Risoluzione del Parlamento europeo sulle priorità dell'UE in materia di azioni esterne
Il Parlamento europeo,
- viste le conclusioni della riunione informale del Consiglio Affari generali tenutosi il 2 e 3 settembre 2000 a Evian,
- viste le disposizioni del TUE sulla politica estera e di sicurezza comune e sulla politica dello sviluppo, nonché gli impegni internazionali permanenti dell'UE,
- viste le conclusioni del Consiglio europeo di Santa Maria da Feira,
- vista la comunicazione della Commissione sugli obiettivi strategici 2000-2005: "Un progetto per la nuova Europa” (COM(2000) 154
),
A. considerando la sempre maggiore importanza della politica estera dell'UE dopo la caduta del muro di Berlino che ha cambiato l'intera configurazione dell'Europa e, in relazione a ciò, la crescente responsabilità di tutte le istituzioni europee, il fallimento di una politica estera europea basata esclusivamente su un sistema intergovernativo e la necessità di combinare contatti intergovernativi e un'autentica politica estera e della sicurezza comune,
B. considerando che il Parlamento non è stato finora consultato sulle priorità dell'azione esterna dell'UE,
C. considerando che il finanziamento di queste priorità avrà serie ripercussioni sul bilancio UE,
D. considerando che al momento restano incerti i ruoli rispettivi della Commissione e dell'Alto Rappresentante nello stabilire e nel dare attuazione a tali priorità,
1. prende atto delle conclusioni della riunione informale del Consiglio Affari generali ma deplora che per il momento sia stata scelta la dimensione intergovernativa quale comune denominatore delle politiche estere europee e chiede al Consiglio di associare pienamente il Parlamento alla definizione delle priorità concernenti l'azione esterna dell'Unione europea,
2. rileva che non accetterà la definizione di nuove priorità che richiedano l'assegnazione di risorse finanziarie dal bilancio comunitario in assenza di una chiara indicazione dei costi stimati delle azioni considerate, della fonte del finanziamento e, ove necessario, di un'adeguata revisione delle prospettive finanziarie; si impegna ad usare i propri strumenti politici e di bilancio per raggiungere pienamente tali obiettivi;
3. esorta con urgenza il Consiglio ad affrontare le questioni relative al controllo parlamentare sulla politica europea di sicurezza e difesa (PESD) e a strutturare chiaramente il calendario, le modalità e la discussione degli sviluppi o delle decisioni in questo settore;
4. deplora la decisione del Consiglio di escludere i documenti PESD dall'applicazione della decisione del Consiglio sull'accesso ai documenti;
5. sottolinea il dovere della Commissione e del Consiglio, in cooperazione con il Parlamento, di coordinare pienamente l'azione nel campo della politica estera al fine di migliorare e assicurare la coerenza, l'efficacia, la trasparenza e il controllo democratico della politica estera dell'UE e ritiene che sia necessario un partenariato razionale ed attento tra le istituzioni dell'Unione e gli Stati membri;
6. sottolinea la necessità di un migliore coordinamento nel settore dell'azione esterna e invita alla chiarificazione dei ruoli rispettivi della Commissione e dell'Alto Rappresentante al fine di migliorare l'efficacia dell'azione dell'Unione europea e il relativo controllo democratico;
7. riconosce la complementarità dei ruoli rispettivi del vicepresidente della Commissione/ Commissario per le relazioni esterne e del Segretario generale/Alto rappresentante per gli affari esteri e la difesa, laddove la Commissione coordina gli aspetti relativi agli affari esteri della politica dell'Unione conformemente al TUE e l'Alto Rappresentante è responsabile per la PESC in seno al Consiglio;
8. invita gli Stati membri ad adoperarsi ancora di più per contribuire ad un'autentica politica estera e della sicurezza europea agendo congiuntamente a livello di organi internazionali e continuando nella linea delle conclusioni dei Consigli europei di Colonia, Helsinki e Feira concernenti una politica europea di sicurezza e difesa;
9. ritiene che un finanziamento adeguato debba essere destinato a sostenere l'ulteriore sviluppo della politica europea comune di sicurezza e difesa, in particolare alla sua dimensione civile e alla prevenzione dei conflitti;
10. richiama l'attenzione sulla necessità, conformemente alle prospettive delineate dal trattato, di associare pienamente il Parlamento all'evoluzione e alla definizione della politica comune di difesa;
11. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.