Risoluzione sulla pena di morte inflitta ad Abdullah Öcalan e il futuro della questione curda in Turchia
Il Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sulla Turchia e la questione curda, in particolare quelle del 25 febbraio 1999 (1)
e del 6 maggio 1999 (2)
,
- vista la relazione all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa della commissione ad hoc volta a garantire la presenza dell'Assemblea al processo nei confronti di Abdullah Öcalan, il 21 giugno 1999,
- vista la dichiarazione della Presidenza dell'Unione europea del 29 giugno 1999,
A. considerando che il Tribunale di Ankara ha condannato Abdullah Öcalan alla pena di morte,
B. considerando che gli avvocati difensori di Öcalan hanno presentato ricorso e che, qualora il ricorso non venga accolto, l'Assemblea nazionale turca dovrà promulgare una legge per consentire l'esecuzione della sentenza,
C. considerando che la Turchia osserva dal 1984 una moratoria de facto
sulla pena capitale e che
i ministri del governo turco hanno dichiarato negli ultimi mesi che la Turchia dovrebbe abolire la pena di morte,
D. considerando che è attualmente all'esame della commissione giuridica della Grande Assemblea nazionale turca un progetto di legge volto a riformare il codice penale e ad abolire la pena capitale in tempo di pace,
E. considerando che la commissione ad hoc dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha osservato che la presenza di un giudice militare presso il Tribunale per la sicurezza dello Stato comportava una violazione del diritto a un processo equo e che una condanna a morte sarebbe stata materia di seria preoccupazione per l'Assemblea parlamentare,
F. considerando che tutti gli Stati candidati all'adesione all'UE devono soddisfare i criteri di Copenaghen, che comportano il raggiungimento di una stabilità istituzionale atta a garantire "la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti dell'uomo e il rispetto e la promozione delle minoranze" e che la Turchia è membro del Consiglio d'Europa e firmataria della Convezione europea sui diritti dell'uomo e della Convenzione internazionale contro la tortura,
G. considerando che i diritti fondamentali della minoranza curda in Turchia non vengono rispettati,
H. considerando che anche il PKK ha fatto ricorso alla violenza e al terrorismo quali strumenti di azione politica,
I. considerando che il presidente dell'Associazione per i diritti dell'uomo Akin Birdal e l'editore Muzaffer Ilhan Erdost sono stati imprigionati in virtù dell'articolo 8 della legge antiterrorismo,
1. condanna la sentenza pronunciata contro Abdullah Öcalan e ribadisce la sua ferma opposizione al ricorso alla pena di morte;
2. esorta le autorità turche a non eseguire la condanna;
3. si attende che la Corte d'appello riformi la sentenza nei confronti di Öcalan in quanto viola gli impegni giuridici internazionali della Turchia ai sensi della Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell'uomo;
4. esorta la Grande Assemblea nazionale turca a commutare l'attuale moratoria de facto
sulle esecuzioni capitali in un'abolizione formale della pena di morte in Turchia;
5. ribadisce la sua esortazione nei confronti delle autorità turche a fornire garanzie per un equo trattamento di Öcalan;
6. dubita dell'equità del processo contro Öcalan a causa della procedura applicata dal Tribunale per la sicurezza di Stato e sottolinea il fatto che il processo ad Öcalan ha visto la presenza di un giudice militare per la maggior parte della sua durata e che molti cittadini turchi, curdi e di altre nazionalità, sono detenuti a seguito di processi cui hanno partecipato giudici militari;
7. si compiace delle iniziative che sono state adottate per allineare il funzionamento delle istituzioni turche alla normale prassi europea, come ad esempio la recente revisione della Costituzione turca per quanto riguarda la composizione dei Tribunali per la sicurezza di Stato turchi;
8. chiede alla Turchia di rispettare l'eventuale decisione della Corte europea per i diritti dell'uomo sulla sentenza nel caso Öcalan;
9. ritiene che l'esecuzione di Öcalan avrebbe serie implicazioni per la sicurezza e la stabilità in Europa e sarebbe nociva al processo di integrazione della Turchia nell'Unione europea;
10. chiede al governo turco di affrontare le cause del conflitto in Turchia individuando una soluzione che riconosca i diritti politici, sociali e culturali della popolazione curda e ritiene che, in tale contesto, dovranno essere realizzate le riforme democratiche indispensabili;
11. esorta anche il PKK a porre termine alla violenza e al terrorismo e a cooperare alla ricerca della pace in Turchia;
12. rinnova pertanto la richiesta rivolta al Consiglio e agli Stati membri affinché prendano tutte le misure del caso per contribuire a promuovere una soluzione politica della questione curda in Turchia;
13. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al governo turco, alla Grande Assemblea nazionale turca, all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e alle Nazioni Unite.