PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla repressione della libertà dei media in Myanmar/Birmania, in particolare i casi di Htet Htet Khine, Sithu Aung Myint e Nyein Nyein Aye
5.10.2022 - (2022/2857(RSP))
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B9‑0431/2022 (Verts/ALE)
B9‑0447/2022 (S&D)
B9‑0448/2022 (Renew)
B9‑0456/2022 (PPE)
B9‑0457/2022 (ECR)
Željana Zovko, Loránt Vincze, Isabel Wiseler‑Lima, David McAllister, Peter Pollák, Janina Ochojska, Stanislav Polčák, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Miriam Lexmann, Tomáš Zdechovský, Adam Jarubas, Inese Vaidere, Michaela Šojdrová, Seán Kelly, Andrey Kovatchev, David Lega, Vangelis Meimarakis, Antonio López‑Istúriz White, Paulo Rangel, Tom Vandenkendelaere, José Manuel Fernandes, Christian Sagartz, Ivan Štefanec, Magdalena Adamowicz, Luděk Niedermayer, Stelios Kympouropoulos, Krzysztof Hetman, Michael Gahler, Vladimír Bilčík, Sandra Kalniete, Traian Băsescu, Loucas Fourlas
a nome del gruppo PPE
Pedro Marques, Andrea Cozzolino, Karsten Lucke, Marianne Vind
a nome del gruppo S&D
Georgios Kyrtsos, Petras Auštrevičius, Nicola Beer, Izaskun Bilbao Barandica, Dita Charanzová, Olivier Chastel, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Svenja Hahn, Moritz Körner, Ilhan Kyuchyuk, Nathalie Loiseau, Karen Melchior, Urmas Paet, Dragoş Pîslaru, Frédérique Ries, María Soraya Rodríguez Ramos, Michal Šimečka, Nicolae Ştefănuță, Ramona Strugariu, Dragoş Tudorache, Hilde Vautmans
a nome del gruppo Renew
Heidi Hautala
a nome del gruppo Verts/ALE
Raffaele Fitto, Anna Fotyga, Karol Karski, Witold Jan Waszczykowski, Joachim Stanisław Brudziński, Alexandr Vondra, Elżbieta Kruk, Adam Bielan, Ryszard Czarnecki, Elżbieta Rafalska, Bogdan Rzońca, Angel Dzhambazki, Assita Kanko, Beata Kempa, Patryk Jaki, Tomasz Piotr Poręba
a nome del gruppo ECR
Fabio Massimo Castaldo
Risoluzione del Parlamento europeo sulla repressione della libertà dei media in Myanmar/Birmania, in particolare i casi di Htet Htet Khine, Sithu Aung Myint e Nyein Nyein Aye
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Myanmar/Birmania,
– vista la decisione (PESC) 2022/243 del Consiglio, del 21 febbraio 2022, che modifica la decisione 2013/184/PESC concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Myanmar/Birmania, che impone un quarto ciclo di sanzioni in considerazione della persistente grave situazione e che intensifica le violazioni dei diritti umani in Myanmar/Birmania[1],
– visto l'articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, che sancisce il diritto alla libertà di espressione e di informazione,
– visto l'aggiornamento orale del 26 settembre 2022 dell'Alto Commissario f.f. delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani in Myanmar/Birmania rivolto al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani,
– vista la dichiarazione rilasciata il 29 settembre 2022 dal portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna sull'ultima condanna a carico della Consigliera di Stato, Daw Aung San Suu Kyi,
– vista la sezione 505, lettera a), del codice penale del Myanmar/Birmania,
– visto il consenso in cinque punti dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico, del 24 aprile 2021,
– visto l'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,
– visto il patto internazionale sui diritti civili e politici, del 1966, riguardo alla libertà di opinione e di espressione,
– visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che il 1º febbraio 2021 la giunta militare del Myanmar/Birmania, conosciuta come Tatmadaw, ha preso il potere illegalmente e ha destituito con la forza le autorità legittime;
B. considerando che nell'agosto 2021 il comandante in capo della giunta militare, Min Aung Hlaing, si è autoproclamato Primo ministro e ha annunciato la proroga dello stato di emergenza fino ad agosto 2023;
C. considerando che il legittimo Presidente, Win Myint, e la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi sono detenuti dal colpo di Stato militare sulla base di una serie di accuse prive di fondamento e di matrice politica, e sono già stati condannati a diversi anni di carcere e campi di lavoro; che, se condannata per tutte le 11 accuse a suo carico, alla Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi potrebbe essere inflitta una pena per un massimo di 102 anni di reclusione;
D. considerando che, dal colpo di Stato del 1º febbraio 2021, oltre 15 500 persone sono state arrestate e più di 2 300 uccise dalla giunta, tra cui almeno 188 bambini;
E. considerando che, a seguito del colpo di Stato militare, il regime militare ha continuato a minare la libertà dei media e a violare i diritti umani dei giornalisti nel paese; che il Myanmar/Birmania si colloca al 176° posto su 180 paesi nell'indice 2022 sulla libertà di stampa nel mondo, redatto da Reporter senza frontiere; che le autorità militari del Myanmar/Birmania stanno limitando l'accesso ai social media, a internet e ad altre fonti di informazione indipendenti;
F. considerando che il 14 febbraio 2021 il Tatmadaw ha introdotto modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, che sono diventate le principali fonti giuridiche utilizzate per incriminare giornalisti, leader studenteschi, funzionari e altre persone che si oppongono al regime militare; che l'esercito utilizza, tra l'altro, la sezione 505, lettera a), di recente introduzione, del codice penale, che vieta di provocare paura nella popolazione, diffondere notizie false e incitare funzionari del governo alla ribellione – tutti reati punibili con la reclusione fino a tre anni –, per incriminare, tra gli altri, i giornalisti; che i tribunali militari del Myanmar/Birmania celebrano processi a porte chiuse;
G. considerando che, a partire dal colpo di Stato del 2021, la giunta ha cacciato dal Myanmar, o costretto a lasciare il paese, taluni media per aver pubblicato informazioni sulle azioni dell'esercito; che molti dei media vietati hanno svolto un ruolo fondamentale per informare sulla situazione in Myanmar/Birmania; che la popolazione del Myanmar/Birmania e coloro che sono fuggiti all'estero fanno grande affidamento su tali media;
H. considerando che sono stati uccisi almeno quattro giornalisti, tra cui i fotografi Soe Naing e Aye Kyaw, entrambi morti durante la detenzione dopo essere stati presumibilmente torturati, e l'editore locale Pu Tuidim, che sarebbe stato sommariamente giustiziato dall'esercito dopo essere stato usato come scudo umano; che vi sono state numerose segnalazioni di torture e abusi;
I. considerando che un'ondata di arresti di giornalisti è seguita al colpo di Stato del febbraio 2021; che almeno 140 giornalisti sono stati arrestati, 53 operatori dei media sono attualmente detenuti nelle carceri del Myanmar/Birmania e circa 25 giornalisti sono stati condannati da quando è avvenuto il colpo di Stato militare; che il Myanmar/Birmania occupa il secondo posto al mondo per numero di giornalisti imprigionati;
J. considerando che i giornalisti Htet Htet Khine e Sithu Aung Myint sono stati arrestati nell'agosto 2021, sei mesi dopo il colpo di Stato;
K. considerando che il 27 settembre 2022 il giornalista freelance di BBC Media Action Htet Htet Khine è stato condannato a tre anni di carcere con lavori forzati; che nei confronti di Htet Htet Khine era già stata emessa, il 15 settembre 2022, una prima condanna a tre anni con lavori forzati per presunta violazione della sezione 505, lettera a), del codice penale, che qualifica come reato l'istigazione e la diffusione di notizie false;
L. considerando che Sithu Aung Myint è ancora in attesa di processo con l'accusa di "istigazione" e "sedizione" per aver scritto articoli critici nei confronti dell'esercito del Myanmar/Birmania, e può andare incontro a una pena cumulativa di 23 anni di reclusione; che le condizioni di salute di Sithu Aung Myint sono peggiorate e le autorità penitenziarie gli negano l'assistenza medica;
M. considerando che il 14 luglio 2022 Nyein Nyein Aye, un freelancer noto anche con lo pseudonimo di Mabel, è stato condannato da un tribunale militare all'interno della prigione di Yangon Insein; che Nyein Nyein Aye è stato condannato a tre anni di reclusione con l'accusa di "aver provocato paura nella popolazione, diffuso notizie false e istigato funzionari governativi a commettere reati" ai sensi della sezione 505, lettera a), del codice penale; che Nyein Nyein Aye è il 24º giornalista nei cui confronti è stata emessa una pena detentiva da quando è avvenuto il colpo di Stato del 2021;
N. considerando che il 1º agosto 2022 il freelancer Maung Maung Myo è stato condannato a sei anni di reclusione con l'accusa di terrorismo per il presunto possesso di immagini e interviste con membri della "Forza di difesa popolare", un insieme di gruppi insorti che stanno combattendo il governo militare del Myanmar/Birmania;
O. considerando che il 7 luglio 2022 un tribunale ha condannato Aung San Lin, giornalista della Voce democratica della Birmania, a sei anni di carcere con lavoro duro per istigazione e diffusione di "notizie false", dopo aver pubblicato una relazione secondo cui le forze militari avrebbero commesso attacchi incendiari dolosi nella città di Wetlet contro le abitazioni di tre sostenitori della Lega nazionale per la democrazia, rovesciata dal colpo di Stato;
P. considerando che in luglio il regime militare del Myanmar/Birmania ha ripristinato la pena di morte per giustiziare l'ex deputato al parlamento Phyo Zeya Thaw, l'attivista di spicco Kyaw Min Yu, comunemente noto come "Ko Jimmy", nonché Aung Thura Zaw e Hla Myo Aung; che il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha condannato fermamente "queste esecuzioni per motivi politici, che rappresentano un ulteriore passo avanti verso il completo smantellamento dello Stato di diritto e un'ulteriore palese violazione dei diritti umani in Myanmar/Birmania";
Q. considerando che le condizioni di detenzione, in cui sono state documentate percosse e violenze di genere, rappresentano una grave aspetto preoccupante per la sicurezza e il benessere delle persone detenute;
R. considerando che l'esercito sta conducendo una guerra contro le minoranze etniche, uccidendo un gran numero di civili e costringendo milioni di persone a fuggire per cercare rifugio; che gli elicotteri militari hanno recentemente aperto il fuoco contro una scuola elementare nella regione di Sagaing, uccidendo almeno sei adulti e sette bambini; che, secondo una recente dichiarazione dell'esperto indipendente in materia di diritti umani nominato dalle Nazioni Unite Tom Andrews, le condizioni sono peggiorate fino a diventate orribili per un numero imprecisato di persone innocenti in Myanmar/Birmania;
S. considerando che la giunta del Myanmar/Birmania si rifiuta di svolgere indagini serie in merito alle violazioni dei diritti umani contro i rohingya e di chiamare i responsabili a rispondere di tali atti; che i più alti esponenti militari che hanno sovrinteso agli attacchi contro la popolazione rohingya sono ancora al loro posto; che le autorità si rifiutano di cooperare con i meccanismi delle Nazioni Unite; che l'impunità è profondamente radicata nel sistema politico e giuridico del Myanmar/Birmania;
T. considerando che la Russia e la Cina hanno compiuto numerosi sforzi politici, militari ed economici volti a legittimare la giunta; che la Russia e la giunta militare del Myanmar/Birmania hanno recentemente firmato una tabella di marcia per la cooperazione sull'uso pacifico dell'energia nucleare per il periodo 2022-2023; che sia Mosca che Pechino hanno legami con le forze armate del Myanmar/Birmania, in quanto sono i principali fornitori di armi nel paese; che entrambi i paesi hanno ripetutamente bloccato i tentativi del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di trovare un accordo in merito alle dichiarazioni sulla situazione in Myanmar/Birmania;
U. considerando che il 24 aprile 2021 la giunta militare ha concordato con i leader dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) un consenso in cinque punti il cui primo passo è stato la fine immediata della violenza nel paese;
1. condanna fermamente il regime violento e illegittimo della giunta militare in Myanmar/Birmania e i suoi tentativi di erodere il forte attaccamento del popolo del Myanmar/Birmania alla democrazia, dal momento che si basa su un colpo di Stato illegale contro il governo civile e ha portato a una situazione umanitaria particolarmente allarmante e a una crisi dei diritti umani nel paese, caratterizzata da una diffusa impunità; condanna fermamente tutti i tipi di persecuzione dei giornalisti indipendenti;
2. chiede la cessazione immediata dello stato di emergenza illegale nel paese, il ripristino del governo civile, il ritorno alla democrazia e la rapida apertura del parlamento con la partecipazione di tutti i suoi rappresentanti eletti; sostiene gli sforzi del governo di unità nazionale (NUG) per progredire verso un futuro pacifico e democratico;
3. invita la giunta militare a rilasciare incondizionatamente il presidente Win Myint, la consigliera di Stato Aung San Suu Kyi e tutti gli altri arrestati sulla base di accuse infondate, a cedere il potere alle autorità legittime, a rispettare lo Stato di diritto e la libertà dei media e a porre immediatamente fine agli attacchi militari, alle incursioni aeree e alle violenze contro la popolazione del Myanmar/Birmania;
4. chiede con insistenza alla giunta militare di archiviare tutte le accuse di matrice politica contro membri della stampa e operatori dei media e a rilasciare incondizionatamente tutti i giornalisti detenuti ingiustamente, tra cui Htet Htet Khine, Sithu Aung Myint, Nyein Nyein Aye, Maung Maung Myo, Thurin Kyaw, Hanthar Nyein, Than Htike Aung, Ye Yint Tun, Tu Tu Tha, Soe Yarzar Tun e Aung San Lin; invita la giunta a fornire le necessarie cure mediche a Sithu Aung Myint, il cui stato di salute è motivo di grande preoccupazione;
5. esorta la giunta militare a porre immediatamente fine agli abusi, tra cui arresti e detenzioni arbitrari, torture, violenze sessuali e altri maltrattamenti, nonché ai processi iniqui contro giornalisti e operatori dei media; sottolinea che gli avvocati, i difensori dei diritti umani e i familiari dovrebbero avere un accesso effettivo alle persone detenute; sottolinea che qualsiasi decesso durante la detenzione dovrebbe essere immediatamente segnalato alla famiglia, che dovrebbe essere fornita un'adeguata documentazione, che andrebbe restituito il corpo e che i responsabili degli abusi dovrebbero essere tenuti a rispondere delle loro azioni; chiede che siano condotte indagini internazionali indipendenti su tutte le accuse di tortura e maltrattamenti e che i responsabili siano chiamati a rispondere dei loro atti; evidenzia che le presunte informazioni estorte mediante tortura o maltrattamenti non devono mai essere ammissibili come prove in un procedimento giudiziario;
6. insiste sul fatto che la libertà dei media è essenziale per l'efficace funzionamento di società libere e democratiche ed è essenziale per la protezione di tutti gli altri diritti umani e libertà fondamentali; afferma che i giornalisti hanno bisogno di un ambiente sicuro in cui svolgere il loro lavoro indipendente;
7. invita il NUG a esprimere chiaramente la sua posizione sullo status dei rohingya, in particolare per quanto riguarda il loro diritto alla cittadinanza e la parità di riconoscimento come gruppo etnico del Myanmar/Birmania e il diritto di ritornare nel paese;
8. invita la Commissione e gli Stati membri a continuare a sostenere il lavoro dei difensori dei diritti umani in Myanmar/Birmania; invita la delegazione dell'UE in Myanmar/Birmania e le ambasciate degli Stati membri a monitorare attentamente i casi di giornalisti, nonché leader politici e altre persone, che sono attualmente detenuti e imprigionati; incoraggia i rappresentanti della delegazione dell'UE e degli Stati membri in Myanmar/Birmania ad assistere ai processi di giornalisti, operatori dei media, blogger e difensori dei diritti umani nel paese ogniqualvolta sia consentito l'accesso; chiede alle missioni diplomatiche e ai donatori internazionali di offrire sostegno ed eventualmente protezione ai difensori dei diritti umani e agli operatori dei media a rischio di persecuzione, anche offrendo un rifugio sicuro presso le ambasciate e rilasciando visti d'emergenza a quanti hanno bisogno di protezione;
9. invita la Commissione a dimostrare che il regime "Tutto tranne le armi" non avvantaggia in alcun modo la giunta o altrimenti a ritirarsi temporaneamente da questo meccanismo;
10. chiede all'UE e ai suoi Stati membri di intensificare gli aiuti internazionali, i progetti di sviluppo o l'assistenza finanziaria a favore del Myanmar/Birmania e di garantire che non vadano a vantaggio dell'esercito o contribuiscano a ulteriori violazioni dei diritti umani; sollecita la fornitura di aiuti umanitari transfrontalieri e un sostegno diretto alle organizzazioni locali della società civile, in particolare le organizzazioni etniche;
11. si compiace delle sanzioni imposte dal Consiglio ai membri del Tatmadaw e alle loro imprese; invita il VP/AR, gli Stati membri e la Commissione a introdurre ulteriori sanzioni mirate nei confronti dei responsabili delle più gravi violazioni dei diritti umani nel paese; invita il Consiglio a inserire nell'elenco delle sanzioni i trafficanti di armi Naing Htut Aung, Aung Hlaing Oo e Sit Taing Aung per il ruolo da essi svolto nella fornitura di armi e attrezzature al regime militare; invita la Commissione a prendere in considerazione tutte le sanzioni necessarie nei confronti del regime del Myanmar/Birmania; chiede che siano adottate le misure necessarie per garantire che tali sanzioni non si ripercuotano negativamente sui lavoratori e sulla popolazione in generale;
12. esprime preoccupazione per le deroghe alle sanzioni che consentono agli operatori di concludere transazioni finanziarie con la Myanma Oil and Gas Enterprise; chiede un migliore coordinamento internazionale delle sanzioni, anche con i partner regionali;
13. esorta il Consiglio a inserire il Consiglio di amministrazione dello Stato quale entità, oltre ai suoi singoli membri, nell'elenco delle persone fisiche e giuridiche, delle entità o degli organismi soggetti a misure restrittive, onde garantire che tutte le entità sotto il suo controllo siano incluse in tale designazione e che siano vietati i flussi finanziari dall'Unione europea a loro vantaggio;
14. invita gli Stati membri e i paesi associati a mantenere l'embargo che sospende la fornitura, la vendita e il trasferimento diretti o indiretti, compresi il transito, la spedizione e l'intermediazione, di tutte le armi, le munizioni e le altre attrezzature e i sistemi militari, di sicurezza e di sorveglianza, nonché la fornitura di addestramento, la manutenzione o altre forme di assistenza militare e di sicurezza; ritiene necessario che la Corte penale internazionale conduca ulteriori indagini sulla situazione;
15. esorta l'UE e i suoi Stati membri a esercitare maggiori pressioni sul Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché negozi un solido progetto di risoluzione che introduca un embargo globale sugli armamenti nei confronti del Myanmar/Birmania;
16. incoraggia il relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Myanmar/Birmania a continuare ad affrontare la persecuzione dei giornalisti e ad adoperarsi per porre fine a questa preoccupante tendenza; invita le Nazioni Unite a includere le violazioni della libertà dei media nell'ambito del meccanismo investigativo indipendente per il Myanmar/Birmania e a promuovere qualsiasi iniziativa volta a sanzionare il regime militare e ad assicurare alla giustizia i responsabili delle spaventose violazioni dei diritti umani che si stanno consumando nel paese;
17. invita l'UE e i suoi Stati membri a esplorare tutti i canali giudiziari e l'assunzione di responsabilità per i gravi crimini internazionali commessi dalle forze di sicurezza, compresi i crimini contro l'umanità a seguito del colpo di Stato, nonché i crimini contro l'umanità, i crimini di guerra e gli atti di genocidio commessi a Rakhine e in altre regioni etniche nel corso di decenni, promuovendo il rinvio della situazione da parte del Consiglio di sicurezza alla Corte penale internazionale;
18. deplora l'esecuzione dei membri dell'opposizione e ribadisce la sua ferma condanna della pena di morte;
19. esorta vivamente la giunta militare ad abrogare qualsiasi legislazione che possa mettere a repentaglio la libertà dei media e a smettere di ostacolare il diritto dei cittadini birmani alla libertà di espressione, sia online che offline, tra cui rientra la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni;
20. osserva che il consenso in cinque punti non ha portato ad alcun risultato e invita l'ASEAN a riconoscere che la giunta di Min Aung Hlaing non è un partner affidabile; esorta l'ASEAN e i suoi membri a negoziare un nuovo accordo sulla crisi in Myanmar/Birmania con il NUG e a dotarlo di meccanismi di applicazione, in vista di una risoluzione sostenibile e democratica della crisi in futuro;
21. condanna la Russia e la Cina per aver fornito sostegno politico, economico e militare alla giunta del Myanmar/Birmania;
22. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al presidente ad interim Duwa Lashi La e al governo di unità nazionale del Myanmar/Birmania, al comitato di rappresentanza della Pyidaungsu Hluttaw, alla Consigliera di Stato del Myanmar/Birmania, al Tatmadaw, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione, al Consiglio, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, agli Stati membri dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico, al Segretario generale dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico, alla commissione intergovernativa dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico sui diritti umani e al Segretario generale delle Nazioni Unite.
- [1] GU L 40 del 21.2.2022, pag. 28.