Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2024/2080(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A10-0010/2025

Testi presentati :

A10-0010/2025

Discussioni :

Votazioni :

PV 02/04/2025 - 7.7
CRE 02/04/2025 - 7.7

Testi approvati :

P10_TA(2025)0057

Testi approvati
PDF 284kWORD 106k
Mercoledì 2 aprile 2025 - Strasburgo
Attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2024
P10_TA(2025)0057A10-0010/2025

Risoluzione del Parlamento europeo del 2 aprile 2025 sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2024 (2024/2080(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare gli articoli 14, 16, 21, 24, 36 e 41,

–  visto l'accordo interistituzionale, del 16 dicembre 2020, tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell'Unione europea e la Commissione europea sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria, nonché su nuove risorse proprie, compresa una tabella di marcia verso l'introduzione di nuove risorse proprie(1),

–  vista la relazione del 20 giugno 2024 del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), dal titolo "Common Foreign and Security Policy Report – Our Priorities in 2024" (Relazione sulla politica estera e di sicurezza comune – Le nostre priorità nel 2024),

–  vista la "Bussola strategica per la sicurezza e la difesa – Per un'Unione europea che protegge i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi e contribuisce alla pace e alla sicurezza internazionali", approvata dal Consiglio europeo il 21 marzo 2022,

–  visto il concetto strategico 2022 della NATO, adottato il 29 giugno 2022,

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 22 marzo 2024, del 18 aprile 2024, del 27 giugno 2024, del 19 dicembre 2024, del 6 marzo 2025 e del 20 marzo 2025,

–  viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 18 marzo 2024, del 22 aprile 2024, del 24 maggio 2024, del 24 giugno 2024, del 22 luglio 2024, del 14 ottobre 2024, del 18 novembre 2024, del 16 dicembre 2024, del 27 gennaio 2025, del 24 febbraio 2025 e del 17 marzo 2025,

–  vista la dichiarazione del vertice tra l'UE e la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (CELAC), adottata il 18 luglio 2023,

–  vista la decisione (PESC) 2021/509 del Consiglio, del 22 marzo 2021, che istituisce uno strumento europeo per la pace, e abroga la decisione (PESC) 2015/528(2),

–  visti gli orientamenti politici della Presidente della Commissione per il periodo 2024-2029,

–  viste le relazioni sull'allargamento del 2024 presentate dalla Commissione il 30 ottobre 2024,

–  vista la comunicazione della Commissione, del 30 ottobre 2024, dal titolo "Comunicazione 2024 sulla politica di allargamento dell'UE" (COM(2024)0690),

–  visto il regolamento (UE) 2024/1449 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 maggio 2024, sull'istituzione di uno strumento per le riforme e la crescita per i Balcani occidentali(3),

–  visto il regolamento (UE) 2025/535 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 marzo 2025, sull'istituzione di uno strumento per le riforme e la crescita per la Repubblica di Moldova(4)

–  vista la relazione di Sauli Niinistö, del 30 ottobre 2024, dal titolo "Strengthening Europe's civilian and military preparedness and readiness" (Rafforzare la preparazione e la prontezza dell'Europa nel settore civile e militare),

–  visti gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani, adottati nel 2004, aggiornati nel 2008 e ulteriormente integrati nel 2020 con una nota orientativa sull'attuazione degli orientamenti,

–  viste le sue risoluzioni sulle violazioni dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto, approvate a norma dell'articolo 150 del suo regolamento,

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 20 giugno 2023, sulla strategia europea per la sicurezza economica (JOIN(2023)0020),

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 16 dicembre 2020, dal titolo "La strategia dell'UE in materia di cibersicurezza per il decennio digitale" (JOIN(2020)0018),

–  vista la raccomandazione della Commissione del 3 ottobre 2023 relativa ai settori tecnologici critici per la sicurezza economica dell'UE ai fini di un'ulteriore valutazione dei rischi con gli Stati membri (C(2023) 6689),

–  vista la decisione (PESC) 2019/797 del Consiglio, del 17 maggio 2019, concernente misure restrittive contro gli attacchi informatici che minacciano l'Unione o i suoi Stati membri(5),

–  vista la sua risoluzione del 1° giugno 2023 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione(6),

–  vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2024 sul tema "Rafforzare la resilienza della Moldova dinanzi alle interferenze russe in vista delle prossime elezioni presidenziali e di un referendum costituzionale sull'integrazione nell'UE"(7),

–  vista la sua risoluzione del 24 ottobre 2024 sull'interpretazione errata della risoluzione 2758 delle Nazioni Unite da parte della Repubblica popolare cinese e le sue continue provocazioni militari intorno a Taiwan(8),

–  vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2024 sulle implicazioni in materia di sicurezza e di difesa dell'influenza della Cina sulle infrastrutture critiche nell'Unione europea(9),

–  viste le sue risoluzioni del 24 ottobre 2024 sulla situazione in Azerbaigian: violazione dei diritti umani e del diritto internazionale e relazioni con l'Armenia(10) e del 5 ottobre 2023 sulla situazione nel Nagorno-Karabakh in seguito all'attacco dell'Azerbaigian e alle continue minacce contro l'Armenia(11),

–  viste le sue risoluzioni sulla memoria storica, comprese le sue risoluzioni del 2 aprile 2009 su coscienza europea e totalitarismo(12), del 19 settembre 2019 sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa(13), del 15 dicembre 2022 sul tema "90 anni dopo l'Holodomor: riconoscere l'uccisione di massa per fame come genocidio"(14) e del 17 gennaio 2024 sulla coscienza storica europea(15),

–  vista la relazione del 9 maggio 2022 sul risultato finale della Conferenza sul futuro dell'Europa,

–  visto il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna per il periodo 2021-2025 (GAP III),

–  vista la convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica ("convenzione di Istanbul"), entrata in vigore nell'UE il 1° ottobre 2023,

–  vista la risoluzione delle Nazioni Unite adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015 durante il vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che si è svolto a New York, dal titolo "Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile" ("Agenda 2030"), che ha stabilito gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS),

–  vista la risoluzione delle Nazioni Unite sull'assistenza ai rifugiati palestinesi adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite l'8 dicembre 1949,

–  vista la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 22 novembre 1967, su una soluzione pacifica e accettata della situazione in Medio Oriente,

–  vista la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dell'11 agosto 2006, sulla situazione in Medio Oriente,

–  viste la convenzione delle Nazioni Unite del 1948 per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio e la risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, del 22 giugno 2020, per la prevenzione del genocidio,

–  visto lo statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI),

–  visto l'accordo di cooperazione e di assistenza tra la Corte penale internazionale e l'Unione europea del 28 aprile 2006(16),

–  visto il parere consultivo sollecitato alla Corte internazionale di giustizia dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella sua risoluzione del 30 dicembre 2022 dal titolo "Israeli practices affecting the human rights of the Palestinian people in the Occupied Palestinian Territory, including East Jerusalem" ("Pratiche israeliane che ledono i diritti umani del popolo palestinese nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est"),

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 19 marzo 2025, dal titolo "Joint White Paper for European Defence Readiness 2030" ("Libro bianco congiunto sulla prontezza europea alla difesa per il 2030") (JOIN(2025)0120),

–  visto l'articolo 55 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A10-0010/2025),

A.  considerando che il mondo si trova ad affrontare rapidi cambiamenti geopolitici, con potenze autocratiche che agiscono sia individualmente che di concerto, mettendo attivamente in discussione l'ordine internazionale basato su regole e le sue istituzioni multilaterali, il diritto internazionale, le istituzioni e le società democratiche, come pure le nostre alleanze; che occorre valutare tutta l'influenza dell'UE per dissuadere i paesi dal sostenere l'aggressione russa;

B.  considerando il vertice BRICS tenutosi a Kazan (Russia) dal 22 al 24 ottobre 2024, che sottolinea come Putin faccia leva sulle piattaforme internazionali per contrastare l'isolamento e costruire alleanze; che è necessaria una risposta unitaria e strategica dell'UE per difendere i principi dell'ordine internazionale basato su regole;

C.  considerando che l'UE e i suoi Stati membri dovrebbero rivedere l'assistenza allo sviluppo fornita ai governi dei paesi che sostengono apertamente la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e monitorare i loro voti sulle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite;

D.  considerando che sta crescendo lo scontro geopolitico tra democrazie e regimi autoritari e dittatoriali, che i conflitti si moltiplicano e che l'uso della forza è visto sempre più come uno strumento ordinario per perseguire obiettivi politici; che la forza è utilizzata non solo dagli Stati, ma anche da una serie sempre più ampia di attori non statali; che l'UE deve consolidare le relazioni transatlantiche e instaurare partenariati costruttivi con partner che condividono gli stessi principi nel Sud globale;

E.  considerando che il contesto geopolitico in cui opera l'UE ha accentuato l'esigenza di un'azione più ambiziosa, credibile, decisiva e unitaria da parte dell'Unione e di una politica estera europea a pieno titolo sulla scena mondiale e ha messo in evidenza la necessità per gli Stati membri di dimostrare la volontà politica richiesta per ricostruire le loro capacità di difesa, rafforzando al tempo stesso i legami transatlantici dell'UE e i partenariati con paesi che condividono gli stessi principi; che la politica estera e di sicurezza comune (PESC) deve diventare una politica dell'UE a pieno titolo attraverso la quale l'Unione può affrontare le principali sfide geopolitiche; che nella sua azione esterna l'UE dovrebbe essere guidata dai valori e dai principi sanciti all'articolo 2, all'articolo 3, paragrafo 5, e all'articolo 21 TUE, che hanno ispirato la creazione, lo sviluppo e l'allargamento dell'UE; che è pertanto nell'interesse dell'UE difendere i valori, le norme e i principi universali come la libertà e gli standard democratici, nonché i diritti umani, lo Stato di diritto, la giustizia internazionale e l'Atto finale di Helsinki, in particolare per quanto riguarda la non violazione delle frontiere internazionali;

F.  considerando che l'UE deve far fronte alla rapida insorgenza di nuove minacce alle sue frontiere e sul suo territorio che stanno destabilizzando il suo funzionamento, tra cui la disinformazione mirata, gli attacchi informatici e ibridi e la strumentalizzazione dei flussi migratori, oltre al terrorismo internazionale e al radicalismo religioso;

G.  considerando che l'autonomia strategica richiede che l'UE agisca in modo indipendente sulla scena mondiale ove necessario, in particolare in materia di politica estera e di sicurezza; che l'UE ha riconosciuto la necessità di ridurre l'eccessiva dipendenza da attori esterni al fine di salvaguardare i propri interessi in un mondo imprevedibile e multipolare;

H.  considerando che l'UE deve sviluppare una diplomazia europea indipendente e autonoma, compresa una diplomazia pubblica e culturale, economica, climatica, digitale e informatica, guidata da un servizio diplomatico dell'UE ispirato da una cultura diplomatica comune;

I.  considerando che la guerra di aggressione russa nei confronti dell'Ucraina viola l'ordine internazionale basato su regole, i principi fondamentali del diritto internazionale sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e le convenzioni e risoluzioni fondamentali, l'Atto finale di Helsinki e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo;

J.  considerando che tra le violazioni della Convenzione di Ginevra relativa ai prigionieri di guerra compiute dalla Russia figurano le esecuzioni di prigionieri e il rifiuto di accesso per le organizzazioni umanitarie e di trattamento medico dei prigionieri;

K.  considerando che la CPI ha emesso un mandato d'arresto nei confronti di Vladimir Putin e Marija Lvova-Belova, alta commissaria russa per i diritti dei minori, per il loro coinvolgimento nel rapimento di minori ucraini poi condotti in Russia; che la Russia, con l'aiuto del regime bielorusso, sta rieducando i minori ucraini cancellando la loro identità nazionale ucraina; che il regime di Aliaksandr Lukashenka in Bielorussia deve essere ritenuto pienamente responsabile della sua complicità nella guerra di aggressione contro l'Ucraina e di crimini di guerra, quale il rapimento di migliaia di minori ucraini;

L.  considerando che la CPI ha altresì emesso mandati d'arresto nei confronti dei leader militari russi Sergei Shoigu, Valery Gerasimov, Viktor Sokolov e Sergei Kobylash, accusati di aver diretto attacchi contro obiettivi civili;

M.  considerando che il governo ungherese sta bloccando il Fondo di assistenza per l'Ucraina da 5 miliardi di EUR, istituito nel marzo 2024 nell'ambito dello strumento europeo per la pace (EPF); che il governo ungherese sta bloccando l'ottava tranche dei rimborsi dell'EPF per gli Stati membri che forniscono aiuto militare all'Ucraina da maggio 2023;

N.  considerando che le navi cisterna della flotta ombra russa rappresentano un notevole rischio per la sicurezza marittima e ambientale, in quanto spengono o manipolano i loro sistemi di identificazione automatica; che queste navi cisterna apportano ogni mese circa 12 miliardi di USD al bilancio di guerra della Russia, finanziando così direttamente le sue operazioni militari aggressive;

O.  considerando che il regime di Vladimir Putin ha strumentalizzato la storia nel tentativo di assicurarsi la lealtà del popolo russo generando nostalgia per la presunta grandezza dell'impero sovietico, falsificando la storia della Russia e dell'Ucraina, respingendo la politica di Nikita Khrushchev di riconoscimento e condanna dei crimini stalinisti, rinnegando il riconoscimento e la condanna da parte di Mikhail Gorbachev del patto Molotov-Ribbentrop e dichiarando che il crollo dell'Unione sovietica è stata la più grande tragedia del secolo scorso;

P.  considerando che la Russia e altri attori malevoli nei paesi vicini promuovono una retorica anti-occidentale e divisiva e sfruttano le tensioni etniche nei Balcani occidentali per alimentare i conflitti e dividere le comunità, anche attraverso la strumentalizzazione della Chiesa ortodossa serba;

Q.  considerando che nel 2024 si è celebrato il 20° anniversario del grande allargamento dell'UE, che ha visto l'adesione di dieci paesi; che l'allargamento riveste un'estrema importanza strategica per l'UE, in quanto rappresenta un investimento geostrategico per la pace, la democrazia, la stabilità, la sicurezza, la protezione del clima e la prosperità a lungo termine in tutto il continente, in particolare alla luce della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina; che la preparazione all'allargamento richiede riforme nell'UE e che l'Unione dovrebbe pertanto portare avanti il processo di allargamento parallelamente alle riforme istituzionali e decisionali necessarie per salvaguardare la capacità di integrazione dell'Unione;

R.  considerando che l'UE deve mantenere lo slancio nell'accelerazione della sua politica di allargamento a mano a mano che i paesi candidati all'adesione continuano il processo di riforma e raggiungono i parametri di riferimento richiesti relativamente all'acquis dell'UE; che messaggi coerenti e un percorso chiaro verso l'integrazione dei paesi candidati sono fondamentali per mantenere viva la prospettiva europeista;

S.  considerando che il futuro dei Balcani e dei paesi del vicinato orientale è nell'UE;

T.  considerando che l'Unione si fonda sui valori della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, che rientrano nei criteri di Copenaghen, la serie fondamentale di criteri per l'adesione all'UE; che il processo di adesione è un processo meritocratico e reversibile;

U.  considerando che l'adesione all'UE esige l'allineamento della politica estera, anche per quanto riguarda i voti sulle risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il sostegno all'Ucraina e l'allineamento alle sanzioni nei confronti della Russia; che la maggior parte dei paesi dei Balcani occidentali ha raggiunto livelli elevati di allineamento alla PESC, con la significativa eccezione della Serbia;

V.  considerando che la Macedonia del Nord ha concluso l'accordo di Prespa con la Grecia e il trattato di amicizia, buon vicinato e cooperazione con la Bulgaria;

W.  considerando che i cittadini della Georgia hanno dimostrato il loro impegno a favore dei valori democratici e al compimento di progressi verso l'integrazione nell'UE del loro paese; che l'arretramento democratico in Georgia deve essere invertito; che le autorità georgiane dovrebbero tenere conto della volontà del popolo georgiano di aderire all'UE e garantire elezioni libere ed eque, porre fine all'arretramento democratico, abbandonare le leggi che mettono a repentaglio il futuro europeo della Georgia e perseguire riforme democratiche filoeuropee; che la Georgia dovrebbe allinearsi alla PESC dell'UE, anche per quanto riguarda le sanzioni adottate all'unanimità nei confronti della Russia;

X.  considerando che qualsiasi accordo di partenariato tra l'UE e l'Azerbaigian, anche in materia di energia, deve prevedere condizioni rigorose per quanto riguarda il rispetto del diritto internazionale, dei diritti fondamentali e degli obblighi internazionali e, in particolare, il fatto che l'Azerbaigian compia progressi sostanziali verso un accordo di pace globale e sostenibile con l'Armenia;

Y.  considerando che il Mediterraneo riveste grande importanza per l'UE, sia dal punto di vista storico che geografico; che i paesi del vicinato meridionale svolgono un ruolo importante nel garantire che i flussi migratori irregolari siano gestiti sulla base dei principi di solidarietà, equilibrio, responsabilità condivisa, nel pieno rispetto del diritto dell'UE e internazionale applicabile e, in particolare, dei diritti umani e del diritto umanitario;

Z.  considerando che i partenariati e gli accordi strategici tra l'Unione e i paesi di origine e di transito, come quelli conclusi tra l'UE e la Mauritania, si stanno rivelando un modello di successo per la prevenzione della migrazione irregolare e la lotta ai trafficanti di migranti;

AA.  considerando che la fornitura da parte della Repubblica islamica dell'Iran di migliaia di droni Shahed alla Russia ha consolidato ulteriormente il ruolo dell'Iran come Stato paria; che la Corea del Nord e la Cina dimostrano ulteriormente la loro ostinata inosservanza delle leggi e delle norme internazionali;

AB.  considerando che il 28 maggio 2024 la Norvegia, l'Irlanda e la Spagna hanno riconosciuto lo Stato di Palestina, seguite, il 4 giugno 2024, dalla decisione del parlamento sloveno di fare altrettanto;

AC.  considerando che la Cina si definisce uno "Stato vicino all'Artico" e che sta sviluppando, in stretta collaborazione con la Russia, una via della seta polare;

AD.  considerando che l'iniziativa "nuova via della seta", nota in Cina come "One Belt, One Road", rappresenta una sfida per gli interessi dell'UE;

AE.  considerando che il 14 ottobre 2024 l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e il ministro degli Esteri britannico hanno convenuto di avviare consultazioni strategiche su questioni quali la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, la regione indo-pacifica, i Balcani occidentali e le minacce ibride;

AF.  considerando che tutte le agenzie delle Nazioni Unite incarnano l'ordine internazionale basato su regole in quanto sostengono e attuano sia la lettera che lo spirito della Carta delle Nazioni Unite, alla quale tutti gli Stati membri dell'ONU devono attenersi;

AG.  considerando che la credibilità e la coerenza dell'UE sono requisiti fondamentali per la corretta attuazione della sua azione esterna, in quanto rafforzano la fiducia nei confronti dell'UE tra vari attori e paesi terzi; che l'efficacia delle azioni dell'UE a livello mondiale è subordinata alla necessità di garantire il massimo livello di coordinamento e coerenza nell'azione esterna dell'UE; che il coordinamento tra la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) dovrebbe essere rafforzato, in particolare a causa dell'insufficiente bilancio operativo del SEAE;

AH.  considerando che l'attuazione dell'uguaglianza di genere e dell'agenda Donne, pace e sicurezza (WPS) richiede iniziative che promuovano una leadership sensibile alle esigenze di genere, tutelino i diritti delle donne e combattano la violenza sessuale e di genere nei contesti di conflitto e post-conflitto; che il finanziamento di tali iniziative è essenziale per sostenere le organizzazioni locali della società civile e fornire un sostegno incentrato sui sopravvissuti;

AI.  considerando che i difensori dei diritti umani sono i principali alleati dell'UE nel difendere e promuovere i diritti umani all'estero; che i difensori dei diritti umani sono sempre più esposti al rischio di attacchi e minacce da parte di attori statali e non statali; che il Parlamento ha ripetutamente chiesto l'attuazione adeguata e coordinata degli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani (2008); che gli Stati membri, insieme alle istituzioni dell'UE, dovrebbero attuare tali orientamenti, che comprendono una serie di impegni specifici come la presentazione di relazioni periodiche, il coordinamento e l'azione a sostegno dei difensori dei diritti umani;

AJ.  considerando che le conseguenze dei cambiamenti climatici avranno un effetto sempre crescente su vari aspetti della vita umana, compresi l'ordine geopolitico e la stabilità mondiale; che è di fondamentale importanza che la lotta ai cambiamenti climatici, che richiede un'azione per il clima, e l'assistenza a quanti sono più duramente colpiti dalle loro ripercussioni diventino una pietra angolare della PESC; che è importante sottolineare il ruolo fondamentale che la Commissione e gli Stati membri devono svolgere, nel quadro di un approccio comune, per il progresso della diplomazia del clima a livello globale;

AK.  considerando che la relazione dal titolo "Più sicuri insieme: rafforzare la preparazione e la prontezza dell'Europa nel settore civile e militare", presentata da Sauli Niinistö, consigliere speciale della Presidente della Commissione europea, fornisce raccomandazioni strategiche per rafforzare la preparazione civile e militare dell'Europa alla luce delle crescenti e complesse minacce alla sicurezza;

AL.  considerando che la presente relazione esamina in primo luogo la relazione annuale sulla PESC del VP/AR e la integra successivamente con le posizioni del Parlamento sugli obiettivi della PESC nel 2025; che, in tal modo, la relazione si concentra in particolare 1) sulle conseguenze globali della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, 2) sul conflitto e la pace in Medio Oriente, 3) sulla cooperazione con partner che condividono gli stessi principi e 4) sulla visibilità e influenza generali dell'azione dell'UE all'estero; che la posizione lungimirante del Parlamento in materia di PESC è, in ultima analisi, messa in luce dalle principali richieste riguardanti il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) e il relativo controllo parlamentare; che è necessario difendere e rafforzare l'ordine internazionale basato sulle regole, nonché le norme, i valori e i principi universali della Carta delle Nazioni Unite, quali i diritti umani e la giustizia internazionale, il multilateralismo e l'Atto finale di Helsinki, in particolare per quanto riguarda la non violazione delle frontiere internazionali;

1.  evidenzia che le sue risoluzioni sull'attuazione della PESC rappresentano una componente fondamentale del suo contributo all'elaborazione della politica estera dell'UE; sottolinea che tali risoluzioni mettono in evidenza le implicazioni pratiche del rafforzamento del diritto di controllo nell'ambito della politica estera conferito al Parlamento dal trattato di Lisbona; rammenta che la risoluzione del 2024 è la prima di questo tipo elaborata nella legislatura in corso e che essa mira a fungere da guida per l'esecutivo dell'UE in sede di definizione delle priorità in materia di politica estera per l'attuale legislatura; sottolinea il fatto che, in un contesto internazionale sempre più instabile, l'UE deve far fronte contemporaneamente a numerose sfide in materia di politica estera che la riguardano direttamente o indirettamente, quali la guerra di aggressione russa ancora in corso nei confronti dell'Ucraina, i conflitti in Medio Oriente, la crescente competizione tra le grandi potenze, i continui tentativi di minare l'ordine internazionale multilaterale basato su regole e una maggiore interazione tra crisi estere e interne; è fermamente convinto del fatto che, per mantenere la sua importanza sulla scena internazionale, l'UE debba condurre una politica estera determinata, disciplinata e assertiva, che risponda ai suoi obiettivi strategici e continui a definire, far valere e difendere in maniera proattiva i suoi interessi nel mondo; rammenta che l'azione esterna dell'UE dovrebbe essere guidata dai valori e dai principi sanciti dall'articolo 2, dall'articolo 3, paragrafo 5, e dall'articolo 21 TUE, che hanno ispirato la creazione, lo sviluppo e l'allargamento dell'UE, compresi la democrazia, lo Stato di diritto, l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani e delle libertà fondamentali, il rispetto della dignità umana e i principi di uguaglianza e di solidarietà; ritiene altresì che la PESC dovrebbe garantire l'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e degli OSS;

2.  sottolinea che i principi fondamentali della PESC dell'UE sono radicati nel fermo impegno dell'UE a favore di un ordine internazionale multilaterale basato su regole, come sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, e nella chiara preferenza dell'UE per una cooperazione pacifica e diplomatica tra tutti i suoi Stati membri; incoraggia tutte le parti a risolvere le controversie attraverso il dialogo, nel rispetto reciproco del diritto internazionale, della sovranità e dell'integrità territoriale; ribadisce il suo impegno a sostenere la pace e la stabilità globali promuovendo iniziative diplomatiche volte alla prevenzione dei conflitti e alla risoluzione delle controversie e che favoriscano la collaborazione internazionale sulle principali sfide globali, quali i cambiamenti climatici, i diritti umani e lo sviluppo economico sostenibile; chiede partenariati continuativi con gli attori internazionali per garantire l'efficacia degli sforzi globali di mantenimento e costruzione della pace;

I.La relazione annuale 2024 del VP/AR

3.  osserva che la relazione è stata presentata al Parlamento europeo il 20 giugno 2024; ricorda che la relazione dovrebbe avere un carattere lungimirante; esprime di seguito le proprie osservazioni riguardo a diversi aspetti evidenziati dal VP/AR nella sua relazione;

4.  apprezza in particolare:

   le società civili locali e dinamiche nei paesi dell'allargamento che svolgono un ruolo costruttivo nei processi di integrazione dell'UE, sottolineando nel contempo che la società civile è fondamentale per favorire la democrazia e il pluralismo e promuovere il buon governo come pure il progresso sociale, e che i paesi dell'allargamento dovrebbero fornire uno spazio favorevole e un quadro di cooperazione adeguato per garantire la loro effettiva partecipazione;
   la riuscita conclusione, alla fine del 2023, del processo di screening riguardante l'Albania e l'apertura del primo cluster di capitoli di negoziato su questioni fondamentali e sulle relazioni esterne (cluster 6) nel 2024; accoglie con favore l'ambizione dell'Albania di concludere rapidamente i negoziati di adesione; evidenzia la necessità di intensificare ulteriormente l'attuazione di riforme intese a colmare le carenze che persistono in relazione alle "questioni fondamentali", in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto e la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata; mette in guardia contro l'indebolimento delle attività di istituzioni indipendenti quali la struttura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata (SPAK); sottolinea l'importanza di un pluralismo politico realizzabile e di un'opposizione competitiva e chiede un dialogo e un impegno costruttivo tra la maggioranza e l'opposizione per superare la forte polarizzazione politica nel paese e promuovere processi democratici inclusivi che rispettino tutte le parti, comprese le minoranze greca, rom ed egiziana nel paese; elogia il coerente e completo allineamento del paese alla politica estera e di sicurezza dell'UE, comprese le misure restrittive dell'UE nei confronti della Russia e della Bielorussia;
   la decisione sull'avvio dei negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina; incoraggia le autorità ad adottare tutte le misure pertinenti indicate nella raccomandazione della Commissione del 12 ottobre 2022; esorta i leader politici del paese ad attuare una serie sostanziale di riforme, comprese le riforme elettorali, conformemente alle decisioni dei tribunali nazionali e internazionali, al fine di garantire i principi di uguaglianza e non discriminazione per tutti i cittadini e i popoli costituenti, come sancito dalla sua costituzione e nel pieno rispetto delle sentenze dei tribunali nazionali e internazionali, fra cui tutte le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo relative alla Bosnia-Erzegovina; denuncia la retorica incendiaria e le leggi e le politiche secessioniste ricorrenti da parte della dirigenza dell'entità "Republika Srpska", compresa la celebrazione della "Giornata della Republika Srpska" incostituzionale il 9 gennaio 2025; invita gli Stati membri e i rappresentanti della comunità internazionale in Bosnia-Erzegovina a promuovere e sostenere l'attuazione di tali sentenze; prende atto della sentenza del Tribunale della Bosnia-Erzegovina del 26 febbraio 2025 nel caso relativo a Milorad Dodik e condanna i suoi attacchi senza precedenti contro le istituzioni della Bosnia-Erzegovina, insieme ai leader della Republika Srpska, nonché le intimidazioni nei confronti dell'opposizione nella Republika Srpska; ribadisce il proprio invito ad adottare sanzioni mirate nei confronti degli attori destabilizzanti in Bosnia-Erzegovina, in particolare Milorad Dodik, come pure altri alti funzionari della Republika Srpska e i funzionari serbi che forniscono sostegno politico e materiale per le politiche secessioniste; appoggia la dichiarazione resa dal Segretario generale della NATO Mark Rutte il 10 marzo 2025 a Sarajevo e chiede un dialogo tra tutte le parti per salvaguardare la stabilità nel paese; invita tutti gli Stati membri a provvedere affinché tali sanzioni possano essere adottate dal Consiglio e a imporle bilateralmente o di concerto con altri Stati membri qualora la loro adozione in sede di Consiglio non sia possibile; si compiace dell'accordo raggiunto sulla proroga del mandato delle forze dell'UE nell'operazione Althea in Bosnia-Erzegovina fino a novembre 2025 e ricorda che tale missione continua a svolgere un ruolo centrale per la sicurezza e la stabilità della Bosnia-Erzegovina; accoglie con favore l'arrivo delle forze di riserva EUFOR Althea; esorta la missione militare dell'UE a prevenire attivamente le parate illegali e altre provocazioni, come pure le minacce contro chiunque si adoperi per aiutare le vittime del genocidio e investa nella riconciliazione interetnica e in un futuro pacifico per il paese; chiede che sia garantita la sicurezza presso il memoriale di Srebrenica-Potočari;
   i progressi compiuti nel dialogo Belgrado-Pristina, specialmente per quanto concerne la libera circolazione e l'energia; invita il Kosovo e la Serbia a impegnarsi costantemente, senza ulteriori indugi, in tale dialogo in buona fede e in un'ottica di compromesso per raggiungere un accordo globale e giuridicamente vincolante sulla normalizzazione delle loro relazioni, sulla base del riconoscimento reciproco, conformemente al diritto internazionale; deplora, in tale contesto, la mancanza di progressi nell'attuazione del percorso verso la normalizzazione e invita a investire sforzi e capacità nel dialogo facilitato dall'UE; si impegna, pertanto, a collaborare strettamente con il rappresentante speciale dell'UE uscente e con il prossimo rappresentante speciale dell'UE per il dialogo Belgrado-Pristina e le altre questioni regionali dei Balcani occidentali; invita la VP/AR ad avvalersi del nuovo mandato della Commissione per superare la situazione di stallo e imprimere nuovo slancio al dialogo, e a proporre un nuovo approccio alla mediazione innovativo ed equilibrato;
   la relazione sull'allargamento 2024 concernente la Serbia, presentata dalla Commissione il 31 ottobre 2024; ribadisce la sua posizione secondo cui i negoziati di adesione con la Serbia dovrebbero avanzare solo se il paese si allinea alle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia e compie progressi significativi sul fronte delle riforme connesse all'UE, in particolare nel settore delle "questioni fondamentali"; ricorda alle autorità serbe che il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche è al centro del processo di adesione della Serbia all'UE e della metodologia di adesione a quest'ultima; ricorda, in tale contesto, la sua posizione secondo cui le elezioni parlamentari e locali serbe, tenutesi il 17 dicembre 2023, si sono discostate dalle norme internazionali e dagli impegni della Serbia a favore di elezioni libere ed eque; ribadisce la sua profonda preoccupazione per tali irregolarità e per il contesto elettorale generale, che risulta al di sotto degli standard attesi da un paese candidato all'adesione all'UE; esorta la leadership politica serba a garantire un dialogo costruttivo e inclusivo tra tutti gli schieramenti politici e a realizzare le riforme necessarie affinché la Serbia possa compiere progressi nel percorso verso l'adesione all'UE; ha seguito da vicino l'ampia mobilitazione degli studenti, a cui si sono uniti altri gruppi di cittadini a seguito del tragico incidente della stazione ferroviaria di Novi Sad; ricorda che la libertà di riunione è un diritto fondamentale e sostiene una politica di non tolleranza nei confronti della violenza contro i manifestanti pacifici; condanna i casi segnalati di attacchi abusivi, sorveglianza digitale e molestie nei confronti di giornalisti, attivisti per i diritti umani e organizzazioni della società civile in Serbia tra cui, da ultimo, un'incursione della polizia nei locali di quattro importanti organizzazioni della società civile il 25 febbraio 2025, apparentemente in relazione al loro uso improprio dei fondi USAID; chiede un'indagine approfondita, imparziale e rapida sulle accuse di violenza contro i manifestanti e di cattiva condotta della polizia durante le proteste; esprime solidarietà ai partecipanti alle manifestazioni pacifiche, in particolare a quella del 15 marzo 2025, la più grande protesta di massa nella storia moderna della Serbia; deplora l'atteggiamento accomodante della Commissione nei confronti della Serbia nonostante il paese mostri da anni un arretramento per quanto riguarda lo Stato di diritto, la democrazia e i diritti fondamentali, ed eserciti un'influenza destabilizzante sull'intera regione; esorta la Commissione, anche al più alto livello, a utilizzare un linguaggio più chiaro nei confronti della Serbia e ad affrontare in modo coerente le sue carenze significative, la mancanza di progressi e persino l'arretramento, sostenendo così i valori fondamentali dell'UE;
   la domanda di adesione all'UE presentata dal Kosovo e la relazione 2024 sul Kosovo e ribadisce il suo invito agli Stati membri in seno al Consiglio europeo di incaricare la Commissione di presentare il questionario ed esprimere il suo parere sul merito della domanda del paese; ricorda che la richiesta del Kosovo di essere considerato un paese candidato all'adesione sarà valutata sulla base dei meriti del paese e del suo successo nel soddisfare i criteri di Copenaghen per l'adesione all'UE; si compiace, tuttavia, dell'abolizione dell'obbligo di visto per i cittadini kosovari; deplora le misure restrittive imposte dal Consiglio nei confronti del Kosovo e ne chiede la revoca immediata, come proposto dalla VP/AR;
   i progressi compiuti dal Montenegro per quanto concerne il rispetto dei parametri intermedi stabiliti nei capitoli 23 e 24 dell'acquis dell'UE; incoraggia il paese a continuare a compiere progressi e ad attuare rapidamente le riforme correlate all'UE; esprime tuttavia preoccupazione per le idee controverse circa le proposte legislative in materia di cittadinanza e di agenti stranieri circolate pubblicamente; sottolinea l'importanza della capacità e dell'impegno del nuovo governo a portare avanti le riforme legate all'UE e a mantenere il Montenegro saldamente ancorato al percorso strategico verso l'UE; si attende che il paese inizi a chiudere capitoli nei negoziati di adesione e sia pronto ad aderire all'UE nei prossimi anni;
   la riuscita conclusione, alla fine del 2023, del processo di screening riguardante la Macedonia del Nord; esorta il governo della Macedonia del Nord a conseguire risultati tangibili nell'adempimento dei suoi obblighi nell'ambito del quadro negoziale dell'UE e delle conclusioni della riunione del Consiglio europeo del 18 luglio 2022, anche per quanto riguarda le pertinenti modifiche costituzionali, in linea con gli impegni assunti dal paese;
   la positiva ripresa del dialogo PESC tra l'UE e i suoi partner nei Balcani occidentali e l'importanza di tali partenariati per la pace e la sicurezza; ricorda che l'allargamento dell'UE costituisce un investimento geostrategico, che presuppone un coinvolgimento sia da parte dell'UE sia dei paesi dell'allargamento impegnati nel processo di adesione; ribadisce, a tale riguardo, la persistente necessità di attuare riforme in materia di Stato di diritto, diritti fondamentali e pubblica amministrazione, nonché di allinearsi alla PESC, anche per quanto riguarda le sanzioni e la politica dell'UE in materia di visti; sottolinea, inoltre, le minacce poste dalle ingerenze straniere malevole nella regione e sottolinea l'importanza di combattere la disinformazione per contrastare una retorica anti-occidentale e divisiva che tenta di sfruttare ed esacerbare le tensioni etniche nella regione; mette in guardia da un coinvolgimento con i rivali sistemici dell'UE che potrebbe compromettere il futuro prospero, sostenibile e sicuro che l'adesione all'UE offre; ricorda, in tale contesto, il valore aggiunto degli investimenti effettuati dall'UE nell'ambito dello strumento di assistenza preadesione III, dello strumento per le riforme e la crescita per i Balcani occidentali di recente istituzione, nonché del quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali; invita i paesi dei Balcani occidentali a utilizzare tutte le risorse messe a disposizione per sostenere il loro allineamento all'acquis dell'UE; invita il commissario per l'Allargamento ad aumentare la visibilità dell'azione dell'UE nei Balcani;
   la decisione di avviare negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldova; si compiace del notevole incremento del tasso di allineamento della Moldova alla PESC, passato dal 54 % nel 2022 all'86 % nel 2024, e incoraggia l'Ucraina e la Moldova a proseguire questa tendenza positiva verso il pieno allineamento; chiede di accelerare il processo di screening e di procedere all'organizzazione tempestiva delle successive conferenze intergovernative;
   la decisione dell'Armenia di sospendere la sua partecipazione all'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva e di cessare tutti i pagamenti al suo bilancio nel 2024, a seguito dell'incapacità della Russia di assistere l'Armenia contro l'aggressione militare dell'Azerbaigian e di cercare un'architettura di sicurezza più affidabile; sostiene la richiesta ufficiale rivolta dall'Armenia alla Federazione russa affinché quest'ultima ritiri le sue guardie di frontiera del Servizio federale di sicurezza dall'aeroporto internazionale armeno e dal confine tra l'Armenia e l'Iran; accoglie con favore le riunioni periodiche nell'ambito del dialogo politico e di sicurezza UE-Armenia e del Consiglio di partenariato UE-Armenia ed elogia la decisione di adottare le misure di assistenza nell'ambito dell'EPF a sostegno delle forze armate armene rispettivamente il 13 giugno e il 22 luglio 2024;
   la conclusione positiva dei negoziati tra Armenia e Azerbaigian sul testo integrale del progetto di accordo sulla pace e l'istituzione di relazioni interstatali; elogia l'Armenia per aver spianato la strada alla finalizzazione del testo ed esorta i dirigenti azeri a firmare e ad attuare, in buona fede, l'accordo di pace quale concluso in sede negoziale; incoraggia ulteriori progressi nel quadro del processo di delimitazione delle frontiere tra l'Armenia e l'Azerbaigian, che ha portato a un accordo su diverse sezioni della frontiera e all'apertura di comunicazioni regionali sulla base della sovranità e della giurisdizione di entrambi i paesi, nonché della reciprocità e dell'uguaglianza, quale misura fondamentale per sbloccare lo sviluppo regionale, migliorare la connettività e promuovere la pace e la prosperità sostenibili, come pure facilitare la riconciliazione tra le comunità per mezzo di maggiori contatti interpersonali; riafferma il suo sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale tanto dell'Armenia quanto dell'Azerbaigian e sostiene fermamente la normalizzazione delle loro relazioni sulla base dei principi del riconoscimento reciproco dell'integrità territoriale e dell'inviolabilità delle frontiere, conformemente alla dichiarazione di Alma-Ata del 1991; rinnova la propria richiesta di ritiro delle truppe dell'Azerbaigian dall'intero territorio sovrano dell'Armenia e di rilascio dei 23 ostaggi armeni rimasti;
   le attività della missione civile dell'Unione europea in Armenia (EUMA) nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), che contribuisce alla sicurezza nella regione riducendo sostanzialmente il numero di incidenti nelle zone di conflitto e di frontiera e abbassa il livello di rischio per la popolazione che vive in tali zone; accoglie con favore l'assistenza dell'Armenia alle attività dell'EUMA sul suo territorio; elogia il Consiglio per la decisione di aumentare il numero di osservatori impiegati e la capacità della missione e di estenderne il periodo di dispiegamento; chiede un'ulteriore espansione e presenza nella regione; invita la Commissione a fornire sostegno all'Armenia ai fini dello sminamento;
   il costante lavoro del SEAE volto ad affrontare e contrastare la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori stranieri mediante un apposito pacchetto di strumenti dell'UE, l'istituzione di una task force StratCom e la stretta cooperazione con gli Stati membri, i partner internazionali, la società civile e altri pertinenti portatori di interessi; ribadisce l'appello a promuovere un flusso continuo di intelligence dagli Stati membri all'UE su questioni di politica estera e di sicurezza che si verificano al di fuori dell'Unione; chiede al riguardo di rafforzare l'INTCEN dell'UE, il Centro di risposta alle crisi del SEAE e il Centro satellitare dell'UE potenziandone il personale, le risorse finanziarie e le competenze;
   la proposta del VP/HR su un regime di sanzioni anticorruzione che consenta all'UE di contrastare gravi atti di corruzione in tutto il mondo; invita il Consiglio ad adottarlo in tempi brevi;

5.  condanna in particolare:

   la guerra di aggressione russa illegale e ingiustificabile in corso nei confronti dell'Ucraina e i sempre più frequenti attacchi russi ai danni di obiettivi e infrastrutture civili in Ucraina; chiede che la Russia e i suoi mandatari cessino tutte le azioni militari e che la Federazione russa ritiri immediatamente e senza condizioni le sue truppe e attrezzature dall'Ucraina e da ogni altro paese di cui occupa illegalmente il territorio, o parti di esso; ribadisce la sua politica di non riconoscimento dei territori ucraini temporaneamente occupati dalla Russia, compresa, tra l'altro, la penisola di Crimea; condanna tutti gli attacchi ibridi condotti dalla Russia in Ucraina e denuncia fermamente la diffusione della propaganda russa sulla sua guerra in Ucraina;
   il ruolo del regime illegittimo di Aliaksandr Lukashenka, che ha permesso alla Russia di utilizzare la Bielorussia come base militare, cedendo di fatto la sovranità nazionale al Cremlino per mantenere la sua presa sulla Bielorussia, opprimendo brutalmente la popolazione bielorussa per rimanere al potere; deplora le gravi violazioni dei diritti umani commesse alla vigilia delle elezioni fittizie del 26 gennaio 2025; è allarmato per la strumentalizzazione della migrazione operata dal regime di Lukashenka, in particolare alla luce dell'afflusso di migliaia di migranti in Polonia orchestrato dalla Bielorussia per forzarne il passaggio verso l'Unione europea; deplora la strumentalizzazione della migrazione operata dal regime di Putin, che ha condotto alla chiusura della frontiera finlandese con la Russia;
   il coinvolgimento illegale della Corea del Nord nella guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, con l'invio di equipaggiamento militare e munizioni alla Russia e l'invio di migliaia di soldati per portare avanti la guerra contro l'Ucraina;
   la continua sperimentazione di armi da parte della Corea del Nord e lo sviluppo del suo programma nucleare, in violazione della risoluzione delle Nazioni Unite, aggravando ulteriormente le tensioni nella regione indo-pacifica; chiede che la Corea del Nord abbandoni i suoi programmi relativi alle armi di distruzione di massa e ai missili balistici in modo completo, verificabile e irreversibile; sollecita le autorità della Corea del Nord a mettere fine ai crimini contro l'umanità che stanno perpetrando e a intraprendere un processo di riforma che preveda il rispetto e la tutela di tutti i diritti umani;
   le sempre più ricorrenti attività dolose, le ingerenze e la guerra ibrida portate avanti dalla Federazione russa, dalle sue istituzioni e dai suoi mandatari allo scopo di compromettere e sovvertire la stabilità democratica e la sovranità della Georgia e della Repubblica di Moldova, e in particolare le recenti ingerenze nel referendum costituzionale sull'adesione all'UE e nelle elezioni presidenziali;
   l'attacco contro agenti di polizia kosovari da parte di paramilitari serbi ben organizzati avvenuto il 24 settembre 2023 a Banjska/Banjskë, nel nord del Kosovo, che ha causato la morte dell'agente di polizia kosovaro Afrim Bunjaku e il ferimento di altri due agenti di polizia kosovari; condanna l'odioso attacco terroristico alle infrastrutture critiche nei pressi di Zubin Potok; insiste sulla necessità che gli autori di questi deplorevoli attacchi siano chiamati a rispondere delle loro azioni e siano tradotti in giustizia senza indugio;
   il protrarsi dell'occupazione illegale, ai sensi del diritto internazionale, del 37 % del territorio di Cipro, uno Stato membro dell'UE, da parte della Turchia, un paese membro della NATO;
   gli attacchi terroristici brutali e indiscriminati perpetrati da Hamas in Israele il 7 ottobre 2023, che hanno innescato una risposta militare israeliana e un conflitto a Gaza che ha un effetto devastante sui civili e ha causato una situazione umanitaria catastrofica;
   il fatto che Hamas abbia preso e tenga tuttora in ostaggio persone innocenti, tra cui donne e bambini, e chiede il rilascio incondizionato e immediato degli ostaggi;
   l'infiammare in modo deliberato e malevolo una situazione eccezionalmente tesa attraverso ripetuti attacchi contro Israele dopo il 7 ottobre 2023, sferrati da attori statali e non statali nella regione di cui l'Iran è il principale istigatore, come gli Houthi in Yemen e Hezbollah in Libano, che agiscono come suoi mandatari;
   la persistente inosservanza da parte dell'Iran degli obblighi legali di salvaguardia previsti dall'accordo di salvaguardia globale e degli impegni assunti nell'ambito del piano d'azione congiunto globale (PACG); condanna inoltre l'avanzamento del suo programma nucleare al di là di ogni credibile giustificazione civile e la destabilizzazione del Medio Oriente che ne consegue, anche mediante i suoi mandatari, come gli attacchi contro Israele e il sostegno al terrorismo e ai conflitti civili; gli attacchi perpetrati o i tentati attacchi all'interno dell'UE da parte di organizzazioni e reti terroristiche collegate all'Iran;
   la detenzione illegale di cittadini europei in Iran, l'esecuzione del cittadino europeo di doppia nazionalità tedesco-iraniana Jamshid Sharmahd il 29 ottobre 2024 e la brutale oppressione della popolazione iraniana, in particolare delle donne; ribadisce il suo fermo sostegno alle donne iraniane, che sono ancora vittime di gravi violazioni dei loro diritti fondamentali, a due anni dalla brutale repressione del movimento "Donna, vita, libertà"; esorta la VP/AR a fare quanto in suo potere per ottenere la liberazione di questi cittadini e porre fine al ricorso alla diplomazia degli ostaggi da parte dell'Iran, attraverso la quale il paese tiene in detenzione civili stranieri e persone con doppia nazionalità; anche incoraggiando gli Stati membri a raccomandare ai loro cittadini di non recarsi in Iran;
   la crescente cooperazione militare tra l'Iran e la Russia, in particolare l'intenzione di firmare un trattato su un partenariato strategico globale, e la fornitura di droni e missili balistici da parte dell'Iran alla Russia perché vengano utilizzati contro l'Ucraina e il suo popolo;
   la recente adozione della legge sulla "promozione della virtù e la prevenzione del vizio" in Afghanistan, nonché la violazione sistematica dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare l'interpretazione radicale della sharia, che elimina le donne dalla vita pubblica, impedisce loro di lavorare, ostacola il loro accesso a luoghi pubblici quando non accompagnate da un parente di sesso maschile e all'istruzione oltre i primi sei anni di scuola, il che determina un vero e proprio apartheid di genere; sollecita le autorità de facto dell'Afghanistan a revocare tutte le restrizioni di genere nei confronti delle donne e sottolinea che tale condizione rappresenta un prerequisito fondamentale per qualsiasi dialogo della comunità internazionale con i talebani; insiste sulla necessità di mantenere una relazione rigorosa e condizionata con i talebani, sulla base dei cinque parametri fissati dal Consiglio per dialogare con le autorità de facto, chiamando i responsabili a rispondere delle gravi violazioni dei diritti delle ragazze e delle donne, anche attraverso misure restrittive;
   la crescente portata e intensità delle operazioni, compresi gli attacchi informatici e la manipolazione delle informazioni straniere da parte del governo cinese, nonché il tentativo di intimidire i paesi vicini con la presenza di navi e aerei, che violano la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan e nelle acque internazionali circostanti e ostacolano il diritto alla libertà di navigazione di tutte le altre parti; condanna fermamente le dichiarazioni del presidente cinese secondo cui la Repubblica popolare cinese non rinuncerà mai al diritto di utilizzare la forza nei confronti di Taiwan e insiste sul fatto che il ricorso a misure coercitive per conseguire l'unificazione è in contrasto con il diritto internazionale;
   il sistema di lavoro forzato diretto dal governo e le persistenti violazioni dei diritti umani, in particolare la repressione sistematica degli uiguri nella provincia dello Xinjiang; osserva con preoccupazione l'intensa repressione delle minoranze etniche in Tibet, Hong Kong e Macao e la repressione transnazionale dei dissidenti cinesi, nonché la persistente presenza di agenti di polizia cinesi nel territorio dell'UE; osserva e deplora che la Repubblica popolare cinese (RPC) non abbia attuato le raccomandazioni dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR); invita la RPC a consentire all'OHCHR un accesso indipendente alla regione autonoma uigura dello Xinjiang e invita l'OHCHR a pubblicare un aggiornamento completo della situazione e un piano d'azione per far sì che la RPC sia chiamata a rispondere delle proprie azioni; invita tutti gli Stati membri dell'UE a sospendere i trattati di estradizione con Hong Kong e la RPC e a proteggere i cittadini vittime di molestie e persecuzioni;
   il deterioramento della stabilità nel Sahel, esacerbato dai numerosi colpi di Stato militari verificatisi nella regione negli ultimi anni; ricorda che la stabilità nel Sahel ha ripercussioni dirette sulla sicurezza delle frontiere esterne europee e sulla gestione dei flussi migratori irregolari provenienti dal continente africano; sottolinea che l'UE dovrebbe rivedere con urgenza la sua strategia regionale per il Sahel;
   i colpi di Stato in Burkina Faso e in Niger, la detenzione del presidente Bazoum e la sospensione della costituzione; esprime sempre più profonda preoccupazione per la decisione dei regimi militari di Burkina Faso, Mali e Niger nel Sahel centrale di abbandonare la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS), facendo così precipitare l'organizzazione in una profonda crisi politica; condanna inoltre gli attacchi fisici del 29 settembre 2024 contro un membro del parlamento dell'ECOWAS e altri partecipanti in occasione di un raduno dell'opposizione ufficialmente annunciato a Lomé; invita le autorità togolesi a garantire la promozione e la tutela dei principi fondamentali in materia di diritti umani e dei popoli sanciti dall'articolo 4 del trattato ECOWAS rivisto, quali il diritto di riunione pacifica e la libertà di associazione, di credo e di espressione; invita le autorità dell'ECOWAS e i suoi Stati membri a sostenere gli sforzi necessari per salvaguardare i principi della Carta Africana dei diritti dell'uomo e dei popoli nell'intera sottoregione; prende atto della cessazione della missione di partenariato militare dell'Unione europea in Niger (EUMPM Niger) e della missione dell'Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Niger (EUCAP Sahel Niger), nonché del mancato rinnovo della missione di formazione dell'Unione europea in Mali (EUTM); osserva con preoccupazione come la Russia abbia intensificato lo sviluppo di rapporti Stato-Stato e iniziative di cooperazione con gli Stati africani mediante la cooperazione militare e un impegno a cooperare per lo sviluppo dell'energia nucleare; condanna l'aumento degli attacchi terroristici e delle pesanti perdite civili nel Sahel, nonché la presenza e le attività di predazione dei paramilitari russi, che hanno portato allo sfollamento della popolazione e a un afflusso di rifugiati, anche a causa dell'instabilità nella regione; deplora che il vuoto lasciato dalle forze di pace delle Nazioni Unite sia stato di fatto colmato dai mercenari del Gruppo Wagner e da militari provenienti dalla Russia e dalla Turchia, le cui industrie forniscono armi alle capitali del Sahel;
   la guerra civile in Sudan, le conseguenze devastanti per la popolazione civile, le atrocità commesse nei suoi confronti e, in particolare, il deprecabile uso su vasta scala dello stupro come arma di guerra;
   i vincoli tattici e tecnici imposti dalle autorità della Repubblica democratica del Congo (RDC), che hanno impedito alla missione di osservazione elettorale dell'UE di monitorare le elezioni presidenziali; condanna le violenze commesse dal movimento ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, che sta destabilizzando la RDC orientale; chiede la revisione della strategia dell'UE per la regione dei Grandi Laghi;
   il regime autoritario di Daniel Ortega e Rosario Murillo, che sta indebolendo sistematicamente le strutture democratiche del Nicaragua; ricorda che il regime in Nicaragua intrattiene forti legami con altre autocrazie, tra cui quelle presenti in Iran, in Venezuela e a Cuba; condanna le violazioni e gli abusi sistematici dei diritti umani perpetrati dal regime cubano; condanna severamente e rifiuta categoricamente i brogli elettorali orchestrati dal regime in Venezuela e invita il governo Maduro a porre fine alla sua politica di repressione e agli attacchi contro la società civile e l'opposizione; ricorda che il 19 settembre 2024 il Parlamento ha riconosciuto Edmundo González Urrutia come presidente legittimo e democraticamente eletto del Venezuela e María Corina Machado come leader delle forze democratiche in Venezuela; evidenzia che vari Stati democratici nella regione e in tutto il mondo hanno riconosciuto González come presidente eletto; ricorda che González avrebbe dovuto prestare giuramento il 10 gennaio 2025; esprime soddisfazione per il fatto che il 17 dicembre 2024 il Parlamento ha assegnato il premio Sacharov per la libertà di pensiero 2024 a María Corina Machado, leader delle forze democratiche del Venezuela, e al presidente eletto, Edmundo González Urrutia, in rappresentanza di tutti i venezuelani che, all'interno e all'esterno del paese, lottano per ripristinare la libertà e la democrazia;
   l'impiego della "brigata medica cubana" in alcuni paesi europei come forma di violazione dei diritti e delle libertà fondamentali e di schiavitù e lavoro forzato;
   il rischio di crollo delle strutture statali e la difficile situazione umanitaria ad Haiti a causa della dilagante violenza delle bande;
   il fatto che la Repubblica popolare cinese, la Russia, l'Iran e altri regimi totalitari o autoritari utilizzino la manipolazione delle informazioni e l'ingerenza malevola come strumenti integranti per esercitare pressioni sulle istituzioni multilaterali e sui valori e sulle norme democratici, abusare del proprio potere, aumentare l'incidenza e la gravità delle violazioni dei diritti umani, limitare gli spazi per la società civile, i media indipendenti e i movimenti di opposizione democratica, diffondere la disinformazione antioccidentale e utilizzare varie forme di repressione transnazionale per intimidire e limitare gli spazi per la società civile, i media indipendenti e i movimenti di opposizione democratica della diaspora;
   l'aumento di attacchi, vessazioni, detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni ai danni di difensori dei diritti umani in tutto il mondo, in particolare quelli che si battono per i diritti ambientali, delle popolazioni indigeni, delle donne e delle persone LGBTQI+ e contro la corruzione; rileva inoltre le tattiche sempre più sofisticate utilizzate da attori statali e non statali, tra cui la sorveglianza digitale e le campagne diffamatorie, volte a mettere a tacere i difensori dei diritti umani; sottolinea l'urgente necessità di proteggere i difensori dei diritti umani, che svolgono anch'essi un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto a livello mondiale; chiede un maggiore sostegno e meccanismi di protezione per i difensori dei diritti umani che affrontano minacce, molestie e violenze, in particolare quelli che si trovano in zone ad alto rischio o che lavorano su questioni sensibili quali i diritti ambientali, delle popolazioni indigene e delle donne;
   i tentativi di eludere le sanzioni dell'UE e internazionali, dal momento che tali strategie rappresentano minacce dirette all'ordine internazionale basato su regole;
   il mancato rispetto da parte dell'Azerbaigian dell'ordinanza del 17 novembre 2023 emessa dalla Corte internazionale di giustizia, che indica misure provvisorie riguardanti il ritorno sicuro, rapido e senza ostacoli delle 100 000 persone di etnia armena fuggite dal Nagorno-Karabakh dopo l'attacco militare pianificato e ingiustificato sferrato dall'Azerbaigian nel settembre 2023, nonché il rifiuto delle autorità azere di rilasciare tutti i 23 prigionieri di guerra armeni attualmente detenuti; pone l'accento sulla necessità di sostenere tutte le iniziative e le attività che potrebbero portare alla pace duratura tra Armenia e Azerbaigian; chiede, a tal fine, il ritiro delle truppe dell'Azerbaigian dall'intero territorio sovrano dell'Armenia e avverte, al contempo, che qualsiasi ulteriore azione militare contro l'Armenia sarebbe inaccettabile e avrebbe gravi conseguenze per il partenariato tra l'Azerbaigian e l'UE; evidenzia che i problemi di collegamento dell'Azerbaigian con la sua exclave di Nakhchivan dovrebbero essere risolti nel pieno rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Armenia; ribadisce la sua posizione secondo cui l'UE dovrebbe essere pronta a imporre sanzioni nei confronti di qualsiasi individuo ed entità che minacci la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Armenia; sottolinea che i molteplici avvertimenti del Parlamento in merito alla situazione non hanno portato ad alcun cambiamento nella posizione dell'UE nei confronti dell'Azerbaigian; chiede all'UE di porre fine alla sua dipendenza dalle esportazioni di gas dall'Azerbaigian; invita la Commissione a sospendere il memorandum d'intesa del 2022 su un partenariato strategico nel settore dell'energia e ad agire di conseguenza; insiste sulla necessità di subordinare qualsiasi futuro accordo di partenariato tra l'UE e l'Azerbaigian alla liberazione di tutti i prigionieri politici e al miglioramento della situazione dei diritti umani nel paese; condanna il riciclaggio di gas russo attraverso l'Azerbaigian e il fatto che le autorità azere facilitino l'elusione delle sanzioni dell'UE da parte della Russia; invita l'UE a cessare ogni forma di assistenza tecnica e finanziaria all'Azerbaigian che possa contribuire a rafforzare le sue capacità militari o di sicurezza; invita gli Stati membri a congelare le esportazioni di ogni tipo di attrezzatura militare e di sicurezza verso l'Azerbaigian; condanna i ripetuti tentativi dell'Azerbaigian di denigrare e destabilizzare gli Stati membri, anche attraverso il cosiddetto Gruppo di iniziativa di Baku; condanna il continuo deterioramento della situazione dei diritti umani nel paese;

6.  concorda con:

   la necessità di migliorare le relazioni con la Turchia; accoglie con favore il parziale allentamento delle tensioni nel Mediterraneo orientale e nell'Egeo, ma ribadisce la sua preoccupazione per il fatto che la politica estera della Turchia continua a essere in contrasto con le priorità dell'UE nell'ambito della PESC; ricorda, in questo contesto, la firma e l'evocazione del memorandum d'intesa tra la Turchia e la Libia sulla sicurezza globale e la cooperazione militare e sulla delimitazione delle zone marittime;
   l'invito rivolto alla Turchia a lavorare a un approccio costruttivo, non assertivo né aggressivo, nei confronti dei paesi vicini, incluso il Caucaso meridionale; deplora che la Turchia continui a contestare la sovranità e i diritti sovrani di uno Stato membro dell'UE; sottolinea che il processo di adesione della Turchia è subordinato al pieno rispetto dei criteri di Copenaghen e alla normalizzazione delle relazioni con tutti gli Stati membri dell'UE, compresa la Repubblica di Cipro; chiede il rispetto dello status di zona cuscinetto e del mandato della forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite a Cipro; esorta la Turchia e la leadership turco-cipriota a cessare e revocare tutte queste attività unilaterali e ad astenersi da ulteriori azioni e provocazioni; chiede che siano avviati negoziati pacifici guidati dalle Nazioni Unite e che si compiano progressi reali nei colloqui per la soluzione della questione di Cipro, rigorosamente nell'ambito del quadro concordato delle Nazioni Unite, che è l'unico accettato dall'UE e dalla comunità internazionale, e in linea con il diritto, i valori e i principi dell'UE;
   la valutazione secondo la quale, in assenza di un drastico cambiamento di rotta da parte del governo turco, e del riconoscimento della Repubblica di Cipro come Stato sovrano, non sarà possibile riprendere il processo di adesione della Turchia all'UE; è allarmato per il recente arresto del sindaco del comune metropolitano di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, del Partito popolare repubblicano (CHP), avvenuto alcuni giorni prima che tale partito lo nominasse come candidato alle prossime elezioni presidenziali, e deplora gli attacchi permanenti contro l'opposizione politica;
   l'urgente necessità che l'UE e il governo turco progrediscano verso un processo di mutua riflessione, compreso un accordo di associazione aggiornato, che porti a un partenariato reciprocamente vantaggioso, più dinamico e strategico, con una rigorosa condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali, del diritto internazionale, compresa la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, e delle relazioni di buon vicinato, considerando il ruolo chiave svolto dalla Turchia, ad esempio nella regione del Mar Nero, e la sua importanza in quanto alleato NATO;
   il fatto che la Turchia non stia compiendo sforzi adeguati per allinearsi alla PESC dell'UE, anche per quanto riguarda le sanzioni e la lotta alla loro elusione, e la necessità che la Turchia collabori strettamente con l'inviato dell'UE per le sanzioni; deplora il carattere inaccettabile della solidarietà e del sostegno mostrati pubblicamente dal presidente della Turchia all'organizzazione terroristica Hamas; ribadisce la sua preoccupazione per il continuo deterioramento delle norme democratiche in Turchia; ricorda che la Turchia prende di mira l'UE anche con la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere e che il suo governo sta valutando la possibilità di introdurre una legge sugli agenti stranieri simile a quella russa; sottolinea l'incompatibilità tra la candidatura della Turchia ai BRICS+ e la PESC dell'UE;
   la preoccupazione per il regresso democratico in Georgia, manifestato dal fatto che le elezioni parlamentari tenutesi il 26 ottobre 2024 non hanno rispettato le norme internazionali in materia di elezioni democratiche né l'impegno assunto in qualità di membro dell'OSCE di organizzare elezioni libere e regolari, compromettendo in tal modo la legittimità dei risultati e la fiducia dei cittadini nel governo; sottolinea che le violazioni dell'integrità elettorale sono incompatibili con gli standard che ci si attende da un paese candidato all'adesione all'UE; respinge qualsiasi riconoscimento delle elezioni parlamentari e ritiene che la Georgia sia uno Stato tenuto sotto cattura dal regime illegittimo di Sogno georgiano; respinge pertanto qualsiasi decisione presa dall'organismo che ha assunto il controllo del paese, come l'adozione affrettata delle modifiche al codice dei reati amministrativi, al codice penale e alla legge sulle riunioni e le manifestazioni; chiede con urgenza lo svolgimento di elezioni anticipate in un contesto elettorale migliorato, gestito da un'amministrazione elettorale indipendente e imparziale con un ampio monitoraggio internazionale, per garantire un processo realmente libero, equo e trasparente che rappresenti la volontà del popolo georgiano; concorda con le conclusioni del Consiglio europeo del 27 giugno 2024 secondo cui la mancata inversione dell'attuale linea d'azione, comprese la legge sulla trasparenza dell'influenza straniera e la legge sui valori familiari e la protezione dei minori, nonché le modifiche al codice elettorale, mettono a repentaglio il percorso della Georgia verso l'UE, portando di fatto a una sospensione del processo di adesione; continua a riconoscere Salome Zourabichvili come legittima presidente della Georgia e rappresentante del popolo georgiano; elogia i suoi sforzi per ricondurre pacificamente il paese su un percorso di sviluppo democratico e filoeuropeo; chiede al presidente del Consiglio europeo di invitare la presidente Zourabichvili a rappresentare la Georgia in occasione di una prossima riunione del Consiglio europeo nonché del prossimo vertice della comunità politica europea; ribadisce il suo fermo sostegno alle legittime aspirazioni europee del popolo georgiano, che sono state tradite dal governo georgiano; chiede il rilascio immediato di tutte le persone detenute per aver protestato pacificamente contro le recenti decisioni della Georgia relative alla sospensione dell'integrazione nell'UE; chiede che i meccanismi di finanziamento dell'UE siano adeguati per tenere conto delle esigenze che emergono in un contesto più ostile e antidemocratico; sottolinea l'urgenza di sostenere la società civile alla luce della crescente repressione e della sospensione delle attività dell'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) ed esorta pertanto la Commissione a intensificare il suo sostegno senza indugio; è del parere che le misure adottate finora dall'UE in risposta al flagrante regresso democratico e al ritiro dagli impegni precedentemente assunti non riflettano ancora pienamente la gravità della situazione in Georgia e i recenti sviluppi; accoglie con favore la decisione del Consiglio di sospendere il regime di esenzione dal visto per i diplomatici e i funzionari georgiani, ma ritiene che sia necessario avviare una riflessione sull'eventuale sospensione dello status di esenzione dal visto della Georgia, sulla base del mancato rispetto dei parametri in materia di diritti fondamentali; deplora il fatto che i governi di Ungheria e Slovacchia abbiano bloccato le decisioni del Consiglio relative all'imposizione di sanzioni nei confronti dei responsabili del regresso democratico in Georgia; invita la Commissione a utilizzare i 120 milioni di EUR congelati inizialmente destinati a sostenere le autorità georgiane per rafforzare il sostegno dell'UE alla società civile georgiana, in particolare al settore non governativo e ai media indipendenti, che sono sempre più soggetti a indebite pressioni da parte del partito politico al governo e delle autorità, nonché per sostenere programmi che promuovano la resilienza democratica e l'integrità elettorale; incoraggia vivamente l'UE e i suoi Stati membri a introdurre sanzioni personali nei confronti di tutte le figure chiave del regime politico, nonché dei loro familiari e dei facilitatori del regime in seno all'amministrazione, alle imprese, ai media, al sistema giudiziario e alle autorità di contrasto; chiede che l'UE, in cooperazione con altre giurisdizioni, in particolare il Regno Unito, congeli i beni finanziari di Bidzina Ivanishvili; incoraggia i singoli Stati membri e le pertinenti organizzazioni regionali a evitare di legittimare attivamente le autorità autodesignate del partito Sogno georgiano e a chiedere, a tale proposito, la sospensione del Consiglio di associazione UE-Georgia;
   l'osservazione secondo cui la Russia e la Cina sono diventate attori significativi nel vicinato meridionale, in particolare nell'Africa settentrionale, mentre la Turchia e gli Stati del Golfo, tra cui il Regno dell'Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati arabi uniti, si sono affermati come forze regionali; sostiene che l'idea di un "vicinato" unico per l'Europa orientale e meridionale non tiene conto della diversità delle sfide che tali zone devono affrontare; concorda inoltre sulla rilevanza strategica del vicinato meridionale, della sua stabilità, del suo sviluppo economico e della sua prosperità; ribadisce che l'instabilità e l'insicurezza nel vicinato meridionale rimangono una sfida attuale per la gestione delle frontiere esterne europee; sottolinea l'ingerenza dei concorrenti strategici nella regione e invita vivamente l'UE a inviare un messaggio politico solido e chiaro a favore di una rinnovata cooperazione con i paesi del vicinato meridionale; invita la VP/AR e la Commissione a pubblicare con urgenza il nuovo patto per il Mediterraneo e a garantire risorse adeguate per la sua attuazione tempestiva ed efficace; ribadisce che una rete dinamica di partenariati strategici adattata alle esigenze e alle aspirazioni specifiche di ciascun paese del nostro vicinato meridionale dovrebbe essere al centro del nuovo patto; ritiene, in tale contesto, che l'UE dovrebbe effettuare una revisione approfondita dell'attuale struttura di incentivi, che combini la promessa di assistenza finanziaria e benefici commerciali in cambio di riforme politiche ed economiche, e garantirne l'allineamento con gli obiettivi più ampi dell'UE, tra cui la promozione dei diritti umani e dei valori democratici; sottolinea che, oltre a dare priorità alla cooperazione bilaterale, l'UE dovrebbe anche continuare a promuovere la cooperazione regionale attraverso i quadri esistenti, come l'Unione per il Mediterraneo, che offre una preziosa piattaforma per promuovere il dialogo e l'azione comune su questioni di interesse comune;
   la preoccupazione per la pressione esercitata dalla Russia e dalla Cina nell'Asia centrale e la necessità di accrescere di conseguenza la presenza dell'UE nella regione, data la sua importanza geostrategica; sottolinea la riluttanza degli Stati dell'Asia centrale a dare sostegno alla guerra di aggressione della Russia, dato l'effetto che la guerra sta producendo nella regione; sottolinea l'interesse dell'UE a rafforzare le relazioni economiche e a intensificare i legami politici con i paesi dell'Asia centrale, in parte per affrontare l'elusione delle sanzioni nei confronti della Russia e della Bielorussia; invita le autorità degli Stati dell'Asia centrale, segnatamente del Kazakistan, del Kirghizistan e dell'Uzbekistan, a cooperare strettamente con l'Unione e, in particolare, con il suo inviato per le sanzioni; incoraggia la Commissione e gli Stati membri a continuare a promuovere riforme politiche ed economiche che rafforzino lo Stato di diritto, la democrazia, il buon governo e il rispetto dei diritti umani;
   il fatto che l'Artico riveste un'importanza geostrategica per quanto riguarda l'espansione di potenziali rotte marittime, l'accesso alle risorse naturali, la conservazione del clima e le rivendicazioni territoriali; sottolinea che tale importanza è accresciuta non solo dall'espansione militare russa nel Grande Nord, ma anche dalla presenza e interesse crescenti della Cina nella regione e dalla sua autoproclamazione di "Stato quasi artico"; sottolinea la necessità di garantire la libertà e la sicurezza della navigazione in un contesto di influenza e militarizzazione crescenti di questi due Stati; sottolinea l'importanza di preservare la sicurezza, la stabilità e la cooperazione nell'Artico; sottolinea che la regione deve rimanere libera da tensioni militari e dallo sfruttamento delle risorse naturali, nel rispetto dei diritti delle popolazioni indigene; ribadisce la necessità di includere la politica artica dell'UE nella PESC e di impegnarsi in una cooperazione efficace con la NATO; chiede che l'Artico sia incluso periodicamente nelle riunioni del comitato politico e di sicurezza e del Consiglio;
   l'importanza strategica dello stretto di Taiwan e della regione indo-pacifica di fronte alle crescenti intimidazioni cinesi nella regione, anche attraverso mezzi militari e ibridi, e sottolinea la necessità di aumentare la presenza dell'UE nella regione; sottolinea l'interesse dell'UE a rafforzare le relazioni economiche e a intensificare legami sostanziali con i paesi della regione che condividono gli stessi principi, compresa Taiwan; chiede alla Commissione e agli Stati membri di seguire una strategia coordinata dell'UE di preparazione e anticipazione di possibili scenari nello stretto di Taiwan, informando regolarmente il Parlamento e fornendo una valutazione d'impatto;
   l'efficacia dell'attuazione di una strategia del Golfo, portando avanti un accordo di partenariato strategico con ciascuno dei paesi del Golfo collaborando per promuovere la sicurezza e la prosperità globali e regionali;
   l'accento posto sul conseguimento della responsabilità nel ciberspazio, attraverso l'operatività del pacchetto di strumenti della diplomazia digitale dell'UE e l'attenzione prestata al rafforzamento della ciberresilienza globale; chiede una maggiore attenzione allo sviluppo della capacità di ciberresilienza delle democrazie in via di sviluppo, i cui sistemi elettorali devono far fronte a sfide ibride; chiede l'aumento delle esercitazioni congiunte di ciberdifesa tra l'UE e la NATO al fine di migliorare l'interoperabilità e la preparazione a contrastare le minacce ibride;
   l'impegno di rendere la promozione della democrazia una priorità per la PESC e a garantire un ruolo proattivo da parte dell'UE a tale riguardo, basandosi sugli insegnamenti tratti dalle precedenti azioni di sostegno alla democrazia, a favore in particolare della società civile, dei difensori dei diritti umani, delle voci critiche, dell'opposizione democratica e dei media;
   la necessità di combattere l'impunità e rafforzare gli sforzi di assunzione di responsabilità a livello mondiale, anche attraverso la Corte penale internazionale, e di difendere il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario; esprime nuovamente profonda preoccupazione per la tendenza dei funzionari statali a pregiudicare le decisioni delle istituzioni internazionali e dei loro dipendenti; esprime la sua massima preoccupazione per le sanzioni degli Stati Uniti nei confronti della CPI, dei suoi procuratori e giudici e del suo personale, che costituiscono un grave attacco al sistema giudiziario internazionale; invita la Commissione ad attivare con urgenza il regolamento di blocco e gli Stati membri a intensificare con urgenza i loro sforzi diplomatici al fine di proteggere e salvaguardare la Corte penale internazionale quale fondamento indispensabile del sistema giudiziario internazionale; deplora la mancata esecuzione dei mandati d'arresto della Corte penale internazionale da parte di alcuni Stati membri della Corte, che ne compromettono in tal modo il lavoro;
   l'urgente e costante necessità di promuovere la parità di genere e l'emancipazione femminile in tutta l'azione esterna dell'UE, una politica estera che tenga conto dell'integrazione della dimensione di genere in linea con il piano d'azione sulla parità di genere 2021-2025, in particolare alla luce dell'attuale smantellamento globale dei diritti delle donne; sottolinea che, al ritmo attuale dei progressi, il conseguimento della parità di genere in tutto il mondo richiederà altri 131 anni e mette in evidenza l'importanza cruciale di accelerare gli sforzi per salvaguardare e promuovere i diritti e le opportunità delle donne;

II.Gli obiettivi della PESC nel 2025

7.  individua, nella sezione seguente, gli obiettivi del Parlamento per la PESC nel 2025, integrando così il punto di vista espresso nella relazione annuale sulla PESC del VP/AR;

Affrontare le conseguenze globali della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina

8.  sottolinea che la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, e le relative conseguenze, tra cui incertezza economica, insicurezza alimentare e prezzi energetici elevati, in combinazione con il comportamento revisionista della Federazione russa nei confronti di una serie di Stati vicini al Mar Nero, destabilizza e minaccia il vicinato orientale e i Balcani occidentali, il che a sua volta erode l'architettura di sicurezza europea; sottolinea, in tale contesto, la necessità di rafforzare le capacità dell'UE di sostenere le istituzioni democratiche nel nostro immediato vicinato; sottolinea, inoltre, l'importanza della protezione della frontiera orientale dell'UE, che contribuisce alla sicurezza di tutta l'UE; sottolinea che lo scudo orientale e la linea di difesa baltica dovrebbero essere i progetti faro dell'UE per promuovere la dissuasione e il superamento delle potenziali minacce provenienti da est e istituirebbero un sistema integrato di gestione delle frontiere terrestri concepito per rafforzare la frontiera terrestre esterna dell'UE con la Russia e la Bielorussia contro le minacce militari e ibride;

9.  osserva che la risposta dell'UE alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina è seguita con grande attenzione da attori autocratici in tutto il mondo ed eserciterà un'influenza determinante nel definire il loro comportamento sulla scena internazionale; esprime preoccupazione per la cooperazione e il coordinamento crescenti tra i regimi autocratici, anche attraverso il loro sostegno materiale o di altro tipo all'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina; esorta il Consiglio a imporre misure restrittive nei confronti dei paesi che forniscono alla Federazione russa materiali di armamento, come velivoli senza pilota e missili terra-terra, da utilizzare contro obiettivi civili; ricorda che l'uso di tali materiali di armamento contro obiettivi civili è un crimine di guerra; prende atto con grave preoccupazione della crescente cooperazione tra la Federazione russa e la Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) e sottolinea che l'impiego di truppe nordcoreane da parte della Russia sta ampliando la portata del conflitto; sottolinea altresì l'urgente necessità di ulteriori sanzioni contro la Bielorussia, che rispecchino tutte le sanzioni contro la Russia;

10.  ritiene che l'UE e i suoi Stati membri siano ora i soli alleati strategici dell'Ucraina e, di conseguenza, invita l'UE e i suoi Stati membri ad aumentare e accelerare significativamente il sostegno militare ed economico, l'assistenza umanitaria, così come gli aiuti finanziari in ogni modo possibile per porre l'Ucraina in una posizione di forza, consentire di liberare tutto il suo popolo e impedire eventuali ulteriori aggressioni da parte della Russia a seguito di un potenziale accordo di cessate il fuoco; suggerisce, a tal fine, il rafforzamento della missione di assistenza militare dell'Unione europea a sostegno dell'Ucraina, che ha addestrato approssimativamente 75 000 truppe ucraine, ed evidenzia l'urgente necessità di fornire all'Ucraina maggiori capacità di difesa aerea e terra-terra per salvaguardare le sue infrastrutture energetiche critiche, ed esorta gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'impiego dei sistemi d'arma occidentali forniti all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo, il che sarebbe pienamente in linea con il diritto all'autodifesa dell'Ucraina conformemente alla Carta delle Nazioni Unite;

11.  ribadisce il suo impegno a sostenere l'ambizione dell'Ucraina a una pace giusta e duratura e a favore della formula di pace e del piano per la vittoria presentati dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy; ricorda che qualsiasi iniziativa, comprese le soluzioni diplomatiche, intesa a porre fine alla guerra di aggressione russa e a conseguire una pace giusta e duratura deve basarsi sulle condizioni e le indicazioni fornite dall'Ucraina ed essere, in definitiva, approvata dal popolo ucraino; esprime profonda preoccupazione, in tale contesto, per l'apparente cambio di posizione degli Stati Uniti sulla guerra di aggressione della Russia, inclusi il fatto di aver incolpato apertamente l'Ucraina della guerra in corso, la sospensione degli aiuti militari statunitensi, nonché il tentativo di costringere l'Ucraina a rinunciare al suo legittimo diritto all'autodifesa; deplora fermamente qualsiasi tentativo di ricattare la leadership ucraina affinché si arrenda all'aggressore russo al solo scopo di annunciare un "accordo di pace" e ritiene che l'attuale tentativo da parte dell'amministrazione statunitense di negoziare un accordo di cessate il fuoco e di pace senza coinvolgere gli Stati europei, i quali dovranno in ultima analisi gestire la situazione che risulterà da tale accordo, sia controproducente, in quanto non fa che rafforzare lo Stato russo belligerante, dimostrando in tal modo che la politica aggressiva non viene punita, ma ricompensata; esprime cauto ottimismo in merito alla proposta di un accordo di cessate il fuoco di 30 giorni; ricorda che il cessate il fuoco può essere uno strumento efficace per sospendere le ostilità, ma solo se l'aggressore vi aderisce pienamente; si attende pertanto che la Russia lo accetti e lo rispetti, cessando tutti gli attacchi contro l'Ucraina, le sue postazioni militari, la sua popolazione civile, le sue infrastrutture e il suo territorio; conclude tuttavia che, in considerazione delle passate violazioni di accordi precedenti da parte della Russia, la pace può essere raggiunta solo fornendo all'Ucraina solide garanzie di sicurezza; ritiene, per contro, che qualsiasi soluzione che comprometta le legittime aspirazioni dell'Ucraina, come il suo diritto di scegliere i propri dispositivi di sicurezza, o che sia sprovvista di garanzie di sicurezza credibili rischierà di esporre l'Ucraina e altri paesi europei a nuove aggressioni russe; insiste, pertanto, sul fatto che l'UE deve assumere impegni in materia di sicurezza nei confronti dell'Ucraina, come raccomandato dal patto di sicurezza di Kiev, al fine di scoraggiare ulteriori aggressioni russe;

12.  sottolinea che il sostegno finanziario fornito all'Ucraina dall'UE e dai suoi Stati membri supera quello di qualsiasi altro paese, a testimonianza dell'impegno senza pari dell'UE nei confronti dell'Ucraina; sottolinea che il ruolo dell'UE in qualsiasi negoziato che incida sulla sicurezza dell'Europa deve essere commisurato al suo peso politico ed economico; ribadisce che non possono esservi negoziati che incidono sulla sicurezza europea senza il coinvolgimento dell'UE;

13.  si attende che gli Stati membri mantengano le sanzioni nei confronti della Russia per tutto il tempo necessario a garantire una pace giusta e duratura e fino all'avvenuta assunzione di responsabilità; sollecita nel frattempo, l'UE e gli Stati membri a consolidare l'efficacia e l’impatto dei 15 pacchetti di sanzioni adottati finora e a concordarne di nuovi non appena se ne presenti la necessità; sottolinea, in tale contesto, i settori di particolare importanza per l'economia russa, in particolare i settori bancario, metallurgico, nucleare, chimico e agricolo e le materie prime quali l'alluminio, l'acciaio, l'uranio, il titanio e il nichel; chiede una messa al bando o dazi mirati sulle importazioni russe nell'UE al fine di chiudere completamente il flusso di cereali, potassa e fertilizzanti; ricorda che l'attuazione rigorosa e l'applicazione uniforme di misure restrittive in tutti gli Stati membri sono un presupposto per la credibilità e l'efficacia dell'azione esterna dell'UE; sottolinea pertanto l'importanza di porre fine a tutte le importazioni di energia russa nell'UE e di sostenere gli sforzi del G7 volti a ridurre il tetto sui prezzi del petrolio; invita la Commissione a imporre sanzioni a tutte le imprese europee che continuano a intrattenere relazioni economiche con la Federazione russa, nonché a continuare a valutare e contrastare l'elusione;

14.  chiede una diplomazia proattiva con i paesi terzi al fine di ridurre al minimo l'elusione di tali sanzioni; invita la Commissione a valutare in modo critico l'assistenza dell'UE ai paesi terzi che sostengono attivamente l'aggressione della Russia contro l'Ucraina ed esorta il Consiglio a imporre misure restrittive nei confronti dei paesi terzi che rendono possibile la guerra di aggressione russa, agevolando l'elusione delle sanzioni o fornendo assistenza militare diretta, come nel caso della Bielorussia, dell'Iran o della Corea del Nord; sollecita tutti i paesi ad allinearsi pienamente ai pacchetti di sanzioni dell'UE;

15.  deplora il partenariato "senza limiti" tra Russia e Cina, in particolare il rinnovato impegno a rafforzare i loro legami militari; accoglie con favore la decisione del Consiglio di imporre sanzioni alle imprese cinesi per il loro sostegno alla guerra russa in Ucraina;

16.  esprime massima preoccupazione per la sorveglianza e il sabotaggio da parte della Russia e della Cina di infrastrutture marittime critiche, come cavi di comunicazione sottomarini e impianti energetici offshore; esprime, in particolare, profonda preoccupazione per i danni arrecati nell'arco di nemmeno 24 ore, il 17 e il 18 novembre 2024, a due cavi di comunicazione sottomarini che collegano, rispettivamente, la Finlandia e la Germania e la Svezia e la Lituania, e per quelli provocati il 25 dicembre 2024 da una nave cisterna della flotta ombra russa al cavo elettrico EstLink2, che collega l'Estonia e la Finlandia; invita l'UE a istituire sistemi di monitoraggio e sorveglianza efficaci e a instaurare una cooperazione regionale tra le guardie costiere allo scopo di garantire la prevenzione e la rapida individuazione degli attacchi rivolti a simili infrastrutture; accoglie con favore, a tale proposito, l'avvio da parte della NATO dell'operazione "Baltic Sentry", che vede la partecipazione di diversi Stati membri, con l'obiettivo di incrementare la sicurezza delle infrastrutture sottomarine critiche nel Mar Baltico; invita gli Stati membri al pieno rispetto degli impegni assunti nel quadro della dichiarazione comune di New York sulla sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini; ricorda inoltre che nello stretto di Taiwan si svolgono analoghe attività di sabotaggio delle infrastrutture subacquee critiche;

17.  invita l'UE e i suoi Stati membri a controllare in modo rigoroso, prevenire e limitare le attività della flotta ombra russa, che, oltre a violare le sanzioni dell'UE e del G7, rappresenta un'enorme minaccia ecologica per gli ecosistemi a causa delle sue carenze tecniche e frequenti avarie; esorta la Commissione a intervenire rapidamente, nel quadro della cooperazione dell'UE con l'Organizzazione marittima internazionale, e a definire sanzioni più mirate nei confronti della flotta ombra nel prossimo pacchetto di sanzioni contro la Russia; precisa che tali sanzioni dovrebbero contemplare tutte le possibili navi della flotta ombra, nonché i loro proprietari, operatori, gestori, ecc.; raccomanda di vietare le vendite di navi cisterna ai paesi che agevolano gli scambi commerciali con la Russia; osserva che gli Stati di bandiera che contribuiscono alla flotta ombra russa contribuiscono, in tal modo, anche allo sforzo bellico russo;

18.  rinnova l'invito a intraprendere le misure necessarie per garantire il rientro dalla Russia o dal territorio ucraino occupato dei minori ucraini deportati con la forza e adottati illegalmente;

19.  invita la Commissione e il Consiglio a designare il gruppo Wagner, compagnia militare privata finanziata dallo Stato russo, come organizzazione terroristica; richiama l'attenzione sul cosiddetto "Corpo africano", creato a seguito della morte dell'ex leader del gruppo Wagner, Evgenij Prigožin, nell'agosto 2023 e posto alle dipendenze dirette del ministero della Difesa russo nel tentativo di riunire i componenti del gruppo Wagner sotto il controllo del governo;

20.  ribadisce che l'Ucraina, in quanto vittima di aggressione, ha un legittimo diritto all'autodifesa, conformemente all'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; invita la VP/AR, la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri interessati a consentire l'adozione di contromisure efficaci contro la Russia da parte dell'Ucraina; ricorda che la Russia ha violato il diritto internazionale e che il completo sequestro dei beni russi congelati costituisce una misura adeguata per spingere la Russia a conformarsi all'obbligo di rispettare il diritto internazionale e a risarcire l'Ucraina e altre parti lese per le perdite causate dalla guerra di aggressione che ha condotto; invita la Commissione a istituire un solido regime giuridico per la confisca dei beni statali russi congelati dall'UE; ricorda alla Commissione che nessuna proposta di questo tipo esclude la necessità di continuare a fornire sostegno finanziario, politico, militare e umanitario; sollecita l'inclusione di tutti i beni di proprietà dello Stato russo, di autorità locali russe, di imprese statali russe e di persone fisiche nell'elenco delle sanzioni dell'UE e chiede che tali beni siano utilizzati per compensare l'Ucraina per i danni causati dalla guerra;

21.  richiama l'attenzione sulla stima contenuta nell'ultima valutazione rapida dei danni e delle esigenze, secondo cui nel prossimo decennio occorreranno almeno 506 miliardi di EUR per la ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina; accoglie con favore lo strumento per l'Ucraina dell'UE, dotato di un bilancio di quasi 50 miliardi di EUR, e il meccanismo di cooperazione per i prestiti dell'UE, che offre prestiti all'Ucraina fino a 45 miliardi di EUR e che risponde all'invito del Parlamento e si basa sulla decisione del Consiglio di destinare le entrate straordinarie derivanti dai beni statali russi bloccati al Fondo di assistenza per l'Ucraina e allo strumento per l'Ucraina, nonché sulla decisione del G7 di offrire all'Ucraina un prestito di 50 miliardi di USD garantito mediante beni statali russi bloccati; esprime la convinzione che il nuovo meccanismo di cooperazione per i prestiti all'Ucraina rappresenti un passo avanti sostanziale nel far sì che la Russia risarcisca finanziariamente gli ingenti danni che continua a causare in Ucraina;

22.  denuncia l'uso illegittimo da parte del governo ungherese del suo potere di veto per ritardare o bloccare di fatto la concessione di aiuti essenziali dell'UE all'Ucraina nel tentativo di indebolire la posizione unitaria dell'UE sull'Ucraina; invita la VP/AR e il presidente del Consiglio nonché gli Stati membri a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per evitare ulteriori blocchi agli aiuti da parte del governo ungherese;

23.  esorta la VP/AR e gli altri Stati membri a superare il blocco imposto dal governo ungherese relativamente alla decisione di finanziamento ed erogazione dell'EPF, ossia il blocco del pagamento di 450 milioni di EUR alla Polonia come compensazione per l'attrezzatura inviata all'Ucraina; li esorta a garantire che l'unico strumento dell'UE a sostegno degli aiuti militari all'Ucraina torni a essere pienamente operativo; invita la VP/AR a presentare proposte per evitare simili blocchi in futuro o a trovare un meccanismo alternativo completamente affidabile;

24.  sottolinea l'urgente necessità che l'UE e i suoi Stati membri sollecitino l'istituzione di un tribunale internazionale speciale competente per indagare e perseguire il crimine di aggressione perpetrato nei confronti dell'Ucraina dalla leadership politica e militare della Federazione russa e dai suoi alleati; condanna l'esecuzione di prigionieri di guerra ucraini da parte delle forze russe; sottolinea che non si potrà raggiungere una pace sostenibile senza giustizia; plaude alla creazione del centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione nei confronti dell'Ucraina, con sede all'Aia; esprime il proprio sostegno a tutte le attività della CPI e della Corte internazionale di giustizia intese a perseguire i crimini commessi sul territorio ucraino; accoglie con favore la ratifica dello statuto di Roma della Corte penale internazionale da parte dell'Ucraina, che ha consentito a quest'ultima di diventare uno Stato parte dello statuto dal gennaio 2025;

25.  si congratula con l'Ucraina per i progressi compiuti nel quadro del processo di screening per l'adesione all'UE nonostante le condizioni di guerra e la invita a continuare a progredire verso l'adesione all'UE servendosi di tutte le risorse messe a sua disposizione nell'ambito dello strumento per l'Ucraina e a garantire il coinvolgimento significativo della società civile nelle relative fasi di attuazione e monitoraggio; ricorda che l'adesione all'UE è un processo strettamente meritocratico che implica il rispetto dei criteri di Copenaghen per l'adesione all'UE, compresi quelli relativi alla democrazia, allo Stato di diritto, ai valori fondamentali e alla lotta contro la corruzione;

26.  ritiene che l'adesione sia dell'Ucraina sia della Moldova all'UE costituirebbe un investimento reciprocamente vantaggioso in un'Europa unita e forte; accoglie con favore il piano di crescita per la Repubblica di Moldova e l'adozione dello strumento per le riforme e la crescita per la Repubblica di Moldova, del valore di 1,9 miliardi di EUR, che ha lo scopo di accelerare le riforme connesse all'UE; esprime preoccupazione per le conseguenze negative della sospensione degli aiuti dell'agenzia USAID alla Moldova; ritiene che tale lacuna debba essere colmata, per quanto possibile, da fonti dell'UE, dal Fondo europeo per la democrazia e da altri meccanismi; incoraggia la VP/AR a consolidare ulteriormente il partenariato con l'Ucraina e la Moldova nell'ambito della PESC e, in tale contesto, accoglie con favore la firma del partenariato in materia di sicurezza e difesa tra l'UE e la Moldova avvenuta nel maggio 2024; ricorda che la sicurezza della Repubblica di Moldova è indissolubilmente legata a quella dell'Ucraina; sottolinea, pertanto, la necessità di un incremento dei contributi finanziari a titolo dell'EPF per rafforzare ulteriormente le capacità di difesa della Moldova;

27.  elogia la Moldova per aver gestito le elezioni presidenziali e il referendum in modo professionale, mostrando uno straordinario senso del dovere e impegno, nonostante le continue e massicce ingerenze della Russia e dei suoi mandatari; accoglie con favore l'esito del referendum del 2024 sull'adesione della Moldova all'Unione europea, che ha sancito nella costituzione del paese l'impegno ad aderire all'UE; esprime il suo sostegno alla Moldova nella difesa della sua democrazia; condanna fermamente i tentativi continui e coordinati da parte della Federazione russa, degli oligarchi filorussi e di mandatari locali sponsorizzati dalla Russia tesi a destabilizzare la Repubblica di Moldova, creare divisioni all'interno della società moldova e indebolire la direzione europeista del paese attraverso attacchi ibridi, la strumentalizzazione delle forniture energetiche a fini bellici, campagne di disinformazione, minacce di attentati dinamitardi e l'inscenamento di proteste, nonché la minaccia o l'uso della violenza; elogia l'istituzione e le operazioni della missione di partenariato dell'UE in Moldova, che hanno rafforzato le capacità delle autorità moldove di affrontare le ingerenze russe; invita il Consiglio, la Commissione e il SEAE a mettere a disposizione le risorse aggiuntive, anche umane e finanziarie, le attrezzature e gli esperti civili necessari per continuare ad attuare il mandato della missione oltre il maggio 2025;

28.  sottolinea l'importanza dell'EPF ai fini del miglioramento della capacità dell'UE di prevenire i conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale;

29.  accoglie con favore la creazione del gruppo consultivo UE-Bielorussia per consentire un dialogo continuo tra l'UE e le forze democratiche bielorusse; ribadisce il proprio sostegno alla liberazione di tutti i prigionieri politici e ai coraggiosi attivisti e giornalisti in Bielorussia che continuano a resistere al regime del leader illegittimo nonostante le repressioni in atto, tra cui il rifiuto di rinnovare i passaporti dei cittadini bielorussi all'estero, e che hanno espresso il desiderio di conseguire lo sviluppo democratico del paese e la sua adesione all'UE, anche in occasione della Conferenza per la "Nuova Bielorussia" svoltasi a Varsavia nell'agosto 2023; sottolinea che tali sforzi dimostrano il ruolo fondamentale della società civile nel rafforzamento della democrazia;

Risolvere il conflitto e sostenere la pace in Medio Oriente

30.  afferma il diritto di Israele all'autodifesa, quale sancito e limitato dal diritto internazionale; ricorda che Israele ha l'obbligo di far fronte al rischio di carestia di massa e di epidemie a Gaza; ricorda che Israele ha anche l'obbligo di proteggere la popolazione civile e che le operazioni militari devono essere proporzionate e allineate al diritto internazionale umanitario; esprime la sua preoccupazione dinanzi all'azione militare delle forze di difesa israeliane nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e in Libano; chiede un cessate il fuoco immediato e permanente e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi;

31.  deplora profondamente l'interruzione del cessate il fuoco a Gaza, che ha causato un elevato numero di vittime civili in occasione dei recenti attacchi aerei; deplora, a tal proposito, il rifiuto di Hamas di consegnare gli ostaggi rimanenti; chiede un ritorno immediato alla piena attuazione dell'accordo di cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi e sottolinea la necessità di progredire verso la seconda fase dell'accordo; plaude all'impegno dimostrato dai mediatori, tra cui gli Stati Uniti, l'Egitto e il Qatar, i cui sforzi sono stati fondamentali per arrivare all'accordo di cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi; è pronto ad avviare discussioni sui futuri contributi concreti a sostegno di un cessate il fuoco; reputa fondamentale che tutti gli obblighi assunti nell'ambito dell'accordo siano rispettati, garantendo il rilascio di tutti gli ostaggi, stabilendo una cessazione duratura delle violenze e consentendo l'ingresso e la distribuzione continua dell'assistenza umanitaria e sanitaria nella Striscia di Gaza; accoglie con favore, a tal fine, il nuovo dispiegamento della missione EU BAM Rafah il 31 gennaio 2025 per aiutare l'Autorità palestinese ad agevolare gli attraversamenti ai fini delle evacuazioni per motivi sanitari; è turbato dalla recente chiusura del valico di Rafah fino a nuovo ordine a seguito delle operazioni militari a Gaza avviate il 18 marzo 2025; invita tutte le parti a impegnarsi pienamente a rispettare i loro obblighi e a dare priorità alla protezione dei civili; esorta tutti gli attori europei e internazionali a vigilare attivamente sull'attuazione del cessate il fuoco e a fare in modo che coloro che non lo rispettano siano chiamati a rispondere delle proprie azioni;

32.  ritiene che il Consiglio di associazione con Israele, tenutosi a Bruxelles il 24 febbraio 2025, sia un primo passo verso un rinnovato dialogo aperto e sincero con il ministro degli Esteri israeliano, a cui sarà necessario dare un seguito; riconosce il valore del dialogo con Israele per rafforzare il ruolo dell'UE in Medio Oriente, ma sottolinea nel contempo che tale partenariato deve basarsi sul pieno rispetto di diritti e valori; ricorda che il rispetto dell'articolo 2 dell'accordo di associazione è un elemento fondamentale del partenariato e chiede un monitoraggio e una valutazione continui della sua attuazione da parte del governo israeliano; accoglie con favore il dialogo ad alto livello con il primo ministro palestinese previsto nell'aprile 2025;

33.  ribadisce il suo fermo sostegno a una soluzione negoziata fondata sulla coesistenza di due Stati sulla base dei confini del 1967, con due Stati sovrani e democratici come vicini pacifici e con Gerusalemme come capitale condivisa, che rimane la strada più percorribile verso una pace e una sicurezza durature sia per gli israeliani sia per i palestinesi; invita la VP/AR a sostenere tutti gli sforzi profusi a tal fine e, in particolare, l'Alleanza globale per l'attuazione della soluzione dei due Stati; invita tutte le parti a intensificare gli sforzi per rimuovere gli ostacoli che si oppongono a tale soluzione e ad avviare un dialogo inteso a conseguire una comprensione e un rispetto reciproci; accoglie con favore la prospettiva di un ritorno dell'Autorità palestinese a Gaza; si rammarica che l'Autorità palestinese non tenga elezioni dal 2005, il che pregiudica la sua credibilità, e si attende che siano organizzate presto nuove elezioni; è convinto che non possa esserci alcuna prospettiva di pace, sicurezza, stabilità e prosperità per Gaza né di riconciliazione tra la popolazione israeliana e quella palestinese finché Hamas e altri gruppi terroristici svolgeranno un ruolo nella Striscia di Gaza; invita pertanto il rappresentante speciale dell'UE per il processo di pace in Medio Oriente a sostenere gli sforzi volti a contrastare un'ulteriore radicalizzazione dei giovani nella regione; condanna il rapido aumento degli insediamenti illegali israeliani in territorio palestinese, che violano il diritto internazionale, compromettono gli sforzi volti al raggiungimento di una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati e rappresentano un considerevole ostacolo a una pace duratura; esprime preoccupazione per le violenze dilaganti perpetrate dalle forze israeliane e dai coloni estremisti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est e accoglie con favore le sanzioni adottate nei confronti dei coloni estremisti israeliani; ribadisce l'importante ruolo degli accordi di Abramo quale quadro per conseguire una pace, una stabilità e una prosperità durature in Medio Oriente; accoglie con favore il piano arabo di ripresa e ricostruzione presentato al vertice del Cairo il 4 marzo 2025, che rappresenta una solida base per le discussioni sul futuro della Striscia di Gaza; incoraggia la VP/AR e la commissaria responsabile per il Mediterraneo a collaborare in modo costruttivo con i partner arabi per fornire soluzioni credibili per la ricostruzione, la governance e la sicurezza di Gaza; respinge, d'altro canto, la proposta "Trump Gaza", che ignora la volatilità delle condizioni di sicurezza in tutto il Medio Oriente; è del parere che la gravità della distruzione e delle sofferenze umane a Gaza richieda un impegno internazionale globale in virtù del quale gli Stati Uniti, assieme all'UE, alle Nazioni Unite, agli Stati arabi e ad altri partner internazionali completerebbero i rispettivi sforzi per far sì che i negoziati riprendano e siano costruttivi; si impegna a favore dei futuri sforzi di normalizzazione tra Israele e gli Stati arabi nella regione;

34.  è favorevole a una soluzione giusta e praticabile della questione dei profughi palestinesi; sottolinea che l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) svolge un ruolo importante nella fornitura di aiuti umanitari e servizi essenziali, che, nelle circostanze attuali, non devono essere interrotti, e ritiene che tutte le agenzie delle Nazioni Unite attive nella regione debbano essere sostenute nei loro sforzi; ribadisce, tuttavia, la sua preoccupazione per le gravi accuse formulate nei confronti di membri del personale dell'UNRWA, stando alle quali l'Agenzia avrebbe impiegato membri dell'organizzazione terroristica Hamas; accoglie con favore le misure intraprese dalle Nazioni Unite a seguito delle accuse riguardanti il personale dell'Agenzia e si compiace del pieno impegno dell'UNRWA ad attuare le raccomandazioni derivanti dalla "relazione Colonna"; ribadisce le conclusioni del Consiglio europeo del 17 ottobre 2024, che condannano qualsiasi tentativo di abrogare l'accordo del 1967 tra Israele e l'UNRWA; insiste affinché la Commissione garantisca che nessun fondo del bilancio dell'UE finanzi, sovvenzioni o sostenga le attività di Hamas o di Hezbollah; sottolinea che in futuro potrebbero rendersi necessarie misure addizionali per ottenere una maggiore trasparenza e assunzione di responsabilità;

35.  esprime preoccupazione per l'aumento delle tensioni in Medio Oriente ed esorta tutte le parti coinvolte a rispettare il diritto internazionale umanitario, a dar prova della massima moderazione e a impegnarsi per attenuare la situazione, poiché lo scoppio di un conflitto regionale deve essere evitato a tutti i costi; deplora la perdita di migliaia di vite civili; esorta al disarmo di Hezbollah nell'ambito di misure più ampie volte a ridurre le ostilità e a garantire la stabilità regionale; invita la VP/AR a presentare una strategia globale dell'UE per il Medio Oriente, ad aumentare la presenza effettiva dell'UE nella regione, a promuovere la stabilità e la pace a lungo termine nella regione e a rafforzare i partenariati con i principali portatori di interessi regionali; sottolinea che detta strategia deve essere messa a punto durante i primi mesi del mandato della nuova Commissione e dovrebbe riflettersi nel prossimo QFP per poter avere un effetto tangibile su una situazione in rapido deterioramento; evidenzia che gli Stati membri devono intensificare gli sforzi diplomatici con i partner internazionali, tra cui i paesi del Golfo, al fine di promuovere un urgente allentamento delle tensioni e un dialogo significativo; mette in luce la necessità di considerare prioritarie e di rafforzare le organizzazioni della società civile nella regione, in particolare quelle che si adoperano per la tutela dei diritti umani e la costruzione della pace;

36.  condanna fermamente il ruolo destabilizzante svolto dal regime iraniano e dalla sua rete di attori non statali nella regione; ricorda che l'Iran non si nasconde più dietro i suoi mandatari e condanna i due attacchi aperti e diretti sferrati dal paese sul territorio israeliano nel 2024, che hanno entrambi suscitato una reazione da parte di Israele, comportando un'escalation del conflitto senza precedenti; condanna fermamente gli attacchi di Hezbollah contro Israele, che hanno portato a un'invasione di terra israeliana in Libano, causando un elevato numero di vittime civili, sfollamenti forzati e un aumento delle violenze in Libano; prende atto del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, concordato il 27 novembre 2024 per un periodo di 60 giorni; esorta Israele a ritirarsi dal Libano meridionale, conformemente alla la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; ricorda che le ostilità devono cessare definitivamente quanto prima perché si possa trovare una soluzione diplomatica lungo la linea blu; chiede l'attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella sua interezza, in quanto unica via per allentare le tensioni e stabilizzare il confine israelo-libanese in modo duraturo nonché per ripristinare pienamente la sovranità, l'integrità territoriale e la stabilità del Libano; accoglie con favore la decisione del Consiglio, del 21 gennaio 2025, di adottare una terza misura di assistenza nell'ambito dello strumento europeo per la pace, del valore di 60 milioni di EUR, a favore delle forze armate libanesi;

37.  invita il Consiglio e la VP/AR ad aggiungere Hezbollah nella sua totalità all'elenco dell'UE delle organizzazioni terroristiche;

38.  prende atto del mandato di arresto emesso dalla CPI il 21 novembre 2024;

39.  ribadisce l'invito rivolto all'UE dal Presidente della CPI, il giudice Tomoko Akane, affinché intervenga immediatamente per tutelare la CPI e lo Stato di diritto nella comunità internazionale, anche modificando rapidamente il regolamento di blocco dell'UE per includere la CPI nel suo ambito di applicazione;

40.  accoglie con favore la formazione di un nuovo governo; auspica che il Presidente Joseph Aoun e il Primo ministro Nawaf Salam riescano a realizzare le aspirazioni del popolo libanese; si impegna a sostenere il paese nella ricostruzione di istituzioni statali in grado di svolgere la loro missione al servizio di tutti i cittadini, nel portare avanti un'agenda lungimirante e orientata alle riforme, in particolare per quanto riguarda le libertà civili e lo Stato di diritto; sostiene gli sforzi di ricostruzione avviando nel contempo un percorso di stabilizzazione politica e di ripresa socioeconomica; invita la VP/AR a rilanciare il partenariato UE-Libano, anche organizzando quanto prima un consiglio di associazione;

41.  condanna fermamente i recenti attacchi condotti dalle forze di difesa israeliane e da Hezbollah contro la forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL); ribadisce l'inviolabilità di tutto il personale e di tutti i locali delle Nazioni Unite, riafferma il ruolo cruciale di stabilizzazione svolto dall'UNIFIL, a cui contribuiscono 16 Stati membri, nel Libano meridionale e chiede la cessazione immediata di detti attacchi;

42.  accoglie con favore la decisione dell'UE di rinnovare le sanzioni contro l'Iran fino al luglio 2025, imponendo anche sanzioni sulla sua produzione di droni e missili senza equipaggio e sulla relativa fornitura alla Russia e a tutta la regione del Medio Oriente; mette in luce i forti legami esistenti tra l'Iran e il Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC), i suoi mandatari, tra cui gli Houthi, e le milizie attive in Iraq e in Siria; condanna fermamente l'elevato numero di attentati terroristici e di omicidi, o di tentativi falliti, perpetrati dall'IRGC in tutto il mondo, anche sul territorio europeo, negli ultimi decenni; chiede nuovamente che l'IRGC sia aggiunta con urgenza all'elenco dell'UE delle organizzazioni terroristiche; sottolinea che le opzioni sanzionatorie non ancora esaurite comprendono un approccio molto più restrittivo ai trasferimenti di tecnologia attraverso l'esportazione di prodotti che non sono classificati come "a duplice uso";

43.  condanna fermamente i destabilizzanti attacchi sferrati dagli Houthi contro le navi commerciali e militari in transito nel Mar Rosso; insiste sul fatto che tali attacchi hanno gravemente perturbato il commercio mondiale, in quanto le compagnie di navigazione sono costrette a deviare gran parte del traffico del Mar Rosso e a circumnavigare l'Africa; chiede un'azione collettiva, incoraggia un maggiore impegno e una maggiore cooperazione internazionale da parte dell'UE e sollecita vivamente un intervento costante per garantire la libertà di navigazione in una delle vie navigabili più importanti al mondo; chiede l'immediata cessazione di detti attacchi illegali;

44.  condivide l'obiettivo di impedire a tutti i costi che l'Iran si doti di armi nucleari; sottolinea, tuttavia, che il regime di Teheran ha chiaramente respinto il rilancio del PACG e si è rifiutato di cooperare nell'ambito della controversia in corso con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica; evidenzia che, allo stesso tempo, l'Iran ha aumentato la propria capacità di armamento nucleare; deplora il fatto che attualmente non esista una strategia per persuadere l'Iran ad astenersi dal costruire una capacità nucleare militare né un piano d'azione qualora l'Iran superasse la soglia nucleare; invita la VP/AR a presentare una strategia riveduta nei confronti dell'Iran che permetta di far fronte a ogni eventualità;

45.  esprime preoccupazione per la retorica incendiaria, alimentata dalla cattiva informazione e dalla disinformazione, che aleggia intorno a questo conflitto e per la relativa strumentalizzazione da parte di soggetti malintenzionati con l'obiettivo di seminare sfiducia e odio, anche all'interno delle società europee, come dimostrato in particolare, ma non solo, dal preoccupante aumento dell'antisemitismo; segnala che tale questione dovrebbe essere al centro della lotta dell'UE contro la disinformazione e chiede un approccio coordinato da parte della Commissione, che tenga conto della dimensione esterna e interna delle sue politiche, compreso, tra l'altro, il prossimo piano di comunicazione strategica che mira a promuovere il ruolo dell'UE nel vicinato meridionale;

46.  accoglie con favore la storica caduta del regime di Assad in Siria; ricorda che tale regime ha resistito così a lungo solo grazie al sostegno degli alleati russi e iraniani e che il suo crollo testimonia un loro indebolimento; accoglie con favore il nuovo inizio delle relazioni UE-Siria, come manifestato dalla nomina di un incaricato d'affari dell'UE a Damasco, dall'impegno diplomatico e dalle riunioni ad alto livello svolti dagli Stati membri e dai leader dell'UE, nonché dalla 9a conferenza di Bruxelles che si è tenuta il 17 marzo 2025 con la partecipazione del ministro degli Esteri ad interim Asaad al-Shibani; ritiene che l'instaurazione di relazioni diplomatiche con le nuove autorità siriane non dovrebbe costituire un pretesto per usare indulgenza nei confronti dei cittadini di Stati membri che hanno combattuto come membri di gruppi islamici in Siria; dichiara che tali combattenti continuano a rappresentare una minaccia per i paesi di cui hanno la cittadinanza e per tutti gli Stati membri dell'UE; ribadisce il suo fermo sostegno all'integrità territoriale della Siria e sottolinea la necessità di incrementare con urgenza gli aiuti umanitari e rafforzare la protezione dei 16,7 milioni di persone in condizione di necessità; accoglie con favore, a tal fine, la proroga a tempo indeterminato delle esenzioni umanitarie e la sospensione graduale, ma condizionata, delle sanzioni nei confronti di una serie di settori economici, in modo da fornire all'economia siriana un'ancora di salvezza quanto mai necessaria; si impegna a monitorare attentamente il processo di transizione politica e a sollecitare gli Stati membri a revocare la sospensione delle sanzioni qualora le autorità siriane non rispettino i loro impegni dichiarati; riconosce la sfida di una costruzione ordinata dello Stato in considerazione del rischio di insurrezioni da parte di gruppi armati fedeli al precedente regime e incoraggia le autorità provvisorie a organizzare con urgenza il disarmo paramilitare e civile, in particolare a seguito degli inaccettabili attacchi di ritorsione nei confronti della comunità alawita sulla base della sua presunta associazione al regime di Assad; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere il processo di attuazione dell'accordo tra il governo di transizione siriano e le forze democratiche siriane a guida curda, al fine di garantire alla comunità curda il pieno riconoscimento e la partecipazione politica in Siria; invita tutte le parti a contribuire a una transizione pacifica e politica, guidata dalla Siria verso un modello di governance inclusivo e democratico che garantisca la rappresentazione, la partecipazione e la parità di diritti delle donne, delle minoranze e di tutti i membri della società siriana, indipendentemente dalla loro etnia o religione, e che ponga al centro delle proprie azioni il buon funzionamento delle istituzioni statali e il benessere del popolo siriano; accoglie con favore il fatto che il presidente provvisorio al-Sharaa abbia riconosciuto la diversità della Siria, ma prendendo atto delle lacune a tale riguardo nella composizione dell'attuale governo provvisorio; è fermamente convinto che il successo della transizione politica siriana, in particolare la salvaguardia della pace civile e il consolidamento della fiducia nelle istituzioni statali, dipenda dalla giustizia transizionale e dalla riconciliazione quale percorso per combattere l'impunità di tutte le parti responsabili di violazioni del diritto internazionale; sottolinea che la lotta contro l'impunità in Siria rappresenta un imperativo morale e politico per l'Europa e la comunità internazionale; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere le attività del meccanismo internazionale, imparziale e indipendente per fornire assistenza nelle indagini e nel perseguimento dei responsabili dei reati più gravi ai sensi del diritto internazionale commessi nella Repubblica araba siriana dal marzo 2011; incoraggia la Siria a ratificare lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI) e ad allineare di conseguenza la legislazione nazionale, nonché a conferire alla CPI giurisdizione retroattiva mediante una dichiarazione; invita l'UE e i suoi Stati membri a prendere in considerazione la possibilità di istituire una missione speciale, in cooperazione con partner internazionali, volta a contribuire alla documentazione dei casi di reati gravi commessi dal regime di Assad e da tutte le altre fazioni; sottolinea l'importanza della salvaguardia dell'integrità territoriale della Siria, anche per contribuire a preservare la stabilità nella regione; invita la VP/AR e gli Stati membri ad adottare misure immediate per impedire il reinsediamento o il rafforzamento delle forze militari o paramilitari o dei servizi di intelligence russi nel paese;

Incentivare la cooperazione con partner che condividono gli stessi principi

47.  riconosce che l'obbligo di unanimità costringe gli Stati membri a lavorare incessantemente per raggiungere il compromesso e l'unità, il che è la fonte dell'influenza politica dell'UE sulla scena mondiale; sottolinea, tuttavia, che il compromesso tra l'ideale di unità e gli elevati costi dell'unanimità in termini di credibilità sulla scena mondiale dovrebbe essere valutato da un punto di vista critico, tenendo conto, in particolare, dell'efficace funzionamento di un'UE allargata;

48.  si rammarica, in tale contesto, del fatto che determinati Stati membri abbiano usato il loro diritto di veto per ridurre la portata degli accordi, ritardare il processo decisionale o bloccare completamente qualsiasi politica comune; deplora che il potenziale per un'azione rapida, efficiente ed efficace nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa, come previsto, tra l'altro, dalle clausole passerella del TUE, non sia mai stato utilizzato;

49.  invita nuovamente il Consiglio a passare gradualmente al voto a maggioranza qualificata per le decisioni nell'ambito della PESC che non hanno implicazioni nel settore militare o della difesa; riconosce le preoccupazioni di alcuni Stati membri, che temono una diminuzione della capacità di influenzare la politica estera e di sicurezza a livello dell'UE; incoraggia, in attesa della piena applicazione del voto a maggioranza qualificata per le decisioni che non hanno implicazioni nel settore militare o della difesa, il pieno utilizzo di tutte le possibilità attualmente esistenti per rafforzare la risolutezza a tale riguardo, compreso il ricorso all'astensione costruttiva conformemente all'articolo 31, paragrafo 1, TUE; riconosce che i progressi verso l'applicazione del voto a maggioranza qualificata possono essere solo graduali e fondati sulla creazione di una cultura strategica europea;

50.  evidenzia che il mondo sta diventando più multipolare e meno multilaterale; sottolinea che i forum multilaterali, in primo luogo le Nazioni Unite e le loro agenzie, dovrebbero rappresentare la forma di cooperazione privilegiata dell'UE; invita gli Stati membri a rafforzare le forme inclusive di governance multilaterale e incoraggia, in tale contesto, la Commissione, il SEAE e il Consiglio a intensificare la cooperazione interistituzionale con le organizzazioni multilaterali che sono parte integrante del sistema internazionale basato su regole e a proteggere in tal modo le Nazioni Unite e il sistema multilaterale nel suo complesso; esprime preoccupazione, a tale riguardo, per la crescente importanza di forme esclusive di cooperazione, che subiscono una crescente concorrenza; esprime preoccupazione per il numero crescente di membri del gruppo BRICS, che comprende attualmente il 45 % della popolazione mondiale; sottolinea che tale cooperazione fornisce alla Russia i mezzi per eludere le misure volte a isolarla politicamente e consente alla Cina di ampliare ulteriormente la propria influenza attraverso il suo modus operandi, che consiste nel finanziamento di progetti di infrastrutture; sottolinea che la serietà dell'impegno della Cina dipenderà dalla sua volontà di fare concessioni per affrontare la gestione e la ristrutturazione del debito dei paesi del Sud del mondo; osserva, nel contempo, che le istituzioni e le norme internazionali sono sempre più strumentalizzate e indebolite da regimi autocratici; sottolinea che tale tendenza pone l'UE in una posizione delicata, costringendola a trovare un equilibrio tra la necessità di appellarsi a un concetto ampio e inclusivo di multilateralismo e quella di consolidare la cooperazione con partner selezionati che condividono gli stessi principi;

51.  invita la Commissione e il Consiglio a riesaminare e rivalutare l'approccio dell'UE nei confronti del gruppo BRICS e dei suoi partner, e a sviluppare una politica dell'UE distinta nei confronti dei BRICS+;

52.  chiede con forza una revisione dell'assistenza finanziaria dell'UE ai paesi terzi per garantire che non sostenga i governi che sfidano i valori europei, diffondono una propaganda anti-occidentale, sostengono la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e compromettono l'attuale ordine internazionale che difende la democrazia, i diritti umani e la lotta alla corruzione;

53.  sottolinea, a tale riguardo, che il contesto geopolitico in cui opera l'UE rimane caratterizzato da un'incertezza radicale e da un passaggio dalla cooperazione alla concorrenza; constata con preoccupazione come tutti i tipi di interazione siano strumentalizzati e osserva che tale tendenza ostacola la cooperazione internazionale in un momento in cui le transizioni globali devono accelerare per poter rispondere efficacemente alle sfide globali; ricorda che l'UE non può permettersi di richiudersi in se stessa e deve rimanere aperta e impegnata nel mondo per difendere i suoi valori e interessi; sottolinea che, alla luce dell'intensificarsi degli sforzi profusi da alcuni paesi terzi per destabilizzare l'ordine internazionale e minare il multilateralismo attraverso la diffusione della disinformazione, è essenziale rafforzare la cooperazione e il coordinamento con partner che condividono gli stessi principi;

54.  invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a sostenere attivamente una riforma istituzionale completa delle istituzioni multilaterali, in primo luogo del sistema delle Nazioni Unite, e in particolare del relativo Consiglio di sicurezza, che dovrebbe includere misure volte a limitare il ricorso al potere di veto, a rafforzare la rappresentanza regionale, a rendere l'organo esecutivo responsabile dinanzi all'assemblea che lo elegge e a ridefinirne la composizione in modo che rispecchi meglio la realtà geopolitica, anche istituendo un seggio permanente per l'UE; sottolinea che tali riforme sono essenziali per promuovere il multilateralismo, migliorare la governance globale e il processo decisionale basato su valori e affrontare le sfide internazionali in modo più inclusivo e reattivo;

55.  ricorda l'importanza di un partenariato forte e costruttivo con il Regno Unito data non solo l'esistenza di un accordo commerciale e di cooperazione globale senza precedenti, il fondamento di valori condivisi quali la democrazia, il sostegno al multilateralismo e i diritti umani, ma anche la portata delle questioni di interesse comune in settori quali la difesa, il clima e l'energia, la gestione delle frontiere, la lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata e la promozione della pace e della stabilità; accoglie con favore soprattutto il ritrovato interesse da parte del nuovo governo del Regno Unito a riflettere con l'UE sulla possibilità di una cooperazione più stretta e duratura in materia di politica estera e di sicurezza, sostenuta da azioni concrete e basata su una buona cooperazione a livello delle Nazioni Unite nonché su un efficace coordinamento tra l'UE e il Regno Unito per quanto riguarda l'adozione di sanzioni nei confronti della Russia e il monitoraggio della relativa attuazione; ritiene che tale coordinamento presenti un valore aggiunto sia per l'UE sia per il Regno Unito e accoglie pertanto con favore l'accordo che prevede che i due paesi si adoperino per la creazione di un partenariato UE-Regno Unito in materia di sicurezza basato su interessi comuni e su una responsabilità collettiva; ritiene che, nell'ambito di tale partenariato, dovrebbero essere affrontati temi quali la sicurezza marittima; chiede che il Parlamento sia debitamente coinvolto in tali riflessioni e ne sia informato, sia prima che dopo l'anticipato vertice UK-UE;

56.  prende atto dell'esito delle elezioni presidenziali e congressuali negli Stati Uniti; esprime preoccupazione per la velocità con cui la nuova amministrazione statunitense ha ribaltato i partenariati consolidati e la tradizione diplomatica; esprime sconcerto per l'attuale politica volta ad accontentare la Russia e a colpire i tradizionali alleati; deplora le recenti affermazioni del vicepresidente statunitense Vance, che mettono in discussione i valori condivisi alla base del partenariato transatlantico; avverte che, attraverso tale politica erratica, l'amministrazione Trump mette in pericolo un bene limitato, vale a dire la fiducia negli Stati Uniti; crede, tuttavia, che la relazione transatlantica rimanga indispensabile per la sicurezza dei partner su entrambe le sponde dell'Atlantico e valga pertanto la pena di investirvi; ritiene più che mai fondamentale continuare a dialogare con le controparti statunitensi a livello federale e statale; incoraggia gli Stati membri a perseguire canali diplomatici bilaterali con le controparti negli Stati Uniti come forma di cooperazione preferita dall'amministrazione statunitense, dimostrando unità e impegno a favore di una posizione comune dell'UE; ribadisce l'importanza di vertici UE-Stati Uniti a cadenza regolare, al fine di imprimere uno slancio del massimo livello alla futura cooperazione; sostiene pienamente il consolidamento della cooperazione nel quadro del dialogo transatlantico tra l'UE e gli Stati Uniti, ad esempio attraverso la diplomazia parlamentare transatlantica;

57.  si rammarica della decisione degli Stati Uniti di sospendere improvvisamente la maggior parte degli aiuti umanitari e degli aiuti allo sviluppo, compresi, ma non solo, gli aiuti sinora forniti dall'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID), con effetti devastanti sulla vita di innumerevoli persone, ma anche con il rischio di gravi conseguenze per i diritti umani e la sicurezza globale; riconosce che l'UE non può sostituire l'USAID, ma deve riassegnare le risorse in modo strategico e intelligente attraverso un approccio "Team Europa" in modo da attenuare gli impatti, nell'interesse sia dei paesi interessati che dei propri; accoglie con favore l'annuncio della Commissione e del SEAE secondo cui ci si sta adoperando per iniettare liquidità nelle zone gravemente colpite attraverso la riassegnazione e l'aumento dei prefinanziamenti; plaude alla decisione di avviare una mappatura a livello dell'UE, che dovrebbe tenere conto anche degli effetti secondari, e chiede che i risultati siano condivisi con gli Stati membri e con il Parlamento; chiede inoltre alla Commissione di rilasciare una dichiarazione che faccia il punto della risposta globale dell'UE a questa crisi;

58.  invita la Commissione a promuovere legami più stretti con il Canada al fine di contrastare le sfide globali che minacciano i nostri valori e interessi comuni e la nostra sicurezza e prosperità; ritiene che il dialogo bilaterale in materia di sicurezza e difesa e il futuro partenariato in tale ambito gettino le basi per una cooperazione rafforzata in questo settore, in particolare per quanto riguarda le rispettive iniziative volte a potenziare la produzione dell'industria della difesa;

59.  ribadisce, a ogni modo, la necessità che gli Stati membri mettano pienamente in pratica il concetto di autonomia strategica dell'UE e di prontezza alla difesa e che, a tal fine, realizzino investimenti collettivi e ben coordinati nella loro sicurezza e difesa, con l'obiettivo di conseguire un'autentica Unione europea della difesa, che sia interoperabile con la NATO e a essa complementare e che possa agire in modo indipendente ove necessario; ritiene che l'UE debba agire urgentemente per ridurre le dipendenze dai paesi terzi in materia di capacità di difesa, in particolare per quanto concerne i facilitatori strategici, e garantire così la propria sicurezza autonoma; ricorda che l'EDTIB è una risorsa strategica sia per la sicurezza e la difesa dell'Unione che per la sua politica estera; chiede che tale risorsa venga rafforzata in misura significativa e che vengano potenziati i partenariati industriali nel settore della difesa e l'integrazione della base industriale di partner affidabili che condividono gli stessi principi, in primo luogo l'Ucraina;

60.  incoraggia lo sviluppo di strette relazioni con i paesi dell'Europa occidentale non appartenenti all'UE e, in particolare la cooperazione in alcuni settori dell'azione esterna dell'UE; accoglie con favore, in tale contesto, la conclusione dei negoziati su un ampio complesso di misure riguardanti le future relazioni tra l'UE e la Svizzera, che rappresentano una tappa significativa nella promozione e nell'approfondimento di un già solido rapporto; invita la Commissione a modernizzare e approfondire le relazioni bilaterali tra l'UE e la Svizzera; sottolinea l'importanza di promuovere relazioni più solide con la Norvegia, in particolare nell'ambito del partenariato in materia di sicurezza e difesa, nonché della gestione cooperativa degli stock condivisi e del proseguimento delle attività di pesca di lunga data; chiede una rapida firma dell'accordo di associazione tra l'UE e Andorra e San Marino;

61.  apprezza il nuovo slancio nelle relazioni bilaterali tra l'UE e l'Armenia, che è fortemente sostenuto dalle autorità di Erevan; invita la Commissione e il Consiglio a sostenere attivamente il desiderio dell'Armenia di conseguire una maggiore cooperazione con l'UE; esprime il suo pieno sostegno ai lavori recentemente avviati nel quadro della nuova agenda di partenariato UE-Armenia, che stabilisce priorità comuni più ambiziose per una cooperazione che abbracci tutte le dimensioni;

62.  esprime il suo convinto sostegno alle attività della missione dell'Unione europea in Armenia (EUMA) e sottolinea l'importante ruolo che essa svolge; invita l'EUMA a continuare a monitorare attentamente l'evoluzione della situazione della sicurezza sul campo, a fornire relazioni trasparenti al Parlamento e a contribuire attivamente agli sforzi di risoluzione dei conflitti; invita l'UE e i suoi Stati membri a rafforzare il mandato dell'EUMA, ad aumentarne la portata e a estenderne la durata; chiede alle autorità azere di acconsentire alla presenza di una missione civile di questo tipo anche sul proprio lato del confine;

63.  è del parere che il centro di gravità dell'ordine mondiale si stia spostando verso la regione indo-pacifica e che l'UE debba rafforzare il suo ruolo attivo e la sua presenza in tale regione per salvaguardare i suoi interessi, promuovere la stabilità e sostenere un ordine internazionale basato su regole; ribadisce che una regione indo-pacifica in cui vigano pace, libertà e stabilità e che sia fondata su regole è di vitale interesse per l'Europa; esprime preoccupazione per il fatto che la competizione tra le grandi potenze nella regione impone parametri alla capacità dell'UE di promuovere il multilateralismo nella regione; sottolinea, in tale contesto, che il vertice Asia-Europa è tuttora intralciato dalle tensioni geopolitiche con la Russia; chiede, in tale contesto, legami più forti in materia di politica estera, sicurezza e difesa con partner della regione che condividono gli stessi principi, in linea con la strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indo-pacifica; incoraggia la VP/AR a promuovere la visibilità e l'impatto dell'azione esterna dell'UE insieme ai nostri partner della regione indo-pacifica, in particolare Australia, India, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Giappone e Taiwan;

64.  ricorda, in tale contesto, il partenariato strategico che l'UE ha con il Giappone, che dovrebbe fungere da modello per un proficuo partenariato bilaterale che consenta un'efficace definizione delle politiche in contesti multilaterali; osserva che l'UE e il Giappone celebrano cinquant'anni dall'istituzione delle rispettive missioni diplomatiche nel 2024 e sottolinea con forza l'interesse dell'UE ad approfondire e ampliare tale partenariato a livello bilaterale nei prossimi cinquant'anni; accoglie con favore, a tal fine, l'accordo di partenariato economico UE-Giappone e l'accordo di partenariato strategico UE-Giappone, il quale prevede, tra l'altro, consultazioni sullo sviluppo delle rispettive iniziative in materia di difesa, compreso lo scambio di informazioni sulle questioni relative all'industria della difesa, nonché l'esame di un eventuale coinvolgimento reciproco nelle rispettive iniziative di difesa;

65.  osserva che le sfide geopolitiche hanno rafforzato l'interesse comune dell'UE e dell'India a garantire sicurezza, prosperità e sviluppo sostenibile; chiede che sia organizzato un vertice India-UE per mantenere le relazioni bilaterali in cima all'ordine del giorno; riconosce come principali settori di cooperazione i cambiamenti climatici e la crescita verde, la digitalizzazione e le nuove tecnologie, la ricerca e lo sviluppo, la connettività, il commercio e gli investimenti e la politica estera, di sicurezza e di difesa; chiede, a tale proposito, una maggiore adesione da parte degli Stati membri; invita inoltre gli Stati membri a espandere e ampliare la cooperazione tra l'India e l'UE in materia di sicurezza marittima, in risposta alla presenza crescente della Cina nella regione indo-pacifica; sottolinea la necessità di avviare un dialogo con l'India riguardo alla sua forte dipendenza militare dalla Russia nonché la fornitura di tecnologie critiche soggette a restrizioni alla Russia; esorta l'India a condannare la guerra di aggressione illegale della Russia nei confronti dell'Ucraina e ad aderire alla politica di sanzioni dell'UE nei confronti della Russia;

66.  ritiene che l'India sia un importante partner democratico e incoraggia l'UE a dialogare assiduamente con il governo indiano sul rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, a livello nazionale e mondiale; chiede la piena attuazione della strategia dell'UE sull'India del 2018 e la tabella di marcia UE-India per il 2025 in stretto coordinamento con le azioni degli Stati membri; sottolinea in particolare la necessità di promuovere maggiori sinergie nell'ambito della politica estera e di sicurezza attraverso i meccanismi di dialogo e altri forum esistenti nell'ambito della tabella di marcia UE-India per il 2025; ritiene che la storica visita della presidente della Commissione e del Collegio dei commissari in India il 27 e 28 febbraio 2025 abbia segnato l'inizio di un nuovo capitolo nella storia delle relazioni UE-India e abbia ribadito l'importanza strategica di tali relazioni e il loro potenziale ancora inutilizzato; accoglie con favore l'annuncio di una prossima agenda strategica UE-India;

67.  ribadisce l'impegno dell'UE a favore della politica di "un'unica Cina" come uno dei principi delle relazioni UE-Cina; sottolinea che Taiwan è un partner democratico fondamentale dell'UE nella regione indo-pacifica; riconosce l'importanza di Taiwan nel garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento globali, in particolare nel settore dell'alta tecnologia, ed esorta l'UE e i suoi Stati membri a impegnarsi in una più stretta cooperazione con Taiwan, per intensificare ulteriormente i legami economici, commerciali e di investimento; invita la Commissione ad avviare senza indugio misure preparatorie per i negoziati su un accordo sugli investimenti con Taiwan; sottolinea che qualsiasi tentativo da parte di regimi autoritari di limitare lo sviluppo positivo delle relazioni UE-Taiwan non è accettabile;

68.  condanna fermamente le continue provocazioni militari cinesi nei confronti di Taiwan e ribadisce la sua ferma opposizione a qualunque cambiamento unilaterale dello status quo nello stretto di Taiwan; invita l'UE e i suoi Stati membri a garantire, trasmettendo un messaggio chiaro e coerente, che qualsiasi tentativo di modificare unilateralmente lo status quo nello stretto di Taiwan, in particolare attraverso la forza o la coercizione, non può essere accettato e avrà costi elevati; sottolinea che le rivendicazioni territoriali della Cina non hanno alcuna base nel diritto internazionale e che solo il governo democraticamente eletto di Taiwan può rappresentare la sua popolazione; denuncia inoltre il blocco, da parte della Cina, di una partecipazione significativa di Taiwan a organizzazioni multilaterali, quali l'OMS, l'Organizzazione dell'aviazione civile internazionale e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, attraverso la distorsione sistematica della risoluzione 2758 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite; invita pertanto l'UE e i suoi Stati membri a sostenere la partecipazione significativa di Taiwan alle pertinenti organizzazioni internazionali;

69.  esprime profonda preoccupazione per i recenti cambiamenti relativi alla posizione nazionale e miliare della Cina dal 20° congresso nazionale del partito comunista cinese; ritiene che la Cina stia dimostrando che ha sia l'intenzione sia, sempre più, i mezzi economici, diplomatici, tecnologici e militari per ridefinire l'ordine globale; sottolinea che la strategia di fusione militare-civile ne è la prova; sottolinea, in tale contesto, che l'UE deve essere più assertiva e unificata nel suo approccio nei confronti della Cina e invita pertanto la VP/AR e gli Stati membri a rivedere la strategia nei confronti della Cina, tenendo pienamente conto delle politiche interne sempre più oppressive, della politica estera assertiva nonché del ricorso alla coercizione economica come mezzo con cui la Cina mira a raggiungere i suoi obiettivi; ritiene che le sfide derivanti dall'ascesa della Cina quale attore globale richiedano una risposta multidimensionale equilibrata, secondo il principio di "cooperare ove possibile, competere ove necessario e confrontarsi ove inevitabile", che consenta all'UE di mantenere il suo impegno selettivo nei confronti della Cina in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su una serie di questioni chiave;

70.  sottolinea che la posizione sempre più aggressiva della RPC rappresenta una minaccia per la libertà di navigazione e mette a repentaglio la stabilità, che è essenziale per il commercio globale; sottolinea che tale situazione è monitorata con preoccupazione da un numero crescente di partner che condividono gli stessi principi e si impegnano a favore della pace e della stabilità nella regione; sottolinea la necessità di scoraggiare i comportamenti destabilizzanti, anche attraverso operazioni regolari per affermare la libertà di navigazione contro i tentativi della RPC di esercitare un controllo sulle acque e sullo spazio aereo internazionali;

71.  ritiene che la Cina, attraverso la continua crescita del partenariato tra Cina e Russia, anche nell'ambito del trasferimento di tecnologia e capacità militari, consenta (indirettamente) la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina;

72.  ribadisce la sua condanna della violazione da parte della Cina dei suoi impegni internazionali, delle violazioni delle dichiarazioni congiunte sino-britannica e sino-portoghese, del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, del principio "un paese, due sistemi" e della Legge fondamentale di Hong Kong, nonché del giro di vite dell'autonomia della regione amministrativa speciale e degli esponenti dell'opposizione, tra cui membri della società civile e i loro familiari; invita la Commissione a valutare lo status di autonomia di Hong Kong e di Macao alla luce delle violazioni delle dichiarazioni congiunte sino-britannica e sino-portoghese da parte della Cina e della repressione dell'autonomia di Hong Kong;

73.  esprime preoccupazione per la crescente penetrazione economica di imprese cinesi all'interno dell'UE, anche in settori strategici quali la produzione di batterie; sottolinea l'urgente necessità di proseguire la politica di riduzione dei rischi continuando a ridurre la dipendenza economica nei settori critici, in linea con la strategia di sicurezza economica dell'UE;

74.  sottolinea che l'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) è un partner fondamentale per rafforzare il multilateralismo basato su regole; sostiene gli sforzi dell'ASEAN volti a concludere i negoziati con la Cina su un codice di condotta efficace e sostanziale nel Mar Cinese meridionale; incoraggia l'UE a dar prova di maggiore impegno e cooperazione con l'ASEAN e a profondere maggiori sforzi a favore di un partenariato strategico globale, basato sui legami economici e sulla crescita sostenibile, e in particolare sulla cooperazione politica in materia di diritti umani e democrazia; invita a offrire un maggiore sostegno al governo di unità nazionale del Myanmar/Birmania e a esercitare maggiore pressione sui paesi dell'ASEAN affinché si allineino alle sanzioni internazionali nei confronti della giunta militare del Myanmar/Birmania;

75.  esorta la VP/AR e gli Stati membri a concentrarsi sulle relazioni bilaterali con i partner in Africa, tra cui Sudafrica, Ghana, Marocco, Kenya, Senegal e Mauritania, tenendo conto delle esigenze e degli interessi reciproci al fine di promuovere partenariati reali ed equilibrati; ritiene che nelle relazioni con i paesi terzi dovrebbe essere pienamente integrato il principio "maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno", in base al quale l'UE sviluppa partenariati più forti con i paesi che sostengono i principi della PESC e della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) e i valori fondamentali dell'UE; ritiene che l'UE debba mantenere una continua attenzione sull'Africa, che è già un continente strategico e che diventerà un attore sempre più rilevante in futuro;

76.  invita l'UE a sospendere il memorandum d'intesa sulle materie prime e qualsiasi cooperazione militare con il Ruanda, anche nell'ambito dello strumento europeo per la pace e di qualsiasi altro meccanismo, fino a quando il Ruanda non cesserà il suo sostegno illegale ai gruppi armati e non rispetterà pienamente la sovranità e l'integrità territoriale della Repubblica democratica del Congo (RDC); condanna le violazioni della sovranità e dell'integrità territoriale della parte orientale della RDC perpetrate dai ribelli dell'M23;condanna la presa di Goma e Bukavu da parte del gruppo armato M23 e la continua offensiva nel Kivu meridionale, che ha ulteriormente aggravato la profonda crisi umanitaria aumentando il rischio di destabilizzazione della RDC e di una vera e propria guerra regionale; sostiene il processo di pace di Luanda e Nairobi per giungere a una soluzione politica del conflitto con mezzi diplomatici ed esorta la VP/AR a proseguire i contatti diplomatici con le parti regionali e quelle coinvolte nel conflitto, nonché ad aumentare la pressione sulle parti affinché riavviino negoziati pacifici, anche rinviando le consultazioni dell'UE in materia di sicurezza e difesa con il Ruanda e adottando sanzioni, in funzione della situazione sul campo e dei progressi compiuti nei processi di mediazione regionale in corso; esprime profonda preoccupazione per la situazione umanitaria di migliaia di sfollati nella zona; esorta la VP/AR a intraprendere azioni chiare in linea con la strategia dell'UE per i Grandi Laghi al fine di ripristinare la stabilità e a cooperare con la missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica democratica del Congo (MONUSCO) per proteggere i civili nella parte orientale della RDC;

77.  sottolinea che i recenti sviluppi in Tunisia hanno sollevato preoccupazioni in merito ai diritti umani e alle norme democratiche, con segnalazioni che indicano una scarsa trasparenza, una partecipazione limitata dell'opposizione e una ridotta competizione politica nelle elezioni presidenziali; pone l'accento sull'impegno e il sostegno costanti dell'UE nei confronti della Tunisia durante questo periodo delicato dal punto di vista politico e socioeconomico, mantenendo contatti a vari livelli;

78.  sottolinea che l'UE ha un interesse diretto e vitale per la stabilità, la sicurezza e la crescita economica del bacino del Mediterraneo e del vicinato meridionale in generale; ricorda che la politica europea di vicinato è stata avviata con i lodevoli obiettivi di promuovere la stabilità, la prosperità e il buon governo nel Mediterraneo meridionale; riconosce, tuttavia, che oggi è evidente che i suoi strumenti, obiettivi e principi non sono più in linea con le realtà attuali della regione; deplora che, a quasi trent'anni dall'avvio del cosiddetto processo di Barcellona, non sia stata conseguita la creazione di uno spazio comune di prosperità, stabilità e libertà con gli Stati mediterranei del vicinato meridionale; invita la Commissione a presentare un nuovo patto per il Mediterraneo; ritiene che l'UE e i paesi del vicinato meridionale dovrebbero concludere protocolli d'intesa volti a promuovere la stabilità, la prosperità e la difesa dei diritti umani, subordinatamente alla cooperazione in materia di migrazione; ribadisce che l'instabilità e l'insicurezza nel vicinato meridionale rimangono una sfida attuale per la gestione delle frontiere esterne europee; sostiene che, pur dando priorità alle relazioni bilaterali con i paesi della regione, l'UE dovrebbe anche continuare a promuovere la cooperazione regionale attraverso i quadri esistenti come l'Unione per il Mediterraneo; accoglie con favore la nomina di un commissario per il Mediterraneo;

79.  sottolinea la necessità che l'UE rafforzi e approfondisca la cooperazione con i paesi arabi e il Golfo, in risposta alle pressanti sfide geopolitiche, sociali ed economiche che interessano la regione; evidenzia che una cooperazione rafforzata dovrebbe dare priorità a settori chiave quali la migrazione, la trasformazione digitale, la sicurezza, la transizione verde e gli scambi culturali per costruire un partenariato resiliente; chiede un approccio strategico che adegui il dialogo con ciascun paese per promuovere lo sviluppo sostenibile e la comprensione reciproca;

80.  accoglie con favore la conclusione positiva del primo vertice UE-Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) e ritiene che esso abbia segnato un momento cruciale nelle relazioni tra l'UE e i suoi partner del CCG, sottolineando il reciproco impegno a rafforzare i legami tra i settori strategici, economici e culturali fondamentali;

81.  sottolinea l'importanza di difendere e promuovere i valori democratici nella regione; condanna l'aumento dell'incitamento all'odio, anche contro le istituzioni europee, e gli attacchi alle libertà individuali e all'ordine internazionale, sia all'interno degli Stati membri sia all'estero;

82.  sottolinea che i paesi dell'UE, dell'America latina e dei Caraibi condividono gli stessi principi e condividono valori, lingue, storia, cultura e religione, il che dovrebbe renderli partner naturali nel contesto geopolitico odierno; osserva che l'impegno dell'UE nella regione si è ridotto negli ultimi decenni, creando un vuoto per la crescente influenza di Cina e Russia; esorta i paesi dell'America latina ad adottare una posizione più risoluta nel condannare l'aggressione della Russia contro l'Ucraina; invita gli Stati membri e il SEAE a perseguire una diplomazia proattiva nella regione, ponendo un forte accento sulla difesa dell'ordine globale multilaterale, del diritto internazionale e del rispetto della democrazia e dei diritti umani; sollecita iniziative multilaterali per affrontare l'instabilità politica nei paesi più volatili della regione, ad esempio ad Haiti;

83.  accoglie con favore la firma dell'accordo quadro avanzato UE-Cile e ne chiede la rapida e completa ratifica; si compiace altresì della conclusione dei negoziati sull'accordo globale aggiornato UE-Messico, annunciato dalla Commissione il 17 gennaio 2025 e per il quale il Parlamento deve ancora dare la propria approvazione; sottolinea che l'accordo rafforzerebbe il partenariato strategico dell'UE con il Messico, riconoscendo il ruolo centrale del paese in America latina e la sua ambizione di diversificare i partenariati commerciali e politici per ridurre la dipendenza economica dagli Stati Uniti;;

84.  prende atto della conclusione dell'accordo con il Mercosuresprime preoccupazione riguardo alle conseguenze negative che questo potrebbe comportare per le norme di sostenibilità e di sicurezza dell'UE e per la competitività del settore agroalimentare dell'UE e sottolinea che il Parlamento è tenuto a esaminare se l'accordo soddisfa le norme di sostenibilità dell'UE e rispetta il principio di reciprocità, prima di poter prendere in considerazione un'eventuale ratifica;

85.  accoglie con favore la riunione informale UE-Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (CELAC) e l'attuazione di iniziative nell'ambito della tabella di marcia UE-CELAC 2023-2025 e, a tale proposito, sottolinea la necessità di adottare una nuova e ambiziosa tabella di marcia durante il vertice del 2025, che consolidi ulteriormente il partenariato e tenga conto delle migliori pratiche portate avanti finora;

86.  sottolinea la necessità di un approccio più rigoroso per contrastare la violenza nei confronti dei difensori dell'ambiente e intensificare gli sforzi dell'UE intesi a contribuire alla conservazione della biodiversità e all'adattamento all'emergenza climatica; suggerisce di rafforzare ulteriormente la cooperazione contro la criminalità organizzata e il traffico di stupefacenti, che si ripercuote anche sull'UE; chiede di intensificare in maniera sostanziale la cooperazione biregionale nella lotta contro tale fenomeno;

87.  invita la VP/AR a considerare una priorità del suo mandato la cooperazione con le democrazie che condividono gli stessi principi e a sistematizzare la cooperazione e la consultazione con partner democratici che condividono gli stessi principi, al fine di promuovere la democrazia e migliorare la preparazione comune e l'accesso alle risorse di risposta alle crisi; rinnova, in tale contesto, la raccomandazione di approfondire i legami con organizzazioni regionali quali l'ASEAN e l'Unione africana nell'ottica di rafforzare i quadri cooperativi in materia di sicurezza;

88.  ribadisce il suo sostegno alla Comunità politica europea quale piattaforma di discussione, dialogo e cooperazione con i partner europei sulle sfide di politica estera e di sicurezza che ci troviamo ad affrontare, con l'obiettivo di rafforzare la sicurezza e la stabilità in Europa e di perseguire una cooperazione politica e di sicurezza basata su interessi condivisi; chiede lo stretto coinvolgimento del Parlamento nel chiarire l'ambito di azione e il lavoro futuro di detta comunità; sottolinea che, onde garantire il successo futuro e la coerenza di tale formato, è fondamentale un certo livello di armonizzazione dei valori e principi democratici; ribadisce che la Comunità politica europea non può in alcun caso diventare un pretesto per ritardare l'adesione all'UE dei paesi dell'allargamento;

89.  crede altresì nell'importanza di costruire nuove alleanze, tra l'altro con i paesi del nostro vicinato e del "Sud globale", tenendo conto delle esigenze e degli interessi reciproci al fine di promuovere partenariati reali, equilibrati e paritari; sottolinea l'importanza di stabilire tali accordi politici con i paesi terzi, sulla base di diritti fondamentali e valori europei comuni; invita l'UE a rispondere alle aspettative dei paesi partner e a realizzare rapidamente accordi politici con essi al fine di dimostrare che l'UE è un partner affidabile e strategico e che il sistema internazionale basato su regole può rispondere alle sfide contemporanee; invita la Commissione a garantire il coinvolgimento attivo del Parlamento nell'istituzione, nell'attuazione e nel monitoraggio dei futuri partenariati per il commercio e gli investimenti puliti; chiede, in tale contesto, iniziative di cooperazione tra l'UE e i paesi del Sud del mondo per valutare e affrontare la crisi del debito; osserva che gli accordi con il Sud globale, soprattutto sulle materie prime, dovrebbero contribuire allo sviluppo economico locale anziché accrescere la dipendenza e lo sfruttamento eccessivo delle risorse;

Promuovere l'azione dell'UE all'estero

90.  sottolinea il ruolo della VP/AR quale collegamento tra la PESC e le relazioni esterne dell'UE per garantire il massimo livello di coordinamento e coerenza nell'azione esterna dell'UE; sottolinea la necessità che l'UE promuova la visibilità e l'efficacia della sua azione esterna e dei suoi sforzi di cooperazione allo sviluppo; deplora tuttavia che in alcuni casi vi sia una mancanza di chiarezza nella rappresentanza esterna dell'UE, il che ostacola la comunicazione strategica dell'UE all'estero; sottolinea la necessità di definire chiaramente le competenze della VP/AR, della Presidente della Commissione e del Presidente del Consiglio europeo in materia di azione esterna e rappresentanza dell'UE, affinché la voce dell'UE risulti coerente e sia percepita come tale dai suoi partner; invita la Commissione a rafforzare il suo coordinamento con il SEAE nella sua azione esterna, anche garantendo la completa osservanza degli articoli 3, paragrafo 2, e 9 della decisione sul SEAE(17), che potrebbe essere necessario aggiornare;

91.  chiede che il SEAE – sia la sua sede centrale che le delegazioni dell'UE – sia rafforzato fornendo adeguate risorse finanziarie e umane affinché l'UE possa essere meglio preparata alle sfide globali attuali ed emergenti; chiede che il SEAE sia in grado di selezionare e assumere il proprio personale diplomatico permanente dell'UE e di garantire un equo equilibrio geografico e di genere tra gli Stati membri a tutti i livelli all'interno del SEAE; invita la VP/AR a presentare rapidamente proposte per la futura struttura operativa dell'azione esterna dell'UE e, a tal fine, a tenere pienamente conto della raccomandazione del Parlamento europeo del 15 marzo 2023 contenente un bilancio del funzionamento del SEAE e a favore di un'UE più forte a livello mondiale(18); sottolinea la necessità di rafforzare le comunicazioni strategiche e il lavoro dell'UE per contrastare la disinformazione attraverso risorse e uffici specifici nelle regioni e nei paesi di rilevanza strategica;

92.  ricorda che l'UE ha un interesse strategico a favorire lo sviluppo sostenibile, la riduzione della povertà e l'uguaglianza a livello globale, dal momento che tali sforzi contribuiscono alla pace e alla sicurezza mondiali a lungo termine; invita la Commissione a utilizzare in modo efficace e rapido la strategia Global Gateway come alternativa sostenibile all'iniziativa cinese "Nuova via della seta" e come strumento per aumentare la presenza e la visibilità dell'UE nel mondo; ricorda che la strategia Global Gateway deve essere intesa come un concetto strategico che integra la politica estera, economica e di sviluppo, comprese le transizioni climatica e digitale, nonché gli investimenti infrastrutturali, al fine di rafforzare uno stretto partenariato basato su vantaggi reciproci, sviluppo economico e catene di approvvigionamento resilienti; sottolinea a tale proposito che, affinché lo strumento raggiunga la portata desiderata, sono essenziali il coordinamento con le istituzioni finanziarie internazionali, un coinvolgimento ben definito del settore privato e comunicazioni strategiche su misura, anche nei paesi beneficiari; esprime preoccupazione per le segnalazioni secondo cui una serie di progetti nel quadro della strategia Global Gateway sono attuati da imprese cinesi in diretta violazione delle finalità e degli obiettivi dell'iniziativa, che includono il rafforzamento della sicurezza economica dell'UE e la promozione dello sviluppo economico e di partenariati reciprocamente vantaggiosi con i paesi terzi; chiede pertanto un'indagine immediata e la rimozione di tutte le imprese cinesi coinvolte nella strategia Global Gateway; sottolinea che il sostegno dell'UE dovrebbe integrare altre iniziative, quali il partenariato per le infrastrutture e gli investimenti globali, il corridoio economico India-Medio Oriente - Europa e il corridoio Lobito, e dovrebbe mirare in particolare al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile;

93.  ribadisce che il Parlamento svolge un ruolo fondamentale nella PESC e apporta un contributo specifico grazie alla sua diplomazia parlamentare e i suoi strumenti, canali e contatti distinti, compresi i suoi programmi di sostegno alla democrazia, la commissione per gli affari esteri, i dialoghi parlamentari periodici e le delegazioni ufficiali; sottolinea che la diplomazia parlamentare ha un grande potenziale per coinvolgere i principali attori politici e facilitare la governance democratica; sottolinea, in particolare, il valore aggiunto della diplomazia parlamentare durante la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina ed evidenzia in tale contesto la preziosa cooperazione a livello politico e tecnico tra la Verkhovna Rada dell'Ucraina e il Parlamento europeo;

94.  è fermamente convinto che la diplomazia sia una parte significativa dell'azione dell'UE; chiede, in tale contesto, l'ulteriore sviluppo della diplomazia preventiva dell'UE quale strumento proattivo di politica esterna per prevenire, mediare e risolvere pacificamente i conflitti tra le parti; invita il SEAE a integrare gli strumenti di diplomazia preventiva dell'UE nei meccanismi e nelle azioni strutturali di prevenzione, quali gli accordi politici tra i diversi attori coinvolti nei conflitti, i dialoghi nazionali per la riconciliazione, la costruzione della pace e la giustizia di transizione, nonché le commissioni per la verità e la riconciliazione; esorta il SEAE a condurre esercizi dedicati agli insegnamenti tratti per valutare gli sforzi diplomatici, individuare i settori da migliorare e integrare le migliori pratiche nelle iniziative future; chiede di aumentare le capacità del SEAE a tale riguardo, in particolare nelle pertinenti divisioni di preparazione e risposta alle crisi; sottolinea l'urgente necessità di raddoppiare il pertinente bilancio dell'UE nell'ambito dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale e di intensificare fortemente l'azione dell'UE in materia di mediazione, dialogo e riconciliazione;

95.  ribadisce il ruolo dei rappresentanti speciali dell'UE (RSUE), che promuovono le politiche e gli interessi dell'UE in regioni e paesi specifici e svolgono un ruolo importante nello sviluppo di una PESC più forte ed efficace fornendo all'UE una presenza politica attiva nei paesi e nelle regioni chiave e fungendo da "voce" e "volto" per l'UE e le sue politiche; sottolinea l'importanza di dotare i rappresentanti speciali dell'UE di risorse sufficienti che consentano loro di svolgere efficacemente tali compiti; sottolinea l'importanza che i rappresentanti speciali dell'UE abbiano un mandato ampio e flessibile, in grado di adattarsi all'evoluzione delle circostanze geopolitiche per promuovere le politiche e gli interessi dell'UE in regioni e paesi specifici e svolgere un ruolo attivo negli sforzi di diplomazia preventiva; insiste sul fatto che la nomina di nuovi RSUE dovrebbe avvenire solo dopo un'audizione al Parlamento;

96.  sottolinea che la corruzione consente e aggrava le violazioni e gli abusi dei diritti umani e l'erosione dei principi democratici e dello Stato di diritto; invita l'UE e i suoi Stati membri ad affrontare i rischi che la corruzione comporta per la stabilità, la governance e la pace e a prevenire e contrastare tali minacce per gli interessi dell'UE e per la prosperità e la sicurezza globali, in particolare nel vicinato orientale e meridionale dell'UE; incoraggia un più stretto coordinamento tra l'UE, i suoi Stati membri, gli alleati e i partner, ove possibile, al fine di contrastare la corruzione sistemica che rafforza i regimi autocratici, facilita la diffusione di influenze malevole, priva le società di risorse essenziali e compromette i valori democratici, i diritti umani e lo Stato di diritto; sottolinea il ruolo cruciale della società civile e dei giornalisti indipendenti nei paesi terzi nel monitorare e denunciare la corruzione; invita pertanto l'UE ad adottare un quadro anticorruzione globale e di rapida attuazione nell'ambito della sua politica estera, che comprenda il regime di sanzioni dell'UE, la direttiva anticorruzione e la più ampia strategia anticorruzione dell'UE; esorta la VP/AR a proporre misure concrete e di ampia portata a tale riguardo e sostiene l'inclusione di disposizioni anticorruzione negli accordi commerciali dell'UE con i paesi terzi;

97.  sottolinea le missioni e le operazioni dell'UE all'estero per promuovere la pace, la sicurezza e il progresso in Europa e nel mondo; invita l'alta rappresentante/vicepresidente:

   a preparare le proposte per le necessarie missioni PESC da avviare nel 2025, utilizzando la capacità di dispiegamento rapido dell'UE come rafforzamento militare preventivo; ricorda che la spesa amministrativa per tali misure, compresa la spesa di riserva della capacità di dispiegamento rapido, dovrebbe essere a carico del bilancio dell'UE;
   a cooperare con Cipro, la Turchia, il Regno Unito e le Nazioni Unite per attuare misure concrete per la demilitarizzazione della zona cuscinetto a Cipro e per migliorare la sicurezza sull'isola, sia della comunità greco-cipriota che della comunità turco-cipriota;
   a sostenere un ruolo maggiore delle due missioni civili PSDC dell'UE, EUPOL COPPS e EUBAM Rafah, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2024, ricordando che possono svolgere un ruolo importante sulla base del principio della soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati e della fattibilità di un futuro Stato palestinese, partecipare alla facilitazione della fornitura di assistenza umanitaria alla Striscia di Gaza, migliorare l'efficienza dell'autorità palestinese in Cisgiordania e preparare il suo ritorno nella Striscia di Gaza;
   a creare le condizioni necessarie per la piena riattivazione di EUBAM Rafah, per consentirle di agire come terza parte neutrale al valico di Rafah, in coordinamento con l'Autorità palestinese e le autorità israeliane ed egiziane; si aspetta che il rafforzamento della portata e dei mandati di EUPOL COPPS e di EUBAM Rafah sul terreno sia incluso tra le priorità chiave della prossima strategia UE-Medio Oriente;
   ad aumentare ulteriormente il numero di osservatori inviati nell'ambito della missione civile dell'UE in Armenia sul lato armeno del confine internazionale con l'Azerbaigian e a ribadire la richiesta all'Azerbaigian di cooperare con la missione e di porre fine alla sua campagna diffamatoria contro di essa;
   a cooperare con l'Australia, la Nuova Zelanda, la Repubblica di Corea, il Giappone, Taiwan e i paesi membri dell'ASEAN per facilitare la pace e la sicurezza delle regioni indo-pacifiche e dell'Asia sudorientale;
   a sviluppare strategie per contrastare gli attacchi ibridi alla frontiera orientale e nelle regioni ultraperiferiche dell'UE, in particolare quelli che comportano la strumentalizzazione della migrazione come tattica per destabilizzare gli Stati membri ed esercitare pressioni politiche; a incoraggiare la solidarietà tra Stati membri a beneficio di quelli colpiti da tali attacchi, come la Polonia e la Lituania, e a proporre misure di ritorsione nei confronti delle Comore per lo sfruttamento delle ondate migratorie a Mayotte;

98.  invita la VP/AR a dare seguito agli esempi di azioni riuscite di evacuazione in Sudan e di protezione consolare rafforzata e ad adoperarsi per un sistema globale di protezione dei cittadini dell'UE all'estero; sottolinea che l'impatto delle crisi e dei conflitti continui in tutto il mondo può comportare il rischio di sovraccaricare le capacità di protezione e/o assistenza consolare degli Stati membri e invita, a tale riguardo, a rafforzare le capacità e le risorse del Centro di risposta alle crisi del SEAE e del meccanismo di protezione civile dell'UE; ricorda la sua posizione di lunga data di applicare un livello di protezione analogo per il personale locale nelle delegazioni dell'UE e nelle missioni e operazioni PESC;

III.Il prossimo QFP e il suo controllo parlamentare

99.  ritiene che sia necessario un maggiore controllo parlamentare istituzionalizzato dell'azione esterna dell'UE, compreso un accesso regolare e tempestivo, ma sicuro, alle informazioni e alle riunioni informative riservate del Parlamento europeo, in linea con l'articolo 36 TUE; sottolinea la necessità di un maggiore riscontro da parte della VP/AR e del SEAE in merito alle azioni intraprese e ai relativi effetti, al fine di soddisfare le raccomandazioni del Parlamento delineate nelle risoluzioni sulle questioni relative agli affari esteri;

100.  sottolinea che nella PESC, che comprende la PSDC, il Parlamento europeo esercita la sua funzione di bilancio congiuntamente al Consiglio; ricorda che il Parlamento europeo esercita altresì la funzione di controllo politico e di consultazione sulle politiche di cui all'articolo 36 TUE;

101.  ricorda che, in linea con l'articolo 41 TUE, tutte le spese amministrative e operative della PESC e della PSDC dovrebbero essere a carico del bilancio dell'UE, ad eccezione delle spese derivanti da operazioni che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa;

102.  sottolinea che le decisioni PESC o PSDC che comportano spese costituiscono sempre scelte fondamentali per tali politiche e devono essere soggette al controllo parlamentare; invita la VP/AR a consultare il Parlamento europeo prima di proporre decisioni PESC o PSDC, garantendo trasparenza e responsabilità in linea con l'articolo 36 TUE;

103.  ricorda che l'esercizio della funzione di bilancio da parte del Parlamento è indissolubilmente legato alla sua funzione di controllo politico e di consultazione; ricorda che l'articolo 36 TUE stabilisce una relazione specifica tra la VP/AR e il Parlamento europeo, che costituisce un prerequisito per l'esercizio di tali funzioni da parte del Parlamento, e che la VP/AR dovrebbe sostenere il Parlamento a tale riguardo;

104.  deplora che il bilancio per le missioni civili della PSDC sia insufficiente; ricorda che il numero e i compiti di tali missioni sono aumentati, il contesto di sicurezza è diventato più difficile e il costo delle operazioni è aumentato; esorta il Consiglio europeo a prevedere un aumento sostanziale dei finanziamenti della PESC destinati a una rubrica distinta della PESC civile e della gestione delle crisi; chiede che sia garantito l'uso efficiente dei fondi assegnati alle missioni civili della PSDC, al fine di garantire che tali missioni siano in grado di rispondere efficacemente alle situazioni di crisi e agli eventi imprevisti; invita la VP/AR e la Commissione a presentare proposte congiunte a tal fine;

105.  esprime profonda preoccupazione per il fatto che il SEAE è strutturalmente sottofinanziato e che ciò comporta conseguenze negative gravi e di vasta portata per l'azione esterna dell'UE e le prestazioni delle istituzioni europee in questo settore; sottolinea che è necessario un approccio specifico al bilancio amministrativo del SEAE e ricorda che l'assenza di azioni correttive rischia di avere gravi ripercussioni sulle relazioni dell'UE con i paesi terzi;

106.  invita la Commissione a considerare nella sua proposta per il prossimo QFP nell'ambito della rubrica "Azione esterna dell'UE":

   solide capacità e risorse per l'azione esterna dell'UE che tengano conto dell'arena internazionale sempre più difficile, ricordando a tale proposito che è fondamentale rafforzare ulteriormente il sostegno dell'UE ai diritti umani, alla democrazia e allo sviluppo nei paesi terzi;
   risorse per la diplomazia digitale dell'UE, dato l'attuale contesto di rapidi progressi tecnologici e di competizione geopolitica;
   risorse per la diplomazia verde;
   un bilancio dedicato per azioni specifiche di politica estera dell'UE in materia di parità di genere e l'agenda Donne, pace e sicurezza (WPS), al fine di integrare le prospettive di genere negli sforzi diplomatici dell'UE e a favore della sicurezza delle persone,
   risorse per il controllo preventivo dei potenziali beneficiari per garantire che i fondi dell'UE non sostengano in alcun caso, direttamente o indirettamente, attività, progetti o letteratura che incitano alla violenza e all'odio, compreso l'antisemitismo, e per garantire che tutti i beneficiari dei finanziamenti dell'UE siano monitorati di conseguenza;

107.  invita la Commissione a presentare le sue proposte per il prossimo QFP nel primo semestre del 2025 in modo da avere tempo sufficiente per negoziare i programmi; sottolinea la necessità di una nomenclatura di bilancio più dettagliata nello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale, nello strumento di assistenza preadesione e nel bilancio della PESC, che consenta all'autorità di bilancio di fissare le priorità politiche e geografiche nel quadro della procedura di bilancio annuale;

108.  sottolinea che ogni questione sollevata in precedenza richiede una risposta adeguata da parte dell'esecutivo; invita la VP/AR a rispondere rapidamente e per iscritto alle richieste, alle domande e alle preoccupazioni del Parlamento; ritiene che le dichiarazioni orali in commissione o in Aula possano costituire una risposta sufficiente solo in casi eccezionali o urgenti; sottolinea che, nell'attuale difficile contesto geopolitico, una stretta cooperazione e un partenariato tra il Parlamento europeo e la VP/AR rivestono un'importanza strategica; si attende scambi più sistematici prima dell'adozione di mandati e strategie PESC e un migliore flusso di informazioni sui negoziati e sull'attuazione degli accordi internazionali, nonché dei memorandum d'intesa; si attende inoltre che il Parlamento sia di fatto inserito in tutte le politiche e azioni esterne dell'UE, mobilitando in tal modo la diplomazia parlamentare a sostegno degli sforzi della VP/AR;

o
o   o

109.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, alla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU L 433I del 22.12.2020, pag. 28, ELI: http://data.europa.eu/eli/agree_interinstit/2020/1222/oj.
(2) GU L 102 del 24.3.2021, pag. 14, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2021/509/2024-03-18.
(3) GU L, 2024/1449, 24.5.2024, ELI: http://data.uropa.eu/eli/reg/2024/1449/oj.
(4) GU L, 2025/535, 21.3.2025, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2025/535/oj.
(5) GU L 129I del 17.5.2019, pag. 13, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2019/797/oj.
(6) GU C, C/2023/1226, 21.12.2023, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/1226/oj.
(7) GU C, C/2025/204, 14.1.2025, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2025/204/oj.
(8) GU C, C/2025/487, 29.1.2025, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2025/487/oj.
(9) GU C, C/2024/5719, 17.10.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/5719/oj.
(10) GU C, C/2025/486, 29.1.2025, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2025/486/oj.
(11) GU C, C/2024/1188, 23.2.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/1188/oj.
(12) GU C 137E del 27.5.2010, pag. 25.
(13) GU C 171 del 6.5.2021, pag. 25.
(14) GU C 177 del 17.5.2023, pag. 112.
(15) GU C, C/2024/5721, 17.10.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/5721/oj.
(16) GU L 115 del 28.4.2006, pag. 50, ELI: http://data.europa.eu/eli/agree_internation/2006/313/oj.
(17) Decisione del Consiglio n. 2010/427/10, del 26 luglio 2010, che fissa l'organizzazione e il funzionamento del servizio europeo per l'azione esterna (GU L 201 del 3.8.2010, pag. 30, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2010/427/oj).
(18) Raccomandazione del Parlamento europeo del 15 marzo 2023 al Consiglio e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza contenente un bilancio del funzionamento del SEAE e a favore di un'UE più forte a livello mondiale, GU C, C/2023/410, 23.11.2023, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/410/oj.

Ultimo aggiornamento: 4 aprile 2025Note legali - Informativa sulla privacy