Risoluzione del Parlamento europeo sui bombardamenti turchi nel nord dell'Iraq
Il Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Turchia e in particolare quelle concernenti i bombardamenti turchi nel nord dell'Iraq ,
A. considerando che la Turchia ha ratificato la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e la Convenzione internazionale contro la tortura,
B. considerando che il Consiglio europeo, nella sua riunione di Helsinki del dicembre 1999, ha riconosciuto alla Turchia lo status di paese candidato,
C. considerando che l'esercito turco ha bombardato, il 15 agosto 2000, alcuni villaggi della regione di Kendakor nel nord dell'Iraq, provocando diverse decine di vittime nonché decine di feriti tra la popolazione civile,
D. considerando che una delegazione dell'associazione turca per i diritti umani che voleva rendersi conto delle conseguenze di questi ultimi bombardamenti non è stata autorizzata a recarsi sul luogo,
E. considerando che il bombardamento di villaggi curdi nel nord dell'Iraq da parte dell'esercito turco costituisce una violazione dell'integrità territoriale dell'Iraq e del diritto internazionale,
F. considerando che la Turchia, in quanto paese candidato all'adesione all'Unione europea, si è impegnata a conformarsi ai criteri di Copenaghen,
1. esprime le sue condoglianze alle famiglie delle vittime dei bombardamenti turchi del 15 agosto 2000 nel Nord dell'Iraq;
2. chiede il rispetto delle frontiere internazionali di tutti i paesi della regione e condanna di conseguenza, in quanto contrarie al diritto internazionale, tutte le incursioni turche in territorio iracheno;
3. ribadisce la sua profonda convinzione che il riconoscimento e il rispetto dei diritti fondamentali dei Curdi costituisce un elemento essenziale del processo di democratizzazione della Turchia, nonché del processo di adesione di questo paese all'Unione conformemente ai criteri di Copenaghen;
4. esorta gli Stati membri a rispettare il codice di comportamento concernente le esportazioni di armi anche nel caso della Turchia;
5. ribadisce la sua convinzione che solo una soluzione politica e pacifica alla "questione curda”, che deve includere un rimedio al sottosviluppo delle regioni della Turchia sudorientale, potrà contribuire alla stabilizzazione e allo sviluppo della regione;
6. esorta il Consiglio e la Commissione a sottolineare che solo il rispetto dei diritti umani, dello Stato di diritto e del diritto internazionale permetterà alla Turchia di continuare a pretendere lo status di paese candidato all'adesione all'Unione europea;
7. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché al governo e al parlamento turchi.