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Procedura : 2002/2210(INI)
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Ciclo del documento : A5-0059/2003

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A5-0059/2003

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P5_TA(2003)0093

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Giovedì 13 marzo 2003 - Strasburgo
Parità di opportunità fra donne e uomini nell'utilizzo dei Fondi strutturali
P5_TA(2003)0093A5-0059/2003

Risoluzione del Parlamento europeo sugli obiettivi della parità di opportunità tra donne e uomini nell'utilizzo dei Fondi strutturali (2002/2210(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visti gli articoli 2, 3, paragrafo 2, e 141, paragrafo 4, del trattato CE,

–   visto il regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999 recante disposizioni generali sui Fondi strutturali(1),

–   visto il regolamento (CE) n. 1784/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo sociale europeo(2),

–   visto il regolamento (CE) n. 1783/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale(3),

–   visto il regolamento (CE) n. 1257/1999 del Consiglio del 17 maggio 1999 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG) e che modifica ed abroga taluni regolamenti(4),

–   vista la risoluzione del Consiglio del 2 dicembre 1996 sull'integrazione della parità di opportunità per le donne e gli uomini nei Fondi strutturali europei(5),

–   visto il documento tecnico n. 3 della Commissione del marzo 2000 intitolato "Integrazione della politica di parità di opportunità per le donne e gli uomini nei programmi e i progetti dei Fondi strutturali",

–   vista la decisione 2001/51/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2000, relativa al programma concernente la strategia comunitaria in materia di parità tra donne e uomini (2001-2005)(6),

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000,

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo di Stoccolma del 23 e 24 marzo 2001,

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona del 15 e 16 marzo 2002,

–   vista la sua risoluzione del 25 aprile 2002 sulla relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni: Relazione annuale sulle pari opportunità per le donne e gli uomini nell'Unione europea 2000(7),

–   vista la sua risoluzione del 13 giugno 2002 a) sulla dodicesima relazione annuale della Commissione sui Fondi strutturali (2000), b) sulla relazione annuale della Commissione sul Fondo di coesione 2000 e c) sulla relazione annuale della Commissione sullo strumento per le politiche strutturali di preadesione (ISPA) 2000(8),

–   visto il terzo seminario europeo dal titolo "La parità di opportunità tra donne e uomini nell'ambito dei Fondi strutturali" tenutosi a Santander (Spagna) il 14 e 15 giugno 2002,

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni dal titolo "Attuazione del mainstreaming della dimensione di genere nei documenti di programmazione dei Fondi strutturali 2000-2006" (COM(2002) 748),

–   visto l'articolo 163 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per i diritti della donna e le pari opportunità (A5&nbhy;0059/2003),

A.   considerando che, in occasione della riforma dei Fondi strutturali, gli obblighi stabiliti nel trattato CE in materia di parità di opportunità di donne e uomini che prevedono, da un lato, l'integrazione della dimensione della parità di opportunità in tutte le azioni e in tutti i programmi comunitari, secondo un'impostazione orizzontale, e, dall'altro, l'adozione di azioni specifiche a favore delle donne sono stati trasposti nei nuovi regolamenti sui Fondi strutturali per il periodo 2000-2006,

B.   considerando che il precitato regolamento (CE) n. 1260/1999 che si applica ai programmi di tutti i Fondi fa della parità di opportunità un obiettivo chiave dell'azione dei Fondi, nel senso dell'integrazione della dimensione della parità di opportunità di uomini e donne (gender mainstreaming) nelle operazioni cofinanziate dai Fondi,

C.   considerando che l'integrazione della parità di opportunità nei Fondi strutturali implica che si tenga sistematicamente conto delle differenze di situazione tra le donne e gli uomini nelle varie fasi della programmazione, dell'attuazione, del monitoraggio e della valutazione di tutte le misure e di tutti gli interventi cofinanziati dai Fondi nonché dell'impatto di questi ultimi sulla rispettiva situazione delle donne e degli uomini,

D.   considerando che, nonostante un relativo miglioramento in materia di programmazione per il periodo 2000-2006 rispetto al periodo precedente (1994-1999), l'applicazione della parità di opportunità nelle operazioni cofinanziate dai Fondi strutturali è lungi dall'essere soddisfacente; che il duplice approccio in virtù del quale l'integrazione orizzontale della parità di opportunità può essere combinata con azioni specifiche a favore delle donne è previsto, nella maggior parte dei casi, nei documenti di programmazione relativi all'FSE,

1.   constata che, come nel precedente periodo di programmazione, l'FSE continua a svolgere il ruolo principale nella realizzazione dell'obiettivo della parità di opportunità rispetto agli altri Fondi, nel senso che la maggior parte dei programmi riguarda il settore dell'occupazione e delle risorse umane; deplora il fatto che i programmi praticamente non trattino dal punto di vista della parità di opportunità altri importanti settori, quali le infrastrutture, i trasporti, l'ambiente, lo sviluppo locale e urbano, lo sviluppo rurale, la pesca, la politica delle imprese, la società dell'informazione, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, nonché l'istruzione e la formazione professionale, ecc.; invita pertanto la Commissione a elaborare, per tutti questi settori, orientamenti specifici in materia di "parità di opportunità" entro la fine del 2003;

2.   constata che gli interventi dell'FSE, in particolare, sono incentrati, segnatamente, sul miglioramento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, all'istruzione e alla formazione professionale e che scarsa attenzione è accordata alla riduzione della segregazione orizzontale e verticale sul mercato del lavoro e alla riduzione delle ineguaglianze di retribuzione, nonché alla promozione delle donne nei settori delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, dell'imprenditorialità, delle nuove possibilità occupazionali e del processo decisionale; invita pertanto la Commissione ad adottare misure più specifiche per porre rimedio a queste carenze;

3.   prende atto dell'impegno assunto dagli Stati membri in vista dell'inclusione dell'obiettivo dell'integrazione orizzontale della parità di opportunità nei quadri comunitari di sostegno (QCS) e nei documenti unici di programmazione (DOCUP), ma deplora l'insufficiente adempimento di tale impegno, a livello di misure concrete, nei complementi di programmazione; invita pertanto la Commissione ad adottare i provvedimenti appropriati per migliorare la situazione per quanto riguarda le procedure di approvazione dei QCS e dei DOCUP;

4.   deplora pertanto il fatto che, nella maggior parte dei programmi dei tre obiettivi, manchino un'analisi delle ineguaglianze socioeconomiche tra le donne e gli uomini e una stima dell'impatto previsto degli interventi sugli uomini e sulle donne; sottolinea che, anche nel caso in cui esista una tale analisi, la strategia da seguire e le misure da attuare, seguendo obiettivi precisi o quantificati, per ridurre le ineguaglianze non sono sempre conformi all'analisi e che questa situazione dimostra una reale insufficienza di impegno politico degli Stati membri nei confronti dell'obiettivo della promozione della parità di opportunità nei Fondi strutturali;

5.   prende atto dei progressi compiuti in materia di sviluppo delle statistiche ripartite per sesso, ma sottolinea che occorre prodigare maggiori sforzi in materia, nella misura in cui le statistiche sono gli strumenti necessari per l'elaborazione di indicatori di controllo; richiama l'attenzione delle autorità responsabili della programmazione sulla necessità di elaborare statistiche, a livello sia nazionale che locale e regionale, per illustrare meglio la rispettiva situazione e di garantire che le statistiche riguardino tutti gli aspetti della parità di opportunità in ciascun programma e che siano messe a disposizione dei responsabili della gestione dei programmi a tutti i livelli; sottolinea che le statistiche costituiscono altresì un elemento essenziale per determinare la proporzione di donne e di uomini esistente in ciascuna categoria socioeconomica;

6.   prende atto con preoccupazione del fatto che l'elaborazione di indicatori di controllo non ha registrato progressi rispetto al precedente periodo di programmazione; sottolinea che la creazione e l'utilizzo sistematico di indicatori qualitativi e quantitativi ripartiti per sesso sono determinanti per il monitoraggio e la valutazione dei programmi, dal punto di vista della valutazione dell'efficacia degli interventi dei Fondi strutturali rispetto alla realizzazione dell'obiettivo della parità di opportunità e, segnatamente, in vista della valutazione intermedia che dovrà essere effettuata nel 2003 e, se del caso, della revisione degli interventi nonché della concessione della riserva di efficacia e di efficienza;

7.   invita gli Stati membri a sforzarsi di garantire:

   l'applicazione sistematica dell'integrazione della parità di opportunità in tutte le fasi della programmazione e dell'attuazione degli interventi e la presentazione periodica alla Commissione di una relazione sui risultati ottenuti; il rafforzamento delle azioni specifiche a favore delle donne, in particolare quelle che incontrano maggiori problemi sul mercato del lavoro come le donne disabili, migranti e a capo di una famiglia monoparentale;
   la partecipazione degli organi competenti a livello locale, regionale e nazionale in materia di promozione della parità di opportunità, comprese le ONG, e degli interlocutori economici e sociali ai lavori delle autorità di gestione e dei comitati di controllo;
   la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini agli organismi responsabili del processo decisionale, della selezione e del controllo, a livello locale, regionale e nazionale;
   la formazione sistematica, in materia di integrazione della parità di opportunità, dei membri delle autorità di gestione, dei comitati di controllo, dei valutatori e dei membri delle autorità di pagamento;
   l'offerta di informazioni ai richiedenti (responsabili dei progetti) e ai collaboratori nella gestione dei progetti sulla maniera di integrare efficacemente la parità di opportunità nelle misure progettate;

8.   invita gli Stati membri a trarre pienamente profitto dalle possibilità esistenti in materia di programmazione nell'ambito delle diverse forme di intervento dei Fondi strutturali per promuovere l'impostazione integrata della parità di opportunità e per sostenere politiche o azioni specifiche in materia di uguaglianza; chiede che le autorità competenti della gestione dei programmi si sforzino di garantire che le risorse finanziarie siano adeguate a questo fine; chiede alla Commissione di sostenere azioni di assistenza tecnica per tutti gli aspetti che riguardano lo sviluppo dell'integrazione della dimensione della parità di opportunità durante la preparazione della programmazione e la sua attuazione; chiede altresì alla Commissione di adottare iniziative destinate a divulgare e valorizzare le buone pratiche che costituiscono un elemento molto utile per migliorare, segnatamente, il controllo e la valutazione;

9.   invita gli Stati membri a inserire nei progetti e nei programmi dei Fondi strutturali un piano di finanziamento in cui figurino le risorse finanziarie disponibili per le singole misure e azioni volte a migliorare la parità di opportunità, in modo da consentire una valutazione dell'efficacia delle singole azioni;

10.   invita gli Stati membri a promuovere l'utilizzo rafforzato dei Fondi strutturali per migliorare le possibilità di conciliare vita professionale e vita familiare, segnatamente sviluppando infrastrutture sociali per la custodia di bambini e di altre persone dipendenti, come le persone anziane, malate o disabili, e promuovendo l'organizzazione dell'orario di lavoro e il reinserimento professionale dopo un'assenza prolungata; sottolinea che i Fondi dovrebbero intervenire e finanziare la sensibilizzazione all'equa ripartizione dei compiti tra donne e uomini nella famiglia; sottolinea la necessità di sviluppare azioni mirate ai datori di lavoro in materia di organizzazione dell'orario di lavoro anche per gli uomini;

11.   desiderando garantire che le azioni cofinanziate dai Fondi strutturali contribuiscano all'obiettivo della parità di opportunità, richiama l'attenzione delle autorità di gestione sull'importanza che riveste la definizione di criteri pertinenti di selezione dei progetti per quanto riguarda la parità di opportunità; chiede a tali autorità di fare in modo che siano comminate sanzioni in caso di non conformità dei progetti alle esigenze dell'integrazione della parità di opportunità rifiutando le proposte di progetti o restituendole al richiedente perché siano riviste prima che ne sia preso in considerazione il finanziamento;

12.   invita la Commissione e gli Stati membri a far sì che la valutazione intermedia che sarà effettuata nel 2003 determini, da un lato, in quale misura è stato tenuto conto dell'obiettivo dell'integrazione della parità di opportunità nelle azioni dei Fondi e, dall'altro, il grado di realizzazione di tale obiettivo, quali stanziamenti sono stati assegnati ad azioni specifiche per la parità di opportunità nonché la pertinenza dell'utilizzo degli stanziamenti e a decidere di apportare, sulla base di tale valutazione, e ad attuare le modifiche necessarie alla programmazione delle azioni, per quanto riguarda la realizzazione dell'obiettivo dell'integrazione della parità di opportunità, per il resto del periodo di programmazione;

13.   invita gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie per informare la popolazione interessata e le autorità competenti per la parità di opportunità in merito alla regolamentazione dei Fondi strutturali e alle possibilità di finanziamento di iniziative in materia e a incoraggiarle a presentare proposte di progetti;

14.   sottolinea il ruolo particolarmente importante che i Fondi strutturali possono svolgere per combattere gli effetti negativi che la ristrutturazione economica e sociale ha per le donne in numerosi paesi candidati dal punto di vista, segnatamente, dell'aumento della disoccupazione e della diminuzione delle infrastrutture di accoglienza dei bambini che devono consentire di conciliare vita professionale e vita familiare; chiede ai governi dei paesi candidati e alla Commissione di assicurare un adeguato sostegno finanziario alle ONG incaricate della parità di opportunità nonché la loro partecipazione ai diversi stadi della programmazione e della sua attuazione; chiede che nei paesi candidati all'adesione siano adottate misure specifiche a favore delle donne che incontrano problemi specifici per mantenere il posto di lavoro o tornare sul mercato del lavoro, avendo effettuato gran parte o tutta l'istruzione e la formazione professionale nel "vecchio" sistema economico/politico;

15.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati all'adesione.

(1) GU L 161 del 26.6.1999, pag. 1.
(2) GU L 213 del 13.8.1999, pag. 5.
(3) GU L 213 del 13.8.1999, pag. 1.
(4) GU L 160 del 26.6.1999, pag. 80.
(5) GU C 386 del 20.12.1996, pag. 1.
(6) GU L 17 del 19.1.2001, pag. 22.
(7) P5_TA(2002)0206.
(8) P5_TA(2002)0320.

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