Risoluzione del Parlamento europeo sul ruolo dell'Unione europea nel conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) (2004/2252(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la Dichiarazione del Millennio dell'8 settembre 2000, che stabilisce gli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) come criteri congiuntamente stabiliti dalla comunità internazionale per eliminare la povertà,
– viste le successive relazioni per lo sviluppo dell'uomo elaborate dal programma di sviluppo delle Nazioni Unite,
– vista la relazione della Conferenza ONU per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD) - Paesi meno sviluppati 2002: sfuggire alla trappola della povertà,
– viste le relazioni annuali del Segretario generale dell'ONU sull'applicazione della Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, l'ultima delle quali risale al 27 agosto 2004,
– vista la relazione della Task force dell'ONU Millennium Project, guidata dal professor Jeffrey Sachs, dal titolo "Investire nello sviluppo: piano pratico per realizzare gli obiettivi di sviluppo del Millennio",
– viste le relazioni annuali dell'UNICEF sullo stato dei bambini nel mondo, nonché la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989,
– viste le dichiarazioni finali e le conclusioni di conferenze internazionali, in particolare la Conferenza internazionale sul finanziamento destinato allo sviluppo (Monterrey, 2002), il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (Johannesburg, 2002), la Terza conferenza delle Nazioni Unite sui paesi meno sviluppati (Bruxelles, 2001), la Quarta conferenza ministeriale dell'Organizzazione per il commercio mondiale (Doha, 2001), la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD) (Cairo, 1994), la Sessione speciale dell'Assemblea generale dell'ONU del 1999 sulla verifica dei progressi verso il conseguimento degli obiettivi dell'ICPD ("Cairo + 5"), nonché il Forum mondiale sull'istruzione (Dakar, 2000),
– viste le riserve nazionali espresse dagli Stati membri dell'Unione europea nelle dichiarazioni finali e nelle conclusioni delle suddette conferenze,
– visti gli impegni assunti dall'UE durante il Consiglio europeo di Barcellona nel marzo 2002 in vista della Conferenza di Monterrey,
– visti gli articoli 177-181 del trattato che istituisce la Comunità europea, nonché gli articoli III-316-318 e III-321 del trattato che adotta una Costituzione per l'Europa,
– vista la relazione della Commissione sugli "Obiettivi di sviluppo del Millennio 2000-2004" (SEC(2004)1379),
– vista la dichiarazione del Consiglio e della Commissione in data 20 novembre 2000 sulla politica di sviluppo della Comunità europea,
– viste le conclusioni del Consiglio Affari generali e Relazioni esterne (GAERC) del 22-23 novembre 2004,
– viste le comunicazioni del Presidente della Commissione , d'intesa con il Vicepresidente Wallström, "Obiettivi strategici 2005-2009: Europa 2010: partenariato per il rinnovo dell'Europa – Prosperità, solidarietà e sicurezza" e "Programma di lavoro della Commissione per il 2005",
– viste la comunicazione della Commissione concernente la proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che la Comunità adotterà in seno al Consiglio dei ministri ACP-CE in merito all'estinzione di tutti i prestiti speciali accordati ai paesi poveri fortemente indebitati (HIPC) e meno sviluppati (PMS) tra i paesi ACP, ancora in essere dopo l'applicazione di tutti gli altri meccanismi di riduzione del debito dell'iniziativa HIPC (COM(2001)0210 e la sua risoluzione al riguardo del 25 aprile 2002(1),
– vista la sua risoluzione del 13 gennaio 2005 sul debito dei paesi in via di sviluppo(2),
– visto l'impegno del Vertice mondiale per l'alimentazione del 1996 di dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame entro l'anno 2015,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per lo sviluppo e il parere della commissione per il commercio internazionale (A6-0075/2005),
A. considerando che l'Unione europea elargisce oltre il 50% degli aiuti allo sviluppo a livello globale e che nel settembre 2002 gli Stati membri UE e il Presidente della Commissione hanno firmato la Dichiarazione del Millennio e, nel dicembre 2001, l'Assemblea generale dell'ONU ha approvato gli OSM,
B. riconoscendo che gli OSM, i quali sottolineano gli sforzi per far fronte agli obiettivi di eradicazione della povertà, devono essere considerati come parte di un'agenda più ampia che promuova lo sviluppo sostenibile, la giustizia, l'equità, la governance e lo stato di diritto,
C. considerando che, secondo la relazione UNCTAD del 2002 sui PMS, il numero delle persone che vivono in estrema povertà è più che raddoppiato negli ultimi trent'anni, passando dai 138 milioni degli anni '60 ai 307 milioni degli anni '90, e che, se dovesse persistere l'andamento attuale, il numero delle persone che vivono con meno di 1 USD al giorno passerà da 307 a 420 milioni entro il 2015,
D. considerando che l'azione contro la povertà richiede, innanzitutto, un cambiamento radicale di politica sia nei paesi industrializzati che nei paesi in via di sviluppo per affrontare le cause strutturali della povertà, comprese le inique norme che regolamentano il commercio mondiale, il pagamento insostenibile del debito da parte dei paesi in via di sviluppo alle istituzioni finanziarie internazionali e l'iniqua distribuzione della ricchezza,
E. riconoscendo che, per far fronte agli obiettivi di sviluppo del Millennio, occorre raddoppiare l'attuale importo degli aiuti e mantenerlo a questo livello per almeno un decennio,
F. riconoscendo gli sforzi simultanei volti ad identificare fonti innovative supplementari di finanziamento, riconoscendo nel contempo che la qualità e il contenuto dell'aiuto sono parimenti importanti,
G. deplorando che due terzi dei paesi in via di sviluppo spendano più sul servizio del debito che sui servizi sociali di base,
H. riconoscendo che molti paesi ad elevato indebitamento hanno bisogno di un alleggerimento del debito del 100% e dovrebbero arrivare al 2015 senza debiti in essere,
I. considerando che la Peer review effettuata nel 2002 dall'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica/Comitato di aiuto allo sviluppo (OCSE/CAS) ha criticato la Comunità europea per "la mancanza di una strategia comunitaria globale e il fatto che gli obiettivi della politica di sviluppo della Comunità sono troppo numerosi, troppo vaghi e niente affatto classificati per ordine" e che, in passato, non sono stati effettuati sforzi reali per garantire la complementarità dell'aiuto comunitario e dell'aiuto fornito attraverso gli Stati membri dell'UE,
J. rilevando che appena il 10% delle risorse sanitarie mondiali viene utilizzato per far fronte alle esigenze del 90% della popolazione mondiale e che il 35% dei 38 milioni di persone colpite da AIDS vive nei paesi in via di sviluppo,
K. riconoscendo l'importanza della prevenzione, ma sottolineando anche la necessità di fornire farmaci antiretrovirali a 3 milioni di persone entro la fine del 2005,
L. considerando che, recentemente, sono stati effettuati importanti progressi per quanto riguarda la forma più nociva dei quattro parassiti della malaria umana, progressi che spianeranno la strada a nuovi trattamenti,
M. esprimendo preoccupazione per l'aumento dei tassi di infezione da HIV/AIDS nell'Africa subsahariana, dove la spesa per la salute e l'istruzione è stata drasticamente ridotta,
N. considerando che talune malattie tropicali sono curabili, ma i farmaci sono troppo costosi, fuori produzione o carenti sotto il profilo della qualità o dell'efficacia,
O. riconoscendo che nell'Africa subsahariana il 57% degli adulti colpiti da HIV sono donne e deplorando le pressioni esistenti per minare le politiche progressive in materia di diritti sulla salute sessuale e riproduttiva, con un conseguente aumento delle gravidanze indesiderate e di aborti rischiosi,
P. considerando che esistono importanti legami tra sostenibilità ambientale, politica commerciale e di sviluppo nonché eradicazione dell'estrema povertà e della fame e che la sussistenza dei poveri in ambiente rurale dipende, quasi esclusivamente, da una sana gestione della base di risorse naturali - foreste, suolo, pascoli, risorse marine nonché risorse idriche,
Q. prendendo atto della recente pubblicazione della preoccupante relazione di valutazione del millennio sugli ecosistemi e della conclusione ivi contenuta secondo la quale circa il 60% (15 su 24) dei servizi forniti dagli ecosistemi esaminati sono oggetto di degrado o utilizzati in modo non sostenibile, compresi la fornitura di acqua dolce, le zone di pesca, la purificazione dell'aria e dell'acqua nonché la regolazione del clima regionale e locale, i rischi naturali e i parassiti, e ricordando che sono le popolazioni più povere del pianeta a risentire maggiormente dei cambiamenti di tali ecosistemi,
R. riconoscendo l'impatto potenziale della tornata negoziale per lo sviluppo di Doha e l'esigenza di regimi commerciali giusti ed equi basati sulle norme per correggere gli squilibri commerciali a livello di scambi mondiali, soprattutto per quanto riguarda l'Africa,
S. riconoscendo che, in passato, la cooperazione allo sviluppo è stata costruita principalmente su strategie settoriali e che, nell'affrontare gli OSM, sarebbe preferibile un approccio più incentrato sui sistemi, a causa delle evidenti sinergie esistenti,
1. si compiace della relazione della Commissione sugli obiettivi di sviluppo del Millennio 2000-2004 e attende la relazione sintetica UE che proporrà ulteriori misure volte a garantire che l'aiuto comunitario sia pienamente rivolto alla realizzazione degli OSM;
2. sottolinea che la riduzione della povertà, grazie al conseguimento degli OSM, e la Dichiarazione del Millennio devono essere riconosciute senza ambiguità come il quadro in cui si inserisce la politica di sviluppo dell'UE e che ciò deve riflettersi chiaramente in tutte le pertinenti proposte strategiche e legislative; ritiene però che gli OSM non dovrebbero essere considerati una questione tecnica che si risolverà fornendo semplicemente più risorse, senza identificare e affrontare le cause inerenti della povertà;
3. deplora che, mentre gli OSM 1-7 presentano scadenze chiare, questo non è il caso dell'OSM 8;
4. sottolinea il legame tra gli OSM, le strategie di riduzione della povertà a livello nazionale, la politica macroeconomica, un'efficace gestione della spesa pubblica e l'armonizzazione degli aiuti a sostegno del buon governo e delle buone politiche;
5. è convinto che i documenti strategici per la riduzione della povertà (PRSP) e i documenti strategici nazionali (CPS) potrebbero costituire strumenti importanti per realizzare gli OSM, ma ritiene che debbano essere rivisti per sostenere in modo migliore gli OSM e chiede che i "progressi rapidi" vengano inseriti nei PRSR e nei CPS per renderli parte di un approccio sostenibile e strutturale; ritiene che il processo di sviluppo di PRSP basati sugli OSM debba essere aperto e consultivo, coinvolgendo tutti gli attori principali, sia nazionali che internazionali;
6. ritiene che le politiche di sviluppo nazionale e regionale debbano essere definite democraticamente dalle stesse popolazioni e che i rispettivi governi debbano rispondere a tali popolazioni attraverso istituzioni democratiche e non sulla base della condizionalità gestita a favore degli interessi strategici dei donatori;
7. ritiene che la lotta contro la povertà comprenda il riconoscimento del diritto di un paese o di una regione a definire democraticamente le proprie politiche, priorità e strategie volte a potenziare una produzione alimentare ed uno sviluppo economico sostenibili, mobilitando le proprie risorse naturali ed umane e il proprio know-how locale;
8. sottolinea che occorre utilizzare tutti i mezzi per conseguire gli OSM e che ciò richiede un partenariato quanto più ampio possibile dei soggetti interessati, segnatamente i parlamenti nazionali e la società civile, al fine di assicurare l'innovazione, le risorse e la capacità necessarie;
9. ritiene che vada pienamente riconosciuto il diritto e il dovere di ogni paese di garantire la sicurezza alimentare della sua popolazione e di tutelarsi, se necessario a tal fine, dalle esportazioni di altri paesi che potrebbero metterla in causa;
10. ritiene che il consolidamento e lo sviluppo di servizi pubblici siano essenziali per ovviare ai grandi flagelli legati alla povertà come le epidemie, l'analfabetismo, le carenze di acqua potabile e il trattamento delle acque reflue;
11. chiede un approccio integrato, piuttosto che un approccio settoriale, per quanto riguarda gli OSM;
12. plaude quegli Stati membri che hanno raggiunto o superato lo 0,7% del RNL, rilevando però la preoccupante tendenza posta in essere da taluni che hanno iniziato un processo di diminuzione dei livelli di aiuto, nonché di abbandono di precedenti impegni assunti in materia di scadenze;
13. sottolinea che, pur sembrando attualmente l'UE al passo con il suo obiettivo intermedio pari allo 0,39% del RNL per l'Aiuto ufficiale allo sviluppo (AUS) nel 2006, vi sono ampie disparità nei risultati dei suoi Stati membri e chiede quindi a quegli Stati membri che sono ancora indietro di impegnarsi per un calendario e scadenze chiare al fine di raggiungere l'obiettivo dello 0,7% entro il 2015;
14. accoglie favorevolmente i progressi già realizzati da molti dei 10 nuovi Stati membri dell'Unione europea per quanto riguarda un sostanziale aumento dei livelli di AUS ed auspica un proseguimento di tale tendenza;
15. sottolinea che l'obiettivo del 20% per l'istruzione e la sanità di base dovrebbe essere compreso nel bilancio dell'Unione europea e del Fondo europeo di sviluppo, per aggiungersi all'attuale obiettivo del 35% per i servizi sociali di base;
16. sostiene la proposta che prevede valutazioni periodiche dei progressi verso gli obiettivi AUS da effettuare nel corso dei Consigli Affari economici e finanziari (ECOFIN) e GAERC, sollecitando nel contempo gli Stati membri a stabilire obiettivi annuali in materia di aiuti globali e aiuto ai PMS;
17. sollecita la Commissione a esaminare la propria destinazione delle risorse per lo sviluppo e ad impegnarsi a rafforzare significativamente la propria spesa per lo sviluppo nel corso delle prossime prospettive finanziarie;
18. invita l'Unione europea ad avviare un'iniziativa concreta contro la povertà adottando un approccio coerente tra le sue politiche in materia commerciale, di cooperazione allo sviluppo e agricola comune, per impedire conseguenze negative dirette o indirette sull'economia dei paesi in via di sviluppo;
19. sollecita la Commissione ad esperire fonti innovative di finanziamento e ad esaminare tutti i suggerimenti che sono stati avanzati come modalità alternative per garantire il finanziamento dei programmi di sviluppo oltre all'impegno di fornire lo 0,7% del RNL all'AUS;
20. chiede l'alleggerimento del debito sopprimendo gradualmente i debiti dei paesi fortemente indebitati, segnatamente i PMS, qualora i governi di tali paesi rispettino i diritti dell'uomo, il principio della buona governance e conferiscano priorità all'eradicazione della povertà;
21. chiede che gli obiettivi di alleggerimento del debito siano collegati anche ad esigenze basate sugli OSM e non solo al rapporto tra debito ed esportazione;
22. esorta vivamente l'UE a garantire un finanziamento internazionale adeguato della ricerca, attualmente sottofinanziata, sulle malattie che interessano i cittadini dei paesi in via di sviluppo;
23. incoraggia la Commissione e gli Stati membri a rafforzare il proprio partenariato con i paesi in via di sviluppo in un modo che incoraggi la prevedibilità, la responsabilità e gli obblighi reciproci;
24. ritiene fermamente che, affrontando insieme il problema della corruzione e delle pratiche finanziarie illecite conformemente alle disposizioni dell'accordo di partenariato di Cotonou, i paesi ACP e dell'UE contribuiscono a fornire un contributo fondamentale alla lotta contro la povertà, la criminalità e il terrorismo e, allo stesso tempo, a generare stabilità politica e a promuovere sviluppo sociale ed economico;
25. sottolinea l'importanza dell'informatizzazione della gestione della finanza pubblica, nel quadro più ampio dell'e-government, al fine di affrontare più efficacemente l'inefficienza delle burocrazie e di evitare la mancanza di trasparenza;
26. sollecita la Commissione a potenziare significativamente gli sforzi per una maggiore complementarità delle attività di cooperazione allo sviluppo degli Stati membri con le attività della Commissione, sulla base dei vantaggi comparativi di ciascun donatore;
27. accoglie le iniziative come l'Atlante dei donatori UE, che tentano di coordinare l'aiuto allo sviluppo tra gli Stati membri, e incoraggia la Commissione a completare e perfezionare questo strumento in modo che possa essere utilizzato per individuare settori in cui si possano effettuare con maggiore rapidità progressi in materia di armonizzazione;
28. chiede al riguardo specifici impegni e calendari in materia di armonizzazione e invita a sviluppare indicatori e parametri volti a monitorare l'impegno di tutti i partner a livello nazionale;
29. sottolinea le opportunità fornite dalla rivoluzione della Tecnologia dell'informazione e della comunicazione (TIC) per quanto riguarda specifici problemi relativi alla povertà, come la TIC per l'istruzione, la TIC per un miglioramento dell'assistenza sanitaria, la TIC per una buona governance, ecc.;
30. sottolinea l'importanza, per i poveri, di un accesso a servizi energetici moderni; riconosce, allo stesso tempo, che i paesi in via di sviluppo non devono ripetere gli errori commessi dai paesi industrializzati e, di conseguenza, ad essi dovrebbe essere fornito supporto specifico per investire in tecnologie energetiche che siano pulite ed efficienti;
31. invita la Commissione a incrementare il finanziamento e a istituire un piano globale per lo sviluppo, l'istruzione e l'informazione, incentrato intorno agli OSM;
32. sollecita tutti gli Stati membri dell'UE ad attuare pienamente gli impegni della Dichiarazione di Roma del 25 febbraio 2003 per migliorare la fornitura degli aiuti e, in linea di principio, a svincolare gli aiuti;
33. sollecita la Commissione a garantire che l'UE sia all'avanguardia degli sforzi per garantire che l'istruzione elementare sia gratuita e obbligatoria e insiste affinché ciò sia affiancato a cospicue nuove risorse e a una spesa più mirata delle attuali risorse;
34. ritiene illusoria la possibilità di realizzare gli OSM consistenti nel dimezzare la povertà e la fame entro il 2015, fornire istruzione gratuita a tutti e migliorare l'accesso all'assistenza sanitaria, mentre i paesi in via di sviluppo spendono, per il rimborso del debito, il quadruplo di quanto destinato ai servizi sociali di base,
35. insiste sul fatto che, considerando che la maggiore sfida cui è confrontata l'iniziativa prioritaria in materia di istruzione della Banca mondiale è la mancanza di finanze esterne, la Commissione dovrebbe cercare di aumentare i finanziamenti da destinare all'istruzione e a favore di tale iniziativa;
36. sottolinea l'importanza di riservare particolare attenzione all'istruzione delle ragazze, poiché le ragazze che hanno ricevuto un'istruzione hanno famiglie meno numerose, più sane e contribuiscono ad aumentare la produttività e a ridurre la povertà;
37. chiede che venga prestata particolare attenzione agli orfani nonché ai bambini e alle bambine socialmente esclusi, che subiscono in modo sproporzionato le conseguenze della mancanza di accesso all'istruzione;
38. sollecita la Commissione ad esplorare le modalità per fornire un contributo tempestivo e positivo attraverso la preparazione di un pacchetto, che comprenda reti antizanzare, l'immunizzazione grazie all'Alleanza globale per i vaccini e l'immunizzazione (GAVI) e, non da ultimo, come misura nella lotta contro l'HIV/AIDS, la fornitura di preservativi; gli Stati membri dell'UE potrebbero collaborare a questa impresa a livello nazionale; sottolinea che tali azioni devono essere inserite in una strategia a lungo termine per integrarle in un approccio sostenibile;
39. invita la Commissione ad assumere l'iniziativa nella lotta contro la malaria, a raccogliere le risorse e a lanciare misure adeguate e globali per controllare e sradicare tale epidemia a lungo termine, con particolare accento sulla prevenzione;
40. chiede, segnatamente, un potenziamento della ricerca pubblica ed una mobilitazione degli investimenti del settore privato al fine di accelerare la ricerca sui vaccini;
41. sottolinea che la disponibilità di una assistenza sanitaria di base a prezzi accessibili costituisce una condizione irrinunciabile per una riuscita applicazione di tutte le politiche sanitarie nei paesi in via di sviluppo;
42. sostiene l'accordo della Commissione sull'esigenza della disponibilità di farmaci a prezzi accessibili e sottolinea la necessità di un attento esame dell'applicazione dei TRIPS;
43. chiede un finanziamento per far fronte alle emergenze sanitarie nei paesi in via di sviluppo e che i governi nazionali facciano della salute una priorità;
44. evidenzia che l'accesso all'acqua potabile e ad un'alimentazione equilibrata sono indispensabili per la salute pubblica e insiste pertanto sul fatto che l'accesso all'acqua potabile è essenziale per lottare contro la povertà e le malattie legate alla mancanza di acqua potabile;
45. chiede ai paesi in via di sviluppo di ripristinare i servizi pubblici e i sistemi sanitari di base e ritiene che l'aiuto europeo debba sostenere soprattutto gli sforzi interni dei paesi in via di sviluppo per rafforzare le capacità umane, istituzionali e infrastrutturali;
46. chiede un sostanziale aumento del numero degli addetti del settore sanitario, in quanto quelli in via di formazione sono inferiori a quelli che lasciano il settore;
47. chiede che l'UE aumenti il suo contributo per il Fondo sanitario globale, in quanto il denaro finora promesso per il 2005 è pari ad appena un quarto dell'importo necessario e che l'UE e gli altri lavorino per evitare la duplicazione degli sforzi e promuovere la proprietà nazionale delle politiche per l'HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria;
48. chiede all'UE di continuare a fare da guida in materia di diritti sulla salute sessuale e riproduttiva, mantenendo i livelli di finanziamento per un'ampia gamma di servizi di salute sessuale e riproduttiva, compresa la pianificazione familiare, la cura delle malattie trasmesse sessualmente e i servizi per un aborto sicuro, ove questo sia legale;
49. sollecita un obiettivo all'interno dell'OSM 5 sull'accesso universale ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva entro il 2015, corredato di indicatori specifici, che garantisca lo stesso ritmo, o un ritmo più veloce, di progresso tra i poveri ed altre categorie emarginate o vulnerabili; chiede, inoltre, che i relativi indicatori siano opportunamente identificati tra gli altri sette;
50. sottolinea l'esigenza di un approccio basato sui diritti per quanto riguarda i bambini nella programmazione e la valutazione della Commissione e che, essendo i diritti dei bambini questioni transsettoriali, essi dovrebbero essere sistematicamente mantenuti in tutti gli strumenti e nell'intera programmazione;
51. ritiene che le specifiche priorità di genere debbano essere riconcentrate nella politica di sviluppo CE come diritti fondamentali e parte dei criteri di governance applicati a titolo della Convenzione di Cotonou e in altra sede;
52. sottolinea l'importanza che le donne cessino di essere emarginate ed assumano un ruolo centrale nella formulazione e nell'accompagnamento delle strategie di riduzione della povertà basate sugli OSM e delle altre riforme generali di importanza vitale, in particolare a livello di governo regionale e locale;
53. accoglie con favore e sostiene l'intenzione della Commissione di rafforzare la propria relazione con l'Africa lavorando strettamente con il Nuovo partenariato per lo sviluppo dell'Africa e l'Unione africana e le recenti iniziative come la Commissione per l'Africa;
54. ribadisce l'esigenza individuata all'articolo 178 del trattato CE che la Comunità esamini, se necessario attraverso studi d'impatto, se i suoi obiettivi di politica dello sviluppo possano essere pregiudicati da altre azioni settoriali;
55. chiede che venga effettuata una esaustiva valutazione dell'impatto delle attuali politiche di liberalizzazione commerciale sulla fame e sulla povertà nei paesi in via di sviluppo e chiede che i risultati di tale valutazione vengano utilizzati per elaborare orientamenti chiari per la cooperazione allo sviluppo;
56. insiste affinché sia riservata all'ambiente adeguata attenzione a livello nazionale, per contribuire al conseguimento dell'OSM 7, includendo esplicitamente l'ambiente e lo sviluppo sostenibile nei documenti strategici regionali e nazionali;
57. sottolinea che il sostegno alla protezione e alla rigenerazione dei sistemi a sostegno della vita, come suoli, foreste e risorse marine sani, nonché una gestione intelligente delle risorse idriche, costituiscono una componente indispensabile dei programmi per la riduzione della povertà e che a tali interventi deve essere conferita la precedenza nelle attività di cooperazione allo sviluppo dell'UE;
58. appoggia senza riserve le conclusioni contenute nella relazione di valutazione del millennio sugli ecosistemi secondo la quale la continua distruzione degli ecosistemi nel mondo costituirà un ostacolo al raggiungimento degli OSM; concorda inoltre sul fatto che occorrono cambiamenti significativi a livello delle politiche e delle istituzioni per invertire il diffuso degrado ed esorta vivamente la Commissione a integrare le raccomandazioni dettagliate della relazione nella sua relazione sintetica e nei prossimi programmi di lavoro;
59. chiede al Consiglio di invitare il Consiglio direttivo dell'UNEP a garantire che il vertice per la revisione degli OSM, che si svolgerà in settembre, avvii una disamina delle conseguenze sociali e ambientali delle politiche di liberalizzazione del commercio finora attuate, al fine di garantire che queste aiutino a combattere la povertà nel modo più efficace possibile;
60. ricorda che, malgrado non costituisca un rimedio assoluto alla povertà mondiale, il commercio equamente regolamentato può contribuire in modo positivo al conseguimento degli OSM grazie al suo impatto sulla crescita economica;
61. prende atto dei recenti studi dell'UNCTAD e di altre istituzioni, i quali evidenziano che l'ampia liberalizzazione degli scambi nei paesi meno sviluppati si è scarsamente tradotta in una diminuzione sostenuta e consistente della povertà ed ha contribuito al declino delle condizioni degli scambi nei paesi in via di sviluppo, in particolare nei paesi africani;
62. invita la Commissione a rivedere al meglio le sue politiche di cooperazione e le sue politiche commerciali per aiutare i governi dei paesi in via di sviluppo a mantenere e a sviluppare i servizi pubblici, in particolare quelli che assicurano alle popolazioni nel loro insieme l'accesso all'acqua potabile, ai servizi sanitari, all'istruzione, al trasporto e all'energia;
63. ribadisce, per quanto riguarda il dibattito sugli effetti della liberalizzazione nel settore dell'acqua, che i servizi idrici dovrebbero per principio essere pienamente sottoposti alla responsabilità e al controllo pubblici, lasciando alle autorità nazionali, regionali e locali il compito di tutelare questo principio, e chiede alla Commissione di allinearsi a tale parere;
64. riafferma, conformemente all'approvazione della sua risoluzione dell'11 marzo 2004(3) sulla strategia per il mercato interno, che l'acqua è un bene comune dell'umanità e che l'accesso all'acqua, soprattutto da parte delle popolazioni più povere del sud del mondo, si configura come un diritto umano fondamentale da promuovere e salvaguardare;
65. deplora che non via sia alcun calendario per l'eliminazione delle sovvenzioni alle esportazioni agricole; ritiene quindi che il Parlamento europeo debba esercitare la propria pressione al fine di ottenere la definizione di un tale calendario;
66. invita i leader dell'Unione europea e degli altri paesi industrializzati ad avviare azioni concrete volte a conseguire gli OSM eliminando le sovvenzioni all'esportazione che compromettono la produzione alimentare e lo sviluppo economico locali;
67. invita la Commissione a dare maggior spazio all'aspetto dello sviluppo negli attuali negoziati OMC, puntando sulla sicurezza alimentare e l'occupazione rurale che sono gli elementi più efficaci ai fini dell'eliminazione della povertà, fra l'altro inserendo una "casella sviluppo" nell'accordo OMC sull'agricoltura per consentire ai paesi più poveri di affrontare meglio i problemi legati alla sicurezza alimentare e salvaguardare i mezzi di sostentamento rurali, e mettendo completamente fine alle sovvenzioni alle esportazioni agricole dell'UE;
68. si compiace per il fatto che l'UE riconosca la necessità di un trattamento speciale e differenziato dopo aver preso atto della preoccupazione dei paesi in via di sviluppo in merito all'impatto della liberalizzazione del commercio e la reciprocità;
69. invita la Commissione a promuovere un'urgente riforma in seno all'OMC per porre la sostenibilità e l'eliminazione della povertà all'apice dell'agenda negoziale e a promuovere un effettivo trattamento speciale e differenziato;
70. chiede alla Commissione di inserire tra le azioni prioritarie della relazione di sintesi sugli OSM le misure dell'UE sulla stabilizzazione dei prezzi delle materie prime, compresa la revisione dei meccanismi internazionali di gestione degli approvvigionamenti, il sostegno alle proposte di inserire i prezzi delle materie prime nell'attuale tornata negoziale dell'OMC e la partecipazione al finanziamento della task force sulle materie prime proposta dall'UNCTAD;
71. ricorda che, al termine dei negoziati sugli Accordi di partenariato economico (APE), nessun paese ACP dovrebbe, nell'ambito delle sue relazioni commerciali, trovarsi dopo il 2007 in una situazione più sfavorevole rispetto all'attuale situazione, e che non vi è nessuna garanzia o impegno a priori che essi siglino un APE al termine del 2007;
72. chiede alla Commissione di fare in modo che, per quanto riguarda i negoziati sugli accordi di partenariato economico con i partner ACP, questi accordi servano per lo sviluppo degli ACP e l'eliminazione della povertà, tra l'altro mantenendo la non reciprocità nell'accesso al mercato, con l'obiettivo di garantire ai partner ACP un posto equo nel commercio mondiale, un'attenzione particolare sui vincoli relativi all'offerta e sulla salvaguardia dei prodotti sensibili, nonché un'intensificazione degli sforzi di integrazione regionale, e di prendere l'iniziativa di rivedere o chiarire l'articolo 24 dell'Accordo GATT;
73. sollecita che si tenga pienamente in considerazione il fatto che i paesi ACP dipendono spesso in misura massiccia dai beni primari, che sono particolarmente vulnerabili alle oscillazioni dei prezzi e all'aumento delle tariffe e sottolinea l'importanza della diversificazione, dello sviluppo delle industrie di trasformazione e delle PMI in tali paesi;
74. invita la Commissione ad appoggiare, nel corso di un periodo transitorio, il principio della non-reciprocità commerciale che deve governare le relazioni tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, ad instaurare una certa flessibilità nei confronti dei paesi ACP, durante i negoziati APE, sulla base del loro livello di sviluppo, delle dimensioni relativamente ridotte delle loro economie e delle loro esigenze finanziarie, di sviluppo e commerciali e a garantire che, nella pratica, gli accordi di partenariato economico diventino uno strumento per lo sviluppo sostenibile nei paesi ACP;
75. invita la Commissione ad elaborare alternative valide agli accordi di partenariato economico, come l'estensione dell'iniziativa "tutto salvo le armi" a tutti i paesi che non siano PMS o il miglioramento della proposta SPG+ dell'UE per quei paesi ACP che possono esprimere la propria indisponibilità ad aderire a un accordo di partenariato economico;
76. sottolinea l'importanza della capacity building per il commercio e la necessità per l'UE di fornire risorse supplementari per potenziare la capacità dei paesi ACP di individuare le proprie necessità e le proprie strategie, di negoziare ed appoggiare l'integrazione regionale e contribuire a tale processo, in particolare alla diversificazione, di sostenere l'integrazione regionale e preparare la liberalizzazione potenziando le capacità di produzione, di approvvigionamento e di commercializzazione e compensando i costi di adeguamento, nonché ad aumentare la loro capacità di attrarre gli investimenti;
77. sottolinea che la capacity building in materia di mercati locali e commercio è almeno tanto importante quanto l'accesso al mercato e che occorre predisporre finanziamenti a tal fine e per la diversificazione e il sostegno, in particolare alle banane, al riso e allo zucchero;
78. sottolinea che il Consiglio dovrebbe provvedere rapidamente all'attuazione della decisione OIL del 30 agosto 2003 sull'applicazione del paragrafo 6 della dichiarazione di Doha sull'accordo TRIPS e la salute pubblica e invita la Commissione a sollecitare gli Stati membri a dare, non appena possibile, piena attuazione alla nuova regolamentazione;
79. sottolinea che il Consiglio dovrebbe accelerare il processo decisionale sulla riforma delle politiche commerciali dell'UE riguardanti i prodotti sensibili;
80. invita la Commissione ad incrementare il suo aiuto legato al commercio e a sostenere la capacity building, il che è essenziale affinché i paesi più poveri possano affrontare l'accresciuta concorrenza indotta dalla liberalizzazione dei mercati;
81. chiede una revisione dello statuto e del mandato della Banca europea per gli investimenti, che consenta a una divisione specializzata di funzionare sulla base di un autentico mandato per lo sviluppo;
82. ritiene che gli OSM non saranno mai conseguiti senza coerenti politiche che vadano a vantaggio delle donne, dei bambini, degli anziani e dei disabili;
83. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati nonché all'Unione interparlamentare, alle Nazioni Unite e al Comitato per l'aiuto allo sviluppo dell'OCSE.