Proposta di risoluzione comune - RC-B9-0429/2022Proposta di risoluzione comune
RC-B9-0429/2022

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla recente situazione umanitaria e dei diritti umani nel Tigray, Etiopia, in particolare per quanto riguarda i minori

5.10.2022 - (2022/2858(RSP))

presentata a norma dell'articolo 144, paragrafo 5, e dell'articolo 132, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B9‑0429/2022 (Verts/ALE)
B9‑0437/2022 (S&D)
B9‑0441/2022 (Renew)
B9‑0444/2022 (PPE)

Željana Zovko, Sara Skyttedal, Isabel Wiseler‑Lima, Peter Pollák, Janina Ochojska, Stanislav Polčák, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Miriam Lexmann, Tomáš Zdechovský, Inese Vaidere, Michaela Šojdrová, Seán Kelly, Andrey Kovatchev, David Lega, Vangelis Meimarakis, Antonio López‑Istúriz White, Paulo Rangel, José Manuel Fernandes, Tom Vandenkendelaere, Christian Sagartz, Ivan Štefanec, Magdalena Adamowicz, Luděk Niedermayer, Stelios Kympouropoulos, Krzysztof Hetman, Michael Gahler, Vladimír Bilčík, Loránt Vincze, Traian Băsescu, Loucas Fourlas
a nome del gruppo PPE
Pedro Marques, Andrea Cozzolino, Maria Arena
a nome del gruppo S&D
Jan‑Christoph Oetjen, Nicola Beer, Izaskun Bilbao Barandica, Dita Charanzová, Olivier Chastel, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Svenja Hahn, Moritz Körner, Ilhan Kyuchyuk, Nathalie Loiseau, Karen Melchior, Dragoş Pîslaru, Frédérique Ries, María Soraya Rodríguez Ramos, Michal Šimečka, Nicolae Ştefănuță, Ramona Strugariu, Dragoş Tudorache, Hilde Vautmans
a nome del gruppo Renew
Katrin Langensiepen, Malte Gallée
a nome del gruppo Verts/ALE
Fabio Massimo Castaldo, Assita Kanko


Procedura : 2022/2858(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B9-0429/2022
Testi presentati :
RC-B9-0429/2022
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Risoluzione del Parlamento europeo sulla recente situazione umanitaria e dei diritti umani nel Tigray, Etiopia, in particolare per quanto riguarda i minori

(2022/2858(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti risoluzioni sul Tigray e l'Etiopia, in particolare quelle del 26 novembre 2020[1] e del 7 ottobre 2021[2],

 vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

 vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli,

 visti la quarta Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra del 1949 e i suoi protocolli aggiuntivi del 1977 e del 2005,

 visti la Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 relativa allo status dei rifugiati e il relativo protocollo del 1967,

 viste la relazione del 3 novembre 2021 relativa all'indagine congiunta della commissione etiope per i diritti umani e dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulle presunte violazioni del diritto internazionale in materia di diritti umani, umanitario e in materia di rifugiati commesse da tutte le parti coinvolte nel conflitto nella regione del Tigray della Repubblica federale democratica di Etiopia, e la relazione dell'11 marzo 2022 della commissione etiope per i diritti umani relativa alle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale commesse nelle regioni di Afar e di Amhara in Etiopia, condotta fra il settembre e il dicembre 2021,

 vista la risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 17 dicembre 2021, che istituisce una commissione internazionale di esperti in materia di diritti umani al fine di condurre un'indagine approfondita e imparziale sulle accuse di violazioni e di abusi commessi a partire dal 3 novembre 2020 da tutte le parti del conflitto in Etiopia,

 vista la relazione del 19 settembre 2022 della commissione internazionale di esperti in materia di diritti umani sull'Etiopia,

 vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza,

 visto l'accordo di Cotonou,

 visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,

A. considerando che questo conflitto, che dura ormai da 23 mesi, ha innescato una crisi provocata dall'uomo e una serie di sofferenze umane diffuse e interamente evitabili; che la situazione umanitaria in tutta l'Etiopia rimane drammatica a causa di conflitti, siccità e sfollamenti interni su vasta scala; che il 24 agosto 2022 aerei da guerra federali etiopi hanno bombardato una scuola materna a Mekelle, nel Tigray, facendo vittime fra i bambini;

B. considerando che, dopo aver dichiarato una tregua umanitaria nel marzo 2022, il governo federale etiope ha parzialmente revocato l'assedio del Tigray sul piano umanitario, ma che persistono carenze di forniture essenziali, tra cui cibo, medicinali e carburante;

C. considerando che i gruppi vulnerabili, in particolare le donne e i minori, sono i più colpiti dal conflitto in corso nel Tigray e hanno necessità urgente di protezione; che i minori nel Tigray hanno subito pesantemente gli effetti della carestia, della violenza, della mancanza di assistenza medica e di istruzione, dello sfollamento familiare, dei trasferimenti forzati e dei continui traumi;

D. considerando che le donne e i minori sono costantemente bersaglio di bombardamenti intenzionali e non intenzionali, sparatorie, uccisioni e altri atti di violenza, in una situazione di guerra in cui la violenza etnica è perpetrata da tutte le parti del conflitto;

E. considerando che tutti i belligeranti continuano a ricorre ampiamente allo stupro e ad altre violenze sessuali contro le donne e le ragazze, oltre alle minacce di morte, agli insulti di natura etnica e alla detenzione a fini di schiavitù sessuale; che le donne e i minori sfollati interni sono maggiormente esposti al rischio di rapimento e di tratta a fini di sfruttamento sessuale;

F. considerando che, in tutta l'evoluzione di questo conflitto, l'unica costante è rappresentata dalle numerose denunce di gravi violazioni dei diritti umani, del diritto umanitario e del diritto in materia di rifugiati, perpetrate da tutte le parti coinvolte nel conflitto; che quasi mezzo milione di etiopi sono morti a causa della violenza e della carestia e che più di 1,6 milioni di persone sono state sfollate a causa del conflitto; che, dall'inizio della guerra, centinaia di migliaia di civili sono stati sfollati con la forza, sono stati assassinati o hanno subito violenze sessuali e di genere, detenzioni di massa arbitrarie, saccheggi, rapimenti, la privazione dell'assistenza umanitaria e dei servizi di base, il furto degli aiuti e il dirottamento degli stessi ai soldati;

G. considerando che, nel Tigray, un bambino su tre di età inferiore ai cinque anni e la metà di tutte le donne incinte e in periodo di allattamento sono malnutriti; che in Etiopia necessitano di assistenza umanitaria circa 20 milioni di persone, quasi tre quarti delle quali sono donne e bambini; che l'Etiopia sta sperimentando la peggiore siccità mai registrata dal 1981 e che, secondo le stime, 7,4 milioni di persone si trovano ad affrontare una grave insicurezza alimentare;

H. considerando che la percentuale di bambini nel Tigray che ricevono vaccinazioni di routine è crollata per via delle carenze di approvvigionamenti causate dal blocco imposto dalle forze etiopi; che malattie mortali come il morbillo, il tetano e la pertosse sono in aumento;

I. considerando che complessivamente 1,39 milioni di bambini nel Tigray perdono l'opportunità di avere un'istruzione a causa della guerra civile in Etiopia; che il settore dell'istruzione nel Tigray è stato danneggiato in modo permanente dal numero di morti e dal livello di distruzione all'interno del sistema scolastico; che nel settore dell'istruzione sono stati uccisi 346 uomini e 1 798 donne, per un totale di 2 164 persone, compresi gli studenti;

J. considerando che, sin dall'inizio del conflitto, l'accesso delle organizzazioni umanitarie alle zone di conflitto è stato sistematicamente ostacolato, nonostante i ripetuti appelli da parte della comunità internazionale e delle organizzazioni umanitarie a garantire un accesso sicuro, continuo e senza ostacoli per le parti interessate; che gli operatori umanitari sono bersaglio di violenze da parte di tutte le parti coinvolte nel conflitto; che almeno 23 operatori umanitari sono stati uccisi dall'inizio del conflitto;

K. considerando che l'accesso alle informazioni in tempo reale è stato gravemente ostacolato dalle restrizioni imposte dal governo, che fra l'altro ha interrotto le comunicazioni e impedito la copertura degli eventi nel Tigray, nonché nelle regioni di Afar e Amhara, dove il conflitto si è diffuso; che tali interruzioni delle comunicazioni e limitazioni dell'accesso fisico per gli osservatori indipendenti alle zone interessate dal conflitto hanno gravemente ostacolato la documentazione delle violazioni dei diritti umani;

L. considerando che il 19 settembre la commissione internazionale di esperti in materia di diritti umani sull'Etiopia delle Nazioni Unite ha pubblicato una relazione nella quale si conclude che sussistono ragionevoli motivi per ritenere che le parti del conflitto abbiano commesso crimini di guerra e violazioni e abusi dei diritti umani;

M. considerando che l'Eritrea ha svolto un ruolo devastante in tale conflitto e ha contribuito ad aggravarlo entrando nel conflitto del Tigray; che dalla fine di settembre i media hanno diffuso notizie su una nuova incursione nel Tigray settentrionale;

N. considerando che a settembre il Fronte popolare di liberazione del Tigray e il governo etiope hanno espresso il loro impegno a favore di un processo di pace guidato dall'Unione africana;

1. rinnova il suo appello urgente per una cessazione delle ostilità e un cessate il fuoco immediati e senza precondizioni nel Tigray e nelle regioni limitrofe;

2. chiede un accesso umanitario immediato, completo, sicuro e costante a tutte le persone colpite dal conflitto nella regione;

3. chiede un immediato ritorno all'ordine costituzionale e l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco; esprime il suo sostegno a tutti gli sforzi diplomatici volti a porre fine al conflitto in corso in Etiopia, in particolare tramite la mediazione dell'Unione africana (UA);

4. condanna fermamente gli attacchi deliberati contro i civili a opera di tutte le parti belligeranti e il presunto reclutamento di bambini da parte di alcune forze belligeranti; ricorda che gli attacchi deliberati contro i civili, gli attacchi contro i bambini nonché il reclutamento e l'impiego di bambini soldato costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità;

5. condanna l'invasione del Tigray da parte delle forze eritree; condanna i crimini di guerra e le violazioni dei diritti umani commessi dalle forze eritree durante la guerra in Etiopia; esorta il governo dell'Eritrea a ritirare le sue forze dall'Etiopia con effetto immediato e permanente e a garantire l'accertamento delle responsabilità per i crimini di guerra commessi;

6. invita tutte le autorità dell'Etiopia, in particolare il governo federale e i governi regionali di Tigray, Amhara e Afar, a rispettare le norme più rigorose in materia di diritti umani, ad affrontare in via prioritaria gli atroci crimini di guerra commessi nei confronti dei più vulnerabili, segnatamente donne e bambini, e a tutelare i giovani conformemente alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza;

7. esprime sgomento per le denunce di stupri e altri reati di violenza sessuale ai danni di minori, donne e uomini perpetrati in misura sconcertante da tutti i belligeranti; manifesta profonda preoccupazione per le segnalazioni di uccisioni e menomazioni di bambini delle regioni di Tigray, Amhara e Afar per motivi etnici, atti che costituiscono crimini di guerra e pulizia etnica, e chiede che si presti immediatamente attenzione a tali segnalazioni;

8. ribadisce il suo invito alle forze di tutte le parti a rispettare il diritto internazionale dei diritti umani, il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei rifugiati; invita il governo federale dell'Etiopia e il governo regionale del Tigray a garantire che gli autori dei crimini di guerra commessi durante il conflitto in corso siano chiamati a rispondere delle loro azioni;  insiste sulla necessità di instaurare una cooperazione tra gli attori locali e internazionali, in particolare la commissione etiope per i diritti umani e il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC), al fine di garantire mezzi di ricorso ai sopravvissuti e alle vittime di ogni forma di crimini di guerra e crimini contro l'umanità;

9. chiede che tutte le ragazze e le donne in Etiopia abbiano accesso alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti; esorta l'UE e gli Stati membri ad aumentare il sostegno ai servizi connessi alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, segnatamente la contraccezione e l'accesso all'aborto sicuro, prestando particolare attenzione a garantire l'accesso a tali servizi nelle regioni dell'Etiopia colpite dalla guerra e da una catastrofe umanitaria; invita il governo etiope a rispettare il suo impegno a indagare sui numerosi casi gravi di violenza di genere commessi da tutte le parti belligeranti durante il conflitto;

10. esprime preoccupazione per le segnalazioni che riferiscono un aumento dei matrimoni infantili e del lavoro minorile, della tratta di esseri umani e dei rapporti sessuali come merce di scambio quali mezzi di sopravvivenza disperati nelle regioni dell'Etiopia colpite dalla guerra e da una catastrofe umanitaria;

11. chiede l'adozione di misure contro il rapimento, la tratta e lo sfruttamento sessuale dei rifugiati e degli sfollati interni nel Tigray, nelle regioni di Amhara e Afar e in Eritrea, e la fornitura di assistenza e protezione a tutte le vittime, senza operare discriminazioni fondate sulla razza o l'etnia, la nazionalità, la disabilità, l'età, il genere o l'orientamento sessuale;

12. esorta l'UE e i suoi Stati membri ad aumentare il sostegno ai centri di riabilitazione di emergenza per donne e bambini, compresi i bambini nati in seguito a uno stupro, che proteggono e riabilitano le persone sopravvissute alla violenza di genere, alla tratta di esseri umani e allo sfruttamento sessuale; sottolinea l'importanza di offrire alloggio, servizi psicosociali e una formazione professionale alle persone sopravvissute e chiede maggiore sostegno per i rifugi esistenti;

13. ricorda che le esecuzioni extragiudiziali, le sparizioni forzate, le detenzioni arbitrarie, gli atti di tortura e i maltrattamenti, gli sfollamenti forzati, la violenza sessuale e di genere, gli stupri e gli stupri di gruppo, gli attacchi agli operatori umanitari, gli attacchi a infrastrutture civili quali scuole e ospedali, nonché la distruzione e il saccheggio di beni pubblici e privati costituiscono crimini di guerra a norma del diritto internazionale;

14. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere iniziative nazionali di accertamento delle responsabilità basate esclusivamente su parametri di riferimento chiari, trasparenti, efficaci e misurabili che garantiscano una giustizia indipendente e imparziale e l'accertamento delle responsabilità per le vittime e i sopravvissuti;

15. condanna fermamente la riduzione alla fame come tattica bellica; rammenta che l'ostruzione alla fornitura di alimenti e assistenza sanitaria e la negazione di tali servizi costituiscono crimini contro l'umanità; ricorda che l'assistenza e gli aiuti umanitari si basano sui principi di umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza;

16. ribadisce il suo invito a ripristinare pienamente i servizi pubblici di base, quali le infrastrutture dell'energia elettrica, i servizi bancari, le scuole e gli ospedali, nonché a revocare immediatamente le restrizioni delle telecomunicazioni nel Tigray;

17. invita le autorità nazionali e regionali a garantire che gli sfollati interni e i rifugiati abbiano il diritto di ritornare in sicurezza alle loro case o ai loro luoghi di residenza su base volontaria e a istituire un meccanismo equo, accessibile e indipendente per risarcire le perdite o i danni relativi agli alloggi, alle proprietà e ai terreni; esorta l'UE e i suoi Stati membri ad assistere e sostenere l'organizzazione e il monitoraggio dei rimpatri;

18. condanna fermamente il fatto che lo stato di emergenza abbia portato ad arresti, vessazioni e percosse di matrice etnica e ad attacchi contro giornalisti; chiede il rilascio immediato di tutti i giornalisti che rimangono in detenzione arbitraria e la garanzia della libertà di espressione e di parola; invita le parti belligeranti a garantire il libero accesso alla stampa e a consentire ai giornalisti di svolgere il loro lavoro in condizioni di sicurezza;

19. esprime preoccupazione per la sicurezza e il benessere degli operatori umanitari indipendenti nella regione; condanna fermamente tutti gli attacchi contro gli operatori umanitari e le infrastrutture critiche e i continui sequestri di forniture umanitarie delle Nazioni Unite;

20. ribadisce il suo invito al governo etiope a firmare e ratificare lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale; sottolinea la necessità di un meccanismo indipendente e imparziale per affrontare le violazioni in corso e l'assunzione di responsabilità;

21. invita tutte le parti belligeranti a porre immediatamente fine alle ostilità e a raggiungere un accordo formale di cessate il fuoco senza precondizioni; ribadisce il suo invito a favore di un dialogo nazionale che deve essere il più inclusivo, ampio e trasparente possibile, con la partecipazione di rappresentanti della società civile e dei partiti di opposizione, al fine di conseguire l'obiettivo di essere un vero catalizzatore della riconciliazione; esorta l'UE e i suoi Stati membri a impegnarsi pienamente nel processo di pace al fine di garantire i suoi progressi credibili;

22. prende atto di alcuni sviluppi positivi nel paese, quali la tregua umanitaria del 24 marzo 2022 e il rilascio di alcuni prigionieri politici, un maggiore accesso umanitario durante la tregua e, in particolare, le dichiarazioni pubbliche del governo etiope e della leadership tigrina intese a impegnarsi a favore di colloqui di pace guidati dall'UA;

23. accoglie con favore il rinnovo del mandato di Olusegun Obasanjo quale alto rappresentante dell'UA per il Corno d'Africa; si attende ulteriori azioni a seguito delle dichiarazioni sulla nomina anticipata di un trio di mediatori di alto livello dell'UA al fine di dare priorità a un accordo su un cessate il fuoco permanente, a un accesso umanitario senza restrizioni a tutte le zone e al ritiro immediato delle forze eritree, agevolando l'assunzione di responsabilità e la riconciliazione interna; chiede che i mediatori siano nominati senza indugio;

24. ribadisce il suo invito all'UE e ai suoi Stati membri ad adottare misure per proteggere i diritti umani e ad adottare sanzioni nei confronti degli autori di violazioni dei diritti umani attraverso il regime globale di sanzioni in materia di diritti umani;

25. sostiene il rinvio, da parte della Commissione, degli esborsi del sostegno al bilancio a favore del governo etiope dal dicembre 2020; invita la Commissione a proseguire il suo sostegno salvavita a favore della regione destinato alla società civile e alle organizzazioni umanitarie indipendenti e a intensificare gli sforzi per garantire la sicurezza dei bambini; invita la Commissione a riconsiderare la sua limitazione del sostegno al bilancio alle misure di esecuzione, al fine di consentire la prosecuzione dell'attuazione dei progetti di sviluppo al di fuori della zona di conflitto;

26. esprime profondo rammarico per il fatto che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non sia riuscito ad affrontare in modo efficace la situazione in Etiopia e nella regione; esorta l'UE e i suoi Stati membri a invitare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a tenere riunioni pubbliche periodiche sull'Etiopia e la regione e a intraprendere azioni significative e decisive per garantire un accesso umanitario senza ostacoli, consentire la protezione dei civili, porre fine alle gravi violazioni del diritto internazionale e condannarle e garantire che i responsabili delle atrocità siano chiamati a risponderne;

27. ricorda che nella sua risoluzione S-33/1 sulla situazione dei diritti umani in Etiopia, adottata il 17 dicembre 2021, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha deciso di istituire una commissione internazionale di esperti in materia di diritti umani sull'Etiopia (ICHREE); esorta l'UE e i suoi Stati membri a sostenere l'assegnazione di finanziamenti adeguati da parte delle Nazioni Unite all'ICHREE e invita il governo federale etiope ad agevolare il libero accesso dell'ICHREE; invita il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a rinnovare il mandato dell'ICHREE e a fornirgli tempo sufficiente, nonché l'assistenza tecnica e le risorse di bilancio necessarie per svolgere il suo mandato senza limitarne la portata temporale o geografica;

28. prende atto delle conclusioni della relazione della commissione internazionale di esperti in materia di diritti umani sull'Etiopia del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (A/HRC/51/46) del 19 settembre 2022, che documenta gli episodi di crimini di guerra; invita la Commissione a valutare e utilizzare le conclusioni e le raccomandazioni e invita le autorità etiopi a riconoscere tali risultati in uno sforzo volto a ripristinare la protezione dei diritti umani e ad adoperarsi per il risarcimento delle vittime di crimini di guerra; invita inoltre tutte le parti coinvolte nel conflitto ad approvare le raccomandazioni dell'indagine congiunta del responsabile dei diritti umani delle Nazioni Unite e della commissione etiope per i diritti umani;

29. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al governo federale e alla Camera della Federazione dell'Etiopia, alle autorità tigrine, al governo dello Stato di Eritrea, ai governi dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo, all'Unione africana e ai suoi Stati membri, al parlamento panafricano e all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE.

Ultimo aggiornamento: 5 ottobre 2022
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