Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2025 sul libro bianco sul futuro della difesa europea (2025/2565(RSP))
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 136, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che, nell'ultimo decennio, importanti cambiamenti geopolitici, amplificati dal ritorno di una guerra su vasta scala nel nostro vicinato, hanno minacciato la sicurezza dell'Unione, dei suoi Stati membri, dei paesi candidati e dei rispettivi cittadini; che l'UE è attualmente sotto attacco, con incidenti ibridi all'interno dei suoi confini, una guerra su vasta scala nel suo vicinato e un riallineamento delle potenze globali, tutti fattori che pongono rischi concreti per la sicurezza dell'UE e dei suoi cittadini e richiedono un'azione immediata, ambiziosa e risoluta; che la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina ha rappresentato un momento spartiacque nella storia europea; che la guerra di aggressione di Putin contro l'Ucraina è ampiamente riconosciuta come un attacco all'assetto di pace europeo istituito dopo la seconda guerra mondiale e all'assetto mondiale nel suo complesso;
B. considerando che l'assetto mondiale si sta frammentando ed è sempre più caratterizzato da instabilità complesse e radicate;
C. considerando che non può esistere sicurezza europea senza sicurezza nel suo immediato vicinato, a partire dalla capacità dell'Ucraina di resistere alla guerra di aggressione della Russia;
D. considerando che le recenti dichiarazioni di membri dell'amministrazione statunitense, a cui si uniscono le forti pressioni esercitate sull'Ucraina dalla leadership statunitense, riflettono un cambiamento nella politica estera statunitense, come dimostrato dalla proposta dell'amministrazione Trump di normalizzare i legami con la Russia, e che appare sempre più chiaro che l'Europa ha bisogno di rafforzare la propria sicurezza e la propria difesa per poter aiutare l'Ucraina a difendersi;
E. considerando che l'espansione più rapida e di più ampia portata delle capacità della Russia sta avvenendo in prossimità dei confini con l'Occidente, mentre l'UE tarda a potenziare le proprie capacità di difesa;
F. considerando che la Cina, spinta dall'ambizione di diventare una superpotenza globale, sta erodendo l'ordine internazionale basato su regole, perseguendo politiche estere sempre più assertive e ostili in ambito economico e di concorrenza ed esportando beni a duplice uso utilizzati dalla Russia sul campo di battaglia contro l'Ucraina, minacciando in tal modo gli interessi europei; che la Cina sta inoltre investendo somme ingenti nelle sue forze armate, sta sfruttando il suo potere economico per reprimere le critiche a livello mondiale e sta cercando di affermarsi come potenza dominante nella regione indo-pacifica; che la Cina, intensificando le sue azioni conflittuali, aggressive e intimidatorie contro alcuni dei suoi vicini, in particolare nello stretto di Taiwan e nel Mar cinese meridionale, rappresenta un rischio per la sicurezza regionale e globale come pure per gli interessi economici dell'UE;
G. considerando che l'impatto delle guerre, del terrorismo, dell'instabilità, dell'insicurezza, della povertà e dei cambiamenti climatici nella regione del Sahel, nell'Africa nordorientale e in Libia pone seri rischi per la sicurezza dell'UE; che l'instabilità e l'insicurezza nel vicinato meridionale e nella regione del Sahel sono strettamente connesse alla gestione delle frontiere esterne dell'UE e continuano a rappresentare una sfida per tale gestione;
H. considerando che la sicurezza europea è legata alla stabilità nel continente africano e che la crescente presenza di attori non europei è indice della mancanza di un impegno sufficiente nella regione in ambito diplomatico e di sicurezza per contrastare efficacemente queste sfide e proteggere gli interessi strategici dell'UE;
I. considerando che, alla luce del peggioramento del contesto esterno e nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni per migliorare la preparazione dell'UE alle crisi attraverso l'adozione di una nuova legislazione, di nuovi meccanismi e di nuovi strumenti in vari settori d'intervento, l'UE e i suoi Stati membri rimangono vulnerabili di fronte a molteplici scenari di crisi;
J. considerando che è urgente riformare e rafforzare ulteriormente la politica di difesa dell'UE alla luce della recente esperienza della guerra in Ucraina e dell'uso di nuove tecnologie belliche;
K. considerando che gli Stati membri hanno politiche militari e di sicurezza diverse, fra cui anche politiche di neutralità, e che tali politiche dovrebbero essere rispettate;
L. considerando che è nell'interesse dell'UE considerare l'Ucraina come parte integrante di un vero e proprio sistema di sicurezza europeo;
M. considerando che il Mar Nero è passato dall'avere un ruolo secondario all'essere un teatro militare principale per l'UE e la NATO e che, insieme al Mar Baltico, è diventato una regione strategica cruciale per la sicurezza europea nel contrastare la minaccia russa;
N. considerando che la regione artica sta diventando sempre più importante in termini di sviluppo economico e trasporti e nel contempo si trova ad affrontare sfide legate ai cambiamenti climatici e alla militarizzazione, nonché sfide derivanti dalla crescente concorrenza geopolitica e dalla migrazione;
O. considerando che, a seguito degli investimenti in attrezzature militari e munizioni, numerose relazioni, in particolare l'analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa(1) del maggio 2022, hanno rilevato una preoccupante carenza di capacità nella difesa europea;
P. considerando che la bussola strategica(2) è stata principalmente redatta e negoziata prima del 24 febbraio 2022; che la bussola strategica è una strategia molto ampia che fornisce pochi orientamenti riguardo all'urgente necessità di garantire la prontezza alla difesa e di fornire capacità di deterrenza e difesa per prepararsi alle evenienze militari più urgenti;
Q. considerando che la relazione Draghi del 2024 sul futuro della competitività europea(3) ha posto l'accento sulla necessità di fondi pari a 500 miliardi di EUR da investire nella difesa europea per il prossimo decennio, ha messo in risalto una combinazione di debolezze strutturali che incidono sulla competitività della base industriale e tecnologica di difesa europea (EU's Defence Technological and Industrial Base – EDTIB) e ha individuato una realtà frammentata, investimenti pubblici per la difesa insufficienti e un accesso limitato ai finanziamenti quali ostacoli per una EDTIB all'altezza della situazione;
R. considerando che la relazione Niinistö(4) pone l'accento sul fatto che l'UE e i suoi Stati membri non sono ancora del tutto preparati per gli scenari di crisi intersettoriali o multidimensionali più gravi;
S. considerando che la costruzione di capacità di difesa e il loro adattamento alle esigenze militari richiedono una cultura strategica comune ma anche una percezione e una valutazione condivise della minaccia come pure l'elaborazione di soluzioni da tradurre in una dottrina e in concetti;
T. considerando che la capacità dell'UE di agire con decisione in risposta alle minacce esterne è stata ripetutamente ostacolata dal requisito dell'unanimità, in quanto alcuni Stati membri e paesi candidati bloccano o ritardano gli aiuti militari critici all'Ucraina, compromettendo in tal modo la sicurezza europea;
U. considerando che, alla luce delle suddette sfide e analisi, la presidente della Commissione europea ha incaricato il commissario per la Difesa e lo spazio e l'alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di presentare un libro bianco sul futuro della difesa europea entro i primi 100 giorni del loro mandato;
V. considerando che il Parlamento e gli esperti chiedono da oltre un decennio un libro bianco sulla difesa;
Un momento storico per la difesa europea: "diventare un garante della sicurezza a pieno titolo"
1. ritiene che l'UE debba agire con urgenza per garantire la propria sicurezza in modo autonomo, rafforzare i suoi partenariati con attori che condividono gli stessi principi e ridurre nettamente la sua dipendenza da paesi terzi; sottolinea pertanto che l'UE si trova ora a un momento di svolta nella sua storia e nella sua costruzione; insiste sul fatto che un approccio basato sul mantenimento dello status quo non è più un'opzione in quanto porterebbe alla fine di un'Europa sicura e protetta; è del parere che l'UE e i suoi Stati membri debbano scegliere se unire le forze e collaborare in modo coeso per superare le minacce e gli attacchi alla sicurezza dell'Unione oppure rimanere da soli, alla mercé di avversari aggressivi e partner imprevedibili;
2. ricorda che l'UE è un progetto di pace e dovrebbe adoperarsi per la pace e la stabilità condannando nel contempo le aggressioni; sottolinea che, al fine di conseguire la pace e la stabilità, dobbiamo sostenere l'Ucraina e diventare noi stessi più resilienti;
3. sottolinea che l'Europa continua a stare fermamente al fianco dell'Ucraina mentre combatte coraggiosamente per i nostri valori europei e ribadisce la sua convinzione circa il fatto che sui campi di battaglia ucraini sarà deciso il futuro dell'Europa; è fermamente convinto che l'Europa si trovi oggi ad affrontare la più profonda minaccia militare alla sua integrità territoriale dalla fine della guerra fredda;
4. è fermamente convinto che il rafforzamento della sicurezza e della difesa dell'Europa richieda non solo un semplice aumento dell'ambizione e delle azioni, ma anche un cambiamento radicale del modo in cui agiamo e investiamo nella nostra sicurezza e difesa, per fare in modo che d'ora in poi pianifichiamo, innoviamo, sviluppiamo, acquistiamo, manteniamo e dispieghiamo le capacità insieme, in modo coordinato e integrato, sfruttando altresì pienamente le competenze complementari di tutti gli attori in Europa, compresa la NATO, per conseguire una difesa comune europea;
5. ritiene che la Russia, sostenuta dai suoi alleati, tra cui la Bielorussia, la Cina, la Corea del Nord e l'Iran, rappresenti la minaccia diretta e indiretta più significativa per l'UE e la sua sicurezza, nonché per la sicurezza dei paesi candidati e dei partner dell'UE; ribadisce con la massima fermezza possibile la sua condanna della guerra di aggressione non provocata, illegale e ingiustificata della Russia contro l'Ucraina; osserva, tuttavia, che è necessario tenere pienamente conto dell'instabilità nel nostro vicinato meridionale, dell'aumento della potenza militare cinese e della crescente aggressività delle potenze intermedie, che sembrano pronte a mettere a repentaglio la cooperazione transatlantica in materia di sicurezza comune e a concludere un accordo con l'aggressore russo a scapito della sicurezza ucraina e di quella europea, che sono la stessa cosa; constata che le recenti azioni e dichiarazioni dell'amministrazione statunitense hanno ulteriormente accresciuto le preoccupazioni circa la futura posizione degli Stati Uniti nei confronti della Russia, della NATO e della sicurezza dell'Europa; deplora, a tale proposito, i voti del governo statunitense, allineati con quelli espressi dal governo russo, in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle risoluzioni relative al terzo anniversario della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; condanna fermamente le minacce degli Stati Uniti nei confronti della Groenlandia;
6. insiste sul fatto che l'Europa deve assumersi maggiori responsabilità in seno alla NATO, specie quando si tratta di garantire la sicurezza nel continente europeo;
7. ritiene che la diplomazia debba rimanere una pietra angolare della politica estera dell'UE;
8. ribadisce il suo invito alla Turchia, Stato membro della NATO e paese candidato all’adesione all’UE, a rispettare il diritto internazionale, a riconoscere la Repubblica di Cipro, nonché a porre immediatamente fine all’occupazione e a ritirare le sue truppe dall’isola;
9. sottolinea che l'UE deve ora adottare un approccio olistico e orizzontale, che integri una dimensione di difesa e sicurezza nella maggior parte delle sue politiche, con il sostegno di strumenti normativi e finanziari adeguati e sulla base delle esigenze e delle lacune di capacità individuate;
10. ritiene pertanto che sia giunto il momento di una rinnovata ambizione politica ad agire volta a trasformare l'UE in un garante della sicurezza a pieno titolo, aumentare la sua preparazione alla difesa e costruire un'autentica Unione europea della difesa; ricorda che l'adozione della bussola strategica è stata un buon punto di partenza, ma rileva che permane la necessità che venga attuata in modo tempestivo; accoglie con favore gli strumenti di difesa recentemente introdotti dall'UE e insiste sull'urgente necessità di incrementarli, dal momento che gli sforzi di difesa dell'UE non possono rimanere di dimensioni limitate, frammentati in termini di portata e lenti quanto ai risultati; chiede un salto di qualità e un nuovo approccio alla difesa, comprese decisioni forti, un piano d'azione e piani di investimento nel settore della difesa a breve e lungo termine; sottolinea che tali obiettivi richiedono visione, concretezza e impegni condivisi, sia in campo strettamente militare sia nei settori industriale, tecnologico e dell'intelligence;
11. deplora la riluttanza del Consiglio e degli Stati membri dell'UE ad affrontare le profonde sfide strutturali del panorama industriale europeo della difesa e la mancanza di ambizione per quanto riguarda la cooperazione a livello dell'UE tra le forze armate degli Stati membri; invita gli Stati membri a unire le forze e a sostenere un avanzamento decisivo verso un quadro molto ambizioso e completo in materia di difesa;
12. esorta l'UE ad adottare un quadro completo coerente e solido per rafforzare la propria sicurezza e quella dei suoi partner, a identificare meglio i potenziali punti di rottura futuri e prevenire ulteriori crisi e a coordinare insieme ai suoi Stati membri risposte congiunte simili a quelle utilizzate in tempo di guerra;
13. ritiene che il libro bianco sul futuro della difesa europea dovrebbe presentare al Consiglio europeo misure e opzioni concrete affinché possano essere intrapresi sforzi realmente innovativi e necessari, distinguendo tra piani e obiettivi a breve e lungo termine, affrontando le questioni relative alle capacità, alla competitività industriale e alle esigenze di investimento del settore della difesa, e definendo l'approccio generale all'integrazione della difesa nell'UE; esorta il Consiglio e la Commissione a individuare priorità chiare e concrete a breve, medio e lungo termine, con un calendario di azioni corrispondente;
14. ritiene che le missioni e le operazioni della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) debbano essere rivalutate e riviste in questa prospettiva; insiste sul fatto che la PSDC deve essere rafforzata e resa più agile, anche rendendola il principale strumento dell'UE per combattere in contesti di guerra ibrida, in modo che possa svolgere il suo ruolo di garante della sicurezza dell'Europa, apportando forza e protezione;
15. si attende che il libro bianco sul futuro della difesa europea identifichi le minacce più pressanti, i rischi strutturali e i concorrenti e definisca la misura in cui l'UE può elaborare piani di contingenza per garantire il sostegno reciproco in caso di crisi di sicurezza su vasta scala e aiutare l'Europa ad anticipare, prepararsi e dissuadere potenziali aggressori, nonché a difendersi a breve e lungo termine, al fine di diventare una potenza credibile e un pilastro europeo in seno alla NATO; sottolinea che la protezione delle frontiere terrestri, aeree e marittime dell'UE contribuisce alla sicurezza dell'intera UE, in particolare della frontiera orientale dell'UE, e sottolinea pertanto che lo Scudo orientale e la Linea di difesa del Baltico dovrebbero essere i progetti faro dell'UE per promuovere la deterrenza e superare le potenziali minacce provenienti da Est;
16. chiede misure immediate per rafforzare la sicurezza e la difesa del confine nord-orientale dell'UE con la Russia e la Bielorussia istituendo una linea di difesa globale e resiliente nei settori terrestre, aereo e marittimo per contrastare le minacce militari e ibride, compresi l'uso dell'energia come arma, il sabotaggio di infrastrutture e la strumentalizzazione della migrazione; pone l'accento sulla necessità di coordinare e integrare gli sforzi nazionali attraverso gli strumenti normativi e finanziari dell'UE per accelerare l'attuazione;
17. sottolinea la necessità di rafforzare le capacità e le risorse, superando nel contempo la frammentazione del mercato della difesa; concorda pienamente con il parere della relazione Draghi secondo cui l'UE e i suoi Stati membri devono decidere con urgenza gli incentivi da destinare all'industria europea della difesa e trovare soluzioni creative per realizzare investimenti pubblici e privati su larga scala nel campo della sicurezza e della difesa;
Nel breve termine: difendere l'Ucraina da una minaccia esistenziale per la sicurezza dell'Europa
18. esorta l'UE e i suoi Stati membri a stare fermamente dalla parte dell'Ucraina; ricorda la sua convinzione che è sui campi di battaglia ucraini che si deciderà il futuro dell'Europa e che la traiettoria della guerra della Russia contro l'Ucraina sarà modificata in modo decisivo; sottolinea che tale svolta dipende ora quasi interamente dagli europei; sollecita pertanto gli Stati membri a fornire più armi e munizioni all'Ucraina prima della fine dei negoziati; avverte che, se l'UE dovesse venir meno al suo sostegno e se l'Ucraina dovesse essere costretta ad arrendersi, la Russia si muoverebbe contro altri paesi, compresi eventualmente Stati membri dell'UE; invita gli Stati membri dell'UE, i partner internazionali e gli alleati della NATO a revocare tutte le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali forniti all'Ucraina contro obiettivi militari nel territorio russo; invita l'UE e i suoi Stati membri ad adoperarsi attivamente per mantenere e conseguire il più ampio sostegno internazionale possibile all'Ucraina e per individuare una soluzione pacifica alla guerra, che deve basarsi sul pieno rispetto dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, sui principi del diritto internazionale, sulla responsabilità per i crimini di guerra e il crimine di aggressione e sul pagamento di indennizzi da parte della Russia per gli ingenti danni causati in Ucraina; esorta l'UE e i suoi Stati membri a partecipare all'istituzione di solide garanzie di sicurezza future per l'Ucraina;
19. è fermamente convinto che l'Unione europea debba espandere e migliorare le sue operazioni di addestramento su misura per rispondere alle esigenze delle forze armate ucraine e, in contropartita, creare le condizioni affinché le forze armate europee possano a loro volta trarre insegnamento e apprendere pratiche strategiche dalla loro esperienza; invita gli Stati membri ad ampliare ulteriormente le operazioni di addestramento per le forze armate ucraine, anche nel territorio ucraino;
20. sottolinea l'importanza di garantire una distribuzione dei finanziamenti per la difesa equilibrata dal punto di vista geografico nel prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP);
21. esorta l'UE a sviluppare una "strategia per l'Ucraina", che definisca obiettivi chiari per sostenere le capacità di difesa dell'Ucraina e l'integrazione della base industriale e tecnologica di difesa ucraina nell'EDTIB, e a trovare le risorse necessarie per attuare tale strategia, sostenendo nel contempo le attività dell'industria europea della difesa in Ucraina; propone l'assegnazione di un bilancio specifico da più miliardi di euro allo strumento di sostegno all'Ucraina del programma per l'industria europea della difesa (European Defence Industry Programme – EDIP), riservato esattamente a tale scopo; sottolinea che tale strategia per l'Ucraina deve essere parte integrante di una strategia di "difesa europea";
22. chiede un sostegno finanziario urgente per garantire la fornitura tempestiva di prodotti per la difesa attraverso appalti congiunti, il coordinamento industriale, la costituzione di scorte, l'accesso ai finanziamenti per i produttori e l'espansione e la modernizzazione delle capacità di produzione;
23. elogia il "modello danese" per il sostegno all'Ucraina, che consiste nell'acquisizione di capacità di difesa prodotte direttamente in Ucraina; esorta l'UE e i suoi Stati membri a sostenere fermamente tale modello e a sfruttarne appieno le potenzialità, dal momento che vi è un sottoutilizzo della capacità industriale di difesa dell'Ucraina, stimata a circa il 50 %, e che comporta molti vantaggi per entrambe le parti, quali attrezzature più economiche, una logistica più rapida e più sicura nonché una maggiore facilità di addestramento e manutenzione;
24. chiede un aumento significativo del finanziamento del sostegno militare all'Ucraina; chiede, a tale proposito, la rapida adozione del prossimo pacchetto di aiuti militari, che dovrebbe essere il più grande di sempre e rispecchiare il livello di ambizione che questo momento richiede; invita gli Stati membri dell'UE a destinare almeno lo 0,25 % del loro PIL agli aiuti militari per l'Ucraina; condanna il veto imposto da uno Stato membro al funzionamento dello strumento europeo per la pace; invita gli Stati membri dell'UE, insieme ai loro partner del G7, a confiscare immediatamente tutti i beni russi congelati perché fungano da base per una sovvenzione e un prestito sostanziali all'Ucraina, come modo legalmente solido e finanziariamente consistente per mantenere e aumentare il nostro sostegno alle esigenze militari dell'Ucraina;
25. esorta il Consiglio e gli Stati membri a rivedere e rafforzare l'applicazione delle sanzioni esistenti e ad adottare e attuare rigorosamente misure restrittive nei confronti di tutte le entità e tutti i paesi terzi che facilitano l'elusione delle sanzioni fornendo al complesso militare russo tecnologie e attrezzature militari e a duplice uso; esorta gli Stati membri a prestare particolare attenzione alla flotta ombra russa e ai rischi che essa pone per la sicurezza e l'ambiente;
26. insiste sull'importanza fondamentale della cooperazione con l'industria della difesa ucraina e della sua integrazione nella EDTIB, il che offre chiari vantaggi per entrambe le parti, e chiede che tale integrazione sia realizzata più rapidamente; sottolinea l'urgenza di finanziare adeguatamente lo strumento di sostegno all'Ucraina dell'EDIP, che attualmente non è iscritto in bilancio; propone inoltre di fornire un'assicurazione di guerra per i progetti critici EDTIB all'interno dell'Ucraina; propone di includere regolarmente funzionari del ministero della Difesa ucraino con lo status di osservatori alle riunioni delle pertinenti formazioni del Consiglio;
27. esorta la Commissione e gli Stati membri a sfruttare appieno gli insegnamenti tratti dalle avanzate capacità belliche moderne dell'Ucraina, che comprendono droni e guerra elettronica;
28. invita la Commissione a proporre un pacchetto dell'UE sui droni, incentrato su sistemi di droni e sistemi anti-droni, e sulle relative capacità ausiliarie, che preveda piani e fondi per favorire la ricerca e lo sviluppo, che dovrebbe trarre insegnamenti dall'esperienza ucraina ed essere aperto alla partecipazione delle imprese ucraine altamente innovative, così come un programma industriale dedicato allo sviluppo, alla produzione e all'acquisizione congiunti di sistemi di droni e sistemi anti-droni, insieme a un regolamento sull'uso dei droni in contesti civili e militari;
“Pronti per le evenienze militari più estreme" – Un nuovo approccio a lungo termine
Preparazione
29. sottolinea che la preparazione agli attacchi ibridi e agli attacchi rientranti nella zona grigia deve diventare parte integrante della cultura strategica dell'UE e deve prevedere esercitazioni permanenti, valutazioni congiunte delle minacce e risposte coordinate e pianificate in anticipo tra gli Stati membri, in particolare nelle regioni confinanti con potenze ostili;
30. invita l'UE a elaborare una valutazione globale dei rischi dell'UE che contribuisca a individuare le grandi minacce e i grandi pericoli transettoriali, come pure i rischi concreti cui è esposta l'UE nel suo complesso, basandosi sulle attuali procedure di valutazione del rischio specifiche per settore;
31. insiste sull'importanza di utilizzare la futura strategia dell'Unione in materia di preparazione per instradare l'UE verso una preparazione completa;
32. è favorevole a che il principio della "preparazione fin dalla progettazione" sia integrato in modo coerente e trasversale in tutte le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'UE; insiste sulla necessità di sviluppare un controllo obbligatorio della sicurezza e della preparazione per le future valutazioni d'impatto e di sviluppare prove di stress per la legislazione esistente; sottolinea la necessità di ridurre gli ostacoli presenti nell'attuale legislazione nazionale e dell'UE che compromettono l'efficienza della difesa e della sicurezza europee;
33. sostiene, in particolare, le raccomandazioni della relazione Niinistö volte a conferire potere ai cittadini per far funzionare la resilienza della società, ispirandosi al concetto finlandese di difesa totale;
34. invita la Commissione e gli Stati membri a valutare la fattibilità di una normativa dell'UE in materia di preparazione, che preveda norme comuni e orientamenti a lungo termine, per allineare gli sforzi dell'UE e quelli nazionali, ove possibile;
35. invita l'UE e gli Stati membri a istituire e condurre regolarmente un esercizio di preparazione globale dell'UE per testare in modo orizzontale sia il processo decisionale ad alto livello che il coordinamento operativo, in modo da creare forti legami tra i vari attori e settori;
36. invita l'UE e i suoi Stati membri a facilitare l'uso degli strumenti della PSDC in complementarità con gli strumenti di sicurezza interna nelle immediate vicinanze del territorio e delle acque territoriali dell'UE, e a rafforzare la cooperazione sui prodotti a duplice uso e la cooperazione civile-militare a livello dell'UE, sulla base di un approccio esteso all'intera amministrazione; ribadisce il suo invito a proteggere le infrastrutture sottomarine critiche attraverso l'istituzione di strategie di risposta rapida specifiche dell'UE per la protezione delle infrastrutture sottomarine, operando in linea con la NATO; incoraggia gli investimenti in sistemi avanzati di rilevamento e sorveglianza per il monitoraggio delle infrastrutture subacquee;
Prontezza: la bussola strategica e la strategia per l'industria europea della difesa – gli strumenti giusti
37. invita l'UE ad adeguare urgentemente i suoi strumenti alle nuove realtà, progettando una capacità amministrativa che consenta di muoversi molto più rapidamente, avvalendosi delle procedure, di fronte a guerre o ad altre crisi su vasta scala, e ad adottare gli strumenti appropriati;
38. reputa assolutamente necessario effettuare analisi periodiche delle minacce, come quella condotta per la prima volta nell'ambito della bussola strategica; raccomanda pertanto di aggiornare la bussola strategica dell'UE adattando di conseguenza le misure in essa indicate, in modo da rispecchiare l'entità delle minacce che caratterizzano il nostro contesto, e di effettuare valutazioni delle minacce più frequenti, in quanto costituiscono il presupposto per una pianificazione realistica ed efficace delle capacità e delle operazioni; è del parere che la bussola strategica, la PSDC, il libro bianco e la strategia per l'industria europea della difesa (European Defence Industrial Strategy – EDIS) debbano costituire la base di una visione globale di difesa europea;
39. insiste sul fatto che la capacità di dispiegamento rapido dovrebbe raggiungere la piena capacità operativa nel 2025 e dovrebbe essere potenziata per poter affrontare le evenienze militari più estreme; ribadisce l'invito a rafforzare la capacità militare di pianificazione e condotta (Military Planning and Conduct Capability – MPCC) dell'UE, facendola diventare la struttura di comando e controllo d'elezione per le operazioni militari dell'UE e dotandola di locali e personale adeguati e di sistemi di comunicazione e informazione efficaci per tutte le missioni e le operazioni della PSDC, comprese quelle della capacità di dispiegamento rapido;
40. ribadisce il suo invito alla Turchia, che è membro della NATO, a ritirare le sue truppe da Cipro, uno Stato membro dell'UE, e ad adoperarsi in modo costruttivo per trovare una soluzione praticabile e pacifica sulla base delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite;
41. è fermamente convinto che sia della massima importanza, nell'attuale contesto geopolitico, rendere operativo l'articolo 42, paragrafo 7, del trattato sull'Unione europea (TUE) sull'assistenza reciproca, garantendo la solidarietà tra gli Stati membri, in particolare quelli direttamente esposti a minacce e sfide imminenti in ragione della loro posizione geografica, indipendentemente dal fatto che siano o meno membri della NATO;
42. ribadisce l'importanza della cooperazione tra l'UE e la NATO, dal momento che la NATO rimane, per gli Stati che ne sono membri, un pilastro importante della difesa collettiva; sottolinea che la cooperazione tra l'UE e la NATO dovrebbe proseguire, in particolare in settori come lo scambio di informazioni, la pianificazione, la mobilità militare e la condivisione delle migliori pratiche, e per rafforzare la deterrenza, la difesa collettiva e l'interoperabilità; chiede, tuttavia, lo sviluppo di un pilastro europeo della NATO pienamente capace di agire in modo autonomo ogniqualvolta sia necessario; ribadisce l'invito a rafforzare la cooperazione con i fatti, e non solo a parole, per quanto riguarda la mobilità militare, lo scambio di informazioni, il coordinamento della pianificazione, il miglioramento della cooperazione nelle rispettive operazioni militari e una risposta rafforzata alla guerra ibrida volta a destabilizzare l'intero continente europeo;
43. invita gli Stati membri a partecipare attivamente a un meccanismo di definizione delle priorità per la produzione nel settore della difesa, che contribuisca a mettere in ordine di priorità gli ordini, i contratti e l'assunzione di dipendenti in situazioni di emergenza; sottolinea che gli Stati membri dovrebbero andare oltre le attuali applicazioni di difesa per includere altre infrastrutture essenziali per lo sviluppo della resilienza, come quelle dell'energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni;
44. riconosce che il punto di partenza deve essere una valutazione realistica delle lacune e delle carenze critiche in termini di capacità di difesa, al fine di incrementare la produzione dell'industria della difesa; sottolinea la necessità di garantire la coerenza dei risultati tra il piano di sviluppo delle capacità (Capability Development Plan – CDP) e la revisione coordinata annuale sulla difesa (Coordinated Annual Review on Defence – CARD) dell'UE e gli obiettivi della NATO in materia di capacità, al fine di individuare e affrontare le lacune e le carenze critiche in termini di capacità di difesa nell'UE e concentrare gli sforzi sugli abilitanti strategici europei per fornire un autentico valore aggiunto dell'UE, per poter affrontare le evenienze militari più estreme; invita la Commissione a dare seguito alle raccomandazioni della relazione speciale n. 04/2025 della Corte dei conti europea sulla mobilità militare e ad attribuire una maggiore importanza alla valutazione militare durante il processo di selezione dei progetti a duplice uso;
45. esorta l'UE e i suoi Stati membri, per quanto riguarda le forze armate, a passare dall'approccio basato sul flusso che ha prevalso in tempo di pace a un approccio basato sulle scorte, con scorte di attrezzature di difesa pronte nell'eventualità di un aumento sostenuto della domanda; prende atto, a tale proposito, dei vantaggi offerti da meccanismi come gli accordi preliminari di acquisto, la creazione di strutture sempre disponibili e la creazione di pool di prontezza alla difesa; ritiene che la Commissione debba adottare tutte le misure necessarie per incoraggiare gli Stati membri a intensificare gli scambi e ad alimentare la fiducia reciproca per quanto riguarda una pianificazione trasparente a lungo termine, misure più proattive per assicurarsi le materie prime e politiche intese a colmare le lacune nei processi produttivi e nel mercato del lavoro;
46. chiede che l'UE adotti un approccio globale e coerente all'aiuto esterno in tutte le sue dimensioni, con un allineamento molto maggiore tra la politica estera e di sicurezza comune (PESC) e gli obiettivi e strumenti della PSDC; ritiene che i contesti strategici in cui sono presenti molte missioni della PSDC dell'UE si stiano radicalmente deteriorando, il che dimostra la necessità che il libro bianco garantisca un approccio flessibile a 360 gradi alla sicurezza europea, che miri a creare una capacità di deterrenza credibile e forte per gli Stati membri e assicuri che il personale civile e militare degli Stati membri sia dotato di capacità di deterrenza e di reazione rapida in un contesto di crescenti minacce;
47. ritiene che la PSDC debba partecipare risolutamente alla lotta alla guerra ibrida contro i paesi partner, in particolare i paesi candidati; è profondamente preoccupato per il forte aumento degli attacchi ibridi, tra cui sabotaggi, attacchi informatici, manipolazione delle informazioni e interferenze nelle elezioni, che mirano a indebolire l'UE e i paesi candidati; invita gli Stati membri dell'UE a prendere in considerazione forme adeguate di deterrenza e contromisure, compreso il ricorso all'articolo 42, paragrafo 7, TUE; invita inoltre gli Stati membri a mettere in comune le risorse e le competenze nel settore della cibersicurezza; sostiene con forza lo sviluppo di un approccio europeo unificato alle forze informatiche; insiste altresì sulla rapida creazione di capacità informatiche europee congiunte; ricorda le crescenti minacce della guerra informatica e sottolinea la necessità che l'UE istituisca un centro di coordinamento dell'UE in materia di ciberdifesa per monitorare, individuare e rispondere alle minacce informatiche in tempo reale;
48. insiste sulla necessità di migliorare la capacità della PSDC di individuare, prevenire e contrastare la manipolazione delle informazioni volta a ostacolare l'azione esterna dell'UE; ribadisce l'invito a istituire un'efficace strategia di comunicazione strategica orizzontale adattata a tutti i canali dell'UE;
49. chiede la creazione di una "flotta aerea dell'UE di risposta alle crisi", nell'ambito della PSDC, comprendente aerei da trasporto militare in dotazione a livello di UE e messi a disposizione degli Stati membri per gli interventi dell'UE, per il trasporto di equipaggiamenti o truppe (mobilità militare), o in caso di evacuazioni di emergenza, come dimostrato dalla carenza di capacità durante il ritiro dall'Afghanistan, nonché per le missioni di sicurezza civile, ispirata a un modello simile al comando europeo di trasporto aereo;
Coerenza e sovranità
Coerenza
50. si aspetta che il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) effettui revisioni complete e rigorose delle missioni e delle operazioni della PSDC, considerando, in particolare, la fattibilità dei rispettivi mandati in relazione alle risorse stanziate, il metodo di reclutamento del personale delle missioni e delle operazioni, segnatamente per quanto riguarda il legame tra le competenze richieste e i diversi profili, come pure la razionalizzazione delle risorse e la gestione delle missioni e delle operazioni, la trasparenza delle gare d'appalto, le attività e i risultati ottenuti, gli insegnamenti tratti dalle migliori pratiche e le difficoltà incontrate; chiede al Consiglio, sulla base di tali revisioni, di adottare decisioni intese ad adattare o ad abbandonare le missioni inefficaci e a rafforzare quelle più utili; ritiene che la valutazione della governance e il controllo delle missioni e delle operazioni della PSDC debbano essere migliorati;
51. ritiene che l'UE dovrebbe elaborare piani di emergenza per la cooperazione economica in caso di guerra con i partner più stretti, per garantire un sostegno reciproco in caso di crisi di sicurezza su vasta scala che li coinvolgano direttamente, e dovrebbe approfondire i dialoghi economici in tempo di guerra con i partner europei e globali, per fornire una segnalazione tempestiva delle minacce gravi, ibride e informatiche e di migliorare la pianificazione del sostegno reciproco, la protezione delle infrastrutture critiche e la sicurezza marittima;
52. invita l'UE ad accelerare ulteriormente l'attuazione della mobilità militare; è del parere che l'UE debba passare dalla "mobilità" alla "logistica militare"; sottolinea la necessità di investimenti significativi nelle infrastrutture di mobilità militare per migliorare le capacità di trasporto aereo di merci e le capacità in quanto a campi, le infrastrutture per i combustibili mediante depositi, porti, piattaforme di trasporto aereo, marittimo e ferroviario, linee ferroviarie, vie navigabili, strade, ponti e poli logistici; sottolinea che ciò deve avvenire in collaborazione con la NATO mediante l'elaborazione di un piano strategico per lo sviluppo della mobilità; chiede la tempestiva attuazione dell'accordo tecnico siglato sotto l'egida dell'autorizzazione di movimenti transfrontalieri dell'Agenzia europea per la difesa, l'armonizzazione delle formalità doganali e la definizione di una revoca centralizzata e giustificata delle norme in materia di traffico stradale e ferroviario in caso di crisi;
53. ritiene che, per creare un ecosistema favorevole all'industria europea della difesa, l'UE debba decidere in merito a una visione chiara e unitaria a lungo termine per l'industria europea della difesa, al fine di conferire visibilità all'industria e di garantire che le esigenze prioritarie siano affrontate;
54. sottolinea che l'EDIP deve agevolare attivamente la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) e dei nuovi operatori del mercato attraverso un accesso semplificato ai finanziamenti; sottolinea che l'EDIP dovrebbe essere concepito come un primo passo verso una maggiore sovranità europea nella produzione nel settore della difesa; suggerisce di accordare priorità ai progetti della cooperazione strutturata permanente (PESCO) e del Fondo europeo per la difesa (FED) di successo in funzione delle carenze di capacità note e di garantire finanziamenti sufficienti per i progetti che si sono dimostrati efficaci; ribadisce agli Stati membri l'invito a presentare al Parlamento una relazione sull'attuazione dei progetti PESCO almeno due volte l'anno; chiede uno sviluppo dell'EDTIB più equilibrato dal punto di vista geografico, che garantisca che le capacità critiche, quali la produzione di munizioni, i sistemi di difesa aerea e le tecnologie basate su droni, siano sviluppate anche negli Stati in prima linea, che hanno una comprensione diretta delle esigenze operative;
55. è profondamente convinto che gli strumenti a livello dell'UE dovrebbero dare priorità e aumentare in modo massiccio il sostegno alle PMI e alle start-up nel settore dei prodotti a duplice uso e della difesa; sottolinea la necessità di sostenere le PMI e le start-up nell'immissione sul mercato dei prototipi collaudati con successo, anche intensificando la produzione; sottolinea la necessità di colmare l'attuale deficit di finanziamento per quanto riguarda questi importanti passi che rafforzerebbero l'EDTIB, anche in stretta cooperazione con la base industriale di tecnologia e di difesa ucraina;
56. esorta l'UE ad aumentare la coerenza tra i suoi strumenti esistenti e futuri, in particolare tra la PESCO per quel che riguarda il consolidamento della domanda e il FED per quel che riguarda le tabelle di marcia programmatiche, tra lo strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA) per quel che riguarda gli appalti comuni e il regolamento sul sostegno alla produzione di munizioni (ASAP) per quel che riguarda il potenziamento industriale, tra l'EDIP per quel che riguarda l'individuazione delle dipendenze e il FED per quel che riguarda la risoluzione delle dipendenze individuate, o all'interno dell'EDIP stesso per quel che riguarda la coerenza con lo strumento dell'attuazione delle azioni relative al consolidamento della domanda e dell'offerta;
57. chiede un aumento significativo degli appalti comuni da parte degli Stati membri per le attrezzature e le capacità di difesa europee necessarie; invita gli Stati membri ad aggregare la domanda acquistando congiuntamente attrezzature per la difesa, con la possibilità di conferire alla Commissione un mandato per l'acquisizione per loro conto, garantendo idealmente un orizzonte di pianificazione a lungo termine per l'EDTIB, migliorando in tal modo le capacità di produzione dell'EDTIB e l'interoperabilità delle forze armate europee e utilizzando in modo efficiente il denaro dei contribuenti attraverso economie di scala;
58. accoglie con favore la proposta di progetti europei di interesse comune nel settore della difesa per lo sviluppo di capacità comuni che vadano oltre i mezzi finanziari di un singolo Stato membro; è del parere che questi progetti dovrebbero essere utilizzati per sostenere le capacità industriali e tecnologiche alla base delle principali priorità comuni di vari Stati membri e in settori come quello della protezione delle frontiere esterne e della difesa, in particolare nel settore terrestre, come pure quello degli abilitanti strategici, in particolare in relazione allo spazio e alla difesa aerea europea, per intervenire per quanto riguarda l'intera gamma delle minacce, sulla mobilità militare, in particolare il trasporto aereo strategico e tattico, gli attacchi in profondità, le tecnologie relative ai droni e al contrasto dei droni, i missili, le munizioni e l'intelligenza artificiale, al fine di sviluppare infrastrutture sovrane e abilitanti critici; sottolinea che, in considerazione del gran numero di priorità e della necessità di mobilitare nuove risorse, il pragmatismo deve prevalere; ritiene, a tale proposito, che l'UE dovrebbe concentrarsi, ove possibile, su tecnologie europee rapidamente disponibili e collaudate che riducano gradualmente le nostre dipendenze e migliorino la nostra sicurezza; sottolinea la necessità di sostenere lo sviluppo di catene del valore paneuropee nella cooperazione dell'UE in materia di difesa integrando imprese in tutta l'Unione e di rafforzare la competitività del settore con vari mezzi, come le fusioni e i campioni; ritiene inoltre che, anziché concentrarsi su un rendimento equo, le nostre politiche di difesa dovrebbero incoraggiare la crescita dei centri di eccellenza dell'UE;
59. invita a sviluppare ulteriormente una politica industriale di difesa dell'UE per migliorare gli strumenti esistenti e mettere a punto strumenti specifici per la difesa, ove necessario, nonché per ottimizzare l'uso degli strumenti non specifici per la difesa ai fini dell'EDTIB;
60. rammenta la necessità di garantire la coerenza delle politiche pubbliche dell'UE, che non devono generare obblighi contrastanti con gli obiettivi di difesa generali, soprattutto durante una crisi di sicurezza in cui andrebbe introdotto il concetto di "eccezione strategica"; chiede la creazione di un vero contesto di difesa a favore della difesa che possa sostenere gli sforzi di potenziamento industriale facendo un uso migliore degli strumenti multisettoriali della Commissione, sottoponendo gli strumenti esistenti a controllo, riesame e, se necessario, revisione per garantire che non compromettano gli obiettivi della politica di difesa dell'UE;
61. raccomanda l'istituzione di un regime di sicurezza dell'approvvigionamento, che comprenda scorte strategiche congiunte di materie prime e parti critiche, al fine di garantire la disponibilità delle materie prime e dei componenti necessari per la produzione di prodotti per la difesa e consentire di accelerare e abbreviare i cicli di produzione; chiede che la Commissione e gli Stati membri siano incaricati congiuntamente della mappatura e del monitoraggio dell'EDTIB, con l'obiettivo di salvaguardare i suoi punti di forza, ridurre le sue vulnerabilità, evitare crisi e dotarla di una politica industriale efficace ed efficiente;
62. propone di consentire l'accesso a InvestEU e ad altri fondi dell'UE alle pertinenti entità/attività legate alla difesa, sfruttando la difesa dell'UE come fonte di occupazione; insiste sull'importanza di privilegiare le entità/attività legate alla difesa, a seconda dei casi, con il sostegno del regolamento sui chip(5) e della normativa europea sulle materie prime critiche(6); ritiene che gli sforzi di semplificazione annunciati dalla Commissione debbano includere pienamente il settore della difesa; invita la Commissione a sfruttare appieno il potenziale a duplice uso delle tecnologie spaziali, considerando lo spazio sia come un nuovo settore operativo sia come un fattore essenziale per le operazioni multisettoriali; sottolinea che l'UE presenta attualmente un divario sostanziale in termini di capacità spaziali rispetto ai suoi principali concorrenti e che, al fine di colmare tale divario nell'ambito delle tecnologie spaziali, i progetti di punta già esistenti (ad esempio Copernicus e Galileo) dovrebbero essere potenziati per le applicazioni nel settore della difesa; suggerisce inoltre che l'UE dovrebbe perseguire con urgenza lo sviluppo della costellazione IRIS2 e sviluppare ulteriori progetti comuni dell'UE, ad esempio per la conoscenza del settore spaziale e le applicazioni spaziali per l'allarme rapido contro i missili;
63. insiste sulla necessità di garantire la coerenza geografica facendo il punto sulla volontà dell'UE e del Regno Unito di creare garanzie di sicurezza per l'Ucraina e diventare partner più stretti in materia di sicurezza, e di siglare una dichiarazione congiunta che preveda impegni concreti e un dialogo strutturato, con condizioni di bilancio e normative ancora da negoziare, per rafforzare la cooperazione tra UE e Regno Unito per quel che riguarda l'intera gamma di sfide estere e di sicurezza a cui è esposto il continente, tenendo conto dell'importanza dell'autonomia decisionale dell'UE; sottolinea, a tale riguardo, l'importanza di una più stretta cooperazione in materia di condivisione di informazioni e intelligence, mobilità militare, iniziative di sicurezza e difesa, gestione delle crisi, ciberdifesa, minacce ibride, manipolazione delle informazioni e ingerenze straniere nonché di gestione congiunta delle minacce condivise;
64. chiede di migliorare la coerenza del sostegno alle imprese riducendo gli oneri amministrativi superflui e la burocrazia e garantendo, nel contempo, un accesso molto più agevole agli aiuti previsti per le società a piccola e media capitalizzazione; sottolinea la necessità di rivedere, semplificare e armonizzare l'attuale quadro per le licenze di esportazione e le licenze di trasferimento intra-UE, nonché per la certificazione incrociata delle attrezzature, come una delle priorità per promuovere una migliore cooperazione all'interno del mercato e tra gli Stati membri;
65. esorta a istituire un sistema europeo comune di certificazione dei sistemi d'arma e ad andare oltre l'attuale sistema di certificazione nazionale al fine di accelerare l'introduzione di tali sistemi nelle forze armate degli Stati membri;
66. chiede una governance più coerente, dal momento che la PSDC deve diventare lo strumento chiave di un'Europa potente; ritiene che, a tal fine, sia necessario creare un effettivo legame a livello di governance tra gli Stati membri, la vicepresidente della Commissione europea/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (AR/VP) e i commissari europei; esorta gli Stati membri a superare la complessità dei processi decisionali in materia di governance della difesa europea; invita a istituire un Consiglio dei ministri della difesa e a passare dal voto all'unanimità a quello a maggioranza qualificata per le decisioni prese in seno al Consiglio europeo, al Consiglio dei ministri e alle agenzie dell'UE come l'Agenzia europea per la difesa, a eccezione delle decisioni che riguardano le operazioni militari con mandato esecutivo; chiede che, nel frattempo, venga applicato l'articolo 44 TUE nell'ambito della creazione di una task force orizzontale per la difesa in seno alla Commissione; chiede più responsabilità democratica attraverso una maggiore supervisione da parte del Parlamento;
67. propone di rafforzare il ruolo di supervisione e controllo del Parlamento in linea con l'ampliamento del ruolo dell'UE nel settore della difesa; chiede la nomina di un rappresentante del Parlamento in seno al nuovo consiglio per la prontezza industriale nel settore della difesa proposto nell'EDIP, in cui attualmente non è previsto alcun rappresentante;
Sovranità
68. sottolinea che la creazione di un mercato unico europeo della difesa è una priorità, dal momento che finora la frammentazione e la mancanza di competitività dell'industria europea hanno limitato la capacità dell'UE di assumersi maggiori responsabilità in quanto garante della sicurezza; rammenta che il concetto di "mercato della difesa" implica il pieno riconoscimento della sua specificità e un'applicazione adeguata e coerente delle politiche pubbliche dell'UE; ricorda che la preferenza europea dovrebbe essere l'obiettivo di questo "mercato" unico collegando strettamente la territorialità e il valore aggiunto generato nel territorio;
69. ritiene che la preferenza europea debba essere il principio guida e l'ambizione a lungo termine delle politiche dell'UE relative al mercato europeo della difesa, al fine di sviluppare e tutelare l'eccellenza tecnologica europea; sottolinea, tuttavia, che tale preferenza non deve essere perseguita a scapito della prontezza alla difesa dell'Unione, data la portata delle catene di approvvigionamento e del valore internazionali nel settore della difesa;
70. respinge uno scenario in cui i fondi dell'UE contribuiscano a perpetuare o ad aggravare la dipendenza da attori non europei, sia per la produzione di capacità che per il loro dispiegamento;
71. esorta gli Stati membri a non invocare più l'articolo 346 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea come strumento per evitare l'applicazione della direttiva 2009/81/CE sugli appalti(7), compromettendo in tal modo il mercato comune della difesa; invita la Commissione a rivedere la direttiva sul trasferimento di prodotti per la difesa(8) e la direttiva sugli appalti nel settore della difesa, nonché la direttiva 2009/43/CE sui trasferimenti intracomunitari, al fine di rafforzare il mercato comune della difesa e introdurre flessibilità in relazione alle situazioni di crisi come quella che ci troviamo ad affrontare;
72. invita la Commissione a progettare un successore del Fondo europeo per la difesa più strategico, più efficiente e dotato di maggiori risorse, che sostenga la ricerca e l'innovazione comuni nel settore della difesa lungo tutta la catena di approvvigionamento, e a creare le condizioni per affrontare sfide tecnologiche, quali minacce avanzate persistenti, intelligenza artificiale e apprendimento automatico, calcolo quantistico, Internet delle cose nel contesto militare, sicurezza, attacchi alla catena di approvvigionamento, sfruttamento delle vulnerabilità zero-day e sicurezza dei cloud; chiede l'istituzione di un'agenzia dell'UE, ispirata all'Agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanza nel settore della difesa, nell'ambito dell'Agenzia europea per la difesa, che dovrebbe essere l'unica responsabile del sostegno alla ricerca nel campo delle tecnologie emergenti e di rottura, dotata di una quantità adeguata di capitale di rischio;
Finanziamenti e investimenti
73. esprime preoccupazione per il fatto che, senza un aumento sostanziale degli investimenti nel settore della difesa, gli obiettivi dell'UE in materia di sicurezza e difesa non saranno raggiunti né in termini di sostegno militare all'Ucraina né di miglioramento della nostra sicurezza comune; sottolinea che il costo della mancata preparazione alle evenienze militari più estreme sarebbe nettamente superiore al costo di una preparazione decisiva dell'UE; invita l'UE e i suoi Stati membri a definire e concordare modalità e mezzi concreti per giungere a un sostanziale aumento a breve, medio e lungo termine degli investimenti pubblici e privati nei settori della difesa e della sicurezza;
74. ritiene che le linee di spesa per la difesa del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'UE dovranno riflettere la nuova priorità, ossia essere pronti per le evenienze militari più estreme;
75. insiste sul fatto che i bisogni più urgenti non possono attendere il prossimo QFP; ribadisce la necessità di esplorare senza indugio soluzioni innovative per reperire finanziamenti aggiuntivi, come investire nel settore della difesa, facilitare e accelerare la riassegnazione dei fondi tra diversi progetti e adattare i criteri di finanziamento dell'UE per dare nuovo rilievo ai criteri di sicurezza nell'assegnazione della spesa;
76. accoglie con favore il piano "ReArm Europe" in cinque punti proposto il 4 marzo 2025 dalla presidente della Commissione;
77. sostiene fermamente l'idea secondo cui gli Stati membri dell'UE devono aumentare i finanziamenti per la difesa e la sicurezza portandoli a un nuovo livello; osserva che alcuni Stati membri hanno già aumentato la spesa per la difesa al 5 % del PIL;
78. accoglie con favore le proposte formulate nella recente relazione Niinistö per quanto riguarda il finanziamento della difesa europea; è favorevole all'istituzione di un meccanismo per la difesa dell'Europa e di un meccanismo per la sicurezza dell'Europa; accoglie con favore e sostiene altresì la proposta di istituire un programma di garanzia degli investimenti basato sul modello di InvestEU, con un'architettura aperta per stimolare gli investimenti del settore privato, e di istituire una "norma per le obbligazioni europee per la preparazione";
79. reputa opportuno modificare i piani nazionali per la ripresa e la resilienza per lasciare spazio a nuovi finanziamenti per la difesa; chiede che gli investimenti in questione rispondano sia alle vulnerabilità della capacità militare che a quelle del tessuto sociale, consentendoci di combattere tutte le minacce ai nostri valori, al nostro modello sociale, alla nostra sicurezza e alla nostra difesa;
80. esorta gli Stati membri a sostenere l'istituzione di una banca per la difesa, la sicurezza e la resilienza, che funga da istituto multilaterale di prestito concepito per fornire prestiti a un basso tasso di interesse e a lungo termine per sostenere le principali priorità in materia di sicurezza nazionale, quali il riarmo, la modernizzazione della difesa, gli sforzi di ricostruzione in Ucraina e il riacquisto di infrastrutture critiche attualmente di proprietà di paesi terzi ostili;
81. chiede che sia esplorato un sistema di obbligazioni europee per la difesa per il finanziamento anticipato di investimenti militari su larga scala; chiede, analogamente, di valutare la possibilità di fare ricorso ai "coronabond" inutilizzati per gli strumenti di difesa, a integrazione del piano "ReArm Europe" della Commissione, vista l'urgente necessità dell'UE di rafforzare la sicurezza e la difesa per proteggere i propri cittadini, ripristinare la deterrenza e sostenere i suoi alleati, in primo luogo l'Ucraina;
82. ribadisce, in linea con il piano "ReArm Europe" della Commissione, l'invito alla Banca europea per gli investimenti (BEI), e ad altre istituzioni finanziarie internazionali e banche private in Europa, a investire più attivamente nell'industria europea della difesa; chiede, in particolare, una revisione urgente della politica della BEI in materia di prestiti e un'immediata flessibilità che permetta di abolire le attuali restrizioni al finanziamento della difesa, nonché la possibilità di valutare l'emissione di debito a destinazione vincolata per finanziare progetti nel settore della sicurezza e della difesa;
83. invita il presidente del Consiglio europeo António Costa a convocare immediatamente il Consiglio europeo, sulla base delle conclusioni del libro bianco, affinché i leader dell'UE possano concordare decisioni immediate e di ampia portata per attuare l'Unione europea della difesa conformemente all'articolo 42, paragrafo 2, TUE e approfondire le misure individuate nel libro bianco;
84. accoglie con favore i risultati del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo 2025 e chiede agli Stati membri di agire con decisione in occasione del prossimo Consiglio di marzo;
85. sottolinea la necessità di rafforzare i nostri partenariati con i paesi che condividono gli stessi principi, in particolare quelli europei, come il Regno Unito e la Norvegia; chiede un ampio patto di sicurezza tra l'UE e il Regno Unito, che contempli anche temi chiave quali l'energia, la migrazione e i minerali critici; sottolinea il valore aggiunto della promozione delle nostre relazioni con partner globali quali gli Stati Uniti, il Giappone e l'Australia;
86. chiede una cooperazione rafforzata con i paesi dei Balcani occidentali nel settore delle industrie della difesa; sottolinea che i paesi dei Balcani occidentali dispongono di competenze significative nelle industrie della difesa e che l'UE dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di acquistare attrezzature militari dai paesi dei Balcani occidentali; sottolinea che tale approccio contribuirebbe a rendere i paesi dei Balcani occidentali alleati più forti dell'UE;
87. ritiene che occorra compiere ogni sforzo per mantenere e, se possibile, promuovere la cooperazione transatlantica in ogni ambito del settore militare e della difesa, ricordando al contempo la necessità di promuovere la difesa europea e di sviluppare una maggiore sovranità;
88. osserva che quanto precede non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri;
o o o
89. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Presidente della Commissione e ai commissari competenti, alle agenzie dell'UE per la sicurezza e la difesa nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
Comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 18 maggio 2022, sull'analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso (JOIN(2022)0024).
Bussola strategica per la sicurezza e la difesa – Per un'Unione europea che protegge i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi e contribuisce alla pace e alla sicurezza internazionali, approvata dal Consiglio il 21 marzo 2022 e dal Consiglio europeo il 24 marzo 2022.
Relazione di Mario Draghi, del 9 settembre 2024, sul futuro della competitività europea e in particolare il capitolo 4 sull'aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze.
Relazione di Sauli Niinistö, del 30 ottobre 2024, dal titolo "Safer Together: Strengthening Europe's Civilian and Military Preparedness and Readiness" (Più sicuri insieme: rafforzare la preparazione e la prontezza dell'Europa nel settore civile e militare).
Regolamento (UE) 2023/1781 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 settembre 2023, che istituisce un quadro di misure per rafforzare l'ecosistema europeo dei semiconduttori e che modifica il regolamento (UE) 2021/694 (regolamento sui chip), (GU L 229 del 18.9.2023, pag. 1, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2023/1781/oj).
Regolamento (UE) 2024/1252 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 aprile 2024, che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche e che modifica i regolamenti (UE) n. 168/2013, (UE) 2018/858, (UE) 2018/1724 e (UE) 2019/1020 (GU L, 2024/1252, 3.5.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2024/1252/oj).
Direttiva 2009/81/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009, relativa al coordinamento delle procedure per l'aggiudicazione di taluni appalti di lavori, di forniture e di servizi nei settori della difesa e della sicurezza da parte delle amministrazioni aggiudicatrici/degli enti aggiudicatori, e recante modifica delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE (GU L 216 del 20.8.2009, pag. 76, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2009/81/oj).
Direttiva 2009/43/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che semplifica le modalità e le condizioni dei trasferimenti all'interno della Comunità di prodotti per la difesa (GU L 146 del 10.6.2009, pag. 1, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2009/43/oj).