PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulle conseguenze umanitarie del blocco in Nagorno-Karabakh
18.1.2023 - (2023/2504(RSP))
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B9‑0075/2023 (Renew)
B9‑0076/2023 (The Left)
B9‑0077/2023 (Verts/ALE)
B9‑0078/2023 (S&D)
B9‑0081/2023 (ECR)
Pedro Marques, Marina Kaljurand, Isabel Santos, Robert Hajšel, Evin Incir
a nome del gruppo S&D
Nathalie Loiseau, Petras Auštrevičius, Izaskun Bilbao Barandica, Dita Charanzová, Olivier Chastel, Katalin Cseh, Vlad Gheorghe, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Svenja Hahn, Karin Karlsbro, Karen Melchior, Javier Nart, Urmas Paet, Frédérique Ries, Michal Šimečka, Nicolae Ştefănuță, Ramona Strugariu, Hilde Vautmans
a nome del gruppo Renew
Viola von Cramon‑Taubadel
a nome del gruppo Verts/ALE
Charlie Weimers, Emmanouil Fragkos, Elżbieta Kruk, Angel Dzhambazki, Anna Zalewska, Joachim Stanisław Brudziński, Assita Kanko, Eugen Jurzyca, Adam Bielan, Carlo Fidanza, Bert‑Jan Ruissen
a nome del gruppo ECR
Stelios Kouloglou
a nome del gruppo The Left
Fabio Massimo Castaldo
Risoluzione del Parlamento europeo sulle conseguenze umanitarie del blocco in Nagorno-Karabakh
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull'Armenia e l'Azerbaigian,
– visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che l'unica strada che collega il Nagorno-Karabakh con l'Armenia e il mondo esterno, il corridoio di Lachin, dal 12 dicembre 2022 è bloccata da sedicenti ambientalisti dell'Azerbaigian; che ciò perturba l'accesso a beni e servizi essenziali, tra cui cibo, carburante e medicinali, per i 120 000 armeni che vivono in Nagorno-Karabakh, ponendoli di fatto sotto un blocco;
B. considerando che il blocco ha causato una grave crisi umanitaria, che sta colpendo in modo significativo le popolazioni più vulnerabili; che il trasferimento di pazienti gravemente malati è quasi impossibile e si è già registrato un decesso; che centinaia di famiglie rimangono separate;
C. considerando che la crisi umanitaria è stata ulteriormente aggravata dall'interruzione da parte dell'Azerbaigian delle forniture di gas naturale verso il Nagorno-Karabakh, che ha lasciato senza riscaldamento abitazioni, ospedali e scuole;
D. considerando che, sostenendo il blocco del corridoio di Lachin, l'Azerbaigian viola i suoi obblighi internazionali derivanti dalla dichiarazione trilaterale di cessate il fuoco del 9 novembre 2020, in base alla quale l'Azerbaigian deve garantire la sicurezza delle persone, dei veicoli e delle merci che circolano lungo il corridoio in entrambe le direzioni;
E. considerando che gli impedimenti all'utilizzo del corridoio di Lachin frenano il processo di pace tra Armenia e Azerbaigian e minano la fiducia internazionale;
1. deplora le tragiche conseguenze umanitarie provocate dal blocco del corridoio di Lachin e dal conflitto del Nagorno-Karabakh;
2. esorta l'Azerbaigian a rispettare e attuare la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e a riaprire immediatamente il corridoio di Lachin per consentire la libertà di circolazione e assicurare l'accesso a beni e servizi essenziali, garantendo in tal modo la sicurezza nella regione e salvaguardando i mezzi di sussistenza dei residenti;
3. sottolinea la necessità di un accordo di pace globale che garantisca i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Nagorno-Karabakh; invita l'Azerbaigian a tutelare i diritti degli armeni che vivono in Nagorno-Karabakh e ad astenersi dalla sua retorica incendiaria volta a fomentare la discriminazione nei confronti degli armeni e a incalzare questi ultimi a lasciare il Nagorno-Karabakh;
4. esorta l'Azerbaigian ad astenersi dal compromettere in futuro il funzionamento dei collegamenti di trasporto, energia e comunicazione tra l'Armenia e il Nagorno-Karabakh;
5. condanna fermamente il fatto che i difensori dei diritti umani e le organizzazioni della società civile siano usati dall'Azerbaigian come capro espiatorio e invita le rappresentanze dell'UE e degli Stati membri a sostenere il loro lavoro;
6. condanna l'inazione delle "forze di pace" russe; ritiene che dovrebbe essere negoziata con urgenza la loro sostituzione con le forze di pace internazionali dell'OSCE, nel quadro di un mandato delle Nazioni Unite;
7. chiede che alle organizzazioni internazionali sia concesso un accesso senza ostacoli al Nagorno-Karabakh per valutare la situazione e fornire la necessaria assistenza umanitaria;
8. chiede una missione conoscitiva delle Nazioni Unite o dell'OSCE nel corridoio di Lachin per valutare la situazione umanitaria in loco;
9. chiede l'urgente ripresa, senza condizioni preliminari, dei negoziati basati sui principi dell'Atto finale di Helsinki;
10. sollecita l'UE a coinvolgersi attivamente e a garantire che gli abitanti del Nagorno-Karabakh non siano più tenuti in ostaggio dall'attivismo di Baku, dal ruolo distruttivo della Russia e dall'inattività del gruppo di Minsk;
11. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione all'Armenia, all'Azerbaigian e alle istituzioni internazionali.