- viste le sue precedenti risoluzioni sulla Birmania, in particolare le risoluzioni del 16 settembre 1999(1)
e del 18 maggio 2000(2)
,
- viste le due dichiarazioni della Presidenza dell'Unione europea sulla Birmania (25 agosto 2000 e 2 settembre 2000),
A. considerando che sono trascorsi dieci anni da quando la Lega Nazionale per la democrazia (NLD) ha vinto elezioni libere ed eque ottenendo 392 seggi su 485 in parlamento e considerando che il parlamento eletto, che ora è rappresentato dal CRPP, non è ancora stato autorizzato a riunirsi,
B. considerando che la signora Aung San Suu Kyi si è attivata per molti anni a favore del ripristino della democrazia con mezzi pacifici ed è stata insignita del Premio Nobel e del Premio Sakharov per il suo impegno,
C. considerando che alla fine di agosto il Consiglio di Stato per la Pace e lo Sviluppo (SPDC) della Birmania ha impedito a una delegazione del NLD, della quale faceva parte anche la signora Aung San Suu Kyi, di incontrare funzionari del NLD a Kungyangon,
D. considerando che in un primo momento i membri del NLD si sono rifiutati di ritornare nella capitale e hanno vissuto per strada per molti giorni a seguito dei quali sono stati obbligati a ritornare a Rangoon dove, secondo Amnesty International, la signora Aung San Suu Kyi e i suoi colleghi sono tenuti segregati dal 2 settembre 2000,
E. considerando che alla fine di marzo 2000 l'organo di governo dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha fornito prove del mantenimento, da parte del SPDC, di un regime di lavoro forzato che non accenna a migliorare e ha adottato una risoluzione in cui auspica l'imposizione di sanzioni contro il governo birmano,
F. considerando che il 14 giugno 2000 la Conferenza dell'OIL a Ginevra ha approvato, con 257 voti a favore, 41 voti contrari e 31 astensioni, l'imposizione di queste sanzioni contro la Birmania, concedendo tuttavia al paese quattro mesi di tempo per dimostrare la propria disponibilità ad abolire il lavoro forzato,
G. considerando che il regime ha accettato le condizioni della missione dell'OIL nel paese, che ha rinviato l'imposizione delle sanzioni fino al 30 novembre 2000, data a partire dalla quale esse verranno applicate a meno che il regime non dia prova della propria intenzione di rispettare pienamente le raccomandazioni del suddetto organo dell'OIL,
H. constatando che gli sforzi dell'UE volti a migliorare la situazione attraverso il dialogo con le autorità birmane sono rimasti vani ed esprimendo rammarico per la recente riammissione della Birmania nell'ASEAN e alle riunioni UE-ASEAN,
I. osservando che il Consiglio non ha ancora risposto alla richiesta di Aung San Suu Kyi di imporre sanzioni economiche e non ha adottato alcuna misura economica di rilievo contro il SPDC e osservando che gli Stati Uniti hanno già bloccato nuovi investimenti in Birmania,
J. preoccupato per le informazioni secondo le quali sul territorio birmano sarebbero state costruite numerose basi militari cinesi,
1. condanna fermamente la violazione della libertà di circolazione, di espressione e di riunione del Segretario generale della Lega Nazionale per la democrazia, le intimidazioni nei suoi confronti, le minacce alle attività del NLD, gli arresti domiciliari ai quali è di fatto costretta dal suo ritorno e la negazione ai diplomatici occidentali della possibilità di incontrarla;
2. chiede alle autorità birmane di concedere immediatamente la libertà di circolazione a Aung San Suu Kyi e a tutti i cittadini del paese;
3. sollecita la Commissione e l'Alto rappresentante per la PESC a impegnarsi con determinazione per incontrare Aung San Suu Kyi;
4. invita il SPDC a porre fine al regime di lavoro forzato, che è stato definito dall'OIL come un “crimine contro l'umanità”, e alle connesse violazioni dei diritti umani;
5. invita l'OIL a imporre sanzioni in novembre, fino a quando il lavoro forzato non verrà abolito in Birmania;
6. sollecita le autorità birmane a ripristinare la democrazia e ad aprire un dialogo con l'opposizione che possa portare alla riconciliazione nazionale in uno stato unito e democratico;
7. invita i governi dei paesi membri dell'ASEAN a persuadere il SPDC ad abolire le restrizioni nei confronti del principale leader dell'opposizione del paese e dei membri del NLD;
8. ribadisce il proprio invito alla Commissione e al Consiglio ad imporre, di concerto con gli Stati Uniti, sanzioni economiche contro la Birmania e ad escludere il paese dalle riunioni UE-ASEAN, come per esempio l'incontro dei ministri degli Esteri UE-ASEAN che si terrà in dicembre, attivandosi nel contempo in seno all'ONU per isolare la Birmania fino al ripristino della democrazia;
9. invita la Commissione e il Consiglio ad offrire assistenza ai profughi birmani in Thailandia, Malaysia e India,
10. invita la Commissione e il Consiglio a indagare sulle informazioni riguardanti le basi militari cinesi in Birmania;
11. ritiene che i governi degli Stati membri debbano sconsigliare i propri cittadini di recarsi in Birmania per turismo, in particolare perché molte strutture turistiche sono state costruite anche mediante il ricorso al lavoro forzato;
12. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai governi degli Stati membri dell'Unione europea e ai paesi membri dell'ASEAN e ai governi di Birmania, India, Cina e Giappone.