Risoluzione del Parlamento europeo sulla Conferenza internazionale di Monterrey sul finanziamento allo sviluppo
Il Parlamento europeo,
– visto l'impegno del Consiglio europeo di Göteborg volto a conseguire quanto prima possibile l'obiettivo ONU di un aiuto pubblico allo sviluppo dello 0,7% del PIL, e a realizzare progressi concreti in tale ambito prima del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile,
– vista la dichiarazione del Consiglio "Sviluppo" dell'8 novembre 2001 sulla preparazione della conferenza delle Nazioni Unite sul finanziamento per lo sviluppo, che conferma "la grande importanza che l'Unione europea annette al successo della Conferenza internazionale sul finanziamento per lo sviluppo e del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (Johannesburg, settembre 2002)",
– viste la sua risoluzione del 1° marzo 2001(1) sulla politica di sviluppo della Comunità europea e le sue precedenti risoluzioni sulla riduzione del debito dei paesi in via di sviluppo e sulla coerenza delle politiche dell'UE, in particolare la risoluzione del 7 febbraio 2002 sul finanziamento dell'aiuto allo sviluppo(2),
– visti i documenti dell'OCSE sul ruolo della cooperazione allo sviluppo alla soglia del XXI secolo, la dichiarazione del Millennio dell'ONU, la relazione del G8 sulla riduzione della povertà e sullo sviluppo economico e le mozioni adottate in occasione dell'assemblea di giubileo dei politici e dei governatori,
– visti il programma d'azione di Bruxelles a favore dei paesi meno sviluppati (PMS) e il programma d'azione delle Barbados per lo sviluppo sostenibile dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo,
– vista la riunione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-EU, svoltasi a Città del Capo dal 18 al 21 marzo 2002,
A. considerando che per la prima volta nella storia le Nazioni Unite hanno organizzato dal 18 al 21 marzo 2002 un vertice mondiale sul finanziamento per lo sviluppo e che gli organizzatori della conferenza hanno cercato di riunire intorno allo stesso tavolo non solo i ministri dello sviluppo ma anche quelli delle finanze, nonché le organizzazioni finanziarie internazionali, le banche e le imprese del settore privato e i rappresentanti della società civile,
B. considerando che, dopo gli avvenimenti dell'11 settembre 2001, il Segretario generale delle Nazioni Unite, il Presidente della Banca mondiale, il Presidente dell'FMI e numerosi capi di Stato sollecitano sforzi maggiori per potenziare e migliorare gli aiuti allo sviluppo, in modo da raddoppiare le risorse per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio,
C. considerando che l'esigenza di un adeguato aiuto allo sviluppo è più urgente che mai, visto che, secondo le stime di varie agenzie internazionali:
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1,2 miliardi di persone dispongono di meno di un dollaro USA al giorno per vivere,
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800 milioni di persone soffrono di malnutrizione cronica,
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l'aspettativa media di vita nei paesi in via di sviluppo (62 anni) è molto più bassa di quella di gran parte dei paesi industrializzati,
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il 40% della popolazione mondiale è colpita da malattie trasmissibili come la malaria e, nella sola Africa, 2 milioni di persone muoiono ogni anno di AIDS,
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più dell'80% del consumo globale è attribuibile al 20% della popolazione mondiale,
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il reddito del 20% più ricco, è passato ad essere da 30 a 82 volte superiore rispetto a quello del 20% più povero,
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la popolazione globale dovrebbe aumentare di circa 2,5 miliardi di persone tra il 1990 e il 2020 e quasi il 90% di questo aumento avverrà nei paesi in via di sviluppo,
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il 60% delle persone più povere vive in regioni ecologicamente fragili,
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il 33% della popolazione mondiale più povera vive attualmente con risorse idriche insufficienti e la situazione sta aggravandosi, tanto che quasi il 60% dei più poveri saranno colpiti entro il 2025,
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si contano oggi 900 milioni di analfabeti, 130 milioni di bambini non frequentano mai la scuola e altri 150 milioni la devono abbandonare prima di aver imparato a leggere o scrivere,
D. considerando che il consenso di Monterrey riconosce validi obiettivi per l'eliminazione della povertà, ma deplorando che esso non comporti impegni vincolanti né un calendario di applicazione,
E. considerando l'analisi della Banca mondiale secondo cui il numero di persone che nel mondo vivono in condizioni di povertà raddoppierà nei prossimi trent'anni e, a meno che non si intervenga per affrontare la povertà, l'emarginazione, il degrado ambientale, i conflitti, le epidemie e i movimenti migratori, si giungerà ad una grave instabilità economica e politica a livello globale,
F. deplorando il fatto che, dal 1992, i ventuno paesi più ricchi abbiano ridotto del 24% i loro aiuti al mondo in via di sviluppo e che l'aiuto pubblico allo sviluppo concesso dai paesi industrializzati sia diminuito a un minimo record dello 0,22% del loro PIL, molto al di sotto dell'obiettivo dello 0,7% raccomandato nella risoluzione ONU del 1974 sul nuovo ordine economico internazionale,
G. considerando che il contributo medio in aiuti pubblici allo sviluppo dell'UE è sceso dallo 0,45% nel 1990 allo 0,33% nel 2001;
H. considerando che buon governo democratico, Stato di diritto, politiche economiche sane, promozione attiva del settore delle imprese private, parità tra i sessi, rispetto per l'ambiente e una società civile vivace sono importanti condizioni per una crescita economica sostenibile,
I. considerando l'importante ruolo dell'Unione europea in quanto principale donatore e il suo valido contributo alla conferenza di Monterrey nell'assicurare l'impegno, ad esempio dichiarando la sua intenzione di aumentare sostanzialmente il finanziamento per lo sviluppo seguendo un calendario determinato,
J. riconoscendo il valore della riduzione del debito per i paesi poveri più indebitati (HIPC), ma chiedendo che siano avviate ulteriori iniziative per i paesi più vulnerabili devastati da malattie e calamità naturali,
K. considerando che la politica di sviluppo dell'UE, finanziata mediante due strumenti distinti (il Fondo europeo di sviluppo e il bilancio dell'UE) deve essere riformata in modo da disporre di un migliore coordinamento della formulazione politica, del controllo parlamentare e dell'esecuzione tra Commissione, Parlamento europeo e Stati membri,
1. ritiene che il consenso di Monterrey rappresenti un passo nella giusta direzione pur sottolineando l'impegno dell'Unione europea a spingersi oltre tale consenso nel raccogliere le sfide per cui tale conferenza è stata organizzata;
2. ribadisce il suo impegno a favore dell'eradicazione della povertà, dello sviluppo sostenibile e del conseguimento degli obiettivi di sviluppo stabiliti nel Vertice del millennio nonché in occasione delle Conferenze ONU, segnatamente quella di Monterrey sul finanziamento destinato allo sviluppo;
3. accoglie con favore un aumento dell'aiuto pubblico allo sviluppo da parte dell'UE, con l'impegno di un incremento "minimo" di 20 miliardi di dollari entro il 2006 e di 7 miliardi di dollari annui dal 2006 in poi in uno scenario di bassa crescita, e da parte degli Stati Uniti, con 10 miliardi di dollari fino al 2007 e 5 miliardi di dollari annui a partire dal 2007;
4. rileva che la decisione dell'UE di destinare lo 0,33% del PIL all'aiuto pubblico allo sviluppo fa ora parte dell'acquis comunitario e rappresenta un obiettivo che dovrà essere conseguito da tutti i futuri Stati membri;
5. accoglie con favore il fatto che l'UE abbia stabilito per la prima volta un obiettivo vincolante di aiuto pubblico allo sviluppo per gli Stati membri inteso ad innalzare il livello della media comunitaria allo 0,39% del PIL entro il 2006, quale passo intermedio verso il conseguimento dell'obiettivo ONU dello 0,7% del PIL, come Danimarca, Paesi Bassi, Lussemburgo e Svezia hanno già fatto; si compiace che il Consiglio incoraggi la Commissione a incentrare maggiormente la cooperazione allo sviluppo sulla lotta contro la povertà; invita la Presidenza spagnola ad assicurare il pieno raggiungimento di tali obiettivi; auspica che sia quindi instaurato un controllo rigoroso per verificare l'attuazione di tale calendario;
6. invita l'UE a stabilire un calendario vincolante per raggiungere l'obiettivo dello 0,7% del PIL entro il 2010, come uno dei suoi contributi al vertice mondiale di Johannesburg di fine agosto 2002 sullo sviluppo sostenibile;
7. ribadisce il proprio impegno nei confronti della dichiarazione del millennio dell'ONU volta a dimezzare la povertà, a fornire un'istruzione di base a tutti i bambini e a ridurre il tasso di mortalità infantile dei due terzi entro il 2015;
8. prende atto dei temi all'esame presentati dalla Commissione in relazione allo scambio di opinioni che si è svolto a New York nell'ottobre 2001 in sede di Comitato preparatorio della Conferenza sul finanziamento destinato allo sviluppo, soprattutto per quanto riguarda i seguenti punti:
a)
il volume degli aiuti pubblici allo sviluppo,
b)
i beni pubblici globali,
c)
le fonti innovative di finanziamento;
9. ribadisce la sua opinione secondo la quale il round OMC dovrebbe concentrare la propria attenzione sulla necessità dello sviluppo;
10. sottolinea che la liberalizzazione degli scambi commerciali mirante alla crescita economica deve essere realizzata in un contesto che garantisca l'equità tra i paesi e promuova un uso sostenibile dell'ambiente e delle sue risorse;
11. invita i paesi industrializzati a esplorare sistemi nuovi e innovativi per promuovere la cooperazione tecnologica e il trasferimento di tecnologia con i paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati, per colmare il divario digitale e facilitare il "salto tecnologico" in settori come l'energia, i trasporti, la gestione dei rifiuti e delle acque, il commercio, l'agricoltura e le norme sanitarie;
12. ritiene che i paesi debbano continuare ad impegnarsi a fondo per promuovere un clima di investimenti trasparente, stabile e prevedibile, al fine di incoraggiare investimenti privati produttivi verso l'interno;
13. ritiene che gli scambi commerciali rappresentino la più importante fonte esterna di finanziamento e che occorra quindi valutare, al fine di eliminarli, le barriere agli scambi, i sussidi ed altre misure suscettibili di produrre distorsioni commerciali, segnatamente in settori di particolare interesse per le esportazioni dei paesi in via di sviluppo, compresa l'agricoltura;
14. reputa che la microfinanza per i lavoratori autonomi e i prestiti a tasso ridotto per le PMI, soprattutto a favore delle donne e dello sviluppo economico rurale, siano essenziali per ogni programma di eliminazione della povertà nei paesi in via di sviluppo;
15. accoglie con particolare favore l'appello di Monterrey ai paesi donatori affinché garantiscano che le risorse fornite ai fini della remissione del debito siano aggiuntive rispetto alle risorse esistenti dell'aiuto pubblico allo sviluppo ed esorta l'UE a ribadire il proprio impegno nei confronti di tale principio mediante una decisione del Consiglio;
16. riafferma l'impegno dell'UE di riservare il 35% del bilancio 2002 destinato allo sviluppo a spese in campo scolastico e sanitario, in quanto elementi fondamentali per l'eliminazione della povertà;
17. invita il Consiglio ad accettare l'integrazione del Fondo europeo di sviluppo nel bilancio UE al fine di stabilire un contesto finanziario generale e trasparente per l'assistenza UE allo sviluppo;
18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, dei paesi in via di sviluppo e dei paesi candidati all'adesione all'UE, al Segretario generale delle Nazioni Unite e alle agenzie dell'ONU, all'FMI e alla Banca mondiale.