Risoluzione del Parlamento europeo sul partenariato euromediterraneo
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul partenariato euromediterraneo,
– vista la dichiarazione di Barcellona del novembre 1995 e il relativo programma di lavoro,
– viste le conclusioni delle dieci precedenti conferenze ministeriali euromediterranee,
– vista la creazione dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM),
– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "Imprimere un nuovo impulso alle azioni dell'UE coi partner mediterranei nel campo dei diritti umani e della democratizzazione, Documento di orientamento strategico" (COM(2003)0294),
– viste le conclusioni dei Forum civili che hanno accompagnato le riunioni ministeriali soprammenzionate,
– visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che negli ultimi dieci anni il processo di Barcellona ha fornito il quadro per un partenariato tra i paesi e i popoli delle due rive del Mediterraneo,
B. considerando che il Mediterraneo riveste un'importanza strategica per l'Unione europea e che è necessaria una politica mediterranea solidale per affrontare le molteplici sfide comuni, quali la pace, la stabilità, il terrorismo e la sicurezza, la comprensione reciproca, la lotta contro la tratta degli esseri umani (inclusa l'immigrazione clandestina e illegale); considerando altresì l'obiettivo di stabilire una zona di prosperità condivisa,
C. considerando che la dichiarazione di Barcellona impegna i paesi partecipanti ad instaurare tra loro un dialogo regolare sugli aspetti politici, economici e sociali, nonché sui diritti dell'uomo,
D. considerando che l'Unione ha definito una nuova politica europea di vicinato volta a rinsaldare tale partenariato, a creare nuove opportunità per approfondire le relazioni, a rafforzare il dialogo politico, ad integrare i paesi partner nelle politiche dell'Unione per promuovere la pace, la stabilità e la democrazia nei paesi vicini,
E. considerando che i primi piani d'azione conclusi con il Marocco, la Tunisia, la Giordania, Israele e l'Autorità nazionale palestinese, adottati dal Consiglio, impegnano l'Unione e i paesi partner in un dialogo stretto e non esclusivo, e che devono rispettare un approccio regionale coerente e comune,
F. sottolineando che la ripresa del dialogo tra le parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese è un'occasione da cogliere per regolare tale questione in modo globale e duraturo, atta a stimolare tutto il processo euromediterraneo,
G. considerando che il 19 ottobre 2004 la Commissione e la Siria hanno ufficialmente concluso i negoziati in vista di un accordo di associazione CE-Siria, mettendo così fine alla fase degli accordi bilaterali prevista nel partenariato euromediterraneo,
H. prendendo atto della posizione comune 2004/698/PESC del Consiglio del 14 ottobre 2004(1), che revoca le misure restrittive e l'embargo sulle armi decretati nei confronti della Libia, aprendo così la strada ad una piena partecipazione di tale paese al processo di Barcellona,
I. considerando che la trasformazione del Forum parlamentare euromediterrano in Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), dotata di tre commissioni, rafforza la dimensione parlamentare del processo euromediterraneo, che è ormai investito di una responsabilità democratica maggiore; considerando inoltre che questo nuovo organo dovrebbe intensificare il dialogo generale tra le due regioni,
J. indignato dinanzi all'assassinio di Rafic Hariri e preoccupato quanto alla situazione che questo atto criminale ha creato in Libano,
K. preoccupato in relazione alla revoca dell'immunità parlamentare e alla carcerazione di Ayman Nour, presidente del partito egiziano al-Ghad,
1. si compiace della decisione presa dai ministri di fare del 2005 l'Anno del Mediterraneo e invita il Consiglio e la Commissione ad intensificare i loro sforzi per rafforzare la democrazia nei paesi mediterranei, contribuendo a promuovere le necessarie riforme politiche, economiche e sociali;
2. ritiene che il dialogo politico previsto non abbia ancora dato realmente risultati tangibili ovunque nella regione; deplora che il capitolo del processo di Barcellona relativo ai diritti dell'uomo sia ancora insufficientemente sviluppato e che la situazione in taluni paesi non presenti alcun segno di miglioramento; deplora altresì che la clausola relativa ai diritti dell'uomo contenuta negli accordi euromediterranei non venga rispettata; ribadisce il suo invito alla Commissione di presentare una relazione annuale pubblica sui diritti dell'uomo nei paesi del Mediterraneo, che possa servire da base per sviluppare il partenariato;
3. invita tutti i paesi della regione a cooperare strettamente per far fronte alle sfide crescenti dell'immigrazione in uno spirito di responsabilità condivisa;
4. chiede alla Commissione di concepire il nuovo strumento finanziario "di vicinato" in modo trasparente, in concertazione con i paesi partner e con la partecipazione del Parlamento europeo e dell'APEM, cosicché tale strumento sia realmente atto a rilanciare lo sviluppo e ad incoraggiare gli investimenti;
5. si compiace della creazione della piattaforma non governativa euromediterranea per il Forum civile, che terrà la sua riunione costitutiva a Lussemburgo nel mese di aprile 2005; sottolinea a tale riguardo che è importante sviluppare una cooperazione stretta con tale piattaforma, invitando regolarmente i suoi membri a presentare i loro punti di vista nel quadro dell'APEM;
6. chiede a tale proposito alla Commissione di associarlo alla valutazione dell'esecuzione dei piani d'azione;
7. è del parere che l'Iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell'uomo debba svolgere un ruolo centrale nella promozione dei valori fondatori dell'Unione nel quadro del processo di Barcellona; sollecita la Commissione ad assumere le proprie responsabilità insistendo sul rispetto della clausola dei diritti dell'uomo inserita negli accordi;
8. chiede alla Commissione e agli Stati membri di promuovere, nello spirito del rapporto del PNUD, il rispetto dei diritti delle donne nell'esecuzione degli aiuti finanziari e tecnici destinati ai paesi partner;
9. prende atto della firma ormai prossima dell'accordo di associazione CE-Siria, che impegna Damasco a procedere a riforme profonde e sostanziali allo scopo di avviare un autentico processo di democratizzazione delle sue strutture; esorta la Siria a non tollerare alcuna forma di terrorismo, incluso il sostegno alla componente militare di Hezbollah, nonché ad astenersi da ogni ingerenza negli affari interni del Libano; chiede il ritiro delle truppe siriane dal Libano, come indicato nelle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e considera tale condizione come un elemento essenziale della sua valutazione quando giungerà il momento della firma dell'Accordo di associazione CE-Siria;
10. chiede al Consiglio di prevedere l'invio di una delegazione di osservatori dell'Unione per le elezioni in Libano;
11. condanna con forza l'attentato che è costato la vita all'ex Primo ministro libanese Hariri e alle sue guardie del corpo, e dichiara che starà molto attento alle conclusioni dell'inchiesta internazionale in corso;
12. chiede che Ayman Nour sia rimesso in libertà; ritiene che la revoca dell'immunità e la detenzione di un membro del parlamento egiziano colpiscano lo spirito e la lettera dell'accordo di associazione tra la Comunità europea e l'Egitto; chiede alla Commissione, al Consiglio e all'Alto Rappresentante dell'Unione per la PESC di esercitare tutta l'influenza necessaria per ricordare alle autorità egiziane lo spirito di questo accordo;
13. chiede alla Libia di prendere le misure e gli impegni necessari – incluso il rilascio immediato del personale medico straniero incarcerato – per integrarsi pienamente nel partenariato euromediterraneo e contribuire così al rafforzamento del processo di Barcellona;
14. si compiace degli ultimi sviluppi positivi del conflitto mediorientale, poiché influiranno in modo decisivo sulla piena attuazione di tutto il partenariato euromediterraneo, e chiede a tutti i paesi partner di adoperarsi per sostenere la ripresa del dialogo e dare forma concreta alla Road Map;
15. chiede al Consiglio e alla Commissione, nelle loro relazioni con i partner mediterranei, di formulare proposte concrete per fare avanzare il dossier sicurezza, facendo ricorso agli elementi risultanti dalla Strategia europea in materia di sicurezza, nonché agli strumenti di gestione di crisi già predisposti alla Commissione;
16. rileva con soddisfazione il miglioramento netto e costante dei risultati dei finanziamenti MEDA;
17. sottolinea l'importanza che la promozione e l'estensione delle reti transeuropee, in particolare nei settori dell'energia e dei trasporti, rivestono per le relazioni e la cooperazione con i partner mediterranei;
18. sostiene la proposta volta ad istituire un sistema di allerta precoce nel Mediterraneo per la prevenzione delle catastrofi, tenuto conto dell'esperienza maturata con lo tsunami che ha colpito l'Asia sudorientale;
19. ritiene che la firma dell'accordo di Agadir tra Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania nel febbraio 2004 sia il segnale positivo di un rafforzamento della cooperazione sud-sud, che completa la cooperazione nord-sud e incoraggia tutti i paesi della regione mediterranea a rafforzare le loro relazioni dirette, comprese quelle commerciali, e, all'occorrenza, a rimuovere gli eventuali ostacoli che vi si frappongono;
20. si auspica che il Consiglio adotti una decisione per organizzare un Summit euromediterraneo dei Capi di Stato o di Governo al fine di commerorare il decimo anniversario del processo di Barcellona; sottolinea l'importanza, in tale contesto, della dimensione parlamentare di tale processo e invita l'APEM, che si riunirà al Cairo dal 12 al 15 marzo 2005, a convocare una riunione straordinaria per celebrare tale decimo anniversario;
21. attende con interesse la sessione inaugurale della Fondazione euromediterranea Anna Lindh per il dialogo fra le culture, la cui azione può senz'altro contribuire ad accrescere la comprensione reciproca e consentire di trarre il massimo vantaggio da un'eredità comune;
22. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, a quelli dei paesi mediterranei firmatari della Dichiarazione di Barcellona e al Presidente dell'APEM.