Raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio sulla politica dell'Unione europea nei confronti del Caucaso meridionale (2003/2225(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la proposta di raccomandazione al Consiglio, presentata da Per Gahrton a nome del gruppo Verts/ALE, sulla politica dell'Unione europea nei confronti del Caucaso meridionale (B5-0429/2003),
– vista l'azione comune del Consiglio del 7 luglio 2003 concernente la nomina di un Rappresentante speciale dell'Unione europea per il Caucaso meridionale,
– visti gli accordi di partenariato e cooperazione con l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia,
– visto il Programma dell'Unione europea per la prevenzione dei conflitti violenti, approvato dal Consiglio europeo di Göteborg il 15 e 16 giugno 2001,
– vista l'azione comune del Consiglio del 25 giugno 2003 riguardante il contributo dell'Unione europea al processo di risoluzione dei conflitti in Georgia/Ossezia meridionale,
– viste le conclusioni del Vertice OSCE di Istanbul del 19 novembre 1999,
– viste le recenti elezioni parlamentari e presidenziali in Armenia e Azerbaigian,
– visti i cambiamenti avvenuti in Georgia nel novembre 2003 ("rivoluzione delle rose"), con un nuovo presidente, la formazione di un governo prevista per il 25 gennaio 2004 ed elezioni parlamentari che dovrebbero svolgersi il 28 marzo 2004,
– vista la sua risoluzione del 20 novembre 2003 su "Europa ampliata - Prossimità"(1),
– vista la dichiarazione approvata nella riunione dei Ministri degli esteri dell'Unione europea del 26 gennaio 2004, con cui la Commissione e l'Alto rappresentante sono incaricati di analizzare come l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia possano essere inclusi nella nuova iniziativa "Europa ampliata - Prossimità";
– vista la sua risoluzione del 18 gennaio 2001 sul regime dei visti imposto dalla Federazione russa alla Georgia(2),
– vista la sua risoluzione dell'11 marzo 1999 sul sostegno al processo di pace nella regione del Caucaso(3),
– vista la relazione del 4 aprile 2003 della sua delegazione ad hoc in Abkhazia/Georgia(4),
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, del 9 febbraio 2004, concernente le relazioni con la Russia (COM(2004) 106),
– visti l'articolo 49, paragrafo 3 e l'articolo 104 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per gli affari esteri, i diritti dell'uomo, la sicurezza comune e la politica di difesa e il parere della commissione per l'industria, il commercio estero, la ricerca e l'energia (A5-0052/2004),
A. considerando che i tre paesi del Caucaso meridionale (Armenia, Azerbaigian, Georgia) sono tutti membri del Consiglio d'Europa e dell'OSCE, il che sottolinea la loro comunità di destini con l'Europa,
B. considerando che il Caucaso meridionale collega l'Europa con l'Asia centrale e sarà in futuro una regione limitrofa all'Unione allargata; che i paesi di questa regione sono ben disposti verso un partenariato con l'Unione europea che sia reciprocamente vantaggioso,
C. considerando che tali paesi hanno sottolineato in varie occasioni la loro vocazione europea, mostrando un forte interesse a un ravvicinamento all'Unione europea, in vista della presentazione, a lungo termine, di una candidatura; sottolineando che la ripresa della cooperazione regionale deve essere considerata un passo essenziale in tale direzione,
D. considerando che anni di guerre e agitazioni sono stati seguiti da un periodo di instabilità continua nella regione; che fino ad ora sono stati registrati progressi assai limitati nella ricostruzione dello Stato, nella democratizzazione, nel consolidamento dello stato di diritto, nel garantire la libertà di religione e nelle riforme economiche e che la regione continua a correre il rischio di restare prigioniera di una spirale di insicurezza e conflitti che ne ostacola lo sviluppo sostenibile e le riforme politiche,
E. considerando che il perdurare di conflitti e tensioni tra i tre paesi interessati inibisce ulteriori ambizioni europee,
F. considerando le preoccupazioni circa il mancato rispetto dei valori democratici, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali nella regione, nonché la necessità di ulteriori riforme amministrative e politiche che possano garantire una maggiore stabilità futura,
G. considerando che le elezioni svoltesi nel 2003 nei tre paesi sono state contrassegnate da diffuse irregolarità che hanno portato l'OSCE, il Consiglio d'Europa e gli osservatori dell'Unione europea a dichiarare che gli standard internazionali non erano stati rispettati,
H. considerando che le elezioni presidenziali svoltesi il 4 gennaio 2004 in Georgia, che secondo gli osservatori internazionali hanno rappresentato un miglioramento rispetto alle votazioni precedenti, hanno dimostrato l'impegno della nuova leadership del paese ad attuare la democrazia,
I. considerando che i recenti avvenimenti hanno provato ancora una volta la fragilità delle istituzioni georgiane e l'urgenza di un piano per il consolidamento della democrazia e l'avvio di un processo di riconciliazione fra tutte le parti della società georgiana,
J. considerando che è necessario creare condizioni che portino a una durevole stabilità democratica nel Caucaso meridionale e promuovano lo sviluppo economico e la cooperazione transfrontaliera e che tale compito non può essere portato a termine senza una rilevante assistenza internazionale sul piano politico, diplomatico ed economico,
K. considerando che l'attuale punto morto cui sono giunti i processi di pace in Abkhazia, Ossezia meridionale e Nagorno-Karabakh costituisce l'ostacolo principale alla ripresa di un dialogo e allo sviluppo di una vera e propria cooperazione regionale,
L. considerando che in tutte e tre le regioni in conflitto la Russia può fornire un contributo decisivo per cercare di raggiungere una soluzione pacifica e durevole; considerando in particolare che senza una conclusione politica della guerra in Cecenia non potrà essere ottenuta la stabilizzazione del Caucaso,
M. considerando che in occasione dell'undicesima riunione del Consiglio ministeriale dell'OSCE il 1° e 2 dicembre 2003 a Maastricht l'Unione europea ha ribadito la necessità di giungere rapidamente ad un accordo tra le parti sulla durata e le modalità del funzionamento delle basi militari russe in territorio georgiano,
N. considerando che i conflitti nella regione hanno portato centinaia di migliaia di persone ad allontanarsi dalle loro case, e che non a tutti è stato concesso lo status di sfollato interno o di profugo; che molti hanno urgente necessità di assistenza per garantire il soddisfacimento dei loro bisogni primari, nonché di un accesso all'istruzione per i bambini nella loro madrelingua,
O. considerando che negli scorsi anni gli aiuti umanitari dell'Unione europea destinati a tale regione hanno subito una notevole diminuzione, nonostante la continua necessità di cibo, cure sanitarie e prodotti di prima necessità per gli sfollati all'interno del paese e i profughi, nonché per gli abitanti delle zone in situazione di emergenza; che nel 2002 non è stato concesso alcun aiuto umanitario a favore degli sfollati interni e dei rifugiati in Azerbaigian,
P. considerando che il problema della chiusura della centrale nucleare di Medzamor, ubicata in una zona sismica in Armenia, è reso ancor più delicato dalla mancanza di energia elettrica e dalla necessità di sviluppare in via preliminare una fonte alternativa di energia; sottolineando che deve essere sviluppato un efficace mercato regionale dell'energia e che sono necessari miglioramenti in materia di efficienza della rete elettrica nonché una politica di risparmio dell'energia,
Q. considerando che, a causa della sua situazione geografica, il Caucaso meridionale può svolgere un ruolo maggiore nel rafforzamento della sicurezza internazionale; che, se i paesi del Caucaso meridionale venissero invece lasciati fuori dalle reti di interdipendenza e cooperazione in fase di sviluppo, sarebbero maggiormente esposti al rischio di instabilità proveniente dalle regioni limitrofe,
R. considerando che l'Unione europea fornisce un'assistenza rilevante ai paesi del Caucaso meridionale sotto forma di prestiti per l'esecuzione dei principali progetti nel campo dei trasporti, dell'energia e della telecomunicazione nonché per le riforme strutturali; rammaricandosi che l'Unione europea non abbia ancora elaborato una strategia ambiziosa, talché questi ultimi tre paesi restano ancora oggi esclusi dall'iniziativa "Europa ampliata - Prossimità",
S. considerando che nel prossimo decennio la regione diventerà sempre più importante per le forniture di energia all'Unione europea, primo importatore mondiale di petrolio e gas,
T. considerando che i programmi di assistenza INOGATE e TRACECA sono essenziali per promuovere lo sviluppo della cooperazione economica con e tra i paesi del Caucaso meridionale,
U. considerando le critiche della società civile internazionale nei confronti del progetto di oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan,
V. considerando che si stanno configurando forme di cooperazione regionale, come dimostrano l'Unione GUUAM (Georgia, Ucraina, Uzbekistan, Azerbaigian, Moldavia) e l'organizzazione BSEC (Black Sea Economic Cooperation, Cooperazione economica del Mar Nero), l'unica organizzazione nell'ambito della quale la Georgia, l'Armenia e l'Azerbaigian si incontrino regolarmente e scambino contatti, ma sottolineando che i paesi che avrebbero il potenziale per esservi associati ne sono esclusi a causa dei conflitti in corso; considerando che l'Unione europea deve trovare i mezzi per sostenere in modo adeguato tali forme di cooperazione regionale;
W. considerando che l'Unione europea avrebbe forti possibilità di svolgere un ruolo costruttivo nella regione quale potere civile, con l'esperienza maturata nell'utilizzo positivo di incentivi economici collegati a iniziative politiche e diplomatiche nonché in quanto attore in grado di condividere le responsabilità insieme agli altri principali attori internazionali per la promozione della pace e della sicurezza nella regione,
X. considerando che l'Unione europea deve svolgere un ruolo sempre più forte nel Caucaso meridionale, in particolare nei settori della risoluzione dei conflitti, delle riforme politiche ed economiche e della cooperazione interregionale,
1. rivolge le seguenti raccomandazioni al Consiglio:
–
stabilire una serie di norme minime iniziali che i paesi del Caucaso meridionale devono rispettare per essere inclusi nelle politiche previste dall'iniziativa "Europa ampliata - Prossimità"; intensificare gli sforzi volti a favorire la pace e la stabilità nella regione attraverso la promozione di maggiori incentivi alla riforma e alla cooperazione tra le parti in conflitto, l'impegno comunitario rafforzato nella regione dovrebbe essere basato sulla disponibilità a fungere da mediatore nei conflitti e a promuovere riforme; l'assistenza dell'Unione europea e la cooperazione approfondita andrebbero associati con chiarezza a progressi in settori chiave quali la risoluzione dei conflitti, il rispetto dei diritti fondamentali, lo Stato di diritto e i valori democratici; tali progressi andrebbero misurati con parametri di riferimento ben definiti;
–
sostenere il promettente rinnovamento della Georgia mediante programmi di democratizzazione;
–
chiedere alla Commissione di rafforzare i programmi di aiuto comunitari; avviare un dialogo con la Turchia sulla sua politica e quella dell'Unione europea, nonché sulle azioni nei confronti di tale regione;
–
chiedere insistentemente, al riguardo, alla Turchia di attenersi a pieno titolo al suo status di paese candidato e di adottare le misure necessarie per creare relazioni di buon vicinato con i paesi della regione, assegnando particolare importanza all'abolizione delle restrizioni commerciali e alla graduale riapertura della frontiera con l'Armenia; il Parlamento europeo ribadisce la posizione definita nella sua risoluzione del 18 giugno 1987 su una soluzione politica della questione armena; chiede alla Turchia e all'Armenia di promuovere relazioni di buon vicinato al fine di ridurre le tensioni e invita il mondo accademico turco e armeno, le organizzazioni sociali e le ONG ad avviare un dialogo tra di loro al fine di sormontare le drammatiche esperienze del passato;
–
dare un seguito alla nomina di un Rappresentante speciale dell'Unione europea per il Caucaso meridionale, richiesta dal Parlamento europeo, fornendogli tutte le risorse che consentano di renderne l'azione efficace e visibile nonché di contribuire sia alla realizzazione degli obiettivi politici dell'Unione europea nella regione, sia al ravvicinamento della politica dei tre paesi della regione, affinché giungano ad una visione comune dei loro problemi comuni;
–
informare il Parlamento europeo, per il tramite del Rappresentante speciale dell'Unione europea, sulle sue attività e sugli sviluppi nella regione; le relazioni periodiche del Rappresentante speciale, come anche la sua relazione scritta definitiva e completa alla fine della missione, che costituiscono un requisito dell'azione comune, dovrebbero essere anch'esse presentate al Parlamento europeo;
–
insistere presso gli Stati membri impegnati nella risoluzione dei conflitti nella regione perché cooperino attivamente con il Rappresentante speciale dell'Unione europea;
–
concedere alla regione del Caucaso meridionale uno status ben definito nel contesto della politica "Europa ampliata – Prossimità", in base al principio di evitare la creazione di nuove linee di divisione in Europa, in modo da stimolare i paesi della regione a procedere con le riforme politiche ed economiche, confermando al contempo la volontà dell'Unione europea di aumentare il proprio ruolo sia nei settori della politica, sia per quanto riguarda la soluzione dei conflitti nella regione;
–
considerare tuttavia che, al di là delle preoccupazioni legate alla risoluzione di conflitti, il ravvicinamento dell'Unione europea ai paesi del Caucaso meridionale, che sono membri del Consiglio d'Europa e la cui vocazione europea di lunga data è stata ripetutamente riconosciuta, consentirà la creazione di un'area democratica di stabilità, prosperità e buon vicinato;
–
mantenere il principio di cooperazione, sia all'interno della regione che con l'Unione europea, quale obiettivo chiave nelle relazioni che si stanno sviluppando con la regione del Caucaso meridionale e i paesi limitrofi e nella promozione della cooperazione intraregionale;
–
garantire che la riforma dei protocolli finanziari non impedisca l'erogazione degli aiuti e delle sovvenzioni urgentemente necessari;
–
chiedere alla Commissione di sostenere ulteriormente il programma antidroga per il Caucaso meridionale gestito dal PNUS, che è di importanza cruciale per la stabilità socioeconomica e politica della regione;
–
fornire pieno sostegno all'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e alle Nazioni Unite nei loro sforzi volti a risolvere i conflitti regionali congelati; far assumere all'Unione europea l'impegno di fungere da mediatore nella ricerca di soluzioni pacifiche;
–
invitare tutti i paesi della regione a non ostacolare gli sforzi volti a raggiungere un ravvicinamento dei tre paesi pretendendo quale condizione preliminare la soluzione del conflitto nel Nagorno-Karabakh;
–
garantire, di concerto con la Commissione, che vengano utilizzati pienamente gli strumenti comunitari disponibili per la prevenzione dei conflitti, con particolare riferimento all'assistenza umanitaria per gli sfollati interni e i rifugiati, allo sminamento, alla sicurezza alimentare, ai rifornimenti idrici e all'ambiente, evitando tuttavia l'inutile duplicazione dei meccanismi internazionali già esistenti per la soluzione dei conflitti e la riconciliazione; il Parlamento europeo sottolinea che vanno rispettati gli accordi e impegni esistenti relativamente alle zone di conflitto e le disposizioni in materia di sicurezza;
–
inserire la questione dei tre processi di pace nel Caucaso meridionale e del futuro della regione nello sviluppo del partenariato UE-Russia, al fine di prendere lo slancio necessario a superare l'attuale punto morto e di coinvolgere la Russia in una politica a lungo termine in materia di gestione dei conflitti; il Parlamento europeo respinge le recenti dichiarazioni del Presidente russo Putin e del ministro degli Esteri Ivanov, secondo le quali la Russia manterrebbe in essere l'opzione di ricorrere ad attacchi preventivi ai paesi limitrofi in caso di pericolo;
–
invitare insistentemente la Federazione russa a rispettare gli impegni assunti in occasione del Vertice di Istanbul sulla riduzione e il ritiro delle forze armate russe dal territorio della Georgia e a prendere atto del fatto che il libero consenso del paese ospitante costituisce una condizione vincolante per la presenza di basi militari straniere sul suo territorio; il Parlamento europeo segnala al governo della Georgia la necessità di adottare rapidamente misure volte ad affrontare le conseguenze sociali ed economiche del ritiro delle forze militari russe;
–
potenziare con la Commissione i programmi TACIS per la democrazia destinati alla regione, in particolare per quanto concerne il consolidamento delle istituzioni democratiche, lo sviluppo e il rafforzamento della società civile e il sostegno ai mezzi di comunicazione indipendenti;
–
esprimere presso le autorità dell'Azerbaigian preoccupazione per la situazione dei diritti umani e della libertà dei mezzi di informazione nel paese; sollecitare, in particolare, il governo dell'Azerbaigian e le autorità competenti a condurre un'indagine esaustiva, trasparente e approfondita circa gli avvenimenti che hanno avuto luogo dopo le elezioni presidenziali del 15 ottobre 2003;
–
agire in conformità della proposta del Parlamento europeo di sviluppare un patto di stabilità per il Caucaso meridionale, traendo insegnamento dalle esperienze fatte con il Patto di stabilità per l'Europa sudorientale; tale patto dovrebbe includere i paesi limitrofi e altri importanti protagonisti della regione, e i territori con pretese separatiste dovrebbero essere adeguatamente coinvolti;
–
promuovere, nel quadro del proposto patto di stabilità, la cooperazione economica in materia di riduzione delle barriere doganali, sviluppo energetico, reti di trasporto e comunicazione, maggiore libertà di circolazione delle persone, migliore gestione delle frontiere e misure contro la criminalità transfrontaliera nonché di cooperazione in campo ambientale; il Parlamento europeo ritiene che i progressi nei suddetti ambiti, da una parte, e i progressi direttamente collegati alle questioni di sicurezza, dall'altra, possano rafforzarsi vicendevolmente;
–
chiedere alla Commissione di istituire programmi di gemellaggio fra il Nagorno-Karabakh, l'Ossezia meridionale e l'Abkhazia, da una parte, e le regioni a statuto speciale negli Stati membri dell'Unione europea, dall'altra, in modo da favorire uno scambio di esperienze e trovare soluzioni concrete che rispettino il principio di integrità territoriale dei paesi in questione nonché il diritto all'autoregolamentazione per le minoranze;
–
seguire da vicino, congiuntamente alla Commissione, gli sviluppi della situazione in Georgia, per fornire alle autorità tutta la necessaria assistenza finanziaria e tecnica, in modo da sostenere, stabilizzare e ripristinare le istituzioni, definire una strategia di riforme e preparare le prossime elezioni, in particolare le nuove elezioni parlamentari previste per il 28 marzo 2004;
–
chiedere ai tre paesi, Armenia, Azerbaigian e Georgia, il cui sviluppo ha bisogno di investimenti, che venga istituito un quadro giuridico forte e trasparente che garantisca detti investimenti, e sostenere pienamente tali loro iniziative;
–
assicurare che la Banca europea per gli investimenti conceda prestiti anche ai paesi del Caucaso meridionale, in particolare ai fini di progetti a sostegno delle piccole e medie imprese e di investimenti in infrastrutture sostenibili;
–
chiedere alla Commissione di conferire priorità al rafforzamento dei programmi concernenti l'accoglienza di studenti dei tre paesi del Caucaso meridionale all'interno delle università e delle scuole superiori dell'Unione europea;
–
mettere a punto alcuni strumenti specifici per la cooperazione culturale e scientifica con i paesi del Caucaso meridionale nel quadro dell'accordo di partenariato e cooperazione stipulato con detti paesi; ritiene pertanto che, a titolo esemplificativo, un coinvolgimento dell'Unione europea nel progetto armeno CANDLE relativo al sincrotrone rappresenterebbe un segnale di incoraggiamento al progetto, che riguardava principalmente le équipes scientifiche europee;
–
tenere pienamente conto dell'importanza della prosecuzione del sostegno dell'Unione europea al ripristino delle reti di energia, trasporto e telecomunicazioni nella regione;
–
prendere in considerazione la concessione di un sostegno finanziario allo sviluppo del sistema di rifornimento energetico della regione, in particolare per quanto riguarda l'Armenia e la Georgia, tenendo conto della politica condotta dall'Unione europea nel caso dei reattori nucleari di tipo sovietico in Lituania, Slovacchia e Bulgaria, in particolare per quanto riguarda la centrale nucleare di Medzamor;
–
tenere pienamente conto dell'importanza strategica dell'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan; esortare i paesi interessati ad applicare a tale progetto i requisiti della direttiva 85/337/CEE del Consiglio, del 27 giugno 1985, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati(5) e inoltre ad evitare qualsiasi azione che possa far insorgere condizioni di ulteriore instabilità e insicurezza nella regione; il Parlamento europeo sottolinea che particolare attenzione deve essere rivolta alle misure di sicurezza e di lotta al terrorismo da applicarsi nella costruzione di tale oleodotto;
–
invitare i paesi della regione a promuovere una cooperazione aperta che non escluda nessuno di essi quanto all'utilizzazione delle risorse energetiche e al tracciato degli oleodotti, onde contribuire efficacemente al ripristino della stabilità regionale;
–
invitare la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi, per quanto riguarda il trasporto di greggio, affinché nessuna petroliera a scafo semplice proveniente dai porti del Mar Caspio e del Mar Nero attraversi le acque in questione, nonché a rendere ancora più rigorose le disposizioni della Convenzione Marpol (di cui è stata decisa la modifica nel dicembre 2003 e che prevede un periodo transitorio fino al 2010), ad esempio attraverso la richiesta presentata dagli Stati membri all'IMO che il Mar Caspio e il Mar Nero siano dichiarati zone particolarmente sensibili;
–
sostenere lo sviluppo e la stabilità dell'Armenia, dell'Azerbaigian e della Georgia e astenersi da qualsiasi coinvolgimento in conflitti basati sull'importanza del petrolio nella regione;
–
esprimere preoccupazione per la recente decisione della Federazione russa di introdurre il regime di visto agevolato per i cittadini dell'Adjaria senza consultare le autorità georgiane, nonché per le recenti disposizioni volte ad accelerare il processo di attribuzione della cittadinanza russa ai cittadini di Abkhazia e Adjaria;
–
trovare una soluzione globale al problema dei profughi, dal momento che ne sono interessati tutti i paesi della regione; sottolineare che, se da un lato il rimpatrio dei profughi dovrebbe far parte integrante di soluzioni negoziate, profughi e sfollati non vanno strumentalizzati in caso di conflitto; raccomandare ai paesi interessati di non sfruttare la condizione critica degli sfollati, ma di adoperarsi invece in ogni modo per garantire loro sicurezza fisica e benessere;
–
insistere affinché per nessun motivo le popolazioni sfollate siano strumentalizzate a fini politici e affinché vengano elaborate e attuate soluzioni sostenibili, compresa l'integrazione di coloro che lo desiderano, senza ritardi e in piena cooperazione con la comunità internazionale,
–
attribuire un'elevata priorità alla creazione delle condizioni necessarie per un rientro sicuro e dignitoso degli sfollati interni nel distretto di Gali in Abkhazia; sottolineare il dovere di tutte le parti interessate di cooperare in modo da rendere possibile tale rientro;
–
mettere a punto programmi di presidenza multipla per la cooperazione in materia di giustizia e affari interni con i paesi del Caucaso meridionale, ponendo l'accento sulla lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata, il traffico di droga, il commercio di armi di piccolo calibro, i rapimenti e altre attività criminali con considerevoli effetti destabilizzanti, che provocano insicurezza e indeboliscono lo Stato e le strutture sociali;
–
accogliere con favore l'offerta di assistenza proveniente da singoli Stati membri in materia di rafforzamento dei controlli alle frontiere, riscossione fiscale, dogane e lotta contro la corruzione e il terrorismo; il Parlamento europeo ritiene che Stati aderenti aventi essi stessi l'esperienza recente della transizione alla democrazia e a un'economia di mercato possano fornire assistenza e consulenza particolarmente preziose e chiede che questo potenziale venga messo a frutto;
–
segnalare ai paesi del Caucaso meridionale che i meccanismi flessibili del protocollo di Kyoto possono aiutarli a realizzare investimenti e modernizzazioni dei loro impianti;
–
ricordare alle tre repubbliche del Caucaso meridionale, in particolare all'Azerbaigian e alla Georgia che hanno stipulato con gli USA accordi bilaterali d'immunità, che il sostegno al Tribunale penale internazionale costituisce un importante elemento di cooperazione con l'Unione europea;
2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione, alle Nazioni Unite, all'OSCE e al Consiglio d'Europa nonché ai governi e ai parlamenti dell'Armenia, dell'Azerbaigian, della Georgia, della Russia, della Turchia e dell'Iran.