Risoluzione del Parlamento europeo su "Rafforzare la competitività europea: conseguenze delle trasformazioni industriali sulla politica e il ruolo delle PMI" (2004/2154(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione "Accompagnare le trasformazioni strutturali: una politica industriale per l'Europa allargata" (COM(2004)0274),
– vista la comunicazione della Commissione "Una politica della concorrenza proattiva per un'Europa competitiva" (COM(2004)0293),
– visto l'articolo II-76 del trattato che adotta una Costituzione per l'Europa,
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000 e la sua risoluzione del 15 marzo 2000 in vista di tale Consiglio(1),
– vista la relazione Kok sulla crescita e l'occupazione presentata al Consiglio e alla Commissione il 3 novembre 2004,
– vista la comunicazione della Commissione "Lavorare insieme per la crescita e l'occupazione - Il rilancio della strategia di Lisbona" (COM(2005)0024),
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 22 e 23 marzo 2005,
– viste le comunicazioni della Commissione "Costruire il nostro avvenire comune - Sfide e mezzi finanziari dell'Unione allargata 2007-2013" (COM(2004)0101) e "Prospettive finanziarie 2007-2013" (COM(2004)0487),
– vista la proposta di regolamento del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione (COM(2004)0492),
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (COM(2004)0495),
– vista la decisione del Consiglio, del 20 dicembre 2000, relativa ad un programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI) (2001-2005)(2),
– vista la Carta europea delle piccole imprese adottata dal Consiglio europeo a Santa Maria da Feira nel giugno 2000,
– visto il rapporto della Commissione sull'attuazione della Carta europea per le piccole imprese (COM(2005)0030),
– vista la comunicazione della Commissione riguardante l'attuazione del piano d'azione sul capitale di rischio (PACR) (COM(2003)0654),
– vista la comunicazione della Commissione "Governance europea: Legiferare meglio" (COM(2002)0275),
– vista la comunicazione della Commissione in materia di valutazione dell'impatto (COM(2002)0276),
– viste le sue risoluzioni dell'11 luglio 1991 sulla politica industriale della Comunità in un contesto aperto e concorrenziale(3), del 29 giugno 1995 sulla comunicazione della Commissione concernente una politica di competitività industriale per l'Unione europea(4) e del 23 ottobre 2003 sulla politica industriale in un'Europa allargata (5),
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e il parere della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A6-0148/2005),
A. sottolineando l'importanza del settore industriale dell'UE quale fonte di occupazione, di creazione di ricchezza e di attività nel settore dei servizi,
B. condividendo l'approccio della Commissione basato sull'imperativo della competitività dell'industria europea e mirato ad accompagnare le trasformazioni industriali,
C. constatando che il futuro del settore industriale è strettamente legato alla crescita nel settore dei servizi; che i servizi contribuiscono ad un aumento della produttività del settore manifatturiero e che la crescita di tale settore alimenta la domanda di servizi,
D. compiacendosi dell'avvio di una nuova strategia di crescita e di occupazione per l'UE; ricordando che l'UE ha accumulato un ritardo in materia di politica industriale e che occorre agire rapidamente ed efficacemente,
E. constatando che l'allargamento dell'UE ha modificato notevolmente la sua struttura industriale e che si è accentuata la pressione concorrenziale internazionale,
F. prendendo atto della dimensione territoriale della politica industriale e dell'impatto devastante del fenomeno delle delocalizzazioni industriali; segnalando l'importanza della riconversione industriale delle regioni colpite dalle ristrutturazioni economiche,
G. considerando che l'UE si trova di fronte all'enorme sfida demografica rappresentata dall'invecchiamento della popolazione, che avrà un impatto evidente sul settore industriale, provocando tra l'altro un declino della partecipazione al mercato del lavoro,
H. considerando che l'obiettivo della competitività dipende dalle risorse umane; che un miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione riguarda anche l'industria,
I. considerando che l'industria non è un insieme omogeneo e che un approccio settoriale consentirà di valutare meglio i fattori di competitività; che occorre tenere in conto la natura, le dimensioni e i tipi di attività delle imprese, segnatamente delle piccole imprese; rammentando l'importanza economica e sociale delle piccole imprese che costituiscono più del 95% delle imprese dell'Unione, nonché il loro ruolo essenziale nell'attuazione della strategia di Lisbona;
J. osservando che i modesti strumenti dell'attuale politica industriale non permettono di riconvertire l'industria verso le tecnologie di punta; che risulta necessario uno sforzo massiccio di finanziamento della ricerca e sviluppo (R&S), sia pubblico che privato,
K. considerando indispensabile migliorare il quadro legislativo e regolamentare in cui si sviluppano le imprese e il loro accesso ai programmi comunitari, tenendo in debito conto le esigenze delle imprese, comprese le piccole imprese, tenendo conto allo stesso tempo della necessità di alleggerire gli oneri legislativi e amministrativi,
L. tenendo conto della necessità di informazioni aggiornate sulla situazione dell'industria dell'UE dopo il 2004,
Fissare gli obiettivi della politica industriale europea
1. si compiace del fatto che la Commissione ha deciso di fare della politica industriale una priorità dell'agenda europea;
2. sostiene la promozione di una politica industriale determinata per accompagnare e anticipare le trasformazioni strutturali e sviluppare una base industriale europea solida e competitiva;
3. apprezza la distinzione tra deindustrializzazione e mutamenti strutturali e concorda con la valutazione della Commissione (COM(2004)0274) secondo cui "l'industria europea deve far fronte ad un processo di trasformazione strutturale che è nell'insieme benefico e che deve essere incoraggiato"; osserva tuttavia che la relativa analisi è incompleta e che non si dispone di dati incontestabili sulle delocalizzazioni; ritiene pertanto che la Commissione dovrebbe invitare un gruppo di esperti – il quale dovrebbe lavorare strettamente con il Centro europeo di controllo sul cambiamento (European Monitoring Centre on Change – EMCC) sfruttandone ampiamente le conoscenze e l'esperienza – a redigere una relazione al Consiglio europeo su tale argomento;
4. ritiene che l'incremento della quantità e della qualità dell'occupazione debba essere uno degli obiettivi più importanti della politica industriale; giudica indispensabile sviluppare la forza di attrazione dell'industria presso i giovani; chiede uno sforzo di informazione sulle professioni e le competenze industriali, accompagnato da una politica europea di riconoscimento delle qualifiche e di formazione nel corso dell'intero arco della vita; invita le parti sociali a contribuire alla realizzazione di tale obiettivo e ad assumersi le loro responsabilità nella promozione di un'azione congiunta;
5. ritiene che il dialogo sociale debba contribuire a individuare i settori più produttivi e quelli più minacciati: a tal fine una conferenza europea sullo sviluppo industriale, cui potrebbero partecipare gli attori del dialogo sociale, in particolare la Fondazione di Dublino, la quale possiede un'esperienza nel campo del dialogo sociale e dello scambio di miglior prassi ed elabora studi settoriali, potrebbe riunire a scadenza regolare tali attori e la Commissione;
6. constata che l'occupazione nel settore industriale tende ad essere prevalentemente maschile; auspica che, nel quadro dell'impegno della Commissione a favore dell'apprendimento durante tutto l'arco della vita, le donne vengano incoraggiate ad acquisire una formazione che le prepari alle carriere nell'industria;
7. chiede che vengano compiuti sforzi più incisivi sul piano dello sviluppo delle risorse umane che, con il loro potenziale di innovazione, contribuiranno alla competitività a lungo termine dell'industria; giudica indispensabile sviluppare la forza di attrazione dell'industria presso i giovani; chiede uno sforzo di informazione sulle professioni e le competenze industriali, accompagnato da una politica europea di riconoscimento delle qualifiche e di formazione nel corso dell'intero arco della vita;
8. auspica che la politica industriale permetta l'affermazione di fuoriclasse industriali europei;
9. ritiene che per promuovere la competitività dell'industria si debbano utilizzare gli strumenti della politica europea di ricerca, quali le piattaforme tecnologiche e le iniziative in materia tecnologica;
10. ritiene che la politica industriale europea debba rafforzare la capacità d'innovazione dell'industria, compresa l'innovazione tecnica, tecnologica e di mercato;
11. ritiene che la crescente concorrenza dei paesi emergenti debba indurre i poteri pubblici a creare le condizioni favorevoli all'emergere di nuove produzioni o combinazioni produttive creatrici di valore aggiunto, di posti di lavoro di qualità e in grado di garantire un vantaggio comparativo europeo;
12. ritiene che la politica industriale europea debba condurre a uno sviluppo equilibrato, grazie al mantenimento della coesione sociale;
13. osserva che gli attori economici e sociali devono impegnarsi nel processo di accompagnamento e anticipazione delle trasformazioni strutturali in modo da poter promuovere, mediante accordi, forme innovative di organizzazione del lavoro e poter offrire ai lavoratori la formazione necessaria per adattarsi alle trasformazioni;
Tenere in conto le differenti dimensioni della politica industriale europea
14. condivide l'approccio settoriale della Commissione e auspica che essa proceda a bilanci di competitività settoriali indipendenti e obiettivi che comprendano l'aspetto della forza competitiva in un contesto globale; chiede che dette analisi settoriali tengano in conto l'occupazione e l'impatto dell'industria sui bacini occupazionali e valutino le questioni ambientali e sociali; ritiene che tali analisi debbano servire a identificare e anticipare le esigenze con le quali l'industria sarà confrontata;
15. ritiene che per garantire che i bilanci di competitività settoriali siano utili e tengano in debito conto le questioni occupazionali, le parti sociali debbano essere consultate e, se possibile, invitate a partecipare all'elaborazione di tali bilanci;
16. chiede che l'approccio settoriale tenga in conto il ruolo, nella produzione e nei servizi, svolto dalle PMI & PMII (Piccole e medie imprese industriali) grazie alla creazione di catene cooperative; chiede che tale approccio tenga in conto anche le microimprese che costituiscono più del 92% delle imprese dell'UE; ribadisce la rilevanza della Carta europea delle piccole imprese, reitera la richiesta che essa sia dotata di un valore giuridico e auspica una decisione del Consiglio in tal senso;
17. deplora il fatto che la Commissione abbia trascurato di compiere sforzi verso settori e regioni particolarmente colpiti dai mutamenti industriali in quanto i pubblici poteri hanno il dovere di attuare politiche mirate e a breve termine a sostegno dei lavoratori dipendenti, delle regioni e dei settori interessati; in tal senso potrebbero essere orientati i Fondi strutturali e soprattutto il Fondo sociale europeo;
18. sottolinea la dimensione strutturale dell'industria per il territorio europeo; chiede alla Commissione di tenerne conto nei negoziati sui Fondi strutturali e sul programma quadro; auspica che allo sviluppo di poli di competitività e di filiere industriali siano riservati mezzi conseguenti; sottolinea allo stesso tempo che la qualità della produzione è importante quanto il volume di risorse investito in tali fondi;
19. suggerisce di adottare azioni specifiche nei settori particolarmente esposti alle delocalizzazioni, operando una distinzione tra le delocalizzazioni all'interno dell'Unione e quelle aldilà delle sue frontiere, e nei settori che godono di relativi vantaggi e/o di tecnologie di punta, sulla base di una relazione della Commissione che prenda in considerazione, tra l'altro, l'impatto sociale e regionale di tali settori;
20. esprime inquietudine per la mancanza di dati disponibili sull'industria nei nuovi Stati membri; chiede alla Commissione di redigere un inventario delle localizzazioni industriali, corredato da un piano d'azione per reagire ai rischi che incombono sulla loro industria e sui relativi posti di lavoro; chiede alla Commissione di proseguire un accompagnamento specifico dell'acquis in termini di mercato interno in detti paesi; sottolinea le scarse conoscenze sulle piccole imprese, specie artigianali, in tutti gli Stati membri, compresi quelli vecchi, e reitera la sua richiesta di studi ed analisi statistiche ed economiche concernenti tali imprese;
21. rileva la conclusione fondamentale della Commissione secondo cui una semplificazione sul piano normativo è necessaria per mantenere la competitività ancora fragile dei nuovi Stati membri e ritiene che tale requisito concernente un più leggero approccio normativo debba applicarsi a tutti gli Stati membri dell'UE, se si vuole migliorare la competitività generale e garantire la reale crescita dell'occupazione;
22. rammenta la notevole sfida di fronte alla quale si troverà l'Unione con i futuri pensionamenti dei datori di lavoro e sottolinea che sono in gioco milioni di posti di lavoro; invita la Commissione e il Consiglio a definire, di concerto con le organizzazioni rappresentative delle imprese, una strategia comunitaria finalizzata alla trasmissione e rilevamento di imprese esistenti che sono economicamente vitali;
Un metodo e un quadro regolamentare calibrato per le nostre ambizioni industriali
23. ritiene che la politica industriale debba diventare una componente della strategia riveduta di Lisbona; chiede che si tenga in conto la dimensione industriale nei suoi tre pilastri;
24. accoglie con favore la proposta di un programma d'azione per realizzare gli obiettivi di Lisbona e insiste affinché esso comprenda obiettivi precisi a carico degli Stati membri; ritiene tuttavia che le dieci priorità tematiche seguite non tengano in sufficiente considerazione le attuali sfide industriali;
25. ritiene che il modo migliore per sfruttare le sinergie fra le varie politiche comunitarie che hanno un impatto sulla competitività dell'industria consista nell'inserire tale obiettivo nel programma d'azione per realizzare gli obiettivi di Lisbona;
26. ritiene prioritario l'impegno della Commissione per legiferare meglio; auspica che il Parlamento europeo e il Consiglio vi contribuiscano; invita la Commissione e gli Stati membri a definire obiettivi precisi di semplificazione e piena attuazione del quadro regolamentare esistente settore per settore;
27. chiede che siano migliorati i sistemi di valutazione dell'impatto delle nuove regolamentazioni; deplora che tali sistemi si limitino alle imprese in generale senza analizzare le incidenze sulle piccole imprese e sulle microimprese, nonostante la loro importanza; deplora altresì la mancanza di trasparenza dei sistemi e l'impossibilità per le organizzazioni rappresentative delle imprese di reagire alle analisi d'impatto; si attende che la Commissione deliberi un metodo chiaro e trasparente per la gestione di detti sistemi che preveda anche una partecipazione efficace degli attori industriali pertinenti;
28. insiste affinché la Commissione consulti tutte le parti sociali, in particolare i sindacati;
29. insiste sulla necessità di disporre di un quadro macroeconomico stabile sul quale le imprese possano basarsi per effettuare le proprie previsioni economiche; reputa pertanto utile appoggiarsi maggiormente sugli indirizzi di massima per le politiche economiche e sugli orientamenti europei in materia di occupazione;
Strumenti a sostegno dell'industria europea
30. sottolinea che numerosi strumenti esistenti non sono abbastanza semplici per essere utilizzati da tutte le imprese; sottolinea l'importanza di ridurre l'onere amministrativo gravante sulle PMI; rileva che le piccole imprese traggono ancora benefici limitati dai programmi comunitari attuali a causa della loro complessità, delle garanzie richieste o delle difficoltà amministrative; chiede alla Commissione di migliorarli e di avviare una concertazione con le organizzazioni rappresentative delle imprese per potenziarne l'efficacia, specialmente per quanto riguarda migliori possibilità di trasferimento di R&S alle PMI e prevedere, con il sostegno degli Stati membri, campagne informative mirate;
31. chiede che il settimo programma quadro di ricerca e sviluppo preveda una strategia a lungo termine chiara per rafforzare le capacità d'innovazione dell'industria, PMI comprese; sostiene lo sviluppo di programmi tecnologici industriali a lungo termine, con la partecipazione di partner pubblici e privati;
32. chiede che venga dato maggiore impulso alle piattaforme tecnologiche quale strumento essenziale a sostegno dell'innovazione e dell'industria europea; ritiene che le piattaforme tecnologiche debbano essere concepite tenendo in considerazione la struttura dell'industria europea, fatta soprattutto di PMI;
33. sottolinea la problematica della competitività dell'economia europea, riconducibile tra l'altro a quello che è una sorta di paradosso fra la generazione delle conoscenze scientifiche (sufficientemente presente nell'UE) e l'insufficiente capacità di trasformare tali conoscenze in innovazione e, soprattutto, in produzione; ritiene che la partecipazione delle imprese alla definizione delle priorità del sostegno finanziario possa migliorare tale situazione, per cui occorre adoperarsi per promuovere tale partecipazione e migliorare la posizione delle PMI nell'ambito del settimo programma quadro;
34. invita la Commissione ad esaminare le possibilità di consolidare, attraverso il settimo programma quadro, le reti esistenti di imprese e il programma EUREKA, nel cui ambito le imprese sono ampiamente rappresentate;
35. si attende dal programma pluriennale sulla competitività e l'innovazione che esso sostenga le piccole imprese europee nel loro sviluppo e sia lo strumento per l'attuazione della Carta europea delle piccole imprese; ritiene che esso potrebbe permettere di integrare veramente dette imprese nella strategia industriale dell'UE;
36. sostiene l'obiettivo di riduzione del volume globale degli aiuti alle imprese, ma ricorda l'utilità di taluni aiuti per mitigare determinate carenze del mercato, per esempio gli aiuti in materia di R&S, alla formazione, in particolare la formazione e l'apprendistato professionali, nonché alla consulenza ed allo sviluppo economico assistito delle imprese; giudica indispensabile sviluppare la forza di attrazione dell'industria presso i giovani, ad esempio per il tramite degli aiuti in materia di R&S e dell'informazione sulle professioni e le competenze industriali, unitamente a una politica europea di riconoscimento delle qualifiche e di formazione nel corso dell'intero arco della vita; esprime preoccupazione per il progetto di totale abolizione, tranne qualche eccezione, degli aiuti a finalità regionale a favore delle grandi imprese al di fuori delle zone attualmente ammissibili ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, del trattato;
37. ritiene che, nell'ambito di una piena ed efficiente concorrenza internazionale, occorra disporre di una manodopera sempre più qualificata e competitiva;
38. è del parere che per promuovere la competitività e l'occupazione debba essere data priorità all'istruzione e alla formazione, segnatamente nel campo delle nuove tecnologie; a tal fine gli Stati membri potrebbero attuare una valutazione obiettiva dei rispettivi sistemi di istruzione e di formazione;
39. reputa necessario adoperarsi per appoggiare una politica di innovazione e di ricerca più efficiente rivolgendo l'attenzione alle politiche correlate, quali il completamento del mercato interno e l'instaurazione di una politica in materia di brevetti meno onerosa e più flessibile, che offra un migliore accesso per le PMI;
40. prende atto dell'importanza degli aiuti statali alle PMI negli Stati membri; chiede alla Commissione di mantenere all'interno dei Fondi strutturali l'insieme degli strumenti di aiuto alla riconversione economica e socioeconomica per le regioni colpite dalle delocalizzazioni industriali; insiste affinché si tenga meglio conto delle piccole imprese e delle microimprese in tali regioni e più generalmente nell'ambito delle politiche di coesione; invita all'uopo la Commissione e il Consiglio a inserire le raccomandazioni della Carta europea delle piccole imprese fra le priorità degli obiettivi di convergenza, competitività e cooperazione;
41. si attende un quadro chiaramente formulato ed efficiente per la proprietà intellettuale e si augura di vedere andare in porto le direttive sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e sul brevetto comunitario;
42. reputa indispensabile sviluppare strumenti di accompagnamento per aiutare le nostre industrie a conquistare mercati all'esterno dell'UE e svolgere così un ruolo attivo nella crescita dei paesi emergenti;
43. chiede alla Commissione di individuare anche a livello dell'Unione europea strumenti (per esempio la creazione di fondi di capitale di rischio) in grado di favorire la nascita di nuove imprese, soprattutto nel settore delle nuove tecnologie, e di incoraggiare azioni per la "disseminazione" (spin off) aziendale;
44. appoggia le raccomandazioni tese a consentire alle imprese di svilupparsi a livello internazionale; si augura che esse riguardino anche le piccole e medie imprese; invita la Commissione ad avvalersi degli strumenti di difesa previsti dall'OMC quando un comparto industriale europeo è vittima di pratiche commerciali illecite;
45. sottolinea che la natura frammentata dei mercati finanziari europei ostacola il funzionamento corretto dei mercati del capitale di rischio e ritiene prioritario porvi rimedio al fine di facilitare l'accesso delle imprese alle fonti di finanziamento; rammenta la necessità di favorire l'accesso delle imprese agli strumenti finanziari e di sviluppare la disponibilità di finanziamenti a favore di sistemi di garanzia reciproca; sollecita lo sviluppo di sistemi innovativi di finanziamento onde rispondere alle nuove esigenze di investimento materiale e immateriale delle imprese, comprese le piccole imprese e le microimprese, specie nei settori normativo, tecnologico, ambientale e di sfruttamento dei mercati; chiede l'adozione di misure volte a promuovere il collegamento tra fondi propri e risorse finanziarie e che ci si attivi per collegare i mezzi di finanziamento, le imprese, l'industria e le università; chiede che venga rivolta particolare attenzione in questo contesto agli strumenti destinati specificatamente alle PMI;
46. ritiene che nelle situazioni di mercati incompleti i pubblici poteri dovrebbero incoraggiare lo sviluppo di attività in settori in cui i rischi sono considerati troppo forti dagli attori economici; in tale ambito sembra, d'altra parte, urgente individuare settori a forte valore aggiunto, segnatamente il campo delle nuove tecnologie, che i poteri pubblici potrebbero promuovere per assicurare posti di lavoro di qualità; ritiene parimenti che sia loro dovere sviluppare le attività di ricerca e di innovazione, fonti di esternalità positive;
47. sottolinea che una politica industriale efficace deve prevedere una dimensione globale e auspica che la nuova generazione di programmi di assistenza esterna dell'Unione per il periodo 2007-2013 venga utilizzata in maniera strategica al fine di promuovere e sostenere l'internazionalizzazione delle imprese europee, segnatamente delle PMI, nei mercati dei paesi terzi;
48. si attende che nell'elaborazione delle nuove prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013 si tenga conto dell'importanza e delle esigenze dell'industria europea, in particolare delle PMI;
49. ritiene che le infrastrutture di comunicazione e il sistema logistico svolgono un ruolo cruciale nel favorire lo sviluppo dell'industria nonché l'integrazione economica nell'Unione europea allargata; considera indispensabile un rapido completamento della rete transeuropea di trasporto, segnatamente delle tratte transfrontaliere, e auspica un adeguato sostegno da parte del bilancio comunitario nel periodo 2007-2013;
50. propone, nell'ambito del disegno di riforma dei regimi di aiuti di Stato, l'individuazione di una chiara linea di azione a favore dell'innovazione, che investa trasversalmente tutti i settori, nel contesto degli obiettivi di Lisbona; ritiene che l'innovazione, da intendersi nel senso più ampio e non ristretta ai soli aspetti tecnologici, debba costituire l'obiettivo fondamentale della strategia di politica industriale della Comunità;
51. richiama l'attenzione sull'esigenza di promuovere tutte quelle iniziative volte a favorire la crescita dimensionale delle imprese in modo da metterle in condizioni di competere più efficacemente sul mercato globale;
52. invita la Commissione a valutare regolarmente i risultati, in particolare in termini di posti di lavoro creati, delle politiche di incentivazione delle attività di ricerca e sviluppo, poiché l'aspetto finanziario non costituisce l'unico livello di analisi;
o o o
53. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.