenti crimini e a non dimenticare le atrocità commesse;

31. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai membri dell'Assemblea nazionale afghana, al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite e all'ufficio politico dei talebani a Doha.

 

Ultimo aggiornamento: 6 aprile 2022
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