PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla repressione delle manifestazioni pacifiche in Ciad da parte della giunta militare
14.12.2022 - (2022/2993(RSP))
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B9‑0575/2022 (Verts/ALE)
B9‑0576/2022 (Renew)
B9‑0577/2022 (S&D)
B9‑0579/2022 (ECR)
Pedro Marques, Hannes Heide
a nome del gruppo S&D
Javier Nart, Petras Auštrevičius, Izaskun Bilbao Barandica, Dita Charanzová, Olivier Chastel, Katalin Cseh, Svenja Hahn, Karin Karlsbro, Ilhan Kyuchyuk, Karen Melchior, Dragoş Pîslaru, Frédérique Ries, Nicolae Ştefănuță, Ramona Strugariu, Dragoş Tudorache, Hilde Vautmans
a nome del gruppo Renew
Pierrette Herzberger‑Fofana
a nome del gruppo Verts/ALE
Angel Dzhambazki, Karol Karski, Assita Kanko, Joachim Stanisław Brudziński, Adam Bielan, Dominik Tarczyński, Valdemar Tomaševski, Witold Jan Waszczykowski, Carlo Fidanza, Bogdan Rzońca, Elżbieta Rafalska, Ryszard Czarnecki
a nome del gruppo ECR
Fabio Massimo Castaldo
Risoluzione del Parlamento europeo sulla repressione delle manifestazioni pacifiche in Ciad da parte della giunta militare
Il Parlamento europeo,
– viste le sue risoluzioni del 20 maggio 2021 sulla situazione in Ciad[1] e del 16 settembre 2020 sulla cooperazione UE-Africa in materia di sicurezza nella regione del Sahel, in Africa occidentale e nel Corno d'Africa[2],
– vista la dichiarazione rilasciata dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza il 20 aprile 2021 sulla morte del Presidente Idriss Déby Itno,
– vista la dichiarazione rilasciata il 19 ottobre 2022 dalla delegazione dell'Unione europea in Ciad,
– vista la dichiarazione rilasciata dal portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite il 20 aprile 2021 sul Ciad,
– vista la relazione della missione conoscitiva del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana in Ciad, che si è svolta dal 29 aprile al 6 maggio 2021,
– vista la task force comune multinazionale (MNJTF) contro Boko Haram, istituita su incarico del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana e sostenuta dal Fondo dell'UE per la pace in Africa,
– vista la risoluzione 2359 (2017) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sullo spiegamento della forza congiunta dei paesi del G5 Sahel (FC-G5S),
– vista la dichiarazione comune rilasciata dai membri del Consiglio europeo e dagli Stati membri del G5 Sahel il 28 aprile 2020, sulla sicurezza, la stabilità e lo sviluppo del Sahel,
– viste le conclusioni del Consiglio del 16 aprile 2021 sulla strategia integrata dell'Unione europea nel Sahel, che hanno ribadito l'importanza di un partenariato solido e a lungo termine tra l'UE e il Sahel,
– visto il programma indicativo nazionale 2014-2020 per il Ciad del Fondo europeo di sviluppo,
– vista la Costituzione del Ciad,
– visto l'accordo di partenariato tra i membri del gruppo di Stati dell'Africa, dei Carabi e del Pacifico (ACP), da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000[3] (accordo di Cotonou),
– vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, adottata il 27 giugno 1981 ed entrata in vigore il 21 ottobre 1986,
– vista la Carta africana per la democrazia, le elezioni e la governance, adottata il 30 gennaio 2007,
– vista la Carta di transizione riveduta del Ciad,
– visto l'Indice globale del terrorismo 2019,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,
– visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che, dopo la morte dell'ex Presidente Idriss Déby Itno nell'aprile 2021, il Ciad è stato guidato dal figlio Mahamat Idriss Déby Itno; che il Consiglio militare di transizione (CMT) aveva precedentemente sospeso la Costituzione e sciolto il governo e l'Assemblea nazionale;
B. considerando che il CMT si è impegnato a tenere elezioni democratiche entro 18 mesi dall'assunzione del potere; che il 1º ottobre 2022 sono state formalmente adottate misure dal dialogo nazionale, con l'annuncio che le elezioni sarebbero state rinviate di altri due anni; che l'Unione africana ha imposto alcune condizioni, fra cui il rifiuto di qualsiasi proroga del calendario di transizione originario di 18 mesi e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
C. considerando che il dialogo nazionale è stato organizzato con l'obiettivo di definire il processo di transizione; che non tutti i gruppi di opposizione hanno partecipato a tale processo; che il dialogo si è concluso con la raccomandazione di rinviare il processo di transizione e di non escludere nessuno, in particolare l'attuale Presidente, dalla possibilità di candidarsi alle future elezioni;
D. considerando che le organizzazioni della società civile ciadiana hanno elaborato un piano di transizione per porre fine alla crisi; che alcune organizzazioni della società civile ciadiana hanno raccomandato che il sostegno internazionale assuma la forma di un meccanismo di stabilizzazione volto a ripristinare l'ordine costituzionale e a sostenere il piano di transizione;
E. considerando che, tra il 13 marzo e l'8 agosto 2022, il governo ciadiano ha convocato a Doha, per la negoziazione di un accordo di pace, 53 movimenti politici militari, dei quali soltanto sei erano autentici;
F. considerando che il CMT ha convocato a N'Djamena più di 1 300 delegati, quasi tutti nominati direttamente dal governo per partecipare al cosiddetto "dialogo nazionale inclusivo e sovrano";
G. considerando che i due eventi summenzionati sono stati boicottati dai partiti politici più importanti, dalle organizzazioni della società civile e dai veri gruppi politici militari;
H. considerando che il 20 ottobre 2022 migliaia di persone hanno protestato in tutto il Ciad per chiedere il ritorno immediato a un governo democratico; che, in previsione di ciò, il 19 ottobre il ministro della Pubblica sicurezza aveva vietato tutte le manifestazioni nel paese; che, in risposta alle proteste, la polizia ha sparato proiettili veri e gas lacrimogeni contro manifestanti pacifici, attuando una repressione continua e diffusa in tutto il paese;
I. considerando che le autorità hanno anche annunciato la sospensione temporanea dell'attività di sette gruppi politici; che le autorità hanno inoltre decretato che le attività dei principali gruppi di opposizione e della coalizione della società civile "Wakit Tamma" sarebbero state vietate a livello nazionale; che diverse città e quartieri hanno subito oscuramenti di Internet;
J. considerando che il 4 novembre, durante la riunione del Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura, il relatore Sébastien Touzé ha stimato che un numero compreso fra 50 e 150 persone sono morte, fra 150 e 184 persone sono scomparse, 1 369 persone sono state arrestate e fra 600 e 1 100 persone sono state deportate nel carcere di massima sicurezza di Koro-Toro nel deserto, a circa 600 chilometri dalla capitale, a seguito delle proteste antigovernative;
K. considerando che, delle persone detenute, ben 400 persone sono state giudicate in quattro giorni, senza alcun avvocato difensore; che, il 5 dicembre 2022, 262 dei manifestanti detenuti sono stati condannati fino a tre anni di reclusione, 80 hanno ottenuto la sospensione della pena e 59 sono stati assolti;
L. considerando che i processi si sono svolti senza alcuna trasparenza o disponibilità di informazioni pubbliche; che ai manifestanti è stato negato l'accesso alla giustizia; che l'ordine nazionale degli avvocati ciadiano ha definito i processi una "parodia della giustizia" e ha presentato ricorso contro la decisione del tribunale; che gli avvocati appartenenti all'ordine hanno quindi boicottato i processi;
M. considerando che il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha concluso, nella sua osservazione, che la diffusione della violenza nelle carceri, comprese le violenze commesse dal personale penitenziario contro i detenuti, era allarmante e ha chiesto alle autorità statali di avviare indagini su tutti i decessi di persone in stato di fermo e su tutte le accuse relative ad atti di tortura e maltrattamenti da parte del personale penitenziario;
N. considerando che le condizioni di sicurezza nella regione del Sahel sono nettamente peggiorate negli ultimi anni, il che rappresenta una grave minaccia per la sicurezza regionale e internazionale; che le violazioni dei diritti umani e le uccisioni di massa sono diffuse e che l'insicurezza alimentare, la corruzione, la povertà estrema e le inondazioni, tutti fenomeni in aumento, hanno aggravato il quadro di insicurezza; che nel 2019 il Sahel è stata la regione che più di ogni altra ha conosciuto un rapido aumento dell'attività estremista violenta;
O. considerando che, nella sua strategia integrata nel Sahel, adottata dal Consiglio il 16 aprile 2021, l'Unione europea si è impegnata a sostenere i momenti chiave della democrazia nella regione, a prestare un'attenzione politica specifica agli sforzi in materia di governance e Stato di diritto e a continuare a chiedere che le forze di sicurezza interne svolgano un ruolo più centrale nel rafforzamento della fiducia tra i cittadini e lo Stato;
P. considerando che, secondo le Nazioni Unite, il Ciad ha accolto più di 577 000 rifugiati da paesi come il Darfur, la Repubblica Centrafricana, la Nigeria e il Camerun, ai quali si aggiungono 381 000 sfollati interni; che la stabilità del Ciad è fondamentale per il Sahel e l'Africa settentrionale e orientale;
Q. considerando che il Ciad si trova in una regione strategica e sta affrontando serie sfide in materia di sicurezza, data la vicinanza del paese alle roccaforti militanti regionali, in particolare nella regione del lago Ciad, dove operano lo Stato islamico della provincia dell'Africa occidentale e Boko Haram, un gruppo militante islamico con base in Nigeria; che il Ciad svolge un ruolo chiave, come parte della forza congiunta del G5 Sahel e della MNJTF, negli sforzi di mantenimento della pace nella regione;
1. deplora la violenza e la repressione mortali perpetrate contro i manifestanti filodemocratici durante le proteste dell'ottobre 2022, così come deplora profondamente la perdita di vite umane; ribadisce la sua condanna per il colpo di Stato militare perpetrato il 20 aprile 2021 dal CMT e la conseguente sospensione della Costituzione del Ciad, lo scioglimento dell'assemblea nazionale e del governo.
2. condanna la restrizione del diritto fondamentale di manifestare e il ricorso alla violenza contro i manifestanti e la società civile in Ciad; deplora fortemente il fatto che tali misure adottate dal governo rischiano di compromettere il processo in corso verso la democrazia; esorta le autorità a rispettare pienamente gli impegni nazionali e internazionali del paese, in particolare il diritto alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di associazione, così come il diritto all'integrità fisica;
3. chiede l'avvio di un'indagine indipendente e imparziale da parte delle Nazioni Unite e dell'Unione africana sulle violenze denunciate, comprese le segnalazioni di torture nelle carceri ciadiane, al fine di perseguire gli autori di violenze contro i singoli individui e contro la società civile; chiede che i responsabili delle violenze e delle uccisioni siano chiamati a rispondere delle loro azioni ed esorta le autorità ciadiane a garantire che l'esercito, i gendarmi e la polizia ciadiani siano formati e rispettino il codice di condotta delle Nazioni Unite per i funzionari delle autorità di contrasto e i principi fondamentali sull'uso della forza e delle armi da fuoco da parte dei funzionari delle autorità di contrasto;
4. condanna il perseguimento di manifestanti filodemocratici in processi di massa che non rispettano le norme internazionali in materia di trasparenza e accesso alla giustizia; chiede che le sentenze siano revocate e i manifestanti rilasciati;
5. esorta vivamente il governo a garantire che tutte le persone accusate a seguito delle proteste del 20 ottobre abbiano pieno accesso alla tutela giuridica; sottolinea che l'UE seguirà molto da vicino il proseguimento dei procedimenti giudiziari e che l'esito sarà un fattore determinante anche per le future relazioni UE-Ciad;
6. deplora profondamente il fatto che il regime non abbia rispettato il suo impegno verso una transizione democratica; ribadisce l'importanza di un rapido ritorno all'ordine costituzionale e di una transizione delimitata nel tempo a guida civile che garantisca il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ricordando che un impegno significativo con tutti gli attori civili e politici è essenziale per garantire la credibilità e la legittimità del processo in corso;
7. chiede urgentemente che siano organizzate quanto prima nuove elezioni legislative e presidenziali trasparenti, inclusive e credibili, nel pieno rispetto della costituzione nazionale e delle norme elettorali internazionali, compresa la piena partecipazione dei partiti di opposizione; rileva l'importanza di una commissione elettorale nazionale indipendente e trasparente e della cooperazione con i partner internazionali a tale riguardo; esprime profondo rammarico per il mancato rispetto, da parte delle autorità al potere, della chiara direttiva data del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana basata sulla Carta africana sulla democrazia, le elezioni e la governance e dei precedenti impegni pubblici del CMT, secondo cui i suoi leader non sarebbero stati candidati alle prossime elezioni;
8. ricorda che una vera transizione e riforme democratiche devono essere guidate da civili e consentire il pieno e attivo coinvolgimento delle organizzazioni della società civile, dei partiti di opposizione, delle donne e dei giovani e della stampa libera, che devono poter operare senza timore di violenze, intimidazioni o restrizioni;
9. deplora la violenza continua e gli attentati terroristici che continuano a verificarsi in Ciad; ribadisce la sua preoccupazione per il protrarsi della crisi nel paese e per l'instabilità della situazione in materia di sicurezza nel nord del paese e condanna fermamente le ripetute violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale e umanitario;
10. invita il governo a chiedere il sostegno dei mediatori nazionali e internazionali, dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, dell'Unione africana, del rappresentante speciale dell'UE per il Sahel, della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale e di altre organizzazioni internazionali, al fine di superare l'attuale situazione di stallo e far progredire il dialogo nazionale e il processo di transizione democratica;
11. esprime estrema preoccupazione per i persistenti alti livelli di corruzione e impunità in Ciad; osserva che il fatto di non affrontare l'impunità nei riguardi delle violazioni dei diritti umani contribuisce a perpetuare tali abusi e indebolisce la fiducia pubblica nelle istituzioni statali;
12. chiede che la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna e gli Stati membri aumentino il loro sostegno per le organizzazioni non governative, i difensori dei diritti umano e i media indipendenti attivi in Ciad, anche attraverso il finanziamento e il sostegno per coloro che necessitano protezione;
13. esorta l'UE e i suoi Stati membri a sollevare tali preoccupazioni in materia di diritti umani presso le autorità ciadiane, a fornire sostegno tecnico al Ciad durante tutto il periodo di transizione e a prendere in considerazione l'avvio di una procedura a norma dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou, che potrebbe portare, in ultima istanza, alla sospensione della cooperazione allo sviluppo dell'UE con il Ciad fino al ripristino dell'ordine costituzionale legittimo;
14. ricorda che i cambiamenti climatici, l'insicurezza alimentare, la crescita demografica, lo sfruttamento delle risorse naturali, la povertà e la mancanza di opportunità educative ed economiche sono cause profonde all'origine dell'instabilità, della violenza e del reclutamento di terroristi in tutto il Sahel; sottolinea che il coordinamento dell'assistenza in materia di sicurezza, sviluppo, aiuti umanitari e sostegno alla democrazia è necessario per garantire uno sviluppo sostenibile duraturo in tutta la regione;
15. osserva che la cooperazione e le iniziative regionali, tra cui l'Unione africana e il gruppo G5 Sahel, sono fondamentali nel sostegno di una strategia a guida africana volta ad affrontare il terrorismo e l'instabilità nel Sahel; sottolinea il suo sostegno allo strumento europeo per la pace e la sua cooperazione con la MNJTF;
16. accoglie con favore il processo di regionalizzazione della presenza della politica di sicurezza e di difesa comune nella regione del Sahel, al fine di rafforzare un approccio regionale nel lavoro dell'UE nella regione, di sostenere la cooperazione transfrontaliera nel Sahel e tra le strutture di cooperazione regionale, e di rafforzare le capacità nazionali dei Paesi del G5 Sahel; invita l'UE e i suoi Stati membri ad attuare rapidamente la proposta di un'Iniziativa Team Europa per il Ciad in materia di governance, democratizzazione, pace e sicurezza;
17. invita l'UE, i suoi Stati membri e la comunità internazionale a rispondere con urgenza alla situazione umanitaria derivante dalla situazione dei diritti umani in Ciad e a fornire al paese l'assistenza necessaria per far fronte rapidamente alle sue urgenti esigenze di protezione degli sfollati interni e dei rifugiati;
18. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, all'Unione africana e alle sue istituzioni, nonché al governo e all'Assemblea nazionale del Ciad.