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Procedura : 2000/2550(RSP)
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RC-B5-0343/2000

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P5_TA(2000)0168

Testi approvati
Giovedì 13 aprile 2000 - Strasburgo
Diritti umani: Tibet
P5_TA(2000)0168RC-B5-0343/2000

Risoluzione del Parlamento europeo sul Tibet

Il Parlamento europeo,

-  viste le sue precedenti risoluzioni sull'occupazione del Tibet e la repressione dei tibetani da parte delle autorità cinesi,

A.  considerando che il rispetto dei diritti umani è una priorità essenziale delle politiche UE e uno dei principi fondatori dell'Unione,

B.  considerando che il governo di Pechino rifiuta di fare entrare in Tibet la sig.ra Mary Robinson, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo,

C.  sottolineando che le discussioni informali in corso tra il governo cinese e le autorità religiose tibetane non hanno portato a un miglioramento della situazione dei diritti dell'uomo in Tibet, in particolare per quanto riguarda la libertà di espressione,

D.  considerando l'appello di Sua Santità il Dalai Lama alla comunità internazionale affinché agisca per risolvere in modo pacifico il problema tibetano,

E.  viste le conclusioni sulla Cina elaborate dal Consiglio durante la riunione del Consiglio Affari generali del 20 marzo 2000,

F.  vista la 56a sessione della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo,

G.  profondamente preoccupato per il fatto che il dialogo sui diritti umani tra l'UE e la Cina non abbia, in realtà, prodotto sufficienti risultati e ribadendo l'importanza che attribuisce all'opportunità costituita dal dialogo sui diritti umani tra l'UE e la Cina e dal programma di cooperazione che prevede un lavoro comune di promozione e rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Cina,

H.  profondamente preoccupato per il fatto che il patrimonio culturale e spirituale tibetano rischi di scomparire, fra l'altro, tramite un trasferimento su larga scala di persone di etnia cinese in Tibet e mediante le continue ed estese restrizioni alle libertà fondamentali, in particolare alla libertà di riunione, espressione, associazione e religione,

1.  condanna l'attuale discriminazione del popolo tibetano da parte della Repubblica popolare cinese per motivi religiosi, politici, didattici, linguistici e culturali;

2.  chiede al governo cinese di avviare il dialogo con il Dalai Lama sul futuro del Tibet, senza porre condizioni ed in base al suo piano di pace strutturato in cinque punti: 1) trasformazione di tutto il Tibet in una zona di pace; 2) abbandono della politica di trasferimento della popolazione da parte della Cina; 3) rispetto dei diritti umani fondamentali e delle libertà democratiche del popolo tibetano; 4) risanamento e protezione dell'ambiente naturale del Tibet; 5) avvio di seri negoziati sul futuro status autonomo del Tibet;

3.  invita la Commissione e il Consiglio ad esprimere pubblicamente le loro preoccupazioni sulla situazione in Tibet e in Cina e a manifestarle nelle riunioni con la Cina a tutti i livelli e chiede al Consiglio di abbandonare il suo approccio "non attivo” verso la Cina, che impedisce di discutere la situazione dei diritti umani in questo paese;

4.  esorta il Consiglio a prendere l'iniziativa, alla presente sessione della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra, in merito all'approvazione di una risoluzione che manifesti la preoccupazione riguardo alle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate in Cina, inclusa l'oppressione permanente del Tibet;

5.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al governo cinese, a Sua Santità il Dalai Lama e al Parlamento in esilio del Tibet.

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