– visto il "Quintetto contro la fame" costituito al vertice mondiale per la lotta alla fame, che ha portato all'Appello mondiale di lotta contro la povertà, lanciato dal Presidente brasiliano Lula da Silva in occasione del Forum sociale mondiale del gennaio 2005,
– vista la dichiarazione di New York sulla lotta contro la fame e la povertà del 20 settembre 2004, sottoscritta da 111 governi nazionali, tra cui quelli di tutti gli Stati membri dell'Unione europea,
– visti gli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) e il prossimo dialogo di alto livello sotto l'egida delle Nazioni Unite che esaminerà i progressi verso il conseguimento degli OSM nel settembre 2005,
– viste le comunicazioni della Commissione COM(2005)0132, COM(2005)0133 e COM(2005)0134, del 12 aprile 2005, sull'accelerazione dei progressi verso la realizzazione degli OSM,
– vista la riunione del Consiglio "Sviluppo" del maggio 2005,
– visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che oltre un miliardo di persone vive in condizioni di estrema povertà e che, nell'Africa subsahariana, oltre 300 milioni di persone vivono in assoluta povertà mentre milioni di individui muoiono ogni anno per mancanza di assistenza sanitaria, acqua potabile, alloggi decorosi e alimentazione adeguata,
B. considerando che il secondo semestre del 2005 offre all'Unione e ai suoi Stati membri un'occasione storica per dare prova di leadership in materia di sviluppo in occasione del vertice del G8 di Gleneagles, della conferenza sugli OSM di New York prevista per settembre e della conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) a Hong Kong prevista per dicembre,
C. considerando che per conseguire gli OSM e combattere la povertà nel mondo, tutti i paesi donatori dovranno aumentare la quantità e migliorare la qualità degli aiuti, assicurare una maggiore equità del commercio e alleggerire i debiti insostenibili; considerando che due terzi dei paesi in via di sviluppo spendono più per il rimborso degli interessi sul debito che per i servizi sociali di base,
D. considerando che buona parte degli aiuti continua ad essere "vincolata", il che significa che la concessione dei fondi è spesso subordinata all'acquisto di beni e servizi presso il paese donatore; considerando che, stando alle stime, il vincolamento degli aiuti farebbe lievitare le spese di approvvigionamento di circa 5 miliardi di dollari,
E. considerando che, nonostante l'aumento dei flussi di aiuti pubblici allo sviluppo (APS) dell'Unione europea, gran parte dell'aumento è imputabile alle operazioni di alleggerimento del debito, il che è contrario all'accordo di Monterrey in virtù del quale l'iniziativa a favore dei paesi poveri fortemente indebitati dovrebbe essere finanziata interamente con risorse supplementari,
F. considerando che il condono del debito annunciato dal Primo ministro Blair alla vigilia del G8 comporta 2 miliardi di dollari all'anno, si applica a 18 dei 165 paesi in via di sviluppo e riguarda soltanto i debiti nei confronti delle istituzioni finanziarie internazionali,
Considerazioni generali
1. accoglie con favore l'impegno della Presidenza britannica di privilegiare lo sviluppo e la lotta contro la povertà, con un'attenzione particolare per l'Africa; invita il Regno Unito ad avvalersi della Presidenza del G8 per mettere la povertà al centro dell'agenda internazionale ed europea;
2. esprime profonda preoccupazione per il fatto che l'Africa subsahariana non ha ancora raggiunto, né è avviata a raggiungere entro la scadenza del 2015, nemmeno uno degli otto OSM;
3. prende atto delle conclusioni della relazione della valutazione del Millennio sugli ecosistemi in cui si afferma che il proseguire della distruzione dell'ecosistema mondiale farà da barriera alla realizzazione degli OSM;
4. accoglie pertanto con favore l'inserimento dello sviluppo dell'Africa tra le priorità dell'Unione europea e l'intensificazione degli sforzi per aiutare i paesi africani a conseguire gli OSM;
5. sottolinea la necessità che l'Unione ponga le donne e le ragazze al centro della politica di sviluppo se vuole progredire verso la realizzazione degli OSM;
6. ritiene che un'effettiva lotta contro la povertà richieda la definizione di una politica di sviluppo globale e sostenibile al fine di promuovere le capacità produttive dei paesi in via di sviluppo;
7. è del parere che la lotta alla povertà debba basarsi sul riconoscimento del diritto di un paese o di una regione a definire democraticamente le proprie politiche, priorità e strategie per tutelare i mezzi di sussistenza e i diritti sociali, economici e culturali della popolazione;
8. rileva il ruolo fondamentale che sono chiamate a svolgere le organizzazioni della società civile affinché fungano da forza motrice all'interno dei paesi per affrontare le preoccupazioni di sviluppo, mobilitare grandi movimenti e generare una pressione della base affinché i leader tengano fede ai loro impegni; plaude pertanto all'iniziativa dell'alleanza mondiale "The Global Call to Action against Poverty" (Appello alla lotta contro la povertà);
9. sottolinea l'urgente necessità di aumentare gli investimenti nei paesi in via di sviluppo; rileva a tale proposito l'importanza del dibattito internazionale volto a individuare fonti di finanziamento supplementari e innovative per le politiche e gli investimenti pubblici direttamente finalizzati al conseguimento degli OSM e a gettare le basi per una crescita guidata dal settore privato;
10. sottolinea che gli aiuti allo sviluppo sono soltanto uno dei fattori che possono contribuire al conseguimento degli OSM e che devono essere accompagnati da altri provvedimenti, quali istituzioni sane, responsabili e trasparenti, il rispetto dei diritti umani e degli impegni internazionali, la parità di genere, norme appropriate in materia di scambi commerciali e investimenti, il trasferimento del sapere e la sicurezza;
11. chiede che si lotti più vigorosamente contro il traffico d'armi verso i paesi africani e che si controlli e limiti maggiormente il commercio di armi verso questi paesi;
12. chiede che la UE stabilisca un controllo effettivo sulle multinazionali europee per quanto riguarda il loro modo nel finanziamento dei conflitti armati, lo sfruttamento delle materie prime e il rispetto dei diritti delle comunità locali e appoggia l'azione delle amministrazioni degli Stati africani volta a tal fine;
Entità e qualità degli aiuti
13. si compiace che il Consiglio abbia ribadito l'impegno a destinare almeno lo 0,7% del PIL agli aiuti entro il 2015 e lo 0,56% entro il 2010; invita la Commissione e il Consiglio ad assicurare che gli Stati membri mantengano tali promesse introducendo un meccanismo di monitoraggio che permetta di esaminare in modo trasparente l'entità degli aiuti degli Stati membri in tutte le future riunioni del Consiglio "Sviluppo";
14. plaude all'impegno attivo dei nuovi Stati membri, che hanno aderito all'Unione dopo il 2002, per quanto riguarda la politica comunitaria di assistenza e constata con soddisfazione il loro impegno a conseguire un rapporto APS/RNL dello 0,17% entro il 2010 e dello 0,33% entro il 2015;
15. chiede che si faccia un uso migliore degli aiuti esistenti, in particolare riordinando le priorità per concentrare l'azione sugli OSM e migliorando il controllo sui fondi pubblici erogati dall'Unione europea, al fine di lottare contro la corruzione e accrescere la trasparenza;
16. invita la Commissione ad attivarsi maggiormente per coordinare gli sforzi dell'Unione europea e degli Stati membri in materia di aiuti; chiede, a tale proposito, che le strategie comunitarie di coordinamento e complementarità includano anche il settore privato e i rappresentanti della società civile;
17. accoglie con favore la proposta della Commissione di presentare una relazione periodica sullo stato dell'Unione riguardo all'efficacia degli aiuti, in collaborazione con gli Stati membri;
18. esprime preoccupazione per il fatto che solo tre Stati membri (Irlanda, Svezia e Regno Unito) hanno completamente svincolato gli aiuti bilaterali e che alcuni Stati membri vincolino a tutt'oggi la maggior parte di tali aiuti; invita tutti gli Stati membri ad offrire assistenza ai paesi in via di sviluppo senza alcuna condizione e a rispettare la dottrina dell'Unione europea, in base alla quale i contratti di aiuto devono essere attribuiti ogniqualvolta possibile ad appaltatori locali, regionali o nazionali;
19. chiede l'adozione e l'attuazione rapida della proposta legislativa concernente lo svincolo degli aiuti comunitari;
20. sollecita l'UE ad attuare pienamente il suo Piano d'azione volto a eradicare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, adottato nel 2002, e a fornire assistenza materiale, finanziaria e tecnologica agli Stati costieri in via di sviluppo che hanno difficoltà ad impedire la pesca illegale nelle loro acque;
21. invita la Commissione e gli Stati membri a destinare almeno il 20% degli aiuti allo sviluppo alla salute e all'istruzione; constata con preoccupazione che sia l'Unione che gli Stati membri sono lungi dal raggiungere tale obiettivo; sottolinea che senza congrui investimenti nello sviluppo umano e nell'assistenza sanitaria sarà impossibile conseguire gli OSM;
22. sottolinea l'importanza di accelerare e aumentare il sostegno ai programmi di vaccinazione e ai programmi di lotta contro malattie quali l'AIDS, la tubercolosi e la malaria nonché le malattie neglette;
23. auspica che l'Unione europea si assuma direttamente l'onere finanziario di taluni obiettivi, quali la vaccinazione dei bambini e la lotta contro la malaria, in partenariato con gli organismi interessati;
24. invita la Commissione e gli Stati membri ad assicurare che la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti siano al centro dell'ordine del giorno del vertice di settembre 2005 sugli OSM e a riconoscerne l'importanza fondamentale per la lotta contro l'HIV/AIDS;
Commercio e coerenza
25. invita i paesi industrializzati, e l'Unione europea in particolare, a non lesinare gli sforzi per conseguire un risultato favorevole allo sviluppo nel quadro del programma di Doha, garantendo che i paesi in via di sviluppo ottengano un migliore accesso al mercato sia per i prodotti agricoli e industriali che per i servizi, fissando un calendario per l'abolizione degli aiuti alle esportazioni agricole che producono distorsioni dei flussi commerciali e garantendo un vero trattamento speciale e differenziato ai paesi in via di sviluppo;
26. sottolinea l'importanza del commercio equo nel quadro dell'impegno per l'eradicazione della povertà; si compiace dell'impegno assunto nel giugno 2005 dalla Commissione dinanzi al Parlamento europeo di concedere una maggiore assistenza tecnica e finanziaria ai produttori del commercio equo e di rafforzare la coerenza tra le varie politiche dell'Unione, soprattutto in materia di sviluppo, commercio e agricoltura;
27. chiede che venga prestata un'adeguata assistenza tecnica in ambito commerciale, inclusa la creazione di capacità, al fine di massimizzare le opportunità di sviluppo offerte dal commercio, incentivare la creazione di piccole e medie imprese e conformarsi alle norme internazionali in ambito sociale, lavorativo, ambientale e sanitario;
28. ribadisce l'importanza fondamentale della coerenza delle politiche di intervento per migliorare l'efficacia e la qualità degli aiuti; chiede all'Unione europea di assumere un ruolo guida negli sforzi profusi a livello mondiale e di rafforzare la coerenza delle proprie politiche e di quelle degli Stati membri in settori quali il commercio, l'ambiente, l'agricoltura e l'immigrazione, con gli impegni assunti in materia di sviluppo;
29. invita gli Stati membri dell'Unione europea a rendere note le attività delle loro agenzie di credito all'esportazione, ai fini di una verifica trasparente e democratica;
Alleggerimento del debito
30. plaude alle proposte del G8 relative alla cancellazione dei debiti dei paesi poveri fortemente indebitati nei confronti del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale e del Fondo africano di sviluppo; sottolinea tuttavia che questa cancellazione del debito esclude vari paesi a basso reddito comunque indebitati, che l'alleggerimento del debito non è una panacea per la lotta contro la povertà, in quanto molti paesi poveri hanno bassi livelli di indebitamento, e che esso comporta il rischio morale di non affrontare necessariamente i problemi dei paesi più poveri o più bisognosi;
31. invita gli Stati membri dell'Unione europea ad assicurare che l'alleggerimento del debito sia complementare agli impegni in materia di aiuti; chiede in particolare al Regno Unito di insistere su questo aspetto al prossimo vertice del G8 con gli Stati Uniti, che hanno assunto impegni in materia di alleggerimento del debito a scapito di impegni più generosi in materia di aiuti;
32. sottolinea che l'alleggerimento del debito dovrebbe privilegiare i paesi meno sviluppati e dovrebbe essere concesso soltanto a condizione che i fondi così guadagnati dai governi interessati vengano destinati all'assistenza ai gruppi più poveri delle loro comunità;
o o o
33. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea, ai capi di Stato e di governo dei paesi del G8, al Segretario generale delle Nazioni Unite, ai governi dei paesi ACP e dei paesi meno sviluppati, all'Unione africana, al Fondo monetario internazionale, alla Banca mondiale, al Comitato di aiuto allo sviluppo dell'OCSE, nonché ai governi del Club di Parigi.