Risoluzione del Parlamento europeo sull'operazione attuata nell'ambito della politica europea di sicurezza e di difesa (PESD) nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia
Il Parlamento europeo,
– vista l'azione comune 2003/92/PESC del Consiglio del 27 gennaio 2003 relativa all'operazione militare dell'Unione europea nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia(1),
– visto l'articolo 21 del trattato sull'Unione europea,
– visto l'articolo 37, paragrafo 2 del suo regolamento,
A. rilevando che l'Unione condurrà la sua prima operazione militare nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia su richiesta del governo di tale Repubblica,
B. prendendo atto che l'operazione sarà attuata avvalendosi delle risorse e delle capacità NATO e diretta dal vicecomandante supremo delle forze alleate in Europa (D-SACEUR) e che la sede del comando operativo dell'Unione europea sarà fissata presso il Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa (SHAPE),
C. sottolineando che l'articolo 9 dell'azione comune predispone un meccanismo di finanziamento operativo il cui obiettivo è di consentire il finanziamento, su una base comune, del subentro europeo alle forze della NATO nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia,
D. convinto che l'avvio di qualsiasi operazione militare a nome dell'Unione europea richieda piena legittimità democratica e sostegno pubblico,
E. deplorando il fatto che il trattato sull'Unione europea preveda per il momento scarse disposizioni per la consultazione parlamentare su questioni connesse alla politica europea di sicurezza e di difesa (PESD) e che il diritto del Parlamento ad essere pienamente informato sulle questioni della PESD sia ancora limitato,
F. considerando quindi che ogni operazione di gestione di crisi attuata nel quadro delle missioni aggiornate di Petersberg dovrebbe essere avviata soltanto previa consultazione del Parlamento europeo, in quanto unica istituzione democratica eletta direttamente a livello europeo,
G. riconoscendo la competenza dei parlamenti nazionali in materia di spese militari, forniture militari e dispiegamento di forze armate nazionali, ma ritenendo che, sulla base delle future modifiche ai trattati, il Parlamento europeo dovrebbe essere responsabile per l'approvazione del mandato e degli obiettivi di qualsiasi operazione UE di gestione di crisi finanziata su base comune e che, in tale contesto, condividendo l'autorità di bilancio con il Consiglio, dovrebbe essere regolarmente informato sugli stanziamenti per le spese comuni di siffatte azioni comuni dell'UE,
H. rilevando che quest'anno gli Stati membri dell'UE metteranno a disposizione complessivamente circa 4,7 milioni di euro per i costi comuni di tale missione,
1. accoglie con favore la decisione del Consiglio di sostituire la NATO nell'operazione "Allied Harmony" nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, prima missione militare dell'UE;
2. rileva che tale operazione deve essere considerata un importante banco di prova per il funzionamento concreto della PESD e della cooperazione UE-NATO;
3. deplora tuttavia che il Parlamento non sia stato preventivamente informato del mandato, delle capacità richieste e delle implicazioni finanziarie ai sensi dell'articolo 21 del trattato sull'Unione europea; plaude al fatto che, nel contesto delle consultazioni sul bilancio 2004, la Presidenza greca abbia accettato di fornire tutte le informazioni in conformità dell'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999(2) e della dichiarazione comune del 25 novembre 2002(3) approvata nel corso della procedura di bilancio del 2003;
4. sottolinea l'esigenza di garantire che tale missione sia integrata nel contesto della politica globale UE di stabilizzazione e di altre politiche di prevenzione dei conflitti nella regione e sottolinea il contributo fornito dall'UE per migliorare la sicurezza ai confini dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia;
5. ribadisce la necessità di definire chiaramente il rapporto fra le strutture di comando militare e le responsabilità politiche dell'Alto rappresentante per la PESC;
6. chiede, soprattutto in considerazione della prevista sostituzione del comando SFOR in Bosnia ed Erzegovina, che il Consiglio informi in tempo utile e con la massima trasparenza la competente commissione del Parlamento in merito:
–
al mandato e agli obiettivi delle future missioni PESD,
–
alla situazione della sicurezza delle truppe dislocate nel paese,
–
all'entità delle forze dislocate, alla loro composizione e al loro equipaggiamento,
–
al rapporto tra le forze sotto il controllo dell'UE e quelle controllate dalla NATO nell'area,
–
al funzionamento delle strutture di comando, a partire da quelle in loco fino allo SHAPE e al Comitato politico e di sicurezza dell'UE,
–
alla cooperazione civile-militare nell'ambito della missione e al modo in cui l'operazione si inserisce nel contesto del processo di stabilizzazione e associazione e delle altre politiche di prevenzione dei conflitti,
–
al finanziamento dei costi condivisi dell'operazione UE;
–
alla cooperazione con l'OSCE e le agenzie delle Nazioni unite nella regione;
7. invita il Consiglio ad estendere il meccanismo di finanziamento operativo creato per l'operazione dell'Unione europea nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia a tutte le future operazioni militari dell'Unione europea;
8. invita la Conferenza dei presidenti ad autorizzare la sua commissione competente ad inviare una delegazione nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, due mesi dopo l'avvio delle operazioni, per una missione di informazione intesa ad elaborare una relazione sui progressi realizzati, in modo da valutare l'efficienza dell'operazione alla luce delle questioni sopra menzionate;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri, al presidente della Convenzione europea nonchè all'OSCE.
Cfr Allegato I della risoluzione del Parlamento europeo del 19 dicembre 2002, sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2003 (P5_TA(2002)0624).